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Critiche

Gino FERRO, Venezia, 14 Febbraio, 2007

PostDateIconMercoledì 28 Novembre 2007 19:02 | PDF | Stampa | E-mail

"[...] In questi giorni, mentre ascoltavo le tue ultime incisioni, (Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto, I e II) , mi sono raffiorati alla memoria lontani ricordi che avevo dimenticato [...] è difficile ascoltare questi brani, abbandonandomi ad un godimento puramente estetico. L'ascolto fa vivere un'esperienza molteplice di natura estetica, culturale ed esistenziale che fa vibrare gli strati più profondi del sentire. E' qualcosa che colpisce al cuore, scuote, mette i brividi, graffia l'anima e fa rievocare il contesto naturale e sociale nel quale sono nati. Ma, nello stesso tempo, la tua interpretazione scioglie il canto dal nucleo della storicità originaria e lo inalza ad un significato universale, conducendo quei testi sotto il segno del sacro, del mistero, del mito. E questa trasposizione si realizza attraverso la tua voce, una voce che sembra nascere dalle radici profonde di quella cultura ed attraversano i tempi.

In questi anni tu hai scavato nei testi, scandagliandoli in profondità per cogliere tutta la ricchezza di senso.
Ma soprattutto hai lavorato sulla tua voce e hai costruito un suono primordiale e raffinato, terroso e limpido. Ne hai fatto uno strumento indispensabile per veicolare tutti i potenziali significati.
Le tue interpretazioni trascinano dentro l'evento, annullando ogni distanza. E il canto diventa coralità.
Il pubblico (o meglio il popolo) si riappropria della sua cultura e ridifinisce una sua identità culturale, quasi dimenticata. Il reperto che era racchiuso nella memoria del singolo, una volta portato alla luce, ha messo in moto un processo di coscienza e di consapevolezza.
Hai curato un'opera di intensa e struggente poesia che il titolo della raccolta "Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto" esprime con grande sintesi. In questi canti vi ritrovo quelle sottili vibrazioni di malinconia e nostalgia che avvolgono le più sublimi melodie di Mozart.
Ma nostalgia di che cosa!
[...] Non lo so. Di ogni poesia ognuno dà una lettura personale. ma solo la vera poesia come questa può liberare tante emozioni, riflessioni e ricordi.
Una forte stretta di mano a Giorgio, protagonista silenzioso ma insostituibile di questo lavoro. Un saluto ai nuovi componenti de "La Macina" dei quali ho ammirato la bravura esecutiva e l'intensità interpretativa.
Grazie per il dono [...]"

Gino Ferro, Venezia, 14 febbraio, 2007

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Cataldo PERRI , Reggio Calabria, 18 luglio, 2005

PostDateIconMartedì 27 Novembre 2007 19:08 | PDF | Stampa | E-mail

"Grazie caro Gastone. E' un vero piacere avere tue notizie e sapere che la mia Argentina è in ottime mani e soprattutto interpretata dal tuo sentimento. Un caro abbraccio. Cataldo"

Cataldo Perri, Reggio Calabria, lunedì 18 Luglio, 2005

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Francesca ALFONSI , TG3, Lunedì 22 Marzo, 2004

PostDateIconDomenica 25 Novembre 2007 19:19 | PDF | Stampa | E-mail

"Ed ora passiamo alla pagina degli Spettacoli.                    Quinto appuntamento per il Controfestival, parodia ironica e giocosa del Festival di Sanremo al Teatro "Alfieri" di  Montemarciano.
Prendete un bel pizzico di humor, aggiungete un cucchiaione di follia, mettetelo in un calderone pieno di baldoria e
voilà eccola una ricetta sicura anti-ulcera: Il "nostro" Sanremo, meglio la parodia seriamente rispettosa del pane di tutti i festivaloni.
Anno quinto quello del controfestival, ormai un appuntamento culto, voluto da Gastone Pietrucci e da Giorgio Cellinese, ovvero La Macina, cantore eccellente della tradizione popolare italiana.
La cornice è il Teatro "Alfieri" di Montemarciano, Festa-Gioco per una spericolata banda di amici sull'orlo di una irrefrenabile crisi di... allegria!!!

Teatro pieno per i trentaquattro che si sono alternati sul palco ad interpretare fra gag, travestimenti e serissime stonature, le venti canzoni dei primordi della rassegna, ossessione dei nostri febbraio.
Nulla a che vedere con le sguaiate corride televisive; un professioanle elisir antirabbia, preparato per mesi, con filologica cura. Serissimi nella vita di tutti i giorni, gli interpreti, soli nomi, nessun cognome, stufi di prendersi sul serio. Serissima la cornice, l'orchestra, il coro 1+3 e guidati dall'attore Luigi Moretti, 'stavolta presentatore parruccato, serissime le Giurie di lookologi e critici, che hanno premiato rigorosamente gli impegni peggiori.
Alla fine ha però la meglio il pubblico che ha incoronato gli interpreti meno stonati.
Eh! c'è un limite a tutto!!!"

Francesca Alfonsi, TG3, 22 Marzo, 2004

(Commento alla ripresa televisiva per il TG3 Regionale della quinta edizione de IL "NOSTRO" SANREMO 2004 (Festa-Gioco per una spericolata banda di amici sull'orlo di una irrefrenabile crisi di... allegria!!!, Montemarciano, Teatro "Alfieri", Marzo 2004)

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FOLKGIORNALE, Abbeccedario di Musica e Cultura Popolare, n. 14-15, Speciale Folkest, 1986

PostDateIconSabato 24 Novembre 2007 19:27 | PDF | Stampa | E-mail

La Macina a Folkest ’86

“Si tratta di un caso di longevità piuttosto raro, questo della Macina, nell’ambito del Folk italiano, nonostante i vari cambi di formazione. Nato come gruppo di indagine etnomusicologica nel 1968, scioltosi nello stesso anno, riformatosi nel ’73 e ricostituitosi nell’attuale formazione nel 1976, lavora nell’ambito della ricerca sul campo particolarmente nell’anconetano. Il loro spettacolo è costituito gran parte su quella larga messe di canti di lavoro, motteggi, canti amorosi e altro che fanno della tradizione contadina marchigiana uno dei più interessanti esempi di repertorio tradizionale musicale superstite sul territorio italiano ancor oggi. Ritornano dopo due anni di assenza a Folkest e dopo il successo di pubblico e simpatia loro riservata nell’edizione dell’84. la novità che ci presenteranno quest’anno è rappresentata dall’esibizione insieme con il gruppo di Petriolo in un ideale scambio tra vecchie e nuove generazioni di cantori marchigiani […)]

Folkgiornale, Abbecedario di Musica e Cultura Popolare, La Macina a Folkest ’86, n. 14-15, Speciale Folkest 1986

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Maria Grazia Focanti, Corriere Adriatico, 3 Luglio, 1989

PostDateIconVenerdì 23 Novembre 2007 19:33 | PDF | Stampa | E-mail

 

La Macina spopola alle “Monnighette”

“L’accattivante sorriso di Jesi Estate ha “infiammato” quanti sabato sera hanno aderito a questa terza edizione della kermesse estiva e si sono portati nella stupenda cornice naturale di piazza delle Monnighette, per ascoltare i canti tradizionali proposti dalla Macina. […] una formazione che da oltre vent’anni ricerca e propone autentici spaccati della nostra cultura contadina e che ha raccolto ovazioni da parte del moltissimo pubblico presente. […] La Macina assolve, fin dalle origini, il compito di accompagnarci, prendendoci per mano quasi come un novello Virgilio, nel mondo della tradizione, in questo fantastico e polveroso luogo che stava quasi (parliamo di oltre venti anni fa) per cadere nel dimenticatoio […]  La serata di sabato era in onore della signora Tara Gandhi, nipote del Mahatma Ghandi [...] La musica, ha ricordato, è come un filo di cotone che unisce tutti gli uomini". 

Maria Grazia Focanti, Corriere Adriatico, Lunedì 3 Luglio 1989

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Altri articoli...
  • Roberto VINCENZOTTO , Il Gazzettino, 8 Luglio 1998
  • Corriere Adriatico, Lunedì 25 Ottobre, 1999
  • Massimo Raffaeli , il Manifesto , 15 Agosto, 2002
  • Mario CASALE , Roma 24 Luglio, 2003

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