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Critiche

LA MACINA.NEL VIVO DI UNA LUNGA STORIA, cd-book, 2016

PostDateIconMercoledì 16 Maggio 2018 17:32 | PostAuthorIconScritto da Gastone Pietrucci | PDF | Stampa | E-mail

LA MACINA

NEL VIVO DI UNA LUNGA STORIA CD + DVD

formato 13x13, copertina cartonata, 80 pp.  con foto e disegni a colori

SQU[ILIBRI] EDIZIONI – Roma – 2016 -€ 20,00

 

 

 

 

Il gruppo di canto popolare La Macina presenta questa opera completa realizzata unendo sapientemente molti apporti artistici. A quasi cinquant’anni di attività Gastone Pietrucci, fondatore del gruppo di canto popolare La Macina, ha registrato il primo CD live della carriera, in un’unica produzione completa di DVD, per ripercorrere i contesti e gli incontri che hanno alimentato un appassionante percorso di ricerca e rivitalizzazione della tradizione orale marchigiana. Con questo progetto, realizzato con il contributo della Regione Marche, Assessorato alla Cultura, Gastone chiama a raccolta le espressioni culturali più significative della propria terra, le Marche, accomunate da un amore profondo per il popolare assunto come specchio nel quale riflettere istanze e contraddizioni del nostro presente.

Opera ricca di immagini, canti, musiche, voci e suggestioni in cui convergono la bellezza e la densità della proposta artistica de La Macina e del suo aedo malinconico ed ardente: Gastone Pietrucci.                                                                                         Nel vivo di una lunga storia, riunisce molteplici espressioni capaci di restituirci, con fedeltà filologica, ma con accento contemporaneo, le plurisecolari tradizioni di canto che, per il loro tramite, si rinnova, negando decadenza e anacronismi, per ribadire la propria volontà ‘ostinata e contraria’ a durare nel tempo.

Con un dipinto e una nota di Carlo Cecchi, i disegni di Simone Massi, gli scritti di Allì Caracciolo, Massimo Raffaeli e Francesco Scarabicchi il lavoro propone un CD e un DVD. Il CD contiene 16 brani tradizionali, ad eccezione di due, registrati dal vivo,  raccolti nel corso degli anni durante un lavoro di ricerca sul campo che non si è mai interrotto. Un compendio del vasto repertorio di canti che La Macina ha riproposto nei suoi lavori discografici. Nel DVD, il documentario Gastone se canti, te lega,  è a cura di Filippo Paolasini e Paola Ricci: un immaginario album visivo di oltre 45 anni di attività. In Italia una delle più longeve esperienze che comprende la pubblicazione di ben diciassette dischi e il volume  Cultura Popolare Marchigiana. Vale la pena qui ricordare questa importante ricerca con le parole dallo storico di tradizioni popolari toscane Gastone Venturelli: “sicuramente la più ampia e organica raccolta di canti popolari che vantino le Marche e che fanno di Pietrucci e de La Macina, l’unico autorevole portavoce di quello che è il ricchissimo patrimonio della tradizione e della cultura orale marchigiana”. Il Gruppo e il suo leader sono da sempre impegnati in un'originale rivisitazione dei repertori popolari con il rigore filologico unito a una spiccata cadenza contemporanea. L’attuale formazione è composta da: Gastone Pietrucci (voce); Adriano Taborro (chitarra, mandolino, voce); Marco Gigli (chitarra, voce); Roberto Picchio (fisarmonica); Riccardo Andrenacci (percussioni, batteria); Giorgio Cellinese (coordinatore).                                                                                                                              A nostro avviso è anche importante ribadire che il progetto riprende e coinvolge efficacemente risorse umane, territori e comunità in un unico lavoro realizzato a più voci. Il documentario Gastone, se canti, te lega in particolare racconta dalla viva voce di Gastone il rapporto d’affetto e amicizia che lo lega agli informatori. I suoi alberi del canto da cui ha tratto linfa ed entusiasmo che lo hanno accompagnato durante tutta la sua esperienza. Nel filmato si possono scoprire luoghi e storie popolari dei comuni marchigiani che Pietrucci presenta con dovizia di ricordi legati soprattutto ai personaggi narrati. Luoghi e persone di questo splendido territorio che si configura nel racconto come vero e proprio “paesaggio sonoro”. Un’opera ideata e concepita mediante un sapiente coinvolgimento corale caratterizzato da una proficua campagna di crowdfunding con cui il progetto ha potuto realizzarsi.  Gastone, se canti, te lega, frase riproposta all’inizio di ogni episodio del DVD, è tratta da un dialogo con l’informatrice Egina Romanelli Bolletta che in dialetto descrive come il canto permeava la giornata e la vita di tutti gli uomini e le donne della sua comunità e, più in generale, della civiltà contadina a cui appartenevano, canti che con la medesima intensità e passione vengono esibiti ed evidenziati in questa opera.

Settembre 2016

“Il cd-book de La Macina è costoso: 20€

ma è di una bellezza insostenibile”

Francesco Scarabicchi, 2016

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Guido Festinese Per Gastone e La Macina

PostDateIconMercoledì 16 Maggio 2018 17:00 | PostAuthorIconScritto da Gastone Pietrucci | PDF | Stampa | E-mail

Guido Festinese

Per Gastone e La Macina

 

Jorge Luis Borges nei suoi “Testi Prigionieri” a un certo punto spiega cosa intenda per “tradizione”. Ci si aspetterebbe, da un prodigio di inventiva ospitato nel carapace duro di una persona profondamente nel complesso assai conservatrice, a volte quasi reazionaria, una sorta di benedizione delle statue, degli altari, dei marmi e degli incensi. Borges invece dice una cosa semplice, e geniale: “Questo deve essere la tradizione: uno strumento, non un perpetuarsi di malumori”. Provate ad accorpare questa frase dell'autore dell’Aleph a quella di Gustav Mahler, quando spiega che la tradizione deve essere custodia delle braci accese, non adorazione della cenere, ed avrete, in musica (e non solo) la più efficace descrizione dell'operato di Gastone Pietrucci con la sua Macina.

Certo, molto congiurerebbe nell'aspetto di Gastone, per fare dell’uomo con la barba bianca un custode della tradizione nell'altro senso, quello dei “laudatores temporis acti”, chi rimpiange tempi d'oro che non sono mai esistiti se non nelle inappropriate nostalgie di chi non sa aprire gli occhi sul mondo. Gastone e la Macina hanno attraversato, ad oggi, mezzo secolo di storia. E' la misura, lustro più, lustro meno, che è data attualmente a Homo sapiens per dispiegare il variegato arsenale di abilità che lasceranno un segno e un sogno a chi verrà dopo di noi. E' la scansione temporale (e sia detto senza un'oncia di nostalgia, sia chiaro) che ci è stata assegnata, e tanto vale usarla bene. Con gli strumenti giusti, perché Sapiens è l'unico animale che costruisce strumenti complessi. Modificandoli, nel caso.

La tradizione è uno strumento, non la scusa per blindarsi nella ridotta asettica della purezza tanto pura che alla fine scompare, come il principio attivo nella diluizione omeopatica. Se poi funziona anche quella, la purezza, la lasciamo tutta agli scaltri mestatori di parole usate come randelli in mano alle scimmie di 2001 odissea nello spazio: ad esempio la parola “patria”, troppo spesso usata per giustificare ex post i monumenti funebri di chi non aveva voglia di morire.

Gastone Pietrucci è un esperto di strumenti. De sapere, del fare. Che non sono in contraddizione: perché la Macina sa, ha saputo, e ha saputo fare. S'è trovato a operare, giovane, in un mondo che la “tradizione” la viveva ancora, ma su quel crinale pericoloso che non consente facili attraversamenti (e quando mai lo è, in fondo?). Allora la sua regione, e l'Italia tutta, viveva le ultime vampate forti di un processo di industrializzazione e di inurbamenti selvaggi, fuori da ogni controllo.

Il prezzo da pagare a una modernità costruita su nuovi “idola tribus” era rassegnarsi a veder scomparire forme di cultura contadina da allontanare con un misto di vergogna, risentimento. Una damnatio memoriae che voleva ripudiare miseria e fatica, non certo il contenuto di socialità e gli assetti valoriali che avvolgevano anche proficuamente gli individui in una civiltà che della comunicazione e dei legami di gruppo doveva fare un’arma di sopravvivenza.

Quando Gastone, registratore alla mano, ha cominciato a operare battendo in lungo e largo le sue Marche alla ricerca di quei brandelli di memoria musicale e testuale che rischiavano di sfilacciarsi nel vento dei cambiamenti, non molte erano le esperienze cui far riferimento. Si era agli albori di una riconsiderazione delle”culture popolari”, di un folk revival che ha prodotto anche molto velleitarismo, molte approssimazioni, e troppe rigide ingessature da teca museale di un patrimonio che, invece, è da intendersi come un nastro srotolato nei secoli: sempre uguale, sempre diverso.

Oggi, mezzo secolo dopo, la voce scheggiata, ispida e profonda di Gastone è ancora lì, a tenere saldo quel nastro: e piace ricordare, a proposito di “tradizione” intesa come polpa viva, e non algido scheletro minerale, che ogni volta Pietrucci ha saputo mettere più in alto l’asticella della sfida. Non per “tradire” quel patrimonio, ma per “tradurlo” in una contemporaneità che stenta a ritrovare il vocabolario della musica vera e viva.

Cercando e trovando echi classici per le “sue” filastrocche e canti narrativi, vestendo di frementi palpiti elettrici ballate antiche che non possiedono documenti d’identità, inseguendo i sentieri nascosti dove una piega melodica può condividere anche un momento di improvvisazione jazz. Gli dobbiamo molto, a Gastone Pietrucci.

E, tra molte generazioni, molti gli dovranno ancora di più.

Genova, 3 Maggio 2018

 

Comunicazione di Guido FESTINESE, per il Convegno Nazionale, Il "pozzo" della memoria. La ricerca sulla cultura popolare orale marchgiana e il contributo de La Macina alla scoperta, conservazione ed alla sua diffusione, Jesi, Galleria degli Stucchi dela Pinacoteca di Palazzo Pianetti, 8 Giugno 2018.

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MARIA ROSA MILANI - PAOLA ANSELMI COSTARELLI- ELIANA ANSELMI DUGGENTO PER "POPULAR SYMPHONY"

PostDateIconMercoledì 25 Marzo 2015 17:26 | PostAuthorIconScritto da Gastone Pietrucci | PDF | Stampa | E-mail
MARIA ROSA MILANI E PAOLA ANSELMI COSTARELLI DOPO IL CONCERTO "POPULAR SYMPHONY" (IL CANTO DE LA MACINA IN CONCERTO SINFONICO) DI GASTONE PIETRUCCI CON L'ORCHESTRA GIOVANILE DELLE MARCHE, DIRETTA DAL MAESTRO STEFANO CAMPOLUCCI, DI DOMENICA 22 MARZO 2015, NELLA CHIESA SANTA MARIA de ABBATISSIS DI SERRA DE' CONTI.
 
 
Il cuore ... non osserva nessuna regola, se non quella di seguire il ritmo delle emozioni.
Musica e parole, musica e memoria.
Fiume tumultuoso e placido lago dei ricordi.
Storie antiche, parole mille volte ascoltate ma poi rinate e rivoluzionate.
Emozioni, sensazioni, fascinazioni e sussulti...
Tutto questo ha udito il mio orecchio
Tutto questo ha ascoltato il mio cuore
In tutto questo si è smarrita e ritrovata la mia anima

 
Grazie
Teneramente,sempre
MariaRosa
 
 
Sento l'irrefrenabile bisogno di dire, ridire e ribadire che ieri sera è stato tutto magicamente splendido!!!!!! Un forte abbraccio riconoscente.
La radiosa presenza era con me.
Un bacio
Paola
Chi si trovava domenica 22 nella chiesa di Santa Maria in Abbatissis a Serra de' Conti ha assistito ad una magia. L'arrangiamento del maestro Stefano Campolucci (che definire eccellente è dir poco) su alcune canzoni della Macina ha operato questo incanto, facendo anche sì che Gastone tirasse fuori tutto se stesso, di voce,di espressività, di pathos. Insomma: orchestra superlativa, Gastone in forma, pubblico estasiato. La standing ovation ci stava tutta!
Eliana
 
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Ultimo aggiornamento (Sabato 28 Marzo 2015 18:59)

 

Gino e Gianni FERRO per Gastone Pietrucci

PostDateIconMartedì 05 Febbraio 2013 17:24 | PostAuthorIconScritto da Gastone Pietrucci | PDF | Stampa | E-mail

" Caro Gastone, ti ringraziamo infinitamente per i due numeri di "Foglie d'Album", dedicate a tua madre e a tua zia, è uno tra i più graditi doni ricevuti. Ho sfogliato le pagine con profonda commozione, perché vi ho ritrovato i volti delle persone cui mi legano molti ricordi. E' come se da un filo senza nodo, si fossero improvvisamente sgranate le perle di una collana, aprendo lo scrigno della memoria. Luoghi, persone, circostanze si sono affollate nella mia mente, emergendo dal passato ora in modo netto e definito, ora più sfumato ed incerto. E su tutto aleggiano le figure di tua madre, con la sua malinconica dolcezza, e di tua zia con la sua gioiosa vitalità. E come potremo mai dimenticare quel loro senso antico di ospitalità genuina e profonda con cui ci accoglievano nelle loro case? E in questo andare a ritroso ho ritrovato i momenti più significativi della nostra lunga amicizia: le intense settimane d'arte trascorse al festival dei "due mondi", i concerti della "Macina", a Jesi, Milano e Monsano, i canti rituali della Pasqua a Polverigi. E così se n'è andato il tempo di nostra vita. Ma questo sentimento appartiene solo a noi della rossa che rimane a terra (ricordando Montale). Tu ti sei guadagnato un posto tra gli immortali, perché l'immenso lavoro che hai prodotto nel corso della tua vita, merita un tale riconoscimento. E accanto a te, giustamente, tutti coloro che ti hanno consegnato in fede la loro memoria. La pubblicazione di "Fogle d'Album", rappresenta un atto di  pubblico riconoscimento per coloro che ti hanno offerto la materia su cui lavorare. E comunque viva gli "over 70": la vecchiaia è sempre una conquista, è un diverso modo di vedere, di sentire, di pensare. Le rughe fanno parte della nostra storia e nascondendole è sempre un segno di debolezza. A te l'energia, la vitalità, la carica non sono venute meno e ti consentiranno di realizzare nuove idee e progetti. [...] Estendi i nostri affettusosi saluti a tutto il gruppo, a tutti coloro che abbiamo avuto l'occasione di conoscere, in particolare a Giorgio. Con affetto. Gino e Gianni".

GINO, GIANNI FERRO, Venezia, 23 Gennaio 2013 "

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TESI DI LAUREA DI PAOLA RICCI SU LA MACINA

PostDateIconMartedì 11 Dicembre 2012 16:12 | PostAuthorIconScritto da Gastone Pietrucci | PDF | Stampa | E-mail

UNA NUOVA TESI DI LAUREA SU LA MACINA!!!

Dopo una prima tesi su La Macina discussa all'Università degli Studi di Macerata (Facoltà di Lettere e Filosofia)- Corso di laurea in Lettere Moderne: "La Macina. Un'indagine storica sul Gruppo di ricerca e canto popolare marchigiano" (Anno Accademico 2005-2006: relatore: Prof. Vincenzo Caporaletti-Laureando: Valentino Carbini) un'altra tesi di laurea sarà discussa all'Università degli Studi di Urbino Carlo Bo (Corso di studi in Lettere e Beni Culturali, Curriculum Letterario Moderno, dalla laureanda Paola Ricci. Titolo della tesi: "Gastone Pietrucci e La Macina. Dal popolo all'arte, dall'arte al popolo". Relatore Prof.: Gualtiero De Santi.

Sempre felice di ascoltarvi e di portare le vostre canzoni a casa nella mente e nel cuore...

 

 

Da una e-mail inviata da Paola Ricci a Gastone Pietrucci, dopo l'ascolto di una delle sue ultime "lezioni-concerto" tenute all'Unitre di Montemarciano (dicembre 2012)

"Ciao Gastone e Giorgio, sono sempre in lotta con i miei pensieri, sia per scrivere i miei lavori (teatro) sia per la mia vita e da qualche tempo anche per la mia tesi...
Questa mattina stavo riordinando le idee, allora mi è scappato dalla mente questo pensiero che volevo dedicarvi.

"Portarsi qualcosa per registrare, si...si è meglio, non riesco mai a stargli dietro, o meglio ci riesco ma poi mi perdo. E poi è così veloce, ma non quel veloce che non si comprende, è quel veloce da passione, quella passione che butta fuori, scaturisce e diventa un mare, un mare che quando tocca le frastagliate sponde può cullare, ma se in tali sponde trova un recesso (dell' anima) un punto vivo, come un pezzo di scoglio che fosse fiorito, allora il mare si desta in burrasca e corre urta, avvolge si avvolge, ristagna, incalza si alza e produce onde, alte potenti capaci di travolgere che poi tornano al proprio elemento, al mare d' acqua, come docili rimangono oppure rinascono doppiamente grandi infinitamente possenti.
Forse è ciò che un allievo si sente nei confronti di un maestro, forse è la maledizione e il più grande idillio di un allievo, bramare tale modo di parlare e di sentire, poterne essere capace essere anch' esso, l' allievo, una manifestazione di quella bramosia.
Sapere di riuscirci un giorno, vedere il proprio domani, che può essere tale dominato dalla passione, sentirsi pieni e incompleti.
Ma pieni, pieni ricolmi; incompleti quasi come esseri morsi!"

Paola RICCI,  1 Dicembre 2012

 

Sempre felice di ascoltarvi e di portare le vostre canzoni a casa nella mente e nel cuore...

Paola Ricci, 17 Dicembre 2012

  

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Ultimo aggiornamento (Lunedì 17 Dicembre 2012 13:18)

 
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