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Critiche

Raimondo MONTESI ,Ovazione per il disco della Macina orfano di Scataglini, il Resto del Carlino, Lunedì 8 Febbraio 2010.

PostDateIconLunedì 30 Novembre 2009 19:44 | PDF | Stampa | E-mail
Tutto esaurito a Jesi. Pietrucci ricorda ben 3 volte il poeta anconetano.
OVAZIONE PER IL DISCO DELLA MACINA ORFANO DI SCATAGLINI.
Ancora una serata di grande musica, poesia ed emozioni vere in compagnia di Gastone Pietrucci, della Macina e dei loro tanti 'amici'. Sabato, a Jesi, un Teatro Pergolesi da tutto esaurito ha accolto la presentazione in prima nazionale del terzo volume della trilogia "Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto". Un concerto splendido, con grandi artisti come i Gang, Marco Poeta e l'applauditissima Orchestra da camera della Scuola Pergolesi diretta da Stefano Campolucci, offuscato da un'unica ombra. Quella di un grande 'assente': il poeta Franco Scataglini.
Il disco doveva aprirsi infatti con una delle sue più belle poesie, "Tuto è corpo d'amore" , musicata da La Macina. L'improvvisa opposizione degli eredi del poeta lo ha impedito. Sul disco il titolo del brano c'è (è il numero '0'), ma è cancellato da una riga rossa dal tratto irregolare, come una forzata cancellatura dell'ultimo minuto. Nel libretto si legge che 'per espressa volontà degli eredi di Franco Scataglini la canzone Tuto è corpo d'amore non può essere inclusa in questo cd'. Sopra, un breve ma significativo scritto del poeta Francesco Scarabicchi e del critico Massimo Raffaeli, i due grandi amici e collaboratori del maestro, che lodano l'operazione artistica della Macina, definita "una loro specialissima offerta, un omaggio di cuore". Pietrucci per ben tre volte ricorda la vicenda. All'inizio del concerto cita "il lavoro decennale sull'opera di Scataglini", con le 24 poesie musicate dal gruppo: "Non potrete ascoltare una delle sue poesie più belle - spiega Pietrucci -. Ce l'hanno proibito. Ma nel disco c'è il titolo, amaramente cancellato con un filo rosso". Poco prima dell'esecuzione di "Supplica a mia madre", una poesia di Pasolini, Pietrucci dice: "Con piacere e rammarico ricordo che gli eredi di Pasolini ci hanno dato senza problemi il permesso di utilizzare i suoi versi. Non abbiamo avuto la stessa fortuna con quelli di Scataglini. E' un grandissomo dispiacere. Ci sarebbe piaciuto aprire il disco con questo grande poeta anconetano". Poi, nel finale, nel momento dei ringraziamenti, Pietrucci dice "grazie a Scataglini e alla sua straordinaria opera. Rivolgo un accorato appello agli eredi affinchè questa assurda, incresciosa, kafkiana querelle venga risolta. Perchè se qualcuno ha perso in questa vicenda, è stata la poesia, la musica e il buonsenso".
  
Raimondo MONTESI, Ovazione per il disco della Macina orfano di Scataglini, il Resto del Carlino, Anno 125/55- Numero 6, Lunedì 8 febbraio 2010.
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Ultimo aggiornamento (Giovedì 06 Maggio 2010 10:52)

 

Simone ARMINIO ,La Macina della tradizione, Terra, N° 335, 2 Febbraio 2010

PostDateIconDomenica 29 Novembre 2009 13:05 | PDF | Stampa | E-mail

La Macina della tradizione

Inviato da redazione il Gio, 11/02/2010 - 21:30 : TERRA, nUMERO 335
  • Cultura
  • Gastone Pietrucci
  • La Macina
  • musica
  • popolare
  • tradizioni
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Simone Arminio
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MUSICA. Da oltre quarant’anni Gastone Pietrucci conduce la sua ricerca sul passato. Un viaggio tra borghi, antichi cantori e un collettivo musicale che rilegge e fa rivivere la musica popolare.
Il tempo che ha reso perfettamente bianchi i suoi capelli non pesa affatto sulla voce e sul corpo di Gastone Pietrucci, di professione aedo malinconico. Dopo anni di ricerca e riproposizione della tradizione orale marchigiana, Pietrucci da queste parti non è più solo un artista: piuttosto un’istituzione, e i suoi concerti un momento di ricongiungimento collettivo.
A dimostrarlo sono le settecento persone che da tutta la regione hanno raggiunto, lo scorso 6 febbraio, l’antico Teatro G. B. Pergolesi di Jesi. L’occasione è ghiotta: con la presentazione di Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto, vol. III (da marzo nei negozi per Storie di note), si conclude un percorso iniziato nel 2001 e dedicato alla tradizione orale marchigiana, rielaborata grazie al contributo di ospiti del calibro di Ambrogio Sparagna, Marco Poeta, la Banda Osiris, Marino e Sandro Severini dei Gang. 
Eppure, ospiti e canzoni a parte, si fa ben presto a capire chi sia il vero protagonista della serata. Musicista carismatico e appassionato ricercatore, Gastone Pietrucci da quarant’anni porta avanti una missione, anzi due. La prima, di piglio antropologico e filologica perizia, consiste nello scandagliare i borghi e le campagne marchigiane alla ricerca dei suoi preziosi informatori. Anziane filandare, contadini e lavandaie, la cui memoria è spesso l’unica impronta di una perduta tradizione orale.
La seconda è quella che lo ha reso così conosciuto: dal 1968, anno di fondazione del collettivo musicale La Macina, Gastone Pietrucci incide e porta perennemente in tour i canti recuperati, i frammenti poetici, i saltarelli e il frutto migliore delle sue ricerche, riconsegnando la storia alla storia. Sua celebre contraddizione è lavorare da sempre su due vie artistiche del tutto inconciliabili: da una parte stanno le rigorose e fedeli riproposizioni della tradizione popolare, incisa negli anni dalla Macina, dall’altra ecco spuntare ciclicamente le sue “indegne” commistioni, con il rock, il cantautorato, la letteratura.
Il fatto è che per Gastone Pietrucci il concetto di popolare è così autentico da risultare ben poco inquadrabile: popolare, dice lui, è tutto ciò che appartiene al popolo e alla sua storia. Da qui, ad esempio, la scelta di rimusicare (a suon di fisarmoniche e saltarelli) l’intera opera di De André, le poesie di Pasolini o i brani di Piero Ciampi. Oppure quella volta in cui trascinò i Gang, storica band di rock e d’impegno, in un’operazione del tutto visionaria: un album (Nel tempo ed oltre cantando) in cui la Macina canta i brani dei Gang come fossero stornelli di lavandaie, e i Gang ripropongono la tradizione marchigiana armati di fender, jeans attillati e assoli mozzafiato.
Ogni volta il miracolo di Gastone Pietrucci è convincere anche i più scettici su come la musica colta possa andare a braccetto con quella ignorante. Fra i ricreduti anche Enrico De Angelis, studioso di musica d’autore e fondatore del Premio Tenco: «Sono cresciuto, come tanti - scrive nella prefazione di questo Aedo vol. III - imparando una fondamentale distinzione: quella tra canzone popolare e canzone d’autore. Poi è arrivata La Macina. E ha scombussolato tutti i miei schemi».
Gastone emozionato ringrazia, e lancia un appello alle istituzioni per salvare il suo Centro di Tradizione Popolare: un archivio di migliaia e migliaia di registrazioni di canti, frammenti e memorie orali dal valore inestimabile, che senza una sede e un programma di digitalizzazione ricadrebbero nell’oblio. Poi, instancabile, annuncia il prossimo progetto. Si chiamerà “Con la mia voce in spalla”, e coinvolgerà i migliori musicisti popolari italiani, dal Piemonte alla Sicilia: tutti porteranno in dono a Gastone Pietrucci una canzone. Lui, voce in spalla, ci metterà la sua storia.  
Simone ARMINIO·                                                                       da: TERRA, N° 335, 11/02/2010
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Ultimo aggiornamento (Giovedì 06 Maggio 2010 10:54)

 

Tiziana TOBALDI ,Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto, Voce della Vallesina, Anno LVII-N. 7- Domenica 28 febbraio 2010

PostDateIconDomenica 29 Novembre 2009 13:01 | PDF | Stampa | E-mail
GASTONE PIETRUCCI-LA MACINA: PRESENTATO IN TEATRO IL SEDICESIMO DISCO CHE COMPLETA LA TRILOGIA DEL GRUPPO FOLK                                                                                     
"AEDO MALINCONICO ED ARDENTE, FUOCO ED ACQUE DI CANTO"
Dopo oltre quarant'anni di ricerca sulle tradizioni popolari della cultura orale marchigiana, una intensa attività musicale con la produzione di quindici lavori discografici, La Macina, uno dei gruppi storici del folk revival italiano, ha presentato sabato 6 febbraio, al Teatro Pergolesi di Jesi, il suo sedicesimo CD, ultimo volume della trilogia dell' Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto, edito da Storie di Note. L'evento ha avuto il patrocinio del Comune e dell'Assesssorato alla Cultura di Jesi, della Fondazione Pergolesi Spontini, dell'Assemblea Legislativa delle Marche e del Centro Tradizioni Popolari.          "La Macina ha cancellato confini, ha abbattuto frontiere, come dovrebbe essere ovunque per qualsiasi genere di forntiere", ha scritto nella prefazione dell'opera Enrico de Angelis, critico musicale, storico della canzone italiana, vicepresidente e responsabile artistico del Club Tenco di Sanremo, sintetizzando il messaggio ricco degli echi di un tempo trascorso, del senso dell'amicizia e della memoria, dei volti appassionati, malinconici, sereni o assorti che l'opera di Gastone Pietrucci e La Macina presenta. "Il terzo Aedo - ha spiegato Pietrucci - segue il percorso dei primi due lavori (ripresa, nuove elaborazioni e interpretazioni di brani già precedentemente incisi, insieme a brani inediti, il tutto registrato in presa diretta), prosegue ed amplifica la linea intrapresa dal secondo Aedo: quello dell'inserimento, in scaletta, di brani al di fuori del repertorio popolare marchigiano. Infatti al tradizionale sottotitolo Canti della cultura orale marchigiana è stato aggiunto: ed altri percorsi.  Nel progetto originario i brani dovevano essere cinque ma, per volontà espressa dagli eredi di Franco Scataglini, la traccia della canzone Tuto è corpo d'amore (musicata da La Macina su testo poetico di Scataglini, che doveva aprire il CD) è stata a malincuore tolta dalla scaletta". I brani non popolari compresi nel disco sono: Supplica a mia madre, versione musicale di una lirica di Pier Paolo Pasolini, in cui l'esistenza, colma di silenzio e di mistero, appare trafitta dal dolore e da profonde dissonane interiori; E' lunga la strada, del repertorio "politico" meno conosciuto di Virgilio Antonio Savona, leader e fondatore dello storico Quartetto Cetra. Il Natale è il 24, un dovuto omaggio de La Macina a Piero Ciampi, "poeta orale, un poeta da ascoltare persino quando la musica non c'è", scrive di lui Enrico de Angelis. Infine la suggestiva Dicono di me ( To The Unknown Man) di vangelis, per solo voce e pianoforte, nella versione italiana  diAnnamariaTesta.  Poi dal lungo lavoro di ricerca svolto da Pietrucci sul terreno della memoria, i canti della tradizione orale marchigiana: parole ritrovate fra la gente, fra i riti della civiltà contadina, fra gli umili che tracciano da sempre la storia del mondo, quella che non fa rumore, ma che scandisce un tempo vero, una materialità umanizzata. Storie ritrovate tra i vasti orizzonti dell'esperienza umana dibventano emozioni che continuano a vivere in musica, a volte deboli e singhiozzanti, altre volte forti e cariche di speranza, regalando la saggezza del tempo che diventa memoria alle nostre quotidianità frettolose e superficiali.  Con Ambrogio Sparagna e il suo organetto è proposto "Coraggio amor mio...", uno struggente lamento contro la guerra, risalente alla prima coscrizione obbligatoria di napoleone Bonaparte del 1799. Le ragioni del cuore contrapposte alla logica della ragione calcolante: l'uomo, nel profondo, ha da sempre lo sguardo proteso verso ciò che deve essere amato. E poi "So' stato a llavorà a Montesicuro..." : il tema del lavoro, diventa un omaggio ai suoi caduti, che rischiano di essere - frettolosamente dimenticati ed ignorati da questa nostra povera Italia, così ipocrita, triste, impaurita, incattivita, egoista, distratta e soprattutto priva di memoria - scrive Gastone Pietrucci nel CD. "La pora Giulia", canto narrativo molto popolare ed amato tra le "filandare" jesine, è presentato nella versione originale dell'informatrice e nel suggestivo arrangiamento a fado di Marco Poeta. La vita è piena di partenze a cui non siamo pronti, e il canto lascia intravedere nell'anima sciami inanerrabili di sentimenti, ricordi, presenze. Eseguita con la Banda Osiris, una deliziosa e divertente versione di "Mariuccina a mme mme gela..." rappresenta un momento di giuoia pura, di ilare serenità: una sosta al riparo dalle tempeste della vita. E' dedicata a Caterina Bueno, artista e ricercatrice che ha diffuso in Italia e all'estero la musica popolare toscana, la ballata "Mentre che rastrellava...". Dalla storica collaborazione con i Gang nasce una nuova versione di "Angelo che me l'hai ferito 'l core...", canto d'amore, simbolodi un dialogo mai interrotto con l'altro, che cancella ogni assenza, distanza, silenzio, perchè "...'n'orà senza di te non posso stare,/ nella memoria mia sei tutte ll'ore...". Raccolta a Jesi da Gastone Pietrucci, la serenata "Dormi dormi mia giovane 'nesta..." è eseguita per la prima volta in versione sinfonica con l'Orchestra da Camera della Scuola Musicale "G. B. Pergolesi" di Jesi, diretta dal Maestro Stefano Campolucci. Un gioiello di inestimabile valore: amore, fede, dolore e speranza sussurrati con una musica dolcissima e pochi versi che sfiorano l'infinito. Chiude la traccia fantasma del CD il sassofonista Federico Mondelci con lo straordinario inedito "Invictus", scritto ed eseguito appositamente per La Macina.      Tante altre collaborazioni hanno impreziosito il lavoro dell'Aedo: la copertina è del pittore, grafico e video-artista Mario Sasso; cover design Stefano Santini, che ha curato sino ad oggi tutti i lavori discografici de La Macina; la fotografa Emanuela Sforza; il critico letterario Massimo Raffaeli, gli scrittori e poeti Allì Caracciolo e Francesco Scarabicchi, il tastierista Màlleus, il contrabbassista Paolo Galassi, Francesco Caporaletti, Fabio Verdini. Un lavoro ricco di contributi molteplici e frutto di significative collaborazioni: in primis i preziosi informatori a cui Gastone Pietrucci rivolge sempre un ricordo particolarmente affettuoso. Grazie a loro il canto diventa un luogo di condivisione fra persone e generazioni. E la musica un'autentica sapienza che lega l'anima umana e la storia.

Tiziana TOBALDI, Voce della Vallesina, Anno LVII-N. 7 - Domenica 28 Febbraio 2010.

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Ultimo aggiornamento (Giovedì 06 Maggio 2010 10:57)

 

Angeles AGUADO LOPEZ CESA VIOLA ,Bravo, Gastone, bravissimo!,Torino, 13 marzo 2010.

PostDateIconDomenica 29 Novembre 2009 12:15 | PDF | Stampa | E-mail

 

"Ciao, Gastone e ciao a tutti!
Ho ricevuto ieri il dvd e il cd (dell' "Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto" III) che mi hai inviato.
Non trovo parole per ringraziarti e ringraziarvi sia per la vostra arte, che per quel momento delicatisimo in cui avete ricordato Alberto.
Non so esprimere molte parole (mi vengono tutte in Castigliano!!!!); so soltanto che ho sospeso la mia vita in piena ammirazione.
Che delicatezza, che arte e che compostezza nel presentare tutto!
Bravo, Gastone, bravissimo!
Già da parte mia, da sempre adoro la tua voce, ti ho sempre chiamato "il Camaròn delle Marche", "il gitano delle Marche" (... e per questo scherzava Alberto dicendo: "eh, già, tanto a te piace la voce di Gastone... ma tanto a Gastone piace anche la mia...") e, ricordando  il vero senso sociale e popolare della lotta quotidiana e pluriennale di Alberto, tua e di tanti altri musicanti popolari  per il riconoscimento della musica popolare nella sua totalità, ti dico INFINITE GRAZIE, di cuore, di anima, di cervello, di tutto!
Questa opera supera il sublime concetto di musica.
Un beso
Angeles".

 

Angeles Aguado Lopez Cesa,  Torino, 13, 03, 2010

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Marino CAROTTI ,Auguri per il disco,Jesi, 7 Febbraio 2010

PostDateIconSabato 28 Novembre 2009 23:59 | PDF | Stampa | E-mail

"Caro Gastone,                                                                           da quel grande uomo di spettacolo che sei, penso che tu sopra un palco possa presentare anche delle pentole e suscitare comunque emozioni. Anche stavolta hai dato l'anima, coinvolgendo il pubblico e tutti quelli che ti stavano vicino. Le canzoni per me più suggestive: "Coraggio amor mio", bellissimo pezzo dove esegui spontaneamente degli interessantissimi anticipi di battuta, forse, senza neanche accorgerti, e "Dormi dormi mia giovane 'nesta...", dove la tua voce cerca di guadagnarsi degli spazi tra gli archi e finisce per amalgamarsi perfettamente. Per quanto riguarda il tuo timbro vocale, l'ho sempre considerato un tuo punto di forza( forse non ti ricordi più, ma fu mia l'idea di farti partire da solo con "La filanda è 'na galera..." nel collage dei frammenti delle filandare).              Auguri per il disco. Con affetto, Marino.                                    Jesi, 7 Febbraio 2010".

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