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Critiche

A. Maria Casavola, Alta Fedeltà, n. 3, Marzo 1983; Mario Colangeli , Radiocorriere TV, n. 12, 21 /27 Marzo, 1982;);. Giancarlo Nostrini , FolkGiornale, Anno I, n. 3, 1983; dalle recenzioni al disco "Vene il sabado e vene il venere… ", 1982.

PostDateIconMartedì 26 Febbraio 2008 13:39 | PDF | Stampa | E-mail

VENE IL SABADO E VENE IL VENERE...                                 Gruppo di canto popolare La Macina                                     Dischi Madau - Giudizio: 7 1/2

" Questo e' un long-playng che vorremmo vedere sui giradischi non soltanto dell'appassionato di musica folk, ma, più generalmente, su quello di ogni amico della musica. Non è un'esortazione di premio a chi ha saputo raccogliere, ed elaborare, ed eseguire, canzoni tanto autentiche e tanto belle: è un suggerimento a chiunque sappia apprezzare ogni genuino valore musicale. E di valore musicale qui ce n'è molto. Sono canti popolari della cultura orale marchigiana, che il gruppo "La Macina" (Claudio e Giuseppe Ospici, Piergiorgio Parasecoli, gastone Pietrucci) esegue con totale partecipazione, strumentale ed emotiva, su testi tratti da una tesi di laurea di gastone Pietrucci. E' un documento di straordinaria vivezza e godibilità".

A. Maria Casavola, Alta Fedeltà, n. 3 Marzo, 1983, dalla recenzione al disco, La Macina, "Vene il sabado e vene il venere..." , 1982

*** PREMIO DELLA CRITICA DISCOGRAFICA ITALIANA, 1982

La Macina                                                                                   Vene il sabado e vene il  venere....                                                                                       

"Anche se con sacrifici e con stenti, per fortuna in Italia ancora oggi ci sono gruppi musicali che cantano il ricco ed interessante repertorio del nostro mondo conradino. Ogni volta è una piacevole sorpresa. Come testimonia la pubblicazione di questo album dedicato alla cultura orale marchigiana. Il gruppo di ricerca è quello della Macina composto da quattro ottimi musicisti che dal 1976 propongono l'autentici canzoniere della zona anconetana. Il disco presenta canti rituali, saltarelli licenziosi, canzoni di lavoro e divertenti scioglilingua.

Mario Colangeli, Radiocorriere Tv, n. 12,  21/27Marzo, 1982, dalla recenzione al disco, La Macina, "Vene il sabado e vene il venere..." , 1982

 

 

"[...] Ed ecco uscire sul mercato un disco come questo del Gruppo Marchigiano di canto Popolare La Macina, al quale bisogna dare il giusto risalto  [...] Un prodotto godibile che rende merito al lavoro ormai ventennale di questo collettivo che sicuramente troverà lo spazio necessario nel mercato degli amanti del folk di casa nostra".

Giancarlo Nostrini, FolkGiornale, Anno I, n. 3, 1983, dalla recenzione al disco, La Macina, "Vene il sabado e vene il venere..." , 1982

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Fabio BRISIGHELLI , Corriere Adriatico,26 Gennaio 1999; 4 Maggio, 2003; 1 Marzo 2004; 12 Giugno 2006

PostDateIconLunedì 25 Febbraio 2008 15:13 | PDF | Stampa | E-mail

" Cinque autentici menestrelli                                                   LA VERA VOCE DEL RICORDO E' LA MACINA

Assistere dal vivo a un concerto de "La Macina" ha rappresentato per noi un'esperienza nuova ed emozionante. Nel caso di questo straordinario gruppo capace di andare alla ricerca delle radici e delle tradizioni più autentiche legate al canto popolare, in un contesto operativo segnatamente legato alla marca anconitana, valgono oltretutto alcune precise riserve di originalità che ne fanno un piccolo "classico" del genere: prima fra tutte il contatto diretto con la fonte orale, sia essa il contadino della campagna di Monsano o la lavoratrice di filanda jesina, ovverosia i custodi più veritieri e spontanei di un repertorio vocale  che si è tramandato di bocca in bocca da tempi più o meno lontani, e che per nostra fortuna è potuto di recente passare per la trascrizione intelligente e rispettosa dell'originale di ricercatori benemeriti, come gli artisti del complesso in questione, decisi a fissare su uno spartito a memoruia presente e futura un prezioso patrimonio in musica altrimenti destinato all'oblio[...].

[...] Erano cinque i protagonisti del concerto "in famiglia" (per un ristretto numero di persone) a cui abbiamo assistito [...].       Tutti indistintamente danno voce e suono ai canti proposti, di volta in volta intonandoli in assolo, in coralità separata per gruppi o d'insieme, o in una sorta di rapporto "concertante" con un'ugola che svetta e le altre in controcanto.                          Con l'ausiliodegli strumenti consueti per questo particolare tipo di performance artistica (le chitarre, la fisarmonica, le percussioni, ma anche di fattura originale come il "segone", il cosiddetto violino dei poveri), La Macina riesce a condurre con il pubblico un dialogo musicale di grande suggestione, di impatto  emozionale immediato per chi ascolta [...]                                [...] Ecco, La Macina nei suoi interventi sa come trasmetterti questo riposto sapore di autenticità antica, con comunicativa rara. Sa inanellare nel canto sorriso e dramma, gioia e tristezza, secondo che si trascorra dalle cantilene iterative per divertire i bambini (di queste ce n'è piaciuta una in particolare, una secolare canzone a ballo del XVI secolo, "L'anatra", resa all'uninsono vocale con un'intesa  di prorompente allegria), ai canti del repertorio della filnada jesina, pervasi da un'amarezza di fondo bellisima e struggente ("Cattivo custode", della collezione Nigra, è semplicemente da antologia); secondo che si passi dai canti del popolo recanatese [...] al saltarello, alle ballate arcaiche o ai canti licenziosi di ammiccante allegria. Fino a un insospettato recupero del sacro, all'insegna di un "Salve Regina" popolare di poetica intensità".

Fabio Brisighelli, Corriere Adriatico,  Martedì , 6 Gennaio, 1999

 

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"[...] Ma l'appuntamento clou della serata è stato con Gastone Pietrucci e La Macina [...]. Gastone, all'aperto, con i suoi amici strumentisti, ha presentato ripercorrendo dal vivo i brani principali della sua ultima fatica discografica, il bellissimo, appena uscito CD, Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto; col suo splendido timbro arrochito, con quelle note che sembrano sprigionarsi appassionate dagli anfratti reconditi dell'anima, pronte ad aprirsi al dolore come all'allegria, nella rivisitazione colta ma fedele delle storie dei semplici, della gente del popolo. Il filo diretto con l'emozione più intensa era per ogni pezzo, ma si superava con canti quali "Benediciamo a Cristoforo Colombo", "La ballata del brigante Pietro Masi detto Bellente","Sotto la croce Mmaria".
Li avete tutti nel disco.
In fuoriprogramma, alla fine del concerto, il nostro straordinario "aedo" marchigiano ci ha intonato "Bella ciao". Sapete che il canto della Resistenza era in origine un canto, dolente, delle mondine delle risaie? Il pubblico ha potuto ascoltarlo anche in questa prima versione."

Fabio Brisighelli, Corriere Adriatico, Domenica 4 Maggio, 2003

 

                                          *   *   *

 

"Nel tempo ed oltre, cantando"
LA MACINA E I GANG CONQUISTANO LE MUSE

ANCONA - Il canto di Gastone Pietrucci fuoriesce con un'intensità viva e screziata di ricordi, nel fluire dei racconti raccolti dal vivo nella terra della Marcae rielaborati nel testo e nella musica, o raccordati a "universali fantastici" che interpretano i cicli ricorrenti della vita e della morte, del coraggio e della sopraffazione, della fedeltà e dell'amore: la sua voce è una raucedine dell'anima, che ti coglie nel profondo: Marino Severini è il folksinger militante, limpido e struggente, di ballate "politiche" della storia recente, il rapsodo di palpitante vitalità che attualizza e adatta i miti del passato.
Cantano bene insieme, l'uno con la sua Macina, l'altro con i suoi Gang. E insieme alle Muse di Ancona l'altra sera hanno presentato a un pubblico numeroso e plaudente "Nel tempo ed oltre, cantando", un suggestivo CD di dodici brani che incrociano le rispettive esperienze in musica e che vedono i due "interpolarsi" a vicenda nelle esecuzioni, l'uno sui pezzi dell'altro, per poi anche all'occorrenza fondersi, con esiti espressivi straordinari.
Nel teatro dorico, ci hanno fatto rivivere le storie "paradigmatiche" di Kowalsky e dei suoi sogni indistinti, dei sette fratelli Cervi, di Iside "raggio di luna", di Cecilia che piange "pel suo mmarì", della fabbrica di Sesto San Giovanni che "ruba e divora" gli anni migliori della vita, di Eurialo e Niso, giovani partigiani uniti nella vita e nella morte, come i due adolescenti eroi del mito di Enea; peraltro intervallandole con l'allegria e l'ammiccamento malizioso della filastrocca e della satira.
Nella seconda parte della serata, dopo l'umanissimo canto di Maria "madre" ai piedi di Gesù sulla Croce, il coro muto del pubblico in rimando al meraviglioso "Buonanotte ai viaggiatori" la diceva lunga sulla capacità di coinvolgimento emotivo delle due formazioni unite.
"Mala tempora currunt", caro Gastone e caro Marino, in periodi come questi di politica sopra le righe e di superficialità mediatica. Noi però vogliamo "resistere", magari sulle ali di una semplice canzone, che sappia come le vostre parlare alla memoria, oltrechè al cuore. "E domani chissà/ se ci incontreremo/ sulla riva di un sogno/ su una piazza italiana/ sotto l'arcobaleno".

Fabio Brisighelli, Corriere Adriatico, 1 Marzo, 2004

 

                                          *  *  *

 

"E' uscito il secondo CD dell' Aedo malinconico e ardente. Un lavoro tutto da ascoltare.
PIETRUCCI DELLA MACINA DUETTA CON MONI OVADIA

[...] La scrittura yiddish, sin dal primo verso (Unter dayne vaise shtern) ci restituisce quasi un tedesco ingentilito (ne costituisce del resto una parafrasi quasi letterale), non fosse altro che per l'intonazione accorta e sognante di Moni Ovadia, che canta il bellissimo testo insieme con Gastone Pietrucci, il quale nel suo adattamento italiano (Sotto la tua bianca stella) gli fa da contrappunto vocale con il corredo consueto della struggente tenerezza della sua ugola. Questo canto sarebbe piaciuto a Heine poeta e a Schubert musicista, perché un Lied in yiddish che ti entra nel profondo, con l'intensità della parola. E quando le due lingue e le due voci si intersecano nella strofa finale, pare proiettarsi con il canto in una sfera universale, in una sorta di esperanto degli affetti. Il brano in questione è il n. 10 dei 12 che compongono il secondo volume, appena pubblicato, della trilogia dell'Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto in via di realizzazione da parte del noto e apprezzatissimo complesso La Macina di Gastone Pietrucci appunto, rabdomante colto e insuperato di un repertorio vocale e strumentale tradizional popolare che affonda le sue radici nelle Marche ma che è tributario al tempo stesso di altre similari e al pari emozionanti tradizioni italiche. L'altro brano singolare è Pan pentito, un canto toscano del repertorio della compianta Dodi Moscati (anche in questo, come in un altro ancora con Pietrucci e Giovanna Marini, si esibisce Ovadia), di delizioso incanto in quel ritornello cadenzato sulla levità scandita di un tango argentino. E intrigante sempre, nell'emozione della viva voce, è ne La sposa morta, Marino Severini dei Gang, che con Gastone duetta in modo sempre stimolante ed espressivo.
Ma tutto il prezioso CD è da ascoltare, anche perché Pietrucci mette in campo altri importanti "compagni di viaggio", Allì Caracciolo, come Federico Mondelci e il suo impareggiabile sax, come tanti altri.
C'è anche, in fondo al libretto, un'interessante testimonianza dell'artista Enzo Cucchi, anche lui ammiratore sincero della Macina.

Fabio Brisighelli, Corriere Adriatico, Lunedì 12 Giugno, 2006

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Franco Luca’ , FolkNote, Torino, 1986 ); Giugno in Cascina, Torino, 25-28 Giugno 1987

PostDateIconDomenica 24 Febbraio 2008 16:30 | PDF | Stampa | E-mail

" Formazione decisamente da sconsigliare a chi gusta il popolare solo se tecnicamente e strumentalmente ricco di soluzioni e proposte innovative. La Macina invece che da più di un ventennio opera con rigore, serietà e passione nella ricerca e nel recupero della tradizione orale marchigiana, privilegia il canto, accostando ad esso, in secondo piano, fisarmonica chitarre e percussioni.                                                                               Nel suo cantare non si hanno sensazioni di restauri musicali, né di copiature e/o scimmiottamenti dei moduli popolari, bensì la loro esaltazione, attraverso interpretazioni naturali, sanguigne, accattivanti, ricche di amore verso il canto. Amare il canto ed usarlo come forma espressiva ed innata di comunicazione è il metodo de La Macina (sicuramente tra i migliori gruppi nazionali) e comunque caratteristica fondamentale della tradizione"

Franco  Lucà, FolkNote, Torino, 1986 e Giugno in Cascina, Torino, 25-28 Giugno, 1987

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Ultimo aggiornamento (Lunedì 27 Gennaio 2014 23:18)

 

Roberto Cimetta, il Resto del Carlino, Domenica 23 Luglio, 1978

PostDateIconSabato 23 Febbraio 2008 16:26 | PDF | Stampa | E-mail

“E’ stata una serata eccezionale quella che abbiamo vissuto ieri a Polverigi, l’ultima di questo II IN-Teatro [...] Ha iniziato il gruppo “La Macina”, che conduce da anni una ricerca di musica popolare nelle Marche e che per correttezza nella ricerca e preparazione nelle esecuzioni, è ormai tra i migliori gruppi di canto popolare della nostra regione e meriterebbe anche di più.

Canzoni come “Caterinella”, “chiamano” il pubblico e lo invitano ad unirsi in una ritrovata, anche se momentanea solidarietà. L’uso giusto e misurato della strumentazione (chitarra, fisarmonica e cembali) esalta la pulizia delle esecuzioni, senza barocchismi e arzigogoli presenti in altri gruppi musicali anche di levatura internazionale. Gastone, il presentatore delle canzoni, instaura immediatamente un rapporto di simpatia con il pubblico, inteso nel senso più puro ed antico della parola: riesce a far sentire insieme (sin-pathon) la gente, a far capire che lui e i suoi amici, prima di tutto e qualsiasi cosa succeda si divertono a cantare, il resto viene dopo. Il pubblico lo ha capito con ovazioni incredibili, ha obbligato la Macina a ripetuti bis e noi li ringraziamo con cuore, tenendo anche presente l’enorme fatica sopportata. La Macina ha infatti proseguito il suo concerto dopo uno spruzzo di pioggia (…) al Cinema Italia senza la dovuta amplificazione (…)”

Roberto Cimetta, Con una serata d’eccezione s’è chiuso il 2 “In-Teatro”, il Resto del Carlino, Domenica 23 Luglio, 1978

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Dino D’ARCANGELO, la Repubblica, 10 Settembre, 1998; Musica !, supplemento de la Repubblica, 8 Luglio, 1999

PostDateIconVenerdì 22 Febbraio 2008 00:59 | PDF | Stampa | E-mail

"[...] La Macina, la migliore espressione di ricerca e canto             popolare delle Marche.                                                      Fondato nel 1968 da Gastone Pietrucci, il gruppo ha festeggiato i suoi "primi" trent'anni di vita con un'edizione straordinaria del Monsano Folk Festival [...]"

Dino D'Arcangelo, la Repubblica, 10 Settembre, 1998

 

LA MACINA                                                                                18 Giugno                                                                              Teatro Pergolesi - Jesi -                                                               

"Teatro stracolmo per le presentzione di Silenzio, canta La Macina! , il doppio cd che raccoglie  trent'anni di atttività di questo storico gruppo del folk revival. Sul palco, oltre a Gastone Pietrucci, diversi ospiti [...] ; le voci della piemontese Donata Pinti (Il marito giustiziere), della,ligure Laura Parodi (Cecilia) e della ticinese Luisa Poggi e le sue storie di filanda... Due i momenti più emozionanti: quando Pietrucci attacca Pan pentito, che nel disco è cantato dalla indimenticabile Dodi Moscati; e quando la Macina propone la sua originalissima versione di Le acciughe fanno il pallone di Fabrizio de Andrè, messo a confronto con la loro ballata, La pesca dell'anello. Solo un assaggio del concerto "Da Bocca di Rosa a Catarinella", l'omaggio al cantautore che dara presentato in agosto al Monsano Folk Festival. "

Dino D'Arcangelo, Musica !, Supplemento de la Repubblica, n. 201, 8 Luglio, 1999, dalla recenzione al Concerto di presentazione del doppio Cd antologico de La Macina: "Silenzio, canta La Macina!", (La Macina canta trent'anne della sua storia: 1968-1998),1999                                                                                                                           

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