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Critiche

Franco VASSIA, Studio Imago, 27 Aprile, 2003

PostDateIconMercoledì 06 Febbraio 2008 00:24 | PDF | Stampa | E-mail

"[...] il tuo bellissimo CD, Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto (Vol. I), sarà recensito nel numero successivo all'estate [... ].                                                                            La musica è un veicolo di aggregazione impressionante: è con il suo aiuto che si conoscono persone straordinarie che, soltanto per l'ottusità dei critici e la precarietà del sistema, sono costretti a brillare del loro esclusivo talento. Nella mia galassia preferita tu e i Gang siete tra le stelle più luminose."

Franco Vassia, Studio Imago, 27 Aprile, 2003

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Maria Elena GIUSTI , Pisa, 17 Aprile, 2003

PostDateIconMercoledì 06 Febbraio 2008 00:21 | PDF | Stampa | E-mail

"[... ] grazie del bellissimo disco, Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto" (Vol. I). Se le svolte artistiche vanno sempre così, evviva. Ottimi i musicisti, suggestiva la tua particolare voce: bravo [...]"

Maria Elena Giusti, Pisa, 17 Aprile, 2003

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Giorgio BOATTI; 3 Settembre, 2002: La Stampa 10 Agosto 2002

PostDateIconMartedì 05 Febbraio 2008 19:59 | PDF | Stampa | E-mail

"[... ] Scoprire - grazie all'amico Raffaeli - il vostro lavoro è stato un regalo che mi ha rallegrato intellettualmente e che mi ha, come dire, solidificato "emotivamente". Nella certezza che il lavoro attorno alla memoria, al ricordo che si fa musica e parole, si fa come lo conducete voi. Con il rigore e la ragione, certo. Ma soprattutto con la sintonia del cuore con la propria terra [...]"

Giorgio Boatti,  Giornalista de La Stampa, 3 Settembre, 2002

 

" [...]  Tra i tanti appuntamenti uno dei più significativi è certamente quello del 17° Festival di Monsano [...] che si cimenta da anni nell'organizzazione di una rassegna internazionale di Musica Popolare orginale e di revival. Un evento che chiama in questa piccola località delle Marche non solo folle entusiste ma anche appassionati e intenditori di musica folk [...]                                                                      [...]  Ma il pezzo forte del festival di Monsano è, anche quest'anno [...] La Macina che fa capo a Gastone Pietrucci . E' dal 1968 che Pietrucci e il suo gruppo di canto e ricerca svolgono un immenso lavoro di scavo, di recupero e di riproposta di quel ricchissimo giacimento di tradizioni e culture rappresentato dal folklore marchigiano. Un impegno che oltre a produrre una discografia assai significativa ha raccolto giudizi entusiasti da chi, come Giovanna Marini, rappresenta una delle figure storiche del canto popolare italiano[...].                                           [...] Forse bisogna chiarire che il lavoro svolto da Pietrucci e dai suoi non è di quelli che durano finchè stanno accese le luci della ribalta. Anni e anni di ricerca, di documentazione, di ascolto ne hanno fatto gli artefici di un'operazione attiva,capace - come ha scritto Massimo Raffaeli - " di collegare passato e presente tramite uno choc o un corticuito che li rinnova vicendevolmente" [...].

Giorgio Boatti, I cantastorie, dal folk al rock, TuttoLibri, La Stampa, 10 Agosto, 2002.

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Rene Burcher Beitung, Stadt Zurich, n. 289, 10/11 Dezember 1983

PostDateIconLunedì 04 Febbraio 2008 23:19 | PDF | Stampa | E-mail

Fröhliche Volksmusikanten aus Mittelitalien

" df. Im Studentischen Zentrum (stuZ) an der Leonhardstrasse in Zürich 6 war, als Gast des Folk Club Zuri, der Gruppo di Canto Popolare «La Macina» zu hören. Das Ensemble kommt aus den mittelitalienischen Marken («Marche»), aus jener Gegend zwischen Apennin und Adriatischem Meer, deren wischtigste Stadt Ancona ist. Dort gibt es, die vier Musiker von «La Macina» bewiesen es, noch eine reiche mündliche Überlieferung von Volksliedern. Mit dem Spürsinn echter Ethnomusikologen sind sie diesen Liedern nachgegangen, haben sie notiert und geben sie jetzt an ihr Publikum, in Italien und anderswo, weiter. Der Formen und Inhalte sind viele: erzählendes Strophenlied, Saltarello, Arbeits-Kriegs-, Kinderlied. Aus dem Melos hört man mitunter alte, zum Teil sehr alte Einflüsse heraus: byzantiniche (die Marche standen vom fünften bis zum achten Jahrhundert unter der Herrschaft Byzanz’), gregorianiche (aus den vielen Jahrhunderten, bis 1860, während deren die Gegend dem Kirchenstaat zugehörte). Es konnte einem en diesem Abend auch ein Lied begegnen («La cena della sposa»), dessen Melodie im fünfzehnten Jahrhundert schon Jacob Obrecht aufgezeichnet hat, das also in ganz Italien bekannt gewesen sein muss. Die vier Musiker von «La Macina» (das Wort bedeutet Mühlstein) sind alle Sänger und Instrumentalisten zugleich; sie wechseln ganz selbstverständlich vom einen ins andere, sind beides auch gleichzeitig. Ihre Arrangements sind einfach und raffiniert zugleich: einfach (und gut durchhörbar) im Satz, raffiniert im Aufbau – oft einen Crescendo von unwiderstehlichem Effekt. Elementar ist ihre Musizierfreude, gross auch ihr Vergnügen sn improvisatorichem Variieren. An hochgezüchteter Singkultur lieght ihnen wenig; das Unmittelbare, Spontane des echten Volksliedes steht ihnen sehr viel näher. Aber die Intonation ist jederzeit sauber, und manchmal (etwa im dialogischen Lied «Mariuccina a mme mme gela» versteckt sic höchste Kunstfertigkeit (des vokalen Satzes) hinter bewusster Rauheit und Elementarität. Die Fröhlichkeit von «La Macina» steckt an; es fällt dem Ensemble auch nicht schwer, sein Publikum zum Mitsingen zu animieren. Die Stimmung ist vom ersten Stück an heiter und gelöst; man fühlt sich einbezogen in einen Strom von Musikalität, rhytmischem Impetus und bezwingender, echt mediterraner Serenität.

Stadt Zürich, Samstag/Sonntag, 10./11. Dezember, 1983 Nr. 289

Allegri musicisti popolari dall’Italia centrale

Nel centro Studentesco (Stuz) a Zurigo, in via Leonhard n. 6, il Club Folk Zuri ha ospitato il “Gruppo di canto popolare La Macina”. Questo gruppo viene dalle Marche, da quella zona tra Appennini e mare Adriatico, la cui città più importante è Ancona. Là c’è ancora una ricca tradizione orale di canti popolari, tradizione di cui i quattro del gruppo “La Macina” sono una prova. Con il “fiuto” dei veri esperti di musica etnologica hanno studiato a fondo queste canzoni, le hanno annotate ed ora le ripropongono al loro pubblico, in Italia ed altrove. Le forme ed i contenuti sono molti: canzone a strofe narrative, saltarello, canzone sul lavoro, canto di guerra e canzone per bambini. Dalla melodia si sentono talvolta vecchi, in parte vecchissimi influssi: bizantini (le Marche sono state dal quinto all’ottavo secolo sotto il dominio di Bisanzio), gregoriani ( a causa dei molti secoli, fino al 1860, durante i quali la zona apparteneva allo stato pontificio). Questa sera è stato possibile ascoltare anche una canzone (“La cena della sposa”), la cui melodia è stata annotata già da Jacob Obrecht nel quindicesimo secolo e che deve essere stata conosciuta quindi in tutta l’Italia.                                         I quattro musicisti del gruppo (la parola significa “macina”) sono tutti cantanti e strumentisti allo stesso tempo, si alternano nell’uno e nell’altro ruolo con la massima disinvoltura e sono anche contemporaneamente sia cantanti che strumentisti. I loro arrangiamenti sono nello stesso tempo semplici e raffinati: semplici (e ben evidenti) nella composizione, raffinati nella struttura – spesso in un crescendo di effetto irresistibile. Fondamentale è la loro gioia nel fare della musica, grande anche il loro divertimento nel fare variazioni estemporanee. L’intonazione però è precisa in qualsiasi momento, e talvolta (forse nella canzone dialogica “Mariuccina a mme mme gela”) dietro ad una ruvidezza consapevole ed elementarità si nasconde la più alta abilità artistica (della composizione vocale).L’allegria del gruppo “La Macina” è contagiosa: non resta difficile al complesso incitare il suo pubblico al cantare insieme in coro. A partire dal primo pezzo, l’atmosfera è allegra e distesa: ci si sente coinvolti in una corrente di musicalità, di impeto ritmico e di avvincente serenità, tipicamente mediterranea.

Stadt Zurich, Allegri musicisti popolari dall'Italia centrale , Samstag/Sonntag, 10./11. Dezember, 1983 Nr. 289

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LEON RAVASI, La Brigata Lolli, 7 marzo 2004

PostDateIconDomenica 03 Febbraio 2008 23:50 | PDF | Stampa | E-mail

MACINA-GANG: "Nel tempo ed oltre, cantando"                      Metà radici e metà ali per un disco obbligatorio

"Non è il disco nuovo dei Gang, non è un disco de La Macina, neanche il prodotto dei due fattori. Ma è un disco emozionante Nel tempo ed oltre, cantando di Macina-Gang è, oltre che un bellissimo titolo, un grande progetto [...].                                 [...]  Le voci di terra e vento di Gastone Pietrucci e di Marino Severini, si intrecciano e si scambiano i ruoli, mentre gli altri sette musicisti tessono una trama senza smagliature su cui posano le formelle con le storie di antica o recente provenienza, ma con radice comune.
Difficile dire cosa attragga di più. E' cosa buona e giusta ascoltare i vecchi successi dei Gang trasformati con nuova pelle: sono parole che comunque fanno bene. Ma è ancora meglio farsi trasportare dal repertorio rivisitato di Pietrucci e compagni. Sulle canzoni storiche dei fratelli Severini in alcuni brani come Sesto San Giovanni e Le radici e le ali la cura sembra migliorativa; la tisana naturale di erbe sortisce la magici effetti di ringiovanimento.                                                                         La voce di Gastone spiana le curve e le asperità del percorso e aggiunge un carico di dolore e verità con i graffi della sua voce vintage (come si usa dire ora) [...].

Ma il meglio viene dal repertorio popolare su cui gli innesti Gang fanno miracoli. Caridà caridà signora è trascinante, ha un tiro rock degno di rispetto; è un brano coinvolgente che non risente minimamente degli anni e che non si può ascoltare senza venire travolti dall'empito. Cecilia [... ] ha dalla sua un'urgenza di pianto che la voce commossa e commovente di Marino Severini esprime giocando sulle note sospese di un accompagnamento molto raccolto. Cioetta cioetta [...] piacevolissima e ritmata, mentre E' ffinidi i bozzi boni è un'antica canzone delle filandare [...] E la parte poplare si chiude con Fra giorno e nnotte so' ventiquattr'ore densa, scura, annerita, quasi un blues italico-marchigiano.
Insomma un matrimonio a lungo atteso e tante volte rimandato, ma che si è rodato in diecina di occasioni di incontro sui palchi e che ha avuto un battesimo di fuoco al MantovamusicaFestival [...] con ottimo riscontro di pubblico [...]"

Leon Ravasi, La Brigata Lolli, 7 marzo 2004

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  • Ernesto Bassignano , da Musicultura, Premio Città di Recanati , L’Unità, lunedì 3 Giugno, 2002
  • Robi Droli , dal " Catalogo Discografico , 1998 ;Atlante Musica Tradizionale, Italia 2 , 1997

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