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Critiche

Guido FESTINESE , Il Manifesto, 11 Agosto, 1999

PostDateIconGiovedì 21 Febbraio 2008 22:58 | PDF | Stampa | E-mail

14° MONSANO FOLK FESTIVAL 1999

GIRA LA MACINA E RIPASSA LA MUSICA DELLE MARCHE       Il gruppo folk riscopre un patrimonio popolare invia d'estinzione

Recupero di memoria e tradizioni popolari, dalle filandare al vatocco, da leopardi a De Andrè.

 

" Monsano. -  Attilia Rocchegiani Catani, ottandue anni, ha un doppio cognome che profuma di nobiltà. Ma nobiltà del lavoro, la sua. Un quarto di secolo nelle filande di Jesi, a cominciare da quando aveva dieci anni, in piedi per raggiungere il bancheto con i catini d'acqua. Non si poteva mangiare durante il turno, e allora il pane, portato di nascosto, si arraffava da sotto il banco, mischiato ai bachi. Le mani crepate dall'acqua bollente si curavano con l'urina. Non si poteva parlare, durante il lavoro, ma cantare sì. E allora, come nelle storie delle piantagioni dei neri d'America, passavano tante storie, ci si informava, si raccontavano fatti e aneddoti mantre il sorvegliante faceva la ronda fra i banchi.                                                                   Oggi Attilia riceve dallo stato cinquecentosessantamila lire al mese di pensione, ma è fiera e orgogliosa come non mai. Perchè gli amici del gruppo della Macina hanno saputo ritrovarla, ascoltare i suoi canti, e le offrono il rispetto e la considerazione che si deve a una regina proletaria. A lei come a Maria Benedetti Giannini, filandara di Romagna, come a Lea Luconi Ceccarelli: sono le Voci della terra, e la antichissima chiesetta degli Aròli nell'anconetano si stipa di gente attenta e commossa, nella canicola violenta a quaranta gradi, quando risuonano la ballata de Il marito giustiziere o La Cecilia, imparate su quei foglietti inchiostrati che si compravano alle fiere.                                                                                      Piccoli miracoli concreti di un Festival che regala emozioni a fiotti, che insegue il filo della memoria e della coscienza senza velleità museali. Il Monsano Folk Festival, chiusosi domenica scorsa dopo quattro serate fitte di concerti, un'invenzione di Gastone Pietrucci e della sua Macina, trent'anni ed oltre di cocciuta volontà di esserci, di testimoniare, di aprire strade inaspettate ad un petrimonio di musiche popolari che rischiavano di svanire nell'oblio frettoloso e sciatto dei nostri giorni. Qui è successo il contrario: La Macina, e il Centro Tradizioni Popolari ad essa collegato, archivio smisurato di oltre un trentennio di ricerche sul campo, incide dischi importanti, ha ricretao le Pasquelle e la tradizione dei canti del maggio, va a stanare antichi e nuovissimi talenti, fruga con intelligente curiosità nei ricordi della gente delle Marche, inventa progetti che sono un bilico sottile e poeticissimo fra concretezza del fatto ed aperture sul futuro. Quest'anno la memoria e il presente sporto su quello quello che verrà era davvero un filo rosso e potente, nel Festival.                                                                                      

A cominciare dalla splendida data d'inizio, giovedì scorso, Facciate alla finestra Luciola, in cui la Macina ritrovava un Leopardi segreto e struggente (Recanati è appena dietro l'angolo), amico gentile e rispettoso trascrittore dei canti della gente comune, quella che affollava la piazzetta del Sabato del villaggio. Un progetto curato da Donatella Donati, con la voce recitante di Rodolfo Craja, le parole di Patrizia Ginobili, la Macina al gran completo, ed una delle più squassanti realtà nascoste del canto popolare italiano, il gruppo spontaneo di Petriolo. Loro cantano e improvvisano da una vita il misterioso, selvatico canto a vatocco: parte una voce, al primo endecasillabo ne subentra un altro, ai limiti della dissonanza, alla fine le voci sono tre, e il canto prende melismi oscillanti e strani. Il Mistero delle voci bulgare qui, altre che mode.                                         E Nazzareno Saldari, ottantasei anni, assieme a Lina Marinozzi Lattanzi e Domenico Ciccioli si fa beffe dell'anagrafe e degli acciacchi, esattamente come i supernonni del son cubano celebrati in Buena Vista Social Club                                                  La sera successiva, altre sorprese: un combattivo gruppo di crossover: i Fun K Monks, a cifrare nell'elettricità pura il repertorio trentennale della Macina, e poi un'altra idea vincente: Da Bocca di Rosa a Catarinella, ovvero come rileggere il canzoniere di Fabrizio De Andrè inseguendo il filo delle strofe popolari che il poeta di Marinella ha saputo rintraccaire e reinventare: struggimento puro, ad ascoltare le casse che diffondevano una voce antica marchigiana che declinava Volta la carta, quasi identica a quella di Fabrizio, e poi scoprire che Maria nella bottega del falegname ha una genella segreta, da queste parti, in Piane piange Maria povera donna...                                  La Macina s'è fermata, il sabato per dar spazio ad altre intensità folk: il gruppo fiammingo Amazone Atelier nella Chiesetta degli Aròli, i trascinanti Dibidil scotoirlandesi in piazza. Ma il più giovane de La Macina, Roberto Lucanero, all'una di notte s'è inventato un concertino per fisarmonica, voce e organetto in un vicolo a ridosso del palazzo fortificato di Monsano: giri di danza con un folletto gentile e sorridente, in pratica. Il prossimo grande nome del folk revival senza nostalgie interessate.                                                                                  Sortir un disco, invece, è l'avventuroso incontro che ha siglato la fine del Festival, in un piccolo trionfo di pubblico: Rossana Casale con la sua vocalità jazz ardita e raffinata (in uscita un disco con rivisitazioni in jazz delle canzoni di Jacques Brel), la Macina con la forza della tradizione orale. I ruoli si sono invertiti: il grppo marchigiano ha scelto di proporre inediti arrangiamenti per voci, chitarre, fisarmoniche e tamburelli delle canzoni più belle della Casale (qualcuna per tutte: Tempo perduto, Terra), la Casale, emozionatissima, cantava le serenate, le Pasquelle, le ballate antiche e le ninnenanne della Macina, visibilmente emozionata e commossa, e ritemprata dall'onda potente e sensuale del saltarello."

Guido Festinese, Gira la Macina e ripassa la musica delle Marche, il Manifesto, mercoledì 11 Agosto 1999.

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Roberto Casalini , Corriere della sera , 25 Gennaio, 2003; 8 Maggio 2004; Gennaio 2006; 7 Ottobre 2006

PostDateIconGiovedì 21 Febbraio 2008 17:17 | PDF | Stampa | E-mail

La Macina, folk marchigiano                                                       Il titolo del disco, edito da Storie di Note è lunghissimo: Aedo malinconico e ardente, fuoco ed acque di canto. Dentro, canti di lavoro e vecchie ballate, arrangiate benissimo e cantate da Gastone Pietrucci leader del gruppo La Macina, con voce ruspante e ghiaiosa alla Fred Buscaglione.

Roberto Casalini ,  da Io Donna . Supplemento al  Corriere della Sera, 25 Gennaio, 2003

 

Marche, assieme Gang e La Macina                                       FOLK-ROCK.                                                                                 I Gang dei fratelli Severini sono da vent'anni, una realtà poderosa del combat-rock. La Macina del cantastorie Gastone Pietrucci, da trent'anni, recupera il patrimonio popolare marchigiano. Assieme, in Nel tempo ed oltre, cantando (Storie di Note), fanno scintille. Appassionato e sanguigno.   

Roberto CASALINI, da Io Donna . Supplemento del Corriere della Sera, sabato 8 maggio, 2004

                                   

                                        * * *                                                     

 

ALLA SCOPERTA DEL GRANDE VIRGILIO  SAVONA      D'AUTORE                                                                            Virgilio Savona è stato leader del Quartetto Cetra e grande autore. Gli rende omaggio il Club Tenco in Seguendo Virgilio
(Ala Bianca).                                                                               Da Troppi affari, Cavaliere (1954, la rifanno gli Avion Travel) alla splendida E' lunga la strada (Macina e Gang).                Canzoni lievi, ma a volte taglienti; cast delle grandi occasioni.  Un disco imperdibile.

Roberto CASALINI, da Io Donna.  Supplemento del Corriere della Sera, gennaio 2006

 

                                        * * *                                                     

 

CATALOGO/FOLK
"[...] Dall'umbria alle Marche con il veterano Gastone Pietrucci e il suo gruppo La Macina, Storie di Note, pubblica il secondo volume di Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto.                                                                                   Ballate arcaiche e crudeli, strofe liriche, canti di potatura.        Con la voce sabbiosa e carismatica di Pietrucci e ospiti come Moni Ovadia (Il Pan pentito e la canzone yiddish,Sotto la tua bianca stella), Giovanna Marini e i Gang. [...]

Roberto CASALINI, da IO Donna. Supplemento del Corriere della Sera, N. 41 - 7 Ottobre 2006

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Alberto CESA , Cantovivo, Torino, 21 Gennaio 2003; Torino, 20 Giugno, 2006

PostDateIconMercoledì 20 Febbraio 2008 17:32 | PDF | Stampa | E-mail

GRANDE GASTONE !!!
Mi ha fatto un piacere immenso ricevere il tuo cd. Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto (vol. I) ma il piacere più grande è stato ascoltarlo!!!
Da tempo non provavo emozioni così intense con la musica popolare.
Gli arrangiamenti sostengono in modo perfetto la tua voce intensa, appassionata, evocativa, struggente... il tuo modo unico, personalissimo, di "trattare" le canzoni popolari (quelle vere!!!).
Mi è piaciuto anche molto la partecipazione misurata e rispettosa (oltre che di grande classe) dei tuoi ospiti...
BRAVO !!!!
Sono felice che tu esista e sappia ancora emozionare con così grande energia il nostro piccolo e sempre più sfibrato mondo folk!!!!

Alberto Cesa, Cantovivo, Torino, 21 Gennaio 2003

 

"Grande Gastone!!!
Ho apprezzato molto il tuo saperti smarcare dalle radici senza distruggerle, anzi, rinvigorendole della vitalità antica e misteriosa dei veri cantastorie.
La storia è con te, dentro di te, la storia sei tu, con le tue emozioni che navigano struggenti tra l'amore e la disperazione, tra la fatica e la leggerezza, tra il ribellismo dell'agire e la saggezza della contemplazione...
Hasta Gastone Siempre!!!
Alberto Cesa

PS:
Da un pò di tempo sto seguendo un percorso simile...
Mi è conforto sapere che il più grande di tutti stia viaggiando sulla mia umile onda..."

Alberto Cesa, Cantovivo, Torino 20 Giugno, 2006

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Aurelio Citelli , Barabàn , Gaggiano (Mi), 12 Febbraio, 2003

PostDateIconMartedì 19 Febbraio 2008 17:42 | PDF | Stampa | E-mail

"[... ]Ancor più piacere ci ha fatto ascoltare Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto (Vol. I). E' stupendo! Altro che nuovo Gastone, nuova Macina: qui è tutto nuovissimo e allo stesso tempo antico, fresco, passionale, intenso, cantato e suonato con gran classe. Trentacinque anni d'amore, ricerca e serio lavoro sulla tradizione si sentono, si avvertono dietro ogni verso che canti, dietro ogni respiro! Nelle tue interpretazioni così sentite, raccontate, partecipate si coglie la vera essenza del canto popolare, l'anima della tradizione orale.
<br>I brani sono tutti belli, i musicisti superlativi, gli arrangiamenti, pieni di dolcezza e di amore. Inoltre, hai collaboratori di qualità: la Marini, la Casale, Riccardo, e i fratelli Severini [...]

[... ] Bella sei nada femmena... è straordinaria, hai fatto un'ottima scelta a metterla all'inizio. La Guerriera ha una bellissima melodia e la tua interpretazione è universale! Benediciamo a Cristoforo Colombo... e Cecilia (anch'essa una melodia struggente e una interpretazione da accapponare la pelle) mi hanno commosso [...] Sotto la croce Mmaria... è un vero gioiello, un capolavoro! Se un giorno dovessi "rubarti" un brano, forse ti "ruberei" questo. Ma prima dovrei imparare a cantare!
Insomma Gastone, complimenti. La tua voce tocca vertici mai raggiunti e, soprattutto, arriva dritta al cuore...[...] Grazie ancora per il tuo album pieno di poesia e di passione[... ]
Aurelio

P.S.
Domenica sera... ho acceso Radio Popolare. Giancarlo Nostrini ha presentato il tuo cd in modo entusiastico. Ha fatto ascoltare diversi brani e ne ha parlato, giustamente, come di un capolavoro. Due domeniche prima eravamo stati in radio a presentare Terre di passo ed ero curioso di sapere se avrebbe rimesso qualche brano del nostro disco, Questa domenica, però, non ha trasmesso Barabàn. Ha mandato Gastone Pietrucci. Ed io ero contento, come se avesse trasmesso noi."

Aurelio  Citelli, Baràban, Gaggaino (Mi), 12 Febbraio 2003

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Donata PINTI, Viale (To), 22 Febbraio, 2003

PostDateIconLunedì 18 Febbraio 2008 17:59 | PDF | Stampa | E-mail

"[... ] Avevo appena saputo da Aurelio Citelli e da Alberto Cesa - separatamente - del tuo splendido ultimo CD, Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto (Vol. I).                                 Ho ascoltato in tutta la tua espressività questa tua voce viscerale, passionale - Ricordi? La Daffini cantava [...] la passione ce l'ho dentro - la stessa passione come tu stesso hai scritto, che ha animato Aurelio [...] Comunque, non è un caso che due dischi tanto diversi (Terre di passo e Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto) ma altrettanto belli e intensi siano usciti proprio in un momento come questo [...] Un gioiello gli ospiti musicali e strumentali! [... ]Grazie ancora [...]"

Donata Pinti, Viale, 22 Febbraio, 2003.

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