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Home Da “Tuto è corpo d’amore” a “El vive d’omo” Gastone Pietrucci
Da “TUTO E' CORPO D'AMORE" A "EL VIVE D'OMO " - GASTONE PIETRUCCI-LA MACINA, 2009
Brano da ascoltare:
CD I, n. 1 "Tuto è corpo d'amore" (Scataglini-Taborro-Pietrucci)
Ventiquattro liriche dal canzoniere poetico di
Franco Scataglini musicate ed interpretate
da La Macina.
Con la partecipazione straordinaria di
Marino Severini (Gang) e Fabio Verdini.
Bootleg Live (solamente dimostrativo ad uso esclusivamente privato)
|
NON DISPONIBILE CD I
CD II
LA MACINA: QUANDO ONORARE UN POETA DIVENTA REATO
Lo scandalo della mancata pubblicazione del doppio CD su testi del poeta Franco Scataglini, decretata dagli eredi, applicando una legge assurda che di fatto cancella un lavoro quasi decennale rivolto alla commemorazione del grande poeta anconetano.
di Loris Bohm
da LINEATRAD, agosto 2012
Quando la stupidità applicata alla legge compiacente (perché non saprei definirla in altro modo), può cancellare il lavoro compositivo musicale quasi decennale di un noto gruppo di muisca folk come La Macina, rivolto esclusivamente a commemorare e onorare un altro lavoro compositivo, quello dei testi poetici di Franco Scataglini, allora si raschia proprio il fondo del barile.
Quanta amarezza in questo episodio, tanto inqualificabile quanto irrisolvibile... personalmente non sono a conoscenza (ne mi interessa esserlo) di tutti i dettagli della vicenda (e del grave crimine) per cui il gruppo di ricerca e canto popolare La Macina sia stato "scippato" di un omaggio musicale dedicato al poeta Franco Scataglini... doveva essere uno scandalo a livello nazionale, invece nessuno ne ha parlato, tutto è stato messo a tacere, nell' italietta pallonara in cui l'unica cosa che fa notizia e riempe le pagine dei cosiddetti "quotidiani" sono le medagliette olimpiche e i farmaci proibiti che diversi atleti assumono per "guadagnarsi" quelle medagliette.
Signori. qui si tratta invece della fatica, dell'impegno lavorativo e compositivo, del genio, di un affermato gruppo di musica popolare, da tempo immemorabile dedito alla ricerca sul campo... di un gruppo di artisti che con la propria barvura e capacità ha per decenni illuminato la scena musicale italiana, mica dell' exploit settimanale di un atleta "dopato"... e ppure questo merito viene annullato da una intimidazione notarile che gli vieta la pubblicazione di un doppio disco che aveva sicuramente finalità molto più nobili dei prezzolati atleti olimpici.
Dov'è finita l'opinione pubblica? Ripeto: non mi interessa sapere il motivo per cui si è verificato questo fatto, ma il buon senso e l'amore che rivolgo veraso l'arte (sotto qualsiasi veste questa si manifesti), mi inducono a ribellarmi a questo stato di cose, a questo appiattimento culturale cui ormai siamo abituati noi italiani. Siamo ormai soggiogati e ammaliati solo da false promesse elettorali e interessati solo alla divisione del potere ammonistrativo, alle ruberie dei politicanti che noi stessi abbiamo eletto, e ci disinteressiamo a queste vicende che compromettono la carriera artistica di un gruppo musicale.
Vergogna! Ormai siamo diventati fatalisti, noi italiani, come il celebre capitano che ha detto: "Vabbuò, stiamo affondando, sono cose che succedono"!!!.".
E invece no! Sono cose che non devono succedere in una nazioine civile, in una nazione che ha dato al mondo (in tewmpi passati) inventori, geni, scienziati, ricercatori e ha forgiato la stessa civiltà moderna come noi la intendiamo.
Chiunque voglia dare un'occhiata al sito Del Centro Studi dedicato al poeta Scataglini: http.scaraglini.it/MAIN/su.htm può notare che non c'è traccia del prezioso lavoro del gruppo La Macina: anche se contestato, a mio avviso, avrebbe potuto figurare di diritto in quella lista (e si noti che quel Centro Studi attualmente non sta facendonulla per il citato poeta... dichiara di aver sospeso l'attività "momentaneamente"... scusate, ma ha tanto l'aria di una presa per i fondelli!!!).
Non voglio dilungarmi troppo e vi propomgo un ealcuni estratti, che illustrano i commenti di noti esponenti della cultura su questo fatto.
Loris Bohm , da Lienatrad, agosto 2012
"La mancata pubblicazione del Cd Macina/Scataglini è un
delitto, per te, per Scataglini e soprattutto per chi ama la
poesia".
Alessio LEGA*, da una lettera scritta a Gastone Pietrucci,
Milano, 14 Maggio 2010.
* cantautore e vincitore della Targa "Tenco Opera Prima", 2004
* * *
""Gent.mo Gastone Pietrucci / La Macina
[...] ho trascorso la fine del vecchio anno in compagnia del doppio CD con le 24 liriche di Franco Scataglini. E nei giorni a seguire sono spesso ritornato all'ascolto di questa poesia della poesia che ha dato nuova misura e nuova forza a versi che non hanno mai terminato di gridare il loro pathos inconcluso. La musica riesce più direttamente a comunicare il complesso modo scatagliniano in quanto, senza prevaricarne l'intima naturalità linguistica, ne sottolinea con forza l'elementarietà (apparente) e l'esemplarità. Grande lavoro di tessitura melodica e di cadenza ritmica che implica una sicura capacità di lettura testuale ed intepretativa. E poi il suo straordinario timbro vocale che precisa le sospensioni sciolte della metrica di settenari e senari fabulatori, con una inquietante immediatezza: è una cadenza e uno strumento aggiunto alle cadenze e agli strumenti. Starei per dire: un canto altro da quello del pentagramma.
Non posso che complimentarmi per questa operazione di alta cultura e di alto sapere con La Macina al completo, alla quale sin da ora offro ogni mia totale collaborazione, se mai ne avesse bisogno.
Comprendo a pieno la sua amarezza per gli insensati divieti opposti dalla famiglia alla diffusione di questo decennale impegno, augurando un cosciente ravvedimento in favore dell'Arte.
Con ogni cordialità".
Giarmando DIMARTI,* da una lettera scritta a Gastone Pietrucci e a La Macina, Macerata, 25 Gennaio 2011.
* uno dei più significativi ed importanti poeti marchigiani
* * *
"[...] ho finalmente avuto il tempo di ascoltare il doppio cd che mi hai mandato [...] I dischi che mi hai regalato hanno riattizzato in me l'amore che ho sempre avuto per La Macina. Ti confesso che per me che sono 'esule' in Umbria, la musica della Macina è qualcosa che mi ravviva il senso delle radici, anche se soltanto nella nostalgia e nella malinconia. Una cosa mi è risultata chiara, fin dal primo ascolto del disco 'scataglianiano': i tuoi pezzi sono, nella loro bellezza peculiare e inconfondibile, una cosa nuova, diversa, rispetto alle poesie di Scataglini. Non inferiori o superiori, ma una cosa diversa, nuova. Questo, io credo è inevitabile, perché un conto è leggere un testo poetico aspettando che siano la propria immaginazione e voce interiore a dare volto e voce alla parola poetica che risuona dentro di noi e un conto è che la tua voce e la tua musica, Gastone, dotino di un senso, inevitabilmente altro , le stesse parole. Avviene la stessa cosa quando qualcuno che non siamo noi recita una poesia che conosciamo bene e ci pare che essa, per effetto della diversità della voce recitante, acquisti luce e significato nuovi: tanto più con la musica, che è un mezzo espressivo diverso dalla parola e che è carico di un suo fortissimo senso peculiare.
Cosa sono diventate allora, le liriche di Scataglini dentro la musica e il canto de la Macina? Sono diventate quella particolarissima forma d'arte che viene genericamente classificata come 'canzone d'autore'. In questo senso il fatto che accanto ai titoli delle liriche scatagliniane compaiano tra parentisi anche il tuo nome e quello degli altri che hanno contribuito a creare quest' opera collettiva è la conferma di ciò che ti scrivo.
Le poesie di Scataglini rilette e interpretate (nel duplice senso, teatrale e letterario) dalla Macina, mi sono apparse come un bellissimo lavoro dialogico: da una parte stanno i testi di Scataglini, che per un momento hanno perso la loro autonomia significante; dall'altra la musica e la voce della Macina, che a sua volta ha ceduto al suo interlocutore poetico parte della propria autonomia musicale. Il risultato è un prodotto osmotico, per cui il testo di Scataglini, penetrato dal suono della vostra musica e dal timbro inconfondibile della tua voce, manifesta soprattutto certe armoniche della poesia del poeta di Ancona, quelle più legate all'humus dialettale e popolare; mentre la musica della Macina assorbe in parte le atmosfere popolari e in parte anche quelle medioevali, colte, arcaiche, attraverso l'uso di certi melismi arcaici e anche di strumenti come il violino. La musica della Macina riesce sempre esattamente a entrare in sintonia con lo spirito delle liriche di Scataglini, sia quando vuole essere elegiaca e contemplativa, come in Tuto è corpo d'amore, sia quando assume movenze ironiche come La via della Gabella, o ancora, quando assume i connotati della ballata tragica (Quindici Giugno, Carta Laniena), oppure si impregna di profonde atmosfere mediterranee arcaiche, che ricordano quelle di Creuza de ma, come Carcere demolito.
E' dunque un impasto originalissimo, che per un verso ci riporta alla sintassi comune della musica d'autore italiana (e francese): Ciampi, De André, Brassens. Per un altro verso però, questa musica suona nuovo perché inedite nel panorama della musica d'autore sono le parole di Scataglini e nuova suona la musica della Macina a contatto con questi testi. E qui si colloca il secondo lato del rapporto tra la vostra musica e i testi poetici: se è vero che la musica e la voce inevitabilmente connotano le parole scatagliniane è altrettanto vero che la forma poetica profonda che le strutture si comunica nella sua essenza intatta alla musica, obbligandola, in un certo senso, a esprimere la musicalità implicita che c'è in essa. Così, in questo rapporto triangolare tra testo poetico, musica, voce il tuo lavoro consegue l'originalità.
Per originalità io ho sempre inteso, bada bene, non il capriccio individualistico di chi scrive, dipinge, compone ecc., ma la capacità dell'artista di coincidere con lo Spirito storico collettivo. Nel caso della Macina, l'originalità consiste nel dare forma musicale appropriata al substrato folklorico peculiare delle nostre care Marche, in una forma che chiaramente non è più quella del popolo ma è spiritualizzata dal tuo lavoro interpretativo.
Un'altra perla da aggiungere alla corona! [...]".
Giovanni FALSETTI *, da una lettera scritta a Gastone Pietrucci, Perugia, 23 Giugno 2011.
* uno dei più importanti e significativi poeti e scrittori marchigiani.
* * *
"[...] E' inutile che ti dica che ho apprezzato il lavoro tuo e dei tuoi compagni de 'La Macina', sia per quanto avete fatto sul campo, sia per questa operazione su Scataglini [...] lavoro vitale, interessante e meritorio che allarga e sposta il modo di leggere e di godere di questo poeta. [...] prima di tutto ti sono grato per avermi fatto conoscere un poeta così straordinario e che non conoscevo. Alcune delle poesie che avete musicato, mi hanno folgorato per la loro bellezza, per questa lingua rinventata e concreta, di una forza oscrura e primigenia. "La madre che mi tolse" o il finale di "Su la rena" sono poesie da memorizzare e ricordare tra le grandi del nostro paese oggi.
Il problema che ti ponevo, nella mia lettera dimenticata, riguardava la vostra traduzione in un linguaggio musicale popolare. Ad essa va prima di tutti riconosciuta la dignità e la pensosità delle scelta che avete fatto di legare la tua voce di chansonnier colto a una musica che si radica nella tradizione folclorica locale a testi solo in apparenza dialettali, ma in relatà di raffinata fattura letteraria. Certo questo dialetto marchigiano, molto personalizzato, questa carnalità delle parole e questa sofisticata aura localistica spiega la vostra scelta [...]
Emilio JONA,* da una lettera scritta a Gastone Pietrucci, Torino 4 gennaio 2012.
* uno dei più importanti scrittori italiani. Studioso di canti popolari, poeta, romaziere, autore di saggi e libretti d'opera
* * *
"L'arte dovrebbe essere per tutti e a disposizione di tutti, dico dovrebbe perché spesso non accade così. In questo senso è significativo quanto è accaduto a Gastone Pietrucci e a La Macina, i quali per lungo tempo sono stati impegnati nella rielaborazione in musica delle poesie del poeta anconetano Franco Scataglini, e giunti finalmente ad un passo dalla pubblicazione di un doppio album a lui dedicato, si sono visti negare l'autorizzazione all'utilizzo da parte dei suoi eredi. Non voglio entrare nel merito della questione, già oggetto di un ampio dibattito pubblico, ma per deformazione professionale (extra giornalistica) mi piace sottolineare come questo sia uno dei casi in cui di fronte alla fredda vittoria della legge, avrei preferito che quest'ultima cedesse il passo per una volta al cuore, alle emozioni. Quelle emozioni che gli eredi dell'indimenticato Scataglini hanno preferito relegare alle sole pagine dei libri, senza consentire alle sue poesie di liberarsi dalla carta e spiccare il volo verso una nuova dimensione. Non tocca a me e nemmeno, forse, a Gastone Pietrucci, dare un giudizio su questa scelta, ma è triste vedere negata alle poesie di Scataglini questa seconda giovinezza. Sebbene non conosca personalmente Gastone, ho avuto modo di confrontarmi con lui in diverse occasioni e ho capito una sola grande cosa, lui è un uomo dal cuore e dalla passione infinita. L'avergli negato la possibilità di utilizzare i testi del poeta anconetano è stata per lui una grande delusione, perché non solo ha significato gettare alle ortiche oltre otto anni di lavoro, ma soprattutto perché così l'arte, la sua arte è stata sconfitta. Nonostante tutto però una traccia di quel lavoro è restata, e sebbene non sia mai stata messa in commercio Gastone è riuscito a cristallizzarla in un doppio disco dal vivo "Da Tuto è corpo d'amore a El vive d'omo, Bootleg Live" , stampato in cento copie come demo preparatorio per quello che avrebbe dovuto essere poi il successivo lavoro in studio. Di recente ho avuto modo di risentire Gastone Pietrucci, il quale mi ha chiesto se mai avessi avuto una copia di quel disco "negato". Sebbene conoscessi molto bene la vicenda, perché da lui stesso raccontatami in una lunga intervista, non avevo mai avuto modo di ascoltare quei brani, e così qualche giorno fa mi sono ritrovato tra le mani il plico contenente questo doppio disco. L'ascolto approfondito mi ha, così, consentito di scoprire un lavoro pregevole, forse l'opera più intensa dal punto di vista poetico mai realizzata dal gruppo marchigiano, un disco vitale, intenso, nel quale la musica e le parole vivono una nuova vita in una osmosi continua di suggestioni ed emozioni. Le musiche composte da La Macina aderiscono perfettamente alle liriche di Scataglini, esaltando la melodia intrinseca e la cadenza ritmica di ogni verso, e ciò ci consente di scoprire la sua poesia in una dimensione nuova, nella quale scopriamo come l'uso del dialetto marchigiano intrecci arcaismi e modernismi, stendendo un ponte tra presente, passato e futuro. Ad impreziosire il tutto c'è la voce antica di Gastone Pietrucci, che in un baleno lega musica tradizionale e canzone d'autore. I due dischi sono così un lungo dialogo tra la poesia di Scataglini e la musica de La Macina, nel quale ritroviamo atmosfere popolari mescolate a spaccati colti, melismi arcaici che si contaminano di suoni moderni. In questo senso vale la pena citare la potenza lirica dell'ormai celebre "Tuto è corpo d'amore", o l'ironia de "La via della Gabella" la cui musica è ispirata a "All The World Is Green" di Tom Waitz, o ancora alle superbe ballate narrative come "Quindici Giugno" e "Carta Laniena". Se dal punto di vista prettamente musicale a spiccare in modo particolare è l'apertura in chiave world di "Carcere demolito", da quello letterario ci piace sottolineare la bellezza di "Necessità del nasce" in cui brilla la voce di Marino Severini dei Gang e le altrettanto belle "La madre che mi tolse" e "Su la rena". Alla fine è però molto triste sapere che l'ascolto de "Da Tuto è corpo d'amore a El vive d'omo, Bootleg Live" resterà ristretto a pochi, è strano a dirsi ma questo è un grande crimine commesso dalla giustizia e dalle legge".
Salvatore ESPOSITO, Blofoolk Mahazine, numero 96 del 18 Aprile 2013Ir
* * *
Perché Scataglini
E' stato giustamente rilevato che l'opera in versi di Franco Scataglini, dalla prima raccolta E per un frutto piace tutto un orto ('73) al suo poema-culmine El sol ('95), si sviluppa secondo un ascendente verticale: dal patimento carnale, nelle forme più dure dell'esproprio e della penuria, alla nuda espressione di un valore per cui la vita coincide esattamente con il senso della poesia. Non perché la poesia sostituisca o surroghi la vita ma, al contrario, perché imponendosi con forza invasiva essa ne restituisce tutto lo spessore e il pulsare lancinante.
All'apice di un lungo viaggio dentro l'esistenza, le immagini terminali della Rosa e del Giardino sono, per Scataglini, come l'antipode e il riscatto di quelle che ne ferivano crudamente l'avvio, vale a dire il Carcere, il Mattatoio e il Labirinto in cui l'uomo si aggirava accecato, senza requie e destino, alla pari di un Minotauro.
Sono, queste, immagini della cultura classica (e Scataglini fu in effetti poeta di straordinaria raffinatezza) ma traslate in una lingua che si origina da dentro e dal basso. E' la lingua medesima dei provenzali e di Dante ma, nello stesso tempo, è il bacino in cui rampollano da sempre i dialetti, gli idiomi di un'atavica civiltà rurale e artigianale. Inimitabile è la pronuncia del poeta anconetano ma è lì che deduce la sua materia prima; ed è lì che La Macina lo incontra, nell'intersezione di carne esplosa e struggente spiritualità, nella speciale risonanza che fa della voce popolare un segno di aristocrazia.
Non si tratta, da parte della Macina, di un meccanico mettere in musica Scataglini, ovvero di illustrarlo (che sarebbe operazione prassitaria, persino temeraria); si tratta, semmai, di interpretarlo e, alla lettera, di tradurlo, come farebbe un pittore, uno scrittore o appunto un musicista che si ispirasse esplicitamente alla sua opera.
Infine è un modo per tornare a leggerlo, per accogliere il senso della sua perdurante eredità.
Massimo RAFFAELI - Francesco SCARABICCHI
dalla prefazione ai libretti di sala: "Tuto è corpo d'amore", (Il canzoniere di Franco Scataglini musicato ed interpretato da La Macina), 2005 e "El vive d'omo" (Dal canzoniere poetico di Franco Scataglini musicato ed interpreato da La Macina), 2007.
* * *
" [...] Per me e La Macina è motivo di particolarissimo orgoglio esserci accostati alla voce di uno fra i maggiori autori del Novecento. Ogni passo compiuto è stato nella dignità e nel riguardo di un'opera che impreziosisce il nostro repertorio e lega il senso popolare e aristocratico della poesia di Scataglini proprio là dove egli la indicava nel giusto verso e nel suo contrario (angelo e animale, pidocchio e dio) [...]".
Gastone PIETRUCCI-LA MACINA, La Macina e Franco Scataglini, dalla prefazione al libretto di sala: "Tuto è corpo d'amore (Il canzoniere di franco Scataglini musicato ed interpretato da La Macina), 2005.
"[...] E così ora, questo piccolo corpus di liriche di Franco Scataglini che La Macina ha musicato, oltre che leggere, si potrà anche cantare, acquistando con la musica, una nuova dimensione, un nuovo pathos, una nuova "vita", in un connubio inedito, "quasi" naturale.
Come scrive acutamente Massimo Raffaeli: "Gastone e La Macina si limitano appunto a porgere e trslare a cadenza testi che sarebbe per chiunque temerario voler 'interpretare'. Perciò si tartta di una loro specialissima offerta; anzi un omaggio di cuore" [...] E così parafrasando Franco, "all' imbrunire, quando si addormentano le immagini, e si destano i suoni", La Macina inizierà, con l'affetto della memoria, il suo speciale Concerto del Tramonto in un suo omaggio, ed in omaggio alla "sua" musica ed alla sua grande poesia. [...]".
Gastone PIETRUCCI, La Macina ancora su Franco Scataglini, dalla prefazione al libretto di sala: "El vive d'omo" (Dal canzoniere poetico di franco Scataglini musicato ed interpretato da La Macina), 2007.
* * *
" [...] Tuto è corpo d'amore, canzone fra l'altro bella e degna quella che ho sentito [...]"
Giovanna MARINI, Roma 29 gennaio 2011
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" [...] Tuto è corpo d'amore è molto bella e non si può capire il perché di una simile cosa [...]. Credo che il povero Franco Scataglini non potrebbe che essere strafelice di quello che hai fatto e nel "grande dubbio del nulla o del qualcosa" certamente la tua / vostra energia, che definerei carezzevole, si sommerà a quella di Franco Scataglini ed il lavoro sbocciato anche per questo non va assolutamente buttato [...]"
Massimo LIBERATORI, Spello 3 febbraio 2011
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"[...] Che incredibile storia quella di Scataglini! [...] Il pezzo,Tuto è corpo d'amore, è bellissimo [...]
Valter COLLE, Udine, 3 Febbraio 2011
* * *
" [...] ci hai solleticato e messo addosso impazienza per l'attesa dei risultati del nuovo lavoro nel quale ti butti come solo tu sai fare: anema e core. Ti ripeto, son sicuro che verrà qualcosa di veramente grande da questo incontro di due sensibilità poetiche e musicali di grande rilievo; unire alla poesia che è già musica il tuo modo di cantare, di sentire e di interpretare la tradizione popolare del canto, di dargli toni, livelli e valenze poetiche che forse neanche ai tempi del canto istintivo e non contaminato riusciva a toccare mi sembra una cosa che non può che generare il bello; e il bello fa bene, vivifica e lascia momenti e tracce indelebili nell'animo.
In questo senso mi è venuto alla mente il verso de La Fontaine ' si votre ramage se rapporte à votre plumage...' e l'ho piegata alla situazione per significare che ton ramage (= canto, modo di cantare) se rapporte (combacia perfettamente) à ce plumage (cioè alla materia, agli scritti dello Scataglini, che hanno una profonda bellezza e mi piacciono). [...]"
Antonio CIMA, Iragna (Ticino, Svizzera), 26 Gennaio 2007
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