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Home Critiche Guido FESTINESE ,Book Note, il Manifesto, Maggio 2009

Guido FESTINESE ,Book Note, il Manifesto, Maggio 2009

PostDateIconLunedì 21 Aprile 2008 18:22 | PDF | Stampa | E-mail

BOOK  NOTE                                                                                 Il sonno della ragione.                                                               Tra riti, filastrocche                                                               e serenate contadine.  

"Straordinaria figura di operatore culturale, sempre (o quasi) "dietro le quinte", a curare nel dettaglio regia, tempi e modi di spettacoli che scavano a fondo nelle "radici" , restituendo emozioni che davvero sembravano smarrite, Giorgio Cellinese è una figura ben nota nel mondo della musica popolare, e della ricerca etnografica ed etnomusicologica tutta. Dal 1977 Cellinese è il "quinto" della Macina, uno dei più straordinari e longevi ensemble della Penisola volto al recupero delle tradizioni popolari, "focus" speciale sulle Marche, senza dimenticare disgressioni sulle regioni di confine. Dodici anni è durato il lavoro di raccolta dei materiali sulle proprie radici abruzzesi e nello specifico di Atri, nel teramano. Riordinando e catalogando bobine e cassette raccolte tra il 1980 e il 1992, ecco il materiale da salvare, e da far conoscere, palpitanti schegge di sapere popolare raccolti in Jemece a ffà un sonnellino in fondo allo stagno, edito dal Centro Tradizioni Popolari. Lo stesso titolo ha avuto, a partire dal 2001, lo spettacolo incentrato su questa raccolta andato in scena al Festival di Monsano che proprio la Macina organizza. E' un incrocio stretto, avvolgente di filastrocche, formule magiche, giochi, invocazioni, canti: come la superva versione abruzzese di Isce sole, che qualcuno rammenterà "detta" da Peppe Barra. Il cd accluso ne presenta buona scelta, con la partecipazione attiva (e commossa) dei fratelli Severini, ovvero i Gang, negli ultimi anni collaboratori abituali della Macina.

Se il testo di Cellinese è un affondo in una "microstoria" familiare che pure restituisce il respiro largo della comunità, imponente invece è il lavoro di sistemazione organica del materiale raccolto (negli anni Sessanta) racchiuso in L'Umbria cantata. Musica e rito in una cultura popolare [...]

 

Guido FESTINESE, Book Note, il Manifesto, Maggio 2009

 

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