--
Il Logo del
Manifesto-Locandina del 37° Monsano Folk Festival 2022
(Progetto grafico: Arch. Stefano Santini)
(Foto: Emanuela
Sforza, 2012)
***
Monsano (An)
Monsano
(An)-“Arco dei Angeli” Varano di Ancona- Casale Costarelli, Camerata Picena-
Libreria Gira&Volta Jesi –Maiolati Spontini (An)--
Maiolati
Spontini (An) - Montegiorgio (Fe)- Morro d’Alba (An)- Polverigi (An)- Serra de’ Conti (An)
e con contributo eil patrocinio
Comune di Monsano - Fondazione Pergolesi Spontini
e il patrocinio e la compartecipazione del
Consiglio Regionale delle Marche
a cura di
Centro Tradizioni Popolari
37° MONSANO FOLK FESTIVAL
Rassegna internazionale ed itinerante di
Musica Popolare originale e di revival
AedOttantaCanta
Edizione straordinaria per gli ottanta anni
di Gastone Pietrucci leader e voce de La Macina.
Festival gemellato dal 2012 con Civitella Alfedena Folk
Festival (AQ)
e dal 2022 con il World Land Festival della Musica e della Cultura
dal Mondo
Ideazione e Direzione artistica: Gastone Pietrucci
31 LUGLIO – 18- AGOSTO 2022
“Fare un Festival, di questi tempi, ha un
valore anche politico.
Perché è un modo di combattere, non solo la crisi, ma
anche il silenzio”.
Amedeo Fago *
* Direttore
del Laura Film Festival 2011
Il Festival, voluto dal Comune di Monsano (An), con il patrocinio e la copartecipazione del Consiglio Regionale delle Marche, il patrocinio, della Fondazione Pergolesi-Spontini, e la collaborazione, della Libreria Gira&Volta di Jesi , delle Famiglie Costarelli e Cecchini, curato dal Centro Tradizioni Popolari, per la direzione artistica di Gastone Pietrucci, si aprirà (domenica 31 Luglio a Polverigi) e si chiuderà (giovedì 18 agosto a Monasno). L’edizione del Festival 2022, sarà all’insegna dell’ AedoOttantaCanta, e sarà una edizione straordinaria del Festival per gli ottanta anni di Gastone Pietrucci leader e voce de La Macina.
Da quest’anno, il Festival,
dopo il Civitella Alfedena Folk
Festival (AQ)
Gastone Pietrucci
Caricatura-collage
di Corrado Olmi, 2008
Visione
di Monsano vista dall’alto
* * *
Come arrivare a Monsano
In auto: Autostrada
A14 Bologna-Bari, uscita Ancona Nord poiSuperstrda SS76 Ancona-Jesi-Roma
Uscita: MONSANO
In treno: Linea Roma-Falconara-Ancona, stazione di Jesi (MONSANO a 6.5 Km)
In aereo: Aeroporto “Raffaello Sanzio” di Falconara M.-Ancona (MONSANO a 15 km)
In nave: Porto di Ancona (MONSANO
a 27 Km)
* * *
Monsano
(An)-“Arco dei Angeli” Varano di Ancona- Casale Costarelli, Camerata Picena-
Libreria Gira&Volta Jesi
Maiolati
Spontini (An)-- Montegiorgio (Fe)- Morro d’Alba (An)- Polverigi (An)- Serra de’ Conti (An)
e con contributo e il patrocinio
Comune di Monsano - Fondazione Pergolesi Spontini
e il patrocinio e la compartecipazione del
Consiglio Regionale delle Marche
a cura di
Centro Tradizioni Popolari
37° MONSANO
FOLK FESTIVAL
gemellato dal 2012 con Civitella Alfedena Folk Festival (AQ)
e dal 2022 con il World Land Festival della Musica e della Cultura
dal Mondo
Rassegna internazionale ed itinerante di Musica Popolare
originale e di revival
AedOttantaCanta
Edizione straordinaria del Festival per gli
ottanta anni
di Gastone Pietrucci leader e voce de La Macina.
31 LUGLIO -
18 AGOSTO 2022
Walter Piacesi, “Il passero
solitario” (incisione/particolare)
dalla cartella di acqueforti “Le Marche/spiagge/campagne/paesi”
Logo del Monsano Folk Festival e del Gruppo “La Macina”
(per gentile concessine dell’autore Walter Piacesi
e dell’Editore Raffaele
Bandini)
noi siamo come un albero
da frutto nato in messo
a una macchia
uno passa li coglie
se no restano lì
per niente.
La Macina
1968-2022
*
PROGRAMMA SINTETICO
(a seguire
Programma analitico)
POLVERIGI (AN) – DOMENICA 31
LUGLIO– Ore 21,45
Chiostro di Villa “Nappi”- Concerto
Inaugurale del Festival
SUSANNA BUFFA & LUDOVICA VALORI
in
SUONI DAL
BUIO
Canti popolari di donne che resistono
Ludovica Valori e Susanna BuffaLudovica Valori, voce,
fisarmonica, trombone
*
MONTEVERDE DI MONTEGIORGIO (Fm) –
MARTEDI’ 2 AGOSTO - Ore 21,45
Largo
Cifola – Concerto Grande della Sera
LA MACINA
in
NEL CANTO
LA MEMORIA
Concerto per i ventun
anni di Mario Cifola, partigiano
La Macina- Mario Cifola
* In
esclusiva per il Monsano Folk Festival
*
MAIOLATI SPONTINI (AN)-
GIOVEDÌ 4 AGOSTO - Ore 18,30
Casa Franco e Daniela Cecchini-Via Massarella,
16 –Concerto Familiare del Tramonto
RICCARDO TESI
in
LA MAGIA DELL’ORGANETTO
E LA POETICA DELLA
MEMORIA *
con l’amichevole
partecipazione straordinaria di
GASTONE
PIETRUCCI e MARCO GIGLI
Sotto
il bersò:
Mostra "Concerto per volto solo"
Gastone
nelle foto di Franco
Cecchini
Presentazione
Allì Caracciolo
Riccardo Tesi
* In
esclusiva per il Monsano Folk Festival
*
MONSANO (AN) –
SABATO 6 AGOSTO - Ore 21,45
Piazzetta
Matteotti – Concerto Grande della Sera
MACINA-GANG
in
ANTICIPAZIONE
DEL NUOVO PROGETTO
“NEL
TEMPO E OLTRE CANTANDO” N. 2 *
Macina-Gang
* In
esclusiva per il Monsano Folk Festival
*
MORRO D’ALBA (AN)– DOMENICA 7 AGOSTO - Ore 21,45
Piazza Barcaroli - Concerto
Grande della Sera
WORLD LAND ORCHESTRA
in
MUSICA
POPOLARE DAL MONDO
Lara Giancarli, voce e percussioni minori
Dario Aspesan, strumenti a corda e
direzione musicale
Luca Catena, violino
Sandro Ciarpella, basso elettrico
Fabio Andrenacci, percussioni
*
ANCONA- GIOVEDI’ 11 AGOSTO - Ore 18,30
Frazione VARANO, 228- Anfiteatro dell’Arco dei Angeli –Concerto-Cena del Tramonto
Serata dedicata a Francesco
Scarabicchi, poeta
grande amico de La Macina
CONCERTO CENA CON MACINA TRIO
(GASTONE PIETRUCCI-ADRIANO
TABORRO-MARCO GIGLI)
in
SOLO VOCE E CHITARRE *
con la partecipazione
straordinaria di
LIANA
DE GREGORIO SCARABICCHI, voce recitante
Adriano
Taborro-Gastone Pietrucci-Marco Gigl
* In
esclusiva per il Monsano Folk Festival
*
SERRA DE’CONTI (AN)- VENERDÌ 12 AGOSTO - Ore 21,45
Piazza Gramsci – Concerto Grande della Sera
ONEIRIC FOLK
in
POP & POPULAR THINGS
con l’amichevole
partecipazione straordinaria di
GASTONE
PIETRUCCI e MARCO GIGLI
Oneiric Folk
*
CAMERATA PICENA (AN) – SABATO 13 AGOSTO - Ore 19,30
Frazione CASSERO, Casale Costarelli- Viale del Castello, 5-Concerto
Familiare del Tramonto
Alla “radiosa presenza” di Gianfranco Costarelli
GASTONE PIETRUCCI MARCO GIGLI E LAURITA PERGOLESI
in
IO,
MARCO E LAURITA *
Tre mondi musicali a confronto
con l’amichevole
partecipazione straordinaria di
RICCARDO
BOTTEGAL, violino
Gastone Pietrucci-
Marco Gigli –Laurita Pergolesi
* In
esclusiva per il Monsano Folk Festival
*
MAIOLATI SPONTINI (AN)- DOMENICA 14 AGOSTO - Ore 21,45
Parco Colle Celeste –Concerto Grande della
Sera
Serata dedicata a Piergiorgio
Parasecoli,
primo grande fisarmonicista de La Macina
LA MACINA
in
VENE IL
SABADO E VENE IL VENERE… 40 *
Per
i quaranta anni di pubblicazione dello storico primo disco de La Macina
(Premio della Critica Discografica Italiana 1982)
* In
esclusiva per il Monsano Folk Festival
*
JESI (AN)- MARTEDI’ 16 - Ore19,00
Libreria Gira&Volta- Via Pergolesi,
22 – Concerto Poetico-Musicale del Tramonto
GASTONE PIETRUCCI & MARCO GIGLI
in
LA MACINA
E LA POESIA *
Dante,
Pier Paolo Pasolini e i poeti marchigiani
musicati e interpretati da La Macina per
solo voce e chitarra
con l’amichevole
partecipazione straordinaria di
MILENA
GREGORI, voce recitante
Marco
Gigli e Gastone Pietrucci nella Libreria Gira&Volta
* In
esclusiva per il Monsano Folk Festival
*
MONSANO (AN)– GIOVEDI’ 18 AGOSTO - Ore 21,45
Piazza dei Caduti - Concerto di Chiusura del Ricordo e della
Memoria
Per la Serie Foglie d’Album (edizione sspeciale)
LA MACINA E LO SPERIMENTALE TEATRO A
in
“rossoSIMONA”
Nel ricordo di Simona Stronati
con l’amichevole
partecipazione straordinaria di
EMMA
MONTANARI -FIILIPPO PAOLASINI-LAURITA PERGOLESI
e con
GIORGIO
CELLINESE -NADIA PIRANI ORAZI e SILVANA MASSI
BASTARI
a
cura di Gastone Pietrucci
Regia
Allì Caracciolo
* In
esclusiva per il Monsano Folk Festival
*
L’ “occhio” e la memoria del Festival:
Dr. Riccardo Carsetti
L’ “orecchio” del Festival: Rodolfo Curzi
Tecnico Audio Luci: Eliseo Mozzicafreddo
…MAR…
\
re
Monsano, Piazza dei Caduti
Veduta diurna e notturna del luogo dei Concerti del Monsano
Folk Festival
*
JESI-PALAZZO BISACCIONI (Piazza Colocci,
4)
I COLLAGES DI GASTONE PIETRUCCI
Mostra Antologica 1969/2022
a cura di Roberto
Gigli
LA MOSTRA E’ STATA
PROROGATA SINO AL 18 SETTEMBRE 2022
La
Mostra si può visitare in tutti giorni della settimana con il seguente orario:
Mattino: 9,30-13,00 – Pomeriggio: 15,30-19,30
GASTONE PIETRUCCI - I COLLAGES – ANTOLOGICA 1969|2022
La sintesi di cinquant’anni di attività
artistica nelle sale di Palazzo Bisaccioni
L’antologica di Gastone Pietrucci, cantore e ricercatore di tradizioni popolari presenta negli spazi della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi a Palazzo Bisaccioni, la sua ricerca artistica in un’antologica che raccoglie oltre cinquant’anni di attività: un’antologica che svela una parte poco nota, ma molto stimolante della creatività dell’artista.. La mostra dal titolo “Gastone Pietrucci i collages – antologica 1969|2022” è stata inaugurata venerdì 25 marzo, nei locali al secondo piano di Palazzo Bisaccioni che ospiteranno, per la prima volta, un’esposizione temporanea dopo essere stata sede della collezione di arte moderna della Fondazione. L’esposizione, che doveva essere aperta fino al 26 giugno, (sarà prorogata sino a domenica 18 settembre ) svela il mondo dell’artista, dei suoi oltre cinquant’anni di ricerca, di ininterrotte piccole attenzioni, di raccolte, ritagli, prelievi, scontorni del reale magistralmente ricomposti in opere raffinate, metafisiche, dall’equilibrio quasi magico.
L’itinerario espositivo della mostra propone cinque ambienti a tema denominati Stanze. Il percorso parte dalle prime opere, quelle dal ’69 al ’75, realizzate, e in parte esposte, a Spoleto al Festival dei Due Mondi, prosegue con una collezione di inviti, biglietti di auguri, segnaposti, spediti negli anni dall’artista e raccolti insieme per la prima volta. Centrale, rispetto alla mostra, è il “Tavolo di Gastone” pronto per le performance e il lavoro dal vivo dall’artista e, ancora, una sezione di opere dedicate a diversi grandi dell’arte, pittori, musicisti, performer, scrittori tra i quali Pier Paolo Pasolini. E proprio a Pasolini, nell’anno del suo centesimo anniversario della nascita, è riservato uno speciale contributo video, una sorpresa che renderà possibile, per la prima volta, sfogliare idealmente il dialogo tra le poesie del maestro e i collage di Gastone, un’opera a sé che rende tangibile l’ammirazione e l’amore che Pietrucci ha sempre manifestato per il poeta.
Le ultime due Stanze propongono uno stretto dialogo di richiami e rimandi tra collage e haiku, frutto della collaborazione di Gastone con la poetessa e regista Allì Caracciolo, che continua con un’ampia successiva sezione ispirata a Dante e alla Divina Commedia con le opere realizzate da Pietrucci da dicembre 2021 a febbraio dell’anno corrente.
“A ispirarci in questo evento, – spiega il curatore Roberto Gigli - è stata la stessa poliedrica natura di Gastone Pietrucci. Siamo partiti proprio dal suo irrefrenabile desiderio di esprimersi, dalla sua fluida e potente vena artistica che attraversa la musica e il canto, la poesia, il teatro, la letteratura. Poesie, drammi, metriche, stili e linguaggi magicamente rielaborati, abbracciati in nuovi equilibri di senso che Gastone, magistralmente, trasforma in Opere con la tecnica del collage.
L’antologica “Gastone Pietrucci, i collages”, a cura di Roberto Gigli, è promossa dal Gruppo di Ricerca e Canto Popolare La Macina con il patrocinio della Fondazione Carisj, del Consiglio Regionale delle Marche, dei comuni di Jesi, Monsano, Montecarotto, Morro d’Alba e Polverigi, del Circolo Cittadino di Jesi, con il sostegno del Ristorantino del Circolo Cittadino, della Cna, dell’accademia di Comics, Creatività e Arti visive Acca di Jesi e Roma, e in collaborazione con l’associazione culturale William e Carson, il CTP Centro di Tradizioni Popolari e l’associazione Stupor Mundi Jesi.
*
Monsano
(An)-“Arco dei Angeli” Varano di Ancona- Casale Costarelli, Camerata Picena-
Libreria Gira&Volta Jesi
Maiolati
Spontini (An)-- Montegiorgio (Fe)- Morro d’Alba (An)- Polverigi (An)- Serra de’ Conti (An)
e con contributo e il patrocinio
Comune di Monsano - Fondazione Pergolesi Spontini
e il patrocinio e la compartecipazione del
Consiglio Regionale delle Marche
a cura de
Centro Tradizioni Popolari
37° MONSANO FOLK FESTIVAL
Festival gemellato dal 2012 con Civitella Alfedena Folk
Festival (AQ)
e dal 2022 con il World Land Festival della Musica e della Cultura
dal Mondo
Ideazione e Direzione artistica: Gastone Pietrucci
31 LUGLIO – 18- AGOSTO 2022
PROGRAMMA ANALITICO
POLVERIGI (AN) – DOMENICA 31 LUGLIO – ORE 21,45
DUO
ROMANO DI MUSICA POPOLARE
________________________________________________________________________________
Chiostro di Villa “Nappi” - Concerto Inaugurale del Festival
In collaborazione con il Comune, l’Assessorato alla Cultura di
Polverigi
SUSANNA BUFFA & LUDOVICA
VALORI
in
SUONI DAL BUIO
Canti popolari di donne che resistono
Ludovica Valori e Susanna Buffa
Susanna Buffa, voce, chitarra, autoharp, piccole percussioni
Ludovica Valori, voce, fisarmonica, trombone
Dall'oscurità
profonda della fatica, dell'emigrazione forzata, della violenza subìta nei
passati due secoli, emergono le voci di tante resistenti che si esprimono
attraverso la forza del canto di tradizione popolare. Susanna Buffa, voce,
autoharp e chitarra, e Ludovica Valori, voce, fisarmonica e trombone, fanno da
guida in questo viaggio dal buio verso lal luce le cui tappe sono i canti
narrativi e quelli del lavoro, le serenate e i canti di emigrazione. Tra le
fonti emergono alcune tra le figure femminili più influenti del folk italiano:
Italia Ranaldi, Graziella Di Prospero, Caterina Bueno, Giuseppina Romano, per
una ricerca musicale e sonora che si estende alle regioni del centro Italia,
con riferimenti agli archetipi del canto narrativo nordico e con particolare
attenzione al repertorio rurale. Susanna Buffa e Ludovica Valori collaborano da
circa tre anni; si esibiscono in Italia e all'estero e, recentemente, hanno
preso parte al Dhow Festival di Doha, Qatar, dove hanno rappresentato l'Italia
con la musica della nostra tradizione. Per la prima volta al Monsano Folk Festival, presentano il
loro primo lavoro discografico del 2020, Suoni dal buio
Copertina
del disco di Simona Buffa e Ludovica Valori, Suoni dal buio - Ludovica
Valori e Simona Buffa
Ingresso libero sino ad esaurimento dei
posti
In
caso di maltempo il concerto si terrà nella Chiesa del SS.Sacramento di Villa
“Nappi”
Per ulteriori approfondimenti vedi
APPARATO N. 1
*
MONTEGIORGIO (FM) – MARTEDÌ 2 AGOSTO – ORE 21,45
IL DOVERE DELLA MEMORIA
_______________________________________________________________________________________________________________
MONTEVERDE DI
MONTEGIORGIO, Largo Cifola - Concerto Grande della Sera
In collaborazione con il Comune,
l’Assessorato alla Cultura di Montegiorgio e con l’
ottava edizione del
WORLD
LAND FESTIVAL
LA MACINA
in
NEL CANTO LA MEMORIA*
Concerto per i
ventuno anni di Mario Cifola, partigiano
La Macina- Mario Cifola
Gasone Pietrucci-Adriano Taborro-
Roberto Picchio
Marco Gigli-Riccardo Andrenacci – Marco
Tarantelli – Giorgio Cellinese -
La Macina
Gastone
Pietrucci, voce
Adriano
Taborro, chitarra acustica, violino,
mandolino
Marco
Gigli, voce, chitarra
Roberto
Picchio, fisarmonica
Riccardo
Andrenacci, batteria, percussioni
Marco
Tarantelli, contrabbasso
Giorgio
Cellinese, coordinatore
Questa serata di
Montegiorgio (Fm), inserita nel Cartellone del WORLD LAND FESTIVAL, è dedicata alla memoria di MARIO CIFOLA (1923-1944) di Monteverde
di Montegiorgio, partigiano, ucciso brutalmente dai tedeschi proprio a Montottone
il 15 Giugno 1944. La Macina, dedica il concerto di questa sera, Nel
canto la memoria, al suo ricordo, ai suoi ventuno anni, al suo coraggio
e alla sua dedizione.
Alida Cifola racconta, con orgoglio, le
azioni di suo zio Mario, fratello maggiore del padre, soprattutto la
sottrazione di armi e munizioni dall’abitazione del fascista Settimio Roscioli
–noto per la sua ferocia-, ovviamente passate alla Resistenza. “La sua tragica
morte per mano tedesca servì a placare le ire dei militari nemici dello
sciagurato regime di Salò che avevano già bloccato duecento persone del paese
di Montottone accusandole di collaborazionismo. Il ragazzo morì da valoroso.
Purtroppo “ ..i regimi infami hanno questo triste destino, di sopprimere o
perseguitare o emarginare gli elementi migliori della società, perché ne temono
giustamente il giudizio, la critica e l’opposizione. Che il suo esempio resti
insegnamento imperituro per questo Paese, che ancor oggi ha forte bisogno di
tali memorie se vuoleconservarsi fedele a quei principi di libertà e di
democrazia che la Resistenza al nazifascismo ha ripristinato a prezzo di tanti
sacrifici”.
* In
esclusiva per il Monsano Folk Festival
Ingresso libero sino ad esaurimento dei
posti
Per ulteriori approfondimenti vedi
APPARATO N.2
*
MAIOLATI SPONTINI (AN)
- GIOVEDÌ 4 AGOSTO – ORE 18,30
PER
SOLO ORGANETTO
_____________________________________________________________________________________________________________
Via Massarella, 16 – Concerto Familiare del Tramonto
nel verde della casa in campagna di
Daniela e Franco Cecchini
RICCARDO TESI
in
LA MAGIA DELL’ORGANETTO
E LA POETICA DELLA
MEMORIA *
con l’amichevole
partecipazione straordinaria di
GASTONE PIETRUCCI
accompagnato alla
chitarra da MARCO GIGLI
Sotto
il bersò:
Mostra "Concerto per
volto solo"
Gastone
nelle foto di Franco
Cecchini
Presentazione di Allì
Caracciolo
Riccardo
Tesi
Questo Concerto Incontro del Tramonto, si
effettua, grazie alla generosità e all’ospitalità di Franco e Daniela Cecchini, nella loro accogliente casa dislocata
nella suggestiva campagna di Maiolati Spontini. Un Concerto al Tramonto , in una atmosfera bucolica dove il paesaggio
fascinoso, farà da sfondo (come una quinta naturale) all’ intenso concerto di Riccardo Tesi e del suo magico
organetto diatonico. Con questo Concerto Familiare, riprendiamo simbolicamente
quell’antica usanza che La Macina aveva instaurato, nel 1998, in occasione del suo trentennale di
attività, ofrendo ai suoi amici più cari e più affezionati, nel corso di tutto
quell’anno (uno al mese) una serie di concerti particolari, intimi, “familiari”
, denominati appunto “La Macina in
Famiglia”.
Compositore,
strumentista e ricercatore, Riccardo
Tesi è stato un autentico pioniere dell’etnica in Italia. Dagli esordi
decisamente folk nel 1978 al fianco di Caterina Bueno, il noto organettista
pistoiese si è confrontato non solo con le tradizioni toscane e italiane, ma
anche con quelle basche, inglesi, francesi e malgasce, con il jazz, il liscio e
la canzone d’autore. ..con il jazz,
il liscio e la canzone d'autore. Ha collaborato a livello nazionale -oltre che
con Gianluigi Trovesi, Lucilla Galeazzi, Daniele Sepe, Gabriele Mirabassi- con
Ivano Fossati, Fabrizio De Andrè, Giorgio Gaber, Ornella Vanoni, Gian Maria
Testa, Carmen Consoli, Nada, Piero Pelù e gli Skiantos... Per la Macina ha armonizzato la versione di Benediciamo a Cristoforo Colombo…, e partecipato alla realizzazione
del loro primo volume della trilogia dell’ Aedo
malinconico e ardente, fuoco ed acque di canto
(Storie di Note SDN024,2002) incidendo oltre Colombo,… anche Io me ne vojo andà pel mondo sperso…una
particolare versione del classico saltarello marchigiano.Tra i numerosi riconoscimenti, da ricordare che nel
2002 gli è stato assegnato il Premio “Voce
d’oro” nel concorso di Castelfidardo “per
l’attività di diffusione e valorizzazione, nel panorama musicale internazionale, dell’organetto” il suo strumento, antenato della
fisarmonica. Primo suo concerto a Jesi nel 1982 in
piazza delle Monnighette per JesiEstate diretta
da Franco Cecchini che ora, assieme all’amico Gastone Pietrucci direttore
artistico del Monsano Folk Festival, lo ha nuovamente invitato per festeggiare
nel verde delle colline di Maiolati i loro “Oh!
Tant’anni…”
Infine sotto il bersò
della casa è stata allestita una piccola Mostra fotografica:
“Concerto per volto solo”
Gastone nelle foto di Franco Cecchini
scattate a Jesi, nel Teatro “Pergolesi”, in occasione
della Serata Inaugurale del 33° Monsano Folk Festival 2018.
La Mostra sarà presentata e introdotta da Allì Caracciolo.
Tre degli scatti di Franco Cecchini della Mostra “Concerto per volto solo” che saranno espoti sotto il bersò
“Le foto sono molto belle
[...] Comunque sono bellissime e narrano molto di Gastone. Complimenti”
Allì
Alcune immagini del bersò
(dove saranno esposti òle 18 Foto dlla Mostra, “Concerto per volto solo”
ATTENZIONE!!! PER PRENOTAZIONI
(sino a esaurimento dei posti
disponibili)
TELEFONARE A:
La Macina: 07314263 /(Giorgio) 3356444547
Inoltre ricordiamo ai “fortunati”
ammessi a questo straordinario evento familiare
di posteggiare la macchina nel
parcheggio avanti al Comune, passeggiare tra querce e oliveti
fino alla casa in fondo a via
Massarella 16, portare una stuoia o altro per sedersi sul prato.
Dopo il concerto è possibile
cenare in paese nei ristoranti convenzionati di Maiolati:
Libero Arbitrio |
Party Uptown
Marco
Gigli e Gastone Pietrucci
Riccardo Tesi, organetto
e con la
partecipazione straordinaria di
Gastone Pietrucci, voce
Marco Gigli, chitarra, voce
Gastone Pietrucci
eccezionalmente
accompagnato da Riccardo Tesi, Maurizio
Geri e la sua Banfdtaliana
al Premio Nazionale Città di Loano per la Musica Tradizionale Italiama
(Luglio 2011)
Alcune foto della casa di campagna di Daniela e Franco
Cecchini e del paesaggio che la circonda
* In esclusiva per il Monsano Folk Festival
In caso di pioggia il concerto si svolgerà nella
Chiesa di San Silvestro di Monteroberto (g.c.)
Per ulteriori approfondimenti su ROBERTO
TESI
E SULLA PRESENTAZIONE DI ALLI’ CARACCIOLO
SULLA
MOSTRA FOTOGRAFICA“CONCERTO
PER VOLTO SOLO”
APPARATO N.3
*
MONSANO (AN) – SABATO 6 AGOSTO – ORE 21,45
DI NUOVO INSIEME I DUE GRUPPI STORICI DEL
FOLK E DEL ROCK MARCHIGIANI
__________________________________________________________________________________________________
Piazza dei Caduti– Concerto-Grande della Sera
In collaborazione con il Comune, l’Assessorato alla Cultura di Monsano
MACINA-GANG
in
ANTICIPAZIONE DEL NUOVO PROGETTO
“NEL TEMPO E OLTRE CANTANDO” N. 2 *
TRA I DUE GRUPPI “STORICI” DEL FOLK E DEL ROCK ITALIANO
Un’attesa
reunion che farà rincontrare di
nuovo, come per magia,
due
mondi sonori, così lontani e straordinariamente così vicini
Nel 2000, per la prima
volta fu presentato al Monsano Folk Festival, il primo progetto Macina-Gang, che poi nel 2004, scaturì
nell’ormai famoso lavoro discografico, il cd Nel tempo e oltre cantando. Collaborazione tra i due “storici”
gruppi marchigiani del folk di Gastone Pietrucci e del rock dei Fratelli Marino e Sandro Severini,
che riscosse un unanime grande successo di critica e di pubblico.
Macina-Gang, tra l’altro fu segnalato e premiato al Premio Tenco 2004, come SuperGruppo
dell’Anno. Ora, dopo più di venti anni, i due Gruppi, ritentano un bis,
auspicato e atteso dai rispettivi fans dei
Gruppi da diversi, troppi anni. Così, ancora una volta, il Monsano Folk
Festival, ospiterà, questa prima. ghiotta anticipazione del nuovo progetto
musicale Nel tempo e oltre cantando n. 2.
Un’attesa reunion che farà
rincontrare di nuovo, come per magia, due mondi sonori, così lontani e
nonostante tutto così vicini.
Gastone Pietrucci
(Macina) - Marino Severini e Sandro Severini (Gang)
NUOVO PROGETTO MACINA-GANG 2022
La
Macina
da i Gang
ha scelto di
elaborare i seguenti brani:
1.
Gli Angeli di Novi
Sad, da Sangue
e cenere, 2005
2.
Via Italia, da Storie d’Italia, 1993
3. E’ terra nostra, da Il
seme e la speranza, 2006
4. La corte dei miracoli, da Una volta per sempre, 1995
5. Il Re bambino, da Una
volta per sempre, 1995
I Gang da La Macina hanno
scelto di elaborare i seguenti brani:
1.
Benediciamo a
Cristodoeo Colombo…, Aedo malinconico e
ardente fuoco e acque di canto (vol. 1), 2002
2.
So’ stato a llavorà a
Montesicuro…, da
Aedo malinconico e ardente fuoco e acque
di canto (vol. III), 2010
3. Sotto la croce Mmaria… da Aedo malinconico e ardente fuoco e acque di
canto (vol. 1), 2002
4. Bella sei nada femmena… da Aedo malinconico e ardente fuoco e acque di
canto (vol. 1), 2002
5. La ballata del brigante Pietro Masi, detto Bellente, da Aedo malinconico e ardente fuoco e acque di
canto (vol. 1), 2002
I brani che saranno
anticipati dai due Gruppi in questa serata monsanese,
insieme ai brani
tratti da loro primo lavoro comunitario, Nel
tempo e oltre cantando. del 2004, sono:
Gli Angeli di Novi Sad
Via Italia
E’ Terra nostra
Benediciamo a Cristoforo Colombo…
Bella sei nada femmena…
La ballata del brigante Pietro Masi, detto
Bellente
Poi verranno riproposti alcuni brani del primo progetto
Macina-Gang
scaturiti nel progetto, Nel tempo e oltre cantando:
Le radici e le ali
Stavo ‘n bottega che llavoravo… /La pianura dei sette
fratelli
Carridà carridà ssignora…
Cioetta cioetta…
Cecilia
Sesto San Giovanni / E’ ffinidi i bozzi boni…
So’ stato a llavorà a Montesicuro
Sotto la croce Mmaria…
Kowansky
La Pasquella /Saltarello
Buonanotte ai viaggiatori
Macina-Gang
La Macina
Gastone
Pietrucci, voce
Adriano
Taborro, chitarra acustica, violino,
mandolino
Marco
Gigli, voce, chitarra
Roberto
Picchio, fisarmonica
Riccardo
Andrenacci, batteria, percussioni
Marco
Tarantelli, contrabbasso
Giorgio
Cellinese, coordinatore
Gang
Marino Severini -
voce, chitarra 12 corde
Sandro Severini - chitarra elettrica
Marino Severini-Gastone Pietrucci-Sandro
Severini (Fotografati da Emanuela Sforza, Jesi, 2004)
*In esclusiva per il
Monsano Folk Festival
Ingresso libero sino ad esaurimento dei
posti
In
caso di maltempo il concerto si terrà nella sede dell’Auditorium di Monsano
(Via Falcone)
Per ulteriori approfondimenti su i GANG
e sulla loro canzone GLI ANGELI DI NOVI
SAD vedi
APPARATO N.4
*
MORRO D’ALBA (AN) – DOMENICA 7
AGOSTO – ORE 21,45
VIAGGIO MUSICALE ATTRAVERSO LA MUSICA
POPOLARE DEL MONDO
____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
Piazza Barcaroli -
Concerto-Grande
della Sera
In collaborazione con il Comune, l’Assessorato alla Cultura di Morro
d’Alba
e con l’ ottava edizione del WORLD
LAND FESTIVAL 2022
WORLD LAND ORCHESTRA
in
MUSICA POPOLARE DAL MONDO
World Land Orchestra
Lara Giancarli, voce e percussioni minori
Dario Aspesani, strumenti a corda e
direzione musicale
Luca Catena, violino
Sandro Ciarpella, basso elettrico
Fabio Andrenacci, percussioni
Lara Giancarli
Dario Aspesani
L’Orchestra World Land è la band ufficiale
del Festival World Land, con il quale, da quest’anno si è gemellato con il
Monsano Folk Festival. In questo nuovo progetto musicale, l’Orchestra
accompagna la voce solista di Laura
Giancarli, nel suo lungo viaggio musicale tra la musica popolare del mondo,
sapientemente miscelata dagli artisti worldland. La ricerca musicale è
alla base di questo interessante progetto musicale, che utilizza la tecnologia
moderna nel mixaggio dei suoni, cercando di lasciare incontaminato il tessuto
musicale che va a interpretare.
Il repertorio si basa su
musica tradizionale che spazia dal Salento alla Toscana,dalla Campania alla
Sicilia, dal Nord Europa, all’ Europa dell’Est,
a Cuba, alle Marche. Un repertorio straordinario, variegato, intenso che arriva fin nel profondo dell’anima.
Ingresso libero sino a esaurimento dei
posti
In caso di maltempo il Concerto si terrà nell’Auditorium Santa Teleucania di Morro d’Alba
*
ANCONA- GIOVEDI’ 11 AGOSTO –
ORE 18,30
UNA MACINA “DIVERSA” PER
FRANCESCO SCARABICCHI
___________________________________________________________________________________________________
Frazione di VARANO,
228- Anfiteatro dell’Arco dei Angeli –Concerto-Cena
del Tramonto
In collaborazione con Bed and Wine “ Arco dei
Angeli”
CONCERTO CENA CON MACINA
TRIO
(GASTONE PIETRUCCI-ADRIANO
TABORRO-MARCO GIGLI)
in
SOLO VOCE E CHITARRE *
con la partecipazione
straordinaria di
LIANA DE GREGORIO SCARABICCHI,
voce recitante
__________________________________________________________
Adriano
Taborro-Gastone Pietrucci-Marco Gigli
TRIO MACINA
Adriano
Taborro – Gastone Pietrucci – Marco Gigli
Liana
De Gregorio Scarabicchi
Gastone
Pietrucci, Ancona, Mole Vanvitelliana, 17 Agosto 2021, in Nave che porti al niente. ConcertoPoesia per Francesco
36° Monsano Folk Festival
TRIO MACINA
Gastone Pietrucci,
voce
Adriano Taborro,
chitarra, mandolino, oud
Marco Gigli, chitarra,
voce
con la partecipazione
straordinaria di
LIANA DE GREGORIO SCARABICCHI , voce
recitante
Liana De
Gregorio Scarabicchi , voce recitantte
– Adriano Taborro, Oud (particolare
dello strumento)-
Un concerto inedito
di tre componenti de La Macina (MACINA TRIO: Gastone Pietrucci-Adriano
Taborro e Marco Gigli), in una location
particolarmente suggestiva: l’Anfiteatro “Arco dei Angeli”, nella Frazione
Varano di Ancona. In questo piccolo, magico e spettacolare “angolo di paradiso
terreno” (che dal 10 giugno, porta il nome di Francesco Scarabicchi,
poeta) il Trio, presenterà, con la sola voce “scura e torturata” di Gastone
Pietrucci, accompagnata dalle chitarre di Adriano Taborro e Marco Gigli, nuove
versioni, di alcune, tra le più belle canzoni dello sterminato repertorio de La
Macina. La serata dedicata a Francesco Scarabicchi,
poeta, sarà arricchita dalla partecipazione straordinaria di Liana De Gregorio
Scarabicchi, compagna del poeta, che leggerà una piccola, ma significativa
silloge di liriche del grande, indimenticabile poeta anconetano e grande amico
de La Macina. L’evento si concluderà con la cena offerta dal Bed and Wine “ Arco dei Angeli”, Azienda
di Lorenzo Chiucchioni.
Serata dedicata a Francesco Scarabicchi,
poeta
grande amico de La Macina
Francesco
Scarabicchi
(1951-2021)
La
Macina durante l’esibizione nell’Anfiteatro “Arco dei Angeli” , il 10 giugno,
nel giormo della titolazione del luogo a Francesco Scarabicchi
COSTO CENA + CONCERTO € 35,00
PRENOTAZIONI: ETTORE (“ARCO
DEI ANGELI”) 3472288088
* In
esclusiva per il Monsano Folk Festival
Alcuni scatti suggestivi dell’Arco dei
Angeli (Varano di Ancona)
Per ulteriori approfondimenti vedi
APPARATO N.5
*
SERRA DE CONTI (AN) – VENERDI’
12 AGOSTO – ORE 21,45
SUGGESTIONI SONORE TRA FOLK, WORLD MUSIC,
LOUNGE E ROCK
____________________________________________________________________________________________________________________________
Piazza Gramsci - Concerto-Grande della Sera
In collaborazione con il Comune e l’Assessorato alla
Cultura di Serra de’ Conti
ONEIRIC FOLK
in
POP & POPULAR THINGS
con l’amichevole
partecipazione straordinaria di
GASTONE PIETRUCCI e
MARCO GIGLI
Oneiric Folk
“Oneiric Folk è un gruppo che unisce i suoni della la
musica popolare, come il fado, la
musica tradizionale marchigiana (nostra terra di provenienza), musica
trobadorica, greca, irlandese, blues,
yiddish, il pop (ad esempio Led Zeppelin, Doors, Depeche Mode, ecc..) con l'apporto
di musiche originali del gruppo. Il risultato è un'atmosfera tra world music, lounge e rock. Pop & Popular è un “laboratorio” dove cerchiamo di
abbattere quella barriera, tutta italiana, esistente tra la musica popolare ed
il pop, cioè la musica popolare
contemporanea intesa non come quell'arte “innocua” imposta dai media per “far
piacere” al popolo, ma quella che viene dal popolo ed assomiglia veramente al
popolo...” (Adriano Taborro).
Nel 2016 hanno inciso il loro primo, interessante lavoro discografico,
il cd, Oneiric Folk (Pop &
popular things) . Fiore
all’occhiello del Monsano Folk Festival, ritorna a grande richiesta a esibirsi
ancora una volta, tra i grandi protagonisti del Festival.
Si può capire quanto significativa e importante nella ricerca
contemporanea, nonché filologicamente corretta, sia l'idea di Adriano Taborro
di avvicinare blues, fado, musica popolare marchigiana,
tipologie musicali che affondano le loro radici nelle culture arcaiche non
scritte, di cui esprimono la passione e il dolore non solo individualmente, ma
come identità, dramma e storia della collettività. Idea che non solo funziona
come progetto di ricerca e dal punto di vista dei risultati, ma che è in grado
di creare proposte nuove e originali di suggestione fortissima e intensa. Ne
nasce qualcosa che non è più ciò che era all'origine ma che lo moltiplica in
mille significati e riferimenti acquisendo tutti gli strati delle culture
musicali che incontra, in un sistema che nell'inglobarle le trascende secondo
un lessico completamente originale e creativo, governato da una grammatica
rigorosa.” (Allì Caracciolo) .
Fiore all’occhiello del Monsano Folk Festival, ritorna a grande
richiesta a esibirsi ancora una volta, tra i grandi protagonisti del Festival.
Oneiric Folk
Adriano Taborro: chitarre,mandolino,
violino, oud.
Luigino Pallotta:fisarmonica
Claudio Mangialardi: contrabbasso, violoncello
Marco Lorenzetti: percussioni
Riccardo Andreanacci,
batteria
con
l’amichevole partecipazione straordinarai di
Gastone Pietrucci, voce
Marco Gigli, chitarra
Gastone Pietrucci e Marco Gigli
Il polistrumentista Adriano Taborro fondatore dei Oneirik
Folk
Ingresso libero sino ad esaurimento dei
posti
In caso di maltempo il Concerto si terrà nel Teatro
Comunale Italia di Serra de’ Conti
*
CAMERATA PICENA (AN) –
SABATO 13 AGOSTO – ORE 19,30
ALLA
“RADIOSA PRESENZA” DI GIANFRANCO COSTARELLI
Frazione
CASSERO - Casale
Costarelli- Viale del Castello, 5 - Concerto Familiare del Tramonto
In collaborazione con Diego e Paola
Costarelli
GASTONE PIETRUCCI MARCO GIGLI E LAURITA PERGOLESI
in
IO, MARCO E LAURITA *
Tre mondi musicali a confronto
con l’amichevole
partecipazione straordinaria di
RICCARDO
BOTTEGAL, violino
e a sorpresa
Allì CARACCIOLO e Maria
Novella GOBBIi
Gastone Pietrucci-
Marco Gigli –Laurita Pergolesi
Riccardo Bottegal,
violino
Gastone
Pietrucci, voce
Marco Gigli, voce, chitarra
Laurita
Pergolesi, voce, chitarra
e
Riccardo
Bottegal, violino
Gastone Pietrucci con
Gianfranco Costarelli
La serata dedicata alla
“radiosa presenza” di Gianfranco Costarelli
la radiosa presenza. La qualità della luce
la qualità del ricordo si somigliano.
[…]
Allì Caracciolo, La distanza in La
Insomiglianza, 2007
Gianfranco Costarelli
Il Comune e l’Assessorato alla Cultura di Ccamerata
Picena, inaspettatamente, dopo ben quindici anni di fattiva collaborazione, ha cancellato
una delle serate più importanti e tradizionali del Festival , quella della
Corte del Castello del Cassero, dove gli artisti si esibivano rigorosamente in
acustica. Grazie al supporto della Famiglia
Paola e Diego Costarelli, questa serata del Festival, viene “recuperata” e
ospitata, generosamente nel loro Casale.
E così nel loro giardino, in acustica, al
Tramonto si esibiranno, Gastone
Pietrucci, Marco Gigli e
l’argentina, Laurita Pergolesi,
grande amica de La Macina, in un programma particolare e inedito. Ognuno dei
tre artisti si esibirà nel suo proprio mondo musicale: Gastone Pietrucci, nella
tradizione marchigiana, Marco Gigli, accompagnato straordinariamente dal violinista Riccardo Bottegal, nel suo particolare repertorio cantautoriale e Laurita Pergolesi, nel suo repertorio
argentino. Il concerto sarà chiuso da tutti gli artisti con l’esibizione
omunitaria di una canzone particolare (una lirica di Franco Scataglini, Di te io troppo dissi, musicata da la
Macina e in modo particolare da Marco Gigli) sul tema dell’emigrazione in
Argentina. La serata, come da tradizione, sarà dedicata alla “radiosa presenza”
di Gianfranco Costarelli e da
quest’anno acquista una valenza in più, svolgendosi proprio nel suo Casale,
immerso nella campagna del Cassero, che tanto amava. A sorpresa interverranno
le due “voci” storiche dello Sperimetale Teatro A, Allì Caracciolo e Maria Novella Gobbi.
Con questo ulteriore Concerto
Familiare, dopo quello di Maiolati Spontini del 4 agosto, nella Casa di
campagna di Daniela e Franco Cecchini , riprendiamo simbolicamente quell’antica
usanza che La Macina aveva instaurato,
nel 1998, in occasione del suo trentennale di attività, ofrendo ai suoi
amici più cari e più affezionati, nel corso di tutto quell’anno (uno al mese)
una serie di concerti particolari, intimi, “familiari” , denominati appunto “La Macina in Famiglia”.
*In
esclusiva per il Monsano Folk Festival
ATTENZIONE!!!
PER PRENOTAZIONI TELEFONARE A:
La Macina: 07314263 /(Giorgio) 3356444547
(sino a esaurimento dei posti disponibili)
Per ulteriori approfondimenti vedi
APPARATO N.6
*
MAIOLATI SPONTINI (AN) – DOMENICA 14 AGOSTO – ORE 21,45
1982-2022 - I QUARANTA ANNI DEL PRIMO DISCO DE LA
MACINA
________________________________________________________________________________
Parco Colle Celeste - Concerto-Grande della Sera
In collaborazione con il Comune, l’Assessorato alla Cultura di Maiolati
Spontini
Serata dedicata al ricordo di Piergiorgio
Parasecoli,
primo grande fisarmonicista de La Macina
LA MACINA
in
VENE IL SABADO E VENE IL VENERE… 40
*
Per
i quaranta anni di pubblicazione dello storico primo disco de La Macina
Nel 1982 La Macina
pubblica il suo primo, “storico” LP Vene il sabado e vene il venere…
(Madau-MD07) che ottenne il prestigioso Premio della Critica Discografica Italiana 1982.
riscuotendo un unanime successo di pubblico e di critica.
Ora La Macina, a
quarant’anni dall’uscita di quel celebre, fondamentale lavoro discografico (che
è stato l’inizio di tutta la sua folta e variegata Discografia che attualmente
consta ben diciannove titoli , distribuiti nei suoi ben cinquantaquattro anni
di attività e di successi) lo vuole riproporre in esclusiva a Maiolati
Spontini, con tutta la sua intatta carica di forza, di potenza, di ritmo, di
entusiasmo che solo la vera tradizione riesce a dare
Tutto il concerto
sarà dedicato alla memoria di Piergiorgio
Parasecoli, il suo primo, grande indimenticabile fisarmonicista, e avrà
l’amichevole partecipazione straordinaria di Giuseppe Ospici (uno dei quattro componenti de La Macina
“storica”). Nel concerto, l’attuale fisarmonicista de La Macina, Roberto Picchio, renderà ulteriore
omaggio a Piergiorgio, suonando
alcuni brani con la sua “storica” fisarmonica (grazie alla disponibilità e
generosità della famiglia).
Copertina
lp, Vene il sabado e vene il venere…, Madau Dischi-MD07,
1982: “… e dal cuore barlumi di nostalgia”, collage di Gastone Pietrucci,
1981
La
Macina “storica” (da sinistra):
Piergiorgio Parasecoli, Claudio Ospici, Gastone Pietrucci, Giuseppe Ospici
La Macina “storica”
Claudio
Ospici, canto, chitarra
Giuseppe
Ospici, canto, cembalo, chitarra *
Piergiorgio
Parasecoli, canto, fisarmonica, cembalo
Gastone
Pietrucci, canto, timpani, cembalo
Piergiorgio
Partasecoli
(1942-2021)
La Macina
Gastone
Pietrucci, voce
Adriano
Taborro, chitarra acustica, violino,
mandolino
Marco
Gigli, voce, chitarra
Roberto
Picchio, fisarmonica
Riccardo
Andrenacci, batteria, percussioni
Giorgio
Cellinese, coordinatore
La Macina
(Ancona, Teatro
Sperimentale, 2016)
Nel 1982 La Macina pubblica il suo primo, “storico” LP, Vene
il sabado e vene il venere… (Madau-MD07) che ottenne il prestigioso Premio
della Critica Discografica Italiana 1982. riscuotendo un unanime
successo di pubblico e di critica.
Ora La Macina, a
quarant’anni dall’uscita di quel celebre, fondamentale lavoro discografico (che
è stato l’inizio di tutta la sua folta e variegata Discografia che attualmente consta
ben diciannove titoli , distribuiti nei suoi ben cinquantaquattro anni di
attività e di successi) lo vuole riproporre in esclusiva a Maiolati Spontini,
con tutta la sua intatta carica di forza, di potenza, di ritmo, di entusiasmo
che solo la vera tradizione riesce a dare
Tutto il concerto
sarà dedicato alla memoria di Piergiorgio
Parasecoli, il suo primo, grande indimenticabile fisarmonicista, e avrà
l’amichevole partecipazione straordinaria di Giuseppe Ospici (uno dei quattro componenti de La Macina
“storica”).
Nel concerto ci sarà un passagio simbolico di
testimone, quando Roberto Picchio, suonerà con la fisarmonica di Piergiorgio
Parasecoli, alcuni brani in programma.
*Giuseppe Ospici avrebbe dovuto partecipare al
concerto, come ospite straordinario. Purtroppo per motivi di salute, a
malincuore, ha dovuto rinunciare. Tutta La Macina lo ringrazia e gli augura una
pronta guerigione
+
La
fisarmonica di Piergiorgio
A
seguire la presentazione di Michele L. Straniero al Vene il sabado e vene il venere…e alcuni delle più significative segnalazioni critiche dell’epoca:
E’ BUONA LA FARINA SE LA
MACINA E’ BUONA
“Con Pietrucci e i suoi, quando ci vediamo è
sempre festa… Da cosa nasce quest’entusiasmo, questa letizia piena di fervore?
Anzitutto dall’amicizia che lega tra loro tutti i componenti della Macina e che
si allarga… a tutti quelli che prima o poi vengono in contatto coi “ragazzi”
(beh, ragazzi ormai trenta e quarantenni, ma non li dimostrano quasi!) di
Monsano e di Jesi. Poi,dall’entusiasmo evidente, pieno di contenuto fervore,
che li anima tutti, e specialmente quel Gastone al quale il gruppo fa capo e
riferimento, giacché è lui che si occupa della ricerca “sul campo”, dello
studio e della comparazione sui libri, e quindi della messa a punto e della
buona riuscita e propagazione degli spettacoli. E’ una gioia e un motivo
d’orgoglio, per noi, sentire Pietrucci che raccolta di essersi accostato e poi
entusiasmato al canto popolare, assistendo, nel lontano 1964, alla
presentazione del concerto di Bella Ciao
al settimo Festival dei Due Mondi di Spoleto: questi sono proprio i
continuatori, i discepoli, i “figli” giusti che uno può desiderare nel nostro
lavoro. E Gastone, Claudio, Giuseppe, Piergiorgio, hanno la prospettiva giusta:
si sono dedicati a questo lavoro con una bella umiltà e pazienza, e adesso,
dopo una storia lunga di un bel po’ di anni, meritano di essere presentati al
pubblico più vasto del mercato discografico: perché si senta che anche del loro
impegno vive e vibra una stagione presente della musica popolare, alla quale
molti – troppi – avrebbero voluto intonare da tempo il miserere, mentre sarà essa che li seppellirà”.
Michele
L. Straniero (dalla presentazione alo disco Vene il sabado e vene il venere… Canti e
tradizioni della cultura orale marchigiana raccolti nell’anconetano, Madau
Dischi-MD07, 1982 lp.mk)
* In
esclusiva per il Monsano Folk Festival
Ingresso libero sino ad esaurimento dei
posti
Per ulteriori approfondimenti vedi
APPARATO N.7
*
JESI (AN)- MARTEDI’ 16
AGOSTO – ORE 19,00
I POETI AMATI DA LA MACINA
______________________________________________________________________________________________________________________
Libreria Gira&Volta-
Via Pergolesi, 22 – Concerto Poetico-Musicale del Tramonto
In collaborazione con la Libreria Gira&Volta di Jesi
GASTONE PIETRUCCI E MARCO
GIGLI
in
IA MACINA E I POETI*
Dante,
Pier Paolo Pasolini e i poeti marchigiani musicati e interpretati da La
Macina per solo voce e chitarra
con l’amichevole
partecipazione straordinaria di
MILENA FREGORI, voce recitante
Gastone Pietrucci – Marco Gigli
Marco Gigli – Gastone Pietrucci
Milena Gregori, voce recitante
I POETI AMATI E MUSICATI DA LA
MACINA
Dante Alighieri --Pier
Paolo Pasolini – Franco Scataglini – Allì Caracciolo – Francesco Scarabicchi
Concerto particolare, intimo, intenso, emozionante di
grande pathos, questo che Gastone Pietrucci e Marco
Gigli offrono, nel particolare, suggestivo spazio della Libreria
Gira&Volta di Jesi. Un “Concerto-Poetico-Musicale”
che nasce dalla vocazione profonda di chi si ostina a confermare la solidità
della partola e la tremante libertà della musica nel cuore della vita di
ognuno, e vuole rendere un doveroso omaggio a Dante Alighieri (del quale per lo spettacolo teatrale Riveder
le stelle, nel 2022, La Macina ha musicato due liriche Amore che ne ‘la mente mi ragiona dal Convivio e dalle Rime, Guido io vorrei che tu Lapo e io ) e a Pier Paolo Pasolini (e alla sua
struggente Suplica a mia madre, sempre
musicata da La Macina) e a tre tra i più significativi poeti marchigiani
contemporanei, Franco Scataglini, Allì
Caracciolo e Francesco Scarabicchi. Cinque poeti e le loro liriche musicate
da Adriano Taborro e Marco Gigli con La Macina tutta e che ora saranno presentate solo per voce e
chitarra, in una esecuzione minimale, ma particolarmente efficace e di grande
impatto, per pochi fortunati “spettatori-testimoni”. Milena Gregori e la sua calda, splendida voce intriodurranno, volta
per volta le varie liriche dei poeti.
Scaletta della Serata
1.
Amor che nella mente mi ragiona da Convivio, III, Canzone (Dante-M. Gigli- La Macina)
2.
Guido i’ vorrei che tu Lapo ed
io da Poesia LII, dette Rime (Dante-A. Taborro- La Macina)
3.
Supplica a mia madre da Poesia in forma di rosa, 1964 (Pier Paolo Pasolini- A.Taborro- G. Pietrucci)
4.
L’amore infermo da Carta Laniena, 1982 (Franco Scataglini- M. Gigli- G.Pietrucci)
5.
Di te io troppo dissi da El sol, 1995 (Franco Scataglini- M. Gigli- G.Pietrucci)
6.
Mi gela gli occhi l’aria da Una
città di scoglio, 2016 (Francesco Scarabicchii- M. Gigli- G.Pietrucci)
7.
Nave che porti al niente. Strofe per La Macina da La figlia che non piange, 2021 (Francesco
Scarabicchii- M. Gigli- G.Pietrucci)
8.
Lauda anconitana da So’ rimaso la spina, 1973-1977 (Franco Scataglini- M. Gigli-
G.Pietrucci)
9.
L’anima canta stanca inedita (Allì Caracciolo- M. Gigli-
G.Pietrucci)
10.
Nomi fuligginose da El sol, 1995 (Franco Scataglini- M. Gigli- G.Pietrucci)
DOPO IL
CONCERTO, L’APERITIVO SARA’ OFFERTO DALLA LIBRERIA GIRA&VOLTA,
PRESENTAZIONE
E CURA DI GIANNI CENTANNI
L’Aperitivo su prodotti di eccellenza della tradizione
marchigiana (salumi, formaggi, vino)
* In
esclusiva per il Monsano Folk Festival
ATTENZIONE!!!
SARANNO AMMESSI 25 “SPETTATORI-TESTIMONI”
SOLO SU
PRENOTAZIONE- TELEF: LIBRERIA: 0731204853
Per ulteriori approfondimenti su I TRE
POETI MARCHIGIANI
(A.CARACCIOLO –F. SCATAGLINI -F. SCARABICCHI)
MILENA GREGORI
e
sulla LIBRERIA GIRA&VOLTA vedi
APPARATO N. 8
*
MONSANO (AN) – GIOVEDI’ 18 AGOSTO – ORE 21,45
IN RICORDO DI “SIMO”
______________________________________________________________________________________________________________________________________
Piazza dei Caduti - Concerto di Chiusura del Ricordo e della Memoria
In collaborazione con il Comune, l’Assessorato alla Cultura di Monsano
Per
la Serie Foglie d’Album
(edizione speciale)
LA MACINA E LO SPERIMENTALE
TEATRO A
in
“rossoSIMONA” *
Nel ricordo di Simona Stronati
con l’amichevole
partecipazione straordinaria di
EMMA MONTANARI - FILIPPO
PAOLASINI - LAURITA PERGOLESI
e con
GIORGIO
CELLINESE
NADIA
PIRANI ORAZI
SILVANA
MASSI BASTARI
a
cura di Gastone Pietrucci
Regia:
Allì Caracciolo
Simona
Stronati
(1950-2021)
Non ho più molto da dire
se
non essere consapevole
che voi siete con me
in ogni e dove io sarò.
Simona
Jesi, 31 Dicembre 2018
“Simo” in una delle serate de Il “nostro”
Sanremo (Teatro “Alfieri” di Montecarotto) e a Monsano nella sua prima
esibizione “artistica”, 1950
Adriano
Taborro-Marco Gigli-Gastone Pietrucci-Roberto Picchio-Riccardo Andrenacci
-Marco Tarantelli-Giorgio Cellinese
La Macina, Jesi, Teatro “Pergolesi”, Maggio
2021
La Macina
Gastone
Pietrucci, voce
Adriano
Taborro, chitarra ,violino, mandolino
Marco
Gigli, voce, chitarra
Roberto
Picchio, fisarmonica
Riccardo
Andrenacci, batteria, percussioni
Marco Tarantelli, contrabbasso
Giorgio
Cellinese, coordinatore
Sperimentale Teatro A (S.T.A.)
Allì Caracciolo, regista,
voce recitante
Maria
Novella Gobbi , voce recitante
con l’amichevole partecipazione straodinaria di
Emnma
Montanari, voce, violone (liron)
Filippo Paolasini, voce, chitarra
Laurita
Pergolesi, voce, chitarra
e con
Giorgio
Cellinese, voce
Nadia Pirani
Orazi, voce
Silvana Massi
Bastari, voce
Allì Caracciolo – Maria Novella Gobbi (S.T.A) – Emma Montanari - Filippo Paolasini
– Laurita Pergolesi
Giorgio Cellinese
- Nadia Pirani Orazi - ilvana Massi Bastari
Ancora un ricordo,
ancora un altro Fascicolo particolare di Foglie
d’Album (edizione speciale ) per Simona
Stronati, scomparsa proprio il 18 agosto del 2021. Simona, una storica
componente de La Macina, ma soprattutto una cara, carissima amica di tutti noi,
sarà ricordata con questo grande concerto di Chiusura del Festival da La Macina tutta, da Allì Caracciolo e Maria Novella Gobbi, dello
storico Sperimentale Teatro A.. (S.T.A) e da altre partecipazioni
straordinarie, come Emma Montanari , altra grande voce femminile
de La Macina, l’attore, regista,
“cantante” Filippo Paolasini,
l’amica comune argentina, la cantante, chitarrista Laurita Pergolesi , le due voci femminili della Macina degli inizi,
Nadia Pirani Orazi e Silvana Massi Bastari e il “sesto” de
La Macina, Giorgio Cellinese. E così nella Piazza dei Caduti di Monsano,
sarà come “riportare a casa” Simona, in quella piazza dove è nata e dove ha
passato tutta la sua giovinezza. Il
Concerto sarà preceduto dalla proiezione di un breve, struggente filmato (circa
7’) di Simona, tratto dal Documentario
MAPS * degli Asini Bardasci (Progetto vincitore del Bando REFREH: Lo spettacolo delle Marche per
le nuove generazioni, sostenuto dalla Regione Marche e coordinato dal
Consorzio Marche Spettacolo) girato nel novembre 2020. Un doveroso omaggio a
Simona (Simo per gli amici) da quella
Macina che è stata parte integrante e assoluta della sua vita e da tutti gli
amici che hanno avuto la fortuna di conoscerla e di amarla.
*Concept MAPS Asini
Bardasci – Cura e supervisione: Paola Ricci-
Actor coaching: Filippo Paolasini
- Regia e montaggio video: Pietro Piva – Simona è nell’episodio II: Simona è Diotallevi.
*In esclusiva per
il Monsano Folk Festival
Ingresso libero sino ad esaurimento dei
posti
In
caso di maltempo il concerto si terrà nella sede dell’Auditorium di Monsano
(Via Falcone)
Per ulteriori approfondimenti vedi
APPARATO N.9
***
APPARATO N. 1
SIMONA BUFFA E LUDOVICA VALORI
Ludovica Valori – Susanna Buffa
Susanna Buffa (Roma, 1966). Cantante folk, musicista, giornalista musicale, inizia a calcare i palchi nel 2006 al fianco di Lucilla Galeazzi, protagonista assoluta del nostro folk revival. Dopo questo incontro, inizia ad approfondire la conoscenza del canto popolare di tradizione orale del centro Italia, con particolare attenzione per la musica popolare dell'Umbria. Coinvolta in diversi progetti di Lucilla Galeazzi, con lei in duo ma anche nel suo ensemble vocale Levocidoro, con queste ed altre formazioni si esibisce in Francia, Belgio e Lussemburgo. Come vocalist ha collaborato con artisti folk come Raffaello Simeoni e musicisti della scena elettronica, sperimentale e underground tra cui il compositore Teho Teardo e i musicisti Eugenio Valente e Marco Machera con cui ha fondato il progetto The Batts, il musicista italoolandese Tenedle e la rock band Guignol. Con Eugenio Valente ha composto la musica per il cortometraggio "Lavender Braid" della regista californiana Magdalena Hill (2016) in uscita a fine 2019 per la Kronos Records. Nel 2017 ha fondato il collettivo "TerreDonne", che riunisce artiste e musiciste impegnate a sostegno delle popolazioni colpite dai sismi del 2016 e 2017. Recente la sua collaborazione come vocalist con il compositore e produttore inglese Andrew Powell (Alan Parson PJ, Kate Bush) per la OST del corto "Here we go again Rubinot" (Kronos Records, 2018).
Ludovica Valori – Susanna Buffa
Ludovica Valori (Roma, 1970). Conseguiti il diploma di solfeggio
e il diploma di compimento inferiore di pianoforte presso il Conservatorio “S.
Cecilia” di Roma, si dedica in seguito allo studio della fisarmonica, delle
tastiere e del trombone con particolare interesse per la musica popolare. Nel
1999 entra a far parte della Titubanda partecipando a numerosi festival in
Italia, Spagna, Francia, Stati Uniti, Serbia, Bosnia, Croazia. Ha collaborato
con importanti formazioni della scena folk rock italiana tra cui Ardecore,
BandaJorona, Her Pillow. Ha partecipato a concerti e registrazioni con svariati
cantautori italiani tra cui Nada, Momo, Raffaella Misiti e ha realizzato
spettacoli ed eventi assieme agli attori Donatella Mei, Stefano Vigilante e
Paolo Pesce Nanna. Dal 2007 è fisarmonicista, trombonista e pianista delle
Nuove Tribù Zulu e ha partecipato con loro al progetto "Now - Nomadic
Orchestra of the World", un'inedita e originalissima fusione tra musicisti
italiani e indiani. Assieme al contrabbassista Paolo Camerini ha fondato nel
2012 il duo Traindeville con il quale ha realizzato due cd e porta avanti una
intensa attività concertistica in Italia, Lussemburgo, USA, India. Fa parte con
numerose artiste della scena folk italiana del collettivo
"TerreDonne", formatosi per sostenere le popolazioni vittime del
terremoto del centro Italia.
*
APPARATO N. 2
MARIO CIFOLA
(1923-1944)
Mario Cifola
è nato a Monteverde, frazione di Montegiorgio, nel 1923.
Mario
Cifola perse la vita il 15 giugno 1944 a Montottone, all’età di ventuno anni
appena compiuti, nel corso di una delle tante missioni di staffetta che svolse dal
settembre 1943. Quella mattina un battaglione tedesco arrivò intorno alle 7 e
occupò rapidamente il paese, radunando nella piazza tutti i rastrellati,
intorno alle 200 persone. Di fronte alla folla venne posta una mitragliatrice.
Nei giorni precedenti a Montottone e nella zona limitrofa si erano verificati
una serie di episodi che probabilmente alimentarono la percezione di una
guerriglia molto attiva e pertanto da sradicare quanto prima: il disarmo della
caserma dei carabinieri; l’assalto con bombe a mano e armi automatiche a un
automezzo tedesco recante a bordo un generale; la perquisizione e
l’asportazione di documenti dalle case del fascio di Grottazzolina, Montottone,
Monte Vidon Corrado, Monsapietro Morico e Monteleone di Fermo. L’ufficiale
tedesco che guidava l’operazione di rastrellamento, in modo sempre più
alterato, minacciò gli abitanti di Montottone che se non avessero dato delle
informazioni rilevanti per la cattura dei partigiani, sarebbero stati tutti
uccisi. A un certo punto videro arrivare in piazza alcuni soldati che
conducevano con loro un giovane: era Mario Cifola. Lo fecero inginocchiare,
spintonandolo e strattonandolo. La cattura avvenne in modo casuale. Il giovane
si stava recando in motocicletta dalla sua casa di Monteverde a Montottone per
recapitare al comandante Angelo Palini un plico segreto da parte dei vertici
della Resistenza. Si fermò nel luogo in cui era stato programmato
l’appuntamento ma non trovando nessuno – Palini, messo sull’avviso la sera
precedente del possibile rastrellamento, si era allontanato dalla zona senza
avere la possibilità di avvertirlo – proseguì alla volta del centro di
Montottone, completamente ignaro di quanto stava accadendo. All’altezza della
chiesa della Madonna delle Grazie, dove era stato predisposto un posto di
blocco, fu fermato e disarmato da qualche militare. Il semplice fatto di
avergli trovato addosso delle armi e il plico rappresentò la prova della sua
appartenenza alle formazioni di ribelli, compromettendo ogni possibilità di
salvezza. Accanto a lui, in ginocchio, furono condotti altri cinque persone,
anch’esse scoperte in possesso di qualcosa di compromettente: Leonida
Palladino, Ottavio Sebastiani, Dante Sabbatini, Federico Storelli e Fernando
Bozzi. Tutto faceva presagire che i sei sarebbero stati passati per le armi e
per questo i frati chiesero di poterli confessare. A tal fine furono condotti
nella casa dove domiciliavano i frati, in una stanza al pianterreno che aveva
due porte d’uscita: una dava sulla strada, una sull’orto retrostante. I
condannati, in lacrime, vennero fatti entrare e quando Mario si trovò nella
stanza e vide la porta dell’orto non sorvegliata, si dette alla fuga puntando
verso i campi. Ma sul versante opposto della valle si trovavano altre truppe in
perlustrazione che spararono contro di lui un intenso fuoco di armi
automatiche. Mario cadde e si rialzò per ben tre volte e alla fine non si
rialzò più. Alla fine, i militi lo raggiunsero e lo finirono con dei colpi di
pistola. A quel punto la situazione si risolse: i rastrellati radunati in
piazza sarebbero potuti tornare nelle loro case; gli altri cinque condannati
sarebbero invece stati portati via come prigionieri anziché fucilati. A loro si
aggiunse un prigioniero di guerra inglese trovato in paese e le famiglie di Filippo
Breccia e del commissario prefettizio F. Clementi, entrambi preoccupati di
mettersi in salvo sotto la protezione tedesca.
*
APPARATO N. 3
RICCARDO TESI
Compositore, strumentista, ricercatore: queste le anime della
complessa e poliedrica personalità artistica di Riccardo Tesi,
autentico pioniere dell’etnica in Italia.
Dagli
esordi decisamente folk nel 1978 al fianco di Caterina Bueno, alle
odierne collaborazioni, la storia musicale del pistoiese Tesi vive di una
preziosa continuità fatta di passione e di curiosità onnivore, che dalla
tradizione toscana lo ha accompagnato al confronto con quelle italiane, basche,
inglesi, francesi e malgasce, con il jazz, il liscio e la canzone d’autore.
In
perfetta simbiosi con la sua poetica della memoria, il suo strumento: l’organetto
diatonico, antenato
della fisarmonica, al quale per primo in Italia, ha consacrato un intero disco
intitolato “Il ballo della lepre” (1981).
Ciò che
colpisce di Tesi è lo stile, chiaramente riconoscibile, attraverso il quale
riesce a far parlare all’organetto una lingua arcaica e nuova, dilatando il
vocabolario e la tecnica di uno strumento rimasto a lungo patrimonio esclusivo
della tradizione; una scelta “splendidamente inattuale” che lo iscrive, per
lirismo e virtuosismo, al circolo di quanti, a tutte le latitudini hanno ridato
dignità alla fisarmonica e ai suoi affini.
Le esperienze musicali con il gruppo sardo-toscano Ritmia, il duo con Patrick Vaillant, lo spettacolo di canzoni occitane
“Anita, Anita” ancora con Vaillant e Jean Marie Carlotti, il trio
di organetti Trans Europe Diatonique con John Kirkpatrick, Marc Perrone, Kepa Junkera,
il trio jazzistico col mandolinista nizzardo e Gianluigi Trovesi, hanno allargato i confini geografici e
le frontiere musicali di Riccardo Tesi, insieme ad altre collaborazioni di
grande prestigio come quella col malgascio Justin Valì,
con la cantante sarda Elena Ledda, la cantante umbra Lucilla
Galeazzi, con il gruppo siciliano Dounia, con il gruoo marchigiano La Macina, la portoghese Amelia Muge, la
siciliana Rita Botto, con l’arpista Vincenzo Zitello, con il clarinettista Gabriele Mirabassi, i tamburellisti Carlo Rizzo e Alfio Antico, con il
pianista Rocco de Rosa, il flautista lusitano Rao Kyao,
il virtuoso di chitarra portoghese Custodio Castelo, con il jazz
partenopeo di Maria Pia de Vito, con i chitarristi Beppe
Gambetta, Reno Brandoni e Peppino D’Agostino, con l’etnojazz di Daniele Sepe,
con l’humor della Banda Osiris, con artisti dell’area rock
come Francesco Magnelli, Ginevra di Marco (ex CSI e PGR), Piero Pelù e
gli Skiantos, con il DJ Ominostanco fino alla
grande canzone d’autore italiana con Ivano Fossati, Fabrizio De
Andrè, Ornella Vanoni, Gianmaria Testa, Giorgio Gaber, Carmen Consoli, Carlo Muratori, Tosca, Cisco,
Cristina Donà, Nada e Giua (Maria Pierantoni Giua), Peppe Voltarelli, Ermanno
Giovanardi.
Dal 1992 è il leader fondatore di Banditaliana, che attualmente è considerata una delle
formazioni più importanti del panorama world internazionale con la quale ha
registrato 6 album e festeggiato i 25 anni di attività.
Nel 2012 Riccardo Tesi ha creato il progetto Cameristico, dove
l'organetto diatonico incontra il suono classico di pianoforte, clarinetto e
violoncello per una serie di nuove composizioni affiancate ad una rilettura di
alcune delle pagine più significative del suo repertorio.
Dal 2010 è componente de I Samurai, quintetto internazionale di
organetti con il basco Kepa Junkera, il finlandese Markku Lepistö, il giovane
italiano Simone Bottasso e l’irlandese David Munnelly con i quali ha registrato due album e suonato nei maggiori
festivals di tutta Europa.
Nel 2014 ha curato la direzione musicale
del riallestimento dello spettacolo storico Bella ciao in
occasione del cinquantennale. Nel 2018 riprende la storica collaborazione con
il mandolinista frances Patrick Vaillant insieme al virtuoso
di tamburi a cornice Andrea Piccioni nel progetto "Capanne
con vista", che in occasioni speciali si allarga a quartetto con il
clarinettista jazz Gianluigi
*
Alcune foto di Franco Cecchini della Mostra “Concertoper volto solo” esposte sotto al bersò
CONCERTO
PER VOLTO SOLO
di Allì Caracciolo
CONCERTO PER VOLTO SOLO
di Allì Caracciolo
1. Del Titolo
Parafrasa acutamente una
dicitura classica dell’ambito musicale: “Concerto per violino solo” o per
pianoforte solo… vale a dire solista. E riferito a un volto anziché a
uno strumento, sembra voler significare che quel volto è solista nell’armonia
complessiva del concerto.
Per quale motivo? Per il suo
canto? Perché è il volto di colui che, principalmente ed esclusivamente, canta?
Solista sarebbe dunque in quanto Strumento, uno strumento vocale,
di modo che la Voce viene implicitamente posta sul piano di una eccezionale
vocalità capace di diventare lo strumento che, lui solo, “dialoga” con
“l’orchestra”. E Volto si porrebbe quale significazione simbolica di Canto.
Tuttavia questo non è che il
primo riscontro, immediatamente deducibile. Forse allora la dicitura del titolo
si riferisce a qualcosa di semanticamente più complesso nell’ambito dei
significati profondi, più allusivo, maggiormente evocativo nel vasto territorio
della “figura”, del parlar figurato, delle complicazioni di senso implicate dal
tessuto simbolico. In quanto è il Volto che ne reca tutti i segni. Come
se quel volto stesso fosse l’ensemble di una musica complessa che non
solo nella voce che canta trova la propria manifestazione.
Un volto portatore di segni,
da intendere non restrittivamente come note, segni per eccellenza in una
partitura musicale. Sono i segni dello stupore davanti all’impossessamento
reciproco: da parte della Musica/Canto nei riguardi del soggetto che se ne fa
veicolo, da parte del soggetto verso la Musica/Canto di cui si impossessa, con
languore o frenesia, con languore e frenesia, ne fa anima sonora che articola
parole trascinandole nel proprio gorgo di stupefazione.
È un Rito Orfico, talora Dionisiaco,
che si consuma e rinnova a ogni espressione di quella Voce su quel Volto, sul
quale passa tutto il Canto, in esso consiste e da esso si manifesta: un volto
che diviene Epifania del Canto.
2. Della Sequenza di Immagini
È qui che subentra “Lo Sguardo”,
l’arte di vedere cose che gli altri colgono nel loro insieme, concordate con il
tutto, nella composizione visiva di un quadro.
Lo Sguardo, piuttosto,
individua i segni, le solcature della musica sul respiro della parola, incise
sul Volto in una geografia silente e mutevole, che delinea paesaggi sull’onda
del Canto, verso orizzonti sconfinati in continua dissolvenza secondo
metamorfosi dalle quali affiora l’anima delle cose.
Li individua, i segni, e li
fissa in immagini, capaci, come il Demone di Faust, di “fermare l’attimo” per
la sua bellezza. Dirgli: «Fermati, attimo, sei bello!».
La sequenza in cui Franco
Cecchini colloca le sue splendide foto
del “solo” volto di Gastone Pietrucci, è di
per sé una storia. Storia di emozioni semplicemente no, non soltanto, ma storia
di trasformazioni, di forme attraverso cui quel Rito Orfico si declina e
compie, diventa rivelazione di “misteri”. Come
il mistero della identità in cui si fondono, e con-fondono, il soggetto che
interpreta e l’oggetto da interpretare; il mistero di quella suggestione
pervasiva che, prima ancora di esercitarsi sugli astanti, si manifesta quale
apparizione di quanto, custodito nell’animo, è indicibile ma disposto a
prendere forma prima che voce; il mistero di una sensibilità che, prima ancora che il canto venga assunto con
l’udito, lo rende visibile attraverso il volto sul quale il canto si visualizza
prima che altri sensi, udito, emotività, intervengano a percepirlo.
Di modo che
anche il termine “Concerto” si carica di sovrasensi: è il concerto musicale che
induce quel canto ed è quel canto che incide il volto. Ma i segni su esso
impressi, non sono musica muta? Non è concerto quell’andamento che ne
trasforma i tratti e fa sì che diventino note? Note-passione, nel senso di
“patire”, provare e far provare quel pathos che sconvolge e rigenera,
profondamente turbando totalmente appagando.
Ma il primo
e più importante di tali misteri, è quello che intercorre tra voce volto musica
testo nello stato di possessione, poiché tale è la natura segreta della
relazione. Una possessione non esaltata, non furiosa, non scalmanata, che
contiene e serra in sé l’excessus per trasformarlo in intensità, vocale
espressiva facciale: Parola. Parola,
tale intensità, che va oltre quelle cantate, le preannuncia e intensifica, le
sublima. Lo rivela, in ogni dettaglio delle
variazioni, la fotografia che ne fa una vicenda narrata la quale, con le altre
poste in sequenza, costituisce il filo rosso di una storia ineffabile, nel
senso etimologico di cosa che “non può essere detta”.
E allora non
resta che guardarle, le foto, percorrendo un itinerario che si interna nel
silenzio dei primi piani, nella indagine di un obbiettivo penetrante e
intransigente ma consapevole di grandezza, ascoltare il racconto delle
immagini, comprenderne la storia taciuta, percepire la musica “solista” di quel
Volto “fermato” per sempre, dal segreto di un’Arte sapiente, all’ “attimo”
indicibile della sua “bellezza”.
A. C.
*
APPARATO N. 4
GANG
Marino Severini - Sandro Severini
(Gang) – Marino Severin- Gastone
Pietrucci-Sandro Severini (Macina-Gang)
Gang,
la rock band
marchigiana nata e capitanata dai fratelli Marino e Sandro Severini, sono da 30
anni i portabandiera più coerenti e credibili di un rock sanguigno e soprattutto
militante. Chitarre e batteria al servizio di un messaggio politico-culturale
da sempre ben chiaro e definito che prendendo spunto dalle sonorità punk
dei Clash di Joe Strummer li ha resi testimoni e cantori di una realtà
per molti versi simile alla Londra cantata dal celebre gruppo punk-rock.
Ideali e capacità cantautorali che nel filo conduttore di
una decina di album sempre fedeli ad una linea di pensiero solidale ed attenta
agli oppressi ed alle ingiustizie sociali, rendono la band di Filottrano un
punto di riferimento più unico che raro nel panorama musicale italiano.
Coscienza e memoria, radici ed ali, terra e fuoco, lotta e
speranza, ecco gli ingredienti che da sempre costituiscono la ricetta dei Gang,
che hanno dimostrato di poter passare con disinvoltura dal linguaggio crudo e
immediato del punk a quello più complesso e ricercato della canzone
d'autore, senza dimenticare l'immenso potenziale della tradizione popolare
più genuina. Un tesoro inestimabile, che si inserisce a pieno titolo nei
capisaldi musicali e culturali d'Italia.
Ha collaborato
con lo “storico” Gruppo folk marchigiano
La Macina in un lavoro comunitario, confluito nel disco, Macina-Gang, Nel tempo e oltre cantando, (Storie di
Note SDN033, cd, 2004), premiato e segnalato come SuperGruppo dell’anno al Premio Tenco 2004.
Jesi, Dicembre 2021. Riunione Macina-Gang per il nuovo
progetto musicale
Gli Angeli di Novi Sad
di Marino Severini
La guerra nella ex Jugoslavia. Il Kosovo.
Vorrei “raccontarvi” questa canzone presentandovi alcune delle “linee” che ho seguito
per realizzarla, alcuni momenti che mi hanno ispirato e portato fin qua. Di
solito una canzone non nasce seguendo una linea sola ma si comincia a camminare
a cercare lungo una di esse poi si incontrano tante altre linee..magari ad un
incrocio si pigliano altre strade poi si inciampa si scarta di lato. Più che
una linea é un insieme di linee molto diverse, inconsuete, impreviste, che
fanno una prospettiva…una canzone.
Ogni volta che passo per Pisa se ho un paio d’ore di tempo vado in piazza dei
Miracoli..ma più che salire sulla Torre mi reco al cimitero monumentale per
godere della visione del “Trionfo della
Morte”. E’ uno spettacolo incredibile, un grande affresco che ogni volta mi
trasmette una grande emozione.
Hermann Hesse nel suo “Dall’Italia” ne parla come di “un
possente dipinto che ancora oggi è capace di immergere l’animo di chi lo
osserva in ombre funeree e in lugubri pensieri”.
Il malinconico misticismo del medioevo al tramonto.
Gli angeli della canzone sono un po’ delle figure che potrebbero stare in
quell’opera, sono mezzi demoni o almeno degli angeli che sono passati per
l’Inferno…
Posso dire che quest’opera ha influenzato molto lo stato d’anima della canzone
che vi sto raccontando.
Ho sempre avuto la sensazione che la guerra in Kosovo fosse stato il patto
fondante della Nuova Europa, quella che conosciamo oggi, quella dopo il Muro
per intenderci. Ebbene, in ogni atto fondativo si prende una vittima
sacrificale e in questo caso la vittima è stato il popolo serbo. Il nemico, il
mostro, colui che bisognava sacrificare al nuovo ordine d’Europa.
Il resto, le atrocità, l’orrore, è stato la conseguenza di chi ha voluto tutto
ciò, l’ha provocato e poi è restato a guardare; l’Europa.
E un’altra linea seguita è stato il lavoro di René Girard, circa il sacrificio. Nel corso degli ultimi decenni
Girard ha accuratamente esplorato la dinamica sacrificale ed in particolare il
concetto di capro espiatorio come momento essenziale del rinsaldamento del
vincolo sociale delle culture mitiche. In un percorso partito oltre venti anni fa
nel “La violenza e il sacro”, il
lavoro di Girard si è fatto via via più specifico ed attento al valore
fondante, nelle culture mitiche, della violenza rituale, e del suo ciclico
rinnovarsi. I miti di fondazione legati all’omicidio rituale (Romolo, Caino)
ben rappresentano il carattere di violenza mimetica su cui si regge il patto
sociale dell’antropologia mitica. La società è il luogo di azione e
riproduzione di desideri mimetici, imitativi, e delle rivalità ed antagonismi
che da tali desideri si instaurano. L’uomo innesta la propria macchina
desiderante in rapporto allo sguardo, ai desideri ed alle realizzazioni
dell’altro. Il comportamento è mimetico, concorrenziale. La struttura sociale
diviene il terreno di interazione di contraddizioni, frustrazioni, invidie,
pietre di inciampo della compagine sociale.
La società rinnova il suo patto attraverso il rito dello spargimento del sangue
del capro espiatorio. Il tutti contro tutti si risolve in un tutti contro uno.
Scrive Girard: “Se gli uomini riusciranno tutti a convincersi che uno solo di
loro è responsabile di tutta la mimesis violenta, se riusciranno a vedere in
lui la ‘macchia’ che li contamina tutti, se saranno davvero unanimi nella loro
credenza, tale credenza sarà confermata. […] Distruggendo la vittima
sacrificale, gli uomini crederanno di sbarazzarsi del loro male”.
Jack Abbott ne “Il ventre della bestia” scrive a proposito del popolo vietnamita
“erano uomini piccoli dediti all’amore libero…”
erano miti, in pace…poi arrivarono gli americani…e quell’orrore finì per
generare uomini come Pol Pot!
Peter Handke
Per mettere ancora meglio a fuoco quella che è stata la guerra nella ex Jugoslavia
e per non unirmi al coro “semplicistico” d’occidente contro le atrocità della
guerra “etnica” e per non puntare il dito sulla vittima sacrificale e per Un
senso di giustizia verso il popolo serbo, sono stati importanti due libri
di Peter Handke “Un
viaggio d’Inverno” e “Appendice ad un
lungo viaggio d’inverno”.
Il primo, che porta come sottotitolo “giustizia
per la Serbia”, è un viaggio della scrittura e della memoria. Contro le
falsità e le semplificazioni dell’occidente e dei suoi mezzi di comunicazione,
su una guerra atroce e per molti versi non ancora finita.
Il secondo è un percorso attraverso il dolore e il lutto in una realtà senza
prospettive privata del presente e del futuro di quel senso della durata che è
“la cosa più bella e più grande” che una generazione può lasciare in eredità a
quella successiva.
Furono questi due libri a ricondurmi poi a quel classico della letteratura
slava “Il Ponte sulla Drina” del
serbo Ivo Andric’. Questo libro mi
restituì la visione del Ponte! Musulmani, cristiani, ebrei, nemici per tanti
secoli, intorno a questo ponte si sono incontrati, hanno constatato la loro
comune natura di uomini, oltre le ideologie, hanno sperimentato la possibilità
di raggiungere la comprensione. Per questo ogni ponte è simbolo della possibilità
di comunicazione e amore fra gli uomini; per questo ogni ponte, e quindi anche
il ponte sulla Drina, ha un angelo custode, mandato da Allah per benedirlo e
proteggerlo. Perché non c’è ponte che non abbia origine divina: all’inizio
Allah fu turbato dai misfatti di Satana che, per odio al genere umano, graffiò
rabbiosamente la terra, provocando profonde spaccature, burroni fiumi, abissi,
allo scopo di impedire che gli uomini si ritrovassero, per disturbare i
viaggiatori. Ma Dio mandò gli angeli, all’inizio, i quali spiegarono le loro
ali sugli abissi e sui fiumi, in modo che la gente potesse passare; poi gli
uomini cominciarono a costruire i ponti. E Allah si compiace di coloro che
costruiscono i ponti, come di coloro che aprono le fontane: così ha mandato un
angelo a proteggere il ponte sulla Drina, e l’angelo rimarrà finché a Dio
piacerà che il ponte esista.
Andric è, per dirla col Cronia, il cantore della “Bosnia romantica, storica,
realistica, in cui, dalla venuta dei Turchi ai nostri tempi, si incrociano
razze, religioni, concezioni spirituali e istituzioni sociali diverse e
antitetiche, nel cui paesaggio, teatro di guerre, di uccisioni, di prepotenze e
di sofferenze, vive ed opera una galleria svariatissima e animatissima di
pascià, e visiri turchi, di ufficiali austriaci e frati cattolici, di mercanti
e di duchi, di uomini e donne di ogni risma con i loro istinti e le loro
passioni, con i loro usi e costumi”.
Se è vero che domina, nell’opera complessiva di Andric, “il peso di un destino
che si deve compiere” è però altrettanto vero che scorre sotterraneo ma forte
il fiume della speranza, lo sforzo perché oltre le divisioni di etnia e di
religione, gli uomini riconoscano la loro unità. Certo, la storia ha sempre
dato torto a queste speranze, però, a volte, i fatti, hanno permesso agli
uomini di riconoscersi proprio in tale speranza: è di questa che il ponte sulla
Drina è il simbolo poetico.
Novi Sad, Serbia, 1999.
Il
ponte sul Danubio distrutto dai bombardamenti NATO.
Il PONTE! Si sarebbe potuta chiamare
così questa canzone…
Paolo Rumiz scisse su Repubblica “In
una terra che è di per se un ponte tra mondi, i ponti hanno ancora un
significato speciale, che da noi è perduto. Ogni ponte che cade è un confine in
più e una possibilità di riconciliazione in meno. In otto anni di guerra i
ponti più antichi sono stati distrutti più per sdradicare i simboli di
appartenenza che per motivi militari. E d’istinto i giovani di Belgrado hanno
scelto in questi giorni di fare gli scudi umani con i loro canti e balli non
accanto alle chiese o ai monumenti ma lungo i ponti della Slava.
Il premio Nobel Ivo Andric’ scrisse: “Ovunque nel mondo, in qualsiasi posto il
mio pensiero vada o si arresti, trova fedeli e operosi ponti, come eterno e mai
soddisfatto desiderio dell’uomo di collegare, pacificare e unire tutto ciò che
appare davanti al nostro spirito ai nostri occhi ai nostri piedi affinché non
ci siano divisioni contrasti distacchi. I ponti sono più importanti delle case,
più sacri e più utili dei templi, appartengono a tutti e sono uguali per tutti
sempre saggiamente costruiti nel punto in cui si incrocia la maggior parte
delle necessità umane”.
Ho scritto questa canzone perché un popolo non si deve mai demonizzare, un
giorno tocca a quello serbo ma un altro può toccare al mio popolo.
Perché non bisogna mai identificare un popolo con i propri estremisti.
Perché provo ancor oggi in quanto comunista un senso profondo di vergogna nei
confronti del popolo serbo in quanto è stato proprio il governo D’Alema ad
autorizzare l’intervento militare e l’utilizzo dello spazio aereo italiano per
i bombardamenti sul Kosovo a seguito della decisione della NATO. Penso che la
storia della sinistra italiana finisca in quel momento. Da lì in poi niente è
stato più come prima.
Per questa canzone ho chiesto la collaborazione del Maestro Stefano Campolucci e della sua
orchestra d’archi. Sarà quindi all’interno del disco un episodio particolare ed
unico. Tanto per capirci sarà una di quelle canzoni come “Il Buco del Diavolo” o “Oltre”…con
un arrangiamento a metà fra Morricone e Karaindrou.
Gli angeli di Novi Sad
Il Diluvio era
finito
seduti sulla Riva
dissero la preghiera
dell’Arcobaleno
Portavano croci
ricamate sopra il cuore
una serpe sotto al piede
uccisa nel nome dell’Amore
Venivano come una Promessa
portavano la Risposta
all’Urlo Nero di una madre
alla neve morta sopra la fossa
Venivano cantando
nel coprifuoco
dalle periferie del cielo
passati per le fiamme
erano angeli
caduti in volo
Le Ali stesero nel sole
Il Ponte ! il Ponte !
Riva a riva
Perché ogni passo sia Cammino
vennero gli angeli a Novi Sad
Erano angeli caduti
a Novi Sad
Cantava il cielo all'anima
laggiù lungo le rive
muti di luce piansero
lacrime di fuoco
l'Europa divorava
l'ultimo pasto crudo
l'Europa restaurata
quella dopo il muro
Venivano dai deserti
come una tentazione
alle labbra crepate
ai seni inconsolabili delle spose
fuggivano allo sbando
dai silenzi di Dio
dai cieli senza regno
passati per il fuoco
erano angeli
caduti in volo
Le Ali stesero nel sole
Il Ponte ! il Ponte !
Riva a riva
Perché ogni passo sia Cammino
vennero gli angeli a Novi Sad
Erano angeli
cadutia Novi Sad
*
APPARATO N. 5
BED AND WINE “ARCO DEI ANGELI” DI VARANO
(Azienda di Lorenzo Chiucchioni)
Lorenzo Cucchioni,
capo dell’Azienda Bed and Wine Arco dei Angeli di Varano
Un
angolo suggestivivo dell’Arco dei Angeli di Varano
FRANCESCO SCARABICCHI
Francesco Scarabicci con Gastone
Pietrucci – Liana De Greorio Scarabicchi-Francesco Scarabicchi
Grande poeta, grande uomo,
grande amico. “[…] una delle voci più
limpide della nostra poesia […] uno dei rari poeti italiani che in una lunga e
persino implacabile maturazione abbiano tenuto fede alla propria originalità
espressiva , vale a dire l’essenzialità di segno che ne fa riconoscere subito
la voce” come ha scritto splendidamente Massimo Raffaeli nella sua recensione
(Il Manifesto, 15,09,2010) al suo quinto libro L’ora felice (Donzelli-Poesia).
Francesco amava La Macina e La Macina amava e
stimava Francesco. Con lui abbiamo collaborato per tanti lavori memorabili. Per
ricordarne solo alcuni tra i più importanti: dal lavoro su Luigi Tenco (L'espressione di un volto per caso,
Monsano, 16° Monsano Folk Festival) a quello su i tre grandi cantautori-poeti
del Novecento, Luigi Tenco, Piero Ciampi e Fabrizio De André (La polvere si alza, Castelfidardo, 21°
Monsano Folk Festival 2006) , alla presentazione, insieme a Massimo Raffaeli
del primo lavoro de La Macina sul canzoniere di Franco Scataglini (Tuto è corpo d'amore, Anfitetaro Romano,
Ancona, 20° Monsano Folk Festival 2005) e al secondo lavoro su Scataglini, (El vive d’omo, Anfitetaro Romano, Ancona, 22° Monsano Folk
Festival, 2007)
Per i quaranta anni de La Macina, con Massimo
Raffaeli, Francesco Scarabicchi ha realizzato una plaquette di testi scelti far i diversi pubblicati nel decennio
precedente sul nostro gruppo (Dovuto a La
Macina, edito da Centro Tradizioni Popolari e presentato nella suggestiva
cornice di Villa Salvati di Monteroberto, 23° Monsano Folk Festival,
2008). Infine il "Concerto Poetico-Musicale" (Il dono che non si nega, Jesi, 2016 e Arcevia 2017, 31° e 32°
Monsano Folk Festival).
Dopo averci regalato delle memorabili
presentazioni ai nostri due importanti lavori discografici: Aedo malinconico e ardente, fuoco ed acque
di canto (Storie di Note, Vol. I, 2002) e La Macina. Nel vivo di una lunga storia (squi[libri], 2016), Francesco
ci ha lasciato l'ultimo suo grande regalo.
In occasione dei festeggiamenti per i quaranta
anni di attività de La Macina, nell'evento speciale del Concerto La Macina. Un canto d'amore lungo 40 anni,
al Teatro delle Muse di Ancona nel 2008, (che ha visto, tra l'altro, la
partecipazione straordinaria di Giovanna Marini, Moni Ovadia, i Gang, Rossana
Casale, Massimo Raffaeli, Federico Mondelci, Riccardo Tesi, Allì Caracciolo),
ci ha letto e regalato la sua Nave che
porti al niente, dedicata e scritta appositamente per La Macina, che alcuni
anni dopo, La Macina musicherà, insieme a due altre poesie di Francesco.
Ora Francesco non sarà più tra noi, ma rimarrà
sempre il ricordo, le sue opere, la sua grande poesia e la sua infinita
umanità.
..
Ci sembra bello e interessante riportare qui sotto
il testo della sua lirica per La Macina.
Nave che porti al niente
Francesco Scarabicchi
Strofe per La Macina, Ancona, 2008
“Nave che porti al niente,
dov’è la mia gente?”
“L’ho persa che dormivo,
sognavo e non capivo
che il mondo è una galera
di vita prigioniera,
di vita che scompare
come l’onda del mare,
come la luce a notte,
come gli uccelli a frotte
dai rami dell’aprile,
vento sull’arenile.”
“Nave di tutte le ore,
dov’è il mio amore?”
“S’è spento a lume fioco,
piano come fa il fuoco,
andato via una sera
di luna forestiera,
smarrito per vie strette,
porte chiuse, scalette
dove scompare sempre
il bene che si sente
d’essere il più tradito,
pugnale e anello al dito.”
“Nave di scia infinita,
dov’è la mia vita?”
“L’ha presa a volte il tempo
con tutto il suo spavento,
per giorni, mesi, anni,
pene del cuore, affanni,
fino a quest’alba d’oro
dove un destino bianco
ti riconosce e al fianco
muto con te cammina,
fiore del canto e verso
dell’amorosa spina.”
“Nave che porti al niente,
dov’è la mia gente?”
da Francesco Scarabicchi, La figlia che non piange, Einaudi, Torino, Collezione di poesia, 2021,
*
APPARATO
N. 6
LAURITA PERGOLESI
Laurita Pergolesi
Sociologa, insegnante di musica, cantante e
chitarrista.
Nata in Argentina. Ha cantato
nella sua città natale con il Gruppo Vocale “Nuestra Señora del Calvario”, ha realizzato
corsi di specializzazioni di danza latinoamericana
Ha guidato il Coro “Le Voci della Amicizia” della Associazione Famiglia Le Marche de Santa Fe gruppo vocale- strumentale. Nel 2001 è stata Co–Organizzatrice del Coro del “Ospedale Pediatrico di Santa Fe”.Ha lavorato in Argentina come insegnante di musica dal 1991 al 2002 nelle scuole pubbliche e private della provincia di Santa Fe.
Ha partecipato ai megaconcerti organizzati in difesa dell’educazione musicale pubblica e gratuita nella provincia di Santa Fe: 2001 voci “l’educazione, speranza e primavera del nuovo millennio” e nel 2002 voci “L’educazione: di Tutti e per Tutti”.
Sia in Italia che Argentina ha collaborato alle dodici edizioni del Festival Un Ponte tra Culture le cui edizioni sono state dedicate ai diritti umani contando con la partecipazione di Estela Carlotto, Vera Vigevani, Marcello Gentili tra altri.
Ad ottobre 2002 si è trasferita
in Italia e si è esibita nelle edizioni del “Monsano Folk Festival” con uno
spettacolo sull’emigrazione insieme a Gastone Pietrucci del Gruppo di ricerca e
canto popolare “
Dal 2004 ha iniziato la sua esperienza di docenze in Italia con un laboratorio di esecuzione di strumenti musicali costruiti con elementi di riciclo suonati da bambini portatori di handicap con diverse patologie nello stand della Regione Marche alla Fiera Eco &Equo dando vita al progetto “Il Liutaio dei Rifiutofoni” in collaborazione con le associazioni Laboratorio Culturale Ancona e Terzavia proseguendo poi con progetti di Intercultura, nelle scuole primarie e medie, e con progetti di sostegno ed integrazione per i bambini di seconda generazione.
Dal 2004 al 2009 ha cantato come
contralto nella Corale “Giovan Ferretti” di Ancona con la quale nella primavera
del
Nel 2005 si è esibita insieme a Silvia Chiachiarini, nell’ambito del convegno “le donne per l’integrazione” presso l’auditorium San Rocco di Senigallia con uno spettacolo sulle donne latinoamericane. Nello stesso anno nel mese di Agosto si è esibita al teatro di Serra San Quirico e nel mese di Novembre nel teatro comunale di San Marcello con uno spettacolo sull’emigrazione “dall’Argentina in Italia con l’affetto della memoria” insieme a Gastone Pietrucci e Marco Gigli.
Nel 2007 si è esibita come solista, nell’auditorium dell’università Pontificia Salesiana di Roma, e poi in duo, insieme al percussionista Andrea Barbadori nelle città di Cupramarittima, Grottammare, San Benedetto del Tronto, ed in trio con Chiara Burattini al violoncello ed Aldo Taborda alla fisarmonica nelle città di Osimo e Recanati.
Nello stesso anno si è esibita nell’ambito del Monsano Folk Festival a Mergo, per il “Concerto Grande della Sera” in duo: Gastone Pietrucci & Laurita Pergolesi, in un interessante lavoro musicale sull’emigrazione dal titolo: “Ma come è grande il mare se ti divide il mare”.
Nel mese di dicembre 2007 si presenta al Teatro “Goldoni” di Corinaldo, con lo spettacolo in prima nazionale “A da nasce un bel bambino…Nacerà un nene lindo”, il canto di Natale tra i due mondi.
Nel 2008 si presenta a Filottrano, con uno spettacolo sul Natale Italo-Argentino “A da Nasce un Bel Bambì” insieme a Christian Riganelli (fisarmonicista), Chiara Burattini (violoncellista) Andrea Barbadori (percussioni) e Gastone Pietrucci.
Nel 2009 si esibisce a Camerata
Picena, Colli del Tronto, Diamante o Ponte Caffero insieme a Christian
Riganelli (fisarmonicista), Chiara Burattini (violoncellista) Andrea Barbadori
(percussioni) e Gastone Pietrucci.
Nel 2011 Realizza insieme a Gastone Pietrucci e Marco Gigli “Lezioni-concerto” di Tradizioni Popolari, all’Auptel di Chiaravalle dallo spettacolo “A da nasce un bel bambino…/Nacerà un nene lindo…” (Il canto del Natale tra i due Mondi), concerto nato da un’idea congiunta di Laura Pergolesie di Gastone Pietrucci dove si propongono, a confronto, i canti religiosi della Navidad Nuestra, (composti su materiali popolari argentini da due grandi musicisti, Félix Luna ed Ariel Ramirez, autore quest’ultimo anche della celeberrima Misa Criolla), con i corrispondenti (almeno nei testi e negli argomenti) canti popolari italiani del periodo natalizio. Nel 2014 si è esibita nella suggestiva cornice del Teatro Comunale di tradizione, nell’ambito delle iniziative per il trentennale della Rassegna Nazionale della “Pasquella di Montecarotto, e a Monsano in occasione del 29 Monsano Folk Festival “Concerto per Massimo e Riccarda”.Nel 2015 si è esibita a Senigallia nell’ambito del progetto “School of Memories” interpretando brani che spaziano sui diritti umani e per non dimenticare i crimini di lesa umanità commessi durante l’ultima dittatura civico militare argentina degli anni 70.Coordina gli incontri di cadenza settimanale dell’associazione Terzavia: “Donne che cantano canzoni dal mondo” dove ogni settimana donne italiane e straniere insieme condividono i brani della propria cultura e con questa associazione ha organizzato nel 2017 insieme a Neli Bojkova “Canzoni dall’Est” presso il Ridotto del teatro delle Muse di Ancona. Nel dicembre del 2018 si è esibita nello spettacolo “A da Nasce un bel Bambino” presso la Sala Grande del teatro delle Muse di Ancona con la partecipazione sul palco di tutti i bambini della scuola Montessori di Ancona, il Gruppo di Ricerca e Canto Popolare “La Macina” nel suo 50 anniversario, Christian Riganelli alla fisarmonica, Tony Felicioli ai fiati, Andrea Barbadori alle percussioni e le soprano del mondo di Terzavia: Nelli, Tina, Caterina, Aurica, Esther, Tashina, Hanna e Nazmie.Nel 2019 ha partecipato al Festival di Storia Contemporanea con lo spettacolo “Suoni attraverso i confini: Passato e Presente di Musiche Migranti” insieme al fisarmonicista Riccardo Taddei.Nel 2020 prima dell’inizio della pandemia ha partecipato allo spettacolo “Amazzonia” insieme alle comunità latinoamericane presenti sul territorio per sensibilizzare alla popolazione locale sulla situazione emergenziale dei fuochi nell’Amazzonia, con la collaborazione del gruppo missionario dell’archidiocesi, La Caritas, il Circolo Pungitopo di Legambiente Marche e l’Università Politecnica.
Nel 2021 si è esibita insieme alle donne di Terzavia nella Festa del Vino di Staffolo.
Laurita Pergolesi
RICCARDO BOTTEGAL
Riccardo Bottegal, violino
Riccardo Bottegal
Veneto d’origine e marchigiano d’adozione, ha una formazione classica. Ha
compiuto gli studi violinistici con Alessandro Fagiuoli e Marco Rogliano,
diplomandosi in violino con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio
di Fermo. Ha inoltre seguito corsi di perfezionamento presso Hochschule für
Musik di Mannheim con Mechthild Böckheler e Accademia Musicale di Firenze
con Oleksandr Semchuk. È membro dell’Orchestra Sinfonica Rossini. Si è
esibito in Italia, Svizzera, Germania, Turchia, Tunisia, Russia, Cina, Oman,
collaborando con solisti di fama internazionale. I suoi poliedrici interessi
musicali lo portano ad esibirsi in contesti legati alla musica popolare, al jazz,
alla musica barocca e classica, al repertorio del ‘900 e contemporaneo. Dal
2017 approfondisce lo studio e la prassi della musica antica con Alessandro
Ciccolini ed è membro dell’Orchestra Barocca delle Marche, attiva nel campo
dell esecuzione filologicamente informata su copie fedeli di strumenti originali;
con questa orchestra ha svolto numerosi concerti, anche in formazione
cameristica e come solista. Si è recentemente esibito con l’ensemble “Le
Musiche Nove” presso il festival di Rheinsberg (Germania).
Ha conseguito inoltre una specializzazione in sostegno didattico presso
l’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”. Svolge attività di insegnamento
nella Scuola Media ad indirizzo musicale come insegnante di sostegno e di
violino.
*
APPARATO N. 7
VENE IL SABADO E VENE IL VENERE…
Canti e tradizioni
della cultura orale marchigiana raccolti nell’anconetano
Premio
della Critica Discografica Italiana 1982
Madau-Dischi-MD07, 1982 (LP, MK)
Ristampato in CD Robi Droli, 1999
Copertina
lp, Vene il sabado e vene il venere…, Madau Dischi-MD07,
1982: “… e dal cuore barlumi di nostalgia”, collage di Gastone Pietrucci,
1981
La
Macina “storica” (da sinistra):
Piergiorgio Parasecoli, Claudio Ospici, Gastone Pietrucci, Giuseppe Ospici
La Macina “storica”
Claudio
Ospici, canto, chitarra
Giuseppe
Ospici, canto, cembalo, chitarra
Piergiorgio
Parasecoli, canto, fisarmonica, cembalo
Gastone
Pietrucci, canto, timpani, cembalo
In copertina: “… e dal cuore barlumi di nostalgia”, collage di Gastone Pietrucci, 1981
Cover design:
Filippo Maniscalco
Libretto a cura di: Gastone Pietrucci
Foto gruppo: Livio Lippi
Foto cover: Ubaldo Ubaldi
Registrato all’Ariston Milano e Studi Màlleus Recanati
Ingegnarizzazione e
mixaggio: Màlleus, Recanati, Novembre
1981
Lato A
1a. La Pasquella
b. Saltarello
2. Monaca a forza
3. L’anatra
4°. Io vado in filandra…
b. La malmaritata
5. E’ ffinidi i bozzi boni…
Lato B
1. Cena della sposa
1.
Donna Lombarda (Nigra 1)
2.
Mariuccina a mme mme gela…
3.
Il marito giustiziere (Nigra 30)
5a. C’era una volta Caterina nerina baffina de’la pimpirimpina…
b. Valzer “risaltato”
6. Convegno notturno (Nigra 76)
La presentazione di Michele L. Straniero al Vene il sabado e vene il venere…
E’ BUONA LA FARINA SE LA
MACINA E’ BUONA
“Con Pietrucci e i suoi, quando ci vediamo è sempre
festa… Da cosa nasce quest’entusiasmo, questa letizia piena di fervore?
Anzitutto dall’amicizia che lega tra loro tutti i componenti della Macina e che
si allarga… a tutti quelli che prima o poi vengono in contatto coi “ragazzi”
(beh, ragazzi ormai trenta e quarantenni, ma non li dimostrano quasi!) di
Monsano e di Jesi. Poi,dall’entusiasmo evidente, pieno di contenuto fervore,
che li anima tutti, e specialmente quel Gastone al quale il gruppo fa capo e
riferimento, giacché è lui che si occupa della ricerca “sul campo”, dello
studio e della comparazione sui libri, e quindi della messa a punto e della
buona riuscita e propagazione degli spettacoli. E’ una gioia e un motivo
d’orgoglio, per noi, sentire Pietrucci che raccolta di essersi accostato e poi entusiasmato
al canto popolare, assistendo, nel lontano 1964, alla presentazione del
concerto di Bella Ciao al settimo
Festival dei Due Mondi di Spoleto: questi sono proprio i continuatori, i
discepoli, i “figli” giusti che uno può desiderare nel nostro lavoro. E
Gastone, Claudio, Giuseppe, Piergiorgio, hanno la prospettiva giusta: si sono
dedicati a questo lavoro con una bella umiltà e pazienza, e adesso, dopo una
storia lunga di un bel po’ di anni, meritano di essere presentati al pubblico
più vasto del mercato discografico: perché si senta che anche del loro impegno
vive e vibra una stagione presente della musica popolare, alla quale molti –
troppi – avrebbero voluto intonare da tempo il miserere, mentre sarà essa che li seppellirà”.
Michele L. Straniero (dalla presentazione
alo disco Vene il sabado e vene il venere… Canti e tradizioni della cultura
orale marchigiana raccolti nell’anconetano, Madau Dischi-MD07, 1982 lp.mk)
e alcune delle più significative segnalazioni critiche dell’epoca:
“Questo è un log playng che vorremmo vedere
sul giradischi non soltanto dell’appassionato di musica folk, ma, più
generalmente, su quello di ogni amico della musica. Non è un’esortazione di
premio a chi ha saputo raccogliere, ed elaborare, ed eseguire, canzoni tanto autentiche
e tanto belle: è un suggerimento a chiunque sappia apprezzare ogni genuino
valore musicale. E di valore musicale qui ce n’è molto … un documento di
straordinaria vivezza e godibilità”.
A.
Maria Casavola, Alta Fedeltà, n. 3 Marzo 1983 (dalla
recensione al disco Vene il sabado e vene il venere…)
“Anche se con sacrifici e con stenti, per
fortuna in Italia ancora oggi ci sono gruppi musicali che cantano il ricco
patrimonio del nostro mondo contadino. Ogni volta è una piacevole sorpresa.
Come testimonia la pubblicazione di questo album Vene il sabado e vene il venere… dedicato alla cultura orale
marchigiana. Il gruppo di ricerca è quello della Macina composto da quattro
ottimi musicisti…”
Mario Colangeli, Radiocorriere TV, n, 12, Marzo 1982
“… Ed ecco uscire sul mercato un disco come
questo del Gruppo Marchigiano di canto popolare La Macina, al quale bisogna
dare il giusto risalto… Un prodotto godibile che rende merito al lavoro
ventennale di questo collettivo che sicuramente troverà lo spazio necessario
nel mercato degli amanti del folk di casa nostra”.
Giancarlo Nostrini, FolkGioirnale,
Anno I, n. 3, 1983
“Fino a qualche anno fa, le Marche si
presentavano nel programma discografico nazionale, come una regione
essenzialmente legata a quella muica folkloristica in maggior parte espressa
dai cosiddetti complessi caratteristici (cori e ballerini). Una regione quasi
completamente ignorata all’epoca del nascente folk revival italiano…
Attualmente anche le Marche possono contare su un gruppo che opera nel campo
del folk revival, a un livello tra i più elevati. Si tratta del Gruppo di canto
popolare La Macina: è un gruppo che nasce nell’ormai lontano 1968, grazie alla
sensibilità e all’impegno di Gastone Pietrucci…”
Giorgio Vezzani, Il Cantastorie, n. 18 – Aprile-Giugno
1985
*
APPARATO
N. 8
ALLI’ CARACCIOLO
Allì Caracciolo, poeta e regista, è docente di Storia del Teatro e dello Spettacolo presso l’Università di Macerata. Ha fondato e dirige il Teatro di Ricerca Sperimentale Teatro A.
Specifica
attenzione per la cultura della Controriforma, con scritti riguardanti
demonologia, area galileiana e lincea, società e cultura fiorentina
tardo-rinascimentale. Nell’ambito della ricerca teatrale, indaga precipuamente,
sul piano teorico e operativo, sia i linguaggi teatrali del Novecento, sia la
virtualità drammatica di testi non drammaturgici (come la letteratura
giuridica, demonologica e documenti processuali del Cinque-Seicento, cultura
popolare di tradizione orale, etc.), con particolare riguardo al testo
filosofico, studiandone criteri e modalità di ritestualizzazione scenica, per
un ‘teatro della filosofia’.
In
campo artistico, ha pubblicato opere di poesia e di drammaturgia. Fianaliste ai
più importanti Premi di Poesia le sue opere.
Ha curato la regia di
molti spettacoli teatrali ed anche di Opere musicali del Sei-Settecento. Dirige
un Teatro professionale di Ricerca.
Tra i riconoscimenti più recenti: Marchigiano dell’anno (2000) in Campidoglio, per il teatro e la poesia; Serata d’onore per la poesia presso l’Accademia d’Ungheria in Roma; Targa d’argento della città di Macerata, Provincia e Regione Marche per l’attività teatrale e poetica; Personaggio dell’anno per la città di Macerata (2003).
Alcune pubblicazioni:
Corpo nemico. Gli organi sensori nella letteratura demonologica dell’età della Controriforma, in particolare nella figura della possessione, Annali Università Macerata, XXIV (1991); Praticabilità drammatica e drammaturgia del testo filosofico. Lo “Spaccio della bestia trionfante” di Giordano Bruno, Annali Università Macerata, XXV-XXVI (1992-93); Il fuoco e il vuoto, in Fuoco, Il lavoro editoriale, Ancona 1999; I filosofi dispersi. Storia di Filippo Salviati galileista negli anni della Controriforma, Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, La Città del Sole, Napoli 2001; Dèmoni d’aria. L’aria tra immaginazione e scienza nel Seicento, Il lavoro editoriale, Ancona 2001; «Sensate esperienze» nella Commedia dell’Arte. La rivoluzione copernicana del teatro, Annali Università Macerata, XXXV (2002); La tragedia sospesa. Definizione della tragedia moderna nel teatro di Ugo Betti, Ripostes, Salerno 2003; Il teatro il sogno. La luna capovolta: un esperimento di messinscena (Sogni di Girolamo Cardano), in Sogno & Racconto. Archetipi e funzioni, Le Monnier, Firenze 2003; Discorso intorno al Grammelot, «Annali Università Macerata», XXXVII (2004); ed altre opere.
POESIA:
Malincóre (una fonologia del vuoto), Amadeus, Cittadella 1996; English Cemetery, Edizioni del Leone, Spinea Venezia 2001; La insomiglianza (quattro poemetti), Ripostes, Salerno 2007; Santa Giovanna La Pazza Edizione del Leone, Spinea Venezia 1998 (Teatro).
*
FRANCO SCATAGLINI
Franco Scataglini nasce ad
Ancona il 25 luglio 1930 […] Dopo l’uscita di una plaquette postermetica “Echi”
( Ancona, Stab. Tip. S.E.V.A, 1950), inizia in solitudine un lungo periodo di
studi e di prove rigettate che giunge sulla soglia degli anni settanta. […]
Pubblica le sue due prime raccolte organiche: E per un frutto piace tutto un orto (pref. di Plinio Acquabona,
con quattro ill. di Emilio Greco, Ancona, L’Astrogallo, 1973) e So’ rimaso la spina (pref. di Carlo
Betocchi, con ill. di Giosetta Fioroni e Giacomo Porzano, ibidem, (1977).
L’esordio relativamente tardo induce tuttavia o prelude a una serie di eventi
decisivi: l’incontro con la futura moglie Rosellina Massi, musa di una vita,
già cifrata nei libri precedenti da un senhal luminoso; l’esperienza
psicoanalitica, fra il ’77 e l’83 […]; il personale approfondimento sul
periodico “Marche Oggi” delle tematiche del limite storico e geografico
spaziotemporale[…] che fra l’80 e l’81 informa il settimanale radiofonico
“Residenza”, trasmesso dalla Rai delle Marche
[…]. Segni di ulteriore fermento e della maturazione che conduce a Carta laniena (pref. di Francesco
Scarabicchi, postfaz. e glossario di Massimo Raffaeli, Ancona, Residenza, 1982)
in cui i temi lirici si articolano e allegorizzano l’epica degli esclusi, il
mondo di chi da sempre vive, per selezione storica e di classe, senza parola né
destino, sancisce la sua piena maturità d’autore. Il libro gli valse il “Premio
Carducci” ma soprattutto il riconoscimento (dopo quello di maestri come Caproni
e come Carlo Betocchi, di cui Lettere a
Franco Scataglini (1976-1984), a cura di Massimo Raffaeli, Brescia,
L’Obliquo, 1991) da parte di autori e critici (Franco Loi, Antonio Porta, Pier
Vincenzo Mengaldo), nonché l’accesso a numerose riviste (“Linea d’ombra”,
“Diverse lingue”, “Poesia”) e l’inclusione nelle antologie che certificano un
rinnovato interesse per la letteratura idiomatica: Le parole di legno (a cura di Mario Chiesa e Giovanni Tesio,
Milano, Mondadori, 1984) e Poeti
dialettali del Novecento (a cura di Franco Brevini, Torino, Einaudi, 1987).
La successiva silloge Rimario agontano
(1968-1986) (a cura di Franco Brevini, Milano, Scheiwiller, 1987; “Premio Lanciano”)
ne riassume invece il percorso disponendolo nell’ultima sezione inedita, Laudario, al senso della finitezza e
della caducità, se vi prendono ancora rilievo il motivo della morte e quello
autobiografico della malattia, un infarto che lo ha colpito per la prima volta
nel ’73. Gli estremi anni ottanta sono peraltro quelli in cui attende a La rosa (pref. di Cesare Segre, Torino,
Einaudi, 1992) il poema che simulando una versione del modello medievale
esprime tanto un omaggio all’età romanza quanto l’attraversamento del negativo,
fin dal titolo in cui si combinano il nome dell’amata e il simbolo stesso della
poesia. La consacrazione da parte di critica e di pubblico sembra ormai sancire
un punto d’arrivo. […] Dopo la pubblicazione (“Lengua”, n. 13, 1993) d’uno dei
poemetti più intensi, La tortora quinaria,
dall’autunno del ’93 (alla solita maniera, per successive brucianti stesure)
lavora a El sol, il poema che
retrospettivamente appare una summa, in filigrana autobiografica, della propria
parabola e che licenzierà alla fine del luglio del ’94, lasciandone la copia in
pulito edita da Mondadori nel marzo del ’95 […] (Il compositore Ennio Morricone
gli dedica intanto due monodie, ancora inedite, per chitarra e voce recitante,
l’una relativa a Passeggero, un
poemetto di Laudario, e l’altra alla
prima sezione del poema appena concluso).
Franco Scataglini muore
improvvisamente, per arresto cardiaco, la notte di domenica 28 agosto 1994
nella sua casa di Numana. Due giorni dopo è inumato alla presenza dei familiari
e degli amici più intimi. L’al de là de
la scena / senza nembi né rose, come
presagiscono i versi del Sol, è un
piccolo cimitero sotto il Conero e in vista del mare.
Massimo Raffaeli, El vive d’omo. Scritti su
Franco Scataglini, Transeuropa, Ancona, 1998, pp. 7-10
Tutte le liriche di Scataglini musicate
da La Macina:
SABATO, STESSO STAMPO (Scataglini-Pietrucci-Taborro)
MADRIGALINO (Scataglini-Pietrucci-Gigli)
NE L’ESTRO DEL GARBI’ (Scataglini-Pietrucci-Gigli)
COME UN’OLIVA TONDA (Scataglini-Pietrucci-Gigli)
QUINDICI GIUGNO (Scataglini-Pietrucci-Taborro)
TRE CIRCOSTANZE (Scataglini-Pietrucci-Gigli)
MIRKO (Scataglini-Pietrucci-Gigli)
DE TE, IO TROPPO DISSI (Scataglini-Pietrucci-Gigli)
AMORE MIO, C’E’ ANDATA (prima stesura) (Scataglini-Pietrucci-Picchio)
AMORE MIO, C’E’ ANDATA (seconda stesura) (Scataglini-Pietrucci-Picchio)
NOMI, FULIGGINOSE (Scataglini-Pietrucci-Gigli)
TUTO E’ CORPO D’AMORE (Scataglini-Pietrucci-Taborro)
BUCRANIO (Scataglini-Pietrucci-Gigli)
CARCERE DEMOLITO (Scataglini-Pietrucci-Taborro)
TANTE VOLTE HO PENSATO (Scataglini-Pietrucci-Gigli)
SU LA RENA (Scataglini-Pietrucci-Picchio)
OH IL TEMPO!… TUTO EL
TEMPO (Scataglini-Pietrucci-Gigli)
FRESCOBALDI (Scataglini-Pietrucci-Picchio)
LAUDA ANCONITANA (Scataglini-Pietrucci-Gigli)
CARTA LANIENA (Scataglini-Pietrucci-
M.Severini)
DA MILLENNI DE NEVE (Scataglini-Pietrucci-
M.Severini)
LA MADRE CHE ME TOLSE (Scataglini-Pietrucci-Taborro)
L’AMORE INFERMO (Scataglini-Pietrucci-Gigli)
NECESSITA’ DEL NASCE (Scataglini-Pietrucci- M.Severini)
Da: GASTONE
PIETRUCCI-LA MACINA, Da “TUTO E’ CORPO
D’AMORE” a “EL VIVE D’OMO, I-II
Ventiquattro liriche dal canzoniere poetico di Franco
Scataglini musicate e interpretate da La Macina
con la partecipazione straordinaria di
Marino Severini, voce, chitarra
e Fabio Verdini, pianoforte, hammond
Bootleg Live (CD M.C.M. Records 050CD-W15 2009)
Perché Scataglini
E’
stato giustamente rilevato che l’opera in versi di Franco Scataglini, dalla
prima raccolta E per un frutto piace
tutto un orto (’73) al suo poema-culmine El sol (’95), si sviluppa secondo un ascendente verticale: dal
patimento carnale, nelle forme più dure dell’esproprio e della penuria, alla
nuda espressione di un valore per cui la vita coincide esattamente con il senso
della poesia. Non perché la poesia sostituisca o surroghi la vita ma, al
contrario, perché imponendosi con forza invasiva essa ne restituisce tutto lo
spessore e il pulsare lancinante.
All’apice
di un lungo viaggio dentro l’esistenza, le immagini terminali della Rosa e del
Giardino sono, per Scataglini, come l’antipode e il riscatto di quelle che ne
ferivano crudamente l’avvio, vale a dire il Carcere, il Mattatoio e il
Labirinto in cui l’uomo si aggirava accecato, senza requie e destino, alla pari
di un Minotauro.
Sono,
queste, immagini della cultura classica (e Scataglini fu in effetti poeta di
straordinaria raffinatezza) ma traslate in una lingua che si origina da dentro e
dal basso. E’ la lingua medesima dei provenzali e di Dante ma, nello stesso
tempo, è il bacino in cui rampollano da sempre i dialetti, gli idiomi di
un’atavica civiltà rurale e artigianale. Inimitabile è la pronuncia del poeta
anconetano ma è di lì che deduce la sua materia prima; ed è lì che
Non
si tratta, da parte della Macina, di un meccanico mettere in musica Scataglini,
ovvero di illustrarlo (che sarebbe operazione parassitaria, persino temeraria);
si tratta, semmai, di interpretarlo e, alla lettera, di tradurlo, come farebbe un pittore, uno scrittore o appunto un
musicista che si ispirasse esplicitamente alla sua opera.
Infine
è un modo per tornare a leggerlo, per accogliere il senso della sua perdurante
eredità.
Massimo Raffaeli –
Francesco Scarabicchi
*
FRANCESCO SCARABICCHI
Francesco
Scarabicchi (Ancona, 10 febbraio 1951 – Ancona, 22 aprile 2021)
è stato un poeta e traduttore italiano, che si occupava anche di letteratura
e arti visive. Ha collaborato con Fabio Pusterla e con Franco Scataglini
Biografia
Nativo
di Ancona, trascorse l'infanzia fra Grottammare e Ortona; restò orfano del padre a soli 10 anni.
Dopo il diploma magistrale, si iscrisse all'Università di Urbino, ma ben presto
lasciò gli studi per un impiego in banca, che restò il suo lavoro per
trent'anni. Determinante per la sua formazione fu l'incontro e la
collaborazione con il poeta Franco Scataglini: con lui e con Gianni D'Elia e Massimo Raffaeli lavorò a una
trasmissione radiofonica trasmessa dalla RAI delle Marche.. Di carattere schivo e riservato,
coltivò tuttavia amicizie con intellettuali e scrittori quali Giorgio
Bertelli, Fabio Pusterla, Claudio Piersanti, Stefano
Simoncelli, Ferruccio Benzoni, Paolo Lanaro. La sua è definita una poesia
realistica[7][8] e le sue tematiche sono
concentrate sui temi del ricordo, del tempo e della morte Si è occupato da
sempre di arti figurative. Una scelta delle sue Cronache d'arte 1974-2006
in L'attimo terrestre (Affinità elettive, Ancona 2006). Per
Donzelli, nella collezione di poesia, ha pubblicato L'esperienza della
neve (2003) e L'ora felice (2010). Per Liberilibri
nel 2010 ha curato lo scritto del libro di Fabian Negrin La via
dell'acqua.
Ha ideato, diretto e coordinato con Francesca Di Giorgio, dal febbraio del
2002, la rivista periodica di scritture, immagini e voci "nostro lunedì"[10], dopo altre esperienze[11].
Ha tradotto da Federico García Lorca e
da Antonio Machado
Nel
2013 ha pubblicato Con ogni mio saper e diligentia. Stanze per Lorenzo
Lotto (Liberilibri, Macerata 2013). Scrive Massimo Raffaeli nella nota
introduttiva dell'opera: «Questi non sono versi di illustrazione a Lorenzo
Lotto, un pittore a lungo vulnerato da incomprensione e oblìo, ma piuttosto
sono i versi, legati in stanze e alla maniera di un poemetto, in cui Francesco
Scarabicchi assume su di sé il destino di un artista "solitario e
febbrile", come lo definì una volta. Dunque non è tanto la voce del Lotto
a parlare nei versi quanto, viceversa, è la parola della integrità esistenziale
e della compiutezza artistica a manifestarsi per tramite loro». L'amore
di Scarabicchi per Lorenzo Lotto parte
da lontano, dall'adolescenza, e da almeno trent'anni si insinua nella sua
scrittura. Ma l'esigenza di dare voce, attraverso la poesia, a quell'esistenza
alquanto misteriosa (tranne quanto si legge nel Libro di spese diverse e
in alcune lettere) nasce tra il 2008 e il 2011.
Muore
ad Ancona, dove era ricoverato, il 22 aprile 2021.
OpereLa porta murata, Introduzione di Franco Scataglini, Ancona, Residenza, 1982.
·
Il viale d'inverno, postfazione di Massimo Raffaeli, Brescia, L'Obliquo, 1989.
·
Il prato bianco, Collezione di poesia,
Torino, Einaudi, 2017 [L'Obliquo, Brescia, 1987],
·
Il cancello 1980-1999, con una bandella di Pier Vincenzo
Mengaldo, Ancona, Pequod, 2001.
·
L'esperienza della neve, Roma, Donzelli, 2003.
·
L'attimo terrestre. Cronache d'arte 1974-2006, Affinità elettive, 2006.
·
La ferita della luce, Milano, Quaderni di Orfeo, 2007.
·
Frammenti dei dodici mesi, con quattordici fotografie di Giorgio
Cutini, con uno scritto di Goffredo Fofi, Brescia, L'Obliquo, 2010.
·
L'ora felice, Roma, Donzelli, 2010.
·
Nevicata, con incisioni di Nicola Montanari, Macerata, Liberilibri,
2013.
·
Con ogni mio saper e diligentia. Stanze per Lorenzo Lotto, con una nota di Massimo
Raffaelie postfazione di Michele Polverari, Macerata, Liberilibri, 2013.
·
La figlia che non piange, Einaudi, Torino, Collezione di poesia,
2021,
*
MILENA GREGORI
CURRICULUM ARTISTICO
Nel
Dal 1998 al
-
Io sono un atto impuro 1999
-
Il mandato 2000
-
Il bar sotto il mare 2001
Inoltre ha partecipato come attrice nei seguenti
spettacoli:
(nota: *regia
di Gianfranco Frelli; **regia di
Francesca Tilio)
* Sogno di una
notte di mezza estate 2000
* Line 2002
* God 2003
* Antigone 2003
* Il grande
cuore marchigiano 2003
* Male femmine
currunt 2005
* Alla macchia 2005
* La città dei folli 2005
* ’900 destini
in fuga 2006
* Una strana
coppia di donne 2006
**About Tom
Waits 2007
* Nome di
battaglia Maria 2007
* Ansie del
‘900 2007
* Conversazione
sinfonietta 2008
* Un bene da
morire 2008
* Quattro
donne+quattro uomini=tendenzaaltradimentopersoddisfazione 2008
Ha collaborato per la ricerca di immagini per la
rappresentazione della Divina Commedia,
regia di Gianfranco Frelli, portata
in scena dalle classi quinte dell’ITAS, dell’Istituto d’Arte e del Liceo
Classico di Jesi, 2008.
Con
Partecipazione a:
Il “nostro” Sanremo dal 2003
18° Monsano Folk Festival 2003 (canzone “Ninna-o, Ninna-o”)
22° Monsano Folk Festival 2007 (voce fuori campo per Scataglini,
“El vive domo”, Ancona)
23° Monsano Folk Festival 2008 (voce fuori campo per Scataglini
“Da Tuto è corpo d’amore a “El
vive d’omo”, Jesi)
23° Monsano Folk Festival 2008 (voce-guida per “Voce nel silenzio” Concerto itinerante,
a numero chiuso, per trenta spettatori-testimoni alla volta attreverso le otto
sale tematiche del Museo Utensilia, Morro d’Alba)
“1861-20011-Un
paese mancato?” (voce narrante), Jesi, 2011
“1861-2011-Un paese mancato?” (voce narrante), Ancona, 2011
Io
non perdono donne (Il
femminicidio dalla tradizione popolare all’oggi-Voci contro la violenza di
genere, Pievetorina, 2021
36° Monsano Folk Festival 2021 –Io non perdono donne (Il
femminicidio dalla tradizione popolare all’oggi-Voci contro la violenza di
genere, Monsano
Io
non perdono donne (Il
femminicidio dalla tradizione popolare all’oggi-Voci contro la violenza di
genere, Jesi, 2021
*
LIBRERIA GIRA&VOLTA- JESI –
Francesco il Titolare
della Libreria “Gira&Volta”
GIRA & VOLTA – LIBRERIA DI PROPOSTA
Francesco è già il titolare de “La
libreria dei Ragazzi”. Ha portato a Jesi, oramai da diversi anni, una libreria
pensata apposta per i più giovani che prima non c’era.
Francesco ha passione per il suo lavoro e per la carta: illustrata e stampata.
E’ amante dell’arte e della cultura, espresse attraverso le parole e le
immagini.
Non vende solo libri. Li seleziona alla fonte per offrire una proposta mirata e
curata. Li legge nel suo negozio organizzando incontri con bimbi, bambini e
ragazzi. Li racconta, per aiutarti nella scelta. Organizza il “Festival del
Libro per Ragazzi”, corredato da incontri, conferenze, mostre. Francesco è un
curioso. Dall’incontro con Milo Montelli e la sua casa editrice “SKINNER BOX”
nasce un interesse per l’arte contemporanea. Tra i due c’è una collaborazione
stimolante.
E’ nello svolgersi di questa quotidianità che matura il desiderio di uno spazio
più grande dove completare una proposta letteraria che mantenga le sue radici
nei libri illustrati per rgazzi, ma che si spinga verso il libro d’arte,
toccando saggistica e narrativa scelta.
Lo spazio c’è. A pochi metri dal
precedente – uno negozio sfitto di circa 60mq, più o meno il doppio del primo e
già in parte di sua proprietà – sembra il luogo ideale per il nuovo negozio.
Nasce l’idea di “GIRA & VOLTA” . Francesco mi incarica della progettazione,
della gestione dei lavori e dell’esecuzione degli arredi. La corporate è curata
da Mina Montelli.
Fin da subito quello che Francesco mi ha
proposto è stato un “foglio bianco”. Ma le esigenze pratiche sono altra cosa.
Il mio processo creativo si innesca dopo alcuni incontri/intervista con
lui. Ci tenevo a capire bene quali fossero tutte le
sfaccettature del suo lavoro per conoscere bene tutte le sue esigenze e poterle
poi vestire con un abito all’altezza delle mie e sue aspettative.
Poi ci sono state le emozioni. Il primo impatto all’ingresso nel nuovo spazio,
ancora parzialmente arredato. Il secondo impatto all’ingresso del nuovo spazio
dopo che era stato svuotato. La sorpresa dopo l’intera rimozione del
controsoffitto in cartongesso che ha riportato alla luce il vecchio soffitto in
travi di legno e tavolato in parte danneggiato da un incendio successo chissà
quando. La demolizione di una porsione di muro che mi ha messo a
disposizione altro spazio. Punti fissi sono stati fin da subito l’infisso che
non doveva essere cambiato ed il pavimento in rovere, da riportare
semplicemnete al suo stato originario.
Ho ascoltato l’idea di libreria che
Fracesco aveva in mente e dopo essere entrato nello spazio svuotato, sono
rimasto subito affascinato dalla grande parete che ci si trova davanti. Sforzandomi
di trovare una proposta alternativa alle semplici scaffalature e mensole che ci
si aspetta entrando in una libreria, in testa si era radicata la convinzione
che quella superficie dovesse contenere il segno distintivo attorno al quale il
mio progetto avrebbe ruotato. Vedevo questo muro sporco e segnato e mi
immaginavo un mare bianco nel quale potermi tuffare ed immergere. Vedevo quella
superficie come uno spazio fluido, trasformabile, utilizzabile in modi diversi
ma che allo stesso tempo fosse esso stesso carico di senso e di un segno forte.
Non semplice funzione. La parete doveva essere una installazione artistica
funzionale. Immagianvo di poterci esporre tanti libri, ma anche uno solo, o di
creare qualcosa con solo alcuni libri. Mi immaginavo di proiettarci sopra
qualcosa, di usarla a livello comunicativo. Che potesse esser tutta piena ora e
vuota subito dopo. Non ricordo quando mi è venuta l’idea delle matite.
Gli
spazi della Libreria Gira&Volta
*
APPARATO N. 9
CURRICULUM
SPERIMENTALE
TEATRO A (S.T.A)
-
-Allì Caracciolo-Logo Sperimentale Teatro A (S.T.A) -Maria
Novella Gobbi
Lo Sperimentale
Teatro A (STA) opera nel
teatro di ricerca dal 1964: dapprima come teatro di base, poi, dalla
metà degli anni ‘70 a livello professionale. Lavora anche al recupero degli spazi
non teatrali di pregnante significanza culturale . Negli anni Settanta ha
rappresentato nei mattatoi, dopo una memorabile edizione teatrale, l’Esperimento
in-utile sulla Salomè di Oscar Wilde, risultato di 5 anni di ricerca
condotta con la scuola di Allì Caracciolo. Ha realizzato esperienze
‘pionieristiche’ anche di Teatro di strada. Si avvale altresì della ricerca
incrociata con la Sezione di Danza Contemporanea ‘MI Tramature
Corporee’, facente parte dello STA dal 2012.
Tra le altre
specializzazioni, studia la praticabilità drammatica di testi non teatrali
(filosofici in particolare, giuridici, teorici, opere relative all’immaginario
collettivo, documenti manoscritti di microstoria, testi iconografici). Per
l’Università di Macerata ha curato la ritestualizzazione e messa in scena di
opere filosofiche (Spaccio de la bestia trionfante di Giordano Bruno, La
città del sole di T. Campanella, Sogni di Girolamo Cardano, ed
altre). Il Diogenes Cynicus Redivivus di Comenius ha raccolto altissimi
consensi anche tra il pubblico cèco e polacco. Dal 2000 al 2018 ha collaborato
con il docente di Storia del Teatro, Allì Caracciolo, all’allestimento di
spettacoli di autori stranieri in italiano e nelle lingue originali. In
Heidelberg e Colonia lo Sperimentale ha curato la rappresentazione di canovacci
della Commedia dell’Arte italiana, nella loro struttura schematica, tenendo
seminari e laboratori nelle rispettive Università.
Una sezione specializzata
dello STA si occupa di filologia delle culture popolari di tradizione orale comparate.
Una trilogia di spettacoli costruiti sul recupero dei testi orali,
rappresentata in molti teatri e spazi in Italia, è stata oggetto di studio
anche di filologi tedeschi e francesi. Un quarto spettacolo, più recente, Piange
piange Maria povera donna, è nato dalla collaborazione con un grande gruppo
storico di ricerca popolare orale, La
Macina, guidato dall’etnomusicologo Gastone Pietrucci.
Una sperimentazione
sul futurismo (Bïf & Zf + 18. Chimismi vocali del colore in movimento)
si è svolta in spettacoli diversi per ogni serata, per la durata di sette
settimane. È stato anche rappresentato uno spettacolo della durata di un anno,
e successivamente di un altro anno, variato ogni sera, in relazione alla
ricerca di linguaggi teatrali in ambito filosofico concernente ‘Tempo/Spazio’.
Per il Lausitzer
Opernsommer Brandenburg, per il Festival di Geisendorf (Berlino), di Neuzelle,
per Macerata Opera Festival-Sferisterio, e vari altri, ha allestito e curato la
Regia di Opere musicali del 1600 (tra cui Rappresentatione di Anima
et di Corpo di E. de’ Cavalieri, Passio secundum Johannem del
Giordaniello) con relativi Seminari e Laboratori di Arte scenica per i cast
internazionali di cantanti e attori.
Tra i primi Centri di Ricerca
che abbia teorizzato e praticato Animazione teatrale, dal 1964 agisce
anche nelle scuole con specialisti per i vari gradi e livelli scolastici.
Condusse attività di Animazione anche nella allora Scuola Speciale per
portatori di handicap. Le prime teorie in Italia sono state elaborate e scritte
dai teorici di detto Teatro Sperimentale, tra cui Allì Caracciolo, M.Novella
Gobbi, Maurizio Agasucci; verificate e messe in pratica dagli stessi operatori
specialisti, conducendo altresì Seminari e Laboratori con studenti.
La produzione attualmente in
corso (2013) si fonda su un ampliamento della ricerca sul ‘corpo’ artaudiano
verso prospettive corporee tuttora poco indagate nel campo della
sperimentazione teatrale.
Altri specifici ambiti
di ricerca culturale e teatrale dello Sperimentale
Teatro A sono:
Le culture dell’immaginario
nel basso Medioevo. Culture e forme della marginalità nell’Europa moderna.
Letteratura demonologica e giuridico-morale relativamente a eresia e
stregoneria. Processi e Bandi.
Oralità e suoi veicoli. La
trasmissione orale dei testi popolari. I dialetti come lingua, veicolo di una
cultura.
Studi e applicazioni della
idea di Crudeltà di Antonin Artaud. Studi specialistici sul Novecento e nuovi
linguaggi.
Elaborazione di tecniche e
teorie dell’attore e del corpo. Il corpo della voce (ricerca a cura di M.
Novella Gobbi).
Il corpodanzante,
parola-musica, prop-extention (ricerca a cura di ‘MI Tramature
Corporee’).
Fondamenti del Teatro di
figura. Drammaturgia sonora e immagine (a cura di ‘Specchi Sonori’
–collaboraz.permanente)La luce come personaggio e altri studi teorico-pratici.
Filosofia del teatro e teatro della filosofia. L’ideadi vuoto Allì Caracciolo,
docente di Storia del Teatro e dello
Spettacolo presso l’Università di Macerata, haalsuo attivo molte
pubblicazioni scientifiche relative al Teatro, sia teoriche sull’idea di
Teatro, che svari temi di ricerca; inoltre, opere di drammaturgia, e di poesia.
Il
SIMONA STRONATI
Partecipazioni di Simona agli spettacoli
e alle produzioni de La Macina
(dal Fascicolo della Collana Foglie d’Album, 2022)
1973, SBALLOTTATO FRA SIGNORE E
PADRONE Rappresentazione
di canzoni popolari italiane in due tempi. Ideazione e Regia di Gastone Pietrucci. Con Manuela
Balducci, Maria Teresa Basconi, Silvana Massi, Gastone Pietrucci, Nadia Pirani,
Simona Stronati, voci, Ado Bastari, voce, chitarra, Eliano Massi, chitarra,
Piergiorgio Parasecoli, voce,
fisarmonica.
(Monsano, Sabato 14-Domenica 15 Aprile,
Teatrino Parrocchiale)
1988, LA “GRANDE” MACINA IN
CONCERTO (1968-1988 - venti anni di “macina”, macinato e…
macinati!!!). In occasione del
ventennale di attività de La Macina. Ideazione e Regia di Gastone Pietrucci. Con La Macina (Andrea Cangemi, chitarra, Amoreno Martellini, chitarra, voce, Emma Montanari Bortuzzo,
voce, violoncello, Claudio e Giuseppe
Ospici, voci, chitarre, Piergiorgio
Parasecoli, voce, fisarmonica,
Gastone Pietrucci, voce, Massimo
Raffaeli, chitarra, voce, Fefi
Serrini, voce, chitarra) e La “grande” Macina (Manuela Balducci Gigli,
Maria Teresa Basconi Astolfi, Ado Bastari, Eliano Massi, Silvana
Massi Bastari, Nadia Pirani
Orazi, Roberto Raponi, Simona
Stronati, voci,).
(Montemarciano, Teatro “Alfieri”, Sabato e
Domenica, 5-6 Novembre)
1989 ,LA “GRANDE” MACINA IN CONCERTO Selezione dello spettacolo del
ventennale: La “grande” Macina in
concerto ( 1968-1988 – venti anni di “macina”, macinato e… macinati!!!). Con La Macina (Gastone Pietrucci, voce,
Piergiorgio Parasecoli, voce, fisarmonica,
Marino Carotti, chitarra, voce, Roberto
Raponi, voce, Fefi Serrini,
voce, chitarra ) e (Manuela Balducci Gigli,
Ado Bastari, Eliano Massi, Silvana Massi Bastari, Nadia
Pirani Orazi, Simona Stronati, voci).
(Monsano, Piazza dei Caduti, Domenica 13 Agosto, ore 24,00, Concerto di Mezzanotte, 4°Monsano Folk Festival)
1993, LA “GRANDE” MACINA IN
CONCERTO. Dal concerto del ventennale.
Con gli ex che hanno creduto e fatto “grande”
La Macina. Con La Macina (Gastone Pietrucci, voce, Piergiorgio
Parasecoli, voce, fisarmonica, Marino Carotti, chitarra, voce, Roberto Raponi, voce)
e con La “grande” Macina (Ado Bastari,
voce, chitarra,
Fefi Serrini, voce, Manuela Balducci Gigli, voce-
Silvana Massi Bastari, voce- Nadia Pirani Orazi, voce-
Simona Stronati, voce).
(Monsano, Piazza dei Caduti, Domenica 8 Agosto, ore 19,00, Concerto delle Diciassette, 8° Monsano
Folk Festival) .
1994, CANTO DELLA MEMORIA.
Concerto-spettacolo contro
tutte le guerre per non dimenticare… (1944-1994). Spettacolo-Concerto con La Macina (Marco e Michele Gigli, voci, chitarre, Piergiorgio Parasecoli, voce, fisarmonica, Gastone Pietrucci, voce, Roberto Raponi, voce) e la partecipazione
straordinaria de La “Grande” Macina: (Ado Bastari, voce,
chitarra, Manuela Balducci Gigli, voce- Silvana Massi Bastari, voce- Nadia Pirani Orazi, voce- Simona Stronati, voce)
e con Massimiliano Donninelli, sax
– Guglielmo Marcheselli “Cole”, voce, chitarra, mandolino,
Sara Modigliani, voce – Sandro Montanari,
armonica a bocca – Nino Zannoni,
voce recitante. Ideazione e Regia: Gastone Pietrucci.
(Monsano, Piazza dei Caduti, Domenica 7 Agosto, ore 22,00, ”Concerto
Grande della Sera”, 9° Monsano Folk Festival. Poi rimontato con lo stesso
titolo CANTO DELLA MEMORIA.
(Jesi, Teatro “Pergolesi”, 25 Aprile, 1995).
1995, LA MEMORIA, LE TRACCE E
L’OBLIO. Le canzoni del “Canto della
Memoria”. Con La Macina (Marco e Michele Gigli, voci, chitarre, Piergiorgio Parasecoli, voce, fisarmonica, Gastone Pietrucci, voce, Roberto Raponi, voce)
& La “Grande” Macina (Manuela
Balducci Gigli, voce- Silvana Massi Bastari, voce- Nadia Pirani Orazi, voce- Simona Stronati, voce , Ado Bastari, voce, chitarra,).
Ideazione Gastone Pietrucci.
Regia di Giorgio Cellinese.
(Monsano,
Esterno Chiesa degli Aròli, Giovedì 10 Agosto, ore 23,00, Concerto delle Ventitrè, 10° Monsano
Folk Festival)
1999, SILENZIO, CANTA LA MACINA! . La Macina canta
trent’anni della sua storia: 1968-1998. (Doppio CD Antologico, M.C.M
Records cd--050-CDW999). Prefazione di Massimo Raffaeli. Ospiti: La “Grande” Macina (con Manuela Balducci Gigli, Silvana Massi Bastari, Nadia Pirani Orazi, Simona Stronati,
Ado Bastari, voci), Guglielmo Marcheselli “Cole”, Màlleus. Con l’amichevole partecipazione di: Valeria
Moriconi, Dodi Moscati, Laura Parodi, Donata Pinti, Luisa
Poggi e con la partecipazione straordinaria degli
informatori: Armanda Animobono Mancini, Pietro Bolletta, Domenico
Cicciòli, Aldo Gobbi, Gruppo “Filandare” di Jesi, Gruppo Spontaneo di Fabriano, Lina Marinozzi Lattanzi, Concetta Piccioni
Secchioni, Nazzareno Saldari.
(Presentazione del
disco: Jesi, Teatro “Pergolesi”, 18 Giugno)
2003, LA “NOSTRA” MACINA. Interpretazioni
improprie ma consentite di un… mito trentennale da parte di una incosciente,
simpatica, spericolata banda di amici sull’orlo di una irrefrenabile crisi di…
allegria!!!. Con La Macina e con Simona
Stronati e tutta la “banda” de Il
“nostro” Sanremo. Con la partecipazione straordinaria di Sandra Boninelli,
ospiti d’onore gli argentini: i cantanti, Veronica Condomì, Laurita Pergolesi, e il cantante
chitarrista Omar Bolivar,
il fisarmonicista Ruben
Cena e i ballerini Koki & Pajarin Saavedra. Presentatori:
Luigi Moretti e Anghela Alò. Ideazione e cura: Gastone Pietrucci.
(Monsano,
Piazza dei Caduti, Sabato 6 agosto, Concerto
di Chiusura del Festival, 18° Monsano Folk Festival).
2013, OMAGGIO A MANUELA. (Manuela Balducci Gigli, grande voce femminile
de La Macina). Per la Serie Foglie d’Album (numero straordinario)
Con La Macina (Gastone Pietrucci, voce,
Adriano Taborro, chitarra, mandolino,
violino, voce, Marco Gigli, chitarra,
voce, Roberto Picchio, fisarmonica,
Riccardo Andrenacci, percussioni,
Giorgio Cellinese, coordinatore e la
partecipazione straordinaria di Michele Gigli, chitarra, Chiara Carsetti, voce
e delle Donne de La Macina (Silvana Massi Bastari, Nadia Pirani
Orazi, Simona Stronati, voci ).
Ideazione, cura e Regia, Gastone Pietrucci.
(Monsano, Chiesa S. Pietro Apostolo, Domenica 18
Agosto, Concerto della Memoria e di
Chiusura del Festival, 28° Monsano Folk Festival 2013)
2014, MA VAI A DAR VIA IL CUORE…, Omaggio a Giovanna Daffini nel centenario della nascita. Ideazione e Regia di Gastone Pietrucci. Con Il Canzoniere del ’68 (Marco Gigli, chitarra, voce, controcanti, Silvana Massi Bastari, voce, Gastone Pietrucci, voce, Nadia Pirani Orazi, voce, Simona Stronati, voce e con la partecipazione straordinaria di Milena Gregori, voce narrante).
(Monsano, Via Dottori,,
Venerdì 8 Agosto, ore 23,00, Concerto
della Notte , 29° Monsano Folk
Festival 2014).
Dal 2000 al 2018, IL “NOSTRO” SANREMO. (Festa-Gioco per
una coraggiosa e spericolata banda di amici sull’orlo di una irrefrenabile
crisi di… allegria!!!) . Ideazione e cura di Gastone Pietrucci & Giorgio Cellinese. Con la partecipazione de La Macina e di… coraggiosi musicisti ospiti. Arrangiatore: Alberto
Cucchieri. Direttore d’Orchestra: Adriano
Taborro. Scenografia: Paolo
Laglia & Aldo Pieralisi.
Ricercatori: Leonardo Appolloni & Marco di Emiddio: Regia: Gastone Pietrucci.
(Jesi, Casa Pietrucci-Monsano, 2000 - Monsano
Teatrino Parrocchiale, 2001-San Marcello, Teatro”Ferrari”, 2002,2003,2004
-Montemarciano, Teatro “Alfieri”, dal 2005 al 2018).
Simona Stronati sempre presente, dal 1999 al 2018, in tutte le edizioni de Il “nostro” Sanremo, combattiva, appassionata, molte volte polemica e sempre con il cuore oltre l’ostacolo, ha conseguito i seguenti riconoscimenti:
Seconda edizione, 2001 – Menzione Speciale della Critica
con Che freddo fa.
Terza edizione , 2002 – Terzo Premio Il “nostro” Sanremo, Categoria Qualità” e Menzione Speciale al “Look”, con Uomini addosso
Quarta
edizione, 2003 – Menzione Speciale della Critica, con Terra
Quinta edizione, 2004 - Terzo Premio Il “nostro” Sanremo, Categoria “Qualità” e Menzione Speciale della Critica, con Papà Pacifico (insieme a Monica B. e Tiziana)
Sesta edizione, 2005-
Premio “Categoria” con, Con te
Ottava edizione, 2007- Primo Premio Il “nostro” Sanremo, Categoria “Simpatia” e Menzione Speciale Premio della stampa per “Simpatia”, con 24 mila baci (con Tiziana)
Decima edizione, 2009 – Premio Speciale al “Look”, con Cuore matto (con Beatrice e Milena)
Undicesima
edizione, 2010, Premio Speciale al “Look”,01 con Se tu ragazzo mio
Quindicesima edizione, 2014- Premio Speciale al “Look”, con Anni ruggenti (con Sauro-Silvia-Mauro)
Diciottesima edizione, 2017 - Primo Premio Il “nostro” Sanremo, Categoria “Simpatia” e Premio Special del “Look”, con Una vecchia canzone italiana (con Carlo, Tiziana, Sauro, Ketty, Maria)
GASTONE PER SIMONA
(dal Fascicolo della Collana Foglie d’Album, 2022)
L’ultimo compleanno “felice” con Simona
Grande, generosa, irruenta, testarda, dolce, dolcissima, adorabile bugiarda, ruvida, guerriera, lottatrice, ostinata, tenace, insopportabile, appassionata, arrogante, invadente, straripante, assidua, optional, tenera, sorridente, imbronciata, arruffona, saccente, superficiale, strabordante, caciarona, vulcanica, ingenua, naif, smaliziata, protettiva, fastidiosa, litigiosa, indispensabile, vincitrice, sconfitta, arrabbiata, pesante, leggera, sperduta, sognatrice, indifesa, sempre presente, sfortunata, amatissima amica mia.
Vorrei di nuovo litigare e fare la pace con te… ora ho soltanto il tuo struggente ricordo, mi hai abbandonato, sono ancora sfortunatamente più solo.
Il tuo Gas.
Maria Novella Gobbi
da Maria Novella Gobbi
(dal Fascicolo della Collana Foglie d’Album, 2022)
“Buongiorno principessa, come stai, ha riposato stanotte?” La domanda del mattino cercando di portarti un sorriso lieve, di quelli che tengono a bada la paura. E la sera, la tua voce scoppiettante per lo stesso sorriso strappato al dolore, ci raccontavamo la giornata, tu la fatica di accettare questa cosa che ti stava accadendo con il tuo modo scherzoso di sempre, noi con i progetti, i lavori, il teatro, ti raccontavamo la giornata, la bellezza e la forza del nostro lavoro, e tu con l’entusiasmo di sempre partecipavi felice, facevi mille domande, “raccontamene un pezzetto” chiedevi, era il tuo modo di esserci.
Ogni volta, quando finiva Piange Piange Maria povera donna tu ti avvicinavi guardandomi fissa con gli occhi lucidi, senza dire una parola mi stringevi tra le tue mani il polso destro forte, porterò con me per sempre quel tuo sguardo e la stretta al cuore.
Poi la malattia, sai io sono ossessionata da un pensiero: quando stiamo bene accorgiamoci, ho saputo di te e cercavo nella mia mente i momenti sereni trascorsi insieme.
Noi ci affannavamo a parlarti, rassicurarti che tutto quel male era una fase di passaggio, “vedrai, è ancora presto, ma con la prossima chemio comincerai a migliorare”. Ma ho avuto sempre più spesso l’impressione che eri tu a rassicurare noi “sì oggi va meglio, stanotte ho dormito, quando vieni ancora a trovarmi?”.
Non abbiamo fatto in tempo.
Solo un leggero velo di tristezza quella sera a casa tua, parlavamo di Giotto e io ti chiesi quante feste ti avesse fatto, eri appena tornata dall’ospedale, un’ombra lieve nel tuo sguardo poi mi hai risposto: “si sta staccando da me, ora lo accudisce mio fratello” e dopo una lunga pausa “ma è un bene”.
L’ultima cosa che ti ho detto: “il festival è cominciato, ma senza te non è lo stesso”. Quando ci siamo visti, nella tua casa davanti al mare progettavi di venire magari una sera, con quel tuo modo di parlare rassicurante, “ma sì oggi sento meno dolore”.
Poi quella sera sono arrivati insieme la paura, il dolore la perdita, la pena infinita di non vederti più e doverti portare solo nel cuore.
Buonanotte principessa dagli occhi ridenti, grazie di te, della tua allegria del tuo abito rosso, della tua generosa presenza, dormi un sonno lieve cullato dall’amore di tutti noi sempre.
Marianovella
Allì Caracciolo
UNA DONNA
VESTITA DI ROSSO
(dal Fascicolo della Collana Foglie d’Album, 2022)
Perché ami così tanto il rosso? Il corrispettivo cromatico della tua passione. L’entusiasmo di vivere, cantare, essere presente, senza sovrastare senza invadere lo spazio di altri. La presenza è il segno della tua passione.
Conoscere Simona e non trovarsi immediatamente nel cuore di un uragano, benevolo e benefico ma travolgente, sarebbe stato non averla conosciuta né compresa.
L’apparente affastellarsi di desideri e sogni e azioni altro non era che empito di vita, pulsioni di vitalità di una donna generosa e subito disposta a fare, a condividere, a partecipare. Certa che il progetto è bello perché proviene dalle persone che ama, gli amici che le danno la gioia di vivere perché vivono a loro volta l’arte, la musica, la bellezza.
Nessuno sradicamento dalla realtà nei tuoi sogni, solo che la realtà nella quale essi nascono e si coltivano, è ‘altra’, non la quotidiana miseria della routine ma la realtà del canto, della musica della gioia di fare, di esserci, un po’ pazza un po’ sublime. Vista da te e da te ricercata così, un poco trasgressiva un poco saldamente romantica. A volte teneramente caotica.
Gli affetti, figli del suo entusiasmo, saldi e sicuri, la guidano nelle azioni, senza i turbamenti del calcolo, le vicissitudini della fredda razionalità, senza il meschino ritorno a una quotidianità esigente e senza compenso.
Ricordi il tuo pianto per il piccolo compagno delle tue passeggiate e viaggi e cene e serate e…? ovunque ti seguiva semplicemente perché ovunque lo portavi con te.
Se c’è un cielo della Bellezza,
se la bellezza sopravvive al tempo
se il tempo non è che una condizione di questo pianeta,
allora
quel cielo
quella bellezza
sono il luogo di ogni cosa mirabile
che il tempo non intacca
che la caduta del tempo mostra intatta.
Lì si ritrovano le serene sembianze,
le amabili creature, le resistenti speranze,
lì ciò che pensavamo perduto,
irrimediabilmente svanito,
attua il suo ‘esserci stato’ nella energia permanente
che esso stesso ha generato
divenuta inestinguibile entità
e l’indicibile appare chiaro nella sua subitanea semplicità:
nulla si perde di quanto si è amato
ed amò.
Che il tuo piccolo angelo
allora
sia il tuo cielo Sereno
che ispira dolci movenze in nuove esistenze
che, con lieve carezza, guida altre creature
a restituirti bellezza.
a Simona da Allì
Lo scrissi nella speranza di apportare un piccolo
conforto al tuo dolore per la perdita di Sereno. Così amato, così fiducioso e
fedele.
Allora, adesso che hai ritrovato il tenero Sereno, che scodinzola vicino a te, e il dolce Giotto qui sogna la tua immagine pensando che devi essere proprio tu in un’altra delle tue stranezze, dei tuoi giochi festosi di coccole e nascondino, adesso canta gioiosa e accompagna i nostri spettacoli, i concerti, le nostre pazze visioni e aiutaci a sorridere un poco. Anche noi.
Il 21 agosto 2021, al 36° Festival di Monsano, prima della prima nazionale di “IO NON PERDONO DONNE”, ti abbiamo dedicato lo spettacolo (al quale dicesti che saresti venuta a ogni costo) con questa Dedica, che scrissi per te e ho letto a un pubblico commosso e addolorato:
“Prima della Dedica prevista dal testo dello spettacolo, e che lo introduce, questa sera una DEDICA speciale, che non avremmo mai voluto dover pronunciare:
DEDICATO A SIMONA,
alla sua intrepida voglia di presenza, appassionata e tenera partecipazione,
all’ardore della sua passione di musica e teatro,
alla sua risata che “non finisce mai”, ricordando quanto esclamò dalla platea verso l’attrice che proseguiva a dire la sua battuta comica:
«eh
aspetta! facce finì’ de ride’».
Grazie, Principessa, donna speciale dal vestito rosso”
Non finì de ride, ti prego.
Allì Caracciolo
RICORDO DI SIMONA DALLE “AMICHE DEL CUORE”
(dal Fascicolo della Collana Foglie d’Album,2022)
Le “Amiche del cuore”
(da sinistra): Simona con
Lucia, Beatrice, Laura, Doriana
"Ho conosciuto Simona in seconda media, quando entrambe
siamo arrivate in collegio a Colle Ameno per frequentare io la seconda media,
lei per ripeterla..
Nonostante i nostri caratteri così diversi: schivo e
riservato il mio, esuberante e ribelle il suo, ci siamo
subito trovate ed e' nata un'amicizia durata piu' di 50
anni.
Nel tempo, la vita ci ha regalato momenti belli insieme da
ricordare ed altri da cancellare.
Ci siamo trovate e perse, ma l'affetto e' stato sempre il
filo che ci ha unite. Io mi sono formata una
famiglia con l'uomo che ancora mi e' accanto, Lei ha
inseguito l’amore sempre senza mai trovare una
serenità' affettiva. Quando ci ritroviamo con le amiche del
collegio, a Lei più' vicine, un pensiero e un ricordo di Simona c'e' sempre.
Ci hai lascito troppo presto, addio amica mia”.
Laura, 10
aprile 2022
Cara
Simona sto guardando le foto della mia vita. Le foto del Collegio a Colle
Ameno dove dai 14 anni abbiamo trascorso quattro anni della
nostra vita: quattro anni belli, sereni e importanti per la nostra
formazione culturale e umana. Noi cinque amiche sempre insieme mattina,
pomeriggio, sera e notte come sorelle a condividere tutto. Ricordo la tua
simpatia, la tua allegria, la tua impulsività, la tua sincerità, la tua
religiosità; noi timide e paurose tu sfrontata e coraggiosa nell'affrontare le
suore!. Cara Simona ci sei nelle foto del mare a Marzocca; ci sei nelle
foto delle feste a Monsano dove tu eri sempre protagonista; ci sei nelle
footo della mia laurea a Bologna; ci sei nelle foto del mio matrimonio; ci
sei nelle foto della festa dei miei sessant'anni: io e te mai senza rossetto!
Ma non ci sei nelle foto della festa dei miei settant'anni; siamo rimaste
in quattro a festeggiare. In tutti questi anni ti ho sempre voluto bene! Mi
manchi! La tua amica Doriana
Doriana, 11 aprile 2022
“La foto della locandina così
espressiva e delicata mi ha riportato agli anni della scuola quando i pensieri
e le emozioni erano dettati dalla spensieratezza.
Ricordo, di quel periodo, le
risate, le confidenze che ci facevamo, la tua capacità di scrivere pensieri e
poesie e di preparare, da emergente donna di teatro, gli spettacolini che si
portavano in scena l’8 dicembre in occasione della festa del collegio e proprio
il teatro è stato una cosa importante nella tua vita.
Sei stata una bizzarra
trascinatrice per il nostro gruppo che, dopo la scuola, si è allontanato
perché intento a costruire le nostre famiglie, senza mai perdere, però, i
contatti telefonici.
Ci hai lasciato presto e ci hai
colto di sorpresa, ho ammirato molto il tuo coraggio con cui hai affrontato
l’ultimo atto della tua vita avendo la delicatezza di rimandare la
comunicazione della malattia a dopo Natale
“vi devo dire una cosa ma dopo
Natale così trascorrerete bene le feste” mi dicesti. Ciao”
Lucia , 1 Maggio 2022
Cara
Simona 4 anni di convivenza hanno lasciato un segno indelebile che mai nessuno
potrà cancellare. Incontrare te e le altre amiche è stato per me di
fondamentale importanza ho trovato in voi quelle sorelle che non ho mai
avuto. Quando durante le vacanze estive venivo qualche giorno a
casa tua era una gioia ricordo le sere in piazzetta con i tuoi cari amici e le
serate in oratorio ad ascoltare musica ,ballare... Io e te completamente
diverse nel carattere e nei comportamenti ma solidali, unite pronte ad
aiutarci. Cara Simona mi manca il tuo sorriso la tua sincerità anche le
tue critiche durante i nostri incontri...Qualche volta mi sono arrabbiata per
le tue "aggressioni "ma ho sempre cercato una giustificazione.
Magari erano momenti "NO"perche' con il tuo grande cuore sei
sempre stata molto disponibile verso gli altri. Ultimamente ci siamo
viste spesso, mi cercavi in continuazione e tutte le volte che potevo venivo a
farti compagnia. Eri contenta di vedermi e quando andavo via ti preoccupavi di
sapere quando ero arrivata a casa. Tanti momenti intimi di quegli
incontri li porterò per sempre nel cuore....Cara Simona mi manchi tanto, quel
filo invisibile che ci ha legato per tanti anni non si è mai spezzato e mai si
spezzerà'. Ciao cara amica mia.
Beo (
come mi chiamavi tu).
Beatrice ,maggio
2022.
Le “Amiche del cuore”
(da sinistra): Laura, Beatrice,
Doriana, Simona, Lucia
*
NEL RICORDO DI GIULIA
Insieme
a te è volato un pezzo del mio cuore.
Continuerò
a vivere con gioia, sicura che un giorno di rincontreremo…
Il
nostro non è un addio perché, ovunque tu sia so che mi proteggerai.
Ciao
zia Simo. Ti voglio bene.
Giulia
Cassiano di Montemarciano, 28 Luglio 2022
Simona con Giulia Stronati nel giorno del suo diciottesimo
compleanno
(Cassiano di Montemarciano, 2012)
*
FILIPPO
PAOLASINI
Filippo Paolasini
Attore, coach teatrale, organizzatore
di eventi a sfondo culturale
Due nomination come nuovo attore (under 30) premi UBU
2011/2012; inserito nella nuova realtà artistico-teatrale contemporanea, si
ritrova a lavorare con importanti realtà del mondo del teatro a livello
nazionale (Teatro Sotteraneo, Factory compagnia Transadriatica, Inteatro
Polverigi), organizzatore di festival e rassegne teatrali (Fuori dalla Stanza Teatro).
Collabora con "La Macina" (Gruppo di Ricerca e Canto Popolare
Marchigiano) per quanto riguarda la digitalizzazione dell'Archivio Gastone
Pietrucci e gestisce la nuova veste grafica e comunicativa del Gruppo assieme a
Paola Ricci. Appassionato di Musica, suona Chitarra, Basso e Batteria.
Ama la corsa, e lo sport.
Spirito libero, si batte per le uguaglianze e da sempre
schierato con contro i fenomeni di massificazione.
IL SUO MOTTO: "Non fare mai quello che non piacerebbe a
te stesso!!"
*
EMMA MONTANARI
CANTATRICE
VOCE E VIOLO’
PROFILO
Emma
Montanari impara a cantare in famiglia, il repertorio spaziava dai canti degli
alpini alle villotte friulane, da canti di lotta partigiana a Modugno.
Si laurea
in logopedia a Padova nel 1976; esercita la professione fino al 2011 presso
l’Azienda Sanitaria numero 4 e 6 del Friuli.
ESPERIENZE MUSICALI
Nei primi
anni 60 entra a far parte del coro del Duomo di Gemona del Friuli. Negli anni
70 inizia a cantare con il canzoniere di Ajello. Poi insieme a Emilio Gottardo,
Alberto Durì e Gianni Conti fonda il Canzoniere Friulano a Udine, che oltre a
divulgare canzoni impegnate musicano molte poesie di L. Zanier da “Libars di
scugni la” a “Che Diaz us al meriti”.
Nel 1972
conosce Dario Fo e Franca Rame e, con la loro collaborazione
faranno uno spettacolo sulla storia del cementificio di Lestans contro
l’inquinamento e in difesa della salute della popolazione.
Negli
stessi anni collabora con Gualtiero Bertelli e Sandra Kersevan.
Negli anni
80 incontra Andrea del Favero, Giulio Venier, Glauco Toniutti, Marisa Scuntaro
e Stefano Copetti che avevano da poco fondato La Sedon Selvadie e passa al
repertorio della tradizione friulana.
Nel 1986 entra a far parte
del gruppo di ricerca marchigiana La Macina; dal 1988 grazie al suggerimento di
Gastone Pietrucci di unire le sue due anime (marchigiana e friulana) inizia a
lavorare in tal senso.
Dopo aver
partecipato al lavoro con Giulio Venier con i Furclap (1991) “4 carantan 4”
(pietra miliare del passaggio dalla riproposta tradizionale all’influenza rock)
prende una pausa dalle scene per fare la mamma.
Nel 1994
riprende l’attività musicale e fonda con Giulio Venier, Flavio Bortuzzo e Paolo
Manfrin il gruppo folk Emma Montanari Grop che si esibirà fino al 2012
incidendo un disco nel 2005 facendosi conoscere in Friuli ed in Austria.
Partecipa
con il Teatrino del Rifo:
- ai “Cercaluna” (spettacolo
multimediale di teatro, musica, poesia e pittura, da un’idea di Paolo Medeossi,
Pier Luigi Cappello e Giorgio Monte) dalla fine degli anni 90 a tutt’oggi.
allo spettacolo teatrale “Confini: un teatro!”
di Leonardo Zannier, regia di Giorgio Monte.
-
collabora con la compagnia teatrale Pierditimp sotto la regia di Giorgio Monte.
Dal 2000
ad oggi tutti gli anni si esibisce al Gran Ballo di Casanova a Graz (Austria).
Nel 2006
partecipa alla fondazione del gruppo Intantocanto insieme a Barbara Dall’Armi,
Claudia Grimaz, Nicoletta Oscuro, Sandra Kersevan, Eleonor e Gabriella
Gabrielli.
Nel 2008
insieme a Marisa Scuntaro e Lucia Clonfero (violinista) e la partecipazione di
Priska (chitarrista) fondano il gruppo Feminis.
Nel 2008
partecipa al 1° Festival di canto spontaneo del Friuli a Givigliana Rigolato –
UD. Con Andrea del Favero, Roberto Frisano , anziani "cantori"
carnici, un doppio quintetto corale carinziano (Griffen), il duo Emma Montanari
e Marisa Scuntaro (Sedon Salvadie), Giovanni Floreani, Gianfranco Lugano e
Paolo Viezzi (Strepitz), il trio di Canto Spontaneo di Gjvjiano.
Nel 2011
dopo lo scioglimento dell’Emma Montanari Grop insieme a Giulio Venier e Michele
Pucci ha fondato l’Emma Montanari Trio partecipando ai progetti “Luce” e
“Incompagnia” insieme al gruppo artistico Aniada a Noar;
esibendosi a Graz, Salisburgo, Vienna ed altre città
austriache e italiane portando lo spettacolo a Theran (Iran) alla fine del
2011.
All’inizio
del 2012, dopo la tournée in Iran dà vita al gruppo ALTRIOH con Giulio Venier e
Gianluca Caberlotto iniziando un’attività concertistica incidendo il loro primo
album nello studio di Giulio Venier.
Musica
acustica e sperimentazione elettronica si fondono tra sfumature e filastrocche
folk, ma anche recitati su atmosfere jazzistiche, antiche danze dagli sviluppi
rock che riconducono sempre alla ricerca delle radici di ognuno dei tre
musicisti. Dalla Val Resia alla Carnia al Veneto cimbrico, dalle Marche
all’Abruzzo alla world music, tutto filtrato attraverso la pirotecnica e
imprevedibile voce di Emma, le chitarre acustiche ed elettriche di Jan e la
fantasia a cinque corde di Giulio.
DISCOGRAFIA
- Libers… di scugnÎ là
(canzoniere friulano)
- Il gri e la moscje (sedon
Salvadie)
- Marinaio che vai per acqua…
(La Macina)
- 4 Carantan 4 (Furclap)
- Dagli Appennini alle Alpi
(Emma Montanari Grop)
- Grave (Rocco Burtone)
- Canti Randagi per Fabrizio
De André (Sedon Selvadie)
- Di ca, Di là dall’Aghe
(Raccolta etno-musicale a cura di Giulio Venier e Paolo Manfrin)
- Musica di confine (omaggio a
Sergio Endrigo a cura del maestro Sivilotti e Alberto Zeppieri)
- Confins
(Altrioh)
INSEGNANTI
- Dario Fo
- Giulio Venier
- Gastone Pietrucci
- Andrea
Del Favero
STRUMENTAZIONE DA PALCO
Liron
*
PROGRAMMA DEL WORLAD LAND FESTIVAL
22 GIUGNO. 17 SETTEMBRE 2022
*
I
Protagonisti Artisti
del
Monsano Folk Festival 2022
Ludovica Valori, voce, fisarmonica, trombone
Susanna Buffa, voce, chitarra, autoharp, piccole percussioni
Riccardo Tesi
(organetto
diatonico)
Macina-Gang
(Marino Severini-Gastone Pietrucci-Sandro Severini)
Gang
Marino
Severini, voce, chitarra
Sandro Severini, chitarra elettrica
La Macina
Gastone Pietrucci, voce
Adriano Taborro, (direttore musicale)
chitarra, mandolino,
violino, voce
Marco Gigli, chitarra, voce
Roberto Picchio, fisarmonica, voce
Riccardo Andrenacci, batteria, percusioni
Marco Tarantelli, contrabbasso
Giorgio Cellinese, coordinatore
Gastone Pietrucci
World Land Orchestra
Lara Giancarli, voce e percussioni minori
Dario Aspesani, strumenti a corda e
direzione musicale
Luca Catena, violino
Sandro Ciarpella, basso elettrico
Fabio Andrenacci, percussioni
Lara Giancarl
Dario Aspesani
Adriano Taborro
chitarra, mandolino, oud
Filippo Paolasini
Oneiric Folk
Adriano Taborro: chitarre,mandolino,
violino, oud.
Luigino Pallotta:fisarmonica
Claudio Mangialardi: contrabbasso, violoncello
Marco Lorenzetti: percussioni
Riccardo Andreanacci,
batteria
Emma Montanari
Marco Gigli
voce,
chitarra
Laurita Pergolesi (Argentina)
voce,
chitarra
Riccardo Bottegal
Violino
Sperimentale Teatro A (STA)
Allì Caracciolo (STA)
Maria Novella Gobbi (STA)
Milena Gregori
Nadia Pirani Orazi
Silvana Massi Bastari
Liana De Gregorio Scarabicchi
Riccardo Andrenacci
(Macina)
Roberto Picchio
(Macina)
Marco Tarantelli
(Macina)
Giorgio Cellinese
(Macina)
Ricordati
Dante Alighieri
(1265-1321)
Mario Cifola
partigiano
(1923-1944)
Gianfranco Costarelli
(1947-2014)
Corrado Olmi
(1926-2020)
Piergiorgio Parasecoli
(1942-2021)
Pier Paolo Pasolini
(1922-1975)
Francesco Scarabicchi
(1951-2021)
Franco Scataglini
(1930-1994)
Simona Stronati
(1950-2021)
Vangelis
(1943-2022)
*
Foglie d’Album
Raccontare è del resto un atto di giustizia:
l’unico modo per ridare ai morti un posto tra i vivi.
Walter Benjamin
Sotto questo nome, da quest’anno sono
indicati dei nuovi lavori, montati appositamente per l’edizione attuale del Monsano Folk Festival e per le edizioni future.
Prerogativa originaria ed insostituibile
del Monsano Folk Festival,
è stata sempre quella di essere oltre che un Festival
internazionale ed itinerante, soprattutto un Festival
di Musica popolare originale oltre
che di revival. Quindi caratterizzare il Festival oltre che con gruppi od artisti di folk-revival, anche e soprattutto con la presenza indispensabile degli
autentici portatori della tradizione e della loro musica cosiddetta“originale”.
Sino ad ora, sono riuscito (come ricercatore
e come direttore artistico) a far partecipare sino alle ultime edizioni del
Festival i cosiddettiinformatori, a farli conoscere personalmente al
grande pubblico con concerti e partecipazioni memorabili, indimenticabili ed aggiungerei
fondamentali.
Ora purtroppo questo grande patrimonio
umano, piano piano, va inesorabilmente e fisiologicamente scomparendo. Quindi
mi sono posto il problema (una volta privi di questo incommensurabile serbatoio
umano della memoria) come continuare la linea principale dell’ “originalità”
delFestival, senza snaturarlo né andando fuori tema.
Gli ultimi informatori (magistralmente definiti anche
alberi di canto) stanno scomparendo, la mia testimonianza diventa sempre più
inevitabile per tramandare la loro memoria. Allora ho deciso che sarò io, con Foglie d’Album (quando non avrò più a disposizione i
principali informatori) a
sostituirmi a loro, nel raccontare a mia volta, i miei fortunati incontri, le
mie registrazioni con loro, prestando la mia voce, i miei ricordi, per far
rivivere le loro storie, le loro vite, i loro canti e tutto il loro bagaglio di
umanità, di tenerezza, di “amore” che in questi più che quaranta anni di
ricerca sul campo, mi hanno donato.
Gastone Pietrucci,
Jesi, 12 Giugno 2009
Foglie d’Album
Fascicoli pubblicati
(a cura di Gastone
Pietrucci)
Foglie d’Album 2009
n. 1 Aldo GOBBI
La voce, l’organetto e la
memoria
per un grande ricordo:
Aldo Gobbi
n. 2 Italo AGNETTI, “Totò”
“In famija eravamo
in ventisei persone…
Foglie d’Album 2010
n. 3 Pietro BOLLETTA
Il primo grande
informatore
de La Macina
n. 4 Armanda ANIMOBONO MANCINI
& LE SORELLE
La voce della filanda jesina
Foglie d’Album 2011
n. 5 Giuseppe GASPARRINI
“Beppe de Birtina”
cantastorie marchigiano
Quel felice incontro ad
Appignano nel 2001…
Foglie d’Album 2011
n. 6 Laura PIETRUCCI CALABRESI
& Maria PIETRUCCI
Lallì & Mariuccia. Le
voci di casa
Foglie d’Album 2012
n. 7 Cesira ZENOBI GIGLI
Adelaide TASSI PIETRUCCI
Foglie d’Album 2013
Numero straordinario
Manuela BALDUCCI GIGLI
Grande voce femminile de
La Macina
Foglie d’Album 2014
Numero straordinario
Gianfranco
COSTARELLI
La Radiosa presenza
Foglie d’Album 2015
n. – Elvira CORSETTI PIRANI,” ”LA PIRANA
Il Canzoniere della Pirana
ANNULLATO PER DIVIETO
INSPIEGABILE
DEL FIGLIO DELL’USO, PER
LA PUBBLICAZIONE
DEL FASCICOLO N. 8 DI
FOGLIE D’ALBUM,
DELLE INDISPENSABILI
FOTO DELLA MADRE
ELVIRA CORSETTI PIRANI,
DETTA “LA PIRANA”
Foglie d’Album 2016
n. 8 Nardino BELDOMENICO
Grande “albero di canto”,
grande
informatore e grande
amico de La Macina
n. 9 Severino RONCONI
“Sonava tutto… era
bravissimo…
era indistruttibile…”
con il contributo della Famiglia Ronconi
Foglie d’Album 2017
Grande voce della terra e
dell’anima
con il contributo della Famiglia Lattanzi