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Il  Logo del Manifesto-Locandina del 37° Monsano Folk Festival 2022

 (Progetto grafico: Arch. Stefano Santini)

(Foto: Emanuela Sforza, 2012)

 

 

***

Monsano (An)

 

Monsano (An)-“Arco dei Angeli” Varano di Ancona- Casale Costarelli, Camerata Picena- Libreria Gira&Volta Jesi –Maiolati Spontini (An)--

Maiolati Spontini (An) - Montegiorgio (Fe)- Morro d’Alba (An)- Polverigi (An)-  Serra de’ Conti (An)

 

 e con  contributo eil patrocinio

Comune di Monsano - Fondazione Pergolesi Spontini

 

e il patrocinio e la compartecipazione del

Consiglio Regionale delle Marche

 

 a cura di

Centro Tradizioni Popolari 

 

 

37° MONSANO  FOLK  FESTIVAL

Rassegna internazionale ed itinerante di Musica Popolare originale e di revival

 AedOttantaCanta

Edizione straordinaria per gli ottanta anni

di Gastone Pietrucci leader  e voce de La Macina.

Festival gemellato dal 2012 con  Civitella Alfedena Folk Festival (AQ)

e dal 2022 con il World Land Festival della Musica e della Cultura dal Mondo

 

  

 

Ideazione e Direzione artistica: Gastone Pietrucci

 

31 LUGLIO – 18- AGOSTO 2022

 

 

 Fare un Festival, di questi tempi, ha un valore anche politico.

Perché è un modo di combattere, non solo la crisi, ma anche il silenzio”.

Amedeo Fago * 

* Direttore del Laura Film Festival 2011

 

Il Festival, voluto dal Comune di Monsano (An), con il patrocinio e la copartecipazione del Consiglio Regionale delle Marche, il patrocinio, della Fondazione Pergolesi-Spontini, e la collaborazione,  della Libreria Gira&Volta di Jesi , delle Famiglie Costarelli e Cecchini, curato dal Centro Tradizioni Popolari, per la direzione artistica di Gastone Pietrucci, si aprirà  (domenica 31 Luglio a Polverigi) e si chiuderà  (giovedì 18 agosto a Monasno). L’edizione del  Festival 2022, sarà all’insegna dell’ AedoOttantaCanta,  e sarà una edizione straordinaria del Festival per gli ottanta anni di Gastone Pietrucci leader  e voce de La Macina.

 Il Monsano Folk Festival, si caratterizza, nel vasto panorama italiano, per la sua particolare formula di rapporto, di scambio, di confronto-“scontro”, tra la musica originale degli autentici portatori della tradizione e quella dei vari gruppi ed interpreti del folk-revival, in un accostamento di pari dignità, di notevole interesse e di grande valore scientifico.
Un Festival singolare, che per la “libertà” e la spontaneità con cui viene organizzato e vissuto, si distingue nettamente dall’attuale, sconfortante panorama di falsificazione e di massificazione operate sulla cultura tradizionale e sulla civiltà popolare.
Un Festival, che alla forza della tradizione lega esperienze innovative, un Festival per tutti si, ma anche per spettatori anomali, curiosi, “vivi”, cacciatori di sorprese. 
Un Festival, che si svolgerà con lo stesso impegno e soprattutto con la stessa qualità che ha sempre distinto questo tenace ed indistruttibile “piccolo-grande” Festival.
Un Festival  che in tempi di crisi come quelli che stiamo vivendo, difende con tenacia la sua esistenza e la sua identità, quindi ancora di più un Festival resistente”, ma ancora una volta limitato e condizionato dal momento economico decisamente non favorevole, nel quale si dibatte l’Italia, ma soprattutto tutto ciò che significa cultura in questo nostro Bel Paese !
“La cultura, per definizione, non vale niente se non per i suoi frutti umani e sociali. Un paese che se ne dimentica è un paese che non crede più in se stesso”, ha scritto lucidamente ed amaramente Michele Serra (la Repubblica , Anno 35-Numero 128, martedì 1 giugno 2010).
Quindi, abbiamo cercato anche quest’anno di presentare un Cartellone più che dignitoso, ringraziando ancora tutti gli artisti, al loro mettersi in gioco e soprattutto al loro entusiasmo ed alla loro innata bravura, alla loro voglia di “aiutare” e di “arricchire” ulteriormente un Festival, (unico nel suo genere) un “piccolo-grandeFestival, che ha basato da sempre la sua identità e la sua autorevolezza, nella “testa”, nel “cervello”, nelle e “idee”, nel continuamente inventarsi e reinventarsi.

Da quest’anno, il Festival, dopo  il Civitella Alfedena Folk Festival (AQ) sé è gemellato con il marchigiano World Land Festival della Cultura dal Mondo.

 
Gastone Pietrucci

Jesi, 5 Luglio 2022

 

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Gastone Pietrucci

Caricatura-collage

di Corrado Olmi, 2008

 

Visione di Monsano vista dall’alto

 

*   *   *

 

Come arrivare a Monsano

 

In auto: Autostrada A14 Bologna-Bari, uscita Ancona Nord poiSuperstrda SS76 Ancona-Jesi-Roma

Uscita: MONSANO

In treno: Linea Roma-Falconara-Ancona, stazione di Jesi (MONSANO a 6.5 Km)

In aereo: Aeroporto “Raffaello Sanzio” di Falconara M.-Ancona (MONSANO a 15 km)

In nave: Porto di Ancona (MONSANO a 27 Km) 

 

*   *   *

 

Monsano (An)-“Arco dei Angeli” Varano di Ancona- Casale Costarelli, Camerata Picena- Libreria Gira&Volta Jesi

Maiolati Spontini (An)-- Montegiorgio (Fe)- Morro d’Alba (An)- Polverigi (An)-  Serra de’ Conti (An)

 

 e con  contributo e il patrocinio

Comune di Monsano - Fondazione Pergolesi Spontini

 

e il patrocinio e la compartecipazione del

Consiglio Regionale delle Marche

 

 a cura di

Centro Tradizioni Popolari 

 

37°  MONSANO  FOLK  FESTIVAL

gemellato dal 2012 con Civitella Alfedena Folk Festival (AQ)

e dal 2022 con il World Land Festival della Musica e della Cultura dal Mondo

 

 

Rassegna internazionale ed itinerante di Musica Popolare originale e di revival

AedOttantaCanta

Edizione straordinaria del Festival per gli ottanta anni

di Gastone Pietrucci leader  e voce de La Macina.

 

31 LUGLIO -  18 AGOSTO 2022

 

 

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Walter Piacesi, “Il passero solitario” (incisione/particolare)

dalla cartella di acqueforti “Le Marche/spiagge/campagne/paesi

 

Logo del Monsano Folk Festival  e del Gruppo “La Macina”

(per gentile concessine dell’autore Walter Piacesi

e dell’Editore Raffaele Bandini)

 

 

 

 

noi siamo come un albero

da frutto nato in messo

a una macchia

 

uno passa li coglie

se no restano lì

per niente.

 

La Macina

 1968-2022

 

 

*

 

PROGRAMMA SINTETICO

 (a seguire Programma analitico)

 

POLVERIGI (AN) – DOMENICA 31 LUGLIO– Ore 21,45

Chiostro di Villa “Nappi”- Concerto Inaugurale del Festival

SUSANNA BUFFA & LUDOVICA VALORI

in

SUONI DAL BUIO

Canti popolari di donne che resistono

Ludovica Valori e Susanna BuffaLudovica Valori, voce, fisarmonica, trombone

 

 

*

 

MONTEVERDE DI MONTEGIORGIO (Fm) – MARTEDI’ 2 AGOSTO - Ore 21,45

Largo Cifola – Concerto Grande della Sera

LA MACINA

in

NEL CANTO LA MEMORIA

 Concerto per i ventun anni di Mario Cifola, partigiano

 

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La Macina- Mario Cifola

* In esclusiva per il Monsano Folk Festival

 

*

MAIOLATI SPONTINI (AN)-  GIOVEDÌ  4 AGOSTO -  Ore 18,30

 Casa Franco e Daniela Cecchini-Via Massarella, 16 –Concerto Familiare del Tramonto

RICCARDO TESI

in

LA MAGIA DELL’ORGANETTO

E LA POETICA DELLA MEMORIA  *

con l’amichevole partecipazione straordinaria di

GASTONE PIETRUCCI e MARCO GIGLI

 

Sotto il bersò:

Mostra "Concerto per volto solo"

 Gastone nelle foto di Franco Cecchini

Presentazione Allì Caracciolo

Riccardo Tesi

 

* In esclusiva per il Monsano Folk Festival

 

*

MONSANO (AN) – SABATO 6 AGOSTO - Ore 21,45

Piazzetta Matteotti – Concerto Grande della Sera

MACINA-GANG

in

ANTICIPAZIONE DEL NUOVO PROGETTO

“NEL TEMPO E OLTRE CANTANDO” N. 2  *

 

Macina-Gang

 

* In esclusiva per il Monsano Folk Festival

 

*

 

MORRO D’ALBA (AN)– DOMENICA 7 AGOSTO -  Ore 21,45

Piazza Barcaroli -  Concerto Grande della Sera

WORLD LAND ORCHESTRA

in

MUSICA POPOLARE DAL MONDO

 

 

Lara Giancarli, voce e percussioni minori

Dario Aspesan, strumenti a corda e direzione musicale

Luca Catena, violino

Sandro Ciarpella, basso elettrico

Fabio Andrenacci, percussioni

 

 

*

 

ANCONA- GIOVEDI’ 11 AGOSTO -  Ore 18,30

 Frazione VARANO, 228- Anfiteatro dell’Arco dei Angeli –Concerto-Cena  del Tramonto

Serata dedicata a Francesco Scarabicchi, poeta

grande amico de La Macina

 

CONCERTO CENA CON MACINA TRIO

(GASTONE PIETRUCCI-ADRIANO TABORRO-MARCO GIGLI)

in

SOLO VOCE E CHITARRE  *

con la partecipazione straordinaria di

LIANA DE GREGORIO SCARABICCHI, voce recitante

 Marco piccolaDSC_7530

Adriano Taborro-Gastone Pietrucci-Marco Gigl

* In esclusiva per il Monsano Folk Festival

 

*

 

SERRA DE’CONTI (AN)- VENERDÌ  12 AGOSTO -  Ore 21,45

 Piazza Gramsci – Concerto Grande della Sera

ONEIRIC FOLK

in

POP & POPULAR THINGS

con l’amichevole partecipazione straordinaria di

GASTONE PIETRUCCI e MARCO GIGLI

 

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Oneiric Folk

 

*

 

CAMERATA PICENA (AN) – SABATO  13 AGOSTO - Ore 19,30

Frazione CASSERO, Casale Costarelli- Viale del Castello, 5-Concerto Familiare del Tramonto

Alla “radiosa presenza” di Gianfranco Costarelli

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GASTONE PIETRUCCI  MARCO GIGLI E LAURITA PERGOLESI

in

IO, MARCO E LAURITA *

Tre mondi musicali a confronto

con l’amichevole partecipazione straordinaria di

RICCARDO BOTTEGAL, violino

 

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Gastone Pietrucci- Marco Gigli –Laurita Pergolesi

* In esclusiva per il Monsano Folk Festival

 

*

MAIOLATI SPONTINI (AN)- DOMENICA 14 AGOSTO -  Ore 21,45

 Parco Colle Celeste –Concerto Grande della Sera

Serata dedicata a Piergiorgio Parasecoli,

 primo grande fisarmonicista de La Macina

LA MACINA

in

VENE IL SABADO E VENE IL VENERE… 40  *

Per i quaranta anni di pubblicazione dello storico primo disco de La Macina

 (Premio della Critica Discografica Italiana 1982)

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* In esclusiva per il Monsano Folk Festival

 

*

JESI (AN)- MARTEDI’ 16 -  Ore19,00

 Libreria Gira&Volta- Via Pergolesi, 22  Concerto Poetico-Musicale del Tramonto

GASTONE PIETRUCCI & MARCO GIGLI

in

LA MACINA E LA POESIA  *

Dante,  Pier Paolo Pasolini e i poeti marchigiani

musicati e interpretati da La Macina per solo voce e chitarra

 

con l’amichevole partecipazione straordinaria di

MILENA GREGORI, voce recitante

 

 

Marco Gigli e Gastone Pietrucci nella Libreria Gira&Volta

 

* In esclusiva per il Monsano Folk Festival

 

*

 

MONSANO (AN)GIOVEDI’ 18 AGOSTO -  Ore 21,45

Piazza dei Caduti -  Concerto di Chiusura del Ricordo e della Memoria

Per la Serie Foglie d’Album (edizione sspeciale)

LA MACINA E LO SPERIMENTALE TEATRO A

in      

“rossoSIMONA”

Nel ricordo di Simona Stronati

con l’amichevole partecipazione straordinaria di

EMMA MONTANARI -FIILIPPO PAOLASINI-LAURITA PERGOLESI

e con

GIORGIO CELLINESE -NADIA PIRANI ORAZI e SILVANA MASSI BASTARI

a cura di Gastone Pietrucci

Regia Allì Caracciolo

   

* In esclusiva per il Monsano Folk Festival

 

*

 

L’ “occhio” e la memoria del Festival: Dr. Riccardo Carsetti

L’ “orecchio” del Festival: Rodolfo Curzi

Tecnico Audio Luci: Eliseo Mozzicafreddo         

MAR…   

 

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Monsano, Piazza dei Caduti

Veduta diurna e notturna del luogo dei Concerti del Monsano Folk Festival

*

JESI-PALAZZO BISACCIONI (Piazza Colocci, 4)

I COLLAGES DI GASTONE PIETRUCCI

Mostra Antologica 1969/2022

a cura di Roberto Gigli

  

LA MOSTRA E’ STATA PROROGATA SINO AL 18 SETTEMBRE 2022

La Mostra si può visitare in tutti giorni della settimana con il seguente orario:

 Mattino: 9,30-13,00 – Pomeriggio: 15,30-19,30

 

GASTONE PIETRUCCI - I COLLAGES – ANTOLOGICA 1969|2022

La sintesi di cinquant’anni di attività artistica nelle sale di Palazzo Bisaccioni

 

L’antologica di Gastone Pie­trucci, cantore e ricercatore di tradizioni popolari presenta negli spazi della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi a Palazzo Bisaccioni, la sua ricerca artistica in un’antologica che raccoglie oltre cinquant’anni di attività: un’antologica che svela una parte poco nota, ma molto stimolante della creatività dell’artista.. La mostra dal titolo “Gastone Pietrucci  i collages – antologica 1969|2022” è stata inaugurata venerdì 25 marzo, nei locali al secondo piano di Palazzo Bisaccioni che ospiteranno, per la prima volta, un’esposizione temporanea dopo essere stata sede della collezione di arte moderna della Fondazione. L’esposizione, che doveva essere  aperta fino al 26 giugno, (sarà prorogata sino a domenica 18 settembre ) svela il mondo dell’artista, dei suoi oltre cinquant’anni di ricerca, di ininterrotte piccole attenzioni, di raccolte, ritagli, prelievi, scontorni del reale magistralmente ricomposti in opere raffinate, metafisiche, dall’equilibrio quasi magico.

L’itinerario espositivo della mostra propone cinque ambienti a tema denominati Stanze. Il percorso parte dalle prime opere, quelle dal ’69 al ’75, realizzate, e in parte esposte, a Spoleto al Festival dei Due Mondi, prosegue con una collezione di inviti, biglietti di auguri, segnaposti, spediti negli anni dall’artista e raccolti insieme per la prima volta. Centrale, rispetto alla mostra, è il “Tavolo di Gastone” pronto per le performance e il lavoro dal vivo dall’artista e, ancora, una sezione di opere dedicate a diversi grandi dell’arte, pittori, musicisti, performer, scrittori tra i quali Pier Paolo Pasolini. E proprio a Pasolini, nell’anno del suo centesimo anniversario della nascita, è riservato uno speciale contributo video, una sorpresa che renderà possibile, per la prima volta, sfogliare idealmente il dialogo tra le poesie del maestro e i collage di Gastone, un’opera a sé che rende tangibile l’ammirazione e l’amore che Pietrucci ha sempre manifestato per il poeta.

Le ultime due Stanze propongono uno stretto dialogo di richiami e rimandi tra collage e haiku, frutto della collaborazione di Gastone con la poetessa e regista Allì Caracciolo, che continua con un’ampia successiva sezione ispirata a Dante e alla Divina Commedia con le opere realizzate da Pietrucci da dicembre 2021 a febbraio dell’anno corrente.

“A ispirarci in questo evento, – spiega il curatore Roberto Gigli - è stata la stessa poliedrica natura di Gastone Pietrucci. Siamo partiti proprio dal suo irrefrenabile desiderio di esprimersi, dalla sua fluida e potente vena artistica che attraversa la musica e il canto, la poesia, il teatro, la letteratura. Poesie, drammi, metriche, stili e linguaggi magicamente rielaborati, abbracciati in nuovi equilibri di senso che Gastone, magistralmente, trasforma in Opere con la tecnica del collage.

L’antologica “Gastone Pietrucci, i collages”, a cura di Roberto Gigli, è promossa dal Gruppo di Ricerca e Canto Popolare La Macina con il patrocinio della Fondazione Carisj, del Consiglio Regionale delle Marche, dei comuni di Jesi, Monsano, Montecarotto, Morro d’Alba e Polverigi, del Circolo Cittadino di Jesi, con il sostegno del Ristorantino del Circolo Cittadino, della Cna, dell’accademia di Comics, Creatività e Arti visive Acca di Jesi e Roma, e in collaborazione con l’associazione culturale William e Carson, il CTP Centro di Tradizioni Popolari e l’associazione Stupor Mundi Jesi. 

 

*

 

Monsano (An)-“Arco dei Angeli” Varano di Ancona- Casale Costarelli, Camerata Picena- Libreria Gira&Volta Jesi

Maiolati Spontini (An)-- Montegiorgio (Fe)- Morro d’Alba (An)- Polverigi (An)-  Serra de’ Conti (An)

 

 e con  contributo e il patrocinio

Comune di Monsano - Fondazione Pergolesi Spontini

 

e il patrocinio e la compartecipazione del

Consiglio Regionale delle Marche

 

 a cura del

Centro Tradizioni Popolari 

37° MONSANO  FOLK  FESTIVAL

Festival gemellato dal 2012 con  Civitella Alfedena Folk Festival (AQ)

e dal 2022 con il World Land Festival della Musica e della Cultura dal Mondo

 

 

Ideazione e Direzione artistica: Gastone Pietrucci 

31 LUGLIO – 18- AGOSTO 2022

 

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PROGRAMMA ANALITICO

 

 

POLVERIGI (AN) –  DOMENICA 31 LUGLIO – ORE 21,45

DUO ROMANO DI MUSICA POPOLARE

________________________________________________________________________________

Chiostro di Villa “Nappi” - Concerto Inaugurale del Festival

In collaborazione con il Comune, l’Assessorato alla Cultura di Polverigi

 

SUSANNA BUFFA & LUDOVICA VALORI

in

SUONI DAL BUIO

Canti popolari di donne che resistono

 

Ludovica Valori  e Susanna Buffa

 

 

Susanna Buffa, voce, chitarra, autoharp, piccole percussioni

Ludovica Valori, voce, fisarmonica, trombone

 

 

Dall'oscurità profonda della fatica, dell'emigrazione forzata, della violenza subìta nei passati due secoli, emergono le voci di tante resistenti che si esprimono attraverso la forza del canto di tradizione popolare. Susanna Buffa, voce, autoharp e chitarra, e Ludovica Valori, voce, fisarmonica e trombone, fanno da guida in questo viaggio dal buio verso lal luce le cui tappe sono i canti narrativi e quelli del lavoro, le serenate e i canti di emigrazione. Tra le fonti emergono alcune tra le figure femminili più influenti del folk italiano: Italia Ranaldi, Graziella Di Prospero, Caterina Bueno, Giuseppina Romano, per una ricerca musicale e sonora che si estende alle regioni del centro Italia, con riferimenti agli archetipi del canto narrativo nordico e con particolare attenzione al repertorio rurale. Susanna Buffa e Ludovica Valori collaborano da circa tre anni; si esibiscono in Italia e all'estero e, recentemente, hanno preso parte al Dhow Festival di Doha, Qatar, dove hanno rappresentato l'Italia con la musica della nostra tradizione. Per la prima volta al Monsano Folk Festival, presentano il loro primo lavoro discografico del 2020, Suoni dal buio

 

Copertina del disco di Simona Buffa e Ludovica Valori, Suoni dal buio - Ludovica Valori e Simona Buffa

  

 

 

Ingresso libero sino ad esaurimento dei posti

In caso di maltempo il concerto si terrà nella Chiesa del SS.Sacramento di Villa “Nappi”

 

 

 

Per ulteriori approfondimenti vedi

 APPARATO N. 1

 

 

*

MONTEGIORGIO (FM) – MARTEDÌ 2 AGOSTO – ORE 21,45

IL DOVERE DELLA MEMORIA

_______________________________________________________________________________________________________________

MONTEVERDE DI MONTEGIORGIO, Largo Cifola -  Concerto Grande della Sera

In collaborazione con il Comune, l’Assessorato alla Cultura di Montegiorgio e con l’ ottava edizione del

WORLD LAND FESTIVAL

 

 

LA MACINA

in

 NEL CANTO LA MEMORIA*

Concerto per i ventuno anni di Mario Cifola, partigiano

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La Macina- Mario Cifola

 

 

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Gasone Pietrucci-Adriano Taborro- Roberto Picchio

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Marco Gigli-Riccardo Andrenacci – Marco Tarantelli – Giorgio Cellinese -

 

La Macina

Gastone Pietrucci, voce

Adriano Taborro, chitarra acustica, violino, mandolino

Marco Gigli, voce, chitarra

Roberto Picchio, fisarmonica

Riccardo Andrenacci, batteria, percussioni

Marco Tarantelli, contrabbasso

Giorgio Cellinese, coordinatore

 

 

Questa serata di Montegiorgio (Fm), inserita nel Cartellone del WORLD LAND FESTIVAL, è dedicata alla memoria di MARIO CIFOLA (1923-1944) di Monteverde di Montegiorgio, partigiano, ucciso brutalmente dai tedeschi proprio a Montottone il 15 Giugno 1944. La Macina, dedica il concerto di questa sera, Nel canto la memoria, al suo ricordo, ai suoi ventuno anni, al suo coraggio e alla sua dedizione.

Alida Cifola racconta, con orgoglio, le azioni di suo zio Mario, fratello maggiore del padre, soprattutto la sottrazione di armi e munizioni dall’abitazione del fascista Settimio Roscioli –noto per la sua ferocia-, ovviamente passate alla Resistenza. “La sua tragica morte per mano tedesca servì a placare le ire dei militari nemici dello sciagurato regime di Salò che avevano già bloccato duecento persone del paese di Montottone accusandole di collaborazionismo. Il ragazzo morì da valoroso. Purtroppo “ ..i regimi infami hanno questo triste destino, di sopprimere o perseguitare o emarginare gli elementi migliori della società, perché ne temono giustamente il giudizio, la critica e l’opposizione. Che il suo esempio resti insegnamento imperituro per questo Paese, che ancor oggi ha forte bisogno di tali memorie se vuoleconservarsi fedele a quei principi di libertà e di democrazia che la Resistenza al nazifascismo ha ripristinato a prezzo di tanti sacrifici”.

 

* In esclusiva per il Monsano Folk Festival

 

Ingresso libero sino ad esaurimento dei posti

 

 

Per ulteriori approfondimenti vedi

 APPARATO N.2

 

*

MAIOLATI SPONTINI (AN) -  GIOVEDÌ  4 AGOSTO – ORE 18,30

PER SOLO ORGANETTO

_____________________________________________________________________________________________________________

 Via Massarella, 16   Concerto Familiare del Tramonto     

nel verde della casa in campagna di Daniela e Franco Cecchini

 

 

 

RICCARDO TESI

in

LA MAGIA DELL’ORGANETTO

E LA POETICA DELLA MEMORIA  *

 

con l’amichevole partecipazione straordinaria di

GASTONE PIETRUCCI

accompagnato alla chitarra da MARCO GIGLI

 

Sotto il bersò:

Mostra "Concerto per volto solo"

 Gastone nelle foto di Franco Cecchini

Presentazione di Allì Caracciolo

 

 

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Riccardo Tesi

 

 

Questo Concerto Incontro del Tramonto, si effettua, grazie alla generosità e all’ospitalità di Franco e Daniela Cecchini, nella loro accogliente casa dislocata nella suggestiva campagna di Maiolati Spontini. Un Concerto al Tramonto , in una atmosfera bucolica dove il paesaggio fascinoso, farà da sfondo (come una quinta naturale) all’ intenso concerto di Riccardo Tesi e del suo magico organetto diatonico. Con questo Concerto Familiare, riprendiamo simbolicamente quell’antica usanza che La Macina aveva instaurato,  nel 1998, in occasione del suo trentennale di attività, ofrendo ai suoi amici più cari e più affezionati, nel corso di tutto quell’anno (uno al mese) una serie di concerti particolari, intimi, “familiari” , denominati appunto “La Macina in Famiglia”.

Compositore, strumentista e ricercatore, Riccardo Tesi è stato un autentico pioniere dell’etnica in Italia. Dagli esordi decisamente folk nel 1978 al fianco di Caterina Bueno, il noto organettista pistoiese si è confrontato non solo con le tradizioni toscane e italiane, ma anche con quelle basche, inglesi, francesi e malgasce, con il jazz, il liscio e la canzone d’autore. ..con il jazz, il liscio e la canzone d'autore.Ha collaborato a livello nazionale -oltre che con Gianluigi Trovesi, Lucilla Galeazzi, Daniele Sepe, Gabriele Mirabassi- con Ivano Fossati, Fabrizio De Andrè, Giorgio Gaber, Ornella Vanoni, Gian Maria Testa, Carmen Consoli, Nada, Piero Pelù e gli Skiantos... ​Per la Macina ha armonizzato la versione di Benediciamo a Cristoforo Colombo…, e partecipato alla realizzazione del loro primo volume della trilogia dell’ Aedo malinconico e ardente, fuoco ed acque di canto  (Storie di Note SDN024,2002) incidendo oltre Colombo,… anche  Io me ne vojo andà pel mondo sperso…una particolare versione del classico saltarello marchigiano.Tra i numerosi riconoscimenti, da ricordare che nel 2002 gli è stato assegnato il Premio “Voce d’oro” nel concorso di Castelfidardo “per l’attività di diffusione e valorizzazione, nel panorama musicale internazionale, dell’organetto” il suo strumento, antenato della fisarmonica. Primo suo concerto a Jesi nel 1982 in piazza delle Monnighette per JesiEstate diretta da Franco Cecchini che ora, assieme all’amico Gastone Pietrucci direttore artistico del Monsano Folk Festival, lo ha nuovamente invitato per festeggiare nel verde delle colline di Maiolati i loro “Oh! Tant’anni…”

www.riccardotesi.com

 

Infine sotto il bersò della casa è stata allestita una piccola Mostra fotografica:

“Concerto per volto solo”

Gastone nelle foto di Franco Cecchini

scattate a Jesi, nel Teatro “Pergolesi”, in occasione della Serata Inaugurale del 33° Monsano Folk Festival 2018.

La Mostra sarà presentata e introdotta da  Allì Caracciolo.

 

   

Tre degli scatti di Franco Cecchini  della Mostra “Concerto per volto solo” che saranno espoti sotto il bersò

 

“Le foto sono molto belle [...] Comunque sono bellissime e narrano molto di Gastone. Complimenti

Allì

 

 

Alcune immagini del bersò (dove saranno esposti òle 18 Foto dlla Mostra, “Concerto per volto solo”

 

ATTENZIONE!!!  PER PRENOTAZIONI

 (sino a esaurimento dei posti disponibili)

TELEFONARE A:

La Macina: 07314263 /(Giorgio) 3356444547

 

Inoltre ricordiamo ai “fortunati” ammessi a questo straordinario evento familiare

di posteggiare la macchina nel parcheggio avanti al Comune, passeggiare tra querce e oliveti

fino alla casa in fondo a via Massarella 16, portare una stuoia o altro per sedersi sul prato.

Dopo il concerto è possibile cenare in paese nei ristoranti convenzionati di Maiolati:

Libero Arbitrio  |  Party Uptown

 

 

    

Marco Gigli e Gastone Pietrucci

 

 

Riccardo Tesi, organetto

 

e con la partecipazione straordinaria di

Gastone Pietrucci, voce

Marco Gigli, chitarra, voce

 

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Gastone Pietrucci

eccezionalmente accompagnato da Riccardo Tesi,  Maurizio Geri e la sua Banfdtaliana

 al Premio Nazionale Città di Loano  per la Musica Tradizionale Italiama

(Luglio 2011)

 

     

 

 

 

 

Alcune foto della casa di campagna di Daniela e Franco Cecchini e del paesaggio che la circonda

 

 

Cinque scorci della Villa di Franco e Daniela Cecchini in Via Massarella,16, Maiolati Spontini

 

 * In esclusiva per il Monsano Folk Festival

In caso di pioggia il concerto si svolgerà nella Chiesa di San Silvestro di Monteroberto (g.c.)

 

 

Per ulteriori approfondimenti su ROBERTO TESI

E SULLA PRESENTAZIONE DI ALLI’ CARACCIOLO

SULLA MOSTRA FOTOGRAFICA“CONCERTO PER VOLTO SOLO”

 APPARATO N.3

 

*

MONSANO (AN)  – SABATO 6 AGOSTO – ORE 21,45

DI NUOVO INSIEME I DUE GRUPPI STORICI DEL FOLK E DEL ROCK MARCHIGIANI

__________________________________________________________________________________________________

Piazza dei Caduti– Concerto-Grande della Sera

In collaborazione con il Comune, l’Assessorato alla Cultura di Monsano

 

MACINA-GANG

in

ANTICIPAZIONE DEL NUOVO PROGETTO

“NEL TEMPO E OLTRE CANTANDO” N. 2  *

TRA I DUE GRUPPI “STORICI” DEL FOLK E DEL ROCK ITALIANO

Un’attesa reunion che farà rincontrare di nuovo, come per magia,

due mondi sonori, così lontani e straordinariamente così vicini

 

Nel 2000, per la prima volta fu presentato al Monsano Folk Festival, il primo progetto Macina-Gang, che poi nel 2004, scaturì nell’ormai famoso lavoro discografico, il cd Nel tempo e oltre cantando. Collaborazione tra i due “storici” gruppi marchigiani del folk di Gastone Pietrucci e del rock dei Fratelli Marino e Sandro Severini, che riscosse un unanime grande successo di critica e di pubblico. Macina-Gang, tra l’altro fu segnalato e premiato al Premio Tenco 2004, come SuperGruppo dell’Anno. Ora, dopo più di venti anni, i due Gruppi, ritentano un bis, auspicato e atteso dai rispettivi fans dei Gruppi da diversi, troppi anni. Così, ancora una volta, il Monsano Folk Festival, ospiterà, questa prima. ghiotta anticipazione del nuovo progetto musicale Nel tempo e oltre cantando n. 2. Un’attesa reunion che farà rincontrare di nuovo, come per magia, due mondi sonori, così lontani e nonostante tutto così vicini.

 

  

Gastone Pietrucci (Macina)   -  Marino Severini  e Sandro Severini (Gang) 

 

NUOVO  PROGETTO MACINA-GANG 2022

 

La Macina da i Gang

ha scelto di elaborare i seguenti brani:

 

1.     Gli Angeli di Novi Sad, da Sangue e cenere, 2005

2.     Via Italia, da Storie d’Italia, 1993

3. E’ terra nostra, da Il seme e la speranza, 2006

4. La corte dei miracoli, da Una volta per sempre, 1995

5. Il Re bambino, da Una volta per sempre, 1995

 

 

I Gang da La Macina hanno scelto di elaborare i seguenti brani:

1.     Benediciamo a Cristodoeo Colombo…, Aedo malinconico e ardente fuoco e acque di canto (vol. 1), 2002

2.     So’ stato a llavorà a Montesicuro…, da Aedo malinconico e ardente fuoco e acque di canto (vol. III), 2010

3. Sotto la croce Mmaria… da Aedo malinconico e ardente fuoco e acque di canto (vol. 1), 2002

4. Bella sei nada femmenada Aedo malinconico e ardente fuoco e acque di canto (vol. 1), 2002

5. La ballata del brigante Pietro Masi,  detto Bellente, da Aedo malinconico e ardente fuoco e acque di canto (vol. 1), 2002

 

I brani che saranno anticipati dai due Gruppi in questa serata monsanese,

insieme ai brani tratti da loro primo lavoro comunitario, Nel tempo e oltre cantando. del 2004, sono:

 

Gli Angeli di Novi Sad

Via Italia

E’ Terra nostra

Benediciamo a Cristoforo Colombo…

Bella sei nada femmena…

La ballata del brigante Pietro Masi, detto Bellente

 

Poi verranno riproposti alcuni brani del primo progetto Macina-Gang

scaturiti nel progetto, Nel tempo e oltre cantando:

 

Le radici e le ali

Stavo ‘n bottega che llavoravo… /La pianura dei sette fratelli

Carridà carridà ssignora…

Cioetta cioetta…

Cecilia

Sesto San Giovanni / E’ ffinidi i bozzi boni…

So’ stato a llavorà a Montesicuro

Sotto la croce Mmaria…

Kowansky

La Pasquella /Saltarello

Buonanotte ai viaggiatori

 

 

Macina-Gang

     

 

La Macina

Gastone Pietrucci, voce

Adriano Taborro, chitarra acustica, violino, mandolino

Marco Gigli, voce, chitarra

Roberto Picchio, fisarmonica

Riccardo Andrenacci, batteria, percussioni

Marco Tarantelli, contrabbasso

Giorgio Cellinese, coordinatore

 

Gang

Marino Severini - voce, chitarra 12 corde
Sandro Severini - chitarra elettrica

 

 

Marino Severini-Gastone Pietrucci-Sandro Severini (Fotografati da Emanuela Sforza, Jesi, 2004)

 

*In esclusiva per il Monsano Folk Festival

 

Ingresso libero sino ad esaurimento dei posti

In caso di maltempo il concerto si terrà nella sede dell’Auditorium di Monsano (Via Falcone)

 

Per ulteriori approfondimenti su i GANG

e sulla loro canzone GLI ANGELI DI NOVI SAD vedi

 APPARATO N.4

 

*

MORRO D’ALBA (AN) – DOMENICA 7 AGOSTO – ORE 21,45

VIAGGIO MUSICALE ATTRAVERSO LA MUSICA POPOLARE DEL MONDO

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Piazza Barcaroli -  Concerto-Grande della Sera

In collaborazione con il Comune, l’Assessorato alla Cultura di Morro d’Alba

e con l’ ottava edizione del WORLD LAND FESTIVAL 2022

 

WORLD LAND ORCHESTRA

in

MUSICA POPOLARE DAL MONDO

 

 

World Land Orchestra

Lara Giancarli, voce e percussioni minori

Dario Aspesani, strumenti a corda e direzione musicale

Luca Catena, violino

Sandro Ciarpella, basso elettrico

Fabio Andrenacci, percussioni

 

 

Lara Giancarli

 

Dario Aspesani

 

L’Orchestra World Land è la band ufficiale del Festival World Land, con il quale, da quest’anno si è gemellato con il Monsano Folk Festival. In questo nuovo progetto musicale, l’Orchestra accompagna la voce solista di Laura Giancarli, nel suo lungo viaggio musicale tra la musica popolare del mondo, sapientemente miscelata dagli artisti worldland. La ricerca musicale è alla base di questo interessante progetto musicale, che utilizza la tecnologia moderna nel mixaggio dei suoni, cercando di lasciare incontaminato il tessuto musicale che va a interpretare.

Il repertorio si basa su musica tradizionale che spazia dal Salento alla Toscana,dalla Campania alla Sicilia, dal Nord Europa, all’ Europa dell’Est,  a Cuba, alle Marche. Un repertorio straordinario, variegato,  intenso che arriva fin nel profondo dell’anima.

 

 

Ingresso libero sino a esaurimento dei posti

                        In caso di maltempo il Concerto si terrà nell’Auditorium Santa Teleucania di Morro d’Alba

 

 

*

 

ANCONA- GIOVEDI’ 11 AGOSTO – ORE 18,30  

UNA MACINA “DIVERSA” PER FRANCESCO SCARABICCHI

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 Frazione di VARANO, 228- Anfiteatro dell’Arco dei Angeli –Concerto-Cena  del Tramonto

In collaborazione con Bed and Wine “ Arco dei Angeli”

 

CONCERTO CENA CON MACINA TRIO

(GASTONE PIETRUCCI-ADRIANO TABORRO-MARCO GIGLI)

in

SOLO VOCE E CHITARRE  *

con la partecipazione straordinaria di

LIANA DE GREGORIO SCARABICCHI, voce recitante

__________________________________________________________

 Marco piccolaDSC_7530

Adriano Taborro-Gastone Pietrucci-Marco Gigli

 

TRIO  MACINA

Adriano Taborro – Gastone Pietrucci – Marco Gigli

 

Liana De Gregorio Scarabicchi

 

Gastone Pietrucci, Ancona, Mole Vanvitelliana, 17 Agosto 2021, in Nave che porti al niente. ConcertoPoesia per Francesco

36° Monsano Folk Festival

 

 

 

TRIO  MACINA

Gastone Pietrucci, voce

Adriano Taborro, chitarra, mandolino, oud

Marco Gigli, chitarra, voce

 

con la partecipazione straordinaria di

LIANA DE GREGORIO SCARABICCHI , voce recitante

 

  

Liana De Gregorio Scarabicchi , voce recitantte – Adriano Taborro, Oud (particolare dello strumento)-

 

 

Un concerto inedito di tre componenti de La Macina (MACINA TRIO: Gastone Pietrucci-Adriano Taborro e Marco Gigli), in una location particolarmente suggestiva: l’Anfiteatro “Arco dei Angeli”, nella Frazione Varano di Ancona. In questo piccolo, magico e spettacolare “angolo di paradiso terreno” (che dal 10 giugno, porta il nome di Francesco Scarabicchi, poeta) il Trio, presenterà, con la sola voce “scura e torturata” di Gastone Pietrucci, accompagnata dalle chitarre di Adriano Taborro e Marco Gigli, nuove versioni, di alcune, tra le più belle canzoni dello sterminato repertorio de La Macina.  La serata dedicata a Francesco Scarabicchi, poeta, sarà arricchita dalla partecipazione straordinaria di Liana De Gregorio Scarabicchi, compagna del poeta, che leggerà una piccola, ma significativa silloge di liriche del grande, indimenticabile poeta anconetano e grande amico de La Macina. L’evento si concluderà con la cena offerta dal Bed and Wine “ Arco dei Angeli”, Azienda di Lorenzo Chiucchioni.

 

 

Serata dedicata a Francesco Scarabicchi, poeta

grande amico de La Macina

 

 

Francesco Scarabicchi

(1951-2021)

 

La Macina durante l’esibizione nell’Anfiteatro “Arco dei Angeli” , il 10 giugno, nel giormo della titolazione del luogo a Francesco Scarabicchi

 

COSTO CENA + CONCERTO € 35,00

PRENOTAZIONI: ETTORE (“ARCO DEI ANGELI”) 3472288088

* In esclusiva per il Monsano Folk Festival

 

    

Alcuni scatti suggestivi dell’Arco dei Angeli (Varano di Ancona)

 

  

Per ulteriori approfondimenti vedi

 APPARATO N.5

 

 

*

 

SERRA DE CONTI (AN) – VENERDI’ 12 AGOSTO – ORE 21,45

SUGGESTIONI SONORE TRA FOLK, WORLD MUSIC, LOUNGE E ROCK

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Piazza Gramsci Concerto-Grande della Sera

In collaborazione con il Comune e l’Assessorato alla Cultura di Serra de’ Conti

ONEIRIC FOLK

in

POP & POPULAR THINGS

con l’amichevole partecipazione straordinaria di

GASTONE PIETRUCCI e MARCO GIGLI

 

 

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Oneiric Folk

 

 

“Oneiric Folk è un gruppo che unisce i suoni della la musica popolare, come il fado, la musica tradizionale marchigiana (nostra terra di provenienza), musica trobadorica, greca, irlandese, blues, yiddish, il pop (ad esempio Led Zeppelin, Doors, Depeche Mode, ecc..) con l'apporto di musiche originali del gruppo. Il risultato è un'atmosfera tra world music, lounge e rock. Pop & Popular è un “laboratorio” dove cerchiamo di abbattere quella barriera, tutta italiana, esistente tra la musica popolare ed il pop, cioè la musica popolare contemporanea intesa non come quell'arte “innocua” imposta dai media per “far piacere” al popolo, ma quella che viene dal popolo ed assomiglia veramente al popolo...” (Adriano Taborro). 

 Nel 2016 hanno inciso il loro primo, interessante lavoro discografico, il cd,  Oneiric Folk (Pop & popular things) . Fiore all’occhiello del Monsano Folk Festival, ritorna a grande richiesta a esibirsi ancora una volta, tra i grandi protagonisti del Festival.

 

Si può capire quanto significativa e importante nella ricerca contemporanea, nonché filologicamente corretta, sia l'idea di Adriano Taborro di avvicinare blues, fado, musica popolare marchigiana, tipologie musicali che affondano le loro radici nelle culture arcaiche non scritte, di cui esprimono la passione e il dolore non solo individualmente, ma come identità, dramma e storia della collettività. Idea che non solo funziona come progetto di ricerca e dal punto di vista dei risultati, ma che è in grado di creare proposte nuove e originali di suggestione fortissima e intensa. Ne nasce qualcosa che non è più ciò che era all'origine ma che lo moltiplica in mille significati e riferimenti acquisendo tutti gli strati delle culture musicali che incontra, in un sistema che nell'inglobarle le trascende secondo un lessico completamente originale e creativo, governato da una grammatica rigorosa.” (Allì Caracciolo) .

Fiore all’occhiello del Monsano Folk Festival, ritorna a grande richiesta a esibirsi ancora una volta, tra i grandi protagonisti del Festival.

 

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Oneiric Folk

Adriano Taborro: chitarre,mandolino, violino, oud.
Luigino Pallotta:fisarmonica
Claudio Mangialardi: contrabbasso, violoncello
Marco Lorenzetti: percussioni

Riccardo Andreanacci, batteria

 

con l’amichevole partecipazione straordinarai di

Gastone Pietrucci, voce

Marco Gigli, chitarra

   

Gastone Pietrucci e Marco Gigli

 

 

 

 

 

Il polistrumentista Adriano Taborro fondatore dei Oneirik Folk

 

 

Ingresso libero sino ad esaurimento dei posti

                        In caso di maltempo il Concerto si terrà nel Teatro Comunale Italia di Serra de’ Conti

 

*

 

 

CAMERATA PICENA (AN) – SABATO  13 AGOSTO – ORE 19,30

ALLA “RADIOSA PRESENZA” DI GIANFRANCO COSTARELLI

Frazione CASSERO - Casale Costarelli- Viale del Castello, 5 - Concerto Familiare del Tramonto     

In collaborazione con Diego e Paola Costarelli

 

GASTONE PIETRUCCI  MARCO GIGLI E LAURITA PERGOLESI

in

IO, MARCO E LAURITA *

Tre mondi musicali a confronto

con l’amichevole partecipazione straordinaria di

 RICCARDO BOTTEGAL, violino

e a sorpresa

Allì CARACCIOLO e Maria Novella GOBBIi

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Gastone Pietrucci- Marco Gigli –Laurita Pergolesi

 

Riccardo Bottegal, violino

 

Gastone Pietrucci, voce

Marco Gigli, voce, chitarra

Laurita Pergolesi, voce, chitarra

e

Riccardo Bottegal, violino

 

Gastone Pietrucci con Gianfranco Costarelli

 

La serata dedicata alla “radiosa presenza” di Gianfranco Costarelli

 

Sempre mi torna in mente

la radiosa presenza. La qualità della luce

la qualità del ricordo si somigliano.

[…] 

Allì Caracciolo, La distanza in La Insomiglianza, 2007 

 

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Gianfranco Costarelli

 

Il Comune e l’Assessorato alla Cultura di Ccamerata Picena, inaspettatamente, dopo ben quindici anni di fattiva collaborazione, ha cancellato una delle serate più importanti e tradizionali del Festival , quella della Corte del Castello del Cassero, dove gli artisti si esibivano rigorosamente in acustica. Grazie al supporto della Famiglia Paola e Diego Costarelli, questa serata del Festival, viene “recuperata” e ospitata, generosamente nel loro Casale.

 E così nel loro giardino, in acustica, al Tramonto si esibiranno, Gastone Pietrucci, Marco Gigli e l’argentina, Laurita Pergolesi, grande amica de La Macina, in un programma particolare e inedito. Ognuno dei tre artisti si esibirà nel suo proprio mondo musicale: Gastone Pietrucci, nella tradizione marchigiana, Marco Gigli, accompagnato straordinariamente dal violinista Riccardo Bottegal, nel suo particolare repertorio cantautoriale e Laurita Pergolesi, nel suo repertorio argentino. Il concerto sarà chiuso da tutti gli artisti con l’esibizione omunitaria di una canzone particolare (una lirica di Franco Scataglini, Di te io troppo dissi, musicata da la Macina e in modo particolare da Marco Gigli) sul tema dell’emigrazione in Argentina. La serata, come da tradizione, sarà dedicata alla “radiosa presenza” di Gianfranco Costarelli e da quest’anno acquista una valenza in più, svolgendosi proprio nel suo Casale, immerso nella campagna del Cassero, che tanto amava. A sorpresa interverranno le due “voci”  storiche dello Sperimetale Teatro A, Allì Caracciolo e Maria Novella Gobbi.

Con questo ulteriore Concerto Familiare, dopo quello di Maiolati Spontini del 4 agosto, nella Casa di campagna di Daniela e Franco Cecchini , riprendiamo simbolicamente quell’antica usanza che La Macina aveva instaurato,  nel 1998, in occasione del suo trentennale di attività, ofrendo ai suoi amici più cari e più affezionati, nel corso di tutto quell’anno (uno al mese) una serie di concerti particolari, intimi, “familiari” , denominati appunto “La Macina in Famiglia”.

 

 

  

 

*In esclusiva per il Monsano Folk Festival

 

 

ATTENZIONE!!! 

PER PRENOTAZIONI TELEFONARE A:

La Macina: 07314263 /(Giorgio) 3356444547

(sino a esaurimento dei posti disponibili)

 

 

Per ulteriori approfondimenti vedi

 APPARATO N.6

 

 

*

MAIOLATI SPONTINI (AN) – DOMENICA 14  AGOSTO – ORE 21,45

1982-2022 - I QUARANTA ANNI DEL PRIMO DISCO DE LA MACINA

________________________________________________________________________________

Parco Colle Celeste - Concerto-Grande della Sera

In collaborazione con il Comune, l’Assessorato alla Cultura di Maiolati Spontini

 

Serata dedicata al ricordo di Piergiorgio Parasecoli,

primo grande fisarmonicista de La Macina

 

LA MACINA

in

VENE IL SABADO E VENE IL VENERE… 40  *

Per i quaranta anni di pubblicazione dello storico primo disco de La Macina

 

 Nel 1982 La Macina pubblica il suo primo, “storico” LP Vene il sabado e vene il venere… (Madau-MD07) che ottenne il prestigioso Premio della Critica Discografica Italiana 1982. riscuotendo un unanime successo di pubblico e di critica.

Ora La Macina, a quarant’anni dall’uscita di quel celebre, fondamentale lavoro discografico (che è stato l’inizio di tutta la sua folta e variegata Discografia che attualmente consta ben diciannove titoli , distribuiti nei suoi ben cinquantaquattro anni di attività e di successi) lo vuole riproporre in esclusiva a Maiolati Spontini, con tutta la sua intatta carica di forza, di potenza, di ritmo, di entusiasmo che solo la vera tradizione riesce a dare

Tutto il concerto sarà dedicato alla memoria di Piergiorgio Parasecoli, il suo primo, grande indimenticabile fisarmonicista, e avrà l’amichevole partecipazione straordinaria di Giuseppe Ospici (uno dei quattro componenti de La Macina “storica”). Nel concerto, l’attuale fisarmonicista de La Macina, Roberto Picchio, renderà ulteriore omaggio a Piergiorgio, suonando alcuni brani con la sua “storica” fisarmonica (grazie alla disponibilità e generosità della famiglia).

 

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Copertina lp, Vene il sabado e vene il venere…, Madau Dischi-MD07, 1982: “… e dal cuore barlumi di nostalgia”, collage di Gastone Pietrucci, 1981

La Macina “storica” (da sinistra): Piergiorgio Parasecoli, Claudio Ospici, Gastone Pietrucci, Giuseppe Ospici

 

 

La Macina “storica”

Claudio Ospici, canto, chitarra

Giuseppe Ospici, canto, cembalo, chitarra   *

Piergiorgio Parasecoli, canto, fisarmonica, cembalo

Gastone Pietrucci, canto, timpani, cembalo

 

 

 

Piergiorgio Partasecoli

(1942-2021)

 

 

La Macina

Gastone Pietrucci, voce

Adriano Taborro, chitarra acustica, violino, mandolino

Marco Gigli, voce, chitarra

Roberto Picchio, fisarmonica

Riccardo Andrenacci, batteria, percussioni

Giorgio Cellinese, coordinatore

 

 

La Macina

(Ancona, Teatro Sperimentale, 2016)

 

Nel 1982 La Macina pubblica il suo primo, “storico” LP, Vene il sabado e vene il venere… (Madau-MD07) che ottenne il prestigioso Premio della Critica Discografica Italiana 1982. riscuotendo un unanime successo di pubblico e di critica.

Ora La Macina, a quarant’anni dall’uscita di quel celebre, fondamentale lavoro discografico (che è stato l’inizio di tutta la sua folta e variegata Discografia che attualmente consta ben diciannove titoli , distribuiti nei suoi ben cinquantaquattro anni di attività e di successi) lo vuole riproporre in esclusiva a Maiolati Spontini, con tutta la sua intatta carica di forza, di potenza, di ritmo, di entusiasmo che solo la vera tradizione riesce a dare

Tutto il concerto sarà dedicato alla memoria di Piergiorgio Parasecoli, il suo primo, grande indimenticabile fisarmonicista, e avrà l’amichevole partecipazione straordinaria di Giuseppe Ospici (uno dei quattro componenti de La Macina “storica”).

 

Nel concerto ci sarà un passagio simbolico di testimone, quando Roberto Picchio, suonerà con la fisarmonica di Piergiorgio Parasecoli,  alcuni brani in programma.

 

*Giuseppe Ospici avrebbe dovuto partecipare al concerto, come ospite straordinario. Purtroppo per motivi di salute, a malincuore, ha dovuto rinunciare. Tutta La Macina lo ringrazia e gli augura una pronta guerigione

 

+

La fisarmonica di Piergiorgio

 

 

A seguire la presentazione di Michele L. Straniero al Vene il sabado e vene il venere…e alcuni delle  più significative  segnalazioni critiche dell’epoca:

 

E’ BUONA LA FARINA SE LA MACINA E’ BUONA

“Con Pietrucci e i suoi, quando ci vediamo è sempre festa… Da cosa nasce quest’entusiasmo, questa letizia piena di fervore? Anzitutto dall’amicizia che lega tra loro tutti i componenti della Macina e che si allarga… a tutti quelli che prima o poi vengono in contatto coi “ragazzi” (beh, ragazzi ormai trenta e quarantenni, ma non li dimostrano quasi!) di Monsano e di Jesi. Poi,dall’entusiasmo evidente, pieno di contenuto fervore, che li anima tutti, e specialmente quel Gastone al quale il gruppo fa capo e riferimento, giacché è lui che si occupa della ricerca “sul campo”, dello studio e della comparazione sui libri, e quindi della messa a punto e della buona riuscita e propagazione degli spettacoli. E’ una gioia e un motivo d’orgoglio, per noi, sentire Pietrucci che raccolta di essersi accostato e poi entusiasmato al canto popolare, assistendo, nel lontano 1964, alla presentazione del concerto di Bella Ciao al settimo Festival dei Due Mondi di Spoleto: questi sono proprio i continuatori, i discepoli, i “figli” giusti che uno può desiderare nel nostro lavoro. E Gastone, Claudio, Giuseppe, Piergiorgio, hanno la prospettiva giusta: si sono dedicati a questo lavoro con una bella umiltà e pazienza, e adesso, dopo una storia lunga di un bel po’ di anni, meritano di essere presentati al pubblico più vasto del mercato discografico: perché si senta che anche del loro impegno vive e vibra una stagione presente della musica popolare, alla quale molti – troppi – avrebbero voluto intonare da tempo il miserere, mentre sarà essa che li seppellirà”.

Michele L. Straniero (dalla presentazione alo disco Vene il sabado e vene il venere… Canti e tradizioni della cultura orale marchigiana raccolti nell’anconetano, Madau Dischi-MD07, 1982 lp.mk)

 

 

 

* In esclusiva per il Monsano Folk Festival

 

Ingresso libero sino ad esaurimento dei posti

 

Per ulteriori approfondimenti vedi

 APPARATO N.7

 

*

JESI (AN)- MARTEDI’ 16 AGOSTO – ORE 19,00

I POETI AMATI DA LA MACINA

______________________________________________________________________________________________________________________

Libreria Gira&Volta- Via Pergolesi, 22  Concerto Poetico-Musicale del Tramonto

In collaborazione con la Libreria Gira&Volta di Jesi

 

GASTONE PIETRUCCI E MARCO GIGLI

in

IA MACINA E I POETI*

Dante,  Pier Paolo Pasolini e i poeti marchigiani musicati e interpretati da La Macina per solo voce e chitarra 

con l’amichevole partecipazione straordinaria di

MILENA FREGORI, voce recitante

 

  

Gastone Pietrucci – Marco Gigli

 

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Marco Gigli – Gastone Pietrucci

 

 

 

Milena Gregori, voce recitante

 

I POETI AMATI E MUSICATI DA LA MACINA

      

Dante Alighieri --Pier Paolo Pasolini – Franco Scataglini – Allì Caracciolo – Francesco Scarabicchi

 

 

 

Concerto particolare, intimo, intenso, emozionante di grande pathos,  questo che Gastone Pietrucci e Marco Gigli offrono, nel particolare, suggestivo spazio della Libreria Gira&Volta di Jesi. Un “Concerto-Poetico-Musicale” che nasce dalla vocazione profonda di chi si ostina a confermare la solidità della partola e la tremante libertà della musica nel cuore della vita di ognuno, e vuole rendere un doveroso omaggio a Dante Alighieri (del quale per lo spettacolo teatrale  Riveder le stelle, nel 2022, La Macina ha musicato due liriche Amore che ne ‘la mente mi ragiona dal Convivio e dalle Rime, Guido io vorrei che tu Lapo e io ) e a Pier Paolo Pasolini (e alla sua struggente Suplica a mia madre, sempre musicata da La Macina) e a tre tra i più significativi poeti marchigiani contemporanei, Franco Scataglini, Allì Caracciolo e Francesco Scarabicchi. Cinque poeti e le loro liriche musicate da Adriano Taborro e Marco Gigli con La Macina tutta e che ora saranno presentate solo per voce e chitarra, in una esecuzione minimale, ma particolarmente efficace e di grande impatto, per pochi fortunati “spettatori-testimoni”. Milena Gregori e la sua calda, splendida voce intriodurranno, volta per volta le varie liriche dei poeti.

 

Scaletta della Serata

 

1.     Amor che nella mente mi ragiona da Convivio, III, Canzone  (Dante-M. Gigli- La Macina)

2.     Guido i’ vorrei che tu Lapo ed io  da Poesia LII, dette Rime    (Dante-A. Taborro- La Macina)

3.     Supplica a mia madre da Poesia in forma di rosa, 1964  (Pier Paolo Pasolini- A.Taborro- G. Pietrucci)

4.     L’amore infermo da Carta Laniena, 1982   (Franco Scataglini- M. Gigli- G.Pietrucci)

5.     Di te io troppo dissi  da  El sol, 1995  (Franco Scataglini- M. Gigli- G.Pietrucci)

6.     Mi gela gli occhi l’aria  da  Una città di scoglio, 2016   (Francesco Scarabicchii- M. Gigli- G.Pietrucci)

7.     Nave che porti al niente. Strofe per La Macina    da  La figlia che non piange, 2021    (Francesco Scarabicchii- M. Gigli- G.Pietrucci)

8.     Lauda anconitana   da  So’ rimaso la spina, 1973-1977    (Franco Scataglini- M. Gigli- G.Pietrucci)

9.     L’anima canta stanca inedita (Allì Caracciolo- M. Gigli- G.Pietrucci)

10. Nomi fuligginose   da  El sol, 1995   (Franco Scataglini- M. Gigli- G.Pietrucci)

 

 

DOPO IL CONCERTO, L’APERITIVO SARA’ OFFERTO DALLA LIBRERIA GIRA&VOLTA, 

PRESENTAZIONE E CURA DI GIANNI CENTANNI

L’Aperitivo su prodotti di eccellenza della tradizione marchigiana (salumi, formaggi, vino)

 

* In esclusiva per il Monsano Folk Festival

 

ATTENZIONE!!! SARANNO AMMESSI 25 “SPETTATORI-TESTIMONI”

SOLO SU PRENOTAZIONE- TELEF: LIBRERIA: 0731204853

 

Per ulteriori approfondimenti su I TRE POETI MARCHIGIANI

 (A.CARACCIOLO –F. SCATAGLINI -F. SCARABICCHI)

MILENA GREGORI

 e sulla LIBRERIA GIRA&VOLTA vedi

 APPARATO N. 8

 

*

 

MONSANO (AN) – GIOVEDI’ 18  AGOSTO – ORE 21,45

IN RICORDO DI “SIMO”

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Piazza dei Caduti -  Concerto di Chiusura  del Ricordo e della Memoria

In collaborazione con il Comune, l’Assessorato alla Cultura di Monsano

 

Per la Serie Foglie d’Album

(edizione speciale)

 

LA MACINA E LO SPERIMENTALE TEATRO A

in      

“rossoSIMONA”   *

Nel ricordo di Simona Stronati

con l’amichevole partecipazione straordinaria di

EMMA MONTANARI - FILIPPO PAOLASINI - LAURITA PERGOLESI

e con

GIORGIO CELLINESE

NADIA PIRANI ORAZI

SILVANA MASSI BASTARI

 

a cura di Gastone Pietrucci

Regia: Allì Caracciolo

 

Simona Stronati

(1950-2021)

 

 

Non ho più molto da dire

se  non essere consapevole

che voi siete con me

in ogni e dove io sarò.

Simona

 

Jesi, 31 Dicembre 2018

 

 

“Simo” in una delle serate de Il “nostro” Sanremo (Teatro “Alfieri” di Montecarotto) e a Monsano nella sua prima esibizione “artistica”, 1950

 

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Adriano Taborro-Marco Gigli-Gastone Pietrucci-Roberto Picchio-Riccardo Andrenacci -Marco Tarantelli-Giorgio Cellinese

 

La Macina, Jesi, Teatro “Pergolesi”, Maggio 2021

 

 

La Macina

Gastone Pietrucci, voce

Adriano Taborro, chitarra ,violino, mandolino

Marco Gigli, voce, chitarra

Roberto Picchio, fisarmonica

Riccardo Andrenacci, batteria, percussioni

Marco Tarantelli, contrabbasso

Giorgio Cellinese, coordinatore

 

Sperimentale Teatro A (S.T.A.)

Allì Caracciolo,  regista, voce recitante

 Maria Novella Gobbi , voce recitante

 

con  l’amichevole partecipazione straodinaria di

Emnma Montanari, voce, violone (liron)

Filippo Paolasini, voce, chitarra

Laurita Pergolesi, voce, chitarra

 

e con 

Giorgio Cellinese, voce

Nadia Pirani Orazi, voce

Silvana Massi Bastari, voce

 

 

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Allì Caracciolo – Maria Novella Gobbi  (S.T.A) – Emma Montanari - Filippo Paolasini – Laurita Pergolesi

 

  

Giorgio Cellinese  -  Nadia Pirani Orazi  - ilvana Massi Bastari

 

 

Ancora un ricordo, ancora un altro Fascicolo particolare di Foglie d’Album (edizione speciale ) per Simona Stronati, scomparsa proprio il 18 agosto del 2021. Simona, una storica componente de La Macina, ma soprattutto una cara, carissima amica di tutti noi, sarà ricordata con questo grande concerto di Chiusura del Festival da La Macina tutta, da Allì Caracciolo e Maria Novella Gobbi,  dello storico Sperimentale Teatro A.. (S.T.A) e da altre partecipazioni straordinarie, come Emma Montanari , altra grande voce femminile de La Macina,  l’attore, regista, “cantante” Filippo Paolasini, l’amica comune argentina, la cantante, chitarrista Laurita Pergolesi , le due voci femminili della Macina degli inizi, Nadia Pirani Orazi e Silvana Massi Bastari e il “sesto” de La Macina, Giorgio Cellinese.  E così nella Piazza dei Caduti di Monsano, sarà come “riportare a casa” Simona, in quella piazza dove è nata e dove ha passato tutta la sua giovinezza.  Il Concerto sarà preceduto dalla proiezione di un breve, struggente filmato (circa 7’) di Simona, tratto dal Documentario MAPS * degli Asini Bardasci (Progetto vincitore del Bando REFREH: Lo spettacolo delle Marche per le nuove generazioni, sostenuto dalla Regione Marche e coordinato dal Consorzio Marche Spettacolo) girato nel novembre 2020. Un doveroso omaggio a Simona (Simo per gli amici) da quella Macina che è stata parte integrante e assoluta della sua vita e da tutti gli amici che hanno avuto la fortuna di conoscerla e di amarla.

 

*Concept MAPS Asini Bardasci – Cura e supervisione: Paola Ricci- Actor coaching: Filippo Paolasini

- Regia e montaggio video: Pietro Piva – Simona è nell’episodio II: Simona è Diotallevi.

 

*In esclusiva per il Monsano Folk Festival

Ingresso libero sino ad esaurimento dei posti

In caso di maltempo il concerto si terrà nella sede dell’Auditorium di Monsano (Via Falcone)

 

Per ulteriori approfondimenti vedi

 APPARATO N.9

 

                          

 

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APPARATO N. 1

 

SIMONA BUFFA E LUDOVICA VALORI

  

Ludovica Valori – Susanna Buffa

 

Susanna Buffa (Roma, 1966). Cantante folk, musicista, giornalista musicale, inizia a calcare i palchi nel 2006 al fianco di Lucilla Galeazzi, protagonista assoluta del nostro folk revival. Dopo questo incontro, inizia ad approfondire la conoscenza del canto popolare di tradizione orale del centro Italia, con particolare attenzione per la musica popolare dell'Umbria. Coinvolta in diversi progetti di Lucilla Galeazzi, con lei in duo ma anche nel suo ensemble vocale Levocidoro, con queste ed altre formazioni si esibisce in Francia, Belgio e Lussemburgo. Come vocalist ha collaborato con artisti folk come Raffaello Simeoni e musicisti della scena elettronica, sperimentale e underground tra cui il compositore Teho Teardo e i musicisti Eugenio Valente e Marco Machera con cui ha fondato il progetto The Batts, il musicista italoolandese Tenedle e la rock band Guignol. Con Eugenio Valente ha composto la musica per il cortometraggio "Lavender Braid" della regista californiana Magdalena Hill (2016) in uscita a fine 2019 per la Kronos Records. Nel 2017 ha fondato il collettivo "TerreDonne", che riunisce artiste e musiciste impegnate a sostegno delle popolazioni colpite dai sismi del 2016 e 2017. Recente la sua collaborazione come vocalist con il compositore e produttore inglese Andrew Powell (Alan Parson PJ, Kate Bush) per la OST del corto "Here we go again Rubinot" (Kronos Records, 2018).

 

 

Ludovica Valori – Susanna Buffa

 

Ludovica Valori (Roma, 1970). Conseguiti il diploma di solfeggio e il diploma di compimento inferiore di pianoforte presso il Conservatorio “S. Cecilia” di Roma, si dedica in seguito allo studio della fisarmonica, delle tastiere e del trombone con particolare interesse per la musica popolare. Nel 1999 entra a far parte della Titubanda partecipando a numerosi festival in Italia, Spagna, Francia, Stati Uniti, Serbia, Bosnia, Croazia. Ha collaborato con importanti formazioni della scena folk rock italiana tra cui Ardecore, BandaJorona, Her Pillow. Ha partecipato a concerti e registrazioni con svariati cantautori italiani tra cui Nada, Momo, Raffaella Misiti e ha realizzato spettacoli ed eventi assieme agli attori Donatella Mei, Stefano Vigilante e Paolo Pesce Nanna. Dal 2007 è fisarmonicista, trombonista e pianista delle Nuove Tribù Zulu e ha partecipato con loro al progetto "Now - Nomadic Orchestra of the World", un'inedita e originalissima fusione tra musicisti italiani e indiani. Assieme al contrabbassista Paolo Camerini ha fondato nel 2012 il duo Traindeville con il quale ha realizzato due cd e porta avanti una intensa attività concertistica in Italia, Lussemburgo, USA, India. Fa parte con numerose artiste della scena folk italiana del collettivo "TerreDonne", formatosi per sostenere le popolazioni vittime del terremoto del centro Italia.

 

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APPARATO N. 2

MARIO CIFOLA

 

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(1923-1944)

Mario Cifola è nato a Monteverde, frazione di Montegiorgio, nel 1923.

Mario Cifola perse la vita il 15 giugno 1944 a Montottone, all’età di ventuno anni appena compiuti, nel corso di una delle tante missioni di staffetta che svolse dal settembre 1943. Quella mattina un battaglione tedesco arrivò intorno alle 7 e occupò rapidamente il paese, radunando nella piazza tutti i rastrellati, intorno alle 200 persone. Di fronte alla folla venne posta una mitragliatrice. Nei giorni precedenti a Montottone e nella zona limitrofa si erano verificati una serie di episodi che probabilmente alimentarono la percezione di una guerriglia molto attiva e pertanto da sradicare quanto prima: il disarmo della caserma dei carabinieri; l’assalto con bombe a mano e armi automatiche a un automezzo tedesco recante a bordo un generale; la perquisizione e l’asportazione di documenti dalle case del fascio di Grottazzolina, Montottone, Monte Vidon Corrado, Monsapietro Morico e Monteleone di Fermo. L’ufficiale tedesco che guidava l’operazione di rastrellamento, in modo sempre più alterato, minacciò gli abitanti di Montottone che se non avessero dato delle informazioni rilevanti per la cattura dei partigiani, sarebbero stati tutti uccisi. A un certo punto videro arrivare in piazza alcuni soldati che conducevano con loro un giovane: era Mario Cifola. Lo fecero inginocchiare, spintonandolo e strattonandolo. La cattura avvenne in modo casuale. Il giovane si stava recando in motocicletta dalla sua casa di Monteverde a Montottone per recapitare al comandante Angelo Palini un plico segreto da parte dei vertici della Resistenza. Si fermò nel luogo in cui era stato programmato l’appuntamento ma non trovando nessuno – Palini, messo sull’avviso la sera precedente del possibile rastrellamento, si era allontanato dalla zona senza avere la possibilità di avvertirlo – proseguì alla volta del centro di Montottone, completamente ignaro di quanto stava accadendo. All’altezza della chiesa della Madonna delle Grazie, dove era stato predisposto un posto di blocco, fu fermato e disarmato da qualche militare. Il semplice fatto di avergli trovato addosso delle armi e il plico rappresentò la prova della sua appartenenza alle formazioni di ribelli, compromettendo ogni possibilità di salvezza. Accanto a lui, in ginocchio, furono condotti altri cinque persone, anch’esse scoperte in possesso di qualcosa di compromettente: Leonida Palladino, Ottavio Sebastiani, Dante Sabbatini, Federico Storelli e Fernando Bozzi. Tutto faceva presagire che i sei sarebbero stati passati per le armi e per questo i frati chiesero di poterli confessare. A tal fine furono condotti nella casa dove domiciliavano i frati, in una stanza al pianterreno che aveva due porte d’uscita: una dava sulla strada, una sull’orto retrostante. I condannati, in lacrime, vennero fatti entrare e quando Mario si trovò nella stanza e vide la porta dell’orto non sorvegliata, si dette alla fuga puntando verso i campi. Ma sul versante opposto della valle si trovavano altre truppe in perlustrazione che spararono contro di lui un intenso fuoco di armi automatiche. Mario cadde e si rialzò per ben tre volte e alla fine non si rialzò più. Alla fine, i militi lo raggiunsero e lo finirono con dei colpi di pistola. A quel punto la situazione si risolse: i rastrellati radunati in piazza sarebbero potuti tornare nelle loro case; gli altri cinque condannati sarebbero invece stati portati via come prigionieri anziché fucilati. A loro si aggiunse un prigioniero di guerra inglese trovato in paese e le famiglie di Filippo Breccia e del commissario prefettizio F. Clementi, entrambi preoccupati di mettersi in salvo sotto la protezione tedesca.

 

 

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APPARATO N. 3

RICCARDO TESI

 

Compositore, strumentista, ricercatore: queste le anime della complessa e poliedrica personalità artistica di Riccardo Tesi, autentico pioniere dell’etnica in Italia.

Dagli esordi decisamente folk nel 1978 al fianco di Caterina Bueno, alle odierne collaborazioni, la storia musicale del pistoiese Tesi vive di una preziosa continuità fatta di passione e di curiosità onnivore, che dalla tradizione toscana lo ha accompagnato al confronto con quelle italiane, basche, inglesi, francesi e malgasce, con il jazz, il liscio e la canzone d’autore.

In perfetta simbiosi con la sua poetica della memoria, il suo strumento: l’organetto diatonico, antenato della fisarmonica, al quale per primo in Italia, ha consacrato un intero disco intitolato “Il ballo della lepre” (1981).

Ciò che colpisce di Tesi è lo stile, chiaramente riconoscibile, attraverso il quale riesce a far parlare all’organetto una lingua arcaica e nuova, dilatando il vocabolario e la tecnica di uno strumento rimasto a lungo patrimonio esclusivo della tradizione; una scelta “splendidamente inattuale” che lo iscrive, per lirismo e virtuosismo, al circolo di quanti, a tutte le latitudini hanno ridato dignità alla fisarmonica e ai suoi affini.

Le esperienze musicali con il gruppo sardo-toscano Ritmia, il duo con Patrick Vaillantlo spettacolo di canzoni occitane “Anita, Anita” ancora con Vaillant e Jean Marie Carlotti, il trio di organetti Trans Europe Diatonique con John KirkpatrickMarc PerroneKepa Junkera, il trio jazzistico col mandolinista nizzardo e Gianluigi Trovesi, hanno allargato i confini geografici e le frontiere musicali di Riccardo Tesi, insieme ad altre collaborazioni di grande prestigio come quella col malgascio Justin Valì, con la cantante sarda Elena Ledda, la cantante umbra Lucilla Galeazzi, con il gruppo siciliano Dounia,  con il gruoo marchigiano La Macina, la portoghese Amelia Muge, la siciliana Rita Botto, con l’arpista Vincenzo Zitello, con il clarinettista Gabriele Mirabassi, i tamburellisti  Carlo Rizzo e Alfio Antico, con il pianista Rocco de Rosa, il flautista lusitano Rao  Kyao, il virtuoso di chitarra portoghese Custodio Castelo, con il jazz partenopeo di Maria Pia de Vito, con i chitarristi Beppe GambettaReno Brandoni e Peppino D’Agostino, con l’etnojazz di Daniele Sepe, con l’humor della Banda Osiris, con artisti dell’area rock come Francesco MagnelliGinevra di Marco (ex CSI e PGR), Piero Pelù e gli Skiantos, con il DJ Ominostanco fino alla grande canzone d’autore italiana con Ivano FossatiFabrizio De AndrèOrnella VanoniGianmaria TestaGiorgio Gaber, Carmen ConsoliCarlo MuratoriToscaCisco, Cristina Donà, Nada e Giua (Maria Pierantoni Giua), Peppe Voltarelli, Ermanno Giovanardi. 

Dal 1992 è il leader fondatore di Banditaliana, che attualmente è considerata una delle formazioni più importanti del panorama world internazionale con la quale ha registrato 6 album e festeggiato i 25 anni di attività.

Nel 2012 Riccardo Tesi ha creato il progetto Cameristico, dove l'organetto diatonico incontra il suono classico di pianoforte, clarinetto e violoncello per una serie di nuove composizioni affiancate ad una rilettura di alcune delle pagine più significative del suo repertorio.

Dal 2010 è componente de I Samuraiquintetto internazionale di organetti con il basco Kepa Junkera, il finlandese Markku Lepistö, il giovane italiano Simone Bottasso e l’irlandese David  Munnelly con i quali ha registrato due album e suonato nei maggiori festivals di tutta Europa.

Nel 2014 ha curato la direzione musicale del riallestimento dello spettacolo storico Bella ciao in occasione del cinquantennale. Nel 2018 riprende la storica collaborazione con il mandolinista frances Patrick Vaillant insieme al virtuoso di tamburi a cornice Andrea Piccioni nel progetto "Capanne con vista", che in occasioni speciali si allarga a quartetto con il clarinettista jazz Gianluigi

www.riccardotesi.com

 

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Alcune foto di Franco Cecchini della Mostra “Concertoper volto solo” esposte sotto al bersò

 

CONCERTO PER VOLTO SOLO

di Allì Caracciolo

 

CONCERTO PER VOLTO SOLO

di Allì Caracciolo

1. Del Titolo

Parafrasa acutamente una dicitura classica dell’ambito musicale: “Concerto per violino solo” o per pianoforte solo… vale a dire solista. E riferito a un volto anziché a uno strumento, sembra voler significare che quel volto è solista nell’armonia complessiva del concerto.

Per quale motivo? Per il suo canto? Perché è il volto di colui che, principalmente ed esclusivamente, canta? Solista sarebbe dunque in quanto Strumento, uno strumento vocale, di modo che la Voce viene implicitamente posta sul piano di una eccezionale vocalità capace di diventare lo strumento che, lui solo, “dialoga” con “l’orchestra”. E Volto si porrebbe quale significazione simbolica di Canto.

Tuttavia questo non è che il primo riscontro, immediatamente deducibile. Forse allora la dicitura del titolo si riferisce a qualcosa di semanticamente più complesso nell’ambito dei significati profondi, più allusivo, maggiormente evocativo nel vasto territorio della “figura”, del parlar figurato, delle complicazioni di senso implicate dal tessuto simbolico. In quanto è il Volto che ne reca tutti i segni. Come se quel volto stesso fosse l’ensemble di una musica complessa che non solo nella voce che canta trova la propria manifestazione.

Un volto portatore di segni, da intendere non restrittivamente come note, segni per eccellenza in una partitura musicale. Sono i segni dello stupore davanti all’impossessamento reciproco: da parte della Musica/Canto nei riguardi del soggetto che se ne fa veicolo, da parte del soggetto verso la Musica/Canto di cui si impossessa, con languore o frenesia, con languore e frenesia, ne fa anima sonora che articola parole trascinandole nel proprio gorgo di stupefazione.

È un Rito Orfico, talora Dionisiaco, che si consuma e rinnova a ogni espressione di quella Voce su quel Volto, sul quale passa tutto il Canto, in esso consiste e da esso si manifesta: un volto che diviene Epifania del Canto.

2. Della Sequenza di Immagini

È qui che subentra “Lo Sguardo”, l’arte di vedere cose che gli altri colgono nel loro insieme, concordate con il tutto, nella composizione visiva di un quadro.

Lo Sguardo, piuttosto, individua i segni, le solcature della musica sul respiro della parola, incise sul Volto in una geografia silente e mutevole, che delinea paesaggi sull’onda del Canto, verso orizzonti sconfinati in continua dissolvenza secondo metamorfosi dalle quali affiora l’anima delle cose.

Li individua, i segni, e li fissa in immagini, capaci, come il Demone di Faust, di “fermare l’attimo” per la sua bellezza. Dirgli: «Fermati, attimo, sei bello!».

La sequenza in cui Franco Cecchini colloca le sue splendide foto del “solo” volto di Gastone Pietrucci, è di per sé una storia. Storia di emozioni semplicemente no, non soltanto, ma storia di trasformazioni, di forme attraverso cui quel Rito Orfico si declina e compie, diventa rivelazione di “misteri”. Come il mistero della identità in cui si fondono, e con-fondono, il soggetto che interpreta e l’oggetto da interpretare; il mistero di quella suggestione pervasiva che, prima ancora di esercitarsi sugli astanti, si manifesta quale apparizione di quanto, custodito nell’animo, è indicibile ma disposto a prendere forma prima che voce; il mistero di una sensibilità che, prima ancora che il canto venga assunto con l’udito, lo rende visibile attraverso il volto sul quale il canto si visualizza prima che altri sensi, udito, emotività, intervengano a percepirlo.

Di modo che anche il termine “Concerto” si carica di sovrasensi: è il concerto musicale che induce quel canto ed è quel canto che incide il volto. Ma i segni su esso impressi, non sono musica muta? Non è concerto quell’andamento che ne trasforma i tratti e fa sì che diventino note? Note-passione, nel senso di “patire”, provare e far provare quel pathos che sconvolge e rigenera, profondamente turbando totalmente appagando.

Ma il primo e più importante di tali misteri, è quello che intercorre tra voce volto musica testo nello stato di possessione, poiché tale è la natura segreta della relazione. Una possessione non esaltata, non furiosa, non scalmanata, che contiene e serra in sé l’excessus per trasformarlo in intensità, vocale espressiva facciale: Parola. Parola, tale intensità, che va oltre quelle cantate, le preannuncia e intensifica, le sublima. Lo rivela, in ogni dettaglio delle variazioni, la fotografia che ne fa una vicenda narrata la quale, con le altre poste in sequenza, costituisce il filo rosso di una storia ineffabile, nel senso etimologico di cosa che “non può essere detta”.

E allora non resta che guardarle, le foto, percorrendo un itinerario che si interna nel silenzio dei primi piani, nella indagine di un obbiettivo penetrante e intransigente ma consapevole di grandezza, ascoltare il racconto delle immagini, comprenderne la storia taciuta, percepire la musica “solista” di quel Volto “fermato” per sempre, dal segreto di un’Arte sapiente, all’ “attimo” indicibile della sua “bellezza”.

 

A. C.

 

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APPARATO N. 4

GANG

 

  

Marino Severini - Sandro Severini (Gang)  – Marino Severin- Gastone Pietrucci-Sandro Severini (Macina-Gang)

 

Gang, la rock band marchigiana nata e capitanata dai fratelli Marino e Sandro Severini, sono da 30 anni i portabandiera più coerenti e credibili di un rock sanguigno e soprattutto militante. Chitarre e batteria al servizio di un messaggio politico-culturale da sempre ben chiaro e definito che prendendo spunto dalle sonorità punk dei Clash di Joe Strummer li ha resi testimoni e cantori di una realtà per molti versi simile alla Londra cantata dal celebre gruppo punk-rock.

Ideali e capacità cantautorali che nel filo conduttore di una decina di album sempre fedeli ad una linea di pensiero solidale ed attenta agli oppressi ed alle ingiustizie sociali, rendono la band di Filottrano un punto di riferimento più unico che raro nel panorama musicale italiano.

Coscienza e memoria, radici ed ali, terra e fuoco, lotta e speranza, ecco gli ingredienti che da sempre costituiscono la ricetta dei Gang, che hanno dimostrato di poter passare con disinvoltura dal linguaggio crudo e immediato del punk a quello più complesso e ricercato della canzone d'autore, senza dimenticare l'immenso potenziale della tradizione popolare più genuina. Un tesoro inestimabile, che si inserisce a pieno titolo nei capisaldi musicali e culturali d'Italia.

Ha collaborato con lo “storico”  Gruppo folk marchigiano La Macina in un lavoro comunitario, confluito nel disco, Macina-Gang, Nel tempo e oltre cantando, (Storie di Note SDN033, cd, 2004), premiato e segnalato come SuperGruppo dell’anno al Premio Tenco 2004.

  

 

 

Jesi, Dicembre 2021. Riunione Macina-Gang per il nuovo progetto musicale

 

 

 

 

Gli Angeli di Novi Sad

di Marino Severini

La guerra nella ex Jugoslavia. Il Kosovo.


Vorrei “raccontarvi” questa canzone presentandovi alcune delle “linee” che ho seguito per realizzarla, alcuni momenti che mi hanno ispirato e portato fin qua. Di solito una canzone non nasce seguendo una linea sola ma si comincia a camminare a cercare lungo una di esse poi si incontrano tante altre linee..magari ad un incrocio si pigliano altre strade poi si inciampa si scarta di lato. Più che una linea é un insieme di linee molto diverse, inconsuete, impreviste, che fanno una prospettiva…una canzone.
Ogni volta che passo per Pisa se ho un paio d’ore di tempo vado in piazza dei Miracoli..ma più che salire sulla Torre mi reco al cimitero monumentale per godere della visione del “Trionfo della Morte”. E’ uno spettacolo incredibile, un grande affresco che ogni volta mi trasmette una grande emozione.
Hermann Hesse nel suo “Dall’Italia” ne parla come di “un possente dipinto che ancora oggi è capace di immergere l’animo di chi lo osserva in ombre funeree e in lugubri pensieri”.
Il malinconico misticismo del medioevo al tramonto.

Il trionfo della morte

Il trionfo della morte


Gli angeli della canzone sono un po’ delle figure che potrebbero stare in quell’opera, sono mezzi demoni o almeno degli angeli che sono passati per l’Inferno…
Posso dire che quest’opera ha influenzato molto lo stato d’anima della canzone che vi sto raccontando.
Ho sempre avuto la sensazione che la guerra in Kosovo fosse stato il patto fondante della Nuova Europa, quella che conosciamo oggi, quella dopo il Muro per intenderci. Ebbene, in ogni atto fondativo si prende una vittima sacrificale e in questo caso la vittima è stato il popolo serbo. Il nemico, il mostro, colui che bisognava sacrificare al nuovo ordine d’Europa.
Il resto, le atrocità, l’orrore, è stato la conseguenza di chi ha voluto tutto ciò, l’ha provocato e poi è restato a guardare; l’Europa.
E un’altra linea seguita è stato il lavoro di René Girard, circa il sacrificio. Nel corso degli ultimi decenni Girard ha accuratamente esplorato la dinamica sacrificale ed in particolare il concetto di capro espiatorio come momento essenziale del rinsaldamento del vincolo sociale delle culture mitiche. In un percorso partito oltre venti anni fa nel “La violenza e il sacro”, il lavoro di Girard si è fatto via via più specifico ed attento al valore fondante, nelle culture mitiche, della violenza rituale, e del suo ciclico rinnovarsi. I miti di fondazione legati all’omicidio rituale (Romolo, Caino) ben rappresentano il carattere di violenza mimetica su cui si regge il patto sociale dell’antropologia mitica. La società è il luogo di azione e riproduzione di desideri mimetici, imitativi, e delle rivalità ed antagonismi che da tali desideri si instaurano. L’uomo innesta la propria macchina desiderante in rapporto allo sguardo, ai desideri ed alle realizzazioni dell’altro. Il comportamento è mimetico, concorrenziale. La struttura sociale diviene il terreno di interazione di contraddizioni, frustrazioni, invidie, pietre di inciampo della compagine sociale.
La società rinnova il suo patto attraverso il rito dello spargimento del sangue del capro espiatorio. Il tutti contro tutti si risolve in un tutti contro uno.
Scrive Girard: “Se gli uomini riusciranno tutti a convincersi che uno solo di loro è responsabile di tutta la mimesis violenta, se riusciranno a vedere in lui la ‘macchia’ che li contamina tutti, se saranno davvero unanimi nella loro credenza, tale credenza sarà confermata. […] Distruggendo la vittima sacrificale, gli uomini crederanno di sbarazzarsi del loro male”.
Jack Abbott ne “Il ventre della bestia” scrive a proposito del popolo vietnamita “erano uomini piccoli dediti all’amore libero…”  erano miti, in pace…poi arrivarono gli americani…e quell’orrore finì per generare uomini come Pol Pot!

Peter Handke

Peter Handke


Per mettere ancora meglio a fuoco quella che è stata la guerra nella ex Jugoslavia e per non unirmi al coro “semplicistico” d’occidente contro le atrocità della guerra “etnica” e per non puntare il dito sulla vittima sacrificale e per Un senso di giustizia verso il popolo serbo, sono stati importanti due libri di Peter Handke “Un viaggio d’Inverno” e “Appendice ad un lungo viaggio d’inverno”.
Il primo, che porta come sottotitolo “giustizia per la Serbia”, è un viaggio della scrittura e della memoria. Contro le falsità e le semplificazioni dell’occidente e dei suoi mezzi di comunicazione, su una guerra atroce e per molti versi non ancora finita.
Il secondo è un percorso attraverso il dolore e il lutto in una realtà senza prospettive privata del presente e del futuro di quel senso della durata che è “la cosa più bella e più grande” che una generazione può lasciare in eredità a quella successiva.
Furono questi due libri a ricondurmi poi a quel classico della letteratura slava “Il Ponte sulla Drina” del serbo Ivo Andric’. Questo libro mi restituì la visione del Ponte! Musulmani, cristiani, ebrei, nemici per tanti secoli, intorno a questo ponte si sono incontrati, hanno constatato la loro comune natura di uomini, oltre le ideologie, hanno sperimentato la possibilità di raggiungere la comprensione. Per questo ogni ponte è simbolo della possibilità di comunicazione e amore fra gli uomini; per questo ogni ponte, e quindi anche il ponte sulla Drina, ha un angelo custode, mandato da Allah per benedirlo e proteggerlo. Perché non c’è ponte che non abbia origine divina: all’inizio Allah fu turbato dai misfatti di Satana che, per odio al genere umano, graffiò rabbiosamente la terra, provocando profonde spaccature, burroni fiumi, abissi, allo scopo di impedire che gli uomini si ritrovassero, per disturbare i viaggiatori. Ma Dio mandò gli angeli, all’inizio, i quali spiegarono le loro ali sugli abissi e sui fiumi, in modo che la gente potesse passare; poi gli uomini cominciarono a costruire i ponti. E Allah si compiace di coloro che costruiscono i ponti, come di coloro che aprono le fontane: così ha mandato un angelo a proteggere il ponte sulla Drina, e l’angelo rimarrà finché a Dio piacerà che il ponte esista.
Andric è, per dirla col Cronia, il cantore della “Bosnia romantica, storica, realistica, in cui, dalla venuta dei Turchi ai nostri tempi, si incrociano razze, religioni, concezioni spirituali e istituzioni sociali diverse e antitetiche, nel cui paesaggio, teatro di guerre, di uccisioni, di prepotenze e di sofferenze, vive ed opera una galleria svariatissima e animatissima di pascià, e visiri turchi, di ufficiali austriaci e frati cattolici, di mercanti e di duchi, di uomini e donne di ogni risma con i loro istinti e le loro passioni, con i loro usi e costumi”.
Se è vero che domina, nell’opera complessiva di Andric, “il peso di un destino che si deve compiere” è però altrettanto vero che scorre sotterraneo ma forte il fiume della speranza, lo sforzo perché oltre le divisioni di etnia e di religione, gli uomini riconoscano la loro unità. Certo, la storia ha sempre dato torto a queste speranze, però, a volte, i fatti, hanno permesso agli uomini di riconoscersi proprio in tale speranza: è di questa che il ponte sulla Drina è il simbolo poetico.

Novi Sad, Serbia, 1999. Il ponte sul Danubio distrutto dai bombardamenti NATO.

Novi Sad, Serbia, 1999.

 Il ponte sul Danubio distrutto dai bombardamenti NATO.


Il PONTE! Si sarebbe potuta chiamare così questa canzone…
Paolo Rumiz scisse su Repubblica “In una terra che è di per se un ponte tra mondi, i ponti hanno ancora un significato speciale, che da noi è perduto. Ogni ponte che cade è un confine in più e una possibilità di riconciliazione in meno. In otto anni di guerra i ponti più antichi sono stati distrutti più per sdradicare i simboli di appartenenza che per motivi militari. E d’istinto i giovani di Belgrado hanno scelto in questi giorni di fare gli scudi umani con i loro canti e balli non accanto alle chiese o ai monumenti ma lungo i ponti della Slava.
Il premio Nobel Ivo Andric’ scrisse: “Ovunque nel mondo, in qualsiasi posto il mio pensiero vada o si arresti, trova fedeli e operosi ponti, come eterno e mai soddisfatto desiderio dell’uomo di collegare, pacificare e unire tutto ciò che appare davanti al nostro spirito ai nostri occhi ai nostri piedi affinché non ci siano divisioni contrasti distacchi. I ponti sono più importanti delle case, più sacri e più utili dei templi, appartengono a tutti e sono uguali per tutti sempre saggiamente costruiti nel punto in cui si incrocia la maggior parte delle necessità umane”.
Ho scritto questa canzone perché un popolo non si deve mai demonizzare, un giorno tocca a quello serbo ma un altro può toccare al mio popolo.
Perché non bisogna mai identificare un popolo con i propri estremisti.
Perché provo ancor oggi in quanto comunista un senso profondo di vergogna nei confronti del popolo serbo in quanto è stato proprio il governo D’Alema ad autorizzare l’intervento militare e l’utilizzo dello spazio aereo italiano per i bombardamenti sul Kosovo a seguito della decisione della NATO. Penso che la storia della sinistra italiana finisca in quel momento. Da lì in poi niente è stato più come prima.
Per questa canzone ho chiesto la collaborazione del Maestro Stefano Campolucci e della sua orchestra d’archi. Sarà quindi all’interno del disco un episodio particolare ed unico. Tanto per capirci sarà una di quelle canzoni come “Il Buco del Diavolo” o “Oltre”…con un arrangiamento a metà fra Morricone e Karaindrou.

 

Gli angeli di Novi Sad

 

Il Diluvio era finito
seduti sulla Riva
dissero la preghiera
dell’Arcobaleno

Portavano croci
ricamate sopra il cuore
una serpe sotto al piede
uccisa nel nome dell’Amore

Venivano come una Promessa
portavano la Risposta
all’Urlo Nero di una madre
alla neve morta sopra la fossa

Venivano cantando
nel coprifuoco
dalle periferie del cielo
passati per le fiamme
erano angeli
caduti in volo

Le Ali stesero nel sole
Il Ponte ! il Ponte !
Riva a riva
Perché ogni passo sia Cammino
vennero gli angeli a Novi Sad
Erano angeli caduti
a Novi Sad

Cantava il cielo all'anima
laggiù lungo le rive
muti di luce piansero
lacrime di fuoco

l'Europa divorava
l'ultimo pasto crudo
l'Europa restaurata
quella dopo il muro

Venivano dai deserti
come una tentazione
alle labbra crepate
ai seni inconsolabili delle spose

fuggivano allo sbando
dai silenzi di Dio
dai cieli senza regno
passati per il fuoco
erano angeli
caduti in volo

Le Ali stesero nel sole
Il Ponte ! il Ponte !
Riva a riva
Perché ogni passo sia Cammino
vennero gli angeli a Novi Sad

Erano angeli cadutia Novi Sad

 

 

 

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APPARATO N. 5

BED AND WINE “ARCO DEI ANGELI” DI VARANO

(Azienda di Lorenzo Chiucchioni)

 

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Lorenzo Cucchioni, capo dell’Azienda Bed and Wine Arco dei Angeli di Varano

 

Un angolo suggestivivo dell’Arco dei Angeli di Varano

 

 

 

FRANCESCO SCARABICCHI

 

 

Potrebbe essere un'immagine raffigurante una o più persone e barba 

Francesco Scarabicci con Gastone Pietrucci – Liana De Greorio Scarabicchi-Francesco Scarabicchi

 

 

 

 

Grande poeta, grande uomo, grande amico. “[…] una delle voci più limpide della nostra poesia […] uno dei rari poeti italiani che in una lunga e persino implacabile maturazione abbiano tenuto fede alla propria originalità espressiva , vale a dire l’essenzialità di segno che ne fa riconoscere subito la voce” come ha scritto splendidamente Massimo Raffaeli nella sua recensione (Il Manifesto, 15,09,2010) al suo quinto libro L’ora felice (Donzelli-Poesia).

Francesco amava La Macina e La Macina amava e stimava Francesco. Con lui abbiamo collaborato per tanti lavori memorabili. Per ricordarne solo alcuni tra i più importanti: dal lavoro su Luigi Tenco (L'espressione di un volto per caso, Monsano, 16° Monsano Folk Festival) a quello su i tre grandi cantautori-poeti del Novecento, Luigi Tenco, Piero Ciampi e Fabrizio De André (La polvere si alza, Castelfidardo, 21° Monsano Folk Festival 2006) , alla presentazione, insieme a Massimo Raffaeli del primo lavoro de La Macina sul canzoniere di Franco Scataglini (Tuto è corpo d'amore, Anfitetaro Romano, Ancona, 20° Monsano Folk Festival 2005) e al secondo lavoro su Scataglini, (El vive d’omo,  Anfitetaro Romano, Ancona, 22° Monsano Folk Festival, 2007)

Per i quaranta anni de La Macina, con Massimo Raffaeli, Francesco Scarabicchi ha realizzato una plaquette di testi scelti far i diversi pubblicati nel decennio precedente sul nostro gruppo (Dovuto a La Macina, edito da Centro Tradizioni Popolari e presentato nella suggestiva cornice di Villa Salvati di  Monteroberto, 23° Monsano Folk Festival, 2008). Infine il "Concerto Poetico-Musicale" (Il dono che non si nega, Jesi, 2016 e Arcevia 2017, 31° e 32° Monsano Folk Festival).

Dopo averci regalato delle memorabili presentazioni ai nostri due importanti lavori discografici: Aedo malinconico e ardente, fuoco ed acque di canto (Storie di Note, Vol. I, 2002) e La Macina. Nel vivo di una lunga storia (squi[libri], 2016), Francesco ci ha lasciato l'ultimo suo grande regalo.

In occasione dei festeggiamenti per i quaranta anni di attività de La Macina, nell'evento speciale del Concerto La Macina. Un canto d'amore lungo 40 anni, al Teatro delle Muse di Ancona nel 2008, (che ha visto, tra l'altro, la partecipazione straordinaria di Giovanna Marini, Moni Ovadia, i Gang, Rossana Casale, Massimo Raffaeli, Federico Mondelci, Riccardo Tesi, Allì Caracciolo), ci ha letto e regalato la sua Nave che porti al niente, dedicata e scritta appositamente per La Macina, che alcuni anni dopo, La Macina musicherà, insieme a due altre poesie di Francesco.

Ora Francesco non sarà più tra noi, ma rimarrà sempre il ricordo, le sue opere, la sua grande poesia e la sua infinita umanità.

..

Ci sembra bello e interessante riportare qui sotto il testo della sua lirica per La Macina.

 

Nave che porti al niente

Francesco Scarabicchi

Strofe per La Macina, Ancona, 2008

 

“Nave che porti al niente,

dov’è la mia gente?”

“L’ho persa che dormivo,

sognavo e non capivo

che il mondo è una galera

di vita prigioniera,

di vita che scompare

come l’onda del mare,

come la luce a notte,

come gli uccelli a frotte

dai rami dell’aprile,

vento sull’arenile.”

“Nave di tutte le ore,

dov’è il mio amore?”

“S’è spento a lume fioco,

piano come fa il fuoco,

andato via una sera

di luna forestiera,

smarrito per vie strette,

porte chiuse, scalette

dove scompare sempre

il bene che si sente

d’essere il più tradito,

pugnale e anello al dito.”

“Nave di scia infinita,

dov’è la mia vita?”

“L’ha presa a volte il tempo

con tutto il suo spavento,

per giorni, mesi, anni,

pene del cuore, affanni,

fino a quest’alba d’oro

dove un destino bianco

ti riconosce e al fianco

muto con te cammina,

fiore del canto e verso

dell’amorosa spina.”

“Nave che porti al niente,

dov’è la mia gente?”

 

da Francesco Scarabicchi,  La figlia che non piange, Einaudi, Torino, Collezione di poesia, 2021

 

*

APPARATO N. 6

LAURITA PERGOLESI

 

  

Laurita Pergolesi

Sociologa, insegnante di musica, cantante e chitarrista.

Nata in Argentina. Ha cantato nella sua città natale con il Gruppo Vocale “Nuestra Señora del Calvario”, ha realizzato corsi di specializzazioni di danza latinoamericana, espressione corporale, tango e folclore argentino con il progetto “Radici della mia terra”.

Ha guidato il Coro “Le Voci della Amicizia” della Associazione Famiglia Le Marche de Santa Fe gruppo vocale- strumentale. Nel 2001 è stata Co–Organizzatrice del Coro del “Ospedale Pediatrico di Santa Fe”.Ha lavorato in Argentina come insegnante di musica dal 1991 al 2002 nelle scuole pubbliche e private della provincia di Santa Fe.

Ha partecipato ai megaconcerti organizzati in difesa dell’educazione musicale pubblica e gratuita nella provincia di Santa Fe: 2001 voci “l’educazione, speranza e primavera del nuovo millennio” e nel 2002 voci “L’educazione: di Tutti e per Tutti”.

Sia in Italia che Argentina ha collaborato alle dodici edizioni del Festival Un Ponte tra Culture le cui edizioni sono state dedicate ai diritti umani contando con la partecipazione di Estela Carlotto, Vera Vigevani, Marcello Gentili tra altri.

Ad ottobre 2002 si è trasferita in Italia e si è esibita nelle edizioni del “Monsano Folk Festival” con uno spettacolo sull’emigrazione insieme a Gastone Pietrucci del Gruppo di ricerca e canto popolare “La Macina”, 

Dal 2004 ha iniziato la sua esperienza di docenze in Italia con un laboratorio di esecuzione di strumenti musicali costruiti con elementi di riciclo suonati da bambini portatori di handicap con diverse patologie nello stand della Regione Marche alla Fiera Eco &Equo dando vita al progetto “Il Liutaio dei Rifiutofoni” in collaborazione con le associazioni Laboratorio Culturale Ancona e Terzavia proseguendo poi con progetti di Intercultura, nelle scuole primarie e medie, e con progetti di sostegno ed integrazione per i bambini di seconda generazione.

Dal 2004 al 2009 ha cantato come contralto nella Corale “Giovan Ferretti” di Ancona con la quale nella primavera del 2006 ha organizzato un concerto della Messa Creola di Ariel Ramirez e la Messa per la Pace e la Giustizia con la partecipazione dell’Ensamble Argentino Escaramujo, tenutosi nel Duomo San Ciriaco di Ancona.

Nel 2005 si è esibita insieme a Silvia Chiachiarini, nell’ambito del convegno “le donne per l’integrazione” presso l’auditorium San Rocco di Senigallia con uno spettacolo sulle donne latinoamericane. Nello stesso anno nel mese di Agosto si è esibita al teatro di Serra San Quirico e nel mese di Novembre nel teatro comunale di San Marcello con uno spettacolo sull’emigrazione “dall’Argentina in Italia con l’affetto della memoria” insieme a Gastone Pietrucci e Marco Gigli.

Nel 2007 si è esibita come solista, nell’auditorium dell’università Pontificia Salesiana di Roma, e poi in duo, insieme al percussionista Andrea Barbadori nelle città di Cupramarittima, Grottammare, San Benedetto del Tronto, ed in trio con Chiara Burattini al violoncello ed Aldo Taborda alla fisarmonica nelle città di Osimo e Recanati.

Nello stesso anno si è esibita nell’ambito del Monsano Folk Festival a Mergo, per il “Concerto Grande della Sera” in duo: Gastone Pietrucci & Laurita Pergolesi, in un interessante lavoro musicale sull’emigrazione dal titolo: “Ma come è grande il mare se ti divide il mare”.

Nel mese di dicembre 2007 si presenta al Teatro “Goldoni” di Corinaldo, con lo spettacolo in prima nazionale “A da nasce un bel bambino…Nacerà un nene lindo”, il canto di Natale tra i due mondi.

Nel 2008 si presenta a Filottrano, con uno spettacolo sul Natale Italo-Argentino “A da Nasce un Bel Bambì” insieme a Christian Riganelli (fisarmonicista), Chiara Burattini (violoncellista) Andrea Barbadori (percussioni) e Gastone Pietrucci.

Nel 2009 si esibisce a Camerata Picena, Colli del Tronto, Diamante o Ponte Caffero insieme a Christian Riganelli (fisarmonicista), Chiara Burattini (violoncellista) Andrea Barbadori (percussioni) e Gastone Pietrucci.

Nel 2011 Realizza insieme a Gastone Pietrucci e Marco GigliLezioni-concerto” di Tradizioni Popolari, all’Auptel di Chiaravalle dallo spettacolo “A da nasce un bel bambino…/Nacerà un nene lindo…” (Il canto del Natale tra i due Mondi), concerto nato da un’idea congiunta di Laura Pergolesie di Gastone Pietrucci dove si propongono, a confronto, i canti religiosi della Navidad Nuestra, (composti su materiali popolari argentini da due grandi musicisti, Félix Luna ed Ariel Ramirez, autore quest’ultimo anche della celeberrima Misa Criolla), con i corrispondenti (almeno nei testi e negli argomenti) canti popolari italiani del periodo natalizio. Nel 2014 si è esibita nella suggestiva cornice del Teatro Comunale di tradizione, nell’ambito delle iniziative per il trentennale della Rassegna Nazionale della “Pasquella di Montecarotto, e a Monsano in occasione del 29 Monsano Folk Festival “Concerto per Massimo e Riccarda”.Nel 2015 si è esibita a Senigallia nell’ambito del progetto “School of Memories” interpretando brani che spaziano sui diritti umani e per non dimenticare i crimini di lesa umanità commessi durante l’ultima dittatura civico militare argentina degli anni 70.Coordina gli incontri di cadenza settimanale dell’associazione Terzavia: “Donne che cantano canzoni dal mondo” dove ogni settimana donne italiane e straniere insieme condividono i brani della propria cultura e con questa associazione ha organizzato nel 2017 insieme a Neli Bojkova “Canzoni dall’Est” presso il Ridotto del teatro delle Muse di Ancona. Nel dicembre del 2018 si è esibita nello spettacolo “A da Nasce un bel Bambino” presso la Sala Grande del teatro delle Muse di Ancona con la partecipazione sul palco di tutti i bambini della scuola Montessori di Ancona, il Gruppo di Ricerca e Canto Popolare “La Macina” nel suo 50 anniversario, Christian Riganelli alla fisarmonica, Tony Felicioli ai fiati, Andrea Barbadori alle percussioni e le soprano del mondo di Terzavia: Nelli, Tina, Caterina, Aurica, Esther, Tashina, Hanna e Nazmie.Nel 2019 ha partecipato al Festival di Storia Contemporanea con lo spettacolo “Suoni attraverso i confini: Passato e Presente di Musiche Migranti” insieme al fisarmonicista Riccardo Taddei.Nel 2020 prima dell’inizio della pandemia ha partecipato allo spettacolo “Amazzonia” insieme alle comunità latinoamericane presenti sul territorio per sensibilizzare alla popolazione locale sulla situazione emergenziale dei fuochi nell’Amazzonia, con la collaborazione del gruppo missionario dell’archidiocesi, La Caritas, il Circolo Pungitopo di Legambiente Marche e l’Università Politecnica.

Nel 2021 si è esibita insieme alle donne di Terzavia nella Festa del Vino di Staffolo.

 

Laurita Pergolesi

RICCARDO BOTTEGAL

 

Riccardo Bottegal, violino

 

 

Riccardo Bottegal

Veneto d’origine e marchigiano d’adozione, ha una formazione classica. Ha

compiuto   gli   studi   violinistici   con     Alessandro   Fagiuoli   e   Marco   Rogliano,

diplomandosi in violino con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio

di Fermo. Ha inoltre seguito corsi di perfezionamento presso Hochschule für

Musik di Mannheim con Mechthild Böckheler e Accademia Musicale di Firenze

con   Oleksandr   Semchuk.   È   membro   dell’Orchestra   Sinfonica   Rossini.   Si   è

esibito in Italia, Svizzera, Germania, Turchia, Tunisia, Russia, Cina, Oman,

collaborando   con   solisti   di   fama   internazionale.   I   suoi   poliedrici   interessi

musicali lo portano ad esibirsi in contesti legati alla musica popolare, al jazz,

alla musica barocca e classica, al repertorio del ‘900 e contemporaneo. Dal

2017 approfondisce lo studio e la prassi della musica antica con Alessandro

Ciccolini ed è membro dell’Orchestra Barocca delle Marche, attiva nel campo

dell esecuzione filologicamente informata su copie fedeli di strumenti originali;

con   questa   orchestra   ha   svolto   numerosi   concerti,   anche   in   formazione

cameristica e come solista. Si è recentemente esibito con l’ensemble “Le

Musiche Nove” presso il festival di Rheinsberg (Germania).

Ha   conseguito   inoltre   una   specializzazione   in   sostegno   didattico   presso

l’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”. Svolge attività di insegnamento

nella Scuola Media ad indirizzo musicale come insegnante di sostegno e di

violino.

 

 

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APPARATO N. 7

 

VENE IL SABADO E VENE IL VENERE…

Canti e tradizioni della cultura orale marchigiana raccolti nell’anconetano

 

Premio della Critica Discografica Italiana 1982

Madau-Dischi-MD07, 1982 (LP, MK)

Ristampato in CD Robi Droli, 1999

 

1_vene  

Copertina lp, Vene il sabado e vene il venere…, Madau Dischi-MD07, 1982: “… e dal cuore barlumi di nostalgia”, collage di Gastone Pietrucci, 1981

La Macina “storica” (da sinistra): Piergiorgio Parasecoli, Claudio Ospici, Gastone Pietrucci, Giuseppe Ospici

 

 

La Macina “storica”

Claudio Ospici, canto, chitarra

Giuseppe Ospici, canto, cembalo, chitarra

Piergiorgio Parasecoli, canto, fisarmonica, cembalo

Gastone Pietrucci, canto, timpani, cembalo

 

In copertina: “… e dal cuore barlumi di nostalgia”, collage di Gastone Pietrucci, 1981

Cover design: Filippo Maniscalco

Libretto a cura di: Gastone Pietrucci

Foto gruppo: Livio Lippi

Foto cover: Ubaldo Ubaldi

Registrato all’Ariston Milano e Studi Màlleus Recanati

Ingegnarizzazione e mixaggio: Màlleus, Recanati, Novembre 1981

 

Lato A

1a. La Pasquella

b. Saltarello

2. Monaca a forza

3. L’anatra

4°. Io vado in filandra…

b. La malmaritata

5. E’ ffinidi i bozzi boni…

 

Lato B

1. Cena della sposa

1.   Donna Lombarda (Nigra 1)

2.   Mariuccina a mme mme gela…

3.   Il marito giustiziere (Nigra 30)

5a. C’era una volta Caterina nerina baffina de’la pimpirimpina…

b. Valzer “risaltato”

6. Convegno notturno (Nigra 76)

 

La presentazione di Michele L. Straniero al Vene il sabado e vene il venere

 

E’ BUONA LA FARINA SE LA MACINA E’ BUONA

“Con Pietrucci e i suoi, quando ci vediamo è sempre festa… Da cosa nasce quest’entusiasmo, questa letizia piena di fervore? Anzitutto dall’amicizia che lega tra loro tutti i componenti della Macina e che si allarga… a tutti quelli che prima o poi vengono in contatto coi “ragazzi” (beh, ragazzi ormai trenta e quarantenni, ma non li dimostrano quasi!) di Monsano e di Jesi. Poi,dall’entusiasmo evidente, pieno di contenuto fervore, che li anima tutti, e specialmente quel Gastone al quale il gruppo fa capo e riferimento, giacché è lui che si occupa della ricerca “sul campo”, dello studio e della comparazione sui libri, e quindi della messa a punto e della buona riuscita e propagazione degli spettacoli. E’ una gioia e un motivo d’orgoglio, per noi, sentire Pietrucci che raccolta di essersi accostato e poi entusiasmato al canto popolare, assistendo, nel lontano 1964, alla presentazione del concerto di Bella Ciao al settimo Festival dei Due Mondi di Spoleto: questi sono proprio i continuatori, i discepoli, i “figli” giusti che uno può desiderare nel nostro lavoro. E Gastone, Claudio, Giuseppe, Piergiorgio, hanno la prospettiva giusta: si sono dedicati a questo lavoro con una bella umiltà e pazienza, e adesso, dopo una storia lunga di un bel po’ di anni, meritano di essere presentati al pubblico più vasto del mercato discografico: perché si senta che anche del loro impegno vive e vibra una stagione presente della musica popolare, alla quale molti – troppi – avrebbero voluto intonare da tempo il miserere, mentre sarà essa che li seppellirà”.

Michele L. Straniero (dalla presentazione alo disco Vene il sabado e vene il venere… Canti e tradizioni della cultura orale marchigiana raccolti nell’anconetano, Madau Dischi-MD07, 1982 lp.mk)

 

 

e alcune delle  più significative  segnalazioni critiche dell’epoca:

 

 

“Questo è un log playng che vorremmo vedere sul giradischi non soltanto dell’appassionato di musica folk, ma, più generalmente, su quello di ogni amico della musica. Non è un’esortazione di premio a chi ha saputo raccogliere, ed elaborare, ed eseguire, canzoni tanto autentiche e tanto belle: è un suggerimento a chiunque sappia apprezzare ogni genuino valore musicale. E di valore musicale qui ce n’è molto … un documento di straordinaria vivezza e godibilità”.

A.   Maria Casavola, Alta Fedeltà, n. 3 Marzo 1983 (dalla recensione al disco Vene il sabado e vene il venere…)

 

“Anche se con sacrifici e con stenti, per fortuna in Italia ancora oggi ci sono gruppi musicali che cantano il ricco patrimonio del nostro mondo contadino. Ogni volta è una piacevole sorpresa. Come testimonia la pubblicazione di questo album Vene il sabado e vene il venere… dedicato alla cultura orale marchigiana. Il gruppo di ricerca è quello della Macina composto da quattro ottimi musicisti…”

Mario Colangeli, Radiocorriere TV, n, 12, Marzo 1982

 

“… Ed ecco uscire sul mercato un disco come questo del Gruppo Marchigiano di canto popolare La Macina, al quale bisogna dare il giusto risalto… Un prodotto godibile che rende merito al lavoro ventennale di questo collettivo che sicuramente troverà lo spazio necessario nel mercato degli amanti del folk di casa nostra”.

Giancarlo Nostrini, FolkGioirnale, Anno I, n. 3, 1983

 

“Fino a qualche anno fa, le Marche si presentavano nel programma discografico nazionale, come una regione essenzialmente legata a quella muica folkloristica in maggior parte espressa dai cosiddetti complessi caratteristici (cori e ballerini). Una regione quasi completamente ignorata all’epoca del nascente folk revival italiano… Attualmente anche le Marche possono contare su un gruppo che opera nel campo del folk revival, a un livello tra i più elevati. Si tratta del Gruppo di canto popolare La Macina: è un gruppo che nasce nell’ormai lontano 1968, grazie alla sensibilità e all’impegno di Gastone Pietrucci…”

Giorgio Vezzani, Il Cantastorie, n. 18 – Aprile-Giugno 1985

 

 

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APPARATO N. 8

ALLI’ CARACCIOLO

 

Allì Caracciolo, poeta e regista, è docente di Storia del Teatro e dello Spettacolo presso l’Università di Macerata. Ha fondato e dirige il Teatro di Ricerca Sperimentale Teatro A.

Specifica attenzione per la cultura della Controriforma, con scritti riguardanti demonologia, area galileiana e lincea, società e cultura fiorentina tardo-rinascimentale. Nell’ambito della ricerca teatrale, indaga precipuamente, sul piano teorico e operativo, sia i linguaggi teatrali del Novecento, sia la virtualità drammatica di testi non drammaturgici (come la letteratura giuridica, demonologica e documenti processuali del Cinque-Seicento, cultura popolare di tradizione orale, etc.), con particolare riguardo al testo filosofico, studiandone criteri e modalità di ritestualizzazione scenica, per un ‘teatro della filosofia’.

In campo artistico, ha pubblicato opere di poesia e di drammaturgia. Fianaliste ai più importanti Premi di Poesia le sue opere.

Ha curato la regia di molti spettacoli teatrali ed anche di Opere musicali del Sei-Settecento. Dirige un Teatro professionale di Ricerca.

Tra i riconoscimenti più recenti: Marchigiano dell’anno (2000) in Campidoglio, per il teatro e la poesia; Serata d’onore per la poesia presso l’Accademia d’Ungheria in Roma; Targa d’argento della città di Macerata, Provincia e Regione Marche per l’attività teatrale e poetica; Personaggio dell’anno per la città di Macerata (2003).

Alcune pubblicazioni:

Corpo nemico. Gli organi sensori nella letteratura demonologica dell’età della Controriforma, in particolare nella figura della possessione, Annali Università Macerata, XXIV (1991); Praticabilità drammatica e drammaturgia del testo filosofico. Lo “Spaccio della bestia trionfante” di Giordano Bruno, Annali Università Macerata, XXV-XXVI (1992-93); Il fuoco e il vuoto, in Fuoco, Il lavoro editoriale, Ancona 1999; I filosofi dispersi. Storia di Filippo Salviati galileista negli anni della Controriforma, Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, La Città del Sole, Napoli 2001; Dèmoni d’aria. L’aria tra immaginazione e scienza nel Seicento, Il lavoro editoriale, Ancona 2001; «Sensate esperienze» nella Commedia dell’Arte. La rivoluzione copernicana del teatro, Annali Università Macerata, XXXV (2002);  La tragedia sospesa. Definizione della tragedia moderna nel teatro di Ugo Betti, Ripostes, Salerno 2003; Il teatro il sogno. La luna capovolta: un esperimento di messinscena (Sogni di Girolamo Cardano), in Sogno & Racconto. Archetipi e funzioni, Le Monnier, Firenze 2003;   Discorso intorno al Grammelot, «Annali Università Macerata», XXXVII (2004); ed altre opere.

POESIA:

Malincóre (una fonologia del vuoto), Amadeus, Cittadella 1996; English Cemetery, Edizioni del Leone, Spinea Venezia 2001; La insomiglianza (quattro poemetti), Ripostes, Salerno 2007; Santa Giovanna La Pazza Edizione del Leone, Spinea Venezia 1998 (Teatro).

 

 

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FRANCO SCATAGLINI

Notizia biobibliografica

 

Franco Scataglini nasce ad Ancona il 25 luglio 1930 […] Dopo l’uscita di una plaquette postermetica “Echi” ( Ancona, Stab. Tip. S.E.V.A, 1950), inizia in solitudine un lungo periodo di studi e di prove rigettate che giunge sulla soglia degli anni settanta. […] Pubblica le sue due prime raccolte organiche: E per un frutto piace tutto un orto (pref. di Plinio Acquabona, con quattro ill. di Emilio Greco, Ancona, L’Astrogallo, 1973) e So’ rimaso la spina (pref. di Carlo Betocchi, con ill. di Giosetta Fioroni e Giacomo Porzano, ibidem, (1977). L’esordio relativamente tardo induce tuttavia o prelude a una serie di eventi decisivi: l’incontro con la futura moglie Rosellina Massi, musa di una vita, già cifrata nei libri precedenti da un senhal luminoso; l’esperienza psicoanalitica, fra il ’77 e l’83 […]; il personale approfondimento sul periodico “Marche Oggi” delle tematiche del limite storico e geografico spaziotemporale[…] che fra l’80 e l’81 informa il settimanale radiofonico “Residenza”, trasmesso dalla Rai delle Marche  […]. Segni di ulteriore fermento e della maturazione che conduce a Carta laniena (pref. di Francesco Scarabicchi, postfaz. e glossario di Massimo Raffaeli, Ancona, Residenza, 1982) in cui i temi lirici si articolano e allegorizzano l’epica degli esclusi, il mondo di chi da sempre vive, per selezione storica e di classe, senza parola né destino, sancisce la sua piena maturità d’autore. Il libro gli valse il “Premio Carducci” ma soprattutto il riconoscimento (dopo quello di maestri come Caproni e come Carlo Betocchi, di cui Lettere a Franco Scataglini (1976-1984), a cura di Massimo Raffaeli, Brescia, L’Obliquo, 1991) da parte di autori e critici (Franco Loi, Antonio Porta, Pier Vincenzo Mengaldo), nonché l’accesso a numerose riviste (“Linea d’ombra”, “Diverse lingue”, “Poesia”) e l’inclusione nelle antologie che certificano un rinnovato interesse per la letteratura idiomatica: Le parole di legno (a cura di Mario Chiesa e Giovanni Tesio, Milano, Mondadori, 1984) e Poeti dialettali del Novecento (a cura di Franco Brevini, Torino, Einaudi, 1987). La successiva silloge Rimario agontano (1968-1986) (a cura di Franco Brevini, Milano, Scheiwiller, 1987; “Premio Lanciano”) ne riassume invece il percorso disponendolo nell’ultima sezione inedita, Laudario, al senso della finitezza e della caducità, se vi prendono ancora rilievo il motivo della morte e quello autobiografico della malattia, un infarto che lo ha colpito per la prima volta nel ’73. Gli estremi anni ottanta sono peraltro quelli in cui attende a La rosa (pref. di Cesare Segre, Torino, Einaudi, 1992) il poema che simulando una versione del modello medievale esprime tanto un omaggio all’età romanza quanto l’attraversamento del negativo, fin dal titolo in cui si combinano il nome dell’amata e il simbolo stesso della poesia. La consacrazione da parte di critica e di pubblico sembra ormai sancire un punto d’arrivo. […] Dopo la pubblicazione (“Lengua”, n. 13, 1993) d’uno dei poemetti più intensi, La tortora quinaria, dall’autunno del ’93 (alla solita maniera, per successive brucianti stesure) lavora a El sol, il poema che retrospettivamente appare una summa, in filigrana autobiografica, della propria parabola e che licenzierà alla fine del luglio del ’94, lasciandone la copia in pulito edita da Mondadori nel marzo del ’95 […] (Il compositore Ennio Morricone gli dedica intanto due monodie, ancora inedite, per chitarra e voce recitante, l’una relativa a Passeggero, un poemetto di Laudario, e l’altra alla prima sezione del poema appena concluso).

Franco Scataglini muore improvvisamente, per arresto cardiaco, la notte di domenica 28 agosto 1994 nella sua casa di Numana. Due giorni dopo è inumato alla presenza dei familiari e degli amici più intimi. L’al de là de la scena / senza nembi  né rose, come presagiscono i versi del Sol, è un piccolo cimitero sotto il Conero e in vista del mare.

 

Massimo Raffaeli, El vive d’omo. Scritti su Franco Scataglini, Transeuropa, Ancona, 1998, pp. 7-10

 

 

Tutte le liriche di Scataglini musicate da La Macina:

 

 

SABATO, STESSO STAMPO (Scataglini-Pietrucci-Taborro)

MADRIGALINO (Scataglini-Pietrucci-Gigli)

NE L’ESTRO DEL GARBI’ (Scataglini-Pietrucci-Gigli)

COME UN’OLIVA TONDA (Scataglini-Pietrucci-Gigli)

LA VIA DE LA GABELLA (Scataglini-Pietrucci-Gigli)

QUINDICI GIUGNO (Scataglini-Pietrucci-Taborro)

TRE CIRCOSTANZE (Scataglini-Pietrucci-Gigli)

MIRKO (Scataglini-Pietrucci-Gigli)

DE TE, IO TROPPO DISSI (Scataglini-Pietrucci-Gigli)

AMORE MIO, C’E’ ANDATA  (prima stesura) (Scataglini-Pietrucci-Picchio)

AMORE MIO, C’E’ ANDATA  (seconda stesura) (Scataglini-Pietrucci-Picchio)

NOMI, FULIGGINOSE (Scataglini-Pietrucci-Gigli)

TUTO E’ CORPO D’AMORE (Scataglini-Pietrucci-Taborro)

BUCRANIO    (Scataglini-Pietrucci-Gigli)

CARCERE DEMOLITO   (Scataglini-Pietrucci-Taborro)

TANTE VOLTE HO PENSATO  (Scataglini-Pietrucci-Gigli)

SU LA RENA (Scataglini-Pietrucci-Picchio)

OH IL TEMPO!… TUTO EL TEMPO  (Scataglini-Pietrucci-Gigli)

FRESCOBALDI     (Scataglini-Pietrucci-Picchio)

LAUDA ANCONITANA   (Scataglini-Pietrucci-Gigli)

CARTA LANIENA   (Scataglini-Pietrucci- M.Severini)

DA MILLENNI DE NEVE    (Scataglini-Pietrucci- M.Severini)

LA MADRE CHE ME TOLSE  (Scataglini-Pietrucci-Taborro)

L’AMORE INFERMO    (Scataglini-Pietrucci-Gigli)

NECESSITA’ DEL NASCE (Scataglini-Pietrucci- M.Severini)

 

 

 

Da: GASTONE PIETRUCCI-LA MACINA, Da “TUTO E’ CORPO D’AMORE” a “EL VIVE D’OMO, I-II

Ventiquattro liriche dal canzoniere poetico di Franco Scataglini musicate e interpretate da La Macina

con la partecipazione straordinaria di

Marino Severini, voce, chitarra e Fabio Verdini, pianoforte, hammond

Bootleg Live (CD M.C.M. Records 050CD-W15 2009)

 

     

Perché Scataglini

 

E’ stato giustamente rilevato che l’opera in versi di Franco Scataglini, dalla prima raccolta E per un frutto piace tutto un orto (’73) al suo poema-culmine El sol (’95), si sviluppa secondo un ascendente verticale: dal patimento carnale, nelle forme più dure dell’esproprio e della penuria, alla nuda espressione di un valore per cui la vita coincide esattamente con il senso della poesia. Non perché la poesia sostituisca o surroghi la vita ma, al contrario, perché imponendosi con forza invasiva essa ne restituisce tutto lo spessore e il pulsare lancinante.

All’apice di un lungo viaggio dentro l’esistenza, le immagini terminali della Rosa e del Giardino sono, per Scataglini, come l’antipode e il riscatto di quelle che ne ferivano crudamente l’avvio, vale a dire il Carcere, il Mattatoio e il Labirinto in cui l’uomo si aggirava accecato, senza requie e destino, alla pari di un Minotauro.

Sono, queste, immagini della cultura classica (e Scataglini fu in effetti poeta di straordinaria raffinatezza) ma traslate in una lingua che si origina da dentro e dal basso. E’ la lingua medesima dei provenzali e di Dante ma, nello stesso tempo, è il bacino in cui rampollano da sempre i dialetti, gli idiomi di un’atavica civiltà rurale e artigianale. Inimitabile è la pronuncia del poeta anconetano ma è di lì che deduce la sua materia prima; ed è lì che La Macina lo incontra, nell’intersezione di carne esplosa e struggente spiritualità, nella speciale risonanza che fa della voce popolare un segno di aristocrazia.

Non si tratta, da parte della Macina, di un meccanico mettere in musica Scataglini, ovvero di illustrarlo (che sarebbe operazione parassitaria, persino temeraria); si tratta, semmai, di interpretarlo e, alla lettera, di tradurlo, come farebbe un pittore, uno scrittore o appunto un musicista che si ispirasse esplicitamente alla sua opera.

Infine è un modo per tornare a leggerlo, per accogliere il senso della sua perdurante eredità.

 

Massimo Raffaeli – Francesco Scarabicchi

 

 

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FRANCESCO SCARABICCHI

Francesco Scarabicchi (Ancona10 febbraio 1951 – Ancona22 aprile 2021) è stato un poeta e traduttore italiano, che si occupava anche di letteratura e arti visive. Ha collaborato con Fabio Pusterla e con Franco Scataglini

Biografia

Nativo di Ancona, trascorse l'infanzia fra Grottammare e Ortona; restò orfano del padre a soli 10 anni. Dopo il diploma magistrale, si iscrisse all'Università di Urbino, ma ben presto lasciò gli studi per un impiego in banca, che restò il suo lavoro per trent'anni. Determinante per la sua formazione fu l'incontro e la collaborazione con il poeta Franco Scataglini: con lui e con Gianni D'Elia e Massimo Raffaeli lavorò a una trasmissione radiofonica trasmessa dalla RAI delle Marche.. Di carattere schivo e riservato, coltivò tuttavia amicizie con intellettuali e scrittori quali Giorgio BertelliFabio PusterlaClaudio PiersantiStefano SimoncelliFerruccio BenzoniPaolo Lanaro. La sua è definita una poesia realistica[7][8] e le sue tematiche sono concentrate sui temi del ricordo, del tempo e della morte Si è occupato da sempre di arti figurative. Una scelta delle sue Cronache d'arte 1974-2006 in L'attimo terrestre (Affinità elettive, Ancona 2006). Per Donzelli, nella collezione di poesia, ha pubblicato L'esperienza della neve (2003) e L'ora felice (2010). Per Liberilibri nel 2010 ha curato lo scritto del libro di Fabian Negrin La via dell'acqua.
Ha ideato, diretto e coordinato con Francesca Di Giorgio, dal febbraio del 2002, la rivista periodica di scritture, immagini e voci "nostro lunedì"[10], dopo altre esperienze[11].
Ha tradotto da Federico García Lorca e da Antonio Machado

Nel 2013 ha pubblicato Con ogni mio saper e diligentia. Stanze per Lorenzo Lotto (Liberilibri, Macerata 2013). Scrive Massimo Raffaeli nella nota introduttiva dell'opera: «Questi non sono versi di illustrazione a Lorenzo Lotto, un pittore a lungo vulnerato da incomprensione e oblìo, ma piuttosto sono i versi, legati in stanze e alla maniera di un poemetto, in cui Francesco Scarabicchi assume su di sé il destino di un artista "solitario e febbrile", come lo definì una volta. Dunque non è tanto la voce del Lotto a parlare nei versi quanto, viceversa, è la parola della integrità esistenziale e della compiutezza artistica a manifestarsi per tramite loro»L'amore di Scarabicchi per Lorenzo Lotto parte da lontano, dall'adolescenza, e da almeno trent'anni si insinua nella sua scrittura. Ma l'esigenza di dare voce, attraverso la poesia, a quell'esistenza alquanto misteriosa (tranne quanto si legge nel Libro di spese diverse e in alcune lettere) nasce tra il 2008 e il 2011.

Muore ad Ancona, dove era ricoverato, il 22 aprile 2021.

OpereLa porta murata, Introduzione di Franco Scataglini, Ancona, Residenza, 1982.

·         Il viale d'inverno, postfazione di Massimo Raffaeli, Brescia, L'Obliquo, 1989.

·         Il prato biancoCollezione di poesia, Torino, Einaudi, 2017 [L'Obliquo, Brescia, 1987], 

·         Il cancello 1980-1999, con una bandella di Pier Vincenzo Mengaldo, Ancona, Pequod, 2001.

·         L'esperienza della neve, Roma, Donzelli, 2003.

·         L'attimo terrestre. Cronache d'arte 1974-2006, Affinità elettive, 2006.

·         La ferita della luce, Milano, Quaderni di Orfeo, 2007.

·         Frammenti dei dodici mesi, con quattordici fotografie di Giorgio Cutini, con uno scritto di Goffredo Fofi, Brescia, L'Obliquo, 2010.

·         L'ora felice, Roma, Donzelli, 2010.

·         Nevicata, con incisioni di Nicola Montanari, Macerata, Liberilibri, 2013.

·         Con ogni mio saper e diligentia. Stanze per Lorenzo Lotto, con una nota di Massimo Raffaelie postfazione di Michele Polverari, Macerata, Liberilibri, 2013.

·         La figlia che non piange, Einaudi, Torino, Collezione di poesia, 2021, 

 

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MILENA GREGORI

 

CURRICULUM ARTISTICO

 

 

 

Nel 1996 ha frequentato un corso di dizione tenuto da Allì Caracciolo in collaborazione con l’Università degli Studi di Macerata.

Dal 1998 al 2001 ha frequentato la Scuola di Teatro Petite Ecole di Jesi diretta da Gianfranco Frelli, prendendo parte ai saggi:

-        Io sono un atto impuro           1999

-        Il mandato                              2000

-        Il bar sotto il mare                  2001

Inoltre ha partecipato come attrice nei seguenti spettacoli:

(nota: *regia di Gianfranco Frelli; **regia di Francesca Tilio)

* Sogno di una notte di mezza estate              2000

* Line                                                             2002

* God                                                             2003

* Antigone                                                     2003

* Il grande cuore marchigiano                        2003

* Male femmine currunt                                2005

* Alla macchia                                               2005

* La città dei folli                                           2005

* ’900 destini in fuga                                      2006

* Una strana coppia di donne                        2006

**About Tom Waits                                      2007

* Nome di battaglia Maria                             2007

* Ansie del ‘900                                             2007

* Conversazione sinfonietta                           2008

* Un bene da morire                                      2008

* Quattro donne+quattro uomini=tendenzaaltradimentopersoddisfazione   2008

 

Ha collaborato per la ricerca di immagini per la rappresentazione della Divina Commedia, regia di Gianfranco Frelli, portata in scena dalle classi quinte dell’ITAS, dell’Istituto d’Arte e del Liceo Classico di Jesi, 2008.

 

 

Con LA MACINA

Partecipazione a:

 

Il “nostro” Sanremo dal 2003

18° Monsano Folk Festival 2003 (canzone “Ninna-o, Ninna-o”)

22° Monsano Folk Festival 2007 (voce fuori campo per Scataglini,  El vive domo”, Ancona)

23° Monsano Folk Festival 2008 (voce fuori campo per Scataglini  “Da Tuto è corpo d’amore a “El vive d’omo, Jesi)

23° Monsano Folk Festival 2008 (voce-guida per “Voce nel silenzio” Concerto itinerante, a numero chiuso, per trenta spettatori-testimoni alla volta attreverso le otto sale tematiche del Museo Utensilia, Morro d’Alba)

“1861-20011-Un paese mancato?” (voce narrante), Jesi, 2011

“1861-2011-Un paese mancato?” (voce narrante), Ancona, 2011

Io non perdono donne (Il femminicidio dalla tradizione popolare all’oggi-Voci contro la violenza di genere, Pievetorina, 2021

36° Monsano Folk Festival 2021 –Io non perdono donne (Il femminicidio dalla tradizione popolare all’oggi-Voci contro la violenza di genere, Monsano

Io non perdono donne (Il femminicidio dalla tradizione popolare all’oggi-Voci contro la violenza di genere, Jesi, 2021

 

 

 

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LIBRERIA GIRA&VOLTA- JESI –

 

     

Francesco il Titolare della Libreria “Gira&Volta”

 

 

GIRA & VOLTA – LIBRERIA DI PROPOSTA

Francesco è già il titolare de “La libreria dei Ragazzi”. Ha portato a Jesi, oramai da diversi anni, una libreria pensata apposta per i più giovani che prima non c’era.
Francesco ha passione per il suo lavoro e per la carta: illustrata e stampata. E’ amante dell’arte e della cultura, espresse attraverso le parole e le immagini.
Non vende solo libri. Li seleziona alla fonte per offrire una proposta mirata e curata. Li legge nel suo negozio organizzando incontri con bimbi, bambini e ragazzi. Li racconta, per aiutarti nella scelta. Organizza il “Festival del Libro per Ragazzi”, corredato da incontri, conferenze, mostre. Francesco è un curioso. Dall’incontro con Milo Montelli e la sua casa editrice “SKINNER BOX” nasce un interesse per l’arte contemporanea. Tra i due c’è una collaborazione stimolante.
E’ nello svolgersi di questa quotidianità che matura il desiderio di uno spazio più grande dove completare una proposta letteraria che mantenga le sue radici nei libri illustrati per rgazzi, ma che si spinga verso il libro d’arte, toccando saggistica e narrativa scelta.

Lo spazio c’è.  A pochi metri dal precedente – uno negozio sfitto di circa 60mq, più o meno il doppio del primo e già in parte di sua proprietà – sembra il luogo ideale per il nuovo negozio. Nasce l’idea di “GIRA & VOLTA” . Francesco mi incarica della progettazione, della gestione dei lavori e dell’esecuzione degli arredi. La corporate è curata da Mina Montelli.

Fin da subito quello che Francesco mi ha proposto è stato un “foglio bianco”. Ma le esigenze pratiche sono altra cosa. Il mio processo creativo si innesca dopo alcuni incontri/intervista con lui.  Ci tenevo a capire bene quali fossero  tutte le sfaccettature del suo lavoro per conoscere bene tutte le sue esigenze e poterle poi vestire con un abito all’altezza delle mie e sue aspettative.
Poi ci sono state le emozioni. Il primo impatto all’ingresso nel nuovo spazio, ancora parzialmente arredato. Il secondo impatto all’ingresso del nuovo spazio dopo che era stato svuotato. La sorpresa dopo l’intera rimozione del controsoffitto in cartongesso che ha riportato alla luce il vecchio soffitto in travi di legno e tavolato in parte danneggiato da un incendio successo chissà quando.  La demolizione di una porsione di muro che mi ha messo a disposizione altro spazio. Punti fissi sono stati fin da subito l’infisso che non doveva essere cambiato ed il pavimento in rovere, da riportare semplicemnete al suo stato originario.

Ho ascoltato l’idea di libreria che Fracesco aveva in mente e dopo essere entrato nello spazio svuotato, sono rimasto subito affascinato dalla grande parete che ci si trova davanti. Sforzandomi di trovare una proposta alternativa alle semplici scaffalature e mensole che ci si aspetta entrando in una libreria, in testa si era radicata la convinzione che quella superficie dovesse contenere il segno distintivo attorno al quale il mio progetto avrebbe ruotato.  Vedevo questo muro sporco e segnato e mi immaginavo un mare bianco nel quale potermi tuffare ed immergere. Vedevo quella superficie come uno spazio fluido, trasformabile, utilizzabile in modi diversi ma che allo stesso tempo fosse esso stesso carico di senso e di un segno forte. Non semplice funzione. La parete doveva essere una installazione artistica funzionale. Immagianvo di poterci esporre tanti libri, ma anche uno solo, o di creare qualcosa con solo alcuni libri. Mi immaginavo di proiettarci sopra qualcosa, di usarla a livello comunicativo. Che potesse esser tutta piena ora e vuota subito dopo. Non ricordo quando mi è venuta l’idea delle matite.

 

 

   

Gli spazi della Libreria Gira&Volta

 

 

 

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APPARATO N. 9

 

CURRICULUM

SPERIMENTALE TEATRO A (S.T.A)

 

 

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-Allì Caracciolo-Logo Sperimentale Teatro A (S.T.A) -Maria Novella Gobbi     

 

 

Lo Sperimentale Teatro A (STA) opera nel teatro di ricerca dal 1964: dapprima come teatro di base, poi, dalla metà degli anni ‘70 a livello professionale. Lavora anche al recupero degli spazi non teatrali di pregnante significanza culturale . Negli anni Settanta ha rappresentato nei mattatoi, dopo una memorabile edizione teatrale, l’Esperimento in-utile sulla Salomè di Oscar Wilde, risultato di 5 anni di ricerca condotta con la scuola di Allì Caracciolo. Ha realizzato esperienze ‘pionieristiche’ anche di Teatro di strada. Si avvale altresì della ricerca incrociata con la Sezione di Danza Contemporanea ‘MI Tramature Corporee’, facente parte dello STA dal 2012.

Tra le altre specializzazioni, studia la praticabilità drammatica di testi non teatrali (filosofici in particolare, giuridici, teorici, opere relative all’immaginario collettivo, documenti manoscritti di microstoria, testi iconografici). Per l’Università di Macerata ha curato la ritestualizzazione e messa in scena di opere filosofiche (Spaccio de la bestia trionfante di Giordano Bruno, La città del sole di T. Campanella, Sogni di Girolamo Cardano, ed altre). Il Diogenes Cynicus Redivivus di Comenius ha raccolto altissimi consensi anche tra il pubblico cèco e polacco. Dal 2000 al 2018 ha collaborato con il docente di Storia del Teatro, Allì Caracciolo, all’allestimento di spettacoli di autori stranieri in italiano e nelle lingue originali. In Heidelberg e Colonia lo Sperimentale ha curato la rappresentazione di canovacci della Commedia dell’Arte italiana, nella loro struttura schematica, tenendo seminari e laboratori nelle rispettive Università.

Una sezione specializzata dello STA si occupa di filologia delle culture popolari di tradizione orale comparate. Una trilogia di spettacoli costruiti sul recupero dei testi orali, rappresentata in molti teatri e spazi in Italia, è stata oggetto di studio anche di filologi tedeschi e francesi. Un quarto spettacolo, più recente, Piange piange Maria povera donna, è nato dalla collaborazione con un grande gruppo storico di ricerca popolare orale, La Macina, guidato dall’etnomusicologo Gastone Pietrucci.

Una sperimentazione sul futurismo (Bïf & Zf + 18. Chimismi vocali del colore in movimento) si è svolta in spettacoli diversi per ogni serata, per la durata di sette settimane. È stato anche rappresentato uno spettacolo della durata di un anno, e successivamente di un altro anno, variato ogni sera, in relazione alla ricerca di linguaggi teatrali in ambito filosofico concernente ‘Tempo/Spazio’.

Per il Lausitzer Opernsommer Brandenburg, per il Festival di Geisendorf (Berlino), di Neuzelle, per Macerata Opera Festival-Sferisterio, e vari altri, ha allestito e curato la Regia di Opere musicali del 1600 (tra cui Rappresentatione di Anima et di Corpo di E. de’ Cavalieri, Passio secundum Johannem del Giordaniello) con relativi Seminari e Laboratori di Arte scenica per i cast internazionali di cantanti e attori.

Tra i primi Centri di Ricerca che abbia teorizzato e praticato Animazione teatrale, dal 1964 agisce anche nelle scuole con specialisti per i vari gradi e livelli scolastici. Condusse attività di Animazione anche nella allora Scuola Speciale per portatori di handicap. Le prime teorie in Italia sono state elaborate e scritte dai teorici di detto Teatro Sperimentale, tra cui Allì Caracciolo, M.Novella Gobbi, Maurizio Agasucci; verificate e messe in pratica dagli stessi operatori specialisti, conducendo altresì Seminari e Laboratori con studenti.

La produzione attualmente in corso (2013) si fonda su un ampliamento della ricerca sul ‘corpo’ artaudiano verso prospettive corporee tuttora poco indagate nel campo della sperimentazione teatrale.  

Altri specifici ambiti di ricerca culturale e teatrale dello Sperimentale Teatro A sono:

Le culture dell’immaginario nel basso Medioevo. Culture e forme della marginalità nell’Europa moderna. Letteratura demonologica e giuridico-morale relativamente a eresia e stregoneria. Processi e Bandi.

Oralità e suoi veicoli. La trasmissione orale dei testi popolari. I dialetti come lingua, veicolo di una cultura.

Studi e applicazioni della idea di Crudeltà di Antonin Artaud. Studi specialistici sul Novecento e nuovi linguaggi.

Elaborazione di tecniche e teorie dell’attore e del corpo. Il corpo della voce (ricerca a cura di M. Novella Gobbi).

Il corpodanzante, parola-musica, prop-extention (ricerca a cura di ‘MI Tramature Corporee’).

Fondamenti del Teatro di figura. Drammaturgia sonora e immagine (a cura di ‘Specchi Sonori’ –collaboraz.permanente)La luce come personaggio e altri studi teorico-pratici. Filosofia del teatro e teatro della filosofia. L’ideadi vuoto Allì Caracciolo, docente di Storia del Teatro e dello Spettacolo presso l’Università di Macerata, haalsuo attivo molte pubblicazioni scientifiche relative al Teatro, sia teoriche sull’idea di Teatro, che svari temi di ricerca; inoltre, opere di drammaturgia, e di poesia.    Il

 

 

 

SIMONA STRONATI

   

Partecipazioni di Simona agli spettacoli e alle produzioni de La Macina

(dal Fascicolo della Collana Foglie d’Album, 2022)

 

 

1973, SBALLOTTATO FRA SIGNORE E PADRONE  Rappresentazione di canzoni popolari italiane in due tempi. Ideazione e Regia di Gastone Pietrucci. Con Manuela Balducci, Maria Teresa Basconi, Silvana Massi, Gastone Pietrucci, Nadia Pirani, Simona Stronati, voci, Ado Bastari, voce, chitarra, Eliano Massi, chitarra, Piergiorgio Parasecoli, voce, fisarmonica.

(Monsano, Sabato 14-Domenica 15 Aprile, Teatrino Parrocchiale)                           

 

1988, LA “GRANDE” MACINA IN CONCERTO (1968-1988 - venti anni di “macina”, macinato e… macinati!!!).  In occasione del ventennale di attività de La Macina. Ideazione e Regia di Gastone Pietrucci. Con La Macina (Andrea Cangemi, chitarra, Amoreno Martellini, chitarra, voce, Emma Montanari Bortuzzo, voce, violoncello, Claudio e Giuseppe Ospici, voci, chitarre, Piergiorgio Parasecoli, voce, fisarmonica, Gastone Pietrucci, voce, Massimo Raffaeli, chitarra, voce, Fefi Serrini, voce, chitarra)  e La “grande” Macina (Manuela Balducci Gigli, Maria Teresa Basconi Astolfi, Ado Bastari, Eliano Massi, Silvana Massi Bastari, Nadia Pirani Orazi, Roberto Raponi, Simona Stronati, voci,).

(Montemarciano, Teatro “Alfieri”, Sabato e Domenica, 5-6 Novembre)

 

1989 ,LA “GRANDE” MACINA IN CONCERTO Selezione dello spettacolo del ventennale: La “grande” Macina in concerto ( 1968-1988 – venti anni di “macina”, macinato e… macinati!!!).  Con La Macina (Gastone Pietrucci, voce, Piergiorgio Parasecoli, voce, fisarmonica, Marino Carotti, chitarra, voce, Roberto Raponi, voce, Fefi Serrini, voce, chitarra )  e (Manuela Balducci Gigli, Ado Bastari, Eliano Massi, Silvana Massi Bastari, Nadia Pirani Orazi, Simona Stronati, voci).

(Monsano, Piazza dei Caduti,  Domenica 13 Agosto, ore 24,00, Concerto di  Mezzanotte, 4°Monsano Folk Festival)

 

1993, LA “GRANDE” MACINA IN CONCERTO.  Dal concerto del ventennale. Con gli ex che hanno creduto e fatto “grande” La Macina. Con La Macina (Gastone Pietrucci, voce, Piergiorgio Parasecoli, voce, fisarmonica, Marino Carotti, chitarra, voce, Roberto Raponi, voce)  e con La “grande” Macina (Ado Bastari, voce, chitarra, Fefi Serrini, voce, Manuela Balducci Gigli, voce- Silvana Massi Bastari, voce- Nadia Pirani Orazi, voce- Simona Stronati, voce).

(Monsano, Piazza dei Caduti,  Domenica 8 Agosto, ore 19,00, Concerto delle Diciassette, 8° Monsano Folk Festival) .

 

1994, CANTO DELLA MEMORIA. Concerto-spettacolo contro tutte le guerre per non dimenticare… (1944-1994). Spettacolo-Concerto con La Macina (Marco e Michele Gigli, voci, chitarre, Piergiorgio Parasecoli, voce, fisarmonica, Gastone Pietrucci, voce, Roberto Raponi, voce) e la partecipazione straordinaria de La “Grande” Macina: (Ado Bastari, voce, chitarra, Manuela Balducci Gigli, voce- Silvana Massi Bastari, voce- Nadia Pirani Orazi, voce- Simona Stronati, voce) e con Massimiliano Donninelli, sax Guglielmo Marcheselli “Cole”, voce, chitarra, mandolino, Sara Modigliani, voce Sandro Montanari, armonica a boccaNino Zannoni, voce recitante. Ideazione e Regia: Gastone Pietrucci.

(Monsano, Piazza dei Caduti,  Domenica 7 Agosto, ore 22,00, ”Concerto Grande della Sera”, 9° Monsano Folk Festival. Poi rimontato con lo stesso titolo CANTO DELLA MEMORIA. (Jesi, Teatro “Pergolesi”, 25 Aprile, 1995).

 

1995, LA MEMORIA, LE TRACCE E L’OBLIO.  Le canzoni del “Canto della Memoria”. Con La Macina (Marco e Michele Gigli, voci, chitarre, Piergiorgio Parasecoli, voce, fisarmonica, Gastone Pietrucci, voce, Roberto Raponi, voce) & La “Grande” Macina (Manuela Balducci Gigli, voce- Silvana Massi Bastari, voce- Nadia Pirani Orazi, voce- Simona Stronati, voce , Ado Bastari, voce, chitarra,). Ideazione Gastone Pietrucci. Regia di Giorgio Cellinese.

(Monsano,  Esterno Chiesa degli Aròli, Giovedì 10 Agosto, ore 23,00, Concerto delle Ventitrè, 10° Monsano Folk Festival)

1999, SILENZIO, CANTA LA MACINA! . La Macina canta trent’anni della sua storia: 1968-1998. (Doppio  CD Antologico, M.C.M Records cd--050-CDW999). Prefazione di Massimo Raffaeli. Ospiti: La “Grande” Macina (con Manuela Balducci Gigli, Silvana Massi Bastari, Nadia Pirani Orazi, Simona Stronati, Ado Bastari, voci), Guglielmo Marcheselli “Cole”, Màlleus. Con l’amichevole partecipazione di: Valeria Moriconi, Dodi Moscati, Laura Parodi, Donata Pinti, Luisa Poggi  e con la partecipazione straordinaria degli informatori: Armanda Animobono Mancini, Pietro Bolletta, Domenico Cicciòli, Aldo Gobbi, Gruppo “Filandare” di Jesi, Gruppo Spontaneo di Fabriano, Lina Marinozzi Lattanzi, Concetta Piccioni Secchioni, Nazzareno Saldari.

(Presentazione del disco: Jesi, Teatro “Pergolesi”, 18 Giugno)

2003, LA “NOSTRA” MACINA. Interpretazioni improprie ma consentite di un… mito trentennale da parte di una incosciente, simpatica, spericolata banda di amici sull’orlo di una irrefrenabile crisi di… allegria!!!. Con La Macina e con Simona Stronati e tutta la “banda” de Il “nostro” Sanremo. Con la partecipazione straordinaria di Sandra Boninelli, ospiti d’onore gli argentini: i cantanti, Veronica Condomì, Laurita Pergolesi, e il cantante chitarrista Omar Bolivar, il fisarmonicista Ruben Cena e i ballerini Koki & Pajarin Saavedra. Presentatori: Luigi Moretti e Anghela Alò. Ideazione e cura: Gastone Pietrucci.

(Monsano, Piazza dei Caduti, Sabato 6 agosto, Concerto di Chiusura del Festival, 18° Monsano Folk Festival).

 

2013, OMAGGIO A MANUELA. (Manuela Balducci Gigli, grande voce femminile de La Macina). Per la Serie Foglie d’Album (numero straordinario) Con La Macina (Gastone Pietrucci, voce, Adriano Taborro, chitarra, mandolino, violino, voce, Marco Gigli, chitarra, voce, Roberto Picchio, fisarmonica, Riccardo Andrenacci, percussioni, Giorgio Cellinese, coordinatore e la partecipazione straordinaria di Michele Gigli, chitarra, Chiara Carsetti, voce e delle Donne de La Macina (Silvana Massi Bastari, Nadia Pirani Orazi, Simona Stronati, voci ). Ideazione, cura e Regia, Gastone Pietrucci.

(Monsano, Chiesa S. Pietro Apostolo, Domenica 18 Agosto, Concerto della Memoria e di Chiusura del Festival, 28° Monsano Folk Festival 2013)

 

2014, MA VAI A DAR VIA IL CUORE…, Omaggio a Giovanna Daffini nel centenario della nascita. Ideazione e Regia di Gastone Pietrucci. Con Il Canzoniere del ’68 (Marco Gigli, chitarra, voce, controcanti, Silvana Massi Bastari, voce, Gastone Pietrucci, voce, Nadia Pirani Orazi, voce, Simona Stronati, voce e con la partecipazione straordinaria di Milena Gregori, voce narrante).

(Monsano, Via Dottori,, Venerdì 8 Agosto, ore 23,00, Concerto della Notte , 29° Monsano Folk Festival 2014).

Dal 2000 al 2018, IL “NOSTRO” SANREMO. (Festa-Gioco per una coraggiosa e spericolata banda di amici sull’orlo di una irrefrenabile crisi di… allegria!!!) . Ideazione e cura di Gastone Pietrucci & Giorgio Cellinese. Con la partecipazione de La Macina e di… coraggiosi musicisti ospiti. Arrangiatore: Alberto Cucchieri. Direttore d’Orchestra: Adriano Taborro. Scenografia: Paolo Laglia & Aldo Pieralisi. Ricercatori: Leonardo Appolloni & Marco di Emiddio: Regia: Gastone Pietrucci.

(Jesi, Casa Pietrucci-Monsano, 2000 - Monsano Teatrino Parrocchiale, 2001-San Marcello, Teatro”Ferrari”, 2002,2003,2004 -Montemarciano, Teatro “Alfieri”, dal 2005 al 2018).

 

Simona Stronati sempre presente, dal  1999 al 2018, in tutte le edizioni de Il “nostro” Sanremo, combattiva, appassionata, molte volte polemica e sempre con il cuore oltre l’ostacolo, ha conseguito i seguenti riconoscimenti:

Seconda edizione, 2001 – Menzione Speciale della Critica con Che freddo fa.

Terza edizione , 2002 – Terzo Premio Il “nostro” Sanremo,  Categoria Qualità” e Menzione Speciale al “Look”, con Uomini addosso 

Quarta edizione, 2003 – Menzione Speciale della Critica, con Terra 

 

Quinta edizione, 2004 - Terzo Premio Il “nostro” Sanremo,  Categoria “Qualità” e Menzione Speciale della Critica, con Papà Pacifico (insieme a Monica B. e Tiziana)

 

Sesta edizione,  2005- Premio “Categoria” con, Con te

 

Ottava edizione, 2007- Primo Premio Il “nostro” Sanremo,  Categoria “Simpatia  e Menzione Speciale Premio della stampa per “Simpatia”, con 24 mila baci (con Tiziana)

 

Decima edizione, 2009 – Premio Speciale al “Look”, con Cuore matto (con Beatrice e Milena)

 

Undicesima edizione, 2010, Premio Speciale al “Look”,01 con Se tu ragazzo mio

 

Quindicesima edizione, 2014- Premio Speciale al “Look”, con Anni ruggenti (con Sauro-Silvia-Mauro)

 

Diciottesima edizione, 2017 - Primo Premio Il “nostro” Sanremo,  Categoria “Simpatia” e Premio Special del “Look”, con Una vecchia canzone italiana (con Carlo, Tiziana, Sauro, Ketty, Maria)

 

GASTONE PER SIMONA

(dal Fascicolo della Collana Foglie d’Album, 2022)

 

L’ultimo compleanno “felice” con Simona

 

Grande, generosa, irruenta, testarda, dolce, dolcissima, adorabile bugiarda, ruvida, guerriera, lottatrice, ostinata,  tenace, insopportabile, appassionata, arrogante, invadente, straripante, assidua, optional, tenera, sorridente, imbronciata, arruffona, saccente, superficiale, strabordante, caciarona, vulcanica, ingenua, naif, smaliziata,  protettiva, fastidiosa, litigiosa, indispensabile, vincitrice, sconfitta, arrabbiata, pesante, leggera, sperduta, sognatrice, indifesa, sempre presente,  sfortunata, amatissima amica mia.

Vorrei di nuovo litigare e fare la pace con te… ora ho soltanto il tuo struggente ricordo, mi hai abbandonato, sono ancora sfortunatamente più solo.

Il tuo Gas.

 

 

Maria Novella Gobbi

 

da Maria Novella Gobbi

(dal Fascicolo della Collana Foglie d’Album, 2022)

 

 

“Buongiorno principessa, come stai, ha riposato stanotte?” La domanda del mattino cercando di portarti un sorriso lieve, di quelli che tengono a bada la paura. E la sera, la tua voce scoppiettante per lo stesso sorriso strappato al dolore, ci raccontavamo la giornata, tu la fatica di accettare questa cosa che ti stava accadendo con il tuo modo scherzoso di sempre, noi con i progetti, i lavori, il teatro, ti raccontavamo la giornata, la bellezza e la forza del nostro lavoro, e tu con l’entusiasmo di sempre partecipavi felice, facevi mille domande, “raccontamene un pezzetto” chiedevi, era il tuo modo di esserci.

Ogni volta, quando finiva Piange Piange Maria povera donna tu ti avvicinavi guardandomi fissa con gli occhi lucidi, senza dire una parola mi stringevi tra le tue mani il polso destro forte, porterò con me per sempre quel tuo sguardo e la stretta al cuore.

Poi la malattia, sai io sono ossessionata da un pensiero: quando stiamo bene accorgiamoci, ho saputo di te e cercavo nella mia mente i momenti sereni trascorsi insieme.

Noi ci affannavamo a parlarti, rassicurarti che tutto quel male era una fase di passaggio, “vedrai, è ancora presto, ma con la prossima chemio comincerai a migliorare”. Ma ho avuto sempre più spesso l’impressione che eri tu a rassicurare noi “sì oggi va meglio, stanotte ho dormito, quando vieni ancora a trovarmi?”.

Non abbiamo fatto in tempo.

Solo un leggero velo di tristezza quella sera a casa tua, parlavamo di Giotto e io ti chiesi quante feste ti avesse fatto, eri appena tornata dall’ospedale, un’ombra lieve nel tuo sguardo poi mi hai risposto: “si sta staccando da me, ora lo accudisce mio fratello” e dopo una lunga pausa “ma è un bene”.

L’ultima cosa che ti ho detto: “il festival è cominciato, ma senza te non è lo stesso”. Quando ci siamo visti, nella tua casa davanti al mare progettavi di venire magari una sera, con quel tuo modo di parlare rassicurante, “ma sì oggi sento meno dolore”.

Poi quella sera sono arrivati insieme la paura, il dolore la perdita, la pena infinita di non vederti più e doverti portare solo nel cuore.

Buonanotte principessa dagli occhi ridenti, grazie di te, della tua allegria del tuo abito rosso, della tua generosa presenza, dormi un sonno lieve cullato dall’amore di tutti noi sempre.

Marianovella

 

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Allì Caracciolo

 

UNA DONNA VESTITA DI ROSSO

(dal Fascicolo della Collana Foglie d’Album, 2022)

 

 

Perché ami così tanto il rosso? Il corrispettivo cromatico della tua passione. L’entusiasmo di vivere, cantare, essere presente, senza sovrastare senza invadere lo spazio di altri. La presenza è il segno della tua passione.

Conoscere Simona e non trovarsi immediatamente nel cuore di un uragano, benevolo e benefico ma travolgente, sarebbe stato non averla conosciuta né compresa.

L’apparente affastellarsi di desideri e sogni e azioni altro non era che empito di vita, pulsioni di vitalità di una donna generosa e subito disposta a fare, a condividere, a partecipare. Certa che il progetto è bello perché proviene dalle persone che ama, gli amici che le danno la gioia di vivere perché vivono a loro volta l’arte, la musica, la bellezza.

Nessuno sradicamento dalla realtà nei tuoi sogni, solo che la realtà nella quale essi nascono e si coltivano, è ‘altra’, non la quotidiana miseria della routine ma la realtà del canto, della musica della gioia di fare, di esserci, un po’ pazza un po’ sublime. Vista da te e da te ricercata così, un poco trasgressiva un poco saldamente romantica. A volte teneramente caotica.

Gli affetti, figli del suo entusiasmo, saldi e sicuri, la guidano nelle azioni, senza i turbamenti del calcolo, le vicissitudini della fredda razionalità, senza il meschino ritorno a una quotidianità esigente e senza compenso.

Ricordi il tuo pianto per il piccolo compagno delle tue passeggiate e viaggi e cene e serate e…? ovunque ti seguiva semplicemente perché ovunque lo portavi con te.

 

Se c’è un cielo della Bellezza,

se la bellezza sopravvive al tempo

se il tempo non è che una condizione di questo pianeta,

allora

quel cielo

quella bellezza

sono il luogo di ogni cosa mirabile

che il tempo non intacca

che la caduta del tempo mostra intatta.

 

Lì si ritrovano le serene sembianze,

le amabili creature, le resistenti speranze,

lì ciò che pensavamo perduto,

irrimediabilmente svanito,

attua il suo ‘esserci stato’ nella energia permanente

che esso stesso ha generato

divenuta inestinguibile entità

e l’indicibile appare chiaro nella sua subitanea semplicità:

nulla si perde di quanto si è amato

ed amò.

 

Che il tuo piccolo angelo

allora

sia il tuo cielo Sereno

che ispira dolci movenze in nuove esistenze

che, con lieve carezza, guida altre creature

a restituirti bellezza.

 

a Simona da Allì

 

Lo scrissi nella speranza di apportare un piccolo conforto al tuo dolore per la perdita di Sereno. Così amato, così fiducioso e fedele.

Allora, adesso che hai ritrovato il tenero Sereno, che scodinzola vicino a te, e il dolce Giotto qui sogna la tua immagine pensando che devi essere proprio tu in un’altra delle tue stranezze, dei tuoi giochi festosi di coccole e nascondino, adesso canta gioiosa e accompagna i nostri spettacoli, i concerti, le nostre pazze visioni e aiutaci a sorridere un poco. Anche noi.

 

Il 21 agosto 2021, al 36° Festival di Monsano, prima della prima nazionale di “IO NON PERDONO DONNE”, ti abbiamo dedicato lo spettacolo (al quale dicesti che saresti venuta a ogni costo) con questa Dedica, che scrissi per te e ho letto a un pubblico commosso e addolorato:

 

“Prima della Dedica prevista dal testo dello spettacolo, e che lo introduce, questa sera una DEDICA speciale, che non avremmo mai voluto dover pronunciare:

DEDICATO A SIMONA,

alla sua intrepida voglia di presenza, appassionata e tenera partecipazione,

all’ardore della sua passione di musica e teatro,

alla sua risata che “non finisce mai”, ricordando quanto esclamò dalla platea verso l’attrice che proseguiva a dire la sua battuta comica:

«eh aspetta! facce finì’ de ride’».

Grazie, Principessa, donna speciale dal vestito rosso”

 

Non finì de ride, ti prego.

 

Allì Caracciolo

 

 

RICORDO DI SIMONA DALLE  “AMICHE DEL CUORE”

(dal Fascicolo della Collana Foglie d’Album,2022)

 

Le “Amiche del cuore”

(da sinistra): Simona con Lucia, Beatrice, Laura, Doriana

 

 

 

"Ho conosciuto Simona in seconda media, quando entrambe siamo arrivate in collegio a Colle Ameno per frequentare io la seconda media, lei per ripeterla..

Nonostante i nostri caratteri così diversi: schivo e riservato il mio, esuberante e ribelle il suo, ci siamo

subito trovate ed e' nata un'amicizia durata piu' di 50 anni.

Nel tempo, la vita ci ha regalato momenti belli insieme da ricordare ed altri da cancellare.

Ci siamo trovate e perse, ma l'affetto e' stato sempre il filo che ci ha unite. Io mi sono formata una

famiglia con l'uomo che ancora mi e' accanto, Lei ha inseguito l’amore sempre senza mai trovare una

serenità' affettiva. Quando ci ritroviamo con le amiche del collegio, a Lei più' vicine, un pensiero e un ricordo di Simona c'e' sempre.

Ci hai lascito troppo presto, addio amica mia”.

Laura, 10 aprile 2022

 

 

Cara Simona sto guardando le foto della mia vita. Le foto del Collegio a Colle Ameno dove dai 14 anni abbiamo trascorso quattro  anni della nostra vita: quattro anni belli, sereni e importanti per la nostra formazione culturale e umana. Noi cinque amiche sempre insieme mattina, pomeriggio, sera e notte come sorelle a condividere tutto. Ricordo la tua simpatia, la tua allegria, la tua impulsività, la tua sincerità, la tua religiosità; noi timide e paurose tu sfrontata e coraggiosa nell'affrontare le suore!. Cara Simona ci sei nelle foto del mare a Marzocca; ci sei nelle foto delle feste a Monsano dove tu eri sempre protagonista; ci sei nelle footo della mia laurea a Bologna; ci sei nelle foto del mio matrimonio; ci sei nelle foto della festa dei miei sessant'anni: io e te mai senza rossetto! Ma non ci sei nelle foto della festa dei miei settant'anni; siamo rimaste in quattro a festeggiare. In tutti questi anni ti ho sempre voluto bene! Mi manchi! La tua amica Doriana

Doriana, 11 aprile 2022

 

“La foto della locandina così espressiva e delicata mi ha riportato agli anni della scuola quando i pensieri e le emozioni erano dettati dalla spensieratezza.

Ricordo, di quel periodo, le risate, le confidenze che ci facevamo, la tua capacità di scrivere pensieri e poesie e di preparare, da emergente donna di teatro, gli spettacolini che si portavano in scena l’8 dicembre in occasione della festa del collegio e proprio il teatro è stato una cosa importante  nella tua vita.

Sei stata una bizzarra trascinatrice per il nostro gruppo che, dopo la scuola, si è allontanato  perché intento a costruire le nostre famiglie, senza mai perdere, però, i contatti telefonici.

Ci hai lasciato presto e ci hai colto di sorpresa, ho ammirato molto il tuo coraggio con cui hai affrontato l’ultimo atto della tua vita avendo la delicatezza di rimandare la comunicazione della malattia a dopo Natale

“vi devo dire una cosa ma dopo Natale così trascorrerete bene le feste” mi dicesti. Ciao”

Lucia , 1 Maggio 2022

 

 

Cara Simona 4 anni di convivenza hanno lasciato un segno indelebile che mai nessuno potrà cancellare. Incontrare te e le altre amiche è stato per me di fondamentale importanza ho trovato in voi quelle sorelle che non ho mai avuto.   Quando durante le vacanze estive venivo qualche giorno a casa tua era una gioia ricordo le sere in piazzetta con i tuoi cari amici e le serate in oratorio ad ascoltare musica ,ballare...  Io e te completamente diverse nel carattere e nei comportamenti ma solidali, unite pronte ad aiutarci. Cara Simona mi manca il tuo sorriso la tua sincerità anche le tue critiche durante i nostri incontri...Qualche volta mi sono arrabbiata per le tue "aggressioni "ma ho sempre cercato una giustificazione.   Magari erano momenti "NO"perche' con il tuo grande cuore sei sempre stata molto disponibile verso gli altri.  Ultimamente ci siamo viste spesso, mi cercavi in continuazione e tutte le volte che potevo venivo a farti compagnia. Eri contenta di vedermi e quando andavo via ti preoccupavi di sapere quando ero arrivata a casa.   Tanti momenti intimi di quegli incontri li porterò per sempre nel cuore....Cara Simona mi manchi tanto, quel filo invisibile che ci ha legato per tanti anni non si è mai spezzato e mai si spezzerà'. Ciao cara amica mia.                                         

Beo ( come mi chiamavi tu).

Beatrice ,maggio 2022.

 

Le “Amiche del cuore”

(da sinistra): Laura, Beatrice, Doriana, Simona, Lucia

 

*

NEL RICORDO DI GIULIA

Insieme a te è volato un pezzo del mio cuore.

Continuerò a vivere con gioia, sicura che un giorno di rincontreremo…

Il nostro non è un addio perché, ovunque tu sia so che mi proteggerai.

Ciao zia Simo. Ti voglio bene.

Giulia

Cassiano di Montemarciano, 28 Luglio 2022

 

Simona con Giulia Stronati nel giorno del suo diciottesimo compleanno

(Cassiano di Montemarciano, 2012)

 

*

 

FILIPPO PAOLASINI

Filippo Paolasini

 

Attore, coach teatrale, organizzatore di eventi a sfondo culturale
Due nomination come nuovo attore (under 30) premi UBU 2011/2012; inserito nella nuova realtà artistico-teatrale contemporanea, si ritrova a lavorare con importanti realtà del mondo del teatro a livello nazionale (Teatro Sotteraneo, Factory compagnia Transadriatica, Inteatro Polverigi), organizzatore di festival e rassegne teatrali (Fuori dalla Stanza Teatro). Collabora con "La Macina" (Gruppo di Ricerca e Canto Popolare Marchigiano) per quanto riguarda la digitalizzazione dell'Archivio Gastone Pietrucci e gestisce la nuova veste grafica e comunicativa del Gruppo assieme a Paola Ricci. Appassionato di Musica, suona Chitarra, Basso e Batteria. Ama la corsa, e lo sport.

Spirito libero, si batte per le uguaglianze e da sempre schierato con contro i fenomeni di massificazione.
IL SUO MOTTO: "Non fare mai quello che non piacerebbe a te stesso!!"

 

 

*

 

EMMA MONTANARI

 

CANTATRICE

VOCE E VIOLO’

 

PROFILO

Emma Montanari impara a cantare in famiglia, il repertorio spaziava dai canti degli alpini alle villotte friulane, da canti di lotta partigiana a Modugno.

Si laurea in logopedia a Padova nel 1976; esercita la professione fino al 2011 presso l’Azienda Sanitaria numero 4 e 6 del Friuli.

ESPERIENZE MUSICALI

Nei primi anni 60 entra a far parte del coro del Duomo di Gemona del Friuli. Negli anni 70 inizia a cantare con il canzoniere di Ajello. Poi insieme a Emilio Gottardo, Alberto Durì e Gianni Conti fonda il Canzoniere Friulano a Udine, che oltre a divulgare canzoni impegnate musicano molte poesie di L. Zanier da “Libars di scugni la” a “Che Diaz us al meriti”.

Nel 1972 conosce Dario Fo e Franca Rame e, con la loro collaborazione faranno uno spettacolo sulla storia del cementificio di Lestans contro l’inquinamento e in difesa della salute della popolazione.

Negli stessi anni collabora con Gualtiero Bertelli e Sandra Kersevan.

Negli anni 80 incontra Andrea del Favero, Giulio Venier, Glauco Toniutti, Marisa Scuntaro e Stefano Copetti che avevano da poco fondato La Sedon Selvadie e passa al repertorio della tradizione friulana.

Nel 1986 entra a far parte del gruppo di ricerca marchigiana La Macina; dal 1988 grazie al suggerimento di Gastone Pietrucci di unire le sue due anime (marchigiana e friulana) inizia a lavorare in tal senso.

Dopo aver partecipato al lavoro con Giulio Venier con i Furclap (1991) “4 carantan 4” (pietra miliare del passaggio dalla riproposta tradizionale all’influenza rock) prende una pausa dalle scene per fare la mamma.

Nel 1994 riprende l’attività musicale e fonda con Giulio Venier, Flavio Bortuzzo e Paolo Manfrin il gruppo folk Emma Montanari Grop che si esibirà fino al 2012 incidendo un disco nel 2005 facendosi conoscere in Friuli ed in Austria.

Partecipa con il Teatrino del Rifo:

- ai “Cercaluna” (spettacolo multimediale di teatro, musica, poesia e pittura, da un’idea di Paolo Medeossi, Pier Luigi Cappello e Giorgio Monte) dalla fine degli anni 90 a tutt’oggi.

 allo spettacolo teatrale “Confini: un teatro!” di Leonardo Zannier, regia di Giorgio Monte.

- collabora con la compagnia teatrale Pierditimp sotto la regia di Giorgio Monte.

Dal 2000 ad oggi tutti gli anni si esibisce al Gran Ballo di Casanova a Graz (Austria).

Nel 2006 partecipa alla fondazione del gruppo Intantocanto insieme a Barbara Dall’Armi, Claudia Grimaz, Nicoletta Oscuro, Sandra Kersevan, Eleonor e Gabriella Gabrielli.

Nel 2008 insieme a Marisa Scuntaro e Lucia Clonfero (violinista) e la partecipazione di Priska (chitarrista) fondano il gruppo Feminis.

Nel 2008 partecipa al 1° Festival di canto spontaneo del Friuli a Givigliana Rigolato – UD. Con Andrea del Favero, Roberto Frisano , anziani "cantori" carnici, un doppio quintetto corale carinziano (Griffen), il duo Emma Montanari e Marisa Scuntaro (Sedon Salvadie), Giovanni Floreani, Gianfranco Lugano e Paolo Viezzi (Strepitz), il trio di Canto Spontaneo di Gjvjiano.

Nel 2011 dopo lo scioglimento dell’Emma Montanari Grop insieme a Giulio Venier e Michele Pucci ha fondato l’Emma Montanari Trio partecipando ai progetti “Luce” e “Incompagnia” insieme al gruppo artistico Aniada a Noar;

esibendosi a Graz, Salisburgo, Vienna ed altre città austriache e italiane portando lo spettacolo a Theran (Iran) alla fine del 2011.

All’inizio del 2012, dopo la tournée in Iran dà vita al gruppo ALTRIOH con Giulio Venier e Gianluca Caberlotto iniziando un’attività concertistica incidendo il loro primo album nello studio di Giulio Venier.

Musica acustica e sperimentazione elettronica si fondono tra sfumature e filastrocche folk, ma anche recitati su atmosfere jazzistiche, antiche danze dagli sviluppi rock che riconducono sempre alla ricerca delle radici di ognuno dei tre musicisti. Dalla Val Resia alla Carnia al Veneto cimbrico, dalle Marche all’Abruzzo alla world music, tutto filtrato attraverso la pirotecnica e imprevedibile voce di Emma, le chitarre acustiche ed elettriche di Jan e la fantasia a cinque corde di Giulio.

DISCOGRAFIA

- Libers… di scugnÎ là (canzoniere friulano)

- Il gri e la moscje (sedon Salvadie)

- Marinaio che vai per acqua… (La Macina)

- 4 Carantan 4 (Furclap)

- Dagli Appennini alle Alpi (Emma Montanari Grop)

- Grave (Rocco Burtone)

- Canti Randagi per Fabrizio De André (Sedon Selvadie)

- Di ca, Di là dall’Aghe (Raccolta etno-musicale a cura di Giulio Venier e Paolo Manfrin)

- Musica di confine (omaggio a Sergio Endrigo a cura del maestro Sivilotti e Alberto Zeppieri)

- Confins (Altrioh)

 

INSEGNANTI

- Dario Fo

- Giulio Venier

- Gastone Pietrucci

- Andrea Del Favero

 

STRUMENTAZIONE DA PALCO

Liron

 

 

 

*  *   *

PROGRAMMA DEL WORLAD LAND FESTIVAL

22 GIUGNO. 17 SETTEMBRE 2022

 

 

 

 

*  *   *

I Protagonisti  Artisti del  

Monsano  Folk  Festival  2022  

Ludovica Valori, voce, fisarmonica, trombone

Susanna Buffa, voce, chitarra, autoharp, piccole percussioni

 

Riccardo Tesi191

 

Riccardo Tesi

(organetto diatonico)

 

Macina-Gang

(Marino Severini-Gastone Pietrucci-Sandro Severini)

 

 

Gang

Marino Severini, voce, chitarra

 Sandro Severini, chitarra elettrica

 

La Macina

Gastone Pietrucci, voce

Adriano Taborro, (direttore musicale)

chitarra, mandolino, violino, voce 

Marco Gigli, chitarra, voce, controcanti

Roberto Picchio, fisarmonica, voce

Riccardo Andrenacci, batteria, percusioni

Marco Tarantelli, contrabbasso

Giorgio Cellinese, coordinatore

 

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Gastone Pietrucci

 

 

World Land Orchestra

Lara Giancarli, voce e percussioni minori

Dario Aspesani, strumenti a corda e direzione musicale

Luca Catena, violino

Sandro Ciarpella, basso elettrico

Fabio Andrenacci, percussioni

 

Lara Giancarl

 

Dario Aspesani

 

 

Adriano Taborro

chitarra, mandolino, oud

 

Filippo Paolasini

 

 

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Oneiric Folk

Adriano Taborro: chitarre,mandolino, violino, oud.
Luigino Pallotta:fisarmonica
Claudio Mangialardi: contrabbasso, violoncello
Marco Lorenzetti: percussioni

Riccardo Andreanacci, batteria

 

Emma Montanari

 

 

Marco Gigli

voce, chitarra

 

Laurita Pergolesi  (Argentina)

voce, chitarra

 

Riccardo Bottegal

Violino

 

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Sperimentale Teatro A (STA)

 

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Allì Caracciolo (STA)

  

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Maria Novella Gobbi (STA)

Milena Gregori

Nadia Pirani Orazi

 

Silvana Massi Bastari

 

Liana De Gregorio Scarabicchi

 

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Riccardo Andrenacci

(Macina)

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Roberto Picchio

(Macina)

Marco Tarantelli

(Macina)

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Giorgio Cellinese

(Macina)

    

 

Ricordati

 

Dante Alighieri

(1265-1321)

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Mario Cifola

 partigiano

(1923-1944)

 

Gianfranco Costarelli

(1947-2014)

Corrado Olmi

(1926-2020)

Piergiorgio Parasecoli

(1942-2021)

Pier Paolo Pasolini

(1922-1975)

Francesco Scarabicchi

(1951-2021)

Franco Scataglini

 (1930-1994)

 

Simona Stronati

(1950-2021)

 

Vangelis

(1943-2022)

 

 

*  *   *

Foglie d’Album 

 

Raccontare è del resto un atto di giustizia:

l’unico modo per ridare ai morti un posto tra i vivi.

Walter Benjamin

 

Sotto questo nome, da quest’anno sono indicati dei nuovi lavori, montati appositamente per l’edizione attuale del Monsano Folk Festival e per le edizioni future.

Prerogativa originaria ed insostituibile del Monsano Folk Festival, è stata sempre quella di essere oltre che un Festival internazionale ed itinerante, soprattutto un Festival di Musica popolare originale oltre che di revival. Quindi caratterizzare il Festival oltre che con gruppi od artisti di folk-revival, anche e soprattutto con la presenza indispensabile degli autentici portatori della tradizione e della loro musica cosiddetta“originale”.

Sino ad ora, sono riuscito (come ricercatore e come direttore artistico) a far partecipare sino alle ultime edizioni del Festival i cosiddettiinformatori, a farli conoscere personalmente al grande pubblico con concerti e partecipazioni memorabili,  indimenticabili ed aggiungerei fondamentali.

Ora purtroppo questo grande patrimonio umano, piano piano, va inesorabilmente e fisiologicamente scomparendo. Quindi mi sono posto il problema (una volta privi di questo incommensurabile serbatoio umano della memoria) come continuare la linea principale dell’ “originalità” delFestival, senza snaturarlo né andando fuori tema.

Gli ultimi informatori (magistralmente definiti anche alberi di canto) stanno scomparendo, la mia testimonianza diventa sempre più inevitabile per tramandare la loro memoria. Allora ho deciso che sarò io, con Foglie d’Album (quando non avrò più a disposizione i principali informatori) a sostituirmi a loro, nel raccontare a mia volta, i miei fortunati incontri, le mie registrazioni con loro, prestando la mia voce, i miei ricordi, per far rivivere le loro storie, le loro vite, i loro canti e tutto il loro bagaglio di umanità, di tenerezza, di “amore” che in questi più che quaranta anni di ricerca sul campo, mi hanno donato.

 

Gastone Pietrucci,

 Jesi, 12 Giugno 2009

 

   

Foglie d’Album

Fascicoli pubblicati

(a cura di Gastone Pietrucci)

 

 

 

Foglie d’Album 2009

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n. 1   Aldo GOBBI

La voce, l’organetto e la memoria

per un grande ricordo: Aldo Gobbi

 

Foglie d’Album 2009 

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n. 2  Italo AGNETTI, “Totò”

“In famija eravamo

in ventisei persone… 

 

Foglie d’Album 2010

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n.  3   Pietro BOLLETTA

Il primo grande informatore

 de La Macina

 

Foglie d’Album 2010

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n.   Armanda ANIMOBONO MANCINI 

& LE SORELLE

La voce della filanda jesina

 

 

Foglie d’Album 2011

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n.  5   Giuseppe GASPARRINI

 Beppe de Birtina l’ultimo grande

 cantastorie marchigiano

Quel felice incontro ad Appignano nel 2001…

  

 Foglie d’Album 2011

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n.  6   Laura PIETRUCCI CALABRESI 

Maria PIETRUCCI

Lallì & Mariuccia. Le voci di casa

 

 

Foglie d’Album 2012

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n. 7  Cesira ZENOBI GIGLI 

 Adelaide TASSI PIETRUCCI  

Le amiche del cuore

 

 

Foglie d’Album 2013

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Numero straordinario

 Manuela BALDUCCI GIGLI

Grande voce femminile de La Macina

 

 

Foglie d’Album 2014 

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Numero straordinario

 Gianfranco COSTARELLI

La Radiosa presenza

 

Foglie d’Album 2015

 

n. – Elvira CORSETTI PIRANI,” ”LA PIRANA

Il Canzoniere della Pirana

 

ANNULLATO PER DIVIETO INSPIEGABILE

DEL FIGLIO DELL’USO, PER LA PUBBLICAZIONE

DEL FASCICOLO N. 8 DI FOGLIE D’ALBUM,

DELLE INDISPENSABILI FOTO DELLA MADRE

ELVIRA CORSETTI PIRANI, DETTA “LA PIRANA”

 

 

Foglie d’Album 2016

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n. 8  Nardino BELDOMENICO  

Grande “albero di canto”, grande

informatore e grande amico de La Macina

con il contributo della Famiglia Beldeomenico 

 

 Foglie d’Album 2016

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n. 9  Severino RONCONI

“Sonava tutto… era bravissimo…

era indistruttibile…”

con il contributo della Famiglia Ronconi 

 

Foglie d’Album 2017

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n. 10  Lina MARINOZZI LATTANZI

Grande voce della terra e dell’anima

con il contributo della Famiglia Lattanzi 

 

 

Foglie d’Album 2019