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Manifesto ufficiale Monsano Folk Festival 2025

(Foto: Emanuela Sforza, 2002- Progetto grafico: Arch. Stefano Santini)

 

QUARANTANNI DI (R)ESISTENZA

 

 Fare un Festival, di questi tempi, ha un valore anche politico.

Perché è un modo di combattere, non solo la crisi, ma anche il silenzio”.

Amedeo Fago * 

* Direttore del Laura Film Festival 2011

 

 

“Il nostro governo ama le piazze piene pert una sera, le notti bianche,

i concerti dei cantanti che costano tanto e non costruiscono niente, se non consenso”

Roberto De Simone

 

E siamo arrivati a quaranta! Quaranta dizioni ininterrotte, dalla prima storica edizione del 1986 (lunedì 16 agosto). quando nella Piazzetta Matteotti, con il Concerto Macina e il gruppo francese della Lyonesse, Ramo di fiori e rrose d’amor… / Branche de fleurs et roses d’amour…) partì la prima edizione del Festival,  fortemente voluta dall’allora Assessore al Cultura Enzo Zenobi. L’edizione di quest’anno, dopo quarant’anni di (r)esistenza, oltre ad essere dedicata ad una nostra grande ed  indimenticabile amica Valeria Moriconi, sarà un’edizione straordinaria, tutta incentrata, per la maggior parte, su La Macina e sulla riproposta dei suoi più significativi successi, a partire da La Macina in famiglia, La Macina à la carte al balcone , al Concerto de la Memoria e del Ricordo, a La filandrà è ‘na galera…,a Nave che porti al niente,  al Concerto dell’Alba, al tradizionale Concerto Macina-Gang. 

 

Il Festival, voluto dal Comune di Monsano (An), con il patrocinio e la copartecipazione del Consiglio Regionale delle Marche, il patrocinio, della Fondazione Pergolesi-Spontini, curato dal Centro Tradizioni Popolari, per la direzione artistica di Gastone Pietrucci, si aprirà  (sabato 2 Agosto) e si chiuderà sabato 23 Agosto a Monsano. L’edizione del  Festival 2025 è dedicata Al grande ricordo di Valeria Moriconi, anima di teatro, voce di universi..

 Il Monsano Folk Festival, si caratterizza, nel vasto panorama italiano, per la sua particolare formula di rapporto, di scambio, di confronto-“scontro”, tra la musica originale degli autentici portatori della tradizione e quella dei vari gruppi ed interpreti del folk-revival, in un accostamento di pari dignità, di notevole interesse e di grande valore scientifico.
Un Festival singolare, che per la “libertà” e la spontaneità con cui viene organizzato e vissuto, si distingue nettamente dall’attuale, sconfortante panorama di falsificazione e di massificazione operate sulla cultura tradizionale e sulla civiltà popolare.
Un Festival, che alla forza della tradizione lega esperienze innovative, un Festival per tutti si, ma anche per spettatori anomali, curiosi, “vivi”, cacciatori di sorprese. 
Un Festival, che si svolgerà con lo stesso impegno e soprattutto con la stessa qualità che ha sempre distinto questo tenace ed indistruttibile “piccolo-grande” Festival.
Un Festival  che in tempi di crisi come quelli che stiamo vivendo, difende con tenacia la sua esistenza e la sua identità, quindi ancora di più un Festival resistente”, ma ancora una volta limitato e condizionato dal momento economico decisamente non favorevole, nel quale si dibatte l’Italia, ma soprattutto tutto ciò che significa cultura in questo nostro Bel Paese !
“La cultura, per definizione, non vale niente se non per i suoi frutti umani e sociali. Un paese che se ne dimentica è un paese che non crede più in se stesso”, ha scritto lucidamente ed amaramente Michele Serra (la Repubblica , Anno 35-Numero 128, martedì 1 giugno 2010).
Quindi, abbiamo cercato anche quest’anno di presentare un Cartellone più che dignitoso, ringraziando ancora tutti gli artisti, al loro mettersi in gioco e soprattutto al loro entusiasmo ed alla loro innata bravura, alla loro voglia di “aiutare” e di “arricchire” ulteriormente un Festival, (unico nel suo genere) un “piccolo-grandeFestival, che ha basato da sempre la sua identità e la sua autorevolezza, nella “testa”, nel “cervello”, nelle e “idee”, nel continuamente inventarsi e reivertarsi.
Il Festival, dopo il Civitella Alfedena Folk Festiival (AQ), il marchigiano World Land Festival della Musica e della Cultura dal Mondo , si è gemellato con l’altro Festival marchigiano, Vita Vita Rassegna di Arte Vivente, di Civitanova Marche.
 
Gastone Pietrucci

Jesi, 2w Luglio 2025

 

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Gastone Pietrucci

Caricatura-collage

di Corrado Olmi, 2008

 

 

Monsano (An)   -     Visione di Monsano vista dall’alto

 

*   *   *

Come arrivare a Monsano

 

In auto: Autostrada A14 Bologna-Bari, uscita Ancona Nord poiSuperstrda SS76 Ancona-Jesi-Roma

Uscita: MONSANO

In treno: Linea Roma-Falconara-Ancona, stazione di Jesi (MONSANO a 6.5 Km)

In aereo: Aeroporto “Raffaello Sanzio” di Falconara M.-Ancona (MONSANO a 15 km)

In nave: Porto di Ancona (MONSANO a 27 Km) 

*   *   *

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QUARANTANNI DI (R)ESISTENZA

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Al grande ricordo di Valeria Moriconi, anima di teatro, voce di universii

 

Festival gemellato dal 2012 con  Civitella Alfedena Folk Festival (AQ)

 dal 2022 con il World Land Festival della Musica e della Cultura dal Mondo

e dal 2023 con Vita Vita Rassegna di Arte Vivente

        

 

*

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C’eravamo prima che arrivaste

ci saremo quando sarete andati via

James Reston

 

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PROGRAMMA SINTETICO

 (a seguire Programma analitico)

 

 

MONSANO (AN) – SABATO  2 AGOSTO - Ore 21,30

Piazza dei Caduti – Serata Inaugurale

 

DOCUFILM STANOTTE MI SOGNAI  *

A cura di Roberto Gigli

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Presentazione di  due Docufilm:

Stanotte mi sognai / I canti de La Macina in mostra

(Regia Giustino Zuccarini-Durata 48 minuti)

e

 Stanotte mi sognai / Gastone è La Macina

 (Regia Andrea Antolini-Diego Morresi--Alessamdro Tarabelli

 Durata 60 minuti)- Produzione Subwaylab

 

* In esclusiva per il Monsano Folk Festival

 

*

SAN PAOLO DI JESI (AN) – DOMENICA 3 AGOSTO - Ore 21,30

Anfiteatro Comunale – Concerto Grande della Sera

 

DARIO ASPESANI 5ET

VIAGGIO NEL MONDO MUSICALE

FOLK, JAZZ,  LATIN E BLUES

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Dario Aspesani

 

*

MONSANO (AN)  GIOVEDÌ 7 AGOSTO  ORE 6,00

Santuario Santa Maria fuori Monsanoi – Concerto dell’Alba

 

Alla memoria di don Savino Capogrossi

LA MACINA & SPERIMENTALE TEATRO A  *

LA MADONNA VELLA VELLA…

Per i 555 anni dell’apparizione della Madonna

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La Macina

* In esclusiva per il Monsano Folk Festival

 

Colazione per tutti i presenti offerta

dall’Ammoinistrazione Comiunale di Monsano

 

*

POLVERIGI (An) -VENERDÌ  8 AGOSTO -  Ore 21,30

Chiostro di Villa “Nappi” – Concerto-Incontro della Sera

ELISA RIDOLFI TRIO

L’ORA DEL FUNAMBOLO

con la partecipazione straordinaria di

Gastone Pietrucci  e Marco Gigli

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*

MERGO (An)SABATO 9 AGOSTO -  Ore 19.00

Largo Pirani – Concerto del Tramonto

MACINA & DANTE RICCI 

VENE IL SABADO E VENE IL VENERE…

Concerto per Peppe Pirani, poeta e

Augusta Marcelli Bruschi graande informatrice de La Macina

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* In esclusiva per il Monsano Folk Festival

*

CAMERATA PICENA (An) – 10 AGOSTO- Ore 19,00

Fraz. CASSERO- Casale Costarelli, Via del Castello, 5 Concerto del Tramonto

 

Alla “radiosa presenza” di Gianfranco Costarelli

GIORGIO CELLINESE & MACINA

ECCO ARRIVA GIO’ GIO’...

Ricordi e tradizioni popolari atriane della Famiglia Cellinese

 (Dalla trilogia della memoria)

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Giorgio Cellinese, voce narrante, canto

 

 

PER PRENOTAZIONI (SINO AD ESAURIMENTO DEI POSTI DISPONIBILI

TELEFONARE A LA MACINA 07314263 / GIORGIO 3356444547

 

* In esclusiva per il Monsano Folk Festival

*

SERRA DE’CONTI (AN)- MARTEDÌ 12 AGOSTO -  Ore 21,30

Chiostro di San Francesco – Concerto Incontro della Sera

ERÉNDIRA DIAZ-LAURITA PERGOLESI - SILVIA SPURI

TE QUIERO, MON AMOUR  *

Canzoni d’amore e disamore dal Sudamerica alla Francia,

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* In esclusiva per il Monsano Folk Festival

 

*

MONTEGIORGIO (FM) - MERCOLEDÌ 13 AGOSTO -  Ore 21,30

Località CERRETOConcerto Grande della Sera

LA MACINA & ELISA RIDOLFI

NAVE CHE PORTI AL NIENTE

Cantar poesia-Cantatutori e poeti

Omaggio a Francesco Scarabicchi e Piero Cesanelli

 

La Macina-Sperimentale Ancona 2015_n 

 

*

PIEVETORINA (MC) -  GIOVEDÌ  14 AGOSTO -  Ore 21,30

 Parco Gianni Rodari –Concerto Grande della Sera

LA MACINA & MUGIA BELLAGAMBA

LA FILANDRA E’ ‘NA GALERA…

La fatica, la gioia, il dolore, la rabbia, la nostalgia,

i ricordi nei canti e nei racconti della filanda jesina

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* In esclusiva per il Monsano Folk Festival

 

*

JESI (AN)- SABATO 16 AGOSTO -  Ore 19,00

 Piazza Ghislieri - Concerto del Tramontoa

LA MACINA DAL BALCONE   *

CONCERTO À LA CARTE

Dedicato a Valeria Moriconi

 

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* In esclusiva per il Monsano Folk Festival

 

*

JESI (AN)- DOMENICA 17 AGOSTO -  Ore 19,00

 Chiesa di San Bernardo (Via Valle, 3) - Concerto del Ricordo e della Memoria

GASTONE PIETRUCCI E LAMACINA

IL DOVERE DELLA MEMORIA    *

In ricordo di  Cesira Zenobi Giigli e Adelaide Tassi Pietrucci, “Le amiche del cuore”

 

A cura di Gastone Pietrucci

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* In esclusiva per il Monsano Folk Festival

 

*

MORRO D’ALBA (AN)GIOVEDÌ   20 AGOSTO -  Ore 19,00

Casale Tarantelli – Via  Santa Maria del Fiore, 57 -  Concerto del Tramonto

LA MACINA IN FAMIGLIA   *

con l’amichevole partecipazione straordinaria di

MARCO POETA

e della piccola

MARIA TARANTELLI

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* In esclusiva per il Monsano Folk Festival

 

PER PRENOTAZIONI (SINO AD ESAURIMENTO DEI POSTI DISPONIBILI

TELEFONARE A  MARCO TARANTELLI 3288439592

 

*

 

MONSANO (AN) – VENERDÌ   21 AGOSTO - Ore 19,00

Piazzetta Matteotti – Concerto del Tramonto

THE SLEEPING WHALE

PLAYING FOR THR FIREFLIES

Presentazione della loro prima opera discografica

 

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*

MONSANO (AN) – VENERDÌ   22 AGOSTO - Ore 19,00

Piazzetta Matteotti – Incontro del Tramonto

PRESENTAZIONE DEL LIBRO A CURA DI GASTONE PIETRUCCI

IL POZZO DELLA MEMORIA               

La ricerca sulla cultura popolare orale marchigiana e il contributo

 de  La Macina alla sua scoperta conservazione e diffusione

Atti del Convegno Nazionale di Jesi: 18 giugno 2018

 

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COPIA OMAGGIO DEL LIBRO A TUTTI I PRESENTI

 

In esclusiva per il Monsano Folk Festival

*

MONSANO (AN) – SABATO 23AGOSTO - Ore 21,30

Piazza dei Cadutii –  Grande Concerto di Chiusura Festival

MACINA-GANG

in

 CONCERTO PER IL QUARANTENNALE DEL FESTIVAL  *

  dei due grppi “storici “ del folk e del rock italiani

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Macina-Gang

 

 

* In esclusiva per il Monsano Folk Festival

 

***

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Walter Piacesi, “Il passero solitario” (incisione/particolare)

dalla cartella di acqueforti “Le Marche/spiagge/campagne/paesi

 

Logo del Monsano Folk Festival  e del Gruppo “La Macina”

(per gentile concessine dell’autore Walter Piacesi

e dell’Editore Raffaele Bandini)

 

 

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***

  

Tecnico Audio Luci:                                      

Eliseo Mozzicafreddo con Elena “Belen”

Tecnico “ausiliare”

Marco Tarantelli

MAR…   

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Monsano, Piazza dei Caduti

Veduta diurna e notturna del luogo dei Concerti del Monsano Folk Festival

 

 

*

 

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QUARANTANNI DI (R)ESISTENZA

 

Al grande ricordo di Valeria Moriconi, anima di teatro, voce di universi

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Valeria Moriconi e Gastone Pietrucci,

Jesi, Teatro “Pergolesi”, 1999

 

 

Monsano (An) – Camerata Picena (An)Jesi (AN)- Mergo - Montegiorgio (Fe)-

Morro d’Alba (An)- Pievetorina (Mc)- Polverigi (An)- San Paolo di Jesi-  Serra de’ Conti (An)

 

e con  contributo e il patrocinio

Comune di Monsano - Fondazione Pergolesi Spontini

 

 a cura del

Centro Tradizioni Popolari 

 

 

Gemellato dal 2012 con Civitella Alfedena Folk Fetsival , Suoni sul Lago (AQ)

dal 2022 con il World Land Festival della Musica e della Cultura dal Mondo

e dal 2023 con Vita Vita Rassegna internazionale di  di Arte Vivente di Civitanova Marche

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Ideazione e Direzione artistica: Gastone Pietrucci 

2 -23 - AGOSTO 2025

 

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PROGRAMMA ANALITICO

 

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MONSANO (AN) - SABATO 2 AGOSTO – ORE 21,30

DUE DOCUFILM SU LA MACINA

Piazza dei Caduti  -  Serata   Inaugurale

In collaborazione con il Comune, l’Assessorato alla Cultura di Monsano

 

PRESENTAZIONE DI DUE DOCUFILM

STANOTTE MI SOGNAI *

Su La Macina e Gastone Pietrucci

 

A cura di

ROBERTO GIGLI

 

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Stanotte mi sognai / I canti de La Macina in mostra

Regia Giustino Zuccarini - Durata 48 minuti

 

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Stanotte mi sognai / Gastone è La Macina

 Regia Andrea Antolini-Diego Morresi-Alessamdro Tarabelli

 Durata 60 minuti- Produzione Subwaylab

 

 

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Roberto Gigli curatore e conduttore della serata

e il regista  Giustino Zuccarini del primo docufilm Stanotte mi sognai /I canti de La Macina in mostra,

 

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Andrea Antolini - Diego Morresi –Alessamdro Tarabelli  i tre registi del secondo docufilm Stanotte mi sognai/ Gastone è La Macina)

 

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I tre registi Morresi, Antolini, Tarabelli con Leonardo Martellini alla presentazione del docufilm

Stanotte mi sognai/Gastone è la Macina,

CineOff -Festival internazionale del Cinema indipendente, Jesi, al Teatro-Studio “Valeria Moriconi”, il 21 ottobre 2024

 

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Da sn. Marco Gigli, Alessandro Tarabelli, Andrea Antolini-Roberto Gigl,-Gastone Pietrucc,Giorgio Cellinese,

Diego Morresi, Leonardo Martellini, Roberto Picchio, Marco Tarantelli, Riccardo Andrenacci

 

CineOff -Festival internazionale del Cinema indipendente, Jesi, al Teatro-Studio “Valeria Moriconi”, il 21 ottobre 2024

 

L’inaugurazione del Festival avviene con una serata inedita e particolarmente interessante, Stanotte mi sognai,  curata e condotta da R CineOff -Festival internazionale del Cinema indipendente, Jesi, al Teatro-Studio “Valeria Moriconi”, il 21 ottobre 2024

oberto Gigli, dove verranno effettuate due proiezioni di due docufilm, alla presenza dei quattro registi.

Il primo del regista abruzzese Giustino Zuccarini (durata 48 minuti) su la Mostra curata da Roberto Gigli, Stanotte mi sognai /I canti de La Macina in mostra, realizzata RNB4 Culture e allestita con grande successo a Jesi , nel Museo Federico II dal 25 luglio al 30 Settembre 2024.

Il secondo docufilm realizzato dal Gruppo Subway Lab di Jesi, per la regia di Andrea Antolini, Diego Morresi, Alessandro Tarabelli,(durata 60 minuti), Stanotte mi sognai/ Gastone è La Macina) su Gastone Pietrucci e la sua lunga storia con La Macina e soprattutto su la sua fondamentale ricerca delle tradizioni orali marchigiane, con la partecipazione di Marino e Sandro Severini (Gang), Moni Ovadia, Rossana Casale, Marco Gigli e Adriano Taborro. Il docufilm è stato presentato fuori concorso, con grande successo, all’interno di CineOff (Festival internazionale del Cinema indipendente), Jesi, al Teatro-Studio “Valeria Moriconi”, il 21 ottobre 2024, ed ora sarà proiettato a chiusura di questa prima serata inaugurale del Festival.

      

 

 

 

*In esclusiva per il Monsano Folk Festival

Ingresso libero sino ad esaurimento dei posti

 

*I_________________________

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SAN PAOLO DI JESI (AN) – DOMENICA 3 AGOSTO – ORE 21,30

VIAGGIO MUSICALE CONTAMINATO DI SONORITÀ’ WORLD, CANTAUTORIALI E POPOLARI

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Anfiteatro ComunaleConcerto  Grande della Sera

In collaborazione con il Comune e l’Assessorato alla Cultura di San Paolo di Jesi

e con la dodicesima edizione del WORLD LAND FESTIVAL

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DARIO ASPESANI  5ET in

VIAGGIO NEL MONDO MUSICALE

FOLK, JAZZ,  LATIN E BLUES

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Dario Aspesani

 

 

Dario Aspesani è un polistrumentista, cantautore, musicoterapeuta e ricercatore musicale .Attivo dal 1988, ha inciso ben 39 album, scritto due libri (“Storie e Saggi sulla musica nera dal Mississippi a Cuba”e “Non sparate al pianista, la musica nel film muto”), ed è stato regista di due docufilm sul Blues, in particolare sulla figura di Robert Johnson. È direttore artistico del Festival Worldland e curatore del Museo della Musica Popolare e Sperimentale dal Mondo di Montegiorgio. Dal 2024 è docente di etnomusicologia per la Udemy Academy di San Francisco, California.

La sua carriera lo ha visto spaziare tra generi e culture: dal rock suburbano londinese e irlandese, con riferimenti a Otis Redding e Bob Dylan, fino alla world music, con una particolare attenzione alla musica popolare italiana, cubana e internazionale.

Aspesani è noto anche per la sua attività di divulgatore e per i suoi progetti didattici, come il World Music Lab, dedicato alla scoperta di strumenti e tradizioni musicali dal mondo.

La sua musica fonde elementi folk, jazz, latin e blues, con una cifra stilistica personale che lo rende un punto di riferimento nel panorama della world music italiana

Nel concerto per la serata di San Paolo di Jesi del 40° Monsano Folk Festival, Aspesani proporrà un viaggio musicale tra celebri brani e repertorio popolare dall’Italia, da Cuba e da altri paesi del mondo, confermando la sua vocazione per la contaminazione e la ricerca sonora.

 

Lara Giancarli: voce, cori – Dario Aspesani

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Dario Aspesani 5et in concerto.

 

 

Dario Aspesani, chitarra, tastiee, armonica

Marco Ferrara: piano e tastier

Paolo Partenza: percussioni

Maurizio Moscatelli: sassofono, clarinetto e flauti traverso

Lara Giancarli: voce, cori

 

Ingresso libero sino ad esaurimento dei posti

 

 

*

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MONSANO (AN) – GIOVEDÌ 7 AGOSTO – ORE 6,00

IL CANTO E LA PREGHIERA DELL’ALBA

Santuario Santa Maria fuori Monsano  -  Ceoncerto dell’ Alba

In collaborazione con il Comune, l’Assessorato alla Cultura di Monsano e la Pro Loco Monsano

 

 

Alla memoria di don Savino Capogrossi

 

LA MACINA & SPERIMENTALE TEATRO A in

LA MADONNA VELLA VELLA…

Per i 555 anni dell’apparizione della Madonna

 

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L'Apparizione della Vergine a Gaspare di Calvise, una delle quattro pergamene miniate seicentesche

 riproducenti gli antichi affreschi del portico.

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   con questo particolare e suggestivo Concerto dell’Alba, La Madonna vella vella…,  La Macina e lo Sperimentale Teatro A, ricorderanno i 555 anni dell’apparizione della Madonna, In forma itinerante, all’esterno della Chiesa,La Macina, con la partecipazione straordinaria di Milena Gregori, eseguirà, canti, preghiere, laudi su La Madonna, mentre nel finale, all’interno della Chiesa, i due attori dello STA (Maria Novella Gobbi e Fabio Bacaloni) rappresenteranno il dramma e il pianto di Maria sotto la croce.  Un Concerto itinerante (nella prima parte), tra la gente, cadenzato ed impreziosito dalle artistiche stazioni, dai testi e dai canti popolari di tradizione orale della grande devozione popolare. Nela seconda parte, il tragitto si concluderà all’interno del Santuario, con una finale, struggente teatrale, Sacra rappresentazione sul pianto e sul dolore ,“terreno”,disperato della Madonna.

Nel 2017,  in occasione del 32° Monsano Folk Festival, lo Sperimentale Teatro A e La Macina, eseguirono, sempre all’alba di sabato 26 Agosto, un Concerto Itineranre dell’Alba, all’esterno del Santuario Santa Maria fuori Monsano, Pianto e dolore della Madonna (lungo il tragitto della Via Crucis voluta da don Savino).

 

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-    don Savino Capogrossi

 

«Proprio ora ho saputo che Don Savino ha lasciato questo mondo, lasciandoci ancora più soli

Don Savino Capogrossi è stato sempre vicino a noi de La Macina, e possiamo dire che grazie

ai suoi consigli, al suo affetto ed alla sua grande amicizia, La Macina ha potuto crescere e

affermarsi. Ogni volta che lo andavo a trovare, mi ripeteva, che al suo funerale dovevo

cantargli il Salve Regina. Caro Don Savino, non avrei voluto cantartelo mai, ma ora io e

La Macina siamo pronti a darti questo nostro ultimo, struggente saluto, con uno dei canti

più belli della tradizione popolare marchigiana. Don Savino riposa in pace e ricordati sempre di noi».

 

Dio ti salvi o Regina

o Madre universale

per tuo voler’

se sale in Pardaiso

 

Voi ssede gioia e rriso

de tutti i tribboladi

l’acchi a nnui scunsuladi

arivolgede

 

Noi miseri accojede

nel vostro santo velo

de vostro Fijo

el cielo ce mostrade

 

Gradite e ascoltade

o Vvergine Mmaria

dolce clemente e ppia

l’affetti nostri

 

De’ li nimici nostri

a nnoi dade vittoria

e pu’ l’eterna gloria

in Pardaiso.

 

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La Macina   -   

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- Maria Novella Gobbi  (S.T.A) – Fabio Bacaloni (STA)

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Milena Gregori   Allì Caracciolo (S.T.A)  

 

 

La Macina

Gastone Pietrucci, voce

Adriano Taborro, chitarra, mandolino

Marco Gigli, chitarra, voce

Roberto Picchio, fisarmonica

 

con la partecipazione straordinaria di

Milena Gregori. voce recitante

 

Sperimentale Teatro A

Maria Novella Gobbi, La Madonna

Fabio Bacaloni, Gesù

 

 Costumi

Maurizio Agasucci

 

Regia

Allì Caracciolo

 

* In esclusiva per il Monsano Folk Festival

 

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Santuario Santa Maria fuori Monsano

 

 

COLAZIONE PER TUTTI I PRESENTI OFFERTA DALL’AMMINISTRAZIONE

 COMUNALE E DALLA PRO LOCO DI MONSANO 

 

In caso di maltempo tutto il Concerto si svolgerà all’interno della Chiesa

 

     Per ulteriori approfondimenti sul

SANTUARIO DI SANTA MARIA FUORI MONSANO

E DON SAVINO CAPOGROSSI

 vedi  APPARATO N. 1

 

*

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POLVERIGI (AN) –  VENERDÌ  8 AGOSTO– ORE 21,30

CANTAUTRICE E GRANDE VOCE SOLISTA “PREMIO TENCO 2024”

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Chiostro di Villa “Nappi” Concerto - Incontro della Sera

In collaborazione con il Comune,  la Pro Loco e l’Assessorato alla Cultura di Polverigi

 

 

ELISA RIDOLFI TRIO in

L’ORA DEL FUNAMBOLO

con la partecipazione straordinaria di

GASTONE PIETRUCCI E MARCO GIGLI

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ELISA RIDOLFI TARGA TENCO 2024

PER IL MIGLIOR ALBUM OPERA PRIMA “CURAMI L’ANIMA”

 

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Elisa Ridolfi Trio

 

 

Elisa Ridolfi,- inizia nel 1999 professionalmente la sua esperienza in campo musicale grazie all’incontro con il chitarrista recanatese Marco Poeta  e con il suoprogetto di divulgazione in Italia, e non solo, della musica tradizionale del Portogallo, il Fado. Nel 2004 ha ricevuto il prestigioso Premio Tenco per il miglior album Opera Prima, Curami l’anima.  Da diversi anni collabora attivamente anche con La Macina, con diversi progetti musicali..

Ora a Polverigi, Elisa si presenta con il suo Trio, in un interessante progetto, musicale intitolato  L’ora del funambolo. Un progetto musicale che nasce dal desiderio di camminare tutti sullo stesso sottile filo, filo invisibile, filo emotivo e sonoro, capace di Legare musicisti e ascoltatori in una trama collettiva, in una rete di splendide melodie conosciute e/o misteriose. Che siano le corde di un contrabbasso, quelle di una chitarra, quelle vocali, che siano le righe del pentagramma o le linee del destino, L’ora del funambolo racconta l'approccio all’esperienza musicale  condivisa dai “funambolici" musicisti che la portano in scena e racconta una figura, il funambolo appunto, capace di evocare le vite di tutti noi, precarie, delicate, segnate ma con lo sguardo avanti, capace di continuare a mettere un passo e poi  un altro e un altro ancora solcando una danza irrinunciabile,quella della bellezza, della poesia della vita.

 

Con

 

Elisa Ridolfi Trio

Ridolfi, voce e cajon

Riccardo Bertozzini, chitarra

Andrea Alessi, contrabbasso

 

con la partecipazione straordinaria di

Gastone Pietrucci, voce

Marco Gigli, chitarra, voce

 

 

Ingresso libero sino ad esaurimento dei posti

 

 

Per ulteriori approfondimenti sul

ELISA RIDOLFI

 vedi  APPARATO N. 2

 

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MERGO (AN) – SABATO 9 AGOSTO – ORE 19.00

CANTI, POESIE E RICORDI

Largo PiraniConcerto del Tramonto

In collaborazione con il Comune e l’Assessorato alla Cultura di Mergoi

 

MACINA & DANTE RICCI  in

VENE IL SABADO E VENE IL VENERE…

Concerto per Peppe Pirani, poeta e Augusta Marcelli Bruschi, grande informatrice de la Macina

 

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La Macina – Dante Ricci

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Peppe Pirani, poeta – Auguista Marcelli Brschi –  Primo Lp de La Macina, 1982

 

 

Non esiste separazione definitiva

finché esiste il ricordo.

Isabelle Allende

Omaggio dovuto de La Macina e di Dante Ricci a Peppe Pirani (1942-2008), “poeta dialettale” di Mergo e di Augusta Marcelli Bruschi (1901-199, grande  informatrice de La Macina, vera e proprio “albero di canto”.

Peppe Pirani era margano d’adozione. Nato a Pantiere di Castelbellino, il 24 gennaio del 1942, conseguì la laurea in Pedagogia all’Università di Urbino ed esercitò la professione (e la missione) di Maestro elementare a Mergo per trent’anni, caratterizzando la sua didattica per la spinta all’innovazione (privilegiò la ricerca scolastica, il teatro e il cinema come prassi formative ed educative) e la valorizzazione del vernacolo. Pubblicò nel 2001 la prima raccolta delle sue poesie Me badurlo (rime scojonade), poco dopo il secondo volume Riso co’ l’ossi (le rime del vallado), infine arrivò a chiusura della trilogia, Tantumergo ( sonetti e sonade).

Augusta Marcelli Bruuschi, originaria di Rosora, una volta sposata si è trasferita a Mergo, dove è sempre vissuta come casalinga, aiutando il marito nel lavoro dei campi. Nell’unica registrazione effettuata nel 1977, Augusta, tra altri preziosi documenti, ha “regalato” a La macina e al sottoscritto, la ballata arcaica del Convegno notturno (Nigra 76), meglio conosciuta,  dal primo capoverso, come Vene il sabado e vene il venere…, che ha dato l’omonimo titolo al primo lavoro discografico de La Macina del 1982, al quale nello stesso anno, venne assegnato il prestigioso Premio della Critica Discografica Italiana. Ad Augusta la Macina ha dedicato il volume 14 della Collana Foglie d’Album del 2023, Rose d’amor.

Ora con questo particolare Concerto del Tramonto, nel Largo Pirani a lui dedicato dall’Amministrazione comunale di Mergo, rendiamo il dovuto omaggio a questi due straordinarie figure, ridando loro, la voce, l’anima e il dovuto ricordo.

Gastone Pietrucci

 

 

* In esclusiva per il Monsano Folk Festival   

Ingresso libero sino ad esaurimento dei posti

 

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CAMERATA PICENA (AN) – DOMENICA 10 AGOSTO – ORE 19.00

ALLA “RADIOSA PRESENZA” DI GIANFRANCO COSTARELLI

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Frazione CASSERO - Casale Costarelli, Via del Castello, 5.Concerto del Tramonto

Grazie alla generosa ospitalità di Paola e Diego Costarelli

 

GIORGIO CELLINESE & MACINA in

ECCO ARRIVA GIÒ GIÒ …

Ricordi e tradizioni popolari atriane della Famiglia Cel.linese

(Dalla trilogia della memoria)

 

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Giorgio Cellinese

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-Giorgio Cellinese & La Macina,

Jemece a ffa’ un sonnellino in fondo allo stagno…MCM Records-

 

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Adriano Taborro-Gastone Pietrucci-Marco Gigli-Roberto Picchio

 

 

Ritorna in questo particolare Concerto Familiare, Giorgio Cellinese, che riproporrà dalla Trilogia della Memoria, i momenti più toccanti dei suoi tre precedenti lavori, dal primo Jemece a ffa’ un sonnellino in fondo allo stagno… su i ricordi della madre Carmela, dei nonni paterni Massimino e Angelantonia e delle zie Giuseppina , Elvira e Rosmunda, del 2001, dal secondo, Sanda Lucia che ll’ucchie pizzute, sulle formule magiche, riti e Santi d’Abruzzo ed in modo particolare in quelli di Atri (Te), sua città natale, del 2002 e dal terzo, del 2004, appunto Ecco arriva Giò Giò, un tenero percorso sui momenti più importanti ed indimenticabili della sua giovinezza.

La Macina accompagnerà Giorgio, in questo suo struggente, tenero percorso della memoria e dell’affetto.

Nel 2008, Giorgio ha pubblicato il libro e Cd Jemece a ffa’ un sonnellino in fondo allo stagno

 

 

La serata di Camerata Picena è dedicata, come da tradizione,

 alla “radiosa presenza” di Gianfranco Costarelli

 

 

Gastone Pietrucci con Gianfranco Costarelli

 

 

Sempre mi torna in mente

la radiosa presenza. La qualità della luce

la qualità del ricordo si somigliano.

[…] 

Allì Caracciolo, La distanza in La Insomiglianza, 2007 

 

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Gianfranco Costarelli

 

 Con

Giorgio Cellinese, voce narrante, canto

 

La Macina

Gastone Pietrucci, voce

Adriano Taborro, chitarra, mandolino

Marco Gigli, chitarra, voce

Roberto Picchio, fisarmonica

 

* In esclusiva per il Monsano Folk Festival

 

 

PER PRENOTAZIONI DAL 1 AGOSTO (SINO AD ESAURIMENTO

 DEI POSTI DISPONIBILI) TELEFONARE A

LA MACINA 07314263 / GIORGIO 3356444547

 

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Alcune immagini del Casale Costarelli, Via del Castello, 5, Cassero di Cmerata Picena (An)

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SERRA DE’ CONTI (AN) – MARTEDÌ  12 AGOSTO – ORE 21,30

TRE VOCI DALL’ALTRA PARTE DEL CIELO

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Chiostro di San Francesco - Concerto Incontro della Sera

In collaborazione con il Comune e l’Assessorato alla Cultura di Serra de’ Conti

 

ERÉNDIRA  DIAZ –LAURITA PERGOLESI - SILVIA SPURI in

TE QUIERO, MON AMOUR *

Canzoni d’amore e di disamore dal Sudamerica alla Francia,       

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Eréndira Diaz  -  Laurita Pergolesi  - Silvia Spuri 

 

Interessante commistione di generi.in questo accattivante ed interessante progetto musicale montato appositamente per la serata del Festival di Serra de’ Conti.  Da una parte Eréndira Diaz, e Laurita Pergolesi, nate e cresciute rispettivamente in Messico e in Argentina, esprimono la gioia di vivere, ma anche il dolore con tinte forti e decise, con ritmi latini tradizionali, dall'altra Silvia Spuri, proveniente da una cultura più classica ed europea, con atmosfere più intime e rarefatte, evocative e malinconiche

Eréndira Diaz, e Laurita Pergolesi, cantanti e chitarriste messicana e argentina e Silvia Spuri, organetto e canto (francese di madre lingua). hanno montato questo interessante progetto musicale, tutto al femminile, che sicuramente farà divertire, appassionare, ma soprattutto pensare. Il concerto di quest’altra parte del cielo, si svolgerà nella suggestiva cornice del Chiostro di San Francesco, che farà da sfondo a questo interessante trio, tutto al femminile, particolarmente intenso, raffinato e di grande attualità e suggestione.

 

 

L’ALTRA PARTE DEL CIELO

Eréndira Diaz, voce, chitarra

Laurita Pergolesi. voce, chitarra

Silviua Spuri, voce, organetto

 

Chiostro du San francesco

 

 

* In esclusiva per il Monsano Folk Festival    

Ingresso libero sino ad esaurimento dei posti

 

 

Per ulteriori approfondimenti sul

CHIOSTRO DI SAN FRANCESCO

 vedi  APPARATO N. 3

 

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MONTEGIORGIO (FM) – MERCOLEDÌ 13 AGOSTO – ORE 21,30

UN CANTO D’AMORE PER FRANCESCO E PIERO 

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 Località CERRETO -  Concerto  Grande della Sera

In collaborazione con il Comune, l’Assessorato alla Cultura di Montegiorgio

e con la dodicesima edizione del WORLD LAND FESTIVAL

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LA MACINA & ELISA RIDOLFI in

NAVE CHE PORTA AL NIENTEI

Omaggio a Francesco Scarabicchi e Piero Cesanelli

  

La Macina                                                                                                      Elisa Ridolfi

 

 

Francecso Scarabicchi                                                         Piero Cesanelli

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Francesco Scarabicchi, Gastone Pietrucci, Piero Cesanelli

(Ancona, 31° Monsano Folk Festival, 2016)

 

 

come la luce a notte…

Francesco Scarabicchi, Nave che porti al niente

 

e mi dicesti prendimi sono chilometri che aspetto

Piero Cesanelli, Sopramilano

 

Dopo aver trionfato come Concerto di Chiusura del Monsano Folk Festival e dell’altro Festival, Vita Vita,  di Civitanova Marche, con il quale, dal 2023 il Folk Festival è gemellato,  e nella serata di Serra de’ Conti dell’anno scorso, questo interessante esperimento musicale, viene replicato a Montegiorgio, località Cerreto. Insieme alla “voce scura e torturata” di Gastone Pietrucci, leader de La Macina, quella intensa, affascinante di Elisa Ridolfi, in un connubio particolarmente interessante e in un concerto che vuole omaggiare il cantautore Piero Cesanelli e il poeta Francesco Scarabicchi, entrambi grandi amici de La Macina.

Oltre ai brani di Cesanelli e di Scarabicchi  in programma canzoni di Domenico Modugno, Piero Ciampi, Luigi Tenco e Fabrizo De Andrè, quattro cantautori che hanno fatto la storia della musica leggera italiana.

Elisa Ridolfi, una delle voci marchigiane più interessanti del panoramam musicale italiano ed una delle poche voci femminili italiane a cimentarsi con grande successo, con il fado tradizionale portoghese. Ha conquistato nel 2024, il prestigioso Premio Tenco Opera Prima, con il suo cd di esordio, Curami l’Anima..

Gastone Pietrucci ed Elisa Ridolfi , ancora una volta insieme, sostenuti entrambi, dai formidabili musicisti del Gruppo, Marco Gigli, Roberto Picchio, Riccardo Andrenacci,  diretti dal polistrumentista Adriano Taborro, direttore musicale de La Macina

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rancesco SCARABICCHI (Ancona 1951-2021)

ha esordito nel 1982 con La porta murata (Ancona, Residenza, 1982). Tra i suoi libri successivi: Il viale d’inverno (Brescia, L’Obliquo, 1989), Il prato bianco (2017, Torino, Einaudi, [Brescia, L’Obliquo, 1987], Il cancello 19801999  (Ancona, Pequod, 2001), (L’esperienza della neve (Roma, Donzelli, 2003), L’attimoterrestre. Cronache d’arte 1974-2006 (Ancona, Affinità elettive, 2006), La ferita della luce (Milano, Quaderni di Orfeo, 2007), con Massimo Raffaeli, Dovuto a La Macina (Jesi, Centro Tradizioni Popolari, 2008), L’ora felice (Roma, Donzelli,2010), con ogni mio saper e diligentia. Stanze per Lorenzo Lotto (Macerata, Liberilibri, 2013), Non domandarmi nulla (traduzioni da Garcia Lorca e Antonio Machado, 2025). Esce postumo il libro La figlia che non piange (Torino, Einaudi 2021) “[…] uno dei suoi libri, senz’altro il più commovente […] Il lirismo sommesso ed essenziale tipico del poeta marchigiano è qui al servizio di un libro testamentario in cui il poeta fa pacamente i conti con la fine della vita, avvertita ormai come imminente. Senza mai indulgere al pathos, attenendosi a quella sobrietà linguistica, a quel «monachesimo lessicale», come scrisse Enrico Testa, che chi ha letto Il prato bianco e gli altri suoi non numerosi libri ha imparato a interpretare come indicazione etica non meno che come scelta stilistica”. (Massimo Raffaeli)

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Piero CESANELLI (Recanati 10 luglio 1946 – Treia 28 settembre 2019)

È stato, a partire dal 1989, ideatore, fondatore e direttore artistico di Musicultura (Festival  della canzone popolare e d’autore), arrivata oggi alla XXXV edizione, di Lunaria e dell’ensemble La Compagnia di Musicultura.

Fin da giovanissimo ha manifestato un grande interesse per la canzone popolare e d’autore, che gli ha dato

modo di sostenersi nel periodo universitario suonando e cantando in vari gruppi. Ben presto concretizzerà la sua personale vocazione cantautorale, componendo negli anni decine e decine di canzoni che proporrà al pubblico in vari contesti. Laureatosi nel frattempo in Lettere presso l’Università di Urbino, si è dedicato all’insegnamento, con un’attenzione particolare alle attività teatrali.

Tra il 1985 e il 1990 ha pubblicato tre LP “Fuori Stagione”,“Generazione improvvisata”, Le due foto”.

 

 

Ingresso libero sino ad esaurimento dei posti

 

 

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PIEVETORINA (MC) – GIOVEDÌ 14 AGOSTO – ORE 21,30

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Parco Gianni Rodari Concerto Grande della Sera

In collaborazione con il Comune, l’Assessorato alla Cultura di Pievetorina

 

LA MACINA & MUGIA BELLAGAMBA in

LA FILANDRA E’ ‘NA GALERA…

La fatica, la gioia. Il dolore, la rabbia, la nostalgia, i ricordi nei canti e nei racconti della filanda jesina 

 

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lGastone Pietrucci -Roberto Picchio – Marco Gigli – Adriano Taborro -Riccardo Andrenacci

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                                                                             Mugia Bellagamba            Gastone Pietrucci con le “filandare” di Jesi, durante la registrazione del disco Io vado allà filandta…(Jesi, Teatro “Pergolesi”, 1990)

 

 

 

Non è una donna che canta perché passa

Ma canta di sé al mondo intero.

Non soffoca nella risata,

ma esalta nell’umorismo la passione.

Non fugge la libertà

ma testimonia il suo vissuto.

Alla rabbia e al dolore

associa garbo e tolleranza

in un’arte di prendere la vita per il verso

e goderne nonostante tutto.

Canta la donna disincantata e arguta

fiera e capace di tenerezza,

carica di anni con una giovinezza ritrovata.

 

Gualberto Gualerni, Alle filandare jesine,

Milano, 21 novembre, 1990

 

Con questo Concerto-Spettacolo,La filandra è ‘na galera… attraverso la splendida voce narrante e “popolare” di Mugia Bellagamba, inframezzate dai canti della filanda jesina eseguiti dalla voce “scura e torturata” di Gastone Pietrucci, leader, anima e “voce” de La Macina, accompagnato dalla chitarre di Marco Gigli, e di Adriano Taborro e dalla fisarmonica di Roberto Picchio e le percussioni di Riccardo Andrenacci, in un abbinamento di sicuro impatto emotivo e di grande pathos,  le loro storie così dure, forti, potenti, uscite fuori da quelle trascrizioni integrali delle interviste di Gastone Pietrucci, ritornano a “vivere” e a ricordarci la loro vita e quella del duro lavoro della filanda.

Da questi anche se pur piccoli, ma significativi frammenti, ne viene fuori uno spaccato di vita di queste splendide, forti, determinate, grandi donne, protagoniste a tutto tondo della loro e della nostra storia. Una storia minima, una microstoria, ma non per questo meno importante (soprattutto per le nuove generazioni) di queste generose, combattive donne, alle quali l’incuria del tempo e l’indifferenza (direi “criminale”) della nostra smemorata società, vuole togliere e cancellare ancora una volta, non solo la loro voce, ma anche il loro ricordo. E invece, anche grazie a questo Concerto-Spettacolo: La filandra è ‘na galera... le lacrime, il sudore, la fatica, la gioia, il dolore, la rabbia, la rassegnazione, la speranza, i ricordi, il canto e la parola di queste grandi, umili e forti lavoratrici e donne della filanda jesina, ritornano, quasi per miracolo, a farsi sentire, più potenti della nostra ignavia, della nostra “piccola” e fragile memoria.

Nell’anno dei festeggiamenti per i quaranta anni del Monsano Folk Festival  questo de La filandra è ‘na galera… è uno dei tanti progetti musicali di questo tenace gruppo marchigiano che saranno riproposti nei posti più raccolti, “protetti”e suggestivi, del  Festival 2025.

 

Con

LA MACINA

Gastone Pietrucci, voce

Marco Gigli,  chitarra, cembalo, voce

Roberto Picchio, fisarmonica

Adriano Taborro,chitarra, mandolino

Riccardo Andrenacci,batteria, percussioni

Giorgio cellinese, coordinamento

 

con la partecipazione straordinaria di

MUGIA BELLAGAMBA, voce recitante

 

Ideazione, cura e Regia: GASTONE PIETRUCCI

 

 

Ingresso libero sino ad esaurimento dei posti

 

 

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JESI (AN) –  SABATO 16 AGOSTO – ORE 19,00

CONCERTO SU ORDINAZIONE DAL PUBBLICO

 

Piazza Ghislieri - Concerto del  Tramonto

 

LA MACINA AL BALCONE in

CONCERTO À LA CARTE    *

Dedicato a Valeria Moriconi

 

 

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Jesi , 2022-La Macina al balcone- Durante il concerto per gli ottanta anni del leader Gastone Pietrucci

 

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Il balcone di Casa Pietrucci-Cellinese su Piazza Ghislieri – ValeriaMoriconi

 

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“Gastone, noi non siamo la memoria, siamo il futuro…”

Valeria Moriconi, Jesi 2000

 

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Gastone Pietrucci, Bella sei nada femmena… (Omaggio a Valeria Moriconi), collage, 2022

 

 

 

Con questo incredibile ed azzeccatissimo Concerto à la crte (diventato ormai un classico de La Macina), il pubblico potrà “ordinare” le canzoni dallo sterminato repertorio di questo tenace ed inossidabile Gruppo di Ricerca e Canto popolare marchigiano,  come da un ipotetico, ricco “menù”. Infatti al pubblico presente verrà dato il classico “menù”, dove al posto delle pietanze, ci saranno i titoli dei brani del repertorio de La Macina, da dove potrà “pescare” a suo piacimento ed “ordinare” all’ignaro gruppo, di eseguire al momento… caldo caldo!. Quindi, ancora una volta, sarà il pubblico, con le sue libere richieste a formare la scaletta del concerto e ad essere parte attivo della festa e del gioco. Ulteriore curiosità di questo simpatico concerto è la location casalinga: infatti il Gruppo si esibirà dal balcone di casa Cellinese-Pietrucci, già usato, nella primavera del 2022, per festeggiare gli ottant’anni dell’”aedo malinconico ed ardente”.

 

 

L a Macina

Gastone Pietrucci, voce

Adriano Taborro, chitarra, mandolino

Marco Gigli, chitarra, voce

Roberto Picchio, fisarmonica

Marco Tarantelli, contrabbasso

Giorgio Cellinese, coordinatore

 

* In esclusiva per il Monsano Folk Festival

 

 

 

Il MENU-CONCERTO À LA CARTE

(Jesi, Sabato 16 Agosto 2025 - La Macina al balcone)

 

 

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Da questo Menù il pubblico potrà ordinare a La Macina le… “pietanze” ( le canzoni) preferite da ascoltare.

 

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JESI (AN) – DOMENICA 17 AGOSTO – ORE 19,00

CONCERTO RICORDO PER ADELAIDE E CESIRA, “LE AMICHE DEL CUORE”

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Chiesa di San Bernardo (Via Valle, 3) - Concerto  del Ricordo e della Memoria

Con il sostegno del Comune e l’Assessorato alla Cultura di Jesi e JesiEstate

 

GASTONE PIETRUCCI – LA MACINA in

IL DOVERE DELLA MEMORIA    *

In ricordo di Cesira Zenobi Gigli, e Adelaide Tassi Pietrucci, “Le amiche del cuore”

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Gastone Pietrucci – Adelaide e Cesira

 

 

 

Troppi morti nelle caverne del cuore.

Allì Caracciolo, Marginalia

 

“… sono lacrime le mie parole

falle riposare nella tua mano.”

Canto yiddish

 

Gastone Pietrucci e La Macina vogliono riocrdare con tutto l’affetto della memoria due “speciali” informatrici particolarmente care a Pietruccu e a Marco Gigli, Cesira e Adelaide, “Le amiche del cuore”, essendo nell’ordine nonna di Marco e madre di Gastone . Due grandi, inseparabili amiche, entrambe originarie di Belvedere Ostrense (An), legate da una forte “complicità” e da una tenace, indistruttibile amicizia, che ha poi coinvolto e “travolto” felicemente anche le rispettive famiglie.

Ad Adelaide e Cesira è già stato dedicato nel 2012, il Fascicolo n. 7 della Collana Foglie d’Album dal titolo: Cesira Zenobi Gigli Adelaide Tassi Pietrucci Le amiche del cuore   Per questa occasione, essendo esaurito il Fascicolo, è stato nuovamente ristampato., in una edizione limitata..

 

  

Portone ligneo cinquecentesco della Chiesa di San Bernardo uno dei più bei gioielli drll’arte barocca presente a Jesi

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Marco Gigli – Roberto Picchio- Marco Tarantelli – Adriano Tabotrro

 

 

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Cesira e Adelaide

 

Cesira Zenobi Gigli,  nata a Belvedere Ostrense (An) nel 1906, morta a Rosora (An) nel 1996. Ha frequentato sino alla quarta elementare. Provetta cucutrice di bianco. Ha abitato per molti anni a Monsano (An), poi a Jesi e negli ultimi anni della sua vita a Rosora, insieme a don Giuliano, il figlio prete. Donna vivace, arguta, curiosa, intelligente, piena di interessi, grande e raffinatissima cuoca, continuamente “giovane” particolarmente attenta e conscia di quello che le si chiedeva: un’ottima informatrice.Tra l’altro tra il 1908 e 1981.ho ricostruito registrato con lei, in diversi giorni, una grande Passione, El venerdì ssanto Maria stava ‘n chiesa con gran manto… classificata (da Paolo Toschi, nella sua fondamentale opera, La poesia religiosa in Italia, Firenze, L.S.Olschi editore, 1935) come Passione Italia Centrale I.

 

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Cesira, Rosora, 1998                                                           Adelaide, Monsano, 1983

Adelaide Tassi Pietrucci, nata a Belveder Ostrense (An) nel 1913. Da piccola ha abitato sempre a Monsano (An9, sino alla morte, avvenuta nel 1987. Subito dopo la terza elementare, ha dovuto guadagnarsi da vivere, lavorando come sarta. Donna schiva, riservata, non è stato facile “sbloccarla” nella ricerca, anche perché non riusciva a rendersi conto, come qualcuno (riferendosi al sottoscritto) non dico potesse studiare, interessarsi, ma soprattutto laurearsi su “queste scemenze”, come lei si ostinava dire e a credere. Però con la sua costante attenzione e la sua grande passione, ha contribuito più di ogni altro, al raggiungimento di questo invidiabile traguardo raggiunto dal sottoscritto con La Macina. E che il mio canto (parafrasando un passo struggnte del canto yiddish, Unter Dayne Vaise Shtern… Sotto la tua bianca stella…, da sempre a lei dedicato) continui dolcemente e teneramente “a riposare nel caldo della sua mano”…”.

Gastone Pietrucci

 

 

La Macina

Gastone Pietrucci, voce

Adriano Taborro, chitarra, mandolino

Marco Gigli, chitarra, voce

Roberto Picchio, fisarmonica

Marco Tarantelli, contrabbasso

Giorgio Cellinese, coordinatore

 

 

* In esclusiva per il Monsano Folk Festival

 

Ingresso libero sino ad esaurimento dei posti

 

 

     Per ulteriori approfondimenti sulla

CHIESA DI SAN BERNARDO

vedi  APPARATO N. 4

 

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MORRO D’ALBA – MERCOLEDÌ 20 AGOSTO – ORE 19,00

CONCERTO FAMILIARE PER FORTUNATI TESTIMONI-SPETTATORI

 Casale Tarantelli, Via Santa Maria del Fiore, 57 -  Concerto del  Tramonto  

Grazie alla generosa ospitalità delle Famiglie Tiziano e Marco Tarantelli

 

LA MACINA IN FAMIGLIA  *

con l’amichevole partecipazione straordinaria di

MARCO POETA

e della piccola

MARIA TARANTELLI       

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Gastone Pietrucci – Marco Tarantelli – Marco Poeta

  

Adriano Taborro – Marco Gigli – Roberto Picchio

 

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Maria Tarantelli, aprirà straordinariamente il Concerto

de La Macina in famiglia, di Morro d’Alba (An)

cantando la “sua” versione de L’anatra

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Maria Tarantelli

 

Un altro particolare concerto, che ha caratterizzato questo lungo percorso artistico de La Macina. Tutto è cominciato, quando, nel 1998,  in occasione dei trent’anni di attività del Gruppo, “regalammo”, per tutto quell’anno, una volta al mese, un Concerto in Famiglia, a chi ne avesse fatto richiesta. In pratica, La Macina si esisbiva in un regolare concerto nella casa dell’ospitante e per tutti coloro che il padrone di casa aveva piacere di invitare. Unico compenso, l’affetto di tutti gli amici che avrebbero avuto il piacere e l’occasione di vivere, live, insieme, questa vera festa della musica e dell’amicizia. Tra l’altro in quell’anno “fortunato”, tra i dodici che ospitarono in casa La Macina in Famiglia, ci fu anche una serata memorabile nella casa jesina di Valeria Moriconi. Ora questa simpatica esperienza, verrà replicata a Morro d’Alba,  in questo splendido casolare di campagna di Tiziano e Marco Tarantelli, che farà da sfondo a questo concerto “familiare” de La Macina, con l’amichevole partecipazione straordinaria di Marco Poeta, grande chitarrista, uno dei massimi esponenti in Italia, del fado portoghese. Tra l’altro ad aprire il concerto (se non sarà travolta dall’emozione) ci sarà la simpatica presenza della piccola Maria (figlia di Marco Tarantelli, contrabbasiata de La Macina) con la “sua” particolare, simpatica ed emozionante versione  de L’anatra (uno dei brani più celebri del repertorio infantile de La Macina, più amati dai bambini.

 

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Marco Poeta e la sua “magica” guitarra portuguesa

 

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Vista del Casale Tarantelli, Via Santa Maria del Fiore, 57, Morro d’Alba (An)

 

 

Con

La Macina

Gastone Pietrucci, voce

Adriano Taborro, chitarra, mandolino

Marco Gigli, chitarra, voce

Roberto Picchio, fisarmonica

Marco Tarantelli, contrabbasso

Giorgio Cellinese, coordinatore

 

e la partecipazione straordinaria di

Marco Poeta, chitarra elettrica

e

Maria Tarantelli, canto

 

* In esclusiva per il Monsano Folk Festival

 

 

PER PRENOTAZIONI DAL 1 AGOSTO (SINO AD ESAURIMENTO

 DEI POSTI DISPONIBILI) TELEFONARE A 

  MARCO TARANTELLI 3288439592

 

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MONSANO (AN) –  GIOVEDÌ  21 AGOSTO– ORE 19,00

LA BALENA SI Ѐ SVEGLIATA!

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Piazzetta Matteotti Concerto del Tramonto

In collaborazione con il Comune, l’Assessorato alla Cultura di Monsano

 

THE SLEEPING WHALE in

PLAYNG FOR THE FIREFLIES

Presentazione del loro primo lavoro discografico SW12025

 

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Copertina del CD SW12025

 

The Sleeping Whale

(La balena che dorme)

 

 

“Era una notte nebbiosa nella campagna di Morro d’alba. Nel silenzio delle colline si sentiva uno strano suono. All’inizio era lieve poi si fece sempre più forte e nitido. Arrivava da molto lontano, proveniva dall’altra parte del mondo. Le balene dormienti si erano svegliate e si erano messe a cantare. Così abbiamo acceso un fuoco e imbracciato le chitarre per accompagnare il loro canto. Questa è la mitica nascita de The Sleeping Whale.” Così ci ha raccontato Marco Gigli.

Il gruppo nasce quasi per gioco da un’idea di Marco Gigli e Marco Trarantelli con l’intenzione di scrivere musica ispirata agli autori della scena indi/folk come per esempio Boniver ma anche a musicisti come Peter Gabriel con il suo mix di canzone d’autore, musica etnica e elettronica. In seguito, con il contributo di tutti gli elementi della band, i brani hanno acquisito uno stile molto originale e un sound particolare e distintivo.

L’anno scorso il Gruppo si era già presentato al Festival, riscuotendo un bel successo di critica e di pubblico, nonostante il concerto sia stato disturbato (ma non… sconfitto) dal maltempo. Ora il Gruppo agguerrito più che mai, si ripresenta all’attenzione del pubblico appassionato del Festival, con il suo primo lavoro discografico,  Playing for the fireflies, (CDSW12025) , nella suggestiva Piazzetta Matteotti, sperando questa volta  nella fortuna e soprattutto nel buon tempo

 

The Sleeping Whale

Claudio Bevilacqua: chitarra elettrica

Lorenzo Bruscantini: batteria e percussioni

Lorenzo Licciardello: basso

Marco Gigli: voce e chitarra

Marco Tarantelli: chitarra e sax

Matia Martinelli: pianoforte e tastiere

 

Ingresso libero sino ad esaurimento dei posti

 

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MONSANO (AN) –  VENERDÌ  22 AGOSTO – ORE 19,00

PRESENTAZIONE DEL LIBRO  “IL POZZO DELLA MEMORIA”

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Piazzetta Matteotti Incontro del Tramonto

In collaborazione con il Comune, l’Assessorato alla Cultura di Monsano

 

PRESENTAZIONE DEL LIBRO

IL POZZO DELLA MEMORIA  *

La ricerca sulla cultura popolare orale marchigiana e il contributo de La Macina

alla sua scoperta conservazione e diffusione

(Atti del Convegno Nnazionale di Jesi: 18 Giugno 2018)

 

A cura di

Gastone Pietrucci

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Gastone Pietrucci e Angelo Ortenzi, Polverigi, 1986

 

In questa quarta giornata monsanese, sempre nella Piazzetta Matteotti alle ore 19,00, verrà presentato il libro, a cura di Gastone Pietrucci, su gli Atti del Convegno Nazionale del 2018 di Jesi Il pozzo della memoria (La ricerca sulla cultura popolare orale marchigiana e il contributo de La Macina alla sua scoperta conservazione e diffusione) pubblicato nel numero 433 dei Quaderni del Consiglio Regionale delle Marche. Interverranno: il Presidente del Consiglio Regionale delle Marche, Dino Latini, il critico letterario Massimo Raffaeli, la Prof. Laura Cavasassi, il giornalista Giovanni Filosa, Liana De Gregorio Scarabicchi,  gli attori Mugia Bellagamba, Milena Gregori, Filippo Paolasini, Dante Ricci e per la parte musicale Gastone Pietrucci e Marco Gigli.

Un grande appuntamento, dopo la pubblicazione nel 2019, sempre nei Quaderni del Consiglio regionale delle Marche,  nei volumi 299 e 300, di Cultura Popolare Marchigiana. Canti e testi tradizionali raccolti nella Vallesina, di Gastone Pietrucci, un altro significativo traguardo è stato raggiunto. A coronamento del lavoro costante, quasi sessantennale di Gastone Pietrucci e della “sua” Macina.

Il "pozzo" della memoria, un Convegno su La Macina e sul suo aedo malinconico ed ardente, Gastone Pietrucci, che ha inteso avviare una riflessione attorno ai molteplici significati cha ha assunto una storia come quella de La Macina, nei decenni che hanno cadenzato il suo glorioso cammino.

 

Tre i Relatori del Convegno, presieduto da Allì CARACCIOLO ((poeta, regista, docente di Storia del Teatro e dello Spettacolo presso l’Università di Macerata, ha fondato e dirige il Teatro di Ricerca Sperimentale Teatro A), Quell’antico rito crudele (Drammaturgia del canto per un Teatro arcaico della contemporaneità),

Prof. Piero G. ARCANGELI (etnomusicologo e compositore), Terra di canti, canti di terra.

Antonio DE SIGNORIBUS (giornalista, scrittore, antropologo), L’anello forte della fiaba popolare.

 

Ben quattordici sono state le Comunicazioni con:

Gastone PIETRUCCI (etnomusicologo. Ricercatore sul campo, fondatore, componente e leader de La Macina): Non altro che il canto, (1968-2018 i cinquant’anni d’arte e di passione de La Macina),

Stefano CAMPOLUCCI (Maestro concertatore, docente Scuola Musicale “G.B.Pergolesi”, di Jesi), La tradizione musicale marchigiana incontra l’orchestra.

Carlo CECCHI (artista, pittore), Aria.

Guido FESTINESE (giornalista, critico musicale, saggista, docente di cronaca e critica musicale), Per Gastone e La Macina.       * (IL TESTO INTEGRALE NELL’APPARATO N.  5)

Samuele GAROFOLI (jazzista), La Macina e il jazz,

Jonathan GIUSTINI (giornalista, critico musicale), Collage come musica che va per l’aere.

Maria Novella GOBBI (attrice, ricercatrice del Teatro di Ricerca Sperimentale Teatro A), Gastone Pietrucci voce abisso.     *  (IL TESTO INTEGRALE NELL’APPARATO N.  5)

Tiziana OPPIZZI e Claudio PICCOLI (curatori del sito Associazione Culturale Il Cantastorie on line), Tracce di memoria antica.

Laurita PERGOLESI (artista, musicista argentina), Il viaggio de La Macina nel mondo.

Paola RICCI (artista, e organizzatrice teatrale), Gastone Pietrucci e La Macina dal popolo all’arte, dall’arte al popolo.   *  (IL TESTO INTEGRALE NELL’APPARATO N.  5)

Massimo RAFFAELI (critico letterario), Un pensiero per La Macina,

Stefano SANTINI (architetto, cover design), Gastone e La Macina e l’arte contemporanea.

Francesco SCARABICCHI (poeta, traduttore, critico d’arte), Un omaggio e un inedito a La Macina.     *  (IL TESTO INTEGRALE NELL’APPARATO N.  5)

Marino SEVERINI (fondatore e leader del gruppo rock de i Gang), Il Gigante.       * (IL TESTO NELL’APPARATO N.  5)

 

Tre gli Interventi aggiuntivi degli Apparati:

Laura CAVASASSI, (Docente di Filosofia e Direttrice di “Castelbellino Filosofia”), Il pathos della vista e dell’udito.

Paolo BRAVI (docente presso l’ITE “Martini” di Cagliari, ha conseguito due Ph.D. in “Metodologie della ricerca antropologica”, Università di Siena, 2008, e in “Teorie e storia delle lingue e dei linguaggi”,

Università di Sassari, 2013), Una voce da ricordare, dedicato ad una delle più grandi informatrici de La Macina, Lina Marinozzi Lattanzi.

 Giarmando Antonio DI MARTI (tra i più noti poeti marchigiani), a Gastone Pietrucci voce delle voci      * (IL TESTO INTEGRALE NELL’APPARATO N.  5)

 

 

SCALETTA DELL’INCONTRO

 

 

Dopo i saluti istituzionali, Gastone Pietrucci con Marco Gigli e Marco Tarantaelli, eseguiranno Bella sei nada femmene, in omaggio a Valeria Moriconi.

Dopo le Relazione di Massimo Raffaeli, Laura Cavasassi e Giovanni Filosa, sempre Pietrucci con Marco Gigli e Marco Tarantaelli, eseguiranno, Cioetta cioetta

Poi nell’ordine gli attori, leggeranno, frammenti delle sequenti relazioni (che si potranno leggere nella loro intera integrità nell Apparato 5:

DANTE RICCI, da Guido FESTINESE, Per Gastone e La Macina.

MUGIA BELLAGAMBA, da Paola RICCI, Gastone Pietrucci e La Macina dal popolo all’arte, dall’arte al popolo

MILENA GREGORI, da Maria Novella GOBBI, Gastone Pietrucci voce abisso.

Filippo PAOLASINI, da Marino SEVERINI  Il Gigante.

Liana DE GREGORIO SCARABICCHI, da Francesco SCARABICCHI, Un omaggio e un inedito a La Macina.

Infine  Gastone Pietrucci con Marco Gigli e Marco Tarantaelli, concluderanno l’ Incontro con Nave che porti al niente (stupenda lirica scritta da Francesco Scarabicchi per essere musicata da La Macina

 

 

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Saluti istituzionali

Dino LATINI, Presidente Consiglio Regionale delle Marche

RobertoCampelli, Sindaco di Monsano

Rosita Pigliapoco, Assessore Cultura Comune di Monsano

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Relatori

Massimo Raffaeli, Critico letterario

Laura Cavasaaai, Docente di Filosofia e Direttrice di “Castelbellino Filosofia”

Giovanni Filosa, giornalista

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Coordinatore

Gastone Pietrucci

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Voci recitanti

Liana De Gregorio Scarabicchi

Mugia Bellagamba

Milena Gregori

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Musica

Gastone Pietrucci.voce

Marco Gigli, chitarra, voce

Marco Tarantelli, contrabbasso

 

 

A TUTTI I PRESENTI IN OMAGGIO UNA COPIA DEL LIBRO

 

 

* In esclusiva per il Monsano Folk Festival

 

Ingresso libero sino ad esaurimento dei posti

 

 

 

     Per i testi integrali degli interventi di

GUIDO FESTINESE - MARIA NOVELLA GOBBI - PAOLA RICCI - FRANCESCO SCARABICCHI

MARINO SEVERINI - GIARMANDO ANTONIO DI MARTI

vedi  APPARATO N. 5

 

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MONSANO (AN)  – SABATO 23 AGOSTO – ORE 21,30

MACINA E GANG ANCORA INSIEME

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Piazza dei Caduti Concerto di Chiusura Festival

In collaborazione con il Comune, l’Assessorato alla Cultura di Monsano

 

MACINA-GANG in

CONCERTO PER IL VENTENNALE DEL FESTIVAL  *

dei due gruppi “storici” del folk e del rock italiano

 

Sandro e Marino Severini   Gastone Pietrucci

“I giganti del cuore e della musica dell’antica terra della Marca”

Giovanni Coccia, Roma, 9 Giugno 2023

 

Macina-Gang, Villapotenza, 2023

(Foto: Giovanni Coccia)

 

Macina-Gang, Monsano Folk Festival 2022

(Foto: Marco Pozzi)

 

 

Nel 2000, per la prima volta fu presentato al Monsano Folk Festival, il primo progetto Macina-Gang, che nel 2004, scaturì nell’ormai famoso lavoro discografico, il cd Nel tempo e oltre  cantando. Collaborazione tra i due “storici” gruppi marchigiani del folk di Gastone Pietrucci e del rock dei Fratelli Marino e Sandro Severini, che riscosse una unanime grande successo di critica e di pubblico. Macina-Gang, tra l’altro fu segnalato e premiato al Premio Tenco 2004, come SuperGruppo dell’Anno.

Così, ancora una volta, il Monsano Folk Festival, ospiterà, questa straordinaria reunion che farà rincontrare di nuovo, come per magia, due mondi sonori, così lontani e nonostante tutto così vicini.

 

 

“[…] Due esempi di fierezza messi insieme, una colla della memoria e due reagenti che assieme sprigionano forza e tenerezza. Adesso il connubio Macina e Gang è realtà a tutti gli effetti […] Qui troverete un incendio elettrico che comincia con un altro titolo profetico, Le radici e le ali, un incendio che è la forza nuda e poetica di un possibile canzoniere popolare costruito con le schegge della tradizione orale e gli spezzoni brucianti del combat rock militante. Mordono le chitarre con guizzante, saggio vigore,  morde la voce antica ed essenziale di Pietrucci a dominare un flusso di idee, storie, percorsi individuali e collettivi lontani dall’oblio”. (Guido FESTINESE, World MusicMagazine, n. 66, Maggio-Giugno 2004)

Due momenti significativi “rubati” dall’obiettivo magico di Marco Pozzi

prima del concerto Macina-Gang, Monsano Folk Festival 2022

e dopo il concerto Macina-Gang, Monsano Folk festival 2023

 

 

 

“Al Festival di Mantova oggi sarà presentato Nel tempo ed oltre, cantando, splendida collaborazione discografica fra il gruppo folk marchigiano La Macina ed il gruppo veterano in Italia del combat rock, i Gang dei Fratelli Severini […] Da una parte la Macina, uno dei gruppi cardine del folk revival italiano: che significa opera di tessitura, di memoria, di rapporti sul territorio, produzioni discografiche incessanti nei decenni, sino a ricostruire una mappa degli alberi di canto che abitavano nel cuore d’Italia […] Dall’altra parte i Gang,[…] uno dei pochi gruppi rock che nella Penisola possano andare a testa alta, combat rockc affilato come un rasoio e dolce come un racconto sul punto di svanire: esattamente come i brani raccolti da Gastone Pietrucci[…] Nel tempo ed oltre, cantando… un cd che, se ci saranno orecchie attente, potrebbe bissare lo straordinario exploit del fischio del vapore dell’accoppiata De Gregori-Marini, a restituire dignità ai canzonieri lasciati all’oblio comodo ai potenti di turno[…]  Vengono in mente i gruppi migliori del rock indipendente dall’altra parte dell’Oceano, a cominciare dalla Willard Grant Conspiracy. Ma qui è tutta roba nostra: di ieri, ed invece è oggi, di oggi, costruito su una sequenza di ieri che il tempo e i contrabbandieri della storia vorrebbero portarvi via.” (Guido FESTINESE, Guerriglieri folk-rock in azione, il Manifesto, 4 Marzo 2004)

 

 

La Macina

Gastone Pietrucci, voce

Adriano Taborro, chitarra acustica, violino, mandolino

Marco Gigli, voce, chitarra

Roberto Picchio, fisarmonica

Riccardo Andrenacci, batteria, percussioni

Marco Tarantelli, contrabbasso

Giorgio Cellinese, coordinatore

 

Gang

Marino Severini - voce, chitarra 12 corde

Sandro Severini - chitarra elettrica

 

CD Macina-Gang, Nel tempo ed oltre cantando, 2004

 

       

Gastone Pietrucci – Marino Severini – Sandro Severini

 

 

* In esclusiva per il Monsano Folk Festival

 

Ingresso libero sino ad esaurimento dei posti

 

Per ulteriori approfondimenti su i GANG  e sul cd

 MACINA-GANG, NEL TEMPO ED OLTRE CANTANDO vedi

 APPARATO N. 6

 

 

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***

Gli Artisti Protagonisti  del  

 

 

Monsano  Folk  Festival  2025  

 

 

La Macina

Gastone Pietrucci, voce

Adriano Taborro, (direttore musicale)

chitarra, mandolino, violino, voce 

Marco Gigli, chitarra, voce, controcanti

Roberto Picchio, fisarmonica, voce

Riccardo Andrenacci, batteria, percusioni

Marco Tarantelli, contrabbasso

Giorgio Cellinese, coordinatore

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Gastone Pietrucci

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Adiano Taborro, chitarra, mandolino, violino, oud

Direttore artistico de La Macina

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Marco Gigli, chitarra, voce

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Roberto Picchio, fisarmonica, organetto

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Riccardo Andrenacci, batteria, percussioni

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Marco Tarantelli, contrabbasso

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Roberto Gigli

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Giustino Zuccarini

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Andrea Antolini

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Diego Morresi

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Alessandro Tarabellii

Dario Aspesani %et

Dario Aspesani, chitarra, tastiee, armonica

Marco Ferrara: piano e tastier

Paolo Partenza: percussioni

Maurizio Moscatelli: sassofono, clarinetto e flauti traverso

Lara Giancarli: voce, cori

Lara Giancarli

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Allì Caracciolo (STA) 

 

Maria Novella Gobbi (STA)

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Fabio Bacaloni (STA)

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Milena Gregori   

Elisa Ridolfi

Elisa Ridolfi, voce e cajon

Riccardo Bertozzini, chitarra

Andrea Alessi, contrabbasso

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Dante Ricci

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Giorgio Cellinese

Eréndira Diaz (Messico)

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Laurita Pergolesi (Argentina)

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Silvia Spuri   

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Mugia Bellagamba

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Marco Poeta

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Maria Tarantelli

The Sleeping Whale

Claudio Bevilacqua: chitarra elettrica

Lorenzo Bruscantini: batteria , vibrafono

Marco Gigli: voce e chitarra

Lorenzo Licciardello: basso

Matia Martinelli, tastiere, piano, cori

Marco Tarantelli: chitarra  )

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Massimo Raffaeli

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Laura Cavasassi

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Giovanni Filosa

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Liana De Gregorio Scarabicchi

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Filippo Paolasini  

Gang

(Sandro e Marino Severini)

 

Ricordati

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Valeria Moriconi

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Don Savino Capogrossi

Gianfranco  Costarelli

Francesco Scarabicchi (1951-2021)                            

Piero Cesanelli

 

Maurizio Agasucci

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Peppe Pirani, (1942-2008)

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Augusta Marcelli Bruschi (1901-1990)

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Adelaide Tassi Pietrucci (1913-1987)

Cesira Zenobi Gigli (1906-1996)

 

*  *   *

SPONSOR

 DEL FESTIVAL

 

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Vicolo della Pace, 3 – JESI (An)

Tele. + 39 0731 56174

 

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I PROGRAMMI DEI FESTIVAL GEMELLATI

CON IL MONSANO FOLK FESTIVAL

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*  *   *

 

Foglie d’Album 

 

Raccontare è del resto un atto di giustizia:

l’unico modo per ridare ai morti un posto tra i vivi.

Walter Benjamin

 

Sotto questo nome, da quest’anno sono indicati dei nuovi lavori, montati appositamente per l’edizione attuale del Monsano Folk Festival e per le edizioni future.

Prerogativa originaria ed insostituibile del Monsano Folk Festival, è stata sempre quella di essere oltre che un Festival internazionale ed itinerante, soprattutto un Festival di Musica popolare originale oltre che di revival. Quindi caratterizzare il Festival oltre che con gruppi od artisti di folk-revival, anche e soprattutto con la presenza indispensabile degli autentici portatori della tradizione e della loro musica cosiddetta“originale”.

Sino ad ora, sono riuscito (come ricercatore e come direttore artistico) a far partecipare sino alle ultime edizioni del Festival i cosiddettiinformatori, a farli conoscere personalmente al grande pubblico con concerti e partecipazioni memorabili,  indimenticabili ed aggiungerei fondamentali.

Ora purtroppo questo grande patrimonio umano, piano piano, va inesorabilmente e fisiologicamente scomparendo. Quindi mi sono posto il problema (una volta privi di questo incommensurabile serbatoio umano della memoria) come continuare la linea principale dell’ “originalità” delFestival, senza snaturarlo né andando fuori tema.

Gli ultimi informatori (magistralmente definiti anche alberi di canto) stanno scomparendo, la mia testimonianza diventa sempre più inevitabile per tramandare la loro memoria. Allora ho deciso che sarò io, con Foglie d’Album (quando non avrò più a disposizione i principali informatori) a sostituirmi a loro, nel raccontare a mia volta, i miei fortunati incontri, le mie registrazioni con loro, prestando la mia voce, i miei ricordi, per far rivivere le loro storie, le loro vite, i loro canti e tutto il loro bagaglio di umanità, di tenerezza, di “amore” che in questi più che quaranta anni di ricerca sul campo, mi hanno donato.

 

Gastone Pietrucci,

 Jesi, 12 Giugno 2009

 

   

Foglie d’Album

Fascicoli pubblicati

(a cura di Gastone Pietrucci)

 

 

 

Foglie d’Album 2009

n. 1   Aldo GOBBI

La voce, l’organetto e la memoria

per un grande ricordo: Aldo Gobbi

 

Foglie d’Album 2009 

 

 

 

 

n. 2  Italo AGNETTI, “Totò”

“In famija eravamo

in ventisei persone… 

 

Foglie d’Album 2010

n.  3   Pietro BOLLETTA

Il primo grande informatore

 de La Macina

 

Foglie d’Album 2010

 

n.   Armanda ANIMOBONO MANCINI 

& LE SORELLE

La voce della filanda jesina

 

 

Foglie d’Album 2011

 

n.  5   Giuseppe GASPARRINI

 Beppe de Birtina l’ultimo grande

 cantastorie marchigiano

Quel felice incontro ad Appignano nel 2001…

  

 Foglie d’Album 2011

 

n.  6   Laura PIETRUCCI CALABRESI 

Maria PIETRUCCI

Lallì & Mariuccia. Le voci di casa

 

 

Foglie d’Album 2012

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n. 7  Cesira ZENOBI GIGLI 

 Adelaide TASSI PIETRUCCI  

Le amiche del cuore

 

 

Foglie d’Album 2013

Numero straordinario

 Manuela BALDUCCI GIGLI

Grande voce femminile de La Macina

 

 

Foglie d’Album 2014 

Numero straordinario

 Gianfranco COSTARELLI

La Radiosa presenza

con il contributo del Comune e dell’Assessorato alla Cultura di Camerata Picena 

 

 

 

Foglie d’Album 2015

 

n. – Elvira CORSETTI PIRANI,” ”LA PIRANA

Il Canzoniere della Pirana

 

ANNULLATO PER DIVIETO INSPIEGABILE

DEL FIGLIO DELL’USO, PER LA PUBBLICAZIONE

DEL FASCICOLO N. 8 DI FOGLIE D’ALBUM,

DELLE INDISPENSABILI FOTO DELLA MADRE

ELVIRA CORSETTI PIRANI, DETTA “LA PIRANA”

 

 

Foglie d’Album 2016

n. 8  Nardino BELDOMENICO  

Grande “albero di canto”, grande

informatore e grande amico de La Macina

con il contributo della Famiglia Beldeomenico 

 

 Foglie d’Album 2016

n. 9  Severino RONCONI

“Sonava tutto… era bravissimo…

era indistruttibile…”

con il contributo della Famiglia Ronconi 

 

Foglie d’Album 2017

 

n. 10  Lina MARINOZZI LATTANZI

Grande voce della terra e dell’anima

con il contributo della Famiglia Lattanzi 

 

 

Foglie d’Album 2019

 

n. 11  Quartina LOMBARDI GIANSANTELLI,

Cesira SANTARELLI COLTORTI e Italia SANTARELLI

Quel miracolo all’Ospedale “Murri” di Jesi

1976 Genesi di una ricerca

 

Foglie d’Album 2020

 

  

n. 12  Giovanni CAPOGROSSI-Gianfranco FILIPPONI- NAZZRENO SALDARI

Le storie-Lo scioglilingua-Il canto

con il contributo di Alfiero Capogrossi e di Adriana, Federico e Marcello Filipponii 

 

 

 

Foglie d’Album 2021

 

7

n. 13 Anna Maria Bramucci CARRARA

A,B,C, Musica, maestra! Grazie.

con il contributo del Comune e dell’Assessorato alla Cultura diMorro d’Alba 

 

 

Foglie d’Album 2022

 

Numero straordinario

 Simona STRONATI

“rossoSIMONA”

con il contributo del Comune e dell’Assessorato alla Cultura di Monsano 

 

 

Foglie d’Album 2023

 

 

n. 14 Telemaca CAGNONI GORI- Augusta MARCELLI BRUSCHI

Rose d’amor

 

 

* I fascicoli della Serie Foglie d’Album editi dal Centro Tradizioni Popolari sono progressivamente numerati,

in modo da poterli raccoglierli ed alla fine della Collana sistemarli in un apposito raccoglitore.

  

 

Foglie d’Album,2023

by Centro Tradizioni Popolari

Printed in Italy. All Rights Reserved

 

Ogni riproduzione, o riproposta, anche parziale del materiale qui raccolto, deve essere da noi autorizzata e comunque sempre citata.

 

 

 

*  *   *

 

 

APPROFONDIMENTI  SU  I  LUOGHI DEI CONCERTI

DEL MONSANO FOLK FESTIVAL 2025

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Piazza dei Caduti, Monsano

 

La Piazza dei Caduti di Monsano

 ospiterà i seguenti concerti:

 

MONSANO – SABATO 2 AGOSTO -Piazza dei Caduti-Ore 21,30 - Serata Inaugurale

DOCUFILM STANOTTE MI SOGNAI   *

Presentazione dei due docifilm su La Mostra de La Macina e Gastone Pietrucci

A cura di Roberto Gigli

 

 

MONSANO –SABATO 23 AGOSTO -Piazza dei Caduti-Ore 21,30- Concerto Chiusura Festival

MACINA-GANG  in

CONCERTO PER IL QUARANTENNALE DEL FESTIVAL *

dei due gruppi storici del folk e del rock italiani

 

·         in esclusiva per il Monsano Folk Festival

*

 

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Esterno e interno della Chiesa di Santa Maria fuori Monsano

 

 

MONSANO –GIOVEDÌ 7 AGOSTO – Esterno ed interno Santuario Santa Maria fuori Monsanoi-Ore 6,00-

Concerto dell’Alba MACINA & SPERIMENTALE TEATRO A

in

 LA MADONNA VELLA VELLA… *

Per i 555 anni dell’apparizione della Madonna

 

·         in esclusiva per il Monsano Folk Festival

 

*

La Piazzetta Matteotti di Monsano

ospiterà i seguente concerti

MONSANO – GIOVEDÌ 21 AGOSTO –Piazzetta Matteotti-Ore 19,00 – Concerto del Tramonto

THE SLEEPING WHALE in

PLAYNG FOR THE FIREFLIES

Presentazione della loro prima opera discograficaSW12025

 

MONSANO – VENERDÌ 22 AGOSTO –Piazzetta Matteotti-Ore 19,00 – Incontro del Tramonto

PRESENRAZIONE DEL LIBRO IL POZZO DELLA MEMORIA  *

A cura di Gastone Pietrucci

·         in esclusiva per il Monsano Folk Festival

 

*

L’’Anfiteatro Comunale di San Paolo dii Jesi

ospiterà, per la prima volta il concerto

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SAN PAOLO DI JESI – DOMENICA 3 AGOSTO- DOMENICA 3 AGOSTO- ORE 21,30 -Concerto Grande della Sera     

DARIO ASPESANI 5ET in

VIAGGIO NEL MONDO MUSICALE

FOLK, JAZZ, LATIN E BLUES

*

Il Chiostro di Villa “Nappi”i

Ospiterà, il concerto:

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POLVERIGI - VENERDÌ  8 AGOSTO - ORE 21,30- Concerto- Incontro della Sera

ELISA RIDOLFI TRIO in

L’ORA DEL FUNAMBOLO

con la partecipazione straordinaria di

GASTONE PIETRUCCI e MARCO GIGLI

*

Largo Pirani di Mergo

ospiterà, il concerto:

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MERGO – SABATO 9  AGOSTO- Ore 19,00 – Concerto del  Tramonto

MACINA & DANTE RICCI in

VENE IL SABADO E VENE IL VENERE…*

Concerto per Peppe Pirani “poeta” e Augusta Marcelli Bruschi, grande informatrice de La Macina

·         in esclusiva per il Monsano Folk Festival

 

Casale COSTARELLI nella Frazione il Cassero, Via del Castello, 5

 di Camerata Picena ospiterà, il concerto:

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CAMERATA PICENA-FRAZIONE IL CASSERO – DOMENICA 10  AGOSTO- Ore 19,00 – Concerto del  Tramonto

GIORGIO CELLINESE & MACINA in

VECCO ARRIVA GIÒ GIÒ …*

Ricordi e tradizioni popolari atriane della famiglia Cellinese

in esclusiva per il Monsano Folk Festival

*

SERRA DE’ CONTI

Chiostro di San Francecso

ospiterà il seguente concerto:

     

SERRA DE’ CONTI- MARTEDÌ 12 AGOSTO- Ore 21,30- Concerto- Incontro della Sera

ERÉNDIRA  DIAZ – LAURITA PERGLESI - SILVIA SPURI in 

TE QUIERO, MON AMOUR *

Canzoni d’amore e di disamore dal Sudamerica alla Francia,

·         in esclusiva per il Monsano Folk Festival

*

FRAZIONE DI CERRETO DI MONTEGIORGIO (FM)

ospiterà il seguente concerto:

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MONTEGIORGIO (FM) -  MERCOLEDÌ 13 AGOSTO- Ore 21,30- Concerto Grande della Sera     

LA MACINA & ELISA RIDOLFI in

NAVE CHE PORTI AL NIENTE

Omaggio a Francesco Scarabicchi e Piero Cesanelli

 

*

PIEVETORINA (MC)

Parco Gianni Rodari Ospiterà:

PIEVETORINA (MC) - GIOVEDÌ   14  AGOSTO- Ore 21,30 – Concerto Grande della Sera     

LA MACINA & MUGIA BELLAGAMBA  in

LA FILANDRA E’ ‘NA GALERA…

Canti e tradizioni popolari della filanda jesina

*

JESI (AN)

 

PIAZZA GHISLIERI

ospiterà il seguente concerto:

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JESI – SABATO 16 AGOSTO- Ore 19,00 – Concerto del Tramonto

LA MACIN AL BALCONE in

CONCERTO À LA CARTE  *

Dedicato A Valeria Moriconi

·         in esclusiva per il Monsano Folk Festival

*

JESI (AN)

 

CHIESA SAN BERNARDO (Via Valle 3)

ospiterà il seguente concerto:

  

 

JESI – DOMENICA 17 AGOSTO- Ore 19,00 – Concerto del Ricordo e  della Memoria

GASTONE PIETRUCCI E LA MACINA in

IL DOVERE DELLA MEMORIA  *

In ricordo di Cesira Zenobi Gigli e Adelaide Tassi Pietrucci, “Le amiche del cuore”

 

·         in esclusiva per il Monsano Folk Festival

*

Casale TARANTELLI di Morro d’Alba, Via Santa Maria del Fiore, 57

 ospiterà, il concerto:

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MORRO D’ALBA – GIOVEDÌ  20 AGOSTO- Ore 19,00 – Concerto del Tramonto

 

LA MACINA IN FAMIGLIA *

Con l’amichevole partecipazione straordinaria di

MARCO POETA

 

in esclusiva per il Monsano Folk Festival

 

 

     *****

 

APPARATO N. 1

SANTUARIO SANTA MARIA FUORI MONSANO
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Esterno e interno della Chiesa di Santa Maria fuori Monsano

 

Origini della leggenda

Secondo la leggenda nei mesi di febbraio-marzo del 1471, la Madonna apparve più volte a tre persone diverse. All'epoca in questo luogo vi era un olmo dal quale la Vergine scese e avrebbe tracciato sulla neve la pianta di una piccola cappella che voleva fosse eretta in suo onore. Dapprima fu il pastore Gaspare di Calvise, in seguito, Gregorio, figlio di notabili, e infine frà Gregorio, eremita della chiesa degli Aròli. I Massari di Monsano, amministratori dei beni delegati dal Comune di Jesi, e il parroco del luogo, ebbero molta reticenza, ma infine, il 12 marzo 1471, festa del patrono San Gregorio, il popolo di Monsano, in processione all'olmo, pose la prima pietra

La prima cappella

La cappella era un ambiente rettangolare che misurava solo 6 metri per 4 ed era coperto da un soffitto ligneo dorato a motivi floreali[2]. Le apparizioni e i miracoli attirarono sempre più pellegrini e offerte, tanto che destò l'interesse del vicino Comune di Jesi. Quest'ultimo si rivolse direttamente al papa, Sisto IV, affinché la mettesse sotto la diretta giurisdizione della Città, espropriandola sia al vescovo di Jesi (Tommaso Ghisleri 1464-1505), che alla gente di Monsano. Ma il vescovo ne ottenne la meglio e nomi un frate francescano come cappellano[. Inoltre, come la cappella risultava troppo esigua per accogliere le masse di fedeli, si decise di inserirla in una chiesa più grande dotata di portico ad arcate. La decorazione dell'edificio venne affidata al pittore jesino Andrea di Bartolo. Nel 1472 dipinse, all'interno, l'affresco della Vergine, secondo la descrizione dei tre "veggenti", come anche le iscrizioni dettagliate delle apparizioni[3]. All'esterno realizzo gli affreschi delle quattro lunette del portico con le raffigurazioni delle Apparizioni[1][3]. Di quest'ultimi si conserva solo una riproduzione in quattro pergamene miniate (inchiostro su pergamena mm. 360 X 240) realizzate per volere dei Massari di Monsano nel 1623 e oggi custodite nel museo diocesano di Jesi. Nel 1560, il vescovo Gabriele Del Monte, sostenitore dei principi del Concilio di Trento, costituì cinque nuove parrocchie nel territorio jesino, fra le quali quella di Santa Maria di Monsano].

La chiesa attuale settecentesca[Alcuni degli ovali delle Storie della Vergine dipinti nel 1736 da Domenico Luigi Valeri.

Di nuovo troppo angusta, la chiesetta venne di nuovo ingrandita all'inizio del XVIII secolo, quando venne aggiunta l'aula quadrangolare sul davanti, con conseguente distruzione del portico e dei relativi affreschi[3]. Fra il 1729 e il 1734 venne eretto il campanile, in laterizi, sul fianco destro[2] e, in seguito, si realizzò la decorazione dell'interno. La volta a padiglione è affrescata con motivi decorativi, floreali e putti; al centro è l'Assunzione della Vergine. Nel 1736 il pittore jesino Domenico Luigi Valeri realizzò le otto tele ovali delle Storie della Vergine (olio su tela cm. 150 X 80) poste nei cornicioni barocchi dell'aula: Natività di MariaAnnunciazioneSposalizio della VergineVisitazioneNascita di GesùAdorazione dei MagiBattesimo di Cristo, e l'Immacolata Concezione[1]. Altri quattro ovali ornano le pareti del sacello, di autore anonimo, raffigurano la Storia delle Apparizioni della Vergine (olio su tela cm. 120 X 150)[1].

Tra il 1746 e il 1764 vennero le pale dei due altari laterali, dipinte da Matteo Pannaria, raffiguranti la Deposizione di Gesù dalla Croce e la Madonna col Bambino tra San Domenico e San Giovanni Nepomuceno.

L'altare principale venne ricostruito alla fine del '700 e la semplice facciata di stile neoclassico venne aggiunta nella seconda metà dell'800[2]. Nel 1871, a commemorazione del IV centenario, venne aggiunto un organo a 25 canne.

DON SAVINO CAPOGROSSI

Monsano in lutto per don Savino Capogrossi,

 da mezzo secolo parroco del paese

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MONSANO – È stato per 51 anni la guida spirituale del paese, dove era arrivato il 3 settembre 1970. Oggi don Savino Capogrossi, 87 anni, è tornato al cielo lasciando quaggiù tanti fedeli che gli erano affezionati e gli volevano bene. Un sacerdote sui generis, molto high-tech e carico di inventiva, requisiti che lo avevano reso perno della comunità. Soffriva di problemi cardiaci don Savino, per questo aveva abbandonato la vita parrocchiale da qualche anno. Non riusciva più a celebrare messa nella sua chiesa, ma sebbene infermo aveva allestito la sua abitazione a Monsano come un luogo “aperto” dove portare la sua chiesa. Celebrava la santa messa in camera da letto, con la web cam accesa per condividere il momento con chiunque volesse essergli accanto, sebbene solo spiritualmente. Anima del Palio, onnipresente alle iniziative della Proloco, don Savino c’era sempre per i suoi parrocchiani. Ogni famiglia lo ha accolto per battesimi, cresime, comunioni o matrimoni, lo ha avuto accanto per celebrare anniversari o salutare i propri defunti. E adesso, è la comunità a dover dare l’ultimo saluto a lui con profonda tristezza. Si è spento improvvisamente questa mattina, stroncato da un infarto. Sessantuno anni di sacerdozio, profondamente innamorato di Monsano, era stato promotore di tante belle iniziative come la “Passeggiata delle Figurette” per far scoprire Monsano attraverso le edicole votive e immagini della Madonna; aveva lanciato l’idea delle preghiere su Facebook mentre la pandemia costringeva tutti a star chiusi in casa. Lui era riuscito a riunire i suoi fedeli lo stesso, con dirette Facebook, preghiere postate in rete, metodologie alternative in epoca Covid per tenere saldo lo spirito e la fede. Troppo avanti don Savino, che non perdeva il suo grande sorriso anche di fronte al dolore e alla malattia. Era stato ospite dell’associazione MonsanoCult come testimone di amore per Monsano, una comunità che gli deve molto e che oggi lo piange. Tra i tanti che lo piangono, anche il gruppo folk La Macina: «Proprio ora ho saputo che Don Savino ha lasciato questo mondo, lasciandoci ancora più soli – si legge nella pagina Facebook del gruppo – Don Savino Capogrossi è stato sempre vicino a noi de La Macina, e possiamo dire che grazie ai suoi consigli, al suo affetto ed alla sua grande amicizia, La Macina ha potuto crescere e affermarsi. Ogni volta che lo andavo a trovare, mi ripeteva, che al suo funerale dovevo cantargli il Salve Regina. Caro Don Savino, non avrei voluto cantartelo mai, ma ora io e La Macina siamo pronti a darti questo nostro ultimo, struggente saluto, con uno dei canti più belli della tradizione popolare marchigiana. Don Savino riposa in pace e ricordatisempre di noi».

 

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Pagina del depliant del 32 Monsano Folk Fetsival 2017 dedicata a don Savino Capogrossi:

 Pagina che lui stesso ha scritto per lo straordinario Concerto Itinerante dell’Alba, effettuato da lo

 Sperimentale Teatro A e La Macina, Pianto e dolore della Madonna.(lungo il tragitto della Via Crucis voluta da Don Savino),

Santuario Santa Maria fuori Monsano (Sabato 26 Agosto 2017).

 

       *

 

APPARATO N. 2  

ELISA RIDOLFI

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TARGA TENCO 2024

PER IL MIGLIOR ALBUM OPERA PRIMA

“CURAMI L’ANIMA”

 

Elisa Ridolfi e docente al conservatorio statale G.Rossini di Pesaro.

Dopo il conseguimento del Diploma di Liceo Classico, si trasferisce a Firenze per iscriversi alla Facoltà di Psicologia. Durante la permanenza a Firenze intraprende lo studio del canto classico presso l'Accademia San Felice.

Nel 2000 inizia la collaborazione con il fadista Marco Poeta, uno dei pochi italiani a suonare la chitarra portoghese, Paolo Galassi, Michele Ascolese, in precedenza chitarrista di Fabrizio De AndréFrancesco Di Giacomo, già cantante del Banco del Mutuo Soccorso, ed Eugenio Finardi, con cui produce il primo disco dal titolo O Fado (2001, Target music/Edel), in cui Elisa Ridolfi canta molti dei brani di Amália Rodrigues. Il disco fu registrato a Milano presso le Officine Meccaniche di Mauro Pagani.[3]. Il tour che seguì toccò tutta l'Italia e parte dell'Europa, compreso il Portogallo.

Al tour seguì un lungo viaggio in Portogallo, in cui Ridolfi imparò la lingua e conobbe molti degli interpreti del fado sia storici che giovani, tenendo così concerti nei luoghi storici di questo genere come il Casinò de Estoril e dividendo il palco anche con Ana Sofia Varela. È di questi anni il premio Quartas do Fado per la divulgazione del fado nel mondo.

2002-2008: L'Accademia do Fado

Nel 2002 entra a cantare nell'Accademia do Fado, nuovo progetto di Marco Poeta, che vede il coinvolgimento di Paolo Galassi alla chitarra acustica e Matteo Moretti al basso acustico. Con questa formazione esce il primo album dal titolo O nosso fado per la Target music dove Elisa canta assieme ad Alice Fabretti e Valentino Mercorelli.

Nel 2005, sempre per la Target music, esce l'album Il poeta e la chitarra, composto per la maggior parte da brani inediti, eccezion fatta per la reinterpretazione de La casa in via del campo già interpretata da Amália Rodrigues (Vou dar de beber à dor), che viene tradotta in italiano[4].

Tra le collaborazioni che hanno visto impegnata Elisa Ridolfi e l'Accademia do Fado, vanno ricordate quella con Lucio Dalla (con cui ha già fatto numerosi concerti andando anche a Lisbona), quella con Peppe Servillo degli Avion Travel e quella con Enzo Gragnaniello.

In tutto il periodo della collaborazione con Marco Poeta, molti sono i tour a Lisbona, dove Elisa Ridolfi ha l'opportunità di cantare in locali storici del fado come la Pareirina d'alfama assieme a noti artisti del fado come Argentina SantosJorge FernandoJoao BragaJoel PinaAntónio Chainho.

Nel 2008 Elisa Ridolfi, Matteo Moretti e Paolo Galassi lasciano l'Accademia do Fado

2009-in poi: tra attività solista e la Compagnia di Musicultura[modifica | modifica wikitesto]

Con l'allontanarsi dall'Accademia do Fado, Elisa Ridolfi che continua a collaborare con Matteo Moretti e Paolo Galassi, inizia un nuovo percorso artistico, proponendo una rivisitazione del Fado tradizionale portoghese contaminato da strumenti e atmosfere non consuete per il genere che riprendono sonorità africane, sud-americane o del jazz contemporaneo[5]. Inizia la collaborazione con Marco Pacassoni (marimba e vibrafono), con Andrea Costa (violino) e Gionata Costa (violoncello) dei Quintorigo con i quali realizza il suo primo album solista dal titolo Canta-me o Fado, che vede come ospiti Peppe ServilloLuca Miti e Monica Demuru.

Tra il 2010 ed il 2012 ha curato la direzione artistica di Amantica, festival di musica folk dedicato all'organetto che si svolge a Recanati.

Verso la metà del decennio, Elisa Ridolfi viene chiamata da Pietro Cesanelli a mettere la voce nello spettacolo de La Compagnia di Musicultura dal titolo Scalinatella, la canzone napoletana dalla villanella al rock blues. Inizia così un lungo periodo di collaborazione con il gruppo di Cesanelli che durerà per molti spettacoli successivi.

Nel 2021 Elisa Ridolfi annuncia l'uscita del nuovo album intitolato Rec De Cor, già pronto da più di un anno, ma non più uscito a causa della pandemia di COVID-19

Discografia

Solista2009 - Canta-me o Fado

Accademia do Fado

·         2001 - O Fado con Eugenio FinardiFrancesco Di Giacomo e Marco Poeta

·         2003 - O nosso fado

·         2005 - Il Poeta e la chitarra

 Nella Collana: Crinali, inaugurata da La Macina, con il cd live,, La Macina Nel vivo di una lunga storia, Elisa Ridolfi, ha inciso il suo Curami l’anima.

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Elisa Ridolfi 

Curami l'anima 

contiene cd e

Formato 14x14, pp. 28, con foto a colori e b/n e le opere in ceramica di Antonella Sabatini

 

Fine modulo

Dopo un’intensa stagione d’impegno nella promozione del fado in Italia, Elisa Ridolfi è al suo esordio come cantautrice con un carico di vita e poesia che si scioglie magnificamente in una voce di grande fascino e personalità, giunta al culmine delle sue potenzialità come timbrica, estensione e varietà di modulazioni.

Qualcosa di lieve e pesante allo stesso tempo, etereo e terrestre si leva da questi brani, in un flusso di coscienza che ininterrottamente muta tragitto per ritornare ogni volta su se stesso, senza mai assumere le cadenze tristi di un ripiegamento: qualcosa che si definisce soltanto nel linguaggio evocativo della musica ma che il duplice rimando a Virginia Woolf (Q e Il tempo passa) può aiutare a nominare. Curami l’anima, pertanto, non è un titolo a caso né, tanto meno, a sproposito: c’è davvero qualcosa che risuona come benefico, lenitivo di pene e tormenti, una sorta di unguento sonoro che la protagonista deve aver sperimentato su di sé prima di farne dono agli altri, provando sulla sua stessa pelle come la musica possa consolare l’animo degli uomini disperdendo il brusìo delle loro vane parole.

Con scritti di Jorge Fernando, Domenico Ferraro e Ezio Nannipieri, la direzione artistica di Tony Canto, un ensemble di grandi musicisti e la partecipazione straordinaria di Eugenio Finardi e Jaques Morelenbaum, un album di rilucente bellezza e di una rara forza espressiva.

 

 

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APPARATO N. 3  

CHIOSTRO DI SAN FRANCESCO

 

Nell'antico convento di San Francesco, dei Minori Francescani Conventuali, risalente ai primi del XIV secolo, oggi è collocata l'attuale sede del Municipio. La struttura dell'edificio è rimasta sostanzialmente intatta fino ad oggi, ma è scomparsa la chiesa annessa che aveva una torre con orologio. A testimonianza, sulla sinistra della facciata del palazzo comunale, ci sono le tracce di un antico affresco che apparteneva alla chiesa. Ora,  nell’attuale Piazza Gramsci, resta il Chiostro di San Francesco, che fu ristrutturato nella seconda metà dell’Ottocento. Il loggiato conserva nel pennacchio del terzo arco un frammento di affresco, che apparteneva forse ad un altare, raffigurante il tetto di una capanna e riconducibile al tema della Natività di Gesù.

 

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Un’iscrizione permette di identificare l’artista, Dionisio Nardini, che eseguì l’affresco con ogni probabilità nell’ultimo decennio del XV secolo.

Negli ambienti ricavati dalla ristrutturazione ottocentesca ed in quelli del vicino Palazzo Palazzi (sec. XVIII) hanno sede gli uffici comunali.

 

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APPARATO N. 4

CHIESA DI SAN BERNARDO

 

La Chiesa di San Bernardo costituisce uno dergli esempi più interessanti  di architettura tardobarocca jesina.

 

Portone ligneo cinquecentesco della Chiesa di San Bernardo (Via Valle,3), uno dei più bei gioielli dell’arte barocca presenti a Jesi. Il portone è uno dei pochissimi ancora in funzione dal cinquecento, di considerevoli dimensioni tutto lavorato a bugne.

Il legno di costituzione non è facilmente riconoscibile in quanto ricoperto da sporcizia, residui di vernice e materiale di erosione prodotta dalla tarlatura, ma facilmente è un legno nobile a venatura compatta. la sua vera natura verrà definita in maniera certa solo dopo la ripulitura. è ricoperto da spaccature, fessurazioni, segni di impropri restauri e pezzi di cornice applicati a caso ed ormai in distacco e non congruenti agli originali.

   

il legno di costituzione non è facilmente riconoscibile in quanto ricoperto da sporcizia, residui di vernice e materiale di erosione prodotta dalla tarlatura, ma facilmente è un legno nobile a venatura compatta. la sua vera natura verrà definita in maniera certa solo dopo la ripulitura. è ricoperto da spaccature, fessurazioni, segni di impropri restauri e pezzi di cornice applicati a caso ed ormai in distacco e non congruenti agli originali.

 

 

 

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APPARATO N. 5

INTERVENTI PUBBLICATI NE IL POZZO DELLA MEMORIA

 

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Guido Festinese

Per Gastone e La Macina

 

Jorge Luis Borges nei suoi “Testi Prigionieri” a un certo punto spiega cosa intenda per “tradizione”. Ci si aspetterebbe, da un prodigio di inventiva ospitato nel carapace duro di una persona nel complesso profondamente assai conservatrice, a volte quasi reazionaria, una sorta di benedizione delle statue, degli altari, dei marmi e degli incensi. Borges invece dice una cosa semplice, e geniale: “Questo deve essere la tradizione: uno strumento, non un perpetuarsi di malumori”. Provate ad accorpare questa frase dell’autore dell’Aleph a quella di Gustav Mahler, quando spiega che la tradizione deve essere custodia delle braci accese, non adorazione della cenere, ed avrete, in musica (e non solo) la più efficace descrizione dell’operato di Gastone Pietrucci con la sua La Macina.

Certo, molto congiurerebbe nell’aspetto di Gastone, per fare dell’uomo con la barba bianca un custode della tradizione nell’altro senso, quello dei “laudatores temporis acti”, chi rimpiange tempi d’oro che non sono mai esistiti se non nelle inappropriate nostalgie di chi non sa aprire gli occhi sul mondo. Gastone e La Macina hanno attraversato, ad oggi, mezzo secolo di storia. È la misura, lustro più, lustro meno, che è data attualmente a Homo sapiens per dispiegare il variegato arsenale di abilità che lasceranno un segno e un sogno a chi verrà dopo di noi. È la scansione temporale (e sia detto senza un’oncia di nostalgia, sia chiaro) che ci è stata assegnata, e tanto vale usarla bene. Con gli strumenti giusti, perché Sapiens è l’unico animale che costruisce strumenti complessi. Modificandoli, nel caso.

La tradizione è uno strumento, non la scusa per blindarsi nella ridotta asettica della purezza tanto pura che alla fine scompare, come il principio attivo nella diluizione omeopatica. Se poi funziona anche quella, la purezza, la lasciamo tutta agli scaltri mestatori di parole usate come randelli in mano alle scimmie di 2001 odissea nello spazio: ad esempio la parola “patria”, troppo spesso usata per giustificare ex post i monumenti funebri di chi non aveva voglia di morire.

Gastone Pietrucci è un esperto di strumenti. Del sapere, del fare. Che non sono in contraddizione: perché La Macina sa, ha saputo, e ha saputo fare. S’è trovato a operare, giovane, in un mondo che la “tradizione” la viveva ancora, ma su quel crinale pericoloso che non consente facili attraversamenti (e quando mai lo è, in fondo?). Allora la sua regione, e l’Italia tutta, viveva le ultime vampate forti di un processo di industrializzazione e di inurbamenti selvaggi, fuori da ogni controllo.

 Il prezzo da pagare a una modernità costruita su nuovi “idola tribus” era rassegnarsi a veder scomparire forme di cultura contadina da allontanare con un misto di vergogna, risentimento. Una damnatio memoriae che voleva ripudiare miseria e fatica, non certo il contenuto di socialità e gli assetti valoriali che avvolgevano anche proficuamente gli individui in una civiltà che della comunicazione e dei legami di gruppo doveva fare un’arma di sopravvivenza.

Quando Gastone, registratore alla mano, ha cominciato a operare battendo in lungo e largo le sue Marche alla ricerca di quei brandelli di memoria musicale e testuale che rischiavano di sfilacciarsi nel vento dei cambiamenti, non molte erano le esperienze cui far riferimento. Si era agli albori di una riconsiderazione delle “culture popolari”, di un folk revival che ha prodotto anche molto velleitarismo, molte approssimazioni, e troppe rigide ingessature da teca museale di un patrimonio che, invece, è da intendersi come un nastro srotolato nei secoli: sempre uguale, sempre diverso.

Oggi, mezzo secolo dopo, la voce scheggiata, ispida e profonda di Gastone è ancora lì, a tenere saldo quel nastro: e piace ricordare, a proposito di “tradizione” intesa come polpa viva, e non algido scheletro minerale, che ogni volta Pietrucci ha saputo mettere più in alto l’asticella della sfida. Non per “tradire” quel patrimonio, ma per “tradurlo” in una contemporaneità che stenta a ritrovare il vocabolario della musica vera e viva.

Cercando e trovando echi classici per le “sue” filastrocche e canti narrativi, vestendo di frementi palpiti elettrici ballate antiche che non possiedono documenti d’identità, inseguendo i sentieri nascosti dove una piega melodica può condividere anche un momento di improvvisazione jazz. Gli dobbiamo molto, a Gastone Pietrucci.

E, tra molte generazioni, molti gli dovranno ancora di più.

 

 

Maria Novella Gobbi

Gastone Pietrucci voce abisso

 

 

Prendimi nelle tue braccia,

cioè nell’abisso,

accoglimi nell’abisso

 e, se rifiuti ora,

fallo più tardi

Franz Kafka

 

Al mio paese c’era un luogo chiamato Buca d’Aria, era come un cratere, poco profondo in realtà, quando ero bambina andavamo spesso a vederla, intorno ad essa giravano molte storie e leggende:… era profondissima, non si riusciva a vederne il fondo… un uomo vi cadde una notte con il suo somaro, non se ne seppe più nulla… se vi gettavi un sasso facevi in tempo a recitare tre Pater Ave Gloria prima di sentirlo cadere.

Mia madre mi diceva: “quando era piccola tua nonna, era proprio così, lei lo ricordava bene l’Abisso.”

Questa parola richiama paesaggi naturali, luoghi scoscesi, impervi, con pro fonde voragini, oltre le quali c’è l’ignoto, il mistero, l’orrido.

Fin dalla Grecia antica l’abisso viene identificato come Caos, vuoto primor diale, una specie di gorgo buio che risucchia ogni cosa in un baratro senza fine, paragonabile a una nera gola spalancata.

Esiodo nella Teogonia parla del Tartaro come realtà tenebrosa e sotterranea (katachthònia), ne rende la posizione spaziale mescolando descrizioni “orizzontali” e “verticali”: luogo “ai confini della terra” (verso 731) e contemporaneamente al di sotto della terra (verso 720 e seguenti). Nella visione verticale viene descritto come una voragine buia, talmente profonda che lasciandovi cadere un’incudine questa avrebbe impiegato nove giorni e nove notti per toccarne il fondo. In greco antico è detto anche caos considerando che originariamente questa parola non aveva l’attuale connotazione di “disordine”; l’antico termine greco “Chaos” viene reso come “Spazio beante”, “Spazio aperto” “Voragine” dove indica, nella sua etimologia, “crepa, fenditura, burrone”, quindi simbolicamente “abisso” dove sono “tenebrosità, oscurità”.

Il Caos, nella mitologia e nella cosmogonia degli antichi greci, è la personificazione dello stato primordiale di “vuoto”, il buio anteriore alla generazione del cosmo da cui emersero gli dèi e gli uomini.

Abisso dunque come luogo di tenebre, del mistero, per l’uomo luogo della morte, primo grande mistero, similmente a Tartaro luogo dei morti, dove il vivente non può penetrare.

Tranne Orfeo, figlio di Apollo, dio della musica e della musa Calliope “dal dolce canto”. È la voce che conferisce a Orfeo il potere perfino di placare i flutti, passare tra i terribili mostri Scilla e Cariddi; talmente soavi erano la sua musica e il suo canto che i fiumi e i venti si arrestavano, le pietre si animavano, gli alberi e le piante si protendevano per ascoltarlo, le belve feroci si ammansivano e lo seguivano, e gli animi degli uomini più feroci erano mitigati.

Tanto che il ruolo della voce viene associato dagli studiosi a quello della musica, la cui fonte mitologica è di matrice orfica.

E se in seguito Orfeo sarà visto anche come una rappresentazione del logos, ovvero del Verbo, la parola rivelante, è ulteriore segno della misterica forza del suo canto.

Il significato più profondo legato a tale forza è connesso, com’è noto, alla sua discesa negli Inferi per implorare gli inflessibili dèi dell’oltretomba di restituire in vita l’adorata sposa Euridice, ed è proprio il suo canto straordinario a muoverli con l’armonia del suo fascinum. Impietositi, gli concessero il ritorno della sposa a patto di non voltarsi a guardarla finché non fosse fuori del regno e se Orfeo contravvenne al divieto per timore di un inganno, nulla sottrae al potere evocativo del canto capace di infrangere perfino la inviolabilità del decreto divino e la irreversibilità della morte.

In forza di questo racconto, assunto a metafora della potenza del canto, vorrei richiamare l’attenzione sul ruolo e potere della voce che non è solo un suono, ma espressione della energia che vive sotto il triplice segno del corpo, della mente e del respiro. È corpo che si fa suono: proveniente dai polmoni, dalla gola, dal corpo profondo, ed esprime le vibrazioni più interiori del nostro essere, Parola, Voce, Vita. La voce, prima della parola è dunque suono e colui che conosce sé stesso, in quanto suono, sperimenta l’armonia.

Da anni studio la voce, cercando di definire come essa non sia soltanto mezzo per esprimersi e comunicare, ma luogo, non solo dell’anima, ma luogo dove tutto è compreso e presente.

La prima volta che ho sentito Gastone cantare ho avuto chiara la sensazione di un gorgo, un vuoto che attira verso l’ignoto, una forza magnetica che esce da un abisso profondo e allo stesso tempo attrae ad esso, abyssus abyssum invocat (l’abisso invoca l’abisso) è sancito nelle Scritture; così accade ascoltando il canto di questo moderno Orfeo, che riesce a collegare l’abisso in cui è riposto il nostro essere con le essenze primordiali: la conoscenza, le memorie di carne e sangue, fatica, miserie e anima, accumulate strato su strato dalla civiltà umana, e qui la sua voce non è più un mezzo, una manifestazione di identità, alito sonoro: in essa si congiungono sensibilmente corpo e anima che si fanno suono, la voce si rivela Luogo.

Il suo statuto risiede nella capacità di evocare ogni più segreta energia dall’abisso. Un abisso, però, che non è catastrofe, rovina, perdita dell’essere; è abisso verticale, speculare alle profondità cosmiche.

Il suo canto ruvido, l’energia che emana portano in superficie la sapienza antica, come in un film scorrono davanti agli occhi, ascoltando il suo canto, volti, mani stanche sguardi dolci e feroci che guardano lontano perché abituati all’orizzonte dei campi e allo stesso tempo resi meschini dal contesto sociale e culturale in cui vivono, sorrisi maliziosi e ingenui di innamorati, corpi spezzati dalla fatica, tutti i suoi informatori e la forza dionisiaca racchiusa in ciascuno di loro, ogni cosa fluisce dal suo canto come una conoscenza dell’albero del bene e del male che affiora dall’abisso chiamata dal canto e che al canto torna.

Poiché, come scrive Nietzsche:

 

Ali bisogna avere

quando si ama l’abisso.

 

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Paola Ricci

Gastone Pietrucci e La Macina dal popolo

all’arte, dall’arte al popolo

 

Dal popolo all’arte, dall’arte al popolo. Era il sottotitolo di una tesi che scrissi nel 2013. Avevo ventitré anni. Era un periodo in cui volevo andarmene dalle Marche, prima di farlo cercai qualcosa da portare con me.

Trovai la musica popolare, quel tipo di musica raccontata e tramandata che, purtroppo, nella mia memoria, e nella memoria della mia famiglia non esisteva più.

Andando alla ricerca delle mie radici, finii in via Pergolesi 30. All’inizio solo per un pomeriggio, poi una volta a settimana, poi ad un certo punto quel civico e quella via divennero casa mia, ora come i figli indaffarati passo ogni tanto per incontri fugaci senza neanche avvisare.

Come dicevo all’inizio, dal popolo all’arte, dall’arte al popolo, era il sottotitolo di una tesi che scrissi nel 2013…

Che poi, il primo pensiero che mi è venuto, è che tra tutte le persone presenti in queste pagine, io sono la più giovane. Questa cosa mi ha fatto riflettere sul nocciolo della questione, e il nocciolo della questione riguarda il far bottega.

Il far bottega mi riporta a quei pomeriggi, quelle giornate, quei soggiorni in via Pergolesi 30 in cui andavo ad imparare qualcosa. Mi mettevo lì ed ascoltavo. Ascoltavo Gastone parlare, ed apprendevo cosa c’era dietro la storia degli esseri umani, quale poesia (la poesia popolare) aveva arricchito la vita dei vecchi, dei mendicanti, dei contadini, artigiani, anconetani, maceratesi, ascolani, fermani e pesaresi, ed era un paradosso per me sentire quante storia c’erano dietro ad un luogo che io ritenevo privo d’identità, quanto era strano guardare un paesaggio e vedervi ora non più solo campi, cielo o strade ma vite che si susseguivano prima di me, solchi che lasciavano solchi prima del mio passaggio, tracce che lasciavano tracce prima dei miei passi, occhi che avevano visto quei luoghi prima ancora di me. Questo, da aspirante teatrante, cominciava a commuovermi: le storie, anche quelle nuove, vengono dal passato. Da lì ha origine la fantasia.

Una cianfrusaglia di storie che calmavano la mia inquieta erranza e davano un senso di appartenere a una terra.

Nella bottega in via Pergolesi 30 imparai così ad ascoltare storie da un cantore, e imparai a mia volta a raccontare qualcosa.

E magicamente avvenne quello che non mi sarei mai aspettata, riaffiorarono alla mente vecchie canzoni, storie antiche che qualcuno mi aveva raccontato dentro cucine con piastrelle gialle o dentro case vecchie, di campagna in pomeriggi caldi d’estate. Anche io portavo dentro un racconto.

Era quello di nonna Antonia, per esempio, che una sera ci mise tutti sul pia nerottolo di casa sua e raccontò la storia del giovane. Il giovane che doveva fare una prova per diventare adulto, uccidere sua madre e strapparle il cuore. Me la vedevo col suo grembiule… «Allora lui va, la uccide e inizia a correre, fiero di essere riuscito in quella macabra prova di virilità, ma mentre corre inciampa, cade, il cuore palpita dentro la sua mano e piano gli dice: “Ti sei fatto male amore mio?”».

Come avevo fatto a dimenticarla? Avrei potuto dimenticarla per sempre quel la storia?!

E mi dissi che cambiamo così tanto nella nostra vita che siamo capaci di vivere svariate vite. In quei pomeriggi in via Pergolesi 30 nacqui tante volte, tutte quelle volte in cui ritrovai, nella mia memoria, storie che non sembravano più mie.

E perdiamo continuamente la memoria e poi moriamo e rinasciamo anco ra. E, accettata questa condizione umana di continuo peregrinare alla ricerca di qualcosa, mi dissi che in fondo di qualcosa mi sarei ricordata per sempre. Di quella voce, che mi raccontava di canti passati, di filande e poesie infantili e licenziose, di personaggi che ora fanno parte della mia infanzia, anche se non ci sono mai entrati perché in fondo è anche questa la bellezza inventarsi delle certezze o forse oggi, meglio dire delle storie per continuare a peregrinare e sopravvivere.

Dal popolo all’arte, dall’arte al popolo era il sottotitolo, il titolo era Gastone Pietrucci e La Macina

 

 

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Francesco Scarabicchi

Un omaggio e un inedito a La Macina

 

 

Via della Croce

1992-1994

 

Io invecchiando vidi le vostre teste piene di dolore dove vorticava un’idea

confusa, un’assoluta certezza, una presunzione di eroi destinati a non morire

 – oh ragazzi sfortunati, che avete visto a portata di mano una meravigliosa

 vittoria che non esisteva!

 Pier Paolo Pasolini

 

Cosa scriverò che non abbia già scritto su Gastone e “La Macina”? Me lo sono chiesto molte volte senza riuscire a darmi risposta finché, di nuovo, non l’ho trovata ancora in Pasolini.

“Non è difficile predire a questo mio racconto una critica dettata dalla pura malafede. Coloro che si sentiranno colpiti infatti cercheranno di far credere che l’oggetto della mia polemica sono la storia e quei testi di cui essi ipocritamente si ritengono i difensori. Niente affatto: a scanso di equivoci di ogni genere, voglio dichiarare che la storia della Passione è la più grande che io conosca, e che i testi che la raccontano sono i più sublimi che siano mai stati.”

 Sinossi da La ricotta, film, 1963

Caro Gastone, ecco il mio piccolo contributo, un

appunto, puoi farlo leggere un omaggio a La Macina,

solo un omaggio.

Ti e vi abbraccio

Francesco.

 

*

 

1962-2010

 

Praefatio

Le vele, le vele, le guardavo

senza mai poter prendere

il mare per andarmene.

 

I

La condanna

Perenne eternità delle parole

da cui non è concesso mai più uscire.

È questa la condanna

che da quel giorno pesa,

non le voci perdute del sinedrio,

Pilato, il crucifige.

 

II

La croce

Non lo ricordo più

di quale legno fosse

e se pesava.

 

III

La prima caduta

Solo sandali e piedi ai lati della via,

il dolore nel gomito, la polvere,

ma forse già varcavo

l’al di là della soglia

in fondo al sogno.

 

 

IV

La madre

Dov’era il suo respiro

durante la salita?

Perché non l’ho sentito

seguirmi, nominarmi?

 

V

Il cireneo

Mi sovviene quel volto visto appena

dell’uomo di Cirene che,

per un breve tratto,

camminò nella storia a sua insaputa.

 

VI

La veronica

Di lei non conoscevo neanche il nome

quando si avvicinò. Chi sa chi era

colei che mi veniva incontro muta

nella pietà del gesto

e con in mano un panno?

 

VII

La seconda caduta

Quando? E chi mi stava accanto?

 

VIII

Le donne

Brusio d’occhi, bisbigli alle mie spalle.

Chi sa chi mi conduce a questa Pasqua

per farmi prigioniero ora e per sempre?

 

IX

La terza caduta

L’ultima sosta prima della fine,

come un agnello al macello,

come una pecora muta.

 

X

Le vesti

Della mia povertà

si contendono infine anche la tunica

affidata alla sorte,

soldati che mi spogliano

nudo per la croce.

 

XI

La crocifissione

Sul Golgota si compiono i miei anni.

Sul legno.

Quante volte ho pensato

a ciò che non ha scritto Levi l’esattore,

al me muto che vive il suo morire

e sente, del mondo, il farsi nulla.

 

XII

La morte

Poche parole appena

nel freddo di quell’ora,

l’ultima con l’ombra di mio padre

che si disfa

mentre comincia il buio.

 

 

XIII

La deposizione

Come se fosse un mare,

fra le braccia, pesante, vado a fondo

nel lenzuolo pulito che mi avvolge.

 

XIV

La sepoltura

Nel luogo dove non mi troveranno.

 

 

Marino Severini

Il Gigante

 

GASTONE PIETRUCCI: il Testimone, il Custode, il Cantore della cultura popo lare marchigiana (e non solo…).

Così l’ho sempre presentato al pubblico presente agli innumerevoli concerti che abbiamo tenuto in molte parti d’Italia, con quel “supergruppo” denominato per l’occasione Macina-Gang.

Ho avuto la grande fortuna di incontrarlo; lui e la sua La Macina. Un Incontro vero, fatto di scambio, di condivisione, di grande passione. Mentre io con i Gang, dopo un lungo Esilio lungo le Vie del Rock, stavo tornando a casa, alla ricerca delle mie radici, Gastone stava partendo per cercare nuove contaminazioni, nuove esperienze, nuovi territori, alla ricerca di una fioritura, di un’altra primavera del Canto Popolare. Ed è proprio a quell’incrocio che poi abbiamo realizzato insieme “Nel Tempo ed Oltre… Cantando”. Un’esperienza indimenticabile.

Ho avuto modo di conoscere Gastone “sul campo”, ed è proprio realizzando questo progetto che ho potuto apprezzare la sua grandezza. Quella sua necessità a provare nuove esperienze, a cercare di se e in se i lati inediti, quella sua disponibilità a mettersi in gioco. Tutto questo me lo ha reso e restituito sempre come un grande Artista. Un Gigante!

Gastone è la strada che ha percorso in tanti anni… Un cammino iniziato molto tempo fa.

Spoleto, Festival dei due mondi, 1964, Nuovo Canzoniere Italiano, lo spettacolo “Bella Ciao”.

Fu per Gastone più che un’illuminazione, fu una vera e propria folgorazione! Da allora, da quell’evento a cui assistette, dedicò la sua vita ad una vera Missione, quella della ricerca da un lato e dall’altro della rivitalizzazione della cultura popolare. Affinché quella cultura non scomparisse, non venisse travolta e sepolta, ma trovasse un suo posto anche nel “nuovo mondo” quello della cosiddetta modernità. Affinché “quell’Umanesimo di razza contadina” potesse sopravvivere e trovare nuovi orizzonti e potesse continuare a battere forte quel cuore antico del Futuro!

La presa di coscienza di Gastone fu comune ad un esercito di ricercatori, interpreti, cantori che diedero vita ad una vera e propria Rinascita della Musica e  della Canzone Popolare; quelli che Gianni Bosio inserì nella categoria “dell’intellettuale rovesciato”; un intellettuale che, munito delle competenze del suo sapere, cerca il sapere degli altri, delle classi popolari e subalterne, del mondo contadino e operaio, delle classi popolari. E se ne fa carico. Per prima cosa tutti costoro erano Ricercatori! E il primo requisito della Ricerca era quello di cambiare il mondo cambiando per primi se stessi. Come scrive Alessandro Portelli “il nostro desi derio di cambiare il mondo faceva sempre perno sulla disponibilità a cambiare noi stessi. Questa era un requisito della Ricerca, quando si aveva a che fare con delle persone anziché con dei suoni astratti o con delle carte di archivio: poiché le persone non ti parlano se non gli parli, non si svelano se non ti sveli. Non puoi insegnare niente se non sei lì per imparare; e che non impari niente se non stai a sentire”.

Giovanna Marini, Caterina Bueno, Cesare Bermani, Giovanna Daffini; Fausto Amodei, Michele Straniero e il loro Cantacronache; Sandra Mantovani, Roberto Leydi, Rudi Assuntino, Fiorenzo Carpi, Ivan Della Mea, Franco Coggiola e… Gastone Pietrucci con la sua La Macina.

Ebbene di tutti questi grandi artisti, che ho conosciuto e di cui ho apprezzato molto sia le loro produzioni discografiche che le loro performance dal vivo posso dire con estrema sincerità che per me Gastone Pietrucci è il Migliore. Lo è sempre stato.

In lui è sempre stata viva e dirompente una grande autenticità che mi ha sempre commosso ed emozionato come pochi altri. Basti ascoltare la sua voce, il suo inconfondibile timbro vocale.

È quello che più di ogni altro ancora oggi è capace di interpretare fedelmente l’anima, l’essenza della cultura popolare. Quella profonda, nascosta, sepolta, in quieta e dolorante, ma ancora viva. Come quella di un Fiume che attraversa in profondità le cose della vita.

La voce di Gastone è carica di forza e splendore soprattutto perché è Vera! Non è frutto di scuola ma di esperienza. Ed è quella che ritrovo e riconosco come la più vicina alla radice profonda del canto popolare. È quella che sa tradurre meglio di qualunque altro “canto” la necessità, il bisogno, proprio perché è radice, di trovare quelle ali necessarie per spiccare nuovamente il volo e liberarsi del presente che la tiene in ostaggio… per riconciliarsi con il Mito, l’Eternità.

Ciò che affermo non è assolutamente viziato da una retorica da “campanile”.

È vero, con Gastone Pietrucci condivido la stessa Terra, entrambi siamo nati e nativi della Collina marchigiana, di questo paesaggio sognante dell’entroterra marchigiano, ma ciò che ammiro di lui è il fatto sacrosanto che alla cultura di questa Terra e al suo Popolo, è rimasto sempre fedele e nello stesso tempo è riu scito a tradurla in quel Sentimento di un Tempo che è quello dell’Essere e non dell’Esistere. Qua per me sta la vera grandezza di Gastone Pietrucci e di tutto il suo lavoro, del suo lungo Cammino.

Un cammino che a distanza potremmo oggi dividere in un primo capitolo quello delle radici e un altro, ancora più avvincente che è quello delle Ali!

Gastone ha saputo costruire quelle ali necessarie affinché la cultura popolare potesse raggiungere altre terre e lì prosperare nuovamente. E le sue ali le ha costruite pezzo per pezzo, incontro dopo incontro, esperienza dopo esperienza, linguaggio dopo linguaggio, rock, teatro, jazz, musica colta… passo dopo passo, e ogni volta ha riportato tutto a Casa, quella del Popolo!

Per tutto questo e tanto altro ancora a Gastone voglio Bene!

Lunga vita a Gastone Pietrucci

 

 

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Giarmando Antonio Di Marti

a Gastone Pietrucci voce delle voci

 

dove nasce lo sperdimento

la vocalità in proporzioni e numeri

la spirale che acquieta il sonoro e lo moltiplica

infinito con il rumore tacito degli attimi

sollecitando il profetico che in noi giace anonimo

con emozioni tenute ad asciugare al sole esiliato

ed una febbre che percuote senza risposta

 

dove tutto il confuso slarga territorio e incerto

e le corde vocali suonano malinconie con uomini e sogni

nelle tasche fradice e donnetormento amate da lontano

dove ogni cosa sopravvive di albe a festa vestite

mentre una campana sparge fiori rochi nel cuore

irrimediabilmente dolente

e d’improvviso ritmi ineguali e fogliame di parole

spiovono a ricucire il canto della storia

 

dove fu scienza di pianto e di fatica

amori abbandoni preghiera pietà i nomi non dati

la fluttuante festa ghirigora con suoni circoncisi

 

il gioco come abbecedario di giorni poveri

moti sottaciuti dei palpiti il compianto gualcito

le carole di gelsomini aperti sul candore

il rimestio di calendari senza giorni con l’impronta ancora al muro

 

nasce il denso rotolante della tua obliqua voce

la phoné occulta che delira e si fa corpo fuori

e quel colore fugace che trasalisce e trascolora come

il mattino

dentro la luce abbondante dell’aurora

 

chi ascolta

abita la misura della rugiada quando respira polline

e colore rincorrendo ogni crescita di vita terrestre

o di un ricordo appeso al cuore che interminabile affolla

e rinasce d’improvviso nel buco terribile della memoria

 

tutto si spoglia e si scalza

tutto diviene ordine seme disegno delle radici

quantità che sgrana identica il suo turgore vitale

tutto si sospende inabissando in un vuoto di attese

in un sentore di albeggio solitario spalancato su una diversa

geografia

 

voce colma di ogni sonoro

perché prendi per mano lo strumento stonato del mio intimo

e lo riaccordi di suono sicuro?

voce arca del riposo

come assommi il guazzabuglio carnivoro dei desideri

deponendoli inermi dentro al mio passo?

voce come galassia di confine

dove depositi la storia dei giorni senza rive

e li riconduci ad un nuovo retaggio?

 

ogni volta il mio cuore cresce una febbre d’incantamento

e di passione liturgica

e corre lontano l’incredulo che mi appartiene sciogliendo

i rumori

convulsi del giorno nel crepitio delle stelle dentro il

freddo lunare

 

quali calcoli muovi scienza nel tuo infinito affanno

e non traduci in segno l’irripetibile che abita

il suono vocale?

quale esilio di numeri confonde la tua logica

conseguenziale lasciando in affanno ipotesi e soluzioni?

 

quando vi giunsi la prima volta

con gli strumenti che giravano uniti

dove sono? mi chiesi perché vivo altrove?

non seppi rispondere

e mi trovai addosso la verità del mondo che si costruiva

in un tessuto di vocalità sostanziali

 

dal mio posto anonimo dentro il passo di giorni soli

inseguo peregrino il tuo gesto

sillabato

mentre ogni scansione ogni intonazione mi attraversa

come una veloce galleria e mi precipita dentro la sonora

trasparenza dell’aria che s’imbuca vorticando dal fondo

 

*

APPARATO N. 6

 

GANG

 

  

Marino Severini - Sandro Severini (Gang)  – Marino Severin- Gastone Pietrucci-Sandro Severini (Macina-Gang)

 

Gang, la rock band marchigiana nata e capitanata dai fratelli Marino e Sandro Severini, sono da 30 anni i portabandiera più coerenti e credibili di un rock sanguigno e soprattutto militante. Chitarre e batteria al servizio di un messaggio politico-culturale da sempre ben chiaro e definito che prendendo spunto dalle sonorità punk dei Clash di Joe Strummer li ha resi testimoni e cantori di una realtà per molti versi simile alla Londra cantata dal celebre gruppo punk-rock.

Ideali e capacità cantautorali che nel filo conduttore di una decina di album sempre fedeli ad una linea di pensiero solidale ed attenta agli oppressi ed alle ingiustizie sociali, rendono la band di Filottrano un punto di riferimento più unico che raro nel panorama musicale italiano.

Coscienza e memoria, radici ed ali, terra e fuoco, lotta e speranza, ecco gli ingredienti che da sempre costituiscono la ricetta dei Gang, che hanno dimostrato di poter passare con disinvoltura dal linguaggio crudo e immediato del punk a quello più complesso e ricercato della canzone d'autore, senza dimenticare l'immenso potenziale della tradizione popolare più genuina. Un tesoro inestimabile, che si inserisce a pieno titolo nei capisaldi musicali e culturali d'Italia.

Ha collaborato con lo “storico”  Gruppo folk marchigiano La Macina in un lavoro comunitario, confluito nel disco, Macina-Gang, Nel tempo e oltre cantando, (Storie di Note SDN033, cd, 2004), premiato e segnalato come SuperGruppo dell’anno al Premio Tenco 2004.

  

 

MACINA-GANG

Nel tempo ed oltre cantando

 

“ Accompagnati spesso – un particolare agli esordi – dalla definizione di  “Clash italiani”, i Gang hanno abbracciato, nel corso di una avventura musicale lunga ormai venticinque anni, un percorso personale e rigoroso, nel quale il rock si è man mano mescolato a un appassionato recupero delle radici politiche, culturali e musicali e che li ha portati ad essere non solo i capiscuola del cosiddetto combat-folk ma uno dei gruppi più significativi in assoluto della storia del rock italiano. Fin dall’inizio i Gang sono stati la creatura di due fratelli, Marino e Sandro Severini […] Nel 1991 finalmente, dopo il periodo “inglese” i Gang  si avviano sempre di più verso il recupero delle tradizioni popolari. Il primo passo è ovviamente, il ritorno alla lingua italiana e la pubblicazione de Le radici e le ali, disco tra i più importanti degli anni ’90.[…] Se Le radici e le ali era stato uno spartiacque nell’evoluzione musicale, il secondo cd in italiano, “Storie d’Italia” del 1993 è il trionfo artistico dei Gang. Brani come Eurialo e Niso, Kowalsky, Sesto San Giovanni sono una fotografia dell’Italia di Tangentopoli e di nuovi conflitti sociali, visti però con uno sguardo poetico e narrativamente maturo. […] Infine i Gang pubblicano nel 2004 per Storie di Note, Nel tempo ed oltre cantando, album di chiara impostazione tradizionale in collaborazione con la storica formazione folk La Macina.”   (Da: “Enciclopedia del rock italiano”, a cura di Gianrico TESTANI, Fazi Editore, Roma,, 2006, pp.261-265).

“Che cosa tiene insieme, anzi lega in una intramatura che sembra naturale, un gruppo che interroga la matrice folclorica del proprio esser-ci e un altro che contamina la vocazione rock (l’archetipo dei Clash recepito nell’indigenza della Marca profonda) coi temi della passione politica e di una sussultante protesta libertaria? In altri termini, perché ad un certo punto di percorsi decisamente diametrali, la Macina di Gastone Pietrucci e i Gang di Marino e Sandro Severini si incontrano fino a scambiarsi sonorità, testi e voce? Si direbbe che questo accada per una fatale convergenza di storia e geografia, cioè grazie al riconoscimento di due dimensioni adiacenti, reciprocamente pattuite, e sempre permutabili. Prima e dopo, qui e altrove, si spiazzano e nel frattempo si scambiano le parti per scoprirsi volta a volta il parziale desideroso di un totale, una metà necessariamente manchevole, una utopia (cioè il senso della vita compiuta, la pienezza dell’esperienza) che il proprio adempimento ha bisogno vicendevole di spazio e di tempo. Non a caso la parola-chiave della Macina è “radici” (il nero patema dei subalterni e degli sfruttati, i segni degli ammutoliti, nei secoli, da una dinamica di classe divenuta destino) mentre l’emblema dei Gang si riferisce alle “ali”, dunque alla prefigurazione della città futura, a un gesto di svincolo che sottragga il neoproletariato urbano alle catene e ai ceppi, spesso invisibili, su cui continua a buttare sudore e sangue, quando lo stato di cose presenti giunge a proclamarne inessenziale, addirittura inesistente, il suo essere espropriato/defraudato/alienato. Ecco sorgere il canto di questua, il lamento della malmaritata, il malinconico addio della stagionale filandara o il saltarello dirompente dentro un carnevale già ipotecato dalla quaresima, però tutti quanti tradotti nel combat-rock che esalta il vibrato vocale di Marino e la chitarra di Sandro, scoscesa e insieme lunare; ed ecco rispondere il dialetto dell’immigrato, l’urlo dell’operaio-massa, l’orgoglio o la nuda elegia del vecchio partigiano, ritrasmessi dalla partitura di Gastone, desolatamente spoglia e malinconica. Va da sé che Cecilia e Kowalsky, Monsano e Filottrano, la stazione di Bologna e il cielo sopra Bagdad, Mirafiori e Sesto San Giovanni, gli orizzonti dell’Adriatico e il reclusorio minorile del “Ferranti Aporti”, sono nient’altro se non i nomi e i luoghi d’un’umanissima e ormai atavica epopea, la stessa degli individui cancellati o rimossi, al passato, e di quelli perseguitati o emarginati, al presente. Down and out, come nel titolo di George Orwell, lì si collocano ora i referenti ora invece i destinatari della Macina e dei Gang: musica e parole per chi, letteralmente, viene buttato fuori dalla vita, per chi continua a guardarla da sotto”. (Massimo RAFFAELI, , Macina & Gang, dalla prefazione al CD Macina-Gang, Nel tempo ed oltre, cantando, 2004)

 Fratellanze[…] Di questo disco si parlava da un sacco, addirittura anni […] Ma in casi come questi, si sa, il tempo ha un’importanza relativa, specie se poi si rivela galantuomo e ripaga la lunga attesa con risultati speciali E’ uno splendido incontro, Nel tempo ed oltre, cantando… tra due band diverse per vicende musicali ma accomunate non solo dalle origini marchigiane ma anche e soprattutto dalla capacità e dal desiderio di percorrere –ciascuna alla sua maniera – le vie della tradizione: tradizioni prettamente folcloriche per La Macina, oltre vent’anni di carriera discografica vissuta fuori dai giri ufficiali ma fieramente dentro la propria cultura, e rock per il combo di Marino e Sandro Severini, la cui coerenza non è stata soffocata dal muoversi da un tempo altrettanto lungo all’interno di un circuito più esposto… una canzone autentica e sanguigna come tutto ciò che nasce dalle radici, interpretata con sapiente equilibrio fra strutture in prevalenza acustiche ma aperte ed azzeccate, seppur mai esagerate, incursioni elettriche; una canzone che attinge sia dal repertorio della Macina […] e sia da quello autografo dei Gang, le cui matrici folk vengono fatte emergere in modo ancor più evidente…  un’ora di sonorità vivaci e suggestive, rese ancor più attraenti dagli scambi vocali […] e dei duetti tra Gastone Pietrucci e Marino Severini […] Quanto basta e avanza per fare di Nel tempo ed oltre, cantando un brillante progetto etnomusicologico, una straordinaria antologia di storie e un ricco serbatoio di emozioni profonde.”  (Federico GUGLIELMI, Il Mucchio, n. 569, 9-15 Marzo 2004)

 

 “[…] Due esempi di fierezza messi insieme, una colla della memoria e due reagenti che assieme sprigionano forza e tenerezza. Adesso il connubio Macina e Gang è realtà a tutti gli effetti… Qui troverete un incendio elettrico che comincia con un altro titolo profetico, Le radici e le ali, un incendio che è la forza nuda e poetica di un possibile canzoniere popolare costruito con le schegge della tradizione orale e gli spezzoni brucianti del combat rock militante. Mordono le chitarre con guizzante, saggio vigore,  morde la voce antica ed essenziale di Pietrucci a dominare un flusso di idee, storie, percorsi individuali e collettivi lontani dall’oblio”.

(Guido FESTINESE, World MusicMagazine, n. 66, Maggio-Giugno 2004)

 

“[…] Credo che il profondo legame tra La Macina di Gastone Pietrucci, i Gang di Marino e Sandro Severini e Alfonso Gatto sia proprio, oltre il titolo del nuovo Cd… nel sentimento della storia e dei vinti, in quel seguito che lungo il canale del tempo lascia i nomi perduti e salvati dalla pietà di una tradizione orale e dai versi che si incidono a memoria d’uomo per toccare il dolore e il sacrificio secondo una pronunzia apertamente politica e civile… Proprio in questa Italia perduta e  colpita al cuore si alzano lingua e dialetto, le voci e le musiche che fondono tradizione e sonorità dolcissime ed aspre, clangore metallico ed echi antichissimi… Cantano alternandosi Marino e Gastone, scandiscono con il corpo i brani e le partiture, onde sinuose e passi impossibili da contare… Un concerto di vibrazioni fisiche oltre che emotive…una verticale e corale dilatazione di temi ed echi che scelgono l’adesione piena e senza risparmio del pubblico accompagnata dalla passione degli esecutori: per La Macina, la chitarra, il mandolino e il canto esperti di Adriano Taborro e di Marco Gigli, la fisarmonica struggente di Roberto Picchio; per i Gang, la chitarra elettrica maga di Sandro Severini, la perfezione del basso di Francesco Caporaletti, della batteria di Paolo Mozzicafreddo, dell’organo e delle tastiere di Marco Tentelli […] Anche il teatro ha finalmente abbandonato, per alcune ore, una solennità paludata accendendosi e restituendosi alla sua vocazione popolare.”

(Francesco SCARABICCHI, Il Messaggero, 1 Marzo 2004)

 

“… Oggi dedichiamo il nostro spazio ad un bellissimo album.. Fa un certo  effetto i brani composti da Severini e Bubola, interpretati da par suo da Gastone Pietrucci. Ed è interessante come canzoni quali Eurialo e Niso… Kowalski o Sesto San Giovanni abbiano in queste nuove versioni, un tocco di classicità, un arricchimento emotivo. Se i Gang in questi anni abbiamo avuto  modo di conoscerli bene, il gruppo La Macina, da trentacinque anni sulla breccia – è stata per noi un sorpresa… Un album che potrà piacere ai fans dei Gang e a tutti quelli che seguono con interesse le vicende della musica popolare italiana.”  (Guido GIAZZI, Buscadero, n. 256, Aprile 2004)

 

 “… Perché combat ? Beh, sui Gang e la Macina si è detto molto. I primi sono l’avanguardia del rock che dai centri sociali, dalle feste della sinistra, dalle piazze stipate dei nostri giovani, urlano con tutto il fiato il malcontento di un paese alle prese con un governo che mette in ginocchio l’economia delle famiglie, stravolge le regole fondamentali per compiacere gli alleati in Iraq. Gastone e i suoi sono una vera e propria enciclopedia della musica popolare e sociale, depositari di una cultura antica, che però si rivela attuale. Macina e Gang sono diventati un amalgama forte, affiatato, fotografia perfetta di un ‘auspicabile scelta di coesione per mandare a casa chi h trasformato questo paese in una sorta di Bengodi per le classi elette…” (Luis CABASÉS,  Il progressive rock bussa al “Tenco”, l’Unità, 30 Ottobre 2004)

 

“Un emozionante viaggio musicale originato da un verso di Alfonso Gatto e dalla passione per la musica e la tradizione popolare. Così è nato Nel tempo ed oltre, cantando , il disco di Gang e La Macina due formazioni che da punti di vista diversi sono approdati a un terreno musicale dove mettere insieme memoria tradizionale e rock. La Macina è, infatti, un gruppo veterano della ricerca nella musica popolare sotto la guida di Gastone Pietrucci, mentre ben nota invece è la gloriosa storia dei Gang nell’ambito del rock italiano grazie all’appassionato attivismo dei fratelli  Marino e Sandro Severini…” (Felice LIPERI, la Repubblica, 21 Settembre 2004)

 

Marche, assieme Gang e La Macina. Folk-Rock. I Gang dei fratelli Severini sono da vent’anni, una realtà poderosa del combat-rock italiano, La Macina del cantastorie Gastone Pietrucci, da trent’anni, recupera il patrimonio popolare marchigiano. Assieme, in Nel tempo ed oltre, cantando (Storie di Note), fanno scintille. Appassionato e sanguigno. (Roberto CASALINI, Io donna, il femminile del Corriere della Sera, n. 19, 8 Maggio 2004)

 

“Al Festival di Mantova oggi sarà presentato Nel tempo ed oltre, cantando, splendida collaborazione discografica fra il gruppo folk marchigiano La Macina ed il gruppo veterano in Italia del combat rock, i Gang dei Fratelli Severini… Da una parte la Macina, uno dei gruppi cardine del folk revival italiano: che significa opera di tessitura, di memoria, di rapporti sul territorio, produzioni discografiche incessanti nei decenni, sino a ricostruire una mappa degli alberi di canto che abitavano nel cuore d’Italia… Dall’altra parte i Gang,… uno dei pochi gruppi rock che nella Penisola possano andare a testa alta, combat rockc affilato come un rasoio e dolce come un racconto sul punto di svanire: esattamente come i brani raccolti da Gastone Pietrucci… Nel tempo ed oltre, cantando… un cd che, se ci saranno orecchie attente, potrebbe bissare lo straordinario exploit del fischio del vapore dell’accoppiata De Gregori-Marini, a restituire dignità ai canzonieri lasciati all’oblio comodo ai potenti di turno…  Vengono in mente i gruppi migliori del rock indipendente dall’altra parte dell’Oceano, a cominciare dalla Willard Grant Conspiracy. Ma qui è tutta roba nostra: di ieri, ed invece è oggi, di oggi, costruito su una sequenza di ieri che il tempo e i contrabbandieri della storia vorrebbero portarvi via.” (Guido FESTINESE, Guerriglieri folk-rock in azione, il Manifesto, 4 Marzo 2004)

 

“… Gastone Pietrucci e Marino Severini sono le due voci leader di questo riuscito sodalizio che si alternano con grande intensità in pezzi già sentiti nel repertorio dei Gang e della Macina. Musicalmente ci ha guadagnato l’intero repertorio…”   (Roberto CASELLI, Jam, n.103, Aprile 2004)

 

“… Onore ai maestri… I Gang, considerati inizialmente i Clash italiani, hanno poi intrapreso una carriera maggiormente d’autore, un’evoluzione che trova le sue radici nell’ascolto di uno storico gruppo popolare marchigiano: La Macina di Gastone Pietrucci. E questa collaborazione aggiorna il repertorio di entrambi arricchendo ora con influssi rock, ora con spunti folk, le storie di amore, resistenza e lotta che sono parte del bagaglio culturale della provincia maceratese e che, grazie a questa operazione, assumono un nuovo ed importante valore…” (Gianluca POLVERARI, Rock*Star, n. 285, Maggio 2004)

 

 “La testimonianza e la memoria popolare nell’incontro musicale fra La Macina e i Gang…un emozionante viaggio musicale di due formazioni marchigiane…di questo apparentemente insolito connubio. Sensibilità comuni che nascono da identiche

radici culturali, quello dell’impegno civile e sociale…” (Felice LIPERI, la Repubblica, 29 Maggio 2004)

 

“Il canto di Gastone Pietrucci fuoriesce con un’intensità viva e screziata di ricordi, nel fluire dei racconti raccolti dal vivo nella terra della Marca e rielaborati nel testo e nella musica, o raccordati a universali fantastici che interpretano i cicli ricorrenti della vita e della morte, del coraggio e della sopraffazione, della fedeltà e dell’amore: la sua voce è una raucedine dell’anima, che ti coglie nel profondo: Marino Severini è il folksinger militante, limpido e struggente, di ballate politiche della storia recente, il rapsodo di palpitante vitalità che attualizza e adatta i miti del passato. Cantano bene insieme, l’uno con la sua Macina, l’altro con i suoi Gang. E insieme alle Muse di Ancona… hanno presentato a un pubblico numeroso e plaudente Nel tempo ed oltre, cantando, un suggestivo CD di dodici brani che incrociano le rispettive esperienze in musica e che vedono i due interpolarsi a vicenda nelle esecuzioni, l’uno sui pezzi dell’altro, per poi anche all’occorrenza fondersi, con esiti espressivi straordinari…” (Fabio BRISIGHELLI,  La Macina e i Gang conquistano le Muse, Corriere Adriatico, 1 Marzo 2004) 

 

“… Nel tempo ed oltre cantando, è un’opera importante di riscoperta di una tradizione contadina e popolare, ma soprattutto del valore di una cultura orale qui trasportata in canzoni, che mirano ad una coralità di voci e di strumenti… preziose testimonianze che vanno gustate e custodite gelosamente.” (Edoardo FRASSETTO, RockeRilla, n. 284, Aprile 2004)

 

“…Storia assai più antica in tutti i sensi quella del gruppo di canto popolare… e uno dei grandi classici del folk tricolore – La Macina, formazione aperta ruotante fin dal fatale 1968 intorno alla straordinaria figura di Gastone Pietrucci, collettore di brani tradizionali e spicciole epopee contadine e operaie che semplicemente non potevano prima o poi non incontrarsi con quelle, così simili, dei Severini…. Con esiti uniformemente eccellenti e superlativi… Rugosa e rugginosa, la voce di Pietrucci sarà per molti una scoperta. Non così quella di Marino Severini, che più passano gli anni e più trasmette epicità autentica, non sceneggiata…” (Eddy CILÌA, Il Mucchio Selvaggio, Extra, n. 14, Estate 2004)

 

“Due fra i gruppi più significativi dell’impegno sociale e civile si mescolano e reinterpretano le tappe più significative della loro storia in dodici brani che acquistano nuove suggestioni. L’album è un lungo viaggio comunitario nella storia, nelle emozioni e nelle speranze dell’Italia che resiste tra vittoria, drammi, felicità e sconfitte mescolando suoni della tradizione e rock solido e potente” (Gianni LUCINI, Liberazione,5 Marzo 2004)

 

 Le radici hanno le ali…. Due gruppi marchigiani storici, la Macina e i Gang, per celebrare l’approdo discografico di una fusione singolare tra le due realtà… La generosità passionale, l’ostinazione di un impegno civile e sociale, la musica intesa come ricerca delle radici – il destino, la memoria, i padri – e delle ali – la libertà dalle catene, la nostalgia del futuro. Ecco cosa unisce la Macina di Gastone Pietrucci, portavoce dei canti del popolo, ricercatore da oltre un trentennio di materiali folkorici, e i Gang dei fratelli Severini, una sorta di via marchigiana ai Clash, combat rock e antagonismo, l’urlo e la fuga. Si è verificata una fatale convergenza di storia e geografia. I repertori dei due collettivi musicali si sono fusi naturalmente, restituendosi vicendevolmente le pecularietà più felici…  (Gian Luca VELTRI, il Quotidiano, 11 Aprile 2004)

 

“L’anima rock dei Gang e quella folk della Macina perfettamente fuse insieme, per un’altra serata memorabile al Teatro delle Muse. E’ stato uno straordinario paghi uno e prendi due quello di sabato al Massimo. Da una parte  i Classh marchigiani, la band dei fratelli Marino e Sandro Severini, dall’altra il gruppo di Gastone Pietrucci, da trentacinque anni custode del patrimonio musicale popolare marchigiano.. Insieme per un concerto-evento… Chi si attendeva pochi centinaia di aficionados resta deluso. Le Muse traboccano di pubblico come nelle occasioni migliori. Tanti giovani in platea, nelle gallerie. E quando Pietrucci si presenta sul palco l’applauso che lo accoglie è da rockstar… Marino e Gastone si alternano al microfono, gli altri ne seguono gli slanci che è una meraviglia. Alla fine i bis, tra l’ovazione del pubblico” (Raimondo MONTESI, Macina & Gang, il folk-rock conquista le Muse, il Resto del Carlino, 1 Marzo 2004)

 

Macina-Gang, Nel tempo ed oltre, cantando… Ardito innesto di repertori tra l’agro-folk dei Macina e il combat rock industriale dei Gang. E funziona pure…. ”(Stefania ULIVI, Sette, del Corriere della Sera, 1 Aprile 2004)

 

“ Io c’ero è il titolo della rubrica. E in questo caso ben si potrebbe aggiungere e peccato per chi non c’era. Perché il concerto che Macina e Gang hanno tenuto nella seconda giornata vercellese di Folkermesse è uno dei migliori spettacoli degli ultimi tempi… Quasi due ore di musica, in un continuo rimando tra rock e tradizione, in cui i due gruppi marchigiani hanno dimostrato la possibilità di ottenere un efficace equilibrio tra stili diversi, in un rispetto tra forme musicali che si concretizza nel vicendevole arrangiamento di brani dei rispettivi repertori…Il risultato è uno spettacolo di grande compattezza e energia, in cui i differenti stili dei due gruppi sfumano l’uno nell’altro, creando una sintesi in cui si avverte, al di là delle differenti esperienze artistiche e musicali, come sia analogo il sentire e vivere l’impegno di dare voce alla cultura popolare…” (Marco G. LA VIOLA, Folk Bulletin, n.7, Settembre, 2001)   

 

“… Entrambe marchigiane ed entrambe guidate da una sensibilità politica che trasforma la musica in inni di resistenza civile, le due band intitolano il cd con un verso di Alfonso Gatto. Dentro, da Le radici e le ali dei fratelli Severini all’epica folk di Stavo ‘n bottega che llavoravo de La Macina…”  (Flavio BRIGHENTI,  Musica di Repubblica, 4 Marzo 2004)

 

“… Le radici più tradizionali della Macina e quelle più progressive dei Gang non hanno creato alcun problema di integrazione, anzi i suoni acustici e elettrici sembrano compenetrasi in modo decisamente armonico e stimolante…” (Roberto CASELLI, Jam, n. 104, Maggio 2004)

 

“… i due gruppi traggono la linfa per questo album dai rispettivi consolidati repertori, che si divertono/impegnano (chè questi due verbi, per ambedue le formazioni, sono inscindibili, come una chiave di volta per spiegare un’esistenza artistica intera) a rienterpretare filtrandoli attraverso un mix delle rispettive sensibilità. L’impegno sociale e civile traspare costantemente da ogni brandello di testo, così come la vicinanza della musica popolare al rock primigenio vengono testimoniati da ogni nota di questo lavoro…”  (Renato TREVISANI, Musica rock , 2004)

 

Strumenti acustici ed elettronici in una miscela indovinata, la dinamica è buona e altrettanto estensione in frequenza. Le voci sono ben focalizzate e inserite nel tessuto strumentale con un equilibrio raro, specie vista la tendenza nostrana di porle in esagerato primo piano. Alcune caratteristiche variano un poco da una traccia all’altra ma, in genere, si apprezza una notevole ricchezza di armoniche e dettagli.” (SUONO, n. 367, Aprile 2004)

 

Le due band insieme in concerto al Museo della Resistenza- 25 Aprile con Gang/Macina- Racconti popolari e musica per non dimenticare Resistenza e Liberazione… E bene hanno fatto a Faenza, dove domenica presso Ca’ Malanca… al Museo della Resistenza, hanno invitato a suonare i Gang con i Macina…” (Luigi BERTACCINI, Corriere di Romagna, 24 Aprile 2004)

 

“Il combat rock dei Gang si sposa con la tradizione folk dei La Macina… i due gruppi marchigiani dimostrano la capacità di ottenere un efficace equilibrio tra stili diversi scambiandosi i rispettivi repertori. Il risultato dal vivo è ancora più coinvolgente” (Corriere del Trentino, Quando il rock sposa il folk, 8 Maggio 2004)

 

Canti al di là del tempo da Macina e Gang…Non è un disco nuovo dei Gang. Non è un disco de La Macina. Non è neanche il prodotto di due fattori. Ma è un disco emozionante. Nel tempo ed oltre, cantando di Macina-Gang è, oltre che un bellissimo titolo, un grande progetto… Le voci di terra e di vento di Gastone Pietrucci e di Marino Severini si intrecciano e si scambiano i ruoli mentre gli altri sette musici tessono una trama senza smagliature … La voce di Gastone Pietrucci spiana le curve e le asperità del percorso e aggiunge un carico di dolore e verità con i graffi della sua voce vintage… Ma il meglio viene dal repertorio popolare su cui gli innesti Gang fanno miracoliE la parte più direttamente popolare si chiude con Fra giorno e nnotte so’ ventiquattr’ore densa, scura, annerita, quasi un blues italico-marchigiano. Grande spessore…  (Leon RAVASI, Accordo, 8 Marzo 2004)

 

“Emozioni in musica per Nel tempo ed oltre, cantando, l’insolito e spettacolare debutto del supercombo Macina-Gang, ovvero il meglio che la scena musicale marchigiana abbia offerto dagli anni ottanta ai giorni nostri. Un lavoro senza età, ... nel tempo ed oltre… come recita l’azzeccato titolo, caldo come il cuore, tradizionale come il ricordo, vigoroso come il presente, pieno di vita come vorremmo che fosse il futuro.” (Ivan MASCIOVECCHIO, Rock Shock, 4 marzo, 2004)

 

“… un evento musicale assai atteso… sul palco brucianti versioni rock dei canti raccolti da La Macina e, come un gioco di specchi, le ballate rock roche e dolenti dei Gang restituite da La Macina ad una parte delle loro origini”.   (Guido FESTINESE, il Manifesto, 8 Agosto, 2000)  

                                                                                           

“… questo eccentrico super gruppo restituisce a noi annoiati, ossigeno e la voglia di musica: mette le ali alla memoria, radici a chi dai campi o in una periferia urbana, non ha affatto intenzione di cedere, testimonia, loro sì, di una Marca chiaramente solidale… Gang e Macina, miracolosa  fusion tra rock e folk… Nell’attesa dell’uscita del loro primo Cd, seguirli in questi concerti in cui loro si divertono da morire, trascinandoci tutti in un divertimento in cui riprendiamo per un po’ a volare.”

(Francesca ALFONSI, TG3 Marche, 21 Maggio, 2001)

 

“… Gang e Macina… una delle cose più toccanti e sincere che mai sia capitato di ascoltare…”   (Franco VASSIA, Melodys Land, n. 17, Giugno, 2001)

 

 “… un appuntamento che ha richiamato un grandissimo numero di spettatori, in gran parte giovani, giovanissimi… un coinvolgente spettacolo, sottolineato dalla vivace partecipazione del pubblico…” 

(Tiziana OPPIZZI-Claudio PICCOLI, Folk Bulletin, n. 9, Novembre, 2000)

 

“E’ una strana accoppiata quella formata da due gruppi come Macina-Gang. La band dei mitici fratelli Marino e Sandro Severini da sempre orientata al rock barricadero insieme sul palco con i La Macina una formazione folk guidata da Gastone Pietrucci…” (Fabio DE SANTI, l’Adige, 2 Luglio 2004)

 

Nell’attesa dell’uscita del loro primo Cd, seguirli in questi concerti in cui loro si divertono da morire, trascinandoci tutti in un divertimento in cui riprendiamo per un po’ a volare.” (Francesca ALFONSI, TG3 Marche, 21 Maggio, 2001)

 

 “ Grande evento oggi al Teatro tenda di Tezze, con due gruppi storici… La Macina e i Gang… sono entrambi marchigiani e, al di là dei rispettivi stili musicali, sono uniti anche da un comune sentimento della memoria. Entrambi affrontano tematiche inerenti al passaggio epocale da cultura contadina a industriale della loro terra…” (Sandra MATUELLA, Macina & Gang, storia sotto la tenda, Trentino, 2  Luglio 2004)

 

“… un concerto capace di raccogliere sotto il palco pubblici diversi e diverse generazioni. Un miracolo che sa fare solo la musica vera”. (Giuseppe CAMILLETTI, TG3 Marche, 19 Maggio, 2001)

 

“The Gang nascono all’inizio degli anni Ottanta. Nonostante la trasformazione continua, il nucleo centrale costituito dai fratelli Marino e Sandro Severini rimane intatto… Ma è dal vivo che il gruppo si esprime con maggiore efficacia… Li contraddistingue un sound compatto, ruvido, asciutto, intenso, che spesso disdegna le mode del momento. Nel tempo ed oltre, cantando… è il primo esperimento discografico dei gruppi La Macina e Gang insieme…” (Paola GABRIELLI,  Macina e Gang. “Ci  hanno uniti un poeta e i canti delle filandare”, il Resto del Carlino, 6 Ottobre 2004)

 

“Prendete i Clash italiani, metteteli insieme ad una delle formazioni più attive nella ricerca e nella riproposizione della musica popolare, fateli suonare per anni insieme e come prodotto avrete questo disco. Un piacevole ibrido fatto di chitarre elettriche e di voci antiche, di passione rock e di passione politica… Il risultato, un commovente manifesto per non dimenticare e allo stesso tempo uno dei punti più alti della musica italiana degli ultimi tempi”. (Ilario GALATI, MusicOm, 8 Marzo 2004)

“… E ancora gli altrettanto poderosi indigeni rock di lotta Gang, i quali mischiati armonicamente ed etnicamente ai musicisti dell’antica Macina, hanno dato vita ad un set spettacoloso per politicità e tradizioni”. (Ernesto BASSIGNANO, Premio Recanti, Facciamo festa al folk , L’Unità, 3 Giugno, 2002)

   

 “… nel nome della memoria, delle radici e delle ali. Tre facce di un sodalizio musicale, quello tra i Gang e la Macina, cioè il rock e il folk che sgorgano dalle colline marchigiane, abbattono i confini regionali… I Gang reinvestano, suonano e cantano la Macina, e la Macina fa altrettanto… Sul palco salgono tutti assieme, una diecina, perfettamente amalgamati…” (Luca ANGELETTI, Filastrocca rock, Diario, anno VIII, n. 18, 9-15 maggio 2003)

 

“… i miei complimenti! Questo concerto è il risultato di un lavoro encomiabile. Due entità si sono fuse insieme per dar vita a un momento ricco di vibranti emozioni… Ho seguito con passione e interesse il prezioso itinerario di ricerca de La Macina… ora è una gradita sorpresa constatare che il connubio con il gruppo dei Gang apre un nuovo capitolo… Per questo considero il concerto tenuto al Monsano Folk Festival un evento molto interessante…”  (Giampiero DI BENEDETTO, San Donato Milanese, agosto 2000)  

 

“Parlare della serata del 12 agosto 2000 al Monsano Folk Festival è raccontare, a chi non c’era, di una serata unica, speriamo (ma in realtà ne siamo certi) non irripetibile nella storia dei Gang e de La Macina…”  (LELE, Torino, agosto, 2000)

 

Nel tempo ed oltre, cantando non riesco proprio a toglierlo dal lettore… Così rivisitate le più belle canzoni dei Gang diventano dei gioielli senza tempo… D’altro canto i pezzi popolari de La Macina vengono riattualizzati, valga per tutti Cioetta cioetta che pare Breakdown di Tom Petty”. Caldamente consigliato.  (Freeforumzone, 28, Febbraio 2004)

 

“… Ben vengano, su questo solco, dunque, lavori come Nel tempo ed oltre, cantando, in cui i brani degli uni diventano quelli dell’altro, dove la contaminazione non è nelle note bensì nei cuori, dove gli orfani dei Clash sanno parlare la medesima lingua dei figli della terra marchigiana grazie alle loro frequentazioni, dirette e non  mediate, con la gente che racconta loro quelle storie che, da sempre, giullari e cantastorie, cantano nelle piazze d’Italia e del mondo. Quello reale e quello impalpabile dei sogni di ciascuno di noi.” (Rosario PANTALEO. L’isola che non C’era, n. 33, Luglio 2004)       

 

“Le Muse sono ancora una volta il palcoscenico privilegiato per un’anteprima di richiamo: i Macina-Gang presenteranno il loro primo cd… frutto della collaborazione di questi due gruppi che affondano le loro radici nelle tradizioni del nostro territorio. Nel tempo ed oltre, cantando, questo il titolo del lavoro destinato a diventare un cult per i fruitori di musica popolare colta… Le due storiche formazioni marchigiane… hanno intrapreso questo itinerario da tempo, riscuotendo un grande successo in tutta Italia…” (Marina ROSCANI, Il 28 febbraio al Massimo anconetano grande anteprima del cd dei Macina-Gang, Corriere Adriatico, 18 Febbraio 2004)

 

“… La realizzazione dell’album è stata un bel viaggio artistico, ideologico, di vita e di poesia… Il risultato del mix fra suoni acustici ed elettrici, che convivono felicemente, è molto interessante e dal vivo funziona assai bene…” (Il Messaggero, 21 Settembre 2004)

“Macina e Gang… Le due formazioni hanno stili diversi ma una comune sensibilità per l’impegno civile…” (la Repubblica, Bologna, 23 Settembre 2004)

 

 “ I Gang fanno finalmente fatto ritorno a casa… sono tornati da dove erano partiti, nella loro terra. Ad accoglierli a braccia aperte c’è stato colui che lo stesso Marino Severini non ha esitato a definire il Woody Ghutrie italiano, Gastone Pietrucci, fondatore e leader de La Macina… Nel tempo ed oltre, cantando è la cristallizzazione della loro intensa ed intrigante collaborazione… una vera e propria opera che ha un notevole impatto di carattere culturale sull’ascoltatore ,dato che coniuga insieme ricerca storica, musica popolare e rock, condensando il valore storico-culturale-musicale di Cd del calibro de Il fischio del vapore della coppia Giovanna Marini-Francesco De Gregori o di  Creuza de ma di Fabrizio De Andrè, mentre uscendo fuori dai confini nazionali, si può tranquillamente paragonare all’opera di recupero del patrimonio di Woody Ghutrie che hanno fatto i Wilco e Billy Bragg…”(Vittorio LANNUTTI, Urlo, n.114, Settembre 2004) 

 

“…è naturale che dalla sinergia tra le due formazioni scaturisca un album forte, capace anche di emozionare, quasi sempre di far riflettere. E se all’inizio il sodalizio tra Macina e Gang giocava sul filo delle interpretazioni dei reciproci repertori, il suono si è ora perfettamente miscelato, arricchendo sia i brani tradizionali che quelli d’autore, in un processo, realmente popolare, in cui la struttura musicale e canora dei brani si rielabora e si attualizza senza perdere i riferimenti originari…  Da ricordare poi  Cecilia, qui in una versione, a nostro parere, memorabile, tanto semplice nella sua struttura di ballata elettricamente trasfigurata, quanto in grado di causare, anche al centesimo ascolto, più di un brivido. Per questo ,nel classificare questo album abbiamo rispolverato il termine di folk-rock, inteso nel senso qualitativamente più alto del termine, quello che per molto tempo è stato associato ai grandi gruppi del folk revival anglosassone... Eccellenti le prove di tutti i componenti di questo supergruppo..." (Marco G. LA VIOLA, Folk Bulletin, n. 204, Luglio-Agosto 2004)

 

 Gang-La Macina: nuovi cantastorie e vecchi fuorilegge… Prestare all’altro le proprie canzoni, le proprie storie e farle comuni, condividerle. Questa è la genesi dell’incontro tra i Gang e i La Macina che ha dato vita all’album disco Nel tempo ed oltre, cantando…” (Max STEFANI, Il Mucchio, n. 576, 27 Aprile-3 maggio 2004)

 

Una statua scomposta per scavare nel folk… Mette insieme il rock dei Gang e i suoni folk de La Macina. Un progetto tutto marchigiano… La copertina è stata curata da Michel Collet, pittore e grafico francese…  la grafica del disco è stata studiata per sottolineare il confronto tra due concetti opposti come il rock e la tradizione folk. La scultura in ceramica, chiamata Regina, realizzata da Federico Bonaldi (e fotografata da Emanuela Sforza) è stata scomposta in particolari per disturbare la delicatezza dei colori della tradizione. La retinatura in bianco e nero accentua il contrasto tra vecchio e nuovo”.  (Andrea SILENZI, Tracce, Musica di Repubblica, n. 417, 20 Maggio 2004)

 

“Rivisitazioni folk, esperimenti audaci in rock, veterani coraggiosi come Tesi, i Gang insieme ai Macina… Ci passano tanti mondi sonori, dall’Ariston di Mantova…” (Silvia BOSCHERO, l’Unità, 29 Febbraio 2004)

 

“… Si riprende con i Gang e la Macina, due gruppi marchigiani che hanno fatto la storia rispettivamente del rock e del folk italiano. La miscela è perfetta…” (Enrico DE REGIBUS, Mantova Musica Festival: Cronaca di un successo non annunciato, L’isola che non C’era, n. 33, Luglio 2004)

 

“… Ascoltiamoli per presentare dal vivo il loro primo cd insieme: una sorta di ideale passaparola artistico, ideologico, di vita e di poesia.” (Eventi, la Feltrinelli/Libri e Musica, Napoli, Milano,Bari, Firenze, Settembre 2004)

 

 “Eccoli, finalmente, i magnifici dieci musicisti di Macina-Gang che trascinano le platee in set vorticosi di rock ballade. Canti popolari e di lotta sullo sfondo di una struttura industriale mai vista. Gastone Pietrucci graffia la notte in una fusion folk-rock struggente. Quando il canto è memoria, sudore e sangue”. (Andreina DE TOMASI, Concerto Macina-Gang alla Centrale Enel del Furlo, 5 Giugno 2004)

 

“… Insomma la scommessa più difficile, e più bella: La Macina e i Gang assieme…” (Quotidiano di Bari,  15 Settembre 2004)

 

 “… I testi, versi intrisi di coscienza civile, si snodano tra le storie strappate ad una quotidianità urbana e offrono spunto alla musica popolare interpretata dal cantastorie Gastone Pietrucci (leader dei La Macina), e alla grintosa rock-band dai fratelli Marino e Sandro Severini… L’impasto sonoro è determinato dall’intreccio del suono degli strumenti acustici tradizionali dei La Macina con il sound elettrico e poderoso dei Gang…” (Nicola MORISCO, La Gazzetta del Mezzogiorno, 15, IX, 2004).

 

“Loro sono due fra le più note band marchigiane: i Gang e La Macina… che daranno vita insieme ad uno spettacolo insolito, decisamente al di fuori dai cliché della musica commerciale, dove le emozioni si incontrano, si sovrappongono e si interscambiano con i ricordi..." (Monica ZORNETTA, Il Gazzettino, 9 Maggio 2004)

 

“I locali della libreria Rinascita di Ascoli Piceno, continuano ad essere scenario di appuntamenti importanti con personaggi che operano nella scena culturale italiana… il gruppo musicale Macina-Gang, capitanato dai fratelli Marino e Sandro Severini, tra i precursori del rock italiano… (Fi. Fe., Ecco i “Macina-Gang”, Corriere Adriatico, 12 Novembre 2004)

 

“Mantova delle sorprese… La militanza artistico-politica degli ottimi Gang in coppia con La Macina…” (Silvia BOSCHERO, E’ qui la festa, dove mille suoni conquistano la piazza, l’Unità, 7 Marzo 2004)

 

 “… Fino ad incontrare, lungo la strada, anche la Macina, gruppo impegnato da anni nella ricerca delle tradizioni musicali della loro comune terra, le Marche. A proposito di questa collaborazione mi viene istintivo pensare al titolo di quello che forse è il lavoro più noto della Gang, Le radici e le ali, un miracolo di sintesi carico di significato: le radici, come dire la propria storia, la coscienza della propria identità, della propria cultura, anche quella popolare che è nelle tradizioni, senza le quali le ali, l’entusiasmo, lo slancio ideale, non saprebbero dove portarci. Insieme, Gang e Macina… a sottolineare la continuità di contenuti, mostrando inaspettati punti di contatto con la tradizione musicale della nostra terra. Per chi ci sarà, un evento da non perdere; per me un sogno che finalmente diventa realtà…” (Castel di Ieri Rock Nights,  27 Agosto 2004)

 

 “E’ il nume tutelare del folk marchigiano. Gastone Pietrucci, leader e fondatore del gruppo La Macina, da 35 anni porta la nostra tradizione musicale, nelle piazze, nei teatri e persino nelle chiese… Vi porta quel patrimonio orale di canti, ballate e poesia che lui stesso ha contribuito a strappare dall’oblio…” (Raimondo MONTESI, il Resto del Carlino, 28 Febbraio 2004)

 

La Macina e i Gang, tradizione e memoria, folk e rock… Tematicamente il progetto La Macina & Gang sembra seguire le suggestioni de Il fischio del vapore di Francesco De Fergori & Giovanna Marini. Mentre l’energia può in qualche modo ricordare quella del binomia Bisca & 99 Posse.” (Fa.M., Gazzetta di Parma, 13 Luglio 2004)

 

 “Canti di lotta, di lavoro, immigrazione e vita. Il suono tradizionale dei La Macina si fonde con il rock ruvido dei Gang… un lavoro intenso e originale che sposa le fisarmoniche e i mandolini del cantastorie Gastone Pietrucci, leader dei La Macina, con il basso e la chitarra elettrica dei Gang Marino e Sandro Severini”.  (Corriere della Sera, 24 Settembre 2004)

 

“Quando il miglior gruppo di combat rock italiano incontra il miglio gruppo folk dell’anno, non può nascere che un felice connubio artistico… Da tempo il Frassati non vedeva un palco così affollato, una macchina da musica di così poderosa portata…”

(Live al Frassati 2005, 9^ Edizione, Rogoledo di Cosio, Sondrio, 22 Gennaio 2005)

 

“…Nel tempo ed oltre, cantando è un disco che, forte della collaborazione con la folk band marchigiana La Macina, ripropone vecchi successi dei due gruppi fondendo rock e tradizione popolare. Imperdibile per chi ancora ha sete di emozioni e voglia di amare… La Macina che rivisita in modo strepitoso vostri e loro brani. Un disco che sa di tradizione popolare, di gente vera, di campi, di lavoro… Forse il vostro album precedente più vicino a questo era Storie d’Italia.” (Marco QUARONI, Intervista ai The Gang, Buscadero, n.263, Maggio 2004)

 

“… Nel 2004 il cantante rivelazione del rock italiano è un signore dai capelli e la barba bianchi. Si chiama Gastone Pietrucci… con la sua voce roca, calda e potente, è una vera e propria leggenda della musica tradizionale italiana, ma il suo nome circola al di fuori del circuito degli appassionati solo ora, dopo che La Macina ha inciso un disco insieme a uno dei più valorosi gruppi rock italiani, i conterranei Gang dei fratelli Severini…Le radici tradizionali della Macina e quelle più progressive dei Gang non hanno creato alcun problema di integrazione, i suoni acustici ed elettrici si compenetrano con estrema naturalezza: la chitarra elettrica lascia bene emergere la fisarmonica o il mandolino, lo stesso avviene con le voci di Marino Severini e Gastone Pietrucci…” (Paolo GALLONI, Il canto tradizionale e l’energia della memoria, Festival di Torrechiara,, 7-27 Luglio 2004)

 

“Un evento che il Club Tenco ha voluto documentare è la reunion di due gruppi storici della musica italiana, i Gang e La Macina, entrambi marchigiani, alfieri il primo di un combat rock che non conosce sosta e l’altro di una rigorosa ricerca e riproposta di canto popolare: nove artisti in scena dunque per unire il folk al rock d’autore”. (La Motivazione del CLUB TENCO per l’invito del “supergruppo marchigiano Macina-Gang, al Premio Tenco 2004, la 29^ edizione della “Rassegna della canzone d’autore”, Teatro Ariston, Sanremo 28-29-30 Ottobre 2004)

 

“… La prima serata, più battagliera, ha fatto sfilare Caparezza, Alessio Lega, i Mariposa, La Macina e i Gang, in un tripudio di pugni chiusi, più l’ispirato Peter Hammill…” (Gino CASTALDO, Il “Tenco” nel segno dei Cetra, la Repubblica, 31,X,004)

 

“… In cartellone ci sono anche il supergruppo che riunisce il rock dei Gang e il Folk della Macina…” (Andrea LAFFRANCHUI, Da domani a Sanremo il Premio della canzone d’autore, Corriere della Sera, 27 Ottobre 2004)

 

“… Il cast della serata inaugurale si completa con Alessio Lega, premio per il miglior esordiente… e la reunion di due gruppi storici della musica italiana, i Gang e La Macina, entrambi marchigiani. Il primo è alfiere di un combat rock che non conosce sosta, l’altro di una rigorosa ricerca e riproposta del canto popolare: dieci artisti in scena per unire il folk al rock d’autore, nel solco delle sperimentazioni che piacciano tanto al Club Tenco..."”(Gianni MICALETTO, La Stampa, 28 Ottobre 2004)

 

“… Poi il ritmo è salito, con le esibizioni di Caparezza, del mito Peter Hammil…, Alessio Lega (Targa come miglior esordiente), Macina/Gang (speciale reunion tra rock-combat e canto popolare)…” (Giulio GAVINO, La Stampa, 29 Ottobre 2004)

 

 “… Davvero ricco il parterre degli ospiti di questa edizione… Questa sera ci saranno… le due storiche band italiane Macina e Gang, fuse insieme per l’occasione…” (Giorgio GIORDANO, Al via la ventinovesima rassegna della canzone d’autore, L’Eco della Riviera, 28 Ottobre 2004)

 

“… Comincia questa sera la Ventinovesima Rassegna della Canzone d’Autore… La scaletta degli artisti sul palco prevede innanzitutto Peter Hammil, al quale andrà uno dei due Premi Tenco 2004 (l’altro … a Dulce Pontes), poi il rapper Caparezza… Alessio Lega & Mariposa, le due storiche band italiane Macina e Gang, che per l’occasione hanno deciso di unire le forze, e il cantautore romano Antonello Venditti”. (Il Secolo XIX, 28 Ottobre 2004)

Da Troppi affari, Cavaliere (1954, la rifanno gli Avion Travel) alla splendida E’ lunga la strada (Macina-Gang). Canzoni lievi, ma a volte taglienti; cast delle grandi occasioni.  Un disco imperdibile.” ( Dalla recensione al disco Seguendo Virgilio:Roberto CASALINI, Io Donna.  Supplemento del Corriere della Sera, gennaio 2006). 

 

 

***

 

UNA PICCOLA, SIGNIFICATIVA GALLERIA

FOTOGRAFICA DE LA MACINA

 

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Gastone Pietrucci ed Enzo Cucchi

in occasione dell’incontro preparatorio per il Concerto Inaugurale

 del 30° Monsano Folk Festival 2015

(Jesi, Terrazza di Casa Pietrucci-Cellinese, Giugno 2015)

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Gastone Pietrucci ed Enzo Cucchi

LA CONVERSAZIONE

 Concerto Inaugurale del 30° Monsano Folk Festival, Monsano, Sabato 8 Agosto, 2015

 

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Concerto del cinquantennale de La Macina

con la partecipazione straordinaria di

Sandro Portelli, Sara Modigliani, Giovanna Marini,

Rossana Casale, Lucilla Galeazzi

(Roma , Parco della Music a, Sala Petrassi, 14 Settembre 2018)

 

Catalogo Mostra Antologica “I collages di Gastone

Pietrucci” (a cura di Roberto Gigli, Jesi 2022)

e

Gastone Pietrucci, Cultura Popolare Marchigiana,

Quaderni del Consiglio Regionale delle Marche,

Ancona, Anno XXIV, nn. 299-300, 2019

 

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Giovanna Marini e Gastone Pietrucci

in occasione della registrazione del primo volume della trilogia di

 Gastone Pietrucci-La Macina, “Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto” Volume I

(Recanati, Studi Màlleus, 2002, fotografati da Emanuela Sforza)

 

 

Concerto de La Macina dal balcone di casa Pietrucci

(Jesi, venerdì 13 Maggio 2022- ore 17,00-18,30)

GiraLa Macina al Giro d’Italia

 

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Manifesto-Locandina

Per l’evento speciale per i 40 anni de La Macina

La Macina. Un canto d’amore lungo 40 anni

con

LA MACINA

e la partecipazione straordinaria di

MONI OVADIA - GIOVANNA MARINI – GANG – ROSSANA CASALE-

FEDERICO MONDELCI- RICCARDO TESI- ALLI’ CARACCIOLO

 ENZO CUCCHI -MASSIMO RAFFAELI- FRANCESCO SCARABICCHI

Regia di ALLI’ CARACCIOLO

(Ancona, Teatro delle Muse, 10 Novembre 2008, Progetto grafico: Arch. Stefano Santini)

 

Moni Oovadia e Gastone Pietrucci

(Recanati, 31 Maggio 2024)

 

 

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Manifesto-Locandina

Per il Convegno Nazionale per i  50 anni de La Macina

IL POZZO DELLA MEMORIA

La ricerca sulla cultura popolare orale marchigiana

e il contributo de La Macina alla sua scoperta conservazione e diffusione

JESI-8 GIUGNO 2018- Ore 9,00-

Galleria degli Stucchi-Pinacoteca di Palazzo Pianetti

con

 LA MACINA

Relatori:

ALLI’ CARACCIOLO-PIERO G. ARCANGELI-ANTONIO DE SIGNORIBUS

Comunicazioni di:

GASTONE PETRUCCI-GUIDO FESTINESE-STEFANO CAMPOLUCCI-PAOLA RICCI

MASSIMO RAFFAELI-TIZIANA OPPIZZI & CLAUDIO PICCOLI-SAMUELE GAROFOLI

MARINO SEVERINI-MARA NOVELLA GOBBI-LAURITA PERGOLESI

FRANCESCO SCARABICCHI-CARLO CECCHI-GIONATA GIUSTINI-STEFANO SANTINI

(con la partecipaziome straordinaria di Filppo Paolasini-Progetto Grafico:Stefano Santini, 2018)

 

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La Macina interpreta un Planctus popolare di fronte alla pala

di Lorenzo Lotto, Deposizione nel sepolcro

Galleria degli Stucchi-Pinacoteca di Palazzo Pianetti

Jesi Venerdì 8 Giugno 2018

 Convegno Nazionale, Il Pozzo della memoria

 

 

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La Macina e Valeria Moriconi in

Concerto Grosso per Gianandrea

Omaggio ad Antonio Gianandrea nel centenario della nascita

13° Monsano Folk Festival, Domenica 9 Agosto 1998, Concerto di Chiusura

 

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Macina-Gang al Premio Tenco 2004

come “Super-Gruppo dell’anno”

(Sanremo, Teatro Ariston, novembre 20014)

 

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Moni Ovadia e Gastone Pietrucci

in occasione della registrazione del secondo volume della trilogia di

 Gastone Pietrucci-La Macina, “Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto” Volume II

(Recanati, Studi Màlleus, 2006, fotografati da Emanuela Sforza)

 

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Premio alla Carriera Città di Loano per la Musica

Tradizionale a Gastone Pietrucci ed alla “sua” Macina

con la seguente motivazione:

“Ricerca e riproposta, tradizione e creazione si frantumano e mescolano fino a diventare indistinguibili

sotto la forza antica della Macina. Gruppo di Ricerca e Canto Popolare Marchigiano fondato da

Gastone Pietrucci nel 1968, cinquant’anni fa esatti. Da allora, da quell’ “altro” sessantotto, Gastone

e la sua Macina hanno attraversato da protagonisti la musica italiana, proseguendo l’attività di ricerca

sulla tradizione popolare delle Marche e portandola sui palchi della canzone d’autore

(con gli album Aedo malinconico ed ardente…) del rock (grazie alla collaborazione con i Gang) e perfino

della musica classica e del jazz, sempre nel segno del confronto e dello scambio tra generazioni e linguaggi diversi”.

(Loano,24 Luglio 2018)

 

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Gastone Pietrucci in concerto dopo l’assegnazione

del Premio alla  Carriera Città di Loano 2018.

 

 

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Gastone Pietrucci e Samuele Garofoli Quartet

in Ramo de fiori. La Macina in jazz

(nella foto da sinistra)

Roberto Zechini, chitarra elettrica, Gabriele Pesaresi, contrabbasso,

Gastone Pietrucci, voce, Massimo Manzi, batteria, Samuele Garofoli, tromba, flicorno

 (Ancona, Adriatico Mediterraneo, Arco di Traiano, 30 Agosto 2013)

 

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La Macina e lo ‘Sperimentale Teatro A’ di Allì Caracciolo

in  Piange piange Maria povera donna…

 Gastone Pietrucci, Maria Novella Gobbi, Maurizio Agasucci,

 in  “Piange piange Maria povera donna…” 

(Macerata,Teatro “Lauro Rossi, 2006)

 

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Gastone Pietrucci, mentre registra un cantore popolare

Polverigi, XII Rassegna della Passione 1985

 

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Macina-Gang

Presentazione del cd “Nel tempo ed oltre cantando”

(Ancona, Teatro delle Muse, Febbraio 2004)

 

 

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Gastone Pietrucci con

 l’Orchestra da Camera diretta dal Maestro Stefano Campolucci

in occasione della presentazione del volume terzo della trilogia:

 “Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto”

(Jesi, Teatro “Pergolesi” 2010)

 

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La Macina con Enrico de Angelis in

Sono bello, bellissimo, il più bravo e non perdono.

La Macina per Piero Ciampi

Regia e luci: Allì Caracciolo

(Jesi, Teatro-Studio “Valeria Moriconi” , 20 Agosto 2005, Concerto Grande della Sera,

20° Monsano Folk Festival nel venticinquennale della morte

del grande poeta e cantautore livornese Piero Ciampi)

 

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Doppio cd antologico Opus minus. La Macina pietra su pietra,

presentato in concerto al Teatro “Pergolesi” di Jesi, 20 Dicembre 2018

 

Conferimento della Civica benemerenza del Comune di Jesi a

Gastone Pietrucci con la seguente motivazione:

«Protagonista di una lunga e intensa attività di ricerca nell’ambito della cultura orale popolare,

ha sottratto alla dispersione e sparizione un vastissimo patrimonio di testi appresi e raccolti

direttamente dalla viva voce dei narranti, curandone l’accurata catalogazione scientifica

e la promozione e diffusione tramite una costante attività concertistica, discografica ed editoriale,

un appassionato lavoro sulla memoria che costituisce non solo insegnamento sul piano della ricerca,

condotta con metodo scientifico, ma indicazione, soprattutto per le giovani generazioni, di una necessità insottraibile:

la conoscenza delle proprie radici sulle quali si fonda la propria identità».

(Il Sindaco di Jesi, Massimo Bacci conferisce la benemerenza a Gastone Pietrucci

Jesi, Sala Consiliare, giovedì 7 novembre 2019)

 

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La Macina-Sperimentale Teatro A

in

Piange piange Maria pover donna..

Tradizione e religiosità nella cultura oraleumbro marchigiana

(Jesi-Teatro-Studio Valeria Moriconi, 27 Febbraio 2009)

 

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Valeria Moriconi e La Macina (Gastone Pietrucci-Marco Gigli)

Spettacolo per il bicentenario del Teatro “Pergolesi”

(Jesi, Teatro “Pergolesi”, gennaio 1999)

 

 

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Macina-Gang a Musicultura

(Recanati 2004)

 

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La Macina “storica”

da sinistra: Piergiorgio Parasecoli, Claudio Ospici, Gastone Pietrucci. Giuseppe Ospici

(Monsano, 1982, presentazione del primo disco de La Macina, Vene il sabado e vene il venere…,)

Premio della Critica Discografica Italiana 1982

 

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Gastone Pietrucci e Laurita Pergolesi in concerto

A da nasce un bel bambino…/Nacerà un nene lindo…

(Il canto del Natale tra i due Mondi)

(Teatro Comunale 5 Gennaio 2013, Montecarotto, Trentesima Rassegna Nazionale della “Pasquella”)

 

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Francesco Scarabicchi e Gastone Pietrucci

(Montemarciano, Teatro “Alfieri”- 10 Aprile 2016, 17° Il “nostro” Sanremo )

 

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Gastone Pietrucci con Allì Caracciolo

(MonteSanvito-Teatro “La Fortuna”- 2014)

 

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Gastone Pietrucci, Cultura Popolare Marchigiana,

Canti e testi tradizionali raccolti nella Vallesina, Jesi, 1985

 

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Il pozzo della memoria (A cura di Gastone Pietrucci, 2024

 

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Gastone Pietrucci con Marco Poeta

(31° Monsano Folk Festival, Monsano, , Cucina del Vecchio Castello di Piazzetta Matteotti, 28 Agosto 2016)

 

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Gastone Pietrucci e Marco Gigli

con il Piccolo Coro Città di Corinaldo

Diretto dal M° Alessandra Battestini in

PICCOLO CORO “CITTA’ DI CORINALDO”

 CANTA LA MACINA CON LA MACINA

Corinaldo ,Teatro “Goldoni”, Maggio 2017

 

 

La Macina , Jesi Teatro “Pergolesi”

Ripresa in streaning per FOLKSTOCK,

 “Il primo maggio della folk e world musica italiana

 (2 Maggio 2021)

 

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Francesco Scarabicchi, Gastone Pietrucci, Carlo Cecchi

(Monsano, Piazza dei Caduti- Sabato 6 Agosto 2016- Concerto Inaugurale 31° Monsano Folk Festival )

 

 

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Intervista televisiva di Giovanni Filosa a Gastone Pietrucci

(Trasmissione Detto fra noi –TVRS- Recanati, Monsano, Piazza dei Caduti- Sabato 6 Agosto 2016- 2017 )

 

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Gastone Pietrucci con l’Orchestra Roberto Chitarreto Zechini

“… è stato da subito un grande auspicio incontrarti e conoscere

qualcosa che m’era sconosciuto. Roberto”

Fermo, Teatro dell’Aquila, 2016

 

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Gastone Pietrucci e Corrado Olmi

(Jesi-Hotel Federico II- Cena del Rotary - 2016)

 

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Gastone Pietrucci, splendidamente fotografato

 da Gian Domenico Papa

(Ancona, luglio 2016)

 

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Giorgio Cellinese e Gastone Pietrucci

(Jesi, Biblioteca Comunale, Ottobre 2016)

 

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Maria Novella Gobbi e Gastone Pietrucci

in

Pianto e dolore della Madonna

lungo il tragitto della Via Crucis voluta da don Savino

32° Monsano Folk Festival 2017-Sabato 26 Agosto

 

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Gastone Pietrucci, fotografato da Emanuela Sforza

(San Marcello, Teatro “ Ferrari“, 2002)

 

 

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Gastone Pietrucci con la Banda Osiris

In occasione della registrazione del brano,

Mariuccina a mme mme gela… inserito nel vol. III

dell’ Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto

(Milano, 2010)

 

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Gastone Pietrucci, con il Gruppo “Filandare” di Jesi

(Jesi, Teatro “Pergolesi”, durante la registrazione del disco “Io vado allà filandra…”, Maggio 1990)

 

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Cartolina ricordo de La Macina, dalla Russia,

2007-2008

 

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Francesco Scarabicchi, Gastone Pietrucci, Piero Cesanelli

(Ancona, Tetrino del Guasco-Museo del Giocattolo- Domenica 21 Agosto 2016-

Concerto del Tramonto- Con la mia voce in spalla- 31° Monsano Folk Festival)

 

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L’abbraccio di Francesco Scarabicchi e di Gastone Pietrucci

Due scatti “rubati” da Gian Domenico Papa

Ancona, Tetrino del Guasco-Museo del Giocattolo- Domenica 21 Agosto 2016-

Concerto del Tramonto- Con la mia voce in spalla- 31° Monsano Folk Festival)

 

 

 

Gastone Pietrucci (La Macina) e Maria Novella Gobbi (Sperimentale Teatro A)

mel lavoro comunitario  sul “Maggio”, Chi è belli de forma de Magghio ritorna

(Prima nazionale, Morro d’Alba, 33° Monsano Folk Festival, 2018)

 

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Manifesto ufficiale del Concerto-Spettacolo

NEL BLU, DIPINTO DI BLU…

A Domenico ‘Mimì’ Modugno nel 51° anniversario di ‘Volare’

con

GASTONE PIETRUCCI e LA MACINA

(Corinaldo. Tetaro “Goldoni”- venerdì 16 Gennaio 2009)

 

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Gastone Pietrucci con Mugia Bellagamba

(Jesi, Hotel Federico II, 2012)

 

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Gastone Pietrucci con i bambini dello Scacciamarzo

(Monsano-XXV Inconto Regionale dello Scacciamarzo, 2012)

 

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Gastone Pietrucci con lo scultore Nazareno Rocchetti

(Cingoli, nel giardio “Sogni nel prato”, 2014)

 

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Paola Ricci e Gastone Pietrucci

(Morro d’Alba, 34° Cantamaggio, 21 Maggio 2107)

 

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Gastone Pietrucci al Premio Nazionale Città di Loano

per la musica tradizionale italiana

eccezionalmente accompagnato da

 Maurizio Geri (chitarra) e Riccardo Tesi (organetto) di Banditaliana

(Loano, Luglio 2011)

 

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Consegna del “Premio Sciabica” 2016 a Gastone Pietrucci

da parte del Sindaco di Senigallia Mangialardi, con la seguente motivazione:

“Gastone Pietrucci che fonda e dirige dal 1968 il Gruppo di Ricerca e Canto Popolare Marchigiano “La Macina”,

che grazie alle sue ricerche ed ai suoi studi, ha recuperato le autentiche tradizioni della Cultura Contadina

Marchigiana e inoltre averle portate a conoscenza oltre i confini delle Marche".

(Marzocca di Senigallia, Cemtro Sociale Adriatico, Domenica 20 Novembre 2016)

 

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Spettacolo-Concerto de La Macina, in occasione

della celebrazione del 25 Aprile 2015

FINISCO PERCHE’ NON HO PIU’ VOGLIA DI ALLUNGARE

 (Jesi-Teatro-Studio Valeria Moriconi, 25 Aprile 2015)

 

 

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Simone Massi e Gastone Pietrucci alla Conferenza Stampa

di presentazione della seconda edizione di Animavì (13-16 Luglio)

International film festival of poetic animation

Pergola, nel Giardino di Casa Godio, sabato 17 Giugno 2017

 

 

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Gastone Pietrucci fotografato da Simonetta Venturi

Pergola, nel Giardino di Casa Godio, Festival Animavì 14 Luglio 2107

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Gastone Pietrucci e Lina Marinozzi Lattanzi

Jesi, Teatro “Pergolesi”, 5 maggio 1984

 

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La Macina

Illustrazione di Simone Massi della copertina del dvd

(tratta dal libro La Macina Nel vivo di una lunga storia)

  

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Cd-book, La Macina.Nel vivo di una lunga storia, Crinali 02, squi[libri] editore, 2016

 

 

“iL cd-book de La Macina è costoso (20€)

 ma di una bellezza insostenibile!”

Francesco Scarabicchi, 2016

 

*

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La Macina con Paola Giorgi

(Sirolo, 23 Agosto 2024, Il dono che non si nega)

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Programma di sala del Concerto de La Macina per Walter Piacesi,

Recanati, Aula Magna del Civico Palazzo, con dedica autografa dell’artista:

“Al caro, bravo Gastone Pietrucci con viva riconoscenza.

Walter Piacesi, Recanati 28 Aprile 1985”

 

*

 

La Macina

I “compagni di viaggio”. Una filosofia della musica

Valorosi, compagni d’arte, di lavoro,

di avventura di Gastone Pietrucci

 

 

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Roberto Picchio, fisarmonicista de La Macina

 Casale Monferrato, 28^ edizione di Folkermesse, 9 Luglio 2011

 

“Roberto Picchio, tasti di struggente melodia, dita di agili sonorità,

armonia composita nella sua magica fisarmonica.

E delle sue composizioni troppo poco eseguite.”

Allì Caracciolo, 2016

 

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Adriano Taborro, Direttore musicale de La Macina

 Teatro “Goldoni” di Corinaldo, durante l’incisione del cd La Macina live, novembre 2014

 

“Adriano Taborro, violino, chitarre mandolino, la sua musica è la sua anima, l’unica che possieda.

 Ma moltiplicata in mille. Una delle quali: le sue composizioni, gli arrangiamenti, le armonizzazioni

e rielaborazioni. Un’altra la sua direzione musicale.”

Allì Caracciolo, 2016

 

 

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Marco Gigli

 

“Marco Gigli, chitarra sulla quale compone musiche originali,

sulla quale ne esegue numerose altre attento e preciso.

La sua voce, altro strumento di risonanze chiare, lunari.”

Allì Caracciolo, 2016

 

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Riccardo Andrenacci

 

“Riccardo Andrenacci, new entry (ma non tanto), paradigma di mirabili matamorfosi dell’assordante

 in fascinum irresistibile, ossessivo ritmo, paesaggi musicali della leggerezza o di invasati universi: la sua batteria.

Insieme possono aprirti orizzonti illimitati, pacate distese di deserti, oppure indiavolate ridde di ritmi

tra le quali a lampi si intravede lo scatenamento di Dioniso.

Insieme hanno il potere della magica, mirabile, evocazione.

Allì Caracciolo, 2016

 

 

 

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Marco Tarantelli

contrabbasso

  Foto Giorgio-Atri-P1040853piccola.JPGGiorgio1 in Argentina.JPGDSC_2053piccola.JPG

Giorgio Cellinese

 

“ Infine, last but not lest, Giorgio Cellinese, l’impareggiabile. Silenzioso quanto basta,

severo all’eccesso, pacato-aggressivo. Mite e intollerante, paziente e provvidente a ogni cosa.

Ricerca e canta, in proporzioni più ridotte, non meno preziose. Il suo nome è Presenza”.

Allì Caracciolo, 2016

 

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Programma della 39^ edizione del Monsano Folk Festival 2024

 

 

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