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Manifesto ufficiale
Monsano Folk Festival 2025
(Foto: Emanuela
Sforza, 2002- Progetto grafico: Arch. Stefano Santini)
QUARANT’ANNI DI (R)ESISTENZA
“Fare un Festival, di questi tempi, ha un valore anche politico.
Perché è un modo di combattere, non solo la crisi, ma anche il silenzio”.
Amedeo Fago *
* Direttore
del Laura Film Festival 2011
“Il nostro governo ama le piazze piene pert
una sera, le notti bianche,
i concerti dei cantanti che costano tanto e
non costruiscono niente, se non consenso”
Roberto De Simone
E siamo
arrivati a quaranta! Quaranta dizioni ininterrotte, dalla prima storica
edizione del 1986 (lunedì 16 agosto). quando nella Piazzetta Matteotti, con il
Concerto Macina e il gruppo francese
della Lyonesse, Ramo di fiori e rrose d’amor… / Branche de fleurs et roses d’amour…)
partì la prima edizione del Festival,
fortemente voluta dall’allora Assessore al Cultura Enzo Zenobi. L’edizione di quest’anno, dopo quarant’anni di (r)esistenza, oltre ad essere dedicata
ad una nostra grande ed indimenticabile
amica Valeria Moriconi, sarà
un’edizione straordinaria, tutta incentrata, per la maggior parte, su La Macina
e sulla riproposta dei suoi più significativi successi, a partire da La Macina in famiglia, La Macina à la carte al balcone , al Concerto de la Memoria e del Ricordo, a La filandrà è ‘na galera…,a Nave che porti al niente, al Concerto
dell’Alba, al tradizionale Concerto
Macina-Gang.
Il Festival, voluto dal Comune di Monsano (An), con il
patrocinio e la copartecipazione del Consiglio
Regionale delle Marche, il patrocinio, della Fondazione Pergolesi-Spontini, curato dal Centro Tradizioni Popolari, per la direzione artistica di Gastone Pietrucci, si aprirà (sabato
2 Agosto) e si chiuderà sabato 23 Agosto a Monsano. L’edizione del Festival
2025 è dedicata Al grande ricordo di Valeria Moriconi, anima di teatro, voce di
universi..
Gastone Pietrucci
Caricatura-collage
di Corrado Olmi, 2008
Monsano
(An) - Visione di Monsano vista dall’alto
* * *
Come arrivare a Monsano
In auto: Autostrada
A14 Bologna-Bari, uscita Ancona Nord poiSuperstrda SS76 Ancona-Jesi-Roma
Uscita: MONSANO
In treno: Linea Roma-Falconara-Ancona, stazione di Jesi (MONSANO a 6.5 Km)
In aereo: Aeroporto “Raffaello Sanzio” di Falconara M.-Ancona (MONSANO a 15 km)
In nave: Porto di Ancona (MONSANO
a 27 Km)
* * *
QUARANT’ANNI DI (R)ESISTENZA
Al grande ricordo di
Valeria Moriconi, anima di teatro, voce di universii
Festival gemellato dal 2012 con Civitella Alfedena Folk Festival
(AQ)
dal 2022 con il World Land
Festival della Musica e della Cultura dal Mondo
e dal 2023 con Vita Vita Rassegna di Arte Vivente
*
C’eravamo prima che
arrivaste
ci saremo quando
sarete andati via
James Reston
PROGRAMMA SINTETICO
(a seguire
Programma analitico)
MONSANO (AN) –
SABATO 2 AGOSTO - Ore
21,30
Piazza
dei Caduti – Serata Inaugurale
DOCUFILM STANOTTE
MI SOGNAI *
A cura di Roberto Gigli
Presentazione
di due Docufilm:
Stanotte
mi sognai / I canti de La Macina in mostra
(Regia
Giustino Zuccarini-Durata 48 minuti)
e
Stanotte mi
sognai / Gastone è La Macina
(Regia Andrea Antolini-Diego Morresi--Alessamdro
Tarabelli
Durata 60 minuti)- Produzione Subwaylab
* In
esclusiva per il Monsano Folk Festival
*
SAN PAOLO DI JESI (AN) –
DOMENICA 3 AGOSTO - Ore 21,30
Anfiteatro
Comunale – Concerto Grande della Sera
DARIO ASPESANI 5ET
VIAGGIO NEL MONDO MUSICALE
FOLK, JAZZ, LATIN E BLUES
Dario
Aspesani
*
MONSANO (AN) – GIOVEDÌ 7 AGOSTO ORE 6,00
Santuario
Santa Maria fuori Monsanoi – Concerto
dell’Alba
Alla memoria di don Savino Capogrossi
LA MACINA &
SPERIMENTALE TEATRO A *
LA MADONNA VELLA VELLA…
Per i
555 anni dell’apparizione della Madonna
La Macina
* In
esclusiva per il Monsano Folk Festival
Colazione per tutti i
presenti offerta
dall’Ammoinistrazione
Comiunale di Monsano
*
POLVERIGI (An) -VENERDÌ 8 AGOSTO
- Ore 21,30
Chiostro
di Villa “Nappi” – Concerto-Incontro
della Sera
ELISA RIDOLFI TRIO
L’ORA DEL FUNAMBOLO
con la partecipazione
straordinaria di
Gastone
Pietrucci e Marco Gigli
*
MERGO (An) – SABATO
9 AGOSTO - Ore 19.00
Largo
Pirani – Concerto del Tramonto
MACINA & DANTE RICCI
VENE IL SABADO E VENE IL VENERE…
Concerto
per Peppe Pirani, poeta e
Augusta
Marcelli Bruschi graande informatrice de La Macina
* In
esclusiva per il Monsano Folk Festival
*
CAMERATA PICENA (An) – 10 AGOSTO- Ore 19,00
Fraz. CASSERO- Casale Costarelli,
Via del Castello, 5 Concerto
del Tramonto
Alla “radiosa presenza” di Gianfranco Costarelli
GIORGIO CELLINESE & MACINA
ECCO ARRIVA GIO’ GIO’...
Ricordi
e tradizioni popolari atriane della Famiglia Cellinese
(Dalla trilogia della memoria)
Giorgio Cellinese, voce
narrante, canto
PER PRENOTAZIONI (SINO AD ESAURIMENTO DEI POSTI DISPONIBILI
TELEFONARE A LA MACINA 07314263 / GIORGIO 3356444547
* In
esclusiva per il Monsano Folk Festival
*
SERRA DE’CONTI (AN)- MARTEDÌ 12 AGOSTO - Ore 21,30
Chiostro
di San Francesco – Concerto Incontro della Sera
ERÉNDIRA DIAZ-LAURITA PERGOLESI - SILVIA SPURI
TE QUIERO, MON AMOUR *
Canzoni d’amore e disamore dal Sudamerica alla Francia,
* In
esclusiva per il Monsano Folk Festival
*
MONTEGIORGIO (FM) - MERCOLEDÌ 13 AGOSTO - Ore 21,30
Località CERRETO – Concerto Grande della Sera
LA MACINA & ELISA RIDOLFI
NAVE CHE PORTI AL NIENTE
Cantar poesia-Cantatutori e poeti
Omaggio a Francesco Scarabicchi e Piero Cesanelli
*
PIEVETORINA (MC) -
GIOVEDÌ 14 AGOSTO - Ore 21,30
Parco Gianni Rodari –Concerto Grande della
Sera
LA MACINA & MUGIA BELLAGAMBA
LA FILANDRA E’ ‘NA GALERA…
La fatica, la gioia, il
dolore, la rabbia, la nostalgia,
i ricordi nei canti e
nei racconti della filanda jesina
* In
esclusiva per il Monsano Folk Festival
*
JESI (AN)- SABATO 16 AGOSTO - Ore 19,00
Piazza Ghislieri - Concerto del Tramontoa
LA MACINA DAL BALCONE *
CONCERTO À LA CARTE
Dedicato a Valeria Moriconi
* In
esclusiva per il Monsano Folk Festival
*
JESI (AN)- DOMENICA 17 AGOSTO - Ore 19,00
Chiesa di San Bernardo (Via Valle, 3) - Concerto del Ricordo
e della Memoria
GASTONE PIETRUCCI E LAMACINA
IL DOVERE DELLA MEMORIA
*
In ricordo di Cesira Zenobi Giigli e Adelaide Tassi
Pietrucci, “Le amiche del cuore”
A cura di Gastone Pietrucci
* In
esclusiva per il Monsano Folk Festival
*
MORRO D’ALBA (AN)– GIOVEDÌ 20
AGOSTO - Ore 19,00
Casale Tarantelli – Via Santa Maria del Fiore, 57 - Concerto del Tramonto
LA MACINA IN FAMIGLIA *
con
l’amichevole partecipazione straordinaria di
MARCO POETA
e della
piccola
MARIA TARANTELLI
* In
esclusiva per il Monsano Folk Festival
PER PRENOTAZIONI (SINO AD ESAURIMENTO DEI POSTI DISPONIBILI
TELEFONARE A MARCO
TARANTELLI 3288439592
*
MONSANO (AN) –
VENERDÌ
21 AGOSTO - Ore 19,00
Piazzetta
Matteotti – Concerto del Tramonto
THE SLEEPING WHALE
PLAYING FOR THR FIREFLIES
Presentazione della
loro prima opera discografica
*
MONSANO (AN) –
VENERDÌ
22 AGOSTO - Ore 19,00
Piazzetta
Matteotti – Incontro del Tramonto
PRESENTAZIONE
DEL LIBRO A CURA DI GASTONE PIETRUCCI
IL POZZO DELLA MEMORIA
La ricerca sulla
cultura popolare orale marchigiana e il contributo
de La
Macina alla sua scoperta conservazione e diffusione
Atti del Convegno Nazionale di Jesi: 18 giugno 2018
COPIA
OMAGGIO DEL LIBRO A TUTTI I PRESENTI
In
esclusiva per il Monsano Folk Festival
*
MONSANO (AN) –
SABATO 23AGOSTO - Ore 21,30
Piazza
dei Cadutii – Grande Concerto di Chiusura Festival
MACINA-GANG
in
CONCERTO PER IL QUARANTENNALE DEL
FESTIVAL *
dei due grppi “storici “ del folk e del rock
italiani
Macina-Gang
* In
esclusiva per il Monsano Folk Festival
***
Walter Piacesi, “Il passero
solitario” (incisione/particolare)
dalla cartella di acqueforti “Le Marche/spiagge/campagne/paesi”
Logo del Monsano Folk Festival e del Gruppo “La Macina”
(per gentile concessine dell’autore Walter Piacesi
e dell’Editore Raffaele
Bandini)
***
Tecnico Audio Luci:
Eliseo Mozzicafreddo con Elena “Belen”
Tecnico “ausiliare”
Marco Tarantelli
MAR…
re
Monsano, Piazza dei Caduti
Veduta diurna e notturna del luogo dei Concerti del Monsano
Folk Festival
*
QUARANT’ANNI DI (R)ESISTENZA
Al grande ricordo di
Valeria Moriconi, anima di teatro, voce di universi
Valeria Moriconi e Gastone Pietrucci,
Jesi, Teatro “Pergolesi”, 1999
Monsano (An) – Camerata Picena (An)Jesi (AN)- Mergo - Montegiorgio
(Fe)-
Morro d’Alba (An)- Pievetorina (Mc)- Polverigi (An)- San Paolo di
Jesi- Serra de’ Conti (An)
e con contributo e il patrocinio
Comune di Monsano - Fondazione Pergolesi Spontini
a cura de
Centro Tradizioni Popolari
Gemellato dal 2012 con Civitella Alfedena Folk
Fetsival , Suoni sul Lago (AQ)
dal 2022 con il World Land Festival della Musica e della Cultura dal
Mondo
e dal 2023 con Vita Vita Rassegna internazionale di di Arte Vivente di
Civitanova Marche
Ideazione e Direzione artistica: Gastone Pietrucci
2 -23 - AGOSTO 2025
PROGRAMMA ANALITICO
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MONSANO (AN) -
SABATO 2 AGOSTO – ORE 21,30
DUE DOCUFILM SU LA
MACINA
Piazza dei Caduti - Serata Inaugurale
In collaborazione con il Comune,
l’Assessorato alla Cultura di Monsano
PRESENTAZIONE DI DUE
DOCUFILM
STANOTTE MI SOGNAI *
Su
La Macina e Gastone Pietrucci
A cura
di
ROBERTO GIGLI
Stanotte
mi sognai / I canti de La Macina in
mostra
Regia
Giustino Zuccarini - Durata 48 minuti
Stanotte
mi sognai / Gastone è La Macina
Regia Andrea Antolini-Diego Morresi-Alessamdro Tarabelli
Durata 60 minuti- Produzione Subwaylab
Roberto Gigli curatore e conduttore della serata
e il regista Giustino Zuccarini
del primo docufilm Stanotte mi sognai /I canti de La Macina in
mostra,
Andrea Antolini - Diego Morresi –Alessamdro Tarabelli i tre registi del secondo docufilm Stanotte mi sognai/ Gastone è La Macina)
I tre registi Morresi, Antolini,
Tarabelli con Leonardo Martellini alla presentazione del docufilm
Stanotte
mi sognai/Gastone è la Macina,
CineOff -Festival internazionale del Cinema
indipendente, Jesi, al Teatro-Studio “Valeria Moriconi”, il 21 ottobre 2024
Da sn. Marco Gigli, Alessandro Tarabelli, Andrea
Antolini-Roberto Gigl,-Gastone Pietrucc,Giorgio Cellinese,
Diego Morresi, Leonardo Martellini, Roberto Picchio, Marco
Tarantelli, Riccardo Andrenacci
CineOff -Festival internazionale del Cinema
indipendente, Jesi, al Teatro-Studio “Valeria Moriconi”, il 21 ottobre 2024
L’inaugurazione del Festival avviene con una serata inedita e
particolarmente interessante, Stanotte mi sognai, curata e condotta da R CineOff -Festival internazionale del Cinema indipendente, Jesi,
al Teatro-Studio “Valeria Moriconi”, il 21 ottobre 2024
oberto Gigli, dove verranno effettuate due proiezioni di due
docufilm, alla presenza dei quattro registi.
Il
primo del regista abruzzese Giustino
Zuccarini (durata 48 minuti) su la Mostra curata da Roberto Gigli, Stanotte
mi sognai /I canti de La Macina in mostra, realizzata RNB4 Culture e
allestita con grande successo a Jesi , nel Museo Federico II dal 25 luglio al
30 Settembre 2024.
Il
secondo docufilm realizzato dal Gruppo
Subway Lab di Jesi, per la regia di Andrea Antolini, Diego Morresi, Alessandro Tarabelli,(durata
60 minuti), Stanotte mi sognai/ Gastone è La Macina) su Gastone Pietrucci e
la sua lunga storia con La Macina e soprattutto su la sua fondamentale ricerca
delle tradizioni orali marchigiane, con la partecipazione di Marino e Sandro Severini (Gang), Moni Ovadia, Rossana Casale, Marco Gigli e Adriano Taborro. Il docufilm è stato presentato fuori concorso, con
grande successo, all’interno di CineOff (Festival internazionale del Cinema
indipendente), Jesi, al Teatro-Studio “Valeria Moriconi”, il 21 ottobre 2024,
ed ora sarà proiettato a chiusura di questa prima serata inaugurale del
Festival.
*In esclusiva per il Monsano
Folk Festival
Ingresso libero sino ad esaurimento dei
posti
*I_________________________
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SAN PAOLO DI JESI (AN) –
DOMENICA 3 AGOSTO – ORE 21,30
VIAGGIO
MUSICALE CONTAMINATO DI SONORITÀ’ WORLD, CANTAUTORIALI E POPOLARI
_____________________________________________________________________________________________________________________________________________
In collaborazione con il
Comune e l’Assessorato alla Cultura di San Paolo di Jesi
e con la dodicesima edizione del
WORLD LAND FESTIVAL
VIAGGIO NEL MONDO MUSICALE
FOLK, JAZZ, LATIN E BLUES
Dario
Aspesani
Dario Aspesani è un polistrumentista, cantautore,
musicoterapeuta e ricercatore musicale .Attivo dal 1988, ha inciso ben 39
album, scritto due libri (“Storie e Saggi
sulla musica nera dal Mississippi a Cuba”e “Non sparate al pianista, la musica nel film muto”), ed è stato
regista di due docufilm sul Blues, in particolare sulla figura di Robert
Johnson. È direttore artistico del Festival Worldland e curatore del Museo
della Musica Popolare e Sperimentale dal Mondo di Montegiorgio. Dal 2024 è
docente di etnomusicologia per la Udemy Academy di San Francisco, California.
La sua carriera lo ha visto spaziare tra
generi e culture: dal rock suburbano londinese e irlandese, con riferimenti a
Otis Redding e Bob Dylan, fino alla world music, con una particolare attenzione
alla musica popolare italiana, cubana e internazionale.
Aspesani è noto anche per la sua attività di
divulgatore e per i suoi progetti didattici, come il World Music Lab, dedicato
alla scoperta di strumenti e tradizioni musicali dal mondo.
La sua musica fonde elementi folk, jazz,
latin e blues, con una cifra stilistica personale che lo rende un punto di
riferimento nel panorama della world music italiana
Nel concerto per la serata di San Paolo di
Jesi del 40° Monsano Folk Festival, Aspesani proporrà un viaggio musicale tra
celebri brani e repertorio popolare dall’Italia, da Cuba e da altri paesi del
mondo, confermando la sua vocazione per la contaminazione e la ricerca sonora.
Lara Giancarli: voce, cori
– Dario Aspesani
Dario Aspesani, chitarra,
tastiee, armonica
Marco Ferrara: piano
e tastier
Paolo Partenza: percussioni
Maurizio Moscatelli: sassofono,
clarinetto e flauti traverso
Lara Giancarli: voce, cori
Ingresso libero sino ad esaurimento dei
posti
*
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MONSANO (AN) –
GIOVEDÌ 7 AGOSTO – ORE
6,00
IL CANTO E LA
PREGHIERA DELL’ALBA
Santuario Santa Maria fuori Monsano - Ceoncerto dell’ Alba
In collaborazione con il Comune,
l’Assessorato alla Cultura di Monsano e la Pro Loco Monsano
Alla memoria di don Savino Capogrossi
LA MACINA &
SPERIMENTALE TEATRO A in
LA MADONNA VELLA VELLA…
Per i
555 anni dell’apparizione della Madonna
L'
Apparizione della Vergine a Gaspare di Calvise, una delle quattro pergamene miniate seicentesche riproducenti gli antichi affreschi del portico.
con questo particolare e suggestivo Concerto dell’Alba,
La Madonna vella vella…, La
Macina e lo Sperimentale Teatro A,
ricorderanno i 555 anni dell’apparizione della Madonna, In forma itinerante,
all’esterno della Chiesa,La Macina,
con la partecipazione straordinaria di Milena
Gregori, eseguirà, canti, preghiere, laudi su La Madonna, mentre nel
finale, all’interno della Chiesa, i due attori dello STA (Maria Novella Gobbi e Fabio Bacaloni) rappresenteranno il
dramma e il pianto di Maria sotto la croce. Un Concerto itinerante (nella prima
parte), tra la gente, cadenzato ed impreziosito dalle artistiche stazioni, dai
testi e dai canti popolari di tradizione orale della grande devozione popolare.
Nela seconda parte, il tragitto si concluderà all’interno del Santuario, con
una finale, struggente teatrale, Sacra rappresentazione sul pianto e sul dolore
,“terreno”,disperato della Madonna.
Nel 2017, in occasione
del 32° Monsano Folk Festival, lo Sperimentale
Teatro A e La Macina, eseguirono,
sempre all’alba di sabato 26 Agosto, un Concerto Itineranre dell’Alba, all’esterno
del Santuario Santa Maria fuori Monsano, Pianto e dolore della Madonna (lungo il
tragitto della Via Crucis voluta da don Savino).
-
don Savino Capogrossi
«Proprio
ora ho saputo che Don Savino ha lasciato questo mondo, lasciandoci ancora più
soli
Don
Savino Capogrossi è stato sempre vicino a noi de La Macina, e possiamo dire che
grazie
ai
suoi consigli, al suo affetto ed alla sua grande amicizia, La Macina ha potuto
crescere e
affermarsi.
Ogni volta che lo andavo a trovare, mi ripeteva, che al suo funerale dovevo
cantargli
il Salve Regina. Caro Don Savino, non avrei voluto cantartelo mai, ma ora io e
La
Macina siamo pronti a darti questo nostro ultimo, struggente saluto, con uno
dei canti
più
belli della tradizione popolare marchigiana. Don Savino riposa in pace e
ricordati sempre di noi».
Dio ti salvi o Regina
o Madre universale
per tuo voler’
se sale in Pardaiso
Voi ssede gioia e rriso
de tutti i tribboladi
l’acchi a nnui scunsuladi
arivolgede
Noi miseri accojede
nel vostro santo velo
de vostro Fijo
el cielo ce mostrade
Gradite e ascoltade
o Vvergine Mmaria
dolce clemente e ppia
l’affetti nostri
De’ li nimici nostri
a nnoi dade vittoria
e pu’ l’eterna gloria
in Pardaiso.
La Macina -
- Maria Novella Gobbi (S.T.A) – Fabio Bacaloni (STA)
Milena Gregori Allì Caracciolo (S.T.A)
La Macina
Gastone Pietrucci, voce
Adriano Taborro, chitarra,
mandolino
Marco Gigli, chitarra,
voce
Roberto Picchio, fisarmonica
con
la partecipazione straordinaria di
Milena
Gregori. voce recitante
Sperimentale Teatro A
Maria Novella Gobbi, La Madonna
Fabio
Bacaloni, Gesù
Costumi
Maurizio
Agasucci
Regia
Allì Caracciolo
* In esclusiva
per il Monsano Folk Festival
Santuario Santa Maria fuori
Monsano
COLAZIONE PER TUTTI I PRESENTI OFFERTA
DALL’AMMINISTRAZIONE
COMUNALE E
DALLA PRO LOCO DI MONSANO
In caso di maltempo tutto il
Concerto si svolgerà all’interno della Chiesa
Per
ulteriori approfondimenti sul
SANTUARIO DI SANTA MARIA FUORI MONSANO
E DON SAVINO CAPOGROSSI
vedi
*
ELISA
RIDOLFI TRIO in
L’ORA DEL FUNAMBOLO
con la
partecipazione straordinaria di
GASTONE PIETRUCCI E MARCO
GIGLI
ELISA RIDOLFI TARGA TENCO 2024
PER IL MIGLIOR ALBUM OPERA
PRIMA “CURAMI L’ANIMA”
Elisa Ridolfi Trio
Elisa Ridolfi,- inizia nel 1999 professionalmente la sua esperienza in campo musicale grazie all’incontro
con il chitarrista recanatese Marco Poeta e
con il suoprogetto di divulgazione in Italia, e non solo, della musica
tradizionale del Portogallo, il
Fado. Nel 2004 ha ricevuto il prestigioso Premio
Tenco per il miglior album Opera Prima,
Curami l’anima. Da diversi anni collabora attivamente anche
con La Macina, con diversi progetti
musicali..
Ora a Polverigi, Elisa si presenta con il suo Trio, in un
interessante progetto, musicale intitolato
L’ora del funambolo. Un progetto musicale che nasce dal desiderio di camminare tutti
sullo stesso sottile filo, filo invisibile, filo emotivo e sonoro, capace di
Legare musicisti e ascoltatori in una trama collettiva, in una rete di
splendide melodie conosciute e/o misteriose. Che siano le corde di un
contrabbasso, quelle di una chitarra, quelle vocali, che siano le righe del
pentagramma o le linee del destino, L’ora del funambolo racconta
l'approccio all’esperienza musicale condivisa dai “funambolici"
musicisti che la portano in scena e racconta una figura, il funambolo
appunto, capace di evocare le vite di tutti noi, precarie, delicate, segnate ma
con lo sguardo avanti, capace di continuare a mettere un passo e poi un
altro e un altro ancora solcando una danza irrinunciabile,quella della
bellezza, della poesia della vita.
Con
Elisa Ridolfi Trio
Ridolfi, voce e
cajon
Riccardo
Bertozzini, chitarra
Andrea
Alessi, contrabbasso
con la
partecipazione straordinaria di
Gastone
Pietrucci, voce
Marco
Gigli, chitarra, voce
Ingresso libero sino ad esaurimento dei
posti
Per ulteriori approfondimenti sul
ELISA RIDOLFI
vedi
*
MERGO (AN) – SABATO 9 AGOSTO
– ORE 19.00
CANTI,
POESIE E RICORDI
In collaborazione con il Comune
e l’Assessorato alla Cultura di Mergoi
MACINA
& DANTE RICCI in
VENE IL SABADO E VENE IL VENERE…
Concerto
per Peppe Pirani, poeta e Augusta Marcelli Bruschi, grande informatrice de la
Macina
La
Macina – Dante Ricci
Peppe
Pirani, poeta – Auguista Marcelli Brschi –
Primo Lp de La Macina, 1982
Non esiste separazione
definitiva
finché esiste il
ricordo.
Isabelle Allende
Omaggio dovuto de La Macina e di Dante Ricci a Peppe Pirani
(1942-2008), “poeta dialettale” di Mergo e di Augusta Marcelli Bruschi (1901-199, grande informatrice de La Macina, vera e proprio
“albero di canto”.
Peppe Pirani era margano
d’adozione. Nato a Pantiere di Castelbellino, il 24 gennaio del 1942, conseguì
la laurea in Pedagogia all’Università di Urbino ed esercitò la professione (e
la missione) di Maestro elementare a Mergo per trent’anni, caratterizzando la
sua didattica per la spinta all’innovazione (privilegiò la ricerca scolastica,
il teatro e il cinema come prassi formative ed educative) e la valorizzazione
del vernacolo. Pubblicò nel 2001 la prima raccolta delle sue poesie Me
badurlo (rime scojonade), poco dopo il secondo volume Riso
co’ l’ossi (le rime del vallado), infine arrivò a chiusura della
trilogia, Tantumergo ( sonetti e sonade).
Augusta Marcelli
Bruuschi, originaria di Rosora, una volta sposata si è trasferita a Mergo, dove
è sempre vissuta come casalinga, aiutando il marito nel lavoro dei campi.
Nell’unica registrazione effettuata nel 1977, Augusta, tra altri preziosi
documenti, ha “regalato” a La macina e al sottoscritto, la ballata arcaica del Convegno notturno (Nigra 76), meglio
conosciuta, dal primo capoverso, come Vene il sabado e vene il venere…, che ha
dato l’omonimo titolo al primo lavoro discografico de La Macina del 1982, al
quale nello stesso anno, venne assegnato il prestigioso Premio della Critica Discografica
Italiana. Ad Augusta la Macina ha dedicato il volume 14 della Collana Foglie d’Album del 2023, Rose d’amor.
Ora con questo particolare Concerto del Tramonto, nel Largo Pirani a lui
dedicato dall’Amministrazione comunale di Mergo, rendiamo il dovuto omaggio a
questi due straordinarie figure, ridando loro, la voce, l’anima e il dovuto
ricordo.
Gastone
Pietrucci
* In
esclusiva per il Monsano Folk Festival
Ingresso libero sino ad esaurimento dei
posti
*
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CAMERATA PICENA (AN) –
DOMENICA 10 AGOSTO – ORE 19.00
ALLA
“RADIOSA PRESENZA” DI GIANFRANCO COSTARELLI
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Grazie alla generosa
ospitalità di Paola e Diego Costarelli
GIORGIO
CELLINESE & MACINA in
ECCO ARRIVA GIÒ GIÒ …
Ricordi
e tradizioni popolari atriane della Famiglia Cel.linese
(Dalla trilogia della memoria)
Giorgio
Cellinese
-Giorgio
Cellinese & La Macina,
Jemece a ffa’ un sonnellino in fondo allo
stagno…MCM Records-
Adriano Taborro-Gastone Pietrucci-Marco Gigli-Roberto Picchio
Ritorna in questo
particolare Concerto Familiare, Giorgio Cellinese, che riproporrà dalla
Trilogia della Memoria, i momenti più
toccanti dei suoi tre precedenti lavori, dal primo Jemece a ffa’ un sonnellino in fondo allo stagno… su i ricordi
della madre Carmela, dei nonni paterni Massimino e Angelantonia e delle zie
Giuseppina , Elvira e Rosmunda, del 2001, dal secondo, Sanda Lucia che ll’ucchie pizzute, sulle formule magiche, riti e
Santi d’Abruzzo ed in modo particolare in quelli di Atri (Te), sua città
natale, del 2002 e dal terzo, del 2004, appunto Ecco arriva Giò Giò, un tenero percorso sui momenti più importanti
ed indimenticabili della sua giovinezza.
La Macina accompagnerà Giorgio, in questo suo struggente,
tenero percorso della memoria e dell’affetto.
Nel 2008, Giorgio ha pubblicato il libro e Cd Jemece a ffa’ un sonnellino in fondo allo stagno…
La serata di Camerata
Picena è dedicata, come da tradizione,
alla “radiosa presenza” di Gianfranco
Costarelli
Gastone Pietrucci con
Gianfranco Costarelli
Sempre mi torna in mente
la radiosa presenza. La qualità della luce
la qualità del ricordo si somigliano.
[…]
Allì Caracciolo, La distanza in La
Insomiglianza, 2007
Gianfranco
Costarelli
Con
Giorgio
Cellinese, voce narrante, canto
La Macina
Gastone Pietrucci, voce
Adriano Taborro, chitarra,
mandolino
Marco Gigli, chitarra,
voce
Roberto Picchio, fisarmonica
* In
esclusiva per il Monsano Folk Festival
PER PRENOTAZIONI
DAL 1 AGOSTO (SINO AD ESAURIMENTO
DEI POSTI DISPONIBILI) TELEFONARE A
LA MACINA
07314263 / GIORGIO 3356444547
Alcune
immagini del Casale Costarelli, Via del Castello, 5, Cassero di Cmerata Picena
(An)
*
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SERRA DE’ CONTI (AN) – MARTEDÌ 12 AGOSTO – ORE 21,30
TRE
VOCI DALL’ALTRA PARTE DEL CIELO
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In collaborazione con il
Comune e l’Assessorato alla Cultura di Serra de’ Conti
ERÉNDIRA DIAZ –LAURITA PERGOLESI - SILVIA SPURI in
TE QUIERO, MON AMOUR *
Canzoni d’amore e di
disamore dal Sudamerica alla Francia,
Eréndira Diaz -
Laurita Pergolesi - Silvia
Spuri
Interessante commistione di generi.in
questo accattivante ed interessante progetto musicale montato appositamente per
la serata del Festival di Serra de’ Conti.
Da una parte Eréndira Diaz, e
Laurita Pergolesi, nate e cresciute
rispettivamente in Messico e in Argentina, esprimono la gioia di vivere, ma
anche il dolore con tinte forti e decise, con ritmi latini tradizionali,
dall'altra Silvia Spuri, proveniente
da una cultura più classica ed europea, con atmosfere più intime e rarefatte,
evocative e malinconiche
Eréndira Diaz, e Laurita Pergolesi, cantanti e chitarriste messicana e argentina e Silvia Spuri, organetto e canto (francese di
madre lingua). hanno montato questo interessante progetto musicale, tutto al
femminile, che sicuramente farà divertire, appassionare, ma soprattutto
pensare. Il concerto di quest’altra parte
del cielo, si svolgerà nella suggestiva cornice del Chiostro di San
Francesco, che farà da sfondo a questo interessante trio, tutto al femminile,
particolarmente intenso, raffinato e di grande attualità e suggestione.
L’ALTRA PARTE DEL CIELO
Eréndira Diaz, voce, chitarra
Laurita Pergolesi. voce, chitarra
Silviua Spuri, voce, organetto
Chiostro
du San francesco
* In
esclusiva per il Monsano Folk Festival
Ingresso libero sino ad esaurimento dei
posti
Per ulteriori approfondimenti sul
CHIOSTRO DI SAN FRANCESCO
vedi
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MONTEGIORGIO (FM) – MERCOLEDÌ 13 AGOSTO – ORE 21,30
UN CANTO D’AMORE PER FRANCESCO E PIERO
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In collaborazione con il Comune,
l’Assessorato alla Cultura di Montegiorgio
e con la dodicesima edizione del
WORLD LAND FESTIVAL
LA MACINA & ELISA
RIDOLFI in
NAVE CHE PORTA AL NIENTEI
Omaggio a Francesco Scarabicchi e Piero
Cesanelli
La Macina Elisa
Ridolfi
Francecso Scarabicchi
Piero Cesanelli
Francesco Scarabicchi, Gastone Pietrucci, Piero Cesanelli
(Ancona, 31° Monsano Folk Festival, 2016)
come la luce a notte…
Francesco Scarabicchi, Nave che porti al niente
e mi dicesti prendimi sono chilometri
che aspetto
Piero Cesanelli, Sopramilano
Dopo
aver trionfato come Concerto di Chiusura
del Monsano Folk Festival e
dell’altro Festival, Vita Vita, di Civitanova Marche, con il quale, dal 2023
il Folk Festival è gemellato, e nella serata di Serra de’ Conti dell’anno
scorso, questo interessante esperimento musicale, viene replicato a
Montegiorgio, località Cerreto. Insieme alla “voce scura e torturata” di Gastone Pietrucci, leader de La Macina,
quella intensa, affascinante di Elisa
Ridolfi, in un connubio particolarmente interessante e in un concerto che
vuole omaggiare il cantautore Piero
Cesanelli e il poeta Francesco
Scarabicchi, entrambi grandi amici de La Macina.
Oltre ai brani di Cesanelli
e di Scarabicchi in programma canzoni di
Domenico Modugno, Piero Ciampi, Luigi
Tenco e Fabrizo De Andrè,
quattro cantautori che hanno fatto la storia della musica leggera italiana.
Elisa Ridolfi, una delle voci marchigiane
più interessanti del panoramam musicale italiano ed una delle poche voci
femminili italiane a cimentarsi con grande successo, con il fado tradizionale portoghese. Ha
conquistato nel 2024, il prestigioso Premio
Tenco Opera Prima, con il suo cd di esordio, Curami l’Anima..
Gastone Pietrucci ed Elisa Ridolfi
, ancora una volta insieme, sostenuti entrambi, dai formidabili musicisti del
Gruppo, Marco Gigli, Roberto Picchio,
Riccardo Andrenacci, diretti dal
polistrumentista Adriano Taborro,
direttore musicale de La Macina
rancesco SCARABICCHI (Ancona 1951-2021)
ha
esordito nel 1982 con La porta murata (Ancona,
Residenza, 1982). Tra i suoi libri successivi: Il viale d’inverno (Brescia, L’Obliquo, 1989), Il prato bianco (2017, Torino, Einaudi, [Brescia, L’Obliquo,
1987], Il cancello 19801999 (Ancona, Pequod, 2001), (L’esperienza della neve
(Roma, Donzelli, 2003), L’attimoterrestre. Cronache d’arte 1974-2006 (Ancona,
Affinità elettive, 2006), La ferita della
luce (Milano, Quaderni di Orfeo, 2007), con Massimo Raffaeli, Dovuto a La Macina (Jesi, Centro
Tradizioni Popolari, 2008), L’ora felice
(Roma, Donzelli,2010), con ogni mio saper
e diligentia. Stanze per Lorenzo
Lotto (Macerata, Liberilibri, 2013), Non
domandarmi nulla (traduzioni da Garcia Lorca e Antonio Machado, 2025). Esce
postumo il libro La figlia che non piange
(Torino, Einaudi 2021) “[…] uno dei suoi libri, senz’altro il più
commovente […] Il lirismo sommesso ed essenziale tipico del poeta marchigiano è
qui al servizio di un libro testamentario in cui il poeta fa pacamente i conti
con la fine della vita, avvertita ormai come imminente. Senza mai indulgere al
pathos, attenendosi a quella sobrietà linguistica, a quel «monachesimo
lessicale», come scrisse Enrico Testa, che chi ha letto Il prato bianco e gli altri suoi non numerosi libri ha imparato a
interpretare come indicazione etica non meno che come scelta stilistica”.
(Massimo Raffaeli)
Piero CESANELLI (Recanati
10 luglio 1946 – Treia 28 settembre 2019)
È stato,
a partire dal 1989, ideatore, fondatore e direttore artistico di Musicultura
(Festival della canzone popolare e
d’autore), arrivata oggi alla XXXV edizione, di Lunaria e dell’ensemble La Compagnia di Musicultura.
Fin
da giovanissimo ha manifestato un grande interesse per la canzone popolare e
d’autore, che gli ha dato
modo
di sostenersi nel periodo universitario suonando e cantando in vari gruppi. Ben
presto concretizzerà la sua personale vocazione cantautorale, componendo negli
anni decine e decine di canzoni che proporrà al pubblico in vari contesti.
Laureatosi nel frattempo in Lettere presso l’Università di Urbino, si è
dedicato all’insegnamento, con un’attenzione particolare alle attività
teatrali.
Tra
il 1985 e il 1990 ha pubblicato tre LP “Fuori
Stagione”,“Generazione improvvisata”,
Le due foto”.
Ingresso libero sino ad esaurimento dei
posti
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In collaborazione con il Comune, l’Assessorato alla
Cultura di Pievetorina
LA MACINA & MUGIA
BELLAGAMBA in
LA FILANDRA E’ ‘NA GALERA…
La fatica, la gioia. Il dolore, la rabbia, la
nostalgia, i ricordi nei canti e nei racconti della filanda jesina
lGastone Pietrucci -Roberto
Picchio – Marco Gigli – Adriano Taborro -Riccardo Andrenacci
Mugia Bellagamba Gastone Pietrucci con le
“filandare” di Jesi, durante la registrazione del disco Io vado allà
filandta…(Jesi, Teatro “Pergolesi”, 1990)
Non è una donna che canta perché
passa
Ma canta di sé al mondo intero.
Non soffoca nella risata,
ma esalta nell’umorismo la
passione.
Non fugge la libertà
ma testimonia il suo vissuto.
Alla rabbia e al dolore
associa garbo e tolleranza
in un’arte di prendere la vita per
il verso
e goderne nonostante tutto.
Canta la donna disincantata e arguta
fiera e capace di tenerezza,
carica di anni con una giovinezza
ritrovata.
Gualberto Gualerni, Alle
filandare jesine,
Milano,
21 novembre, 1990
Con questo Concerto-Spettacolo,La
filandra è ‘na galera… attraverso la splendida voce narrante e “popolare”
di Mugia Bellagamba, inframezzate
dai canti della filanda jesina eseguiti dalla voce “scura e torturata” di Gastone Pietrucci, leader, anima e “voce” de La
Macina, accompagnato dalla chitarre di Marco Gigli, e di Adriano Taborro e dalla fisarmonica di Roberto Picchio e le percussioni di Riccardo Andrenacci, in un abbinamento di sicuro impatto
emotivo e di grande pathos, le loro storie così dure, forti, potenti,
uscite fuori da quelle trascrizioni integrali delle interviste di Gastone
Pietrucci, ritornano a “vivere” e a ricordarci la loro vita e quella del duro
lavoro della filanda.
Da questi anche se pur
piccoli, ma significativi frammenti, ne viene fuori uno spaccato di vita di
queste splendide, forti, determinate, grandi donne, protagoniste a tutto tondo
della loro e della nostra storia. Una storia minima, una microstoria, ma non
per questo meno importante (soprattutto per le nuove generazioni) di queste
generose, combattive donne, alle quali l’incuria del tempo e l’indifferenza
(direi “criminale”) della nostra smemorata società, vuole togliere e cancellare
ancora una volta, non solo la loro voce, ma anche il loro ricordo. E invece,
anche grazie a questo Concerto-Spettacolo: La filandra è ‘na galera... le
lacrime, il sudore, la fatica, la gioia, il dolore, la rabbia, la
rassegnazione, la speranza, i ricordi, il canto e la parola di queste grandi,
umili e forti lavoratrici e donne della filanda jesina, ritornano, quasi per
miracolo, a farsi sentire, più potenti della nostra ignavia, della nostra
“piccola” e fragile memoria.
Nell’anno dei festeggiamenti per i quaranta anni del
Monsano Folk Festival questo de La filandra è ‘na
galera… è uno dei tanti progetti musicali di questo tenace gruppo marchigiano
che saranno riproposti nei posti più raccolti, “protetti”e suggestivi, del Festival 2025.
Con
LA MACINA
Gastone Pietrucci, voce
Marco Gigli, chitarra, cembalo, voce
Roberto Picchio,
fisarmonica
Adriano Taborro,chitarra,
mandolino
Riccardo Andrenacci,batteria,
percussioni
Giorgio cellinese, coordinamento
con la partecipazione straordinaria di
MUGIA BELLAGAMBA, voce
recitante
Ideazione, cura e Regia: GASTONE PIETRUCCI
Ingresso libero sino ad esaurimento dei
posti
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JESI (AN) –
SABATO 16 AGOSTO – ORE 19,00
CONCERTO
SU ORDINAZIONE DAL PUBBLICO
LA MACINA
AL BALCONE in
CONCERTO À LA CARTE *
Jesi ,
2022-La Macina al balcone- Durante il concerto per gli ottanta anni del leader
Gastone Pietrucci
Il
balcone di Casa Pietrucci-Cellinese su Piazza Ghislieri – ValeriaMoriconi
“Gastone, noi
non siamo la memoria, siamo il futuro…”
Valeria
Moriconi, Jesi 2000
Gastone
Pietrucci, Bella sei nada femmena…
(Omaggio a Valeria Moriconi), collage,
2022
Con questo incredibile ed azzeccatissimo Concerto à la crte (diventato ormai un
classico de La Macina), il pubblico potrà “ordinare” le canzoni dallo
sterminato repertorio di questo tenace ed inossidabile Gruppo di Ricerca e
Canto popolare marchigiano, come da un
ipotetico, ricco “menù”. Infatti al
pubblico presente verrà dato il classico “menù”,
dove al posto delle pietanze, ci saranno i titoli dei brani del repertorio de
La Macina, da dove potrà “pescare” a suo piacimento ed “ordinare” all’ignaro
gruppo, di eseguire al momento… caldo caldo!. Quindi, ancora una volta, sarà il
pubblico, con le sue libere richieste a formare la scaletta del concerto e ad
essere parte attivo della festa e del gioco. Ulteriore curiosità di questo
simpatico concerto è la location
casalinga: infatti il Gruppo si esibirà dal balcone di casa
Cellinese-Pietrucci, già usato, nella primavera del 2022, per festeggiare gli
ottant’anni dell’”aedo malinconico ed
ardente”.
L
a Macina
Gastone Pietrucci, voce
Adriano Taborro, chitarra,
mandolino
Marco Gigli, chitarra,
voce
Roberto Picchio, fisarmonica
Marco
Tarantelli, contrabbasso
Giorgio
Cellinese, coordinatore
* In
esclusiva per il Monsano Folk Festival
Il MENU-CONCERTO À LA CARTE
(Jesi, Sabato 16 Agosto 2025 - La
Macina al balcone)
Da
questo Menù il pubblico potrà ordinare a La Macina le… “pietanze” ( le canzoni)
preferite da ascoltare.
*
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JESI (AN) – DOMENICA 17 AGOSTO – ORE 19,00
CONCERTO RICORDO PER
ADELAIDE E CESIRA, “LE AMICHE DEL CUORE”
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Chiesa di San Bernardo (Via Valle,
3) - Concerto del Ricordo e della Memoria
Con il sostegno del
Comune e l’Assessorato alla Cultura di Jesi e JesiEstate
GASTONE PIETRUCCI – LA
MACINA in
IL DOVERE DELLA MEMORIA
*
In
ricordo di Cesira Zenobi Gigli, e Adelaide Tassi Pietrucci, “Le amiche del cuore”
Gastone Pietrucci –
Adelaide e Cesira
Troppi morti nelle caverne del cuore.
Allì Caracciolo, Marginalia
“… sono lacrime le mie parole
falle riposare nella tua mano.”
Canto yiddish
Gastone
Pietrucci e La Macina vogliono riocrdare con tutto l’affetto della memoria due
“speciali” informatrici particolarmente care a Pietruccu e a Marco Gigli,
Cesira e Adelaide, “Le amiche del cuore”,
essendo nell’ordine nonna di Marco e madre di Gastone . Due grandi,
inseparabili amiche, entrambe originarie di Belvedere Ostrense (An), legate da
una forte “complicità” e da una tenace, indistruttibile amicizia, che ha poi
coinvolto e “travolto” felicemente anche le rispettive famiglie.
Ad
Adelaide e Cesira è già stato dedicato nel 2012, il Fascicolo n. 7 della
Collana Foglie d’Album dal titolo: Cesira Zenobi Gigli Adelaide Tassi
Pietrucci Le amiche del cuore Per
questa occasione, essendo esaurito il Fascicolo, è stato nuovamente
ristampato., in una edizione limitata..
Portone
ligneo cinquecentesco della Chiesa di San Bernardo uno dei più bei gioielli
drll’arte barocca presente a Jesi
Marco Gigli
– Roberto Picchio- Marco Tarantelli – Adriano Tabotrro
Cesira e Adelaide
Cesira Zenobi Gigli,
nata
a Belvedere Ostrense (An) nel 1906, morta a Rosora (An) nel 1996. Ha
frequentato sino alla quarta elementare. Provetta cucutrice di bianco. Ha
abitato per molti anni a Monsano (An), poi a Jesi e negli ultimi anni della sua
vita a Rosora, insieme a don Giuliano, il figlio prete. Donna vivace, arguta,
curiosa, intelligente, piena di interessi, grande e raffinatissima cuoca,
continuamente “giovane” particolarmente attenta e conscia di quello che le si
chiedeva: un’ottima informatrice.Tra l’altro tra il 1908 e 1981.ho ricostruito
registrato con lei, in diversi giorni, una grande Passione, El venerdì
ssanto Maria stava ‘n chiesa con gran manto… classificata (da Paolo Toschi,
nella sua fondamentale opera, La poesia religiosa in Italia, Firenze,
L.S.Olschi editore, 1935) come Passione Italia Centrale I.
Cesira, Rosora, 1998
Adelaide, Monsano, 1983
Adelaide Tassi Pietrucci, nata a Belveder Ostrense
(An) nel 1913. Da piccola ha abitato sempre a Monsano (An9, sino alla morte,
avvenuta nel 1987. Subito dopo la terza elementare, ha dovuto guadagnarsi da
vivere, lavorando come sarta. Donna schiva, riservata, non è stato facile
“sbloccarla” nella ricerca, anche perché non riusciva a rendersi conto, come
qualcuno (riferendosi al sottoscritto) non dico potesse studiare, interessarsi,
ma soprattutto laurearsi su “queste scemenze”, come lei si ostinava dire e a
credere. Però con la sua costante attenzione e la sua grande passione, ha contribuito
più di ogni altro, al raggiungimento di questo invidiabile traguardo raggiunto
dal sottoscritto con La Macina. E che il mio canto (parafrasando un passo
struggnte del canto yiddish, Unter Dayne Vaise Shtern… Sotto la tua bianca
stella…, da sempre a lei dedicato) continui dolcemente e teneramente “a
riposare nel caldo della sua mano”…”.
Gastone Pietrucci
La Macina
Gastone Pietrucci, voce
Adriano Taborro, chitarra,
mandolino
Ingresso libero sino ad esaurimento dei
posti
Per
ulteriori approfondimenti sulla
CHIESA DI SAN BERNARDO
vedi
*
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MORRO D’ALBA – MERCOLEDÌ 20 AGOSTO – ORE 19,00
CONCERTO FAMILIARE
PER FORTUNATI TESTIMONI-SPETTATORI
Casale Tarantelli, Via Santa Maria del Fiore, 57 - Concerto del Tramonto
Grazie alla generosa ospitalità
delle Famiglie Tiziano e Marco Tarantelli
LA MACINA IN FAMIGLIA *
con
l’amichevole partecipazione straordinaria di
MARCO POETA
e
della piccola
MARIA
TARANTELLI
Gastone Pietrucci – Marco Tarantelli – Marco Poeta
Adriano Taborro – Marco Gigli – Roberto Picchio
Maria Tarantelli, aprirà straordinariamente il Concerto
de La Macina in
famiglia, di Morro d’Alba (An)
cantando la “sua” versione de L’anatra
Maria Tarantelli
Un
altro particolare concerto, che ha caratterizzato questo lungo percorso
artistico de La Macina. Tutto è cominciato, quando, nel 1998, in occasione dei trent’anni di attività del
Gruppo, “regalammo”, per tutto quell’anno, una volta al mese, un Concerto in Famiglia, a chi ne avesse
fatto richiesta. In pratica, La Macina si esisbiva in un regolare concerto
nella casa dell’ospitante e per tutti coloro che il padrone di casa aveva
piacere di invitare. Unico compenso, l’affetto di tutti gli amici che avrebbero
avuto il piacere e l’occasione di vivere, live,
insieme, questa vera festa della musica e dell’amicizia.
Tra l’altro in quell’anno “fortunato”, tra i dodici che ospitarono in casa La Macina in Famiglia, ci fu anche una
serata memorabile nella casa jesina di Valeria Moriconi. Ora questa simpatica
esperienza, verrà replicata a Morro d’Alba,
in questo splendido casolare di campagna di Tiziano e Marco Tarantelli,
che farà da sfondo a questo concerto “familiare” de La Macina, con l’amichevole partecipazione straordinaria di Marco Poeta, grande chitarrista, uno
dei massimi esponenti in Italia, del fado
portoghese. Tra l’altro ad aprire il concerto (se non sarà travolta
dall’emozione) ci sarà la simpatica presenza della piccola Maria (figlia di Marco Tarantelli, contrabbasiata de La Macina) con
la “sua” particolare, simpatica ed emozionante versione de L’anatra
(uno dei brani più celebri del repertorio infantile de La Macina, più amati
dai bambini.
Marco Poeta e la sua “magica” guitarra portuguesa
Vista
del Casale Tarantelli, Via Santa Maria del Fiore, 57, Morro d’Alba (An)
Con
La Macina
Gastone Pietrucci, voce
Adriano Taborro, chitarra,
mandolino
Giorgio Cellinese, coordinatore
e la partecipazione straordinaria di
Marco Poeta, chitarra
elettrica
e
Maria Tarantelli, canto
PER
PRENOTAZIONI DAL 1 AGOSTO (SINO AD ESAURIMENTO
DEI POSTI DISPONIBILI) TELEFONARE A
MARCO TARANTELLI 3288439592
*
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The
Sleeping Whale
(La balena che dorme)
“Era
una notte nebbiosa nella campagna di Morro d’alba. Nel silenzio delle colline
si sentiva uno strano suono. All’inizio era lieve poi si fece sempre più forte
e nitido. Arrivava da molto lontano, proveniva dall’altra parte del mondo. Le
balene dormienti si erano svegliate e si erano messe a cantare. Così abbiamo
acceso un fuoco e imbracciato le chitarre per accompagnare il loro canto.
Questa è la mitica nascita de The
Sleeping Whale.” Così ci ha raccontato Marco Gigli.
Il gruppo nasce quasi per gioco da un’idea di Marco Gigli e Marco Trarantelli con
l’intenzione di scrivere musica ispirata agli autori della scena indi/folk come per esempio Boniver
ma anche a musicisti come Peter Gabriel con il suo mix di canzone d’autore,
musica etnica e elettronica. In seguito, con il contributo di tutti gli
elementi della band, i brani hanno
acquisito uno stile molto originale e un sound
particolare e distintivo.
L’anno scorso il Gruppo si era già presentato al Festival,
riscuotendo un bel successo di critica e di pubblico, nonostante il concerto
sia stato disturbato (ma non… sconfitto) dal maltempo. Ora il Gruppo agguerrito
più che mai, si ripresenta all’attenzione del pubblico appassionato del
Festival, con il suo primo lavoro discografico,
Playing for the fireflies, (CDSW12025) , nella suggestiva Piazzetta
Matteotti, sperando questa volta nella
fortuna e soprattutto nel buon tempo
The
Sleeping Whale
Claudio
Bevilacqua: chitarra elettrica
Lorenzo
Bruscantini: batteria e percussioni
Lorenzo
Licciardello: basso
Marco
Gigli: voce e chitarra
Marco
Tarantelli: chitarra e sax
Matia
Martinelli: pianoforte e tastiere
Ingresso libero sino ad esaurimento dei
posti
*
Gastone Pietrucci e Angelo Ortenzi, Polverigi, 1986
In questa quarta giornata monsanese, sempre
nella Piazzetta Matteotti alle ore 19,00, verrà presentato il libro, a cura di Gastone Pietrucci, su gli Atti del
Convegno Nazionale del 2018 di Jesi Il pozzo della memoria (La ricerca sulla
cultura popolare orale marchigiana e il contributo de La Macina alla sua
scoperta conservazione e diffusione) pubblicato nel numero 433 dei Quaderni
del Consiglio Regionale delle Marche. Interverranno: il Presidente del
Consiglio Regionale delle Marche, Dino
Latini, il critico letterario Massimo
Raffaeli, la Prof. Laura Cavasassi, il
giornalista Giovanni Filosa, Liana De
Gregorio Scarabicchi, gli attori Mugia Bellagamba, Milena Gregori, Filippo
Paolasini, Dante Ricci e per la parte musicale Gastone Pietrucci e Marco Gigli.
Un grande appuntamento, dopo la pubblicazione nel 2019, sempre nei
Quaderni del Consiglio regionale delle Marche,
nei volumi 299 e 300, di Cultura Popolare Marchigiana. Canti e
testi tradizionali raccolti nella Vallesina, di Gastone Pietrucci, un altro significativo traguardo è stato
raggiunto. A coronamento del lavoro costante, quasi sessantennale di Gastone
Pietrucci e della “sua” Macina.
Il "pozzo" della memoria, un Convegno su La Macina e sul suo aedo malinconico ed ardente, Gastone Pietrucci, che ha inteso avviare una
riflessione attorno ai molteplici significati cha ha assunto una storia come
quella de La Macina, nei decenni che hanno cadenzato il suo glorioso cammino.
Tre i Relatori del Convegno, presieduto da Allì CARACCIOLO ((poeta,
regista, docente di Storia del Teatro e dello Spettacolo presso l’Università di
Macerata, ha fondato e dirige il Teatro di Ricerca Sperimentale Teatro A), Quell’antico rito crudele (Drammaturgia del canto
per un Teatro arcaico della contemporaneità),
Prof.
Piero G. ARCANGELI (etnomusicologo e
compositore), Terra di canti, canti di terra.
Antonio DE SIGNORIBUS (giornalista, scrittore,
antropologo), L’anello forte della fiaba popolare.
Ben quattordici sono state le Comunicazioni con:
Gastone PIETRUCCI (etnomusicologo. Ricercatore sul
campo, fondatore, componente e leader de
La Macina): Non altro che il canto, (1968-2018 i cinquant’anni d’arte e di passione
de La Macina),
Stefano CAMPOLUCCI (Maestro concertatore, docente
Scuola Musicale “G.B.Pergolesi”, di Jesi), La tradizione
musicale marchigiana incontra l’orchestra.
Carlo CECCHI (artista, pittore), Aria.
Guido FESTINESE (giornalista, critico musicale, saggista, docente di cronaca e critica musicale), Per Gastone e La Macina. * (IL TESTO INTEGRALE NELL’APPARATO N. 5)
Samuele GAROFOLI (jazzista), La Macina
e il jazz,
Jonathan GIUSTINI (giornalista, critico musicale),
Collage come musica che va per l’aere.
Maria Novella GOBBI (attrice, ricercatrice del Teatro di Ricerca Sperimentale Teatro A), Gastone Pietrucci voce abisso. * (IL TESTO INTEGRALE NELL’APPARATO N. 5)
Tiziana OPPIZZI e Claudio PICCOLI (curatori del sito
Associazione Culturale Il Cantastorie on
line), Tracce di memoria antica.
Laurita PERGOLESI (artista, musicista argentina), Il viaggio de La Macina nel mondo.
Paola RICCI (artista, e organizzatrice teatrale), Gastone Pietrucci e La Macina dal popolo all’arte, dall’arte al popolo. * (IL TESTO INTEGRALE NELL’APPARATO N. 5)
Massimo RAFFAELI (critico letterario), Un pensiero per La Macina,
Stefano SANTINI (architetto, cover design), Gastone e La Macina e l’arte
contemporanea.
Francesco SCARABICCHI (poeta, traduttore, critico d’arte), Un omaggio e un inedito a La Macina. * (IL TESTO INTEGRALE NELL’APPARATO N. 5)
Marino SEVERINI (fondatore e leader del gruppo rock de i Gang), Il Gigante. * (IL TESTO NELL’APPARATO N. 5)
Tre gli Interventi aggiuntivi degli Apparati:
Laura CAVASASSI, (Docente di Filosofia e
Direttrice di “Castelbellino Filosofia”), Il pathos della
vista e dell’udito.
Paolo BRAVI (docente presso l’ITE “Martini” di Cagliari, ha conseguito due Ph.D. in “Metodologie della ricerca antropologica”, Università di Siena, 2008, e in “Teorie e storia delle lingue e dei linguaggi”,
Università di Sassari, 2013), Una voce da ricordare, dedicato ad una delle più grandi informatrici de La Macina, Lina Marinozzi Lattanzi.
Giarmando Antonio DI MARTI (tra i più noti poeti
marchigiani), a Gastone Pietrucci voce delle voci * (IL TESTO INTEGRALE NELL’APPARATO N.
5)
SCALETTA DELL’INCONTRO
Dopo i saluti istituzionali, Gastone Pietrucci con Marco Gigli e Marco Tarantaelli, eseguiranno Bella
sei nada femmene, in omaggio a Valeria
Moriconi.
Dopo le Relazione di Massimo Raffaeli, Laura Cavasassi e Giovanni Filosa, sempre Pietrucci con Marco Gigli e Marco
Tarantaelli, eseguiranno, Cioetta
cioetta…
Poi nell’ordine gli attori, leggeranno,
frammenti delle sequenti relazioni (che si potranno leggere nella loro intera
integrità nell Apparato 5:
DANTE
RICCI, da Guido FESTINESE, Per Gastone e La Macina.
MUGIA BELLAGAMBA, da Paola RICCI, Gastone Pietrucci e
La Macina dal popolo all’arte, dall’arte al popolo
MILENA GREGORI, da Maria Novella GOBBI, Gastone
Pietrucci voce abisso.
Filippo PAOLASINI, da Marino SEVERINI Il Gigante.
Liana DE GREGORIO SCARABICCHI, da Francesco SCARABICCHI, Un omaggio e un inedito a La Macina.
Infine Gastone Pietrucci con Marco
Gigli e Marco Tarantaelli,
concluderanno l’ Incontro con Nave che
porti al niente (stupenda lirica scritta da Francesco Scarabicchi per
essere musicata da La Macina
Ingresso libero sino ad esaurimento dei
posti
Per
i testi integrali degli interventi di
GUIDO FESTINESE - MARIA NOVELLA GOBBI - PAOLA RICCI -
FRANCESCO SCARABICCHI
MARINO SEVERINI - GIARMANDO ANTONIO DI MARTI
vedi
*
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MONSANO (AN) – SABATO 23 AGOSTO – ORE 21,30
MACINA E GANG ANCORA INSIEME
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Piazza dei Caduti– Concerto di Chiusura Festival
In collaborazione con il Comune, l’Assessorato alla Cultura di Monsano
MACINA-GANG in
CONCERTO PER IL VENTENNALE DEL FESTIVAL *
dei due
gruppi “storici” del folk e del rock italiano
Sandro
e Marino Severini Gastone Pietrucci
“I giganti del cuore e della musica dell’antica terra della Marca”
Giovanni Coccia, Roma, 9 Giugno 2023
Macina-Gang,
Villapotenza, 2023
(Foto: Giovanni Coccia)
Macina-Gang,
Monsano Folk Festival 2022
(Foto: Marco Pozzi)
Nel 2000, per la prima volta fu presentato
al Monsano Folk Festival, il primo progetto Macina-Gang, che nel 2004, scaturì nell’ormai famoso lavoro
discografico, il cd Nel tempo e
oltre cantando. Collaborazione tra i
due “storici” gruppi marchigiani del folk di Gastone Pietrucci e del rock dei Fratelli Marino e Sandro Severini, che riscosse una unanime grande
successo di critica e di pubblico. Macina-Gang, tra l’altro fu segnalato e premiato al Premio Tenco 2004, come SuperGruppo dell’Anno.
Così, ancora una volta, il Monsano Folk Festival, ospiterà, questa
straordinaria reunion che farà
rincontrare di nuovo, come per magia, due mondi sonori, così lontani e
nonostante tutto così vicini.
“[…] Due esempi di fierezza messi
insieme, una colla della memoria e due reagenti che assieme sprigionano forza e
tenerezza. Adesso il connubio Macina
e Gang è realtà a tutti gli
effetti […] Qui troverete un incendio elettrico che comincia con un altro
titolo profetico, Le radici e le ali, un
incendio che è la forza nuda e poetica di un possibile canzoniere popolare
costruito con le schegge della tradizione orale e gli spezzoni brucianti del
combat rock militante. Mordono le chitarre con guizzante, saggio vigore, morde la voce antica ed essenziale di Pietrucci a dominare un flusso di
idee, storie, percorsi individuali e collettivi lontani dall’oblio”. (Guido FESTINESE, World
MusicMagazine, n. 66, Maggio-Giugno
2004)
Due momenti significativi “rubati” dall’obiettivo magico di Marco Pozzi
prima del concerto Macina-Gang, Monsano Folk Festival 2022
e dopo il concerto Macina-Gang, Monsano Folk festival 2023
“Al
Festival di Mantova oggi sarà presentato Nel tempo ed oltre, cantando, splendida collaborazione discografica fra
il gruppo folk marchigiano La Macina ed il gruppo veterano in Italia del combat
rock, i Gang dei Fratelli Severini […] Da una parte la Macina, uno dei gruppi
cardine del folk revival italiano: che significa opera di tessitura, di
memoria, di rapporti sul territorio, produzioni discografiche incessanti nei
decenni, sino a ricostruire una mappa degli alberi di canto che abitavano nel
cuore d’Italia […] Dall’altra parte i Gang,[…] uno dei pochi gruppi rock che
nella Penisola possano andare a testa alta, combat rockc affilato come un
rasoio e dolce come un racconto sul punto di svanire: esattamente come i brani
raccolti da Gastone Pietrucci[…] Nel tempo ed oltre, cantando… un cd che, se ci saranno orecchie attente,
potrebbe bissare lo straordinario exploit del fischio del vapore
dell’accoppiata De Gregori-Marini, a restituire dignità ai canzonieri lasciati
all’oblio comodo ai potenti di turno[…]
Vengono in mente i gruppi migliori del rock indipendente dall’altra
parte dell’Oceano, a cominciare dalla Willard Grant Conspiracy. Ma qui è tutta
roba nostra: di ieri, ed invece è oggi, di oggi, costruito su una sequenza di
ieri che il tempo e i contrabbandieri della storia vorrebbero portarvi via.”
(Guido FESTINESE, Guerriglieri folk-rock in
azione, il Manifesto, 4 Marzo 2004)
La Macina
Gastone Pietrucci, voce
Adriano Taborro, chitarra acustica, violino, mandolino
Marco Gigli, voce, chitarra
Roberto Picchio, fisarmonica
Riccardo Andrenacci, batteria, percussioni
Marco Tarantelli, contrabbasso
Giorgio Cellinese, coordinatore
Gang
Marino
Severini - voce,
chitarra 12 corde
Sandro
Severini - chitarra
elettrica
CD
Macina-Gang, Nel tempo ed oltre cantando,
2004
Gastone Pietrucci –
Marino Severini – Sandro Severini
Ingresso libero sino ad esaurimento dei
posti
***
***
Gli Artisti Protagonisti
del
Monsano Folk Festival 2025
La Macina
Gastone Pietrucci, voce
Adriano Taborro, (direttore musicale)
chitarra, mandolino,
violino, voce
Marco Gigli, chitarra, voce
Roberto Picchio, fisarmonica, voce
Riccardo Andrenacci, batteria, percusioni
Marco Tarantelli, contrabbasso
Giorgio Cellinese, coordinatore
Gastone Pietrucci
Adiano Taborro, chitarra, mandolino, violino, oud
Direttore artistico de La
Macina
Marco Gigli, chitarra, voce
Roberto Picchio, fisarmonica, organetto
Riccardo Andrenacci, batteria, percussioni
Marco Tarantelli, contrabbasso
Roberto Gigli
Giustino Zuccarini
Andrea Antolini
Diego Morresi
Alessandro Tarabellii
Dario Aspesani %et
Dario Aspesani, chitarra,
tastiee, armonica
Marco Ferrara: piano
e tastier
Paolo Partenza: percussioni
Maurizio Moscatelli: sassofono,
clarinetto e flauti traverso
Lara Giancarli: voce, cori
Lara Giancarli
Allì Caracciolo (STA)
Maria Novella Gobbi (STA)
Fabio Bacaloni (STA)
Milena Gregori
Elisa Ridolfi
Elisa
Ridolfi, voce e cajon
Riccardo
Bertozzini, chitarra
Andrea
Alessi, contrabbasso
Dante
Ricci
Giorgio
Cellinese
Eréndira Diaz (Messico)
Laurita Pergolesi (Argentina)
Silvia Spuri
Mugia
Bellagamba
Marco
Poeta
Maria
Tarantelli
The
Sleeping Whale
Claudio
Bevilacqua: chitarra elettrica
Lorenzo
Bruscantini: batteria , vibrafono
Marco
Gigli: voce e chitarra
Lorenzo
Licciardello: basso
Matia Martinelli, tastiere, piano, cori
Marco Tarantelli: chitarra )
Massimo Raffaeli
Laura
Cavasassi
Giovanni Filosa
Liana De
Gregorio Scarabicchi
Filippo
Paolasini
Gang
(Sandro e
Marino Severini)
Ricordati
Valeria Moriconi
Don Savino Capogrossi
Gianfranco
Costarelli
Francesco Scarabicchi (1951-2021)
Piero Cesanelli
Maurizio Agasucci
Peppe Pirani, (1942-2008)
Augusta
Marcelli Bruschi (1901-1990)
Adelaide Tassi Pietrucci (1913-1987)
Cesira Zenobi Gigli (1906-1996)
*
SPONSOR
DEL
FESTIVAL
Vicolo della Pace, 3
– JESI (An)
Tele. + 39 0731 56174
*
+
*
I PROGRAMMI DEI FESTIVAL
GEMELLATI
CON IL MONSANO FOLK
FESTIVAL
*
Foglie d’Album
Raccontare
è del resto un atto di giustizia:
l’unico
modo per ridare ai morti un posto tra i vivi.
Walter Benjamin
Sotto questo nome, da
quest’anno sono indicati dei nuovi lavori, montati appositamente per l’edizione
attuale del Monsano Folk
Festival e per le edizioni
future.
Prerogativa originaria ed
insostituibile del Monsano
Folk Festival, è stata sempre quella di essere oltre che un Festival internazionale ed
itinerante, soprattutto un Festival
di Musica popolare originale oltre
che di revival. Quindi caratterizzare il Festival oltre che con gruppi od artisti di folk-revival, anche e soprattutto con la presenza indispensabile degli
autentici portatori della tradizione e della loro musica cosiddetta“originale”.
Sino ad ora, sono
riuscito (come ricercatore e come direttore artistico) a far partecipare sino
alle ultime edizioni del Festival i cosiddettiinformatori, a farli conoscere personalmente al
grande pubblico con concerti e partecipazioni memorabili, indimenticabili ed aggiungerei
fondamentali.
Ora purtroppo questo
grande patrimonio umano, piano piano, va inesorabilmente e fisiologicamente
scomparendo. Quindi mi sono posto il problema (una volta privi di questo
incommensurabile serbatoio umano della memoria) come continuare la linea
principale dell’ “originalità” delFestival, senza snaturarlo né
andando fuori tema.
Gli ultimi informatori (magistralmente definiti anche
alberi di canto) stanno scomparendo, la mia testimonianza diventa sempre più
inevitabile per tramandare la loro memoria. Allora ho deciso che sarò io, con Foglie d’Album (quando non avrò più a disposizione i
principali informatori) a
sostituirmi a loro, nel raccontare a mia volta, i miei fortunati incontri, le
mie registrazioni con loro, prestando la mia voce, i miei ricordi, per far
rivivere le loro storie, le loro vite, i loro canti e tutto il loro bagaglio di
umanità, di tenerezza, di “amore” che in questi più che quaranta anni di
ricerca sul campo, mi hanno donato.
Gastone Pietrucci,
Jesi, 12 Giugno
2009
Foglie d’Album
Fascicoli pubblicati
(a cura di Gastone
Pietrucci)
Foglie d’Album 2009
n. 1 Aldo GOBBI
La voce, l’organetto e la
memoria
per un grande ricordo:
Aldo Gobbi
n. 2 Italo AGNETTI, “Totò”
“In famija eravamo
in ventisei persone…
Foglie d’Album 2010
n. 3 Pietro BOLLETTA
Il primo grande
informatore
de La Macina
n. 4 Armanda ANIMOBONO MANCINI
& LE SORELLE
La voce della filanda jesina
Foglie d’Album 2011
n. 5 Giuseppe GASPARRINI
“Beppe de Birtina”
cantastorie marchigiano
Quel felice incontro ad
Appignano nel 2001…
Foglie d’Album 2011
n. 6 Laura PIETRUCCI CALABRESI
& Maria PIETRUCCI
Lallì & Mariuccia. Le
voci di casa
Foglie d’Album 2012
n. 7 Cesira ZENOBI GIGLI
Adelaide TASSI PIETRUCCI
Foglie d’Album 2013
Numero straordinario
Manuela BALDUCCI GIGLI
Grande voce femminile de
La Macina
Foglie d’Album 2014
Numero straordinario
Gianfranco
COSTARELLI
La Radiosa presenza
Foglie d’Album 2015
n. – Elvira CORSETTI PIRANI,” ”LA PIRANA
Il Canzoniere della Pirana
ANNULLATO PER DIVIETO
INSPIEGABILE
DEL FIGLIO DELL’USO, PER
LA PUBBLICAZIONE
DEL FASCICOLO N. 8 DI
FOGLIE D’ALBUM,
DELLE INDISPENSABILI
FOTO DELLA MADRE
ELVIRA CORSETTI PIRANI, DETTA
“LA PIRANA”
Foglie d’Album 2016
n. 8 Nardino BELDOMENICO
Grande “albero di canto”,
grande
informatore e grande
amico de La Macina
n. 9 Severino RONCONI
“Sonava tutto… era
bravissimo…
era indistruttibile…”
con il contributo della Famiglia Ronconi
Foglie d’Album 2017
Grande voce della terra e
dell’anima
con il contributo della Famiglia Lattanzi
n. 11 Quartina LOMBARDI GIANSANTELLI,
Cesira SANTARELLI COLTORTI e Italia SANTARELLI
Quel miracolo
all’Ospedale “Murri” di Jesi
1976 Genesi di una
ricerca
Foglie d’Album 2020
n. 12 Giovanni CAPOGROSSI-Gianfranco FILIPPONI- NAZZRENO SALDARI
Le storie-Lo
scioglilingua-Il canto
con il contributo di Alfiero Capogrossi e di Adriana,
Federico e Marcello Filipponii
Foglie d’Album 2021
7
n.
13 Anna Maria Bramucci CARRARA
A,B,C,
Musica, maestra! Grazie.
con il contributo del Comune e dell’Assessorato
alla Cultura diMorro d’Alba
Foglie d’Album 2022
Numero
straordinario
Simona STRONATI
“rossoSIMONA”
con il contributo del Comune e dell’Assessorato
alla Cultura di Monsano
Foglie d’Album 2023
n. 14 Telemaca
CAGNONI GORI- Augusta MARCELLI BRUSCHI
Rose
d’amor
* I fascicoli della Serie Foglie d’Album editi dal Centro Tradizioni Popolari sono progressivamente numerati,
in modo da poterli raccoglierli ed alla
fine della Collana sistemarli in un apposito raccoglitore.
Foglie d’Album
by Centro Tradizioni
Popolari
Printed in Italy. All Rights Reserved
Ogni riproduzione, o
riproposta, anche parziale del materiale qui raccolto, deve essere da noi
autorizzata e comunque sempre citata.
APPROFONDIMENTI SU
I LUOGHI DEI CONCERTI
DEL MONSANO FOLK FESTIVAL 2025
Piazza dei Caduti, Monsano
La Piazza
dei Caduti di Monsano
ospiterà i seguenti concerti:
MONSANO – SABATO 2
AGOSTO -Piazza dei Caduti-Ore 21,30 - Serata Inaugurale
DOCUFILM STANOTTE MI SOGNAI *
Presentazione
dei due docifilm su La Mostra de La Macina e Gastone Pietrucci
A
cura di Roberto Gigli
MONSANO –SABATO 23
AGOSTO -Piazza dei Caduti-Ore 21,30- Concerto Chiusura Festival
MACINA-GANG
in
CONCERTO PER IL QUARANTENNALE DEL FESTIVAL *
dei due
gruppi storici del folk e del rock italiani
·
in
esclusiva per il Monsano Folk Festival
*
Esterno e interno della Chiesa di Santa
Maria fuori Monsano
MONSANO –GIOVEDÌ 7 AGOSTO
– Esterno ed interno Santuario Santa Maria fuori Monsanoi-Ore 6,00-
Concerto dell’Alba MACINA & SPERIMENTALE TEATRO A
in
LA MADONNA VELLA VELLA… *
Per i
555 anni dell’apparizione della Madonna
·
in
esclusiva per il Monsano Folk Festival
*
La Piazzetta Matteotti di Monsano
ospiterà i seguente concerti
MONSANO – GIOVEDÌ 21
AGOSTO –Piazzetta Matteotti-Ore 19,00 – Concerto del Tramonto
THE SLEEPING WHALE in
PLAYNG FOR THE FIREFLIES
Presentazione
della loro prima opera discograficaSW12025
MONSANO – VENERDÌ 22
AGOSTO –Piazzetta Matteotti-Ore 19,00 – Incontro del Tramonto
PRESENRAZIONE DEL LIBRO IL POZZO DELLA MEMORIA *
A
cura di Gastone Pietrucci
·
in
esclusiva per il Monsano Folk Festival
*
L’’Anfiteatro Comunale di San Paolo dii Jesi
ospiterà, per la prima volta il concerto
SAN PAOLO DI JESI –
DOMENICA 3 AGOSTO- DOMENICA 3 AGOSTO- ORE 21,30 -Concerto Grande della
Sera
DARIO ASPESANI 5ET in
VIAGGIO NEL MONDO MUSICALE
FOLK, JAZZ, LATIN E BLUES
*
Il Chiostro di Villa “Nappi”i
Ospiterà, il concerto:
POLVERIGI -
VENERDÌ 8 AGOSTO - ORE 21,30- Concerto- Incontro della Sera
ELISA RIDOLFI TRIO in
L’ORA DEL FUNAMBOLO
con la
partecipazione straordinaria di
GASTONE
PIETRUCCI e MARCO GIGLI
*
Largo Pirani di Mergo
ospiterà, il concerto:
MERGO – SABATO 9 AGOSTO- Ore 19,00 – Concerto del Tramonto
MACINA & DANTE RICCI in
VENE IL SABADO E VENE IL VENERE…*
Concerto per Peppe Pirani “poeta” e
Augusta Marcelli Bruschi, grande informatrice de La Macina
·
in
esclusiva per il Monsano Folk Festival
Casale COSTARELLI nella Frazione il Cassero,
Via del Castello, 5
di
Camerata Picena ospiterà, il concerto:
CAMERATA
PICENA-FRAZIONE IL CASSERO – DOMENICA 10
AGOSTO- Ore 19,00 – Concerto del Tramonto
GIORGIO CELLINESE &
MACINA in
VECCO ARRIVA GIÒ GIÒ …*
Ricordi e tradizioni popolari atriane
della famiglia Cellinese
in esclusiva per il Monsano Folk Festival
*
SERRA DE’ CONTI
Chiostro di San Francecso
ospiterà il seguente concerto:
SERRA DE’ CONTI-
MARTEDÌ 12 AGOSTO- Ore 21,30- Concerto- Incontro della Sera
ERÉNDIRA DIAZ – LAURITA PERGLESI - SILVIA SPURI in
TE QUIERO, MON AMOUR *
Canzoni d’amore e di
disamore dal Sudamerica alla Francia,
·
in
esclusiva per il Monsano Folk Festival
*
FRAZIONE DI CERRETO DI MONTEGIORGIO (FM)
ospiterà il seguente concerto:
MONTEGIORGIO (FM)
- MERCOLEDÌ 13 AGOSTO- Ore 21,30- Concerto Grande della
Sera
LA MACINA & ELISA
RIDOLFI in
NAVE CHE PORTI AL NIENTE
Omaggio a Francesco Scarabicchi
e Piero Cesanelli
*
PIEVETORINA (MC)
Parco Gianni Rodari Ospiterà:
PIEVETORINA (MC) -
GIOVEDÌ 14 AGOSTO- Ore 21,30 – Concerto Grande della
Sera
LA MACINA & MUGIA BELLAGAMBA in
LA FILANDRA E’ ‘NA GALERA…
Canti e
tradizioni popolari della filanda jesina
*
JESI (AN)
PIAZZA GHISLIERI
ospiterà il seguente concerto:
.
JESI – SABATO 16
AGOSTO- Ore 19,00 – Concerto del Tramonto
LA MACIN AL BALCONE in
CONCERTO À LA CARTE *
Dedicato
A Valeria Moriconi
·
in
esclusiva per il Monsano Folk Festival
*
JESI (AN)
CHIESA SAN BERNARDO (Via Valle 3)
ospiterà il seguente concerto:
JESI – DOMENICA 17
AGOSTO- Ore 19,00 – Concerto del Ricordo e della Memoria
GASTONE PIETRUCCI E LA MACINA in
IL DOVERE DELLA MEMORIA *
In ricordo di Cesira Zenobi Gigli e Adelaide
Tassi Pietrucci, “Le amiche del cuore”
·
in
esclusiva per il Monsano Folk Festival
*
Casale TARANTELLI di Morro d’Alba, Via Santa
Maria del Fiore, 57
ospiterà, il concerto:
MORRO D’ALBA –
GIOVEDÌ 20 AGOSTO- Ore 19,00 – Concerto del Tramonto
LA MACINA IN FAMIGLIA *
Con l’amichevole partecipazione straordinaria di
MARCO POETA
in esclusiva per il Monsano Folk Festival
*****
APPARATO N. 1
SANTUARIO SANTA MARIA FUORI MONSANO
Esterno e interno della Chiesa di Santa
Maria fuori Monsano
Secondo la leggenda nei mesi di febbraio-marzo del 1471, la Madonna apparve più volte a tre persone
diverse. All'epoca in questo luogo vi era un olmo dal
quale la Vergine scese e avrebbe tracciato sulla neve la pianta di una piccola
cappella che voleva fosse eretta in suo onore. Dapprima fu il pastore Gaspare
di Calvise, in seguito, Gregorio, figlio di notabili, e infine frà Gregorio,
eremita della chiesa degli Aròli. I Massari di
Monsano, amministratori dei beni delegati dal Comune di Jesi, e il
parroco del luogo, ebbero molta reticenza, ma infine, il 12 marzo 1471, festa
del patrono San Gregorio, il popolo di Monsano, in
processione all'olmo, pose la prima pietra
La cappella era un ambiente rettangolare che misurava solo 6
metri per 4 ed era coperto da un soffitto ligneo dorato a motivi floreali[2]. Le
apparizioni e i miracoli attirarono sempre più pellegrini e offerte, tanto che
destò l'interesse del vicino Comune di Jesi. Quest'ultimo si rivolse direttamente
al papa, Sisto
IV, affinché la mettesse sotto la diretta giurisdizione della Città,
espropriandola sia al vescovo di Jesi (Tommaso Ghisleri 1464-1505), che alla
gente di Monsano. Ma il vescovo ne ottenne la meglio e nomi un frate
francescano come cappellano[. Inoltre, come la
cappella risultava troppo esigua per accogliere le masse di fedeli, si decise
di inserirla in una chiesa più grande dotata di portico ad arcate. La
decorazione dell'edificio venne affidata al pittore jesino Andrea di Bartolo.
Nel 1472 dipinse, all'interno, l'affresco della Vergine, secondo la
descrizione dei tre "veggenti", come anche le iscrizioni dettagliate
delle apparizioni[3].
All'esterno realizzo gli affreschi delle quattro lunette del
portico con le raffigurazioni delle Apparizioni[1][3]. Di
quest'ultimi si conserva solo una riproduzione in quattro pergamene miniate
(inchiostro su pergamena mm. 360 X 240) realizzate per volere dei Massari di
Monsano nel 1623 e oggi custodite nel museo diocesano di Jesi. Nel 1560, il vescovo
Gabriele Del Monte, sostenitore dei principi del Concilio di Trento, costituì cinque nuove
parrocchie nel territorio jesino, fra le quali quella di Santa Maria di Monsano].
Di nuovo troppo angusta, la chiesetta venne
di nuovo ingrandita all'inizio del XVIII secolo, quando venne aggiunta l'aula
quadrangolare sul davanti, con conseguente distruzione del portico e dei
relativi affreschi[3]. Fra
il 1729 e il 1734 venne eretto il campanile, in laterizi, sul fianco destro[2] e,
in seguito, si realizzò la decorazione dell'interno. La volta a padiglione è affrescata con
motivi decorativi, floreali e putti; al centro è l'Assunzione della Vergine.
Nel 1736 il pittore jesino Domenico Luigi Valeri realizzò le otto
tele ovali delle Storie della Vergine (olio su tela cm. 150 X
80) poste nei cornicioni barocchi dell'aula: Natività di Maria, Annunciazione, Sposalizio
della Vergine, Visitazione, Nascita di Gesù, Adorazione
dei Magi, Battesimo di Cristo, e l'Immacolata Concezione[1].
Altri quattro ovali ornano le pareti del sacello, di autore anonimo,
raffigurano la Storia delle Apparizioni della Vergine (olio su
tela cm. 120 X 150)[1].
Tra il 1746 e il 1764 vennero le pale dei due altari laterali,
dipinte da Matteo Pannaria,
raffiguranti la Deposizione di Gesù dalla Croce e la Madonna
col Bambino tra San Domenico e San Giovanni Nepomuceno.
L'altare principale venne ricostruito alla fine del '700 e la
semplice facciata di stile neoclassico venne aggiunta nella seconda metà
dell'800[2]. Nel
1871, a commemorazione del IV centenario, venne aggiunto un organo a 25 canne.
DON SAVINO CAPOGROSSI
Monsano in lutto per don Savino Capogrossi,
da mezzo secolo
parroco del paese
MONSANO – È stato per 51 anni la guida
spirituale del paese, dove era arrivato il 3 settembre 1970. Oggi don Savino
Capogrossi, 87 anni, è tornato al cielo lasciando quaggiù tanti fedeli che gli
erano affezionati e gli volevano bene. Un sacerdote sui generis, molto
high-tech e carico di inventiva, requisiti che lo avevano reso perno della
comunità. Soffriva di problemi cardiaci don Savino, per questo aveva
abbandonato la vita parrocchiale da qualche anno. Non riusciva più a celebrare
messa nella sua chiesa, ma sebbene infermo aveva allestito la sua abitazione a
Monsano come un luogo “aperto” dove portare la sua chiesa. Celebrava la santa
messa in camera da letto, con la web cam accesa per condividere il momento con
chiunque volesse essergli accanto, sebbene solo spiritualmente. Anima del
Palio, onnipresente alle iniziative della Proloco, don Savino c’era sempre per
i suoi parrocchiani. Ogni famiglia lo ha accolto per battesimi, cresime, comunioni
o matrimoni, lo ha avuto accanto per celebrare anniversari o salutare i propri
defunti. E adesso, è la comunità a dover dare l’ultimo saluto a lui con
profonda tristezza. Si è spento improvvisamente questa mattina, stroncato da un
infarto. Sessantuno anni di sacerdozio, profondamente innamorato di Monsano,
era stato promotore di tante belle iniziative come la “Passeggiata delle
Figurette” per far scoprire Monsano attraverso le edicole votive e immagini
della Madonna; aveva lanciato l’idea delle preghiere su Facebook mentre la
pandemia costringeva tutti a star chiusi in casa. Lui era riuscito a riunire i
suoi fedeli lo stesso, con dirette Facebook, preghiere postate in rete,
metodologie alternative in epoca Covid per tenere saldo lo spirito e la fede.
Troppo avanti don Savino, che non perdeva il suo grande sorriso anche di fronte
al dolore e alla malattia. Era stato ospite dell’associazione MonsanoCult come
testimone di amore per Monsano, una comunità che gli deve molto e che oggi lo
piange. Tra i tanti che lo piangono,
anche il gruppo folk La Macina: «Proprio ora ho saputo che Don Savino ha
lasciato questo mondo, lasciandoci ancora più soli – si legge nella pagina
Facebook del gruppo – Don Savino Capogrossi è stato sempre vicino a noi de La
Macina, e possiamo dire che grazie ai suoi consigli, al suo affetto ed alla sua
grande amicizia, La Macina ha potuto crescere e affermarsi. Ogni volta che lo
andavo a trovare, mi ripeteva, che al suo funerale dovevo cantargli il Salve
Regina. Caro Don Savino, non avrei voluto cantartelo mai, ma ora io e La Macina
siamo pronti a darti questo nostro ultimo, struggente saluto, con uno dei canti
più belli della tradizione popolare marchigiana. Don Savino riposa in pace e
ricordatisempre di noi».
Pagina
del depliant del 32 Monsano Folk Fetsival 2017 dedicata a don Savino
Capogrossi:
Pagina che lui stesso ha scritto per lo
straordinario Concerto Itinerante
dell’Alba, effettuato da lo
Sperimentale
Teatro A e La Macina, Pianto
e dolore della Madonna.(lungo il tragitto della Via Crucis voluta da Don
Savino),
Santuario
Santa Maria fuori Monsano (Sabato 26 Agosto 2017).
*
APPARATO N. 2
ELISA
RIDOLFI
TARGA
TENCO 2024
PER
IL MIGLIOR ALBUM OPERA PRIMA
“CURAMI L’ANIMA”
Elisa Ridolfi e docente al
conservatorio statale G.Rossini di Pesaro.
Dopo il conseguimento del Diploma di Liceo Classico, si
trasferisce a Firenze per
iscriversi alla Facoltà di Psicologia. Durante la permanenza a Firenze
intraprende lo studio del canto classico presso l'Accademia San Felice.
Nel 2000 inizia la
collaborazione con il fadista Marco Poeta, uno dei pochi
italiani a suonare la chitarra
portoghese, Paolo Galassi, Michele Ascolese, in
precedenza chitarrista di Fabrizio
De André, Francesco
Di Giacomo, già cantante del Banco
del Mutuo Soccorso, ed Eugenio Finardi, con cui
produce il primo disco dal titolo O Fado (2001,
Target music/Edel), in cui Elisa Ridolfi canta molti dei brani di Amália
Rodrigues. Il disco fu registrato a Milano presso le
Officine Meccaniche di Mauro
Pagani.[3]. Il tour che
seguì toccò tutta l'Italia e parte dell'Europa, compreso il Portogallo.
Al tour seguì un lungo viaggio in Portogallo, in cui Ridolfi imparò la
lingua e conobbe molti degli interpreti del fado sia storici che giovani, tenendo
così concerti nei luoghi storici di questo genere come il Casinò de Estoril e
dividendo il palco anche con Ana Sofia Varela. È di questi anni il
premio Quartas do Fado per la divulgazione del fado nel mondo.
2002-2008: L'Accademia
do Fado
Nel 2002 entra a cantare
nell'Accademia do Fado, nuovo progetto di Marco Poeta, che vede il
coinvolgimento di Paolo Galassi alla chitarra acustica e Matteo Moretti al basso acustico. Con questa
formazione esce il primo album dal titolo O nosso fado per la Target music dove
Elisa canta assieme ad Alice Fabretti e Valentino Mercorelli.
Nel 2005, sempre per la Target
music, esce l'album Il poeta e la chitarra, composto per la maggior
parte da brani inediti, eccezion fatta per la reinterpretazione de La
casa in via del campo già interpretata da Amália
Rodrigues (Vou dar de beber à dor), che viene tradotta
in italiano[4].
Tra le collaborazioni che hanno visto impegnata Elisa Ridolfi e l'Accademia
do Fado, vanno ricordate quella con Lucio Dalla (con cui
ha già fatto numerosi concerti andando anche a Lisbona), quella con Peppe Servillo degli Avion Travel e quella
con Enzo
Gragnaniello.
In tutto il periodo della collaborazione con Marco Poeta, molti sono i
tour a Lisbona, dove Elisa Ridolfi
ha l'opportunità di cantare in locali storici del fado come la Pareirina
d'alfama assieme a noti artisti del fado come Argentina Santos, Jorge Fernando, Joao Braga, Joel Pina, António
Chainho.
Nel 2008 Elisa Ridolfi,
Matteo Moretti e Paolo Galassi lasciano l'Accademia do Fado
2009-in poi: tra
attività solista e la Compagnia di Musicultura[modifica | modifica wikitesto]
Con l'allontanarsi dall'Accademia do Fado, Elisa Ridolfi che
continua a collaborare con Matteo Moretti e Paolo Galassi, inizia un nuovo
percorso artistico, proponendo una rivisitazione del Fado tradizionale
portoghese contaminato da strumenti e atmosfere non consuete per il genere che
riprendono sonorità africane, sud-americane o del jazz contemporaneo[5]. Inizia la
collaborazione con Marco
Pacassoni (marimba e vibrafono), con Andrea
Costa (violino) e Gionata Costa (violoncello)
dei Quintorigo con i quali
realizza il suo primo album solista dal titolo Canta-me o Fado, che
vede come ospiti Peppe
Servillo, Luca Miti e Monica Demuru.
Tra il 2010 ed il 2012 ha
curato la direzione artistica di Amantica, festival di musica folk dedicato
all'organetto che
si svolge a Recanati.
Verso la metà del decennio, Elisa Ridolfi viene chiamata da Pietro Cesanelli a mettere la voce nello
spettacolo de La Compagnia di Musicultura dal
titolo Scalinatella, la canzone napoletana dalla villanella al rock
blues. Inizia così un lungo periodo di collaborazione con il gruppo di
Cesanelli che durerà per molti spettacoli successivi.
Nel 2021 Elisa Ridolfi annuncia l'uscita del nuovo album
intitolato Rec De Cor, già
pronto da più di un anno, ma non più uscito a causa della pandemia di COVID-19
Discografia
Solista2009 - Canta-me o Fado
Accademia do Fado
·
2001 - O Fado con Eugenio Finardi, Francesco
Di Giacomo e Marco Poeta
·
2003 - O nosso fado
·
2005 - Il
Poeta e la chitarra
Nella Collana: Crinali, inaugurata da La Macina, con il cd
live,, La Macina Nel vivo di una lunga
storia, Elisa Ridolfi, ha inciso il suo Curami
l’anima.
Elisa Ridolfi
Curami l'anima
Formato 14x14, pp. 28, con
foto a colori e b/n e le opere in ceramica di Antonella Sabatini
Dopo un’intensa stagione d’impegno nella promozione del fado in
Italia, Elisa Ridolfi è al suo esordio come cantautrice con un
carico di vita e poesia che si scioglie magnificamente in una voce di grande
fascino e personalità, giunta al culmine delle sue potenzialità come timbrica,
estensione e varietà di modulazioni.
Qualcosa di lieve e pesante allo stesso tempo, etereo e
terrestre si leva da questi brani, in un flusso di coscienza che
ininterrottamente muta tragitto per ritornare ogni volta su se stesso, senza
mai assumere le cadenze tristi di un ripiegamento: qualcosa che si definisce
soltanto nel linguaggio evocativo della musica ma che il duplice rimando a
Virginia Woolf (Q e Il tempo passa) può aiutare a
nominare. Curami l’anima, pertanto, non è un titolo a
caso né, tanto meno, a sproposito: c’è davvero qualcosa che risuona come
benefico, lenitivo di pene e tormenti, una sorta di unguento sonoro che la
protagonista deve aver sperimentato su di sé prima di farne dono agli altri,
provando sulla sua stessa pelle come la musica possa consolare l’animo degli
uomini disperdendo il brusìo delle loro vane parole.
Con scritti di Jorge Fernando, Domenico Ferraro e Ezio
Nannipieri, la direzione artistica di Tony Canto, un ensemble di grandi musicisti e la partecipazione straordinaria di Eugenio Finardi e Jaques
Morelenbaum, un album di rilucente bellezza e di una rara forza espressiva.
*
APPARATO N. 3
CHIOSTRO DI SAN FRANCESCO
Nell'antico convento di
San Francesco, dei Minori Francescani Conventuali, risalente ai primi del
XIV secolo, oggi è collocata l'attuale sede del Municipio. La struttura
dell'edificio è rimasta sostanzialmente intatta fino ad oggi, ma è scomparsa la
chiesa annessa che aveva una torre con orologio. A testimonianza, sulla
sinistra della facciata del palazzo comunale, ci sono le tracce di un antico
affresco che apparteneva alla chiesa. Ora, nell’attuale Piazza Gramsci,
resta il Chiostro di San Francesco, che fu ristrutturato nella
seconda metà dell’Ottocento. Il loggiato conserva nel pennacchio del terzo arco
un frammento di affresco, che apparteneva forse ad un altare, raffigurante il
tetto di una capanna e riconducibile al tema della Natività di Gesù.
Un’iscrizione permette di identificare l’artista, Dionisio
Nardini, che eseguì l’affresco con ogni probabilità nell’ultimo decennio del
XV secolo.
Negli ambienti ricavati dalla ristrutturazione
ottocentesca ed in quelli del vicino Palazzo Palazzi (sec.
XVIII) hanno sede gli uffici comunali.
*
APPARATO N. 4
CHIESA
DI SAN BERNARDO
La Chiesa di San Bernardo costituisce uno dergli esempi più interessanti
di architettura tardobarocca jesina.
Portone ligneo cinquecentesco della Chiesa di San Bernardo (Via
Valle,3), uno dei più bei gioielli dell’arte barocca presenti a Jesi. Il
portone è uno dei pochissimi ancora in funzione dal cinquecento, di
considerevoli dimensioni tutto lavorato a bugne.
Il legno di costituzione non è facilmente riconoscibile in quanto
ricoperto da sporcizia, residui di vernice e materiale di erosione prodotta
dalla tarlatura, ma facilmente è un legno nobile a venatura compatta. la sua
vera natura verrà definita in maniera certa solo dopo la ripulitura. è
ricoperto da spaccature, fessurazioni, segni di impropri restauri e pezzi di
cornice applicati a caso ed ormai in distacco e non congruenti agli originali.
il legno
di costituzione non è facilmente riconoscibile in quanto ricoperto da sporcizia,
residui di vernice e materiale di erosione prodotta dalla tarlatura, ma
facilmente è un legno nobile a venatura compatta. la sua vera natura verrà definita
in maniera certa solo dopo la ripulitura. è ricoperto da spaccature, fessurazioni,
segni di impropri restauri e pezzi di cornice applicati a caso ed ormai in
distacco e non congruenti agli originali.
*
APPARATO N. 5
INTERVENTI
PUBBLICATI NE IL POZZO DELLA MEMORIA
Guido Festinese
Per Gastone e La Macina
Jorge
Luis Borges nei suoi “Testi Prigionieri” a un certo punto spiega cosa intenda per
“tradizione”. Ci si aspetterebbe, da un prodigio di inventiva ospitato nel
carapace duro di una persona nel complesso profondamente assai conservatrice, a
volte quasi reazionaria, una sorta di benedizione delle statue, degli altari,
dei marmi e degli incensi. Borges invece dice una cosa semplice, e geniale:
“Questo deve essere la tradizione: uno strumento, non un perpetuarsi di
malumori”. Provate ad accorpare questa frase dell’autore dell’Aleph a quella di
Gustav Mahler, quando spiega che la tradizione deve essere custodia delle braci
accese, non adorazione della cenere, ed avrete, in musica (e non solo) la più
efficace descrizione dell’operato di Gastone Pietrucci con la sua
La Macina.
Certo,
molto congiurerebbe nell’aspetto di Gastone, per fare dell’uomo con la barba
bianca un custode della tradizione nell’altro senso, quello dei “laudatores
temporis acti”, chi rimpiange tempi d’oro che non sono mai esistiti se non
nelle inappropriate nostalgie di chi non sa aprire gli occhi sul mondo. Gastone
e La Macina hanno attraversato, ad oggi, mezzo secolo di storia. È la
misura, lustro più, lustro meno, che è data attualmente a Homo sapiens per
dispiegare il variegato arsenale di abilità che lasceranno un segno e un sogno
a chi verrà dopo di noi. È la scansione temporale (e sia detto senza un’oncia
di nostalgia, sia chiaro) che ci è stata assegnata, e tanto vale usarla bene.
Con gli strumenti giusti, perché Sapiens è l’unico animale che costruisce
strumenti complessi. Modificandoli, nel caso.
La
tradizione è uno strumento, non la scusa per blindarsi nella ridotta asettica
della purezza tanto pura che alla fine scompare, come il principio attivo nella
diluizione omeopatica. Se poi funziona anche quella, la purezza, la lasciamo
tutta agli scaltri mestatori di parole usate come randelli in mano alle scimmie
di 2001 odissea nello spazio: ad esempio la parola “patria”, troppo spesso
usata per giustificare ex post i monumenti funebri di chi non aveva voglia di
morire.
Gastone
Pietrucci è un esperto di strumenti. Del sapere, del fare. Che non sono in
contraddizione: perché La Macina sa, ha saputo, e ha saputo fare. S’è
trovato a operare, giovane, in un mondo che la “tradizione” la viveva ancora,
ma su quel crinale pericoloso che non consente facili attraversamenti (e quando
mai lo è, in fondo?). Allora la sua regione, e l’Italia tutta, viveva le ultime
vampate forti di un processo di industrializzazione e di inurbamenti selvaggi,
fuori da ogni controllo.
Il prezzo da pagare a una modernità costruita
su nuovi “idola tribus” era rassegnarsi a veder scomparire forme di cultura
contadina da allontanare con un misto di vergogna, risentimento. Una damnatio
memoriae che voleva ripudiare miseria e fatica, non certo il contenuto di
socialità e gli assetti valoriali che avvolgevano anche proficuamente gli
individui in una civiltà che della comunicazione e dei legami di gruppo doveva
fare un’arma di sopravvivenza.
Quando
Gastone, registratore alla mano, ha cominciato a operare battendo in lungo e
largo le sue Marche alla ricerca di quei brandelli di memoria musicale e
testuale che rischiavano di sfilacciarsi nel vento dei cambiamenti, non molte
erano le esperienze cui far riferimento. Si era agli albori di una
riconsiderazione delle “culture popolari”, di un folk revival che ha prodotto
anche molto velleitarismo, molte approssimazioni, e troppe rigide ingessature
da teca museale di un patrimonio che, invece, è da intendersi come un nastro
srotolato nei secoli: sempre uguale, sempre diverso.
Oggi,
mezzo secolo dopo, la voce scheggiata, ispida e profonda di Gastone è ancora
lì, a tenere saldo quel nastro: e piace ricordare, a proposito di “tradizione”
intesa come polpa viva, e non algido scheletro minerale, che ogni volta
Pietrucci ha saputo mettere più in alto l’asticella della sfida. Non per
“tradire” quel patrimonio, ma per “tradurlo” in una contemporaneità che stenta
a ritrovare il vocabolario della musica vera e viva.
Cercando
e trovando echi classici per le “sue” filastrocche e canti narrativi, vestendo
di frementi palpiti elettrici ballate antiche che non possiedono documenti
d’identità, inseguendo i sentieri nascosti dove una piega melodica può
condividere anche un momento di improvvisazione jazz. Gli dobbiamo molto, a
Gastone Pietrucci.
E,
tra molte generazioni, molti gli dovranno ancora di più.
Maria Novella Gobbi
Gastone Pietrucci voce abisso
Prendimi nelle tue braccia,
cioè nell’abisso,
accoglimi nell’abisso
e, se rifiuti ora,
fallo più tardi
Franz Kafka
Al
mio paese c’era un luogo chiamato Buca d’Aria, era come un cratere, poco
profondo in realtà, quando ero bambina andavamo spesso a vederla, intorno ad
essa giravano molte storie e leggende:… era profondissima, non si riusciva a
vederne il fondo… un uomo vi cadde una notte con il suo somaro, non se ne seppe
più nulla… se vi gettavi un sasso facevi in tempo a recitare tre Pater Ave
Gloria prima di sentirlo cadere.
Mia
madre mi diceva: “quando era piccola tua nonna, era proprio così, lei lo
ricordava bene l’Abisso.”
Questa
parola richiama paesaggi naturali, luoghi scoscesi, impervi, con pro fonde
voragini, oltre le quali c’è l’ignoto, il mistero, l’orrido.
Fin
dalla Grecia antica l’abisso viene identificato come Caos, vuoto primor diale,
una specie di gorgo buio che risucchia ogni cosa in un baratro senza fine,
paragonabile a una nera gola spalancata.
Esiodo
nella Teogonia parla del Tartaro come realtà tenebrosa e sotterranea
(katachthònia), ne rende la posizione spaziale mescolando descrizioni
“orizzontali” e “verticali”: luogo “ai confini della terra” (verso 731) e
contemporaneamente al di sotto della terra (verso 720 e seguenti). Nella
visione verticale viene descritto come una voragine buia, talmente profonda che
lasciandovi cadere un’incudine questa avrebbe impiegato nove giorni e nove
notti per toccarne il fondo. In greco antico è detto anche caos considerando
che originariamente questa parola non aveva l’attuale connotazione di
“disordine”; l’antico termine greco “Chaos” viene reso come “Spazio beante”,
“Spazio aperto” “Voragine” dove indica, nella sua etimologia, “crepa,
fenditura, burrone”, quindi simbolicamente “abisso” dove sono “tenebrosità,
oscurità”.
Il
Caos, nella mitologia e nella cosmogonia degli antichi greci, è la
personificazione dello stato primordiale di “vuoto”, il buio anteriore alla
generazione del cosmo da cui emersero gli dèi e gli uomini.
Abisso
dunque come luogo di tenebre, del mistero, per l’uomo luogo della morte, primo
grande mistero, similmente a Tartaro luogo dei morti, dove il vivente non può
penetrare.
Tranne
Orfeo, figlio di Apollo, dio della musica e della musa Calliope “dal dolce
canto”. È la voce che conferisce a Orfeo il potere perfino di placare i flutti,
passare tra i terribili mostri Scilla e Cariddi; talmente soavi erano la sua
musica e il suo canto che i fiumi e i venti si arrestavano, le pietre si
animavano, gli alberi e le piante si protendevano per ascoltarlo, le belve
feroci si ammansivano e lo seguivano, e gli animi degli uomini più feroci erano
mitigati.
Tanto
che il ruolo della voce viene associato dagli studiosi a quello della musica,
la cui fonte mitologica è di matrice orfica.
E
se in seguito Orfeo sarà visto anche come una rappresentazione del logos,
ovvero del Verbo, la parola rivelante, è ulteriore segno della misterica forza
del suo canto.
Il
significato più profondo legato a tale forza è connesso, com’è noto, alla sua
discesa negli Inferi per implorare gli inflessibili dèi dell’oltretomba di
restituire in vita l’adorata sposa Euridice, ed è proprio il suo canto
straordinario a muoverli con l’armonia del suo fascinum. Impietositi, gli
concessero il ritorno della sposa a patto di non voltarsi a guardarla finché
non fosse fuori del regno e se Orfeo contravvenne al divieto per timore di un
inganno, nulla sottrae al potere evocativo del canto capace di infrangere
perfino la inviolabilità del decreto divino e la irreversibilità della morte.
In
forza di questo racconto, assunto a metafora della potenza del canto, vorrei richiamare
l’attenzione sul ruolo e potere della voce che non è solo un suono, ma
espressione della energia che vive sotto il triplice segno del corpo, della
mente e del respiro. È corpo che si fa suono: proveniente dai polmoni, dalla
gola, dal corpo profondo, ed esprime le vibrazioni più interiori del nostro
essere, Parola, Voce, Vita. La voce, prima della parola è dunque suono e colui
che conosce sé stesso, in quanto suono, sperimenta l’armonia.
Da
anni studio la voce, cercando di definire come essa non sia soltanto mezzo per
esprimersi e comunicare, ma luogo,
non solo dell’anima, ma luogo dove tutto è compreso e presente.
La
prima volta che ho sentito Gastone cantare ho avuto chiara la sensazione di un
gorgo, un vuoto che attira verso l’ignoto, una forza magnetica che esce da un
abisso profondo e allo stesso tempo attrae ad esso, abyssus abyssum invocat (l’abisso invoca l’abisso) è sancito nelle
Scritture; così accade ascoltando il canto di questo moderno Orfeo, che riesce
a collegare l’abisso in cui è riposto il nostro essere con le essenze
primordiali: la conoscenza, le memorie di carne e sangue, fatica, miserie e
anima, accumulate strato su strato dalla civiltà umana, e qui la sua voce non è
più un mezzo, una manifestazione di identità, alito sonoro: in essa si
congiungono sensibilmente corpo e anima che si fanno suono, la voce si rivela Luogo.
Il
suo statuto risiede nella capacità di evocare ogni più segreta energia
dall’abisso. Un abisso, però, che non è catastrofe, rovina, perdita
dell’essere; è abisso verticale, speculare alle profondità cosmiche.
Il
suo canto ruvido, l’energia che emana portano in superficie la sapienza antica,
come in un film scorrono davanti agli occhi, ascoltando il suo canto, volti,
mani stanche sguardi dolci e feroci che guardano lontano perché abituati
all’orizzonte dei campi e allo stesso tempo resi meschini dal contesto sociale
e culturale in cui vivono, sorrisi maliziosi e ingenui di innamorati, corpi
spezzati dalla fatica, tutti i suoi informatori e la forza dionisiaca racchiusa
in ciascuno di loro, ogni cosa fluisce dal suo canto come una conoscenza
dell’albero del bene e del male che affiora dall’abisso chiamata dal canto e
che al canto torna.
Poiché, come scrive Nietzsche:
Ali bisogna avere
quando si ama l’abisso.
Paola Ricci
Gastone Pietrucci e La Macina dal popolo
all’arte, dall’arte al popolo
Dal popolo all’arte, dall’arte al popolo. Era il sottotitolo di una tesi che scrissi nel 2013.
Avevo ventitré anni. Era un periodo in cui volevo andarmene dalle Marche, prima
di farlo cercai qualcosa da portare con me.
Trovai
la musica popolare, quel tipo di musica raccontata e tramandata che, purtroppo,
nella mia memoria, e nella memoria della mia famiglia non esisteva più.
Andando
alla ricerca delle mie radici, finii in via Pergolesi 30. All’inizio solo per un
pomeriggio, poi una volta a settimana, poi ad un certo punto quel civico e
quella via divennero casa mia, ora come i figli indaffarati passo ogni tanto
per incontri fugaci senza neanche avvisare.
Come
dicevo all’inizio, dal popolo all’arte, dall’arte al popolo, era il sottotitolo
di una tesi che scrissi nel 2013…
Che
poi, il primo pensiero che mi è venuto, è che tra tutte le persone presenti in
queste pagine, io sono la più giovane. Questa cosa mi ha fatto riflettere sul
nocciolo della questione, e il nocciolo della questione riguarda il far
bottega.
Il
far bottega mi riporta a quei pomeriggi, quelle giornate, quei soggiorni in via
Pergolesi 30 in cui andavo ad imparare qualcosa. Mi mettevo lì ed ascoltavo.
Ascoltavo Gastone parlare, ed apprendevo cosa c’era dietro la storia degli
esseri umani, quale poesia (la poesia popolare) aveva arricchito la vita dei
vecchi, dei mendicanti, dei contadini, artigiani, anconetani, maceratesi,
ascolani, fermani e pesaresi, ed era un paradosso per me sentire quante storia
c’erano dietro ad un luogo che io ritenevo privo d’identità, quanto era strano
guardare un paesaggio e vedervi ora non più solo campi, cielo o strade ma vite
che si susseguivano prima di me, solchi che lasciavano solchi prima del mio
passaggio, tracce che lasciavano tracce prima dei miei passi, occhi che avevano
visto quei luoghi prima ancora di me. Questo, da aspirante teatrante,
cominciava a commuovermi: le storie, anche quelle nuove, vengono dal passato.
Da lì ha origine la fantasia.
Una
cianfrusaglia di storie che calmavano la mia inquieta erranza e davano un senso
di appartenere a una terra.
Nella
bottega in via Pergolesi 30 imparai così ad ascoltare storie da un cantore, e
imparai a mia volta a raccontare qualcosa.
E
magicamente avvenne quello che non mi sarei mai aspettata, riaffiorarono alla
mente vecchie canzoni, storie antiche che qualcuno mi aveva raccontato dentro
cucine con piastrelle gialle o dentro case vecchie, di campagna in pomeriggi
caldi d’estate. Anche io portavo dentro un racconto.
Era
quello di nonna Antonia, per esempio, che una sera ci mise tutti sul pia
nerottolo di casa sua e raccontò la storia del giovane. Il giovane che doveva
fare una prova per diventare adulto, uccidere sua madre e strapparle il cuore.
Me la vedevo col suo grembiule… «Allora lui va, la uccide e inizia a correre,
fiero di essere riuscito in quella macabra prova di virilità, ma mentre corre
inciampa, cade, il cuore palpita dentro la sua mano e piano gli dice: “Ti sei
fatto male amore mio?”».
Come
avevo fatto a dimenticarla? Avrei potuto dimenticarla per sempre quel la
storia?!
E
mi dissi che cambiamo così tanto nella nostra vita che siamo capaci di vivere
svariate vite. In quei pomeriggi in via Pergolesi 30 nacqui tante volte, tutte
quelle volte in cui ritrovai, nella mia memoria, storie che non sembravano più
mie.
E
perdiamo continuamente la memoria e poi moriamo e rinasciamo anco ra. E,
accettata questa condizione umana di continuo peregrinare alla ricerca di
qualcosa, mi dissi che in fondo di qualcosa mi sarei ricordata per sempre. Di
quella voce, che mi raccontava di canti passati, di filande e poesie infantili
e licenziose, di personaggi che ora fanno parte della mia infanzia, anche se
non ci sono mai entrati perché in fondo è anche questa la bellezza inventarsi
delle certezze o forse oggi, meglio dire delle storie per continuare a
peregrinare e sopravvivere.
Dal popolo all’arte, dall’arte al popolo era il sottotitolo, il titolo era Gastone Pietrucci e La Macina
Francesco Scarabicchi
Un omaggio e un inedito a La Macina
Via della Croce
1992-1994
Io invecchiando vidi le vostre teste piene di dolore dove vorticava
un’idea
confusa, un’assoluta certezza, una presunzione di eroi destinati a non
morire
– oh ragazzi sfortunati, che
avete visto a portata di mano una meravigliosa
vittoria che non esisteva!
Pier Paolo Pasolini
Cosa
scriverò che non abbia già scritto su Gastone e “La Macina”? Me lo sono
chiesto molte volte senza riuscire a darmi risposta finché, di nuovo, non l’ho
trovata ancora in Pasolini.
“Non
è difficile predire a questo mio racconto una critica dettata dalla pura
malafede. Coloro che si sentiranno colpiti infatti cercheranno di far credere
che l’oggetto della mia polemica sono la storia e quei testi di cui essi
ipocritamente si ritengono i difensori. Niente affatto: a scanso di equivoci di
ogni genere, voglio dichiarare che la storia della Passione è la più grande che
io conosca, e che i testi che la raccontano sono i più sublimi che siano mai
stati.”
Sinossi da La ricotta, film, 1963
Caro Gastone, ecco il mio piccolo contributo, un
appunto, puoi farlo leggere un omaggio a
La Macina,
solo un omaggio.
Ti e vi abbraccio
Francesco.
*
1962-2010
Praefatio
Le vele, le vele, le guardavo
senza mai poter prendere
il mare per andarmene.
I
La condanna
Perenne eternità delle parole
da cui non è concesso mai più uscire.
È questa la condanna
che da quel giorno pesa,
non le voci perdute del sinedrio,
Pilato, il crucifige.
II
La croce
Non lo ricordo più
di quale legno fosse
e se pesava.
III
La prima caduta
Solo sandali e piedi ai lati della via,
il dolore nel gomito, la polvere,
ma forse già varcavo
l’al di là della soglia
in fondo al sogno.
IV
La madre
Dov’era il suo respiro
durante la salita?
Perché non l’ho sentito
seguirmi, nominarmi?
V
Il cireneo
Mi sovviene quel volto visto appena
dell’uomo di Cirene che,
per un breve tratto,
camminò nella storia a sua insaputa.
VI
La veronica
Di lei non conoscevo neanche il nome
quando si avvicinò. Chi sa chi era
colei che mi veniva incontro muta
nella pietà del gesto
e con in mano un panno?
VII
La seconda caduta
Quando? E chi mi stava accanto?
VIII
Le donne
Brusio d’occhi, bisbigli alle mie spalle.
Chi sa chi mi conduce a questa Pasqua
per farmi prigioniero ora e per sempre?
IX
La terza caduta
L’ultima sosta prima della fine,
come un agnello al macello,
come una pecora muta.
X
Le vesti
Della mia povertà
si contendono infine anche la tunica
affidata alla sorte,
soldati che mi spogliano
nudo per la croce.
XI
La crocifissione
Sul Golgota si compiono i miei anni.
Sul legno.
Quante volte ho pensato
a ciò che non ha scritto Levi l’esattore,
al me muto che vive il suo morire
e sente, del mondo, il farsi nulla.
XII
La morte
Poche parole appena
nel freddo di quell’ora,
l’ultima con l’ombra di mio padre
che si disfa
mentre comincia il buio.
XIII
La deposizione
Come se fosse un mare,
fra le braccia, pesante, vado a fondo
nel lenzuolo pulito che mi avvolge.
XIV
La sepoltura
Nel luogo dove non mi troveranno.
Marino Severini
Il Gigante
GASTONE
PIETRUCCI: il Testimone, il Custode, il Cantore della cultura popo lare
marchigiana (e non solo…).
Così
l’ho sempre presentato al pubblico presente agli innumerevoli concerti che
abbiamo tenuto in molte parti d’Italia, con quel “supergruppo” denominato per
l’occasione Macina-Gang.
Ho
avuto la grande fortuna di incontrarlo; lui e la sua La Macina. Un
Incontro vero, fatto di scambio, di condivisione, di grande passione. Mentre io
con i Gang, dopo un lungo Esilio lungo le Vie del Rock, stavo tornando a casa,
alla ricerca delle mie radici, Gastone stava partendo per cercare nuove
contaminazioni, nuove esperienze, nuovi territori, alla ricerca di una
fioritura, di un’altra primavera del Canto Popolare. Ed è proprio a
quell’incrocio che poi abbiamo realizzato insieme “Nel Tempo ed Oltre…
Cantando”. Un’esperienza indimenticabile.
Ho
avuto modo di conoscere Gastone “sul campo”, ed è proprio realizzando questo
progetto che ho potuto apprezzare la sua grandezza. Quella sua necessità a
provare nuove esperienze, a cercare di se e in se i lati inediti, quella sua
disponibilità a mettersi in gioco. Tutto questo me lo ha reso e restituito
sempre come un grande Artista. Un Gigante!
Gastone
è la strada che ha percorso in tanti anni… Un cammino iniziato molto tempo fa.
Spoleto,
Festival dei due mondi, 1964, Nuovo Canzoniere Italiano, lo spettacolo “Bella
Ciao”.
Fu
per Gastone più che un’illuminazione, fu una vera e propria folgorazione! Da
allora, da quell’evento a cui assistette, dedicò la sua vita ad una vera
Missione, quella della ricerca da un lato e dall’altro della rivitalizzazione
della cultura popolare. Affinché quella cultura non scomparisse, non venisse
travolta e sepolta, ma trovasse un suo posto anche nel “nuovo mondo” quello
della cosiddetta modernità. Affinché “quell’Umanesimo di razza contadina”
potesse sopravvivere e trovare nuovi orizzonti e potesse continuare a battere
forte quel cuore antico del Futuro!
La
presa di coscienza di Gastone fu comune ad un esercito di ricercatori,
interpreti, cantori che diedero vita ad una vera e propria Rinascita della
Musica e della Canzone Popolare; quelli
che Gianni Bosio inserì nella categoria “dell’intellettuale rovesciato”; un
intellettuale che, munito delle competenze del suo sapere, cerca il sapere
degli altri, delle classi popolari e subalterne, del mondo contadino e operaio,
delle classi popolari. E se ne fa carico. Per prima cosa tutti costoro erano
Ricercatori! E il primo requisito della Ricerca era quello di cambiare il mondo
cambiando per primi se stessi. Come scrive Alessandro Portelli “il nostro desi
derio di cambiare il mondo faceva sempre perno sulla disponibilità a cambiare
noi stessi. Questa era un requisito della Ricerca, quando si aveva a che fare
con delle persone anziché con dei suoni astratti o con delle carte di archivio:
poiché le persone non ti parlano se non gli parli, non si svelano se non ti
sveli. Non puoi insegnare niente se non sei lì per imparare; e che non impari
niente se non stai a sentire”.
Giovanna
Marini, Caterina Bueno, Cesare Bermani, Giovanna Daffini; Fausto Amodei,
Michele Straniero e il loro Cantacronache; Sandra Mantovani, Roberto Leydi,
Rudi Assuntino, Fiorenzo Carpi, Ivan Della Mea, Franco Coggiola e… Gastone
Pietrucci con la sua La Macina.
Ebbene
di tutti questi grandi artisti, che ho conosciuto e di cui ho apprezzato molto
sia le loro produzioni discografiche che le loro performance dal vivo posso
dire con estrema sincerità che per me Gastone Pietrucci è il Migliore. Lo è
sempre stato.
In
lui è sempre stata viva e dirompente una grande autenticità che mi ha sempre
commosso ed emozionato come pochi altri. Basti ascoltare la sua voce, il suo
inconfondibile timbro vocale.
È
quello che più di ogni altro ancora oggi è capace di interpretare fedelmente
l’anima, l’essenza della cultura popolare. Quella profonda, nascosta, sepolta,
in quieta e dolorante, ma ancora viva. Come quella di un Fiume che attraversa
in profondità le cose della vita.
La
voce di Gastone è carica di forza e splendore soprattutto perché è Vera! Non è
frutto di scuola ma di esperienza. Ed è quella che ritrovo e riconosco come la
più vicina alla radice profonda del canto popolare. È quella che sa tradurre
meglio di qualunque altro “canto” la necessità, il bisogno, proprio perché è
radice, di trovare quelle ali necessarie per spiccare nuovamente il volo e
liberarsi del presente che la tiene in ostaggio… per riconciliarsi con il Mito,
l’Eternità.
Ciò
che affermo non è assolutamente viziato da una retorica da “campanile”.
È
vero, con Gastone Pietrucci condivido la stessa Terra, entrambi siamo nati e
nativi della Collina marchigiana, di questo paesaggio sognante dell’entroterra
marchigiano, ma ciò che ammiro di lui è il fatto sacrosanto che alla cultura di
questa Terra e al suo Popolo, è rimasto sempre fedele e nello stesso tempo è
riu scito a tradurla in quel Sentimento di un Tempo che è quello dell’Essere e
non dell’Esistere. Qua per me sta la vera grandezza di Gastone Pietrucci e di
tutto il suo lavoro, del suo lungo Cammino.
Un
cammino che a distanza potremmo oggi dividere in un primo capitolo quello delle
radici e un altro, ancora più avvincente che è quello delle Ali!
Gastone
ha saputo costruire quelle ali necessarie affinché la cultura popolare potesse
raggiungere altre terre e lì prosperare nuovamente. E le sue ali le ha
costruite pezzo per pezzo, incontro dopo incontro, esperienza dopo esperienza,
linguaggio dopo linguaggio, rock, teatro, jazz, musica colta… passo dopo passo,
e ogni volta ha riportato tutto a Casa, quella del Popolo!
Per
tutto questo e tanto altro ancora a Gastone voglio Bene!
Lunga
vita a Gastone Pietrucci
Giarmando Antonio Di Marti
a Gastone Pietrucci voce delle voci
dove nasce lo sperdimento
la vocalità in proporzioni e numeri
la spirale che acquieta il sonoro e lo moltiplica
infinito con il rumore tacito degli attimi
sollecitando il profetico che in noi giace anonimo
con emozioni tenute ad asciugare al sole esiliato
ed una febbre che percuote senza risposta
dove tutto il confuso slarga territorio e incerto
e le corde vocali suonano malinconie con uomini e
sogni
nelle tasche fradice e donnetormento amate da lontano
dove ogni cosa sopravvive di albe a festa vestite
mentre una campana sparge fiori rochi nel cuore
irrimediabilmente dolente
e d’improvviso ritmi ineguali e fogliame di parole
spiovono a ricucire il canto della storia
dove fu scienza di pianto e di fatica
amori abbandoni preghiera pietà i nomi non dati
la fluttuante festa ghirigora con suoni circoncisi
il gioco come abbecedario di giorni poveri
moti sottaciuti dei palpiti il compianto gualcito
le carole di gelsomini aperti sul candore
il rimestio di calendari senza giorni con l’impronta
ancora al muro
lì
nasce il denso rotolante della tua obliqua voce
la phoné occulta che delira e si fa corpo fuori
e quel colore fugace che trasalisce e trascolora come
il mattino
dentro la luce abbondante dell’aurora
chi ascolta
abita la misura della rugiada quando respira polline
e colore rincorrendo ogni crescita di vita terrestre
o di un ricordo appeso al cuore che interminabile
affolla
e rinasce d’improvviso nel buco terribile della
memoria
tutto si spoglia e si scalza
tutto diviene ordine seme disegno delle radici
quantità che sgrana identica il suo turgore vitale
tutto si sospende inabissando in un vuoto di attese
in un sentore di albeggio solitario spalancato su una
diversa
geografia
voce colma di ogni sonoro
perché prendi per mano lo strumento stonato del mio
intimo
e lo riaccordi di suono sicuro?
voce arca del riposo
come assommi il guazzabuglio carnivoro dei desideri
deponendoli inermi dentro al mio passo?
voce come galassia di confine
dove depositi la storia dei giorni senza rive
e li riconduci ad un nuovo retaggio?
ogni volta il mio cuore cresce una febbre
d’incantamento
e di passione liturgica
e corre lontano l’incredulo che mi appartiene
sciogliendo
i rumori
convulsi del giorno nel crepitio delle stelle dentro il
freddo lunare
quali calcoli muovi scienza nel tuo infinito affanno
e non traduci in segno l’irripetibile che abita
il suono vocale?
quale esilio di numeri confonde la tua logica
conseguenziale lasciando in affanno ipotesi e
soluzioni?
quando vi giunsi la prima volta
con gli strumenti che giravano uniti
dove sono? mi chiesi perché vivo altrove?
non seppi rispondere
e mi trovai addosso la verità del mondo che si
costruiva
in un tessuto di vocalità sostanziali
dal mio posto anonimo dentro il passo di giorni soli
inseguo peregrino il tuo gesto
sillabato
mentre ogni scansione ogni intonazione mi attraversa
come una veloce galleria e mi precipita dentro la
sonora
trasparenza dell’aria che s’imbuca vorticando dal
fondo
*
APPARATO N. 6
GANG
Marino Severini - Sandro Severini (Gang) – Marino Severin- Gastone Pietrucci-Sandro
Severini (Macina-Gang)
Gang,
la rock band
marchigiana nata e capitanata dai fratelli Marino e Sandro Severini, sono da 30
anni i portabandiera più coerenti e credibili di un rock sanguigno e
soprattutto militante. Chitarre e batteria al servizio di un messaggio
politico-culturale da sempre ben chiaro e definito che prendendo spunto dalle
sonorità punk dei Clash di Joe Strummer li ha resi testimoni e cantori di
una realtà per molti versi simile alla Londra cantata dal celebre gruppo
punk-rock.
Ideali e capacità cantautorali che nel filo conduttore di
una decina di album sempre fedeli ad una linea di pensiero solidale ed attenta
agli oppressi ed alle ingiustizie sociali, rendono la band di Filottrano un
punto di riferimento più unico che raro nel panorama musicale italiano.
Coscienza e memoria, radici ed ali, terra e fuoco, lotta e
speranza, ecco gli ingredienti che da sempre costituiscono la ricetta dei Gang,
che hanno dimostrato di poter passare con disinvoltura dal linguaggio crudo e
immediato del punk a quello più complesso e ricercato della canzone d'autore,
senza dimenticare l'immenso potenziale della tradizione popolare più
genuina. Un tesoro inestimabile, che si inserisce a pieno titolo nei capisaldi
musicali e culturali d'Italia.
Ha collaborato
con lo “storico” Gruppo folk marchigiano
La Macina in un lavoro comunitario, confluito nel disco, Macina-Gang, Nel tempo e oltre
cantando, (Storie di Note SDN033, cd, 2004), premiato
e segnalato come SuperGruppo
dell’anno al Premio Tenco 2004.
MACINA-GANG
Nel
tempo ed oltre cantando
“ Accompagnati spesso – un
particolare agli esordi – dalla definizione di
“Clash italiani”, i Gang hanno abbracciato, nel corso di
una avventura musicale lunga ormai venticinque anni, un percorso personale e
rigoroso, nel quale il rock si è man mano mescolato a un appassionato recupero
delle radici politiche, culturali e musicali e che li ha portati ad essere non
solo i capiscuola del cosiddetto combat-folk ma uno dei gruppi più significativi
in assoluto della storia del rock italiano. Fin dall’inizio i Gang sono
stati la creatura di due fratelli, Marino e Sandro Severini […]
Nel 1991 finalmente, dopo il periodo “inglese” i Gang si avviano sempre di più verso il recupero
delle tradizioni popolari. Il primo passo è ovviamente, il ritorno alla lingua
italiana e la pubblicazione de Le radici e le ali, disco tra i
più importanti degli anni ’90.[…] Se Le radici e le ali era stato
uno spartiacque nell’evoluzione musicale, il secondo cd in italiano, “Storie
d’Italia” del 1993 è il trionfo artistico dei Gang. Brani come Eurialo
e Niso, Kowalsky, Sesto San Giovanni sono una fotografia
dell’Italia di Tangentopoli e di nuovi conflitti sociali, visti però con uno
sguardo poetico e narrativamente maturo. […] Infine i Gang pubblicano
nel 2004 per Storie di Note, Nel tempo ed oltre cantando”,
album di chiara impostazione tradizionale in collaborazione con la storica
formazione folk
“Che cosa tiene insieme, anzi
lega in una intramatura che sembra naturale, un gruppo che interroga la matrice
folclorica del proprio esser-ci e un altro che contamina la vocazione rock
(l’archetipo dei Clash recepito nell’indigenza della Marca profonda) coi
temi della passione politica e di una sussultante protesta libertaria? In altri
termini, perché ad un certo punto di percorsi decisamente diametrali,
“Fratellanze[…] Di
questo disco si parlava da un sacco, addirittura anni […] Ma in casi come
questi, si sa, il tempo ha un’importanza relativa, specie se poi si rivela
galantuomo e ripaga la lunga attesa con risultati speciali E’ uno splendido
incontro, Nel tempo ed oltre, cantando… tra due band diverse per vicende
musicali ma accomunate non solo dalle origini marchigiane ma anche e
soprattutto dalla capacità e dal desiderio di percorrere –ciascuna alla sua
maniera – le vie della tradizione: tradizioni prettamente folcloriche per
“[…] Due esempi di fierezza
messi insieme, una colla della memoria e due reagenti che assieme sprigionano
forza e tenerezza. Adesso il connubio Macina e Gang è realtà a
tutti gli effetti… Qui troverete un incendio elettrico che comincia con un
altro titolo profetico, Le radici e le ali, un incendio che è la forza
nuda e poetica di un possibile canzoniere popolare costruito con le schegge
della tradizione orale e gli spezzoni brucianti del combat rock militante.
Mordono le chitarre con guizzante, saggio vigore, morde la voce antica ed essenziale di Pietrucci
a dominare un flusso di idee, storie, percorsi individuali e collettivi
lontani dall’oblio”.
(Guido FESTINESE, World MusicMagazine, n. 66, Maggio-Giugno 2004)
“[…] Credo che il profondo legame tra
(Francesco SCARABICCHI, Il Messaggero, 1 Marzo 2004)
“… Oggi dedichiamo il nostro
spazio ad un bellissimo album.. Fa un certo
effetto i brani composti da Severini e Bubola, interpretati da par suo
da Gastone Pietrucci. Ed è interessante come canzoni quali Eurialo e Niso…
Kowalski o Sesto San Giovanni abbiano in queste nuove versioni, un tocco di
classicità, un arricchimento emotivo. Se i Gang in questi anni abbiamo
avuto modo di conoscerli bene, il gruppo
“… Perché combat ? Beh, sui Gang e
“Un emozionante viaggio musicale
originato da un verso di Alfonso Gatto e dalla passione per la musica e la
tradizione popolare. Così è nato Nel tempo ed oltre, cantando , il disco di
Gang e
“ Marche, assieme Gang e
“Al Festival di Mantova oggi sarà
presentato Nel tempo ed oltre, cantando,
splendida collaborazione discografica fra il gruppo folk marchigiano
“… Gastone Pietrucci e Marino Severini sono le due voci leader di questo riuscito sodalizio che si alternano con grande intensità in pezzi già sentiti nel repertorio dei Gang e della Macina. Musicalmente ci ha guadagnato l’intero repertorio…” (Roberto CASELLI, Jam, n.103, Aprile 2004)
“… Onore ai maestri… I Gang, considerati inizialmente i Clash
italiani, hanno poi intrapreso una carriera maggiormente d’autore,
un’evoluzione che trova le sue radici nell’ascolto di uno storico gruppo
popolare marchigiano:
“La testimonianza e la memoria popolare
nell’incontro musicale fra
radici culturali, quello dell’impegno civile e sociale…” (Felice LIPERI, la Repubblica, 29 Maggio 2004)
“Il canto di Gastone
Pietrucci fuoriesce con un’intensità viva e screziata di ricordi, nel fluire
dei racconti raccolti dal vivo nella terra della Marca e rielaborati nel testo
e nella musica, o raccordati a universali fantastici che interpretano i cicli
ricorrenti della vita e della morte, del coraggio e della sopraffazione, della
fedeltà e dell’amore: la sua voce è una raucedine dell’anima, che ti coglie nel
profondo: Marino Severini è il folksinger militante, limpido e struggente, di
ballate politiche della storia recente, il rapsodo di palpitante vitalità che
attualizza e adatta i miti del passato. Cantano bene insieme, l’uno con la sua
Macina, l’altro con i suoi Gang. E insieme alle Muse di Ancona… hanno
presentato a un pubblico numeroso e plaudente Nel tempo ed oltre, cantando, un
suggestivo CD di dodici brani che incrociano le rispettive esperienze in musica
e che vedono i due interpolarsi a vicenda nelle esecuzioni, l’uno sui pezzi
dell’altro, per poi anche all’occorrenza fondersi, con esiti espressivi
straordinari…” (Fabio BRISIGHELLI, La Macina e i Gang conquistano le Muse, Corriere Adriatico, 1 Marzo 2004)
“… Nel tempo ed oltre cantando, è un’opera importante di riscoperta di una tradizione contadina e popolare, ma soprattutto del valore di una cultura orale qui trasportata in canzoni, che mirano ad una coralità di voci e di strumenti… preziose testimonianze che vanno gustate e custodite gelosamente.” (Edoardo FRASSETTO, RockeRilla, n. 284, Aprile 2004)
“…Storia assai più antica in
tutti i sensi quella del gruppo di canto popolare… e uno dei grandi classici
del folk tricolore –
“Due fra i gruppi più significativi dell’impegno sociale e civile si mescolano e reinterpretano le tappe più significative della loro storia in dodici brani che acquistano nuove suggestioni. L’album è un lungo viaggio comunitario nella storia, nelle emozioni e nelle speranze dell’Italia che resiste tra vittoria, drammi, felicità e sconfitte mescolando suoni della tradizione e rock solido e potente” (Gianni LUCINI, Liberazione,5 Marzo 2004)
“ Le
radici hanno le ali…. Due gruppi marchigiani storici,
“L’anima rock dei Gang e quella folk della Macina perfettamente fuse insieme, per un’altra serata memorabile al Teatro delle Muse. E’ stato uno straordinario paghi uno e prendi due quello di sabato al Massimo. Da una parte i Classh marchigiani, la band dei fratelli Marino e Sandro Severini, dall’altra il gruppo di Gastone Pietrucci, da trentacinque anni custode del patrimonio musicale popolare marchigiano.. Insieme per un concerto-evento… Chi si attendeva pochi centinaia di aficionados resta deluso. Le Muse traboccano di pubblico come nelle occasioni migliori. Tanti giovani in platea, nelle gallerie. E quando Pietrucci si presenta sul palco l’applauso che lo accoglie è da rockstar… Marino e Gastone si alternano al microfono, gli altri ne seguono gli slanci che è una meraviglia. Alla fine i bis, tra l’ovazione del pubblico” (Raimondo MONTESI, Macina & Gang, il folk-rock conquista le Muse, il Resto del Carlino, 1 Marzo 2004)
“Macina-Gang, Nel tempo ed oltre, cantando… Ardito innesto di repertori tra l’agro-folk dei Macina e il combat rock industriale dei Gang. E funziona pure…. ”(Stefania ULIVI, Sette, del Corriere della Sera, 1 Aprile 2004)
“ Io c’ero è il titolo della rubrica.
E in questo caso ben si potrebbe aggiungere e peccato per chi non c’era. Perché
il concerto che Macina e Gang hanno tenuto nella seconda giornata vercellese di
Folkermesse è uno dei migliori spettacoli degli ultimi tempi… Quasi due ore di
musica, in un continuo rimando tra rock e tradizione, in cui i due gruppi
marchigiani hanno dimostrato la possibilità di ottenere un efficace equilibrio
tra stili diversi, in un rispetto tra forme musicali che si concretizza nel
vicendevole arrangiamento di brani dei rispettivi repertori…Il risultato è uno
spettacolo di grande compattezza e energia, in cui i differenti stili dei due
gruppi sfumano l’uno nell’altro, creando una sintesi in cui si avverte, al di
là delle differenti esperienze artistiche e musicali, come sia analogo il
sentire e vivere l’impegno di dare voce alla cultura popolare…” (Marco G.
“…
Entrambe marchigiane ed entrambe guidate da una sensibilità politica che
trasforma la musica in inni di resistenza civile, le due band intitolano il cd
con un verso di Alfonso Gatto. Dentro, da Le radici e le ali dei fratelli
Severini all’epica folk di Stavo ‘n bottega che llavoravo de
“… Le radici più tradizionali della Macina e quelle più progressive dei Gang non hanno creato alcun problema di integrazione, anzi i suoni acustici e elettrici sembrano compenetrasi in modo decisamente armonico e stimolante…” (Roberto CASELLI, Jam, n. 104, Maggio 2004)
“… i due gruppi traggono la linfa per questo album dai rispettivi consolidati repertori, che si divertono/impegnano (chè questi due verbi, per ambedue le formazioni, sono inscindibili, come una chiave di volta per spiegare un’esistenza artistica intera) a rienterpretare filtrandoli attraverso un mix delle rispettive sensibilità. L’impegno sociale e civile traspare costantemente da ogni brandello di testo, così come la vicinanza della musica popolare al rock primigenio vengono testimoniati da ogni nota di questo lavoro…” (Renato TREVISANI, Musica rock , 2004)
“Strumenti acustici ed elettronici in una
miscela indovinata, la dinamica è buona e altrettanto estensione in frequenza.
Le voci sono ben focalizzate e inserite nel tessuto strumentale con un
equilibrio raro, specie vista la tendenza nostrana di porle in esagerato primo
piano. Alcune caratteristiche variano un poco da una traccia all’altra ma, in
genere, si apprezza una notevole ricchezza di armoniche e dettagli.” (SUONO,
n. 367, Aprile 2004)
“Le due band insieme in concerto al Museo
della Resistenza- 25 Aprile con Gang/Macina- Racconti popolari e musica per non
dimenticare Resistenza e Liberazione… E
bene hanno fatto a Faenza, dove domenica presso Ca’ Malanca… al Museo della
Resistenza, hanno invitato a suonare i Gang con i Macina…” (Luigi BERTACCINI, Corriere
di Romagna, 24
Aprile 2004)
“Il combat rock dei Gang
si sposa con la tradizione folk dei
“ Canti al di là del tempo da Macina e Gang…Non
è un disco nuovo dei Gang. Non è un disco de La Macina. Non è neanche il
prodotto di due fattori. Ma è un disco emozionante. Nel tempo ed oltre,
cantando di Macina-Gang è, oltre che un bellissimo titolo, un grande
progetto… Le voci di terra e di vento di Gastone Pietrucci e di Marino Severini
si intrecciano e si scambiano i ruoli mentre gli altri sette musici tessono una
trama senza smagliature … La voce di Gastone Pietrucci spiana le curve e le
asperità del percorso e aggiunge un carico di dolore e verità con i graffi
della sua voce vintage… Ma il meglio viene dal repertorio popolare su
cui gli innesti Gang fanno miracoli … E
la parte più direttamente popolare si chiude con Fra giorno e nnotte so’ ventiquattr’ore densa, scura, annerita,
quasi un blues italico-marchigiano. Grande spessore… (Leon RAVASI, Accordo, 8
Marzo 2004)
“Emozioni in musica per Nel tempo ed oltre, cantando, l’insolito e spettacolare debutto
del supercombo Macina-Gang, ovvero il meglio che la scena musicale marchigiana
abbia offerto dagli anni ottanta ai giorni nostri. Un lavoro senza età, ... nel tempo ed oltre… come recita
l’azzeccato titolo, caldo come il cuore, tradizionale come il ricordo, vigoroso
come il presente, pieno di vita come vorremmo che fosse il futuro.” (Ivan
MASCIOVECCHIO, Rock Shock, 4 marzo, 2004)
“… un evento musicale assai
atteso… sul palco brucianti versioni rock dei canti raccolti da
“… questo eccentrico super gruppo restituisce a noi
annoiati, ossigeno e la voglia di musica: mette le ali alla memoria, radici a
chi dai campi o in una periferia urbana, non ha affatto intenzione di cedere,
testimonia, loro sì, di una Marca chiaramente solidale… Gang e Macina,
miracolosa fusion tra rock e folk…
Nell’attesa dell’uscita del loro primo Cd, seguirli in questi concerti
in cui loro si divertono da morire, trascinandoci tutti in un divertimento in
cui riprendiamo per un po’ a volare.”
(Francesca ALFONSI, TG3 Marche, 21 Maggio, 2001)
“… Gang e Macina… una delle cose più toccanti e sincere che mai sia capitato di ascoltare…” (Franco VASSIA, Melodys Land, n. 17, Giugno, 2001)
“… un appuntamento che ha richiamato un grandissimo numero di spettatori, in gran parte giovani, giovanissimi… un coinvolgente spettacolo, sottolineato dalla vivace partecipazione del pubblico…”
(Tiziana OPPIZZI-Claudio PICCOLI, Folk Bulletin, n. 9, Novembre, 2000)
“E’ una strana accoppiata quella
formata da due gruppi come Macina-Gang. La band dei mitici fratelli Marino e
Sandro Severini da sempre orientata al rock barricadero insieme sul palco con i
“Nell’attesa
dell’uscita del loro primo Cd, seguirli in questi concerti in cui loro si
divertono da morire, trascinandoci tutti in un divertimento in cui riprendiamo
per un po’ a volare.” (Francesca ALFONSI, TG3 Marche, 21 Maggio, 2001)
“ Grande evento oggi al Teatro tenda di Tezze,
con due gruppi storici…
“… un concerto capace di raccogliere sotto il palco pubblici diversi e diverse generazioni. Un miracolo che sa fare solo la musica vera”. (Giuseppe CAMILLETTI, TG3 Marche, 19 Maggio, 2001)
“The Gang nascono all’inizio
degli anni Ottanta. Nonostante la trasformazione continua, il nucleo centrale
costituito dai fratelli Marino e Sandro Severini rimane intatto… Ma è dal vivo
che il gruppo si esprime con maggiore efficacia… Li contraddistingue un sound
compatto, ruvido, asciutto, intenso, che spesso disdegna le mode del momento.
Nel tempo ed oltre, cantando… è il primo esperimento discografico dei gruppi
“Prendete i Clash italiani, metteteli insieme ad una delle formazioni più attive nella ricerca e nella riproposizione della musica popolare, fateli suonare per anni insieme e come prodotto avrete questo disco. Un piacevole ibrido fatto di chitarre elettriche e di voci antiche, di passione rock e di passione politica… Il risultato, un commovente manifesto per non dimenticare e allo stesso tempo uno dei punti più alti della musica italiana degli ultimi tempi”. (Ilario GALATI, MusicOm, 8 Marzo 2004)
“… E ancora gli altrettanto poderosi indigeni rock di lotta Gang, i quali mischiati armonicamente ed etnicamente ai musicisti dell’antica Macina, hanno dato vita ad un set spettacoloso per politicità e tradizioni”. (Ernesto BASSIGNANO, Premio Recanti, Facciamo festa al folk , L’Unità, 3 Giugno, 2002)
“… nel nome della memoria, delle radici e
delle ali. Tre facce di un sodalizio musicale, quello tra i Gang e
“… i miei complimenti! Questo concerto è il
risultato di un lavoro encomiabile. Due entità si sono fuse insieme per dar
vita a un momento ricco di vibranti emozioni… Ho seguito con passione e
interesse il prezioso itinerario di ricerca de
“Parlare della serata del 12 agosto 2000 al Monsano Folk
Festival è raccontare, a chi non c’era, di una serata unica, speriamo (ma in
realtà ne siamo certi) non irripetibile nella storia dei Gang e de
“Nel tempo ed oltre, cantando non riesco proprio a toglierlo dal
lettore… Così rivisitate le più belle canzoni dei Gang diventano dei gioielli
senza tempo… D’altro canto i pezzi popolari de
“… Ben vengano, su questo solco, dunque, lavori come Nel tempo ed oltre, cantando, in cui i brani degli uni diventano quelli dell’altro, dove la contaminazione non è nelle note bensì nei cuori, dove gli orfani dei Clash sanno parlare la medesima lingua dei figli della terra marchigiana grazie alle loro frequentazioni, dirette e non mediate, con la gente che racconta loro quelle storie che, da sempre, giullari e cantastorie, cantano nelle piazze d’Italia e del mondo. Quello reale e quello impalpabile dei sogni di ciascuno di noi.” (Rosario PANTALEO. L’isola che non C’era, n. 33, Luglio 2004)
“Le Muse sono ancora una volta il palcoscenico privilegiato per un’anteprima di richiamo: i Macina-Gang presenteranno il loro primo cd… frutto della collaborazione di questi due gruppi che affondano le loro radici nelle tradizioni del nostro territorio. Nel tempo ed oltre, cantando, questo il titolo del lavoro destinato a diventare un cult per i fruitori di musica popolare colta… Le due storiche formazioni marchigiane… hanno intrapreso questo itinerario da tempo, riscuotendo un grande successo in tutta Italia…” (Marina ROSCANI, Il 28 febbraio al Massimo anconetano grande anteprima del cd dei Macina-Gang, Corriere Adriatico, 18 Febbraio 2004)
“…
La realizzazione dell’album è stata un bel viaggio artistico, ideologico, di
vita e di poesia… Il risultato del mix fra suoni acustici ed elettrici, che
convivono felicemente, è molto interessante e dal vivo funziona assai bene…” (Il Messaggero, 21 Settembre 2004)
“Macina e Gang… Le due formazioni hanno stili diversi ma una comune sensibilità per l’impegno civile…” (la Repubblica, Bologna, 23 Settembre 2004)
“ I Gang fanno finalmente
fatto ritorno a casa… sono tornati da dove erano partiti, nella loro terra. Ad
accoglierli a braccia aperte c’è stato colui che lo stesso Marino Severini non
ha esitato a definire il Woody Ghutrie italiano, Gastone Pietrucci, fondatore e
leader de
“…è naturale che dalla sinergia
tra le due formazioni scaturisca un album forte, capace anche di emozionare,
quasi sempre di far riflettere. E se all’inizio il sodalizio tra Macina e Gang
giocava sul filo delle interpretazioni dei reciproci repertori, il suono si è
ora perfettamente miscelato, arricchendo sia i brani tradizionali che quelli
d’autore, in un processo, realmente popolare, in cui la struttura musicale e
canora dei brani si rielabora e si attualizza senza perdere i riferimenti
originari… Da ricordare poi Cecilia,
qui in una versione, a nostro parere, memorabile, tanto semplice nella sua
struttura di ballata elettricamente trasfigurata, quanto in grado di causare,
anche al centesimo ascolto, più di un brivido. Per questo ,nel classificare
questo album abbiamo rispolverato il termine di folk-rock, inteso nel senso
qualitativamente più alto del termine, quello che per molto tempo è stato
associato ai grandi gruppi del folk revival anglosassone... Eccellenti le prove
di tutti i componenti di questo supergruppo..." (Marco G.
“Gang-La Macina: nuovi cantastorie e vecchi fuorilegge… Prestare
all’altro le proprie canzoni, le proprie storie e farle comuni, condividerle.
Questa è la genesi dell’incontro tra i Gang e i
“Una statua scomposta per scavare nel folk… Mette insieme il rock
dei Gang e i suoni folk de
“Rivisitazioni folk, esperimenti audaci in rock, veterani coraggiosi come Tesi, i Gang insieme ai Macina… Ci passano tanti mondi sonori, dall’Ariston di Mantova…” (Silvia BOSCHERO, l’Unità, 29 Febbraio 2004)
“… Si riprende con i Gang e
“… Ascoltiamoli per presentare
dal vivo il loro primo cd insieme: una sorta di ideale passaparola artistico,
ideologico, di vita e di poesia.” (Eventi,
“Eccoli, finalmente, i magnifici dieci musicisti di Macina-Gang che trascinano le platee in set vorticosi di rock ballade. Canti popolari e di lotta sullo sfondo di una struttura industriale mai vista. Gastone Pietrucci graffia la notte in una fusion folk-rock struggente. Quando il canto è memoria, sudore e sangue”. (Andreina DE TOMASI, Concerto Macina-Gang alla Centrale Enel del Furlo, 5 Giugno 2004)
“… Insomma la scommessa più
difficile, e più bella:
“… I testi, versi intrisi di coscienza civile,
si snodano tra le storie strappate ad una quotidianità urbana e offrono spunto
alla musica popolare interpretata dal cantastorie Gastone Pietrucci (leader dei
“Loro sono due fra le più note
band marchigiane: i Gang e
“I locali della libreria
Rinascita di Ascoli Piceno, continuano
ad essere scenario di appuntamenti importanti con personaggi che operano nella
scena culturale italiana… il gruppo musicale Macina-Gang, capitanato dai
fratelli Marino e Sandro Severini, tra i precursori del rock italiano… (Fi. Fe., Ecco i “Macina-Gang”, Corriere Adriatico, 12 Novembre 2004)
“Mantova delle sorprese… La
militanza artistico-politica degli ottimi Gang in coppia con
“… Fino ad incontrare, lungo la strada, anche
“E’ il nume tutelare del folk marchigiano.
Gastone Pietrucci, leader e fondatore del gruppo
“
“Canti di lotta, di lavoro, immigrazione e
vita. Il suono tradizionale dei
“Quando il miglior gruppo di combat rock italiano incontra il miglio gruppo folk dell’anno, non può nascere che un felice connubio artistico… Da tempo il Frassati non vedeva un palco così affollato, una macchina da musica di così poderosa portata…”
(Live al Frassati 2005, 9^ Edizione, Rogoledo di Cosio, Sondrio, 22 Gennaio 2005)
“…Nel tempo ed oltre, cantando è un disco che, forte della
collaborazione con la folk band marchigiana
“… Nel 2004 il cantante
rivelazione del rock italiano è un signore dai capelli e la barba bianchi. Si
chiama Gastone Pietrucci… con la sua voce roca, calda e potente, è una vera e
propria leggenda della musica tradizionale italiana, ma il suo nome circola al
di fuori del circuito degli appassionati solo ora, dopo che
“Un evento che il Club Tenco ha
voluto documentare è la reunion di due gruppi storici della musica italiana, i
Gang e
“… La prima serata, più battagliera, ha fatto sfilare Caparezza, Alessio
Lega, i Mariposa,
“… In cartellone ci sono anche il supergruppo che riunisce il rock dei Gang e il Folk della Macina…” (Andrea LAFFRANCHUI, Da domani a Sanremo il Premio della canzone d’autore, Corriere della Sera, 27 Ottobre 2004)
“… Il cast della serata
inaugurale si completa con Alessio Lega, premio per il miglior esordiente… e la
reunion di due gruppi storici della musica italiana, i Gang e
“… Poi il ritmo è salito, con le
esibizioni di Caparezza, del mito Peter Hammil…, Alessio Lega (Targa come
miglior esordiente), Macina/Gang (speciale reunion tra rock-combat e canto
popolare)…” (Giulio GAVINO,
“… Davvero ricco il parterre degli ospiti di questa edizione… Questa sera ci saranno… le due storiche band italiane Macina e Gang, fuse insieme per l’occasione…” (Giorgio GIORDANO, Al via la ventinovesima rassegna della canzone d’autore, L’Eco della Riviera, 28 Ottobre 2004)
“… Comincia questa sera
“ Da
Troppi affari, Cavaliere (1954, la rifanno gli Avion Travel)
alla splendida E’ lunga
la strada (Macina-Gang). Canzoni lievi, ma a volte
taglienti; cast delle grandi occasioni. Un disco imperdibile.” ( Dalla
recensione al disco Seguendo Virgilio:Roberto CASALINI, Io Donna. Supplemento del Corriere della Sera, gennaio 2006).
***
UNA PICCOLA, SIGNIFICATIVA GALLERIA
FOTOGRAFICA DE LA MACINA
Gastone Pietrucci ed Enzo Cucchi
in occasione dell’incontro preparatorio per il Concerto Inaugurale
del 30° Monsano
Folk Festival 2015
(Jesi, Terrazza di Casa Pietrucci-Cellinese,
Giugno 2015)
Gastone Pietrucci ed Enzo Cucchi
LA
CONVERSAZIONE
Concerto Inaugurale del 30° Monsano Folk Festival,
Monsano, Sabato 8 Agosto, 2015
Concerto del cinquantennale de La Macina
con la partecipazione straordinaria
di
Sandro Portelli, Sara Modigliani, Giovanna
Marini,
Rossana Casale, Lucilla Galeazzi
(Roma , Parco della
Music a, Sala Petrassi, 14 Settembre 2018)
Catalogo Mostra Antologica “I collages di
Gastone
Pietrucci” (a cura di Roberto Gigli, Jesi
2022)
e
Gastone Pietrucci, Cultura Popolare Marchigiana,
Quaderni del Consiglio Regionale delle
Marche,
Ancona, Anno XXIV, nn. 299-300, 2019
Giovanna Marini e Gastone Pietrucci
in occasione della
registrazione del primo volume della trilogia di
Gastone Pietrucci-La Macina, “Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque
di canto” Volume I
(Recanati, Studi Màlleus, 2002, fotografati da Emanuela
Sforza)
Concerto de La Macina dal balcone di casa Pietrucci
(Jesi, venerdì 13 Maggio 2022- ore
17,00-18,30)
GiraLa
Macina al Giro d’Italia
Manifesto-Locandina
Per l’evento speciale per i 40 anni de La
Macina
La
Macina. Un canto d’amore lungo 40 anni
con
LA MACINA
e la partecipazione straordinaria
di
MONI OVADIA - GIOVANNA MARINI – GANG –
ROSSANA CASALE-
FEDERICO MONDELCI- RICCARDO TESI- ALLI’
CARACCIOLO
ENZO
CUCCHI -MASSIMO RAFFAELI- FRANCESCO SCARABICCHI
Regia di ALLI’
CARACCIOLO
(Ancona, Teatro delle Muse, 10
Novembre 2008, Progetto grafico: Arch. Stefano Santini)
Moni Oovadia e Gastone Pietrucci
(Recanati, 31 Maggio 2024)
Manifesto-Locandina
Per il Convegno Nazionale per i 50 anni de La Macina
IL
POZZO DELLA MEMORIA
La ricerca sulla cultura popolare orale
marchigiana
e il contributo de La Macina alla sua
scoperta conservazione e diffusione
JESI-8 GIUGNO 2018- Ore 9,00-
Galleria
degli Stucchi-Pinacoteca di Palazzo Pianetti
con
LA MACINA
Relatori:
ALLI’ CARACCIOLO-PIERO G. ARCANGELI-ANTONIO
DE SIGNORIBUS
Comunicazioni di:
GASTONE PETRUCCI-GUIDO FESTINESE-STEFANO
CAMPOLUCCI-PAOLA RICCI
MASSIMO RAFFAELI-TIZIANA OPPIZZI &
CLAUDIO PICCOLI-SAMUELE GAROFOLI
MARINO SEVERINI-MARA NOVELLA GOBBI-LAURITA
PERGOLESI
FRANCESCO SCARABICCHI-CARLO CECCHI-GIONATA
GIUSTINI-STEFANO SANTINI
(con la
partecipaziome straordinaria di Filppo Paolasini-Progetto Grafico:Stefano
Santini, 2018)
La Macina interpreta un Planctus popolare di fronte alla pala
di Lorenzo Lotto, Deposizione nel sepolcro
Galleria degli
Stucchi-Pinacoteca di Palazzo Pianetti
Jesi Venerdì 8
Giugno 2018
Convegno Nazionale, Il Pozzo della memoria
La Macina e Valeria Moriconi in
Concerto
Grosso per Gianandrea
Omaggio ad Antonio Gianandrea nel centenario
della nascita
13° Monsano Folk Festival, Domenica
9 Agosto 1998, Concerto di Chiusura
Macina-Gang al Premio
Tenco 2004
come “Super-Gruppo
dell’anno”
(Sanremo, Teatro
Ariston, novembre 20014)
Moni Ovadia e Gastone Pietrucci
in occasione della registrazione
del secondo volume della trilogia di
Gastone Pietrucci-La Macina, “Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque
di canto” Volume II
(Recanati, Studi Màlleus, 2006, fotografati da Emanuela
Sforza)
Premio alla Carriera
Città di Loano per la Musica
Tradizionale a Gastone
Pietrucci ed alla “sua” Macina
con la seguente
motivazione:
“Ricerca e riproposta, tradizione
e creazione si frantumano e mescolano fino a diventare indistinguibili
sotto la forza antica
della Macina. Gruppo di Ricerca e Canto Popolare Marchigiano fondato da
Gastone Pietrucci nel
1968, cinquant’anni fa esatti. Da allora, da quell’ “altro” sessantotto,
Gastone
e la sua Macina hanno
attraversato da protagonisti la musica italiana, proseguendo l’attività di
ricerca
sulla tradizione
popolare delle Marche e portandola sui palchi della canzone d’autore
(con gli album Aedo malinconico ed ardente…) del rock
(grazie alla collaborazione con i Gang) e perfino
della musica classica e
del jazz, sempre nel segno del confronto e dello scambio tra generazioni e
linguaggi diversi”.
(Loano,24 Luglio 2018)
Gastone Pietrucci in
concerto dopo l’assegnazione
del Premio alla Carriera Città di Loano 2018.
Gastone Pietrucci e
Samuele Garofoli Quartet
in Ramo de fiori. La Macina in jazz
(nella foto da sinistra)
Roberto Zechini, chitarra elettrica, Gabriele
Pesaresi, contrabbasso,
Gastone Pietrucci, voce, Massimo Manzi, batteria, Samuele Garofoli, tromba, flicorno
(Ancona, Adriatico Mediterraneo,
Arco di Traiano, 30 Agosto 2013)
La Macina e lo ‘Sperimentale Teatro A’ di Allì Caracciolo
in Piange piange Maria povera donna…
Gastone Pietrucci, Maria Novella Gobbi, Maurizio Agasucci,
in “Piange
piange Maria povera donna…”
(Macerata,Teatro “Lauro Rossi, 2006)
Gastone Pietrucci, mentre registra un cantore popolare
Polverigi, XII Rassegna della Passione 1985
Macina-Gang
Presentazione del cd “Nel tempo ed oltre cantando”
(Ancona, Teatro
delle Muse, Febbraio 2004)
Gastone Pietrucci con
l’Orchestra da Camera diretta dal Maestro
Stefano Campolucci
in occasione della presentazione del volume terzo della trilogia:
“Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto”
(Jesi, Teatro
“Pergolesi” 2010)
La Macina con Enrico de
Angelis in
Sono bello, bellissimo, il più bravo e non perdono.
La Macina per Piero
Ciampi
Regia e luci:
Allì Caracciolo
(Jesi,
Teatro-Studio “Valeria Moriconi” , 20 Agosto 2005, Concerto Grande della Sera,
20° Monsano Folk
Festival nel venticinquennale della morte
del grande poeta e
cantautore livornese Piero Ciampi)
Doppio cd antologico Opus minus. La Macina pietra su pietra,
presentato in concerto
al Teatro “Pergolesi” di Jesi, 20 Dicembre 2018
Conferimento della
Civica benemerenza del Comune di Jesi a
Gastone Pietrucci con la seguente motivazione:
«Protagonista di una lunga e intensa attività di ricerca
nell’ambito della cultura orale popolare,
ha
sottratto alla dispersione e sparizione un vastissimo patrimonio di testi
appresi e raccolti
direttamente
dalla viva voce dei narranti, curandone l’accurata catalogazione scientifica
e
la promozione e diffusione tramite una costante attività concertistica,
discografica ed editoriale,
un
appassionato lavoro sulla memoria che costituisce non solo insegnamento sul
piano della ricerca,
condotta
con metodo scientifico, ma indicazione, soprattutto per le giovani generazioni,
di una necessità insottraibile:
la
conoscenza delle proprie radici sulle quali si fonda la propria identità».
(Il Sindaco di Jesi, Massimo Bacci conferisce la benemerenza a
Gastone Pietrucci
Jesi, Sala Consiliare, giovedì 7 novembre 2019)
La Macina-Sperimentale
Teatro A
in
Piange piange Maria pover donna..
Tradizione e religiosità nella cultura
oraleumbro marchigiana
(Jesi-Teatro-Studio
Valeria Moriconi, 27 Febbraio 2009)
Valeria Moriconi e La
Macina (Gastone Pietrucci-Marco Gigli)
Spettacolo per il
bicentenario del Teatro “Pergolesi”
(Jesi, Teatro “Pergolesi”,
gennaio 1999)
Macina-Gang a
Musicultura
(Recanati 2004)
La Macina “storica”
da sinistra: Piergiorgio Parasecoli, Claudio Ospici, Gastone Pietrucci.
Giuseppe Ospici
(Monsano, 1982,
presentazione del primo disco de La Macina, Vene il sabado e vene
il venere…,)
Premio della
Critica Discografica Italiana 1982
Gastone Pietrucci e
Laurita Pergolesi in concerto
A da
nasce un bel bambino…/Nacerà un nene lindo…
(Il canto del Natale tra i due Mondi)
(Teatro
Comunale 5 Gennaio 2013, Montecarotto,
Trentesima Rassegna Nazionale della “Pasquella”)
Francesco Scarabicchi e
Gastone Pietrucci
(Montemarciano,
Teatro “Alfieri”- 10 Aprile 2016, 17° Il “nostro” Sanremo )
Gastone Pietrucci con
Allì Caracciolo
(MonteSanvito-Teatro
“La Fortuna”- 2014)
Gastone Pietrucci, Cultura Popolare Marchigiana,
Canti e testi
tradizionali raccolti nella Vallesina, Jesi, 1985
Il pozzo della memoria (A cura di Gastone
Pietrucci, 2024
Gastone Pietrucci con
Marco Poeta
(31° Monsano Folk
Festival, Monsano, , Cucina del Vecchio Castello di Piazzetta Matteotti, 28
Agosto 2016)
Gastone Pietrucci e
Marco Gigli
con il Piccolo Coro
Città di Corinaldo
Diretto dal M°
Alessandra Battestini in
PICCOLO CORO “CITTA’ DI CORINALDO”
CANTA LA MACINA CON LA
MACINA
Corinaldo ,Teatro
“Goldoni”, Maggio 2017
La Macina , Jesi Teatro
“Pergolesi”
Ripresa in streaning
per FOLKSTOCK,
“Il primo maggio della folk e world musica
italiana
(2 Maggio 2021)
Francesco Scarabicchi,
Gastone Pietrucci, Carlo Cecchi
(Monsano, Piazza dei Caduti- Sabato 6 Agosto 2016- Concerto Inaugurale 31° Monsano Folk Festival )
Intervista televisiva
di Giovanni Filosa a Gastone Pietrucci
(Trasmissione Detto fra noi –TVRS- Recanati, Monsano, Piazza dei Caduti- Sabato 6 Agosto 2016- 2017 )
Gastone Pietrucci con
l’Orchestra Roberto Chitarreto Zechini
“… è stato da subito un grande auspicio incontrarti e
conoscere
qualcosa che m’era sconosciuto. Roberto”
Fermo,
Teatro dell’Aquila, 2016
Gastone Pietrucci e
Corrado Olmi
(Jesi-Hotel Federico II- Cena del Rotary - 2016)
Gastone Pietrucci,
splendidamente fotografato
da Gian Domenico Papa
(Ancona,
luglio 2016)
Giorgio Cellinese e
Gastone Pietrucci
(Jesi,
Biblioteca Comunale, Ottobre 2016)
Maria Novella Gobbi e
Gastone Pietrucci
in
Pianto e dolore della Madonna
lungo il tragitto della Via Crucis voluta da don Savino
32° Monsano Folk
Festival 2017-Sabato 26 Agosto
Gastone Pietrucci,
fotografato da Emanuela Sforza
(San
Marcello, Teatro “ Ferrari“, 2002)
Gastone Pietrucci con
la Banda Osiris
In occasione della
registrazione del brano,
Mariuccina a mme mme gela… inserito nel vol. III
dell’ Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque
di canto
(Milano,
2010)
Gastone Pietrucci, con
il Gruppo “Filandare” di Jesi
(Jesi,
Teatro “Pergolesi”, durante la registrazione del disco “Io vado allà filandra…”, Maggio 1990)
Cartolina ricordo de La
Macina, dalla Russia,
2007-2008
Francesco Scarabicchi,
Gastone Pietrucci, Piero Cesanelli
(Ancona,
Tetrino del Guasco-Museo del Giocattolo- Domenica 21 Agosto 2016-
Concerto
del Tramonto- Con la mia voce in spalla- 31°
Monsano Folk Festival)
L’abbraccio di
Francesco Scarabicchi e di Gastone Pietrucci
Due scatti “rubati” da
Gian Domenico Papa
Ancona,
Tetrino del Guasco-Museo del Giocattolo- Domenica 21 Agosto 2016-
Concerto
del Tramonto- Con la mia voce in spalla- 31°
Monsano Folk Festival)
Gastone Pietrucci (La
Macina) e Maria Novella Gobbi (Sperimentale Teatro A)
mel lavoro
comunitario sul “Maggio”, Chi è belli de forma de Magghio ritorna
(Prima nazionale, Morro
d’Alba, 33° Monsano Folk Festival, 2018)
Manifesto ufficiale del
Concerto-Spettacolo
NEL BLU, DIPINTO DI BLU…
A Domenico ‘Mimì’ Modugno nel 51°
anniversario di ‘Volare’
con
GASTONE PIETRUCCI e LA MACINA
(Corinaldo.
Tetaro “Goldoni”- venerdì 16 Gennaio 2009)
Gastone Pietrucci con
Mugia Bellagamba
(Jesi,
Hotel Federico II, 2012)
Gastone Pietrucci con i
bambini dello Scacciamarzo
(Monsano-XXV
Inconto Regionale dello Scacciamarzo,
2012)
Gastone Pietrucci con
lo scultore Nazareno Rocchetti
(Cingoli,
nel giardio “Sogni nel prato”, 2014)
Paola Ricci e Gastone
Pietrucci
(Morro
d’Alba, 34° Cantamaggio, 21 Maggio 2107)
Gastone Pietrucci al Premio Nazionale Città di Loano
per la musica tradizionale italiana
eccezionalmente
accompagnato da
Maurizio Geri (chitarra) e Riccardo Tesi (organetto) di Banditaliana
(Loano, Luglio 2011)
Consegna del “Premio Sciabica” 2016 a Gastone Pietrucci
da parte del Sindaco di Senigallia Mangialardi, con la
seguente motivazione:
“Gastone Pietrucci che
fonda e dirige dal 1968 il Gruppo di Ricerca e Canto Popolare Marchigiano “La
Macina”,
che grazie alle sue
ricerche ed ai suoi studi, ha recuperato le autentiche tradizioni della Cultura
Contadina
Marchigiana e inoltre averle
portate a conoscenza oltre i confini delle Marche".
(Marzocca di Senigallia, Cemtro Sociale Adriatico,
Domenica 20 Novembre 2016)
Spettacolo-Concerto de La Macina, in occasione
della celebrazione del 25 Aprile 2015
FINISCO PERCHE’ NON HO
PIU’ VOGLIA DI ALLUNGARE
(Jesi-Teatro-Studio Valeria Moriconi, 25
Aprile 2015)
Simone Massi e Gastone Pietrucci alla Conferenza Stampa
di presentazione della seconda edizione di Animavì (13-16
Luglio)
International film festival of poetic animation
Pergola, nel Giardino di Casa Godio, sabato 17
Giugno 2017
Gastone Pietrucci fotografato da Simonetta Venturi
Pergola, nel Giardino di Casa Godio, Festival
Animavì 14 Luglio 2107
Gastone Pietrucci e Lina Marinozzi Lattanzi
Jesi, Teatro “Pergolesi”, 5 maggio 1984
La Macina
Illustrazione di Simone Massi della copertina del dvd
(tratta dal libro La Macina Nel vivo di una lunga storia)
Cd-book, La Macina.Nel
vivo di una lunga storia, Crinali 02, squi[libri] editore, 2016
“iL cd-book de La Macina è costoso (20€)
ma di una bellezza
insostenibile!”
Francesco Scarabicchi, 2016
*
La Macina con Paola Giorgi
(Sirolo, 23 Agosto 2024, Il dono che non si nega)
Programma di sala del Concerto de La Macina per Walter
Piacesi,
Recanati, Aula Magna del Civico Palazzo, con dedica autografa
dell’artista:
“Al caro, bravo Gastone
Pietrucci con viva riconoscenza.
Walter Piacesi, Recanati
28 Aprile 1985”
*
La Macina
I “compagni di viaggio”. Una filosofia della musica
Valorosi, compagni d’arte, di lavoro,
di avventura di Gastone Pietrucci
Roberto Picchio,
fisarmonicista de La Macina
Casale Monferrato, 28^ edizione di Folkermesse,
9 Luglio 2011
“Roberto Picchio, tasti di struggente melodia, dita di agili
sonorità,
armonia composita nella sua magica fisarmonica.
E delle sue composizioni troppo poco eseguite.”
Allì Caracciolo, 2016
Adriano Taborro,
Direttore musicale de La Macina
Teatro “Goldoni” di Corinaldo, durante l’incisione del cd La Macina live,
novembre 2014
“Adriano Taborro, violino, chitarre mandolino, la sua musica
è la sua anima, l’unica che possieda.
Ma moltiplicata in
mille. Una delle quali: le sue composizioni, gli arrangiamenti, le
armonizzazioni
e rielaborazioni. Un’altra la sua direzione musicale.”
Allì Caracciolo, 2016
à
Marco Gigli
“Marco Gigli, chitarra sulla quale compone musiche originali,
sulla quale ne esegue numerose altre attento e preciso.
La sua voce, altro strumento di risonanze chiare, lunari.”
Allì Caracciolo, 2016
Riccardo Andrenacci
“Riccardo Andrenacci, new entry (ma non tanto), paradigma di mirabili
matamorfosi dell’assordante
in fascinum irresistibile, ossessivo ritmo, paesaggi
musicali della leggerezza o di invasati universi: la sua batteria.
Insieme possono aprirti orizzonti illimitati, pacate distese
di deserti, oppure indiavolate ridde di ritmi
tra le quali a lampi si intravede lo scatenamento di Dioniso.
Insieme hanno il potere della magica, mirabile, evocazione.”
Allì Caracciolo, 2016
Marco Tarantelli
contrabbasso
Giorgio Cellinese
“ Infine, last but not lest, Giorgio Cellinese, l’impareggiabile.
Silenzioso quanto basta,
severo all’eccesso, pacato-aggressivo. Mite e intollerante,
paziente e provvidente a ogni cosa.
Ricerca e canta, in proporzioni più ridotte, non meno
preziose. Il suo nome è Presenza”.
Allì Caracciolo, 2016
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Per informazioni: LA MACINA
Via Pergolesi, 30
60035 Jesi (An)
Telef. e fax.:
0731-4263
e-mail:
lamacina@libero.it
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Programma della 39^ edizione del Monsano Folk Festival 2024
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