ALTRE PROPOSTE MACINA

ALTRE PROPOSTE MACINA:

(In sintesi)

1) GASTONE PIETRUCCI & ORCHESTRA GIOVANILE DELLE MARCHE DIRETTA DAL MAESTRO STEFANO CAMPOLUCCI in
"POPULAR SIMPHONY"
Il canto de La Macina in concerto sinfonico  (nuova produzione, 2015)
 
Un esperimento inedito ed estremamente interessante, con la "voce scura e torturata" di Gastone Pietrucci a fare da contraltare agli arrangiamenti sinfonici suggestivi ed innovativi del Maestro Stefano Camploucci e della sua Orchestra Giovanile delle Marche (un ensemble di trenta elementi). L'incontro tra due esperienze musicali molto diverse tra loro e mai venute a contatto: la musica sinfonica e la musica popolare marchigiana.
 
2) LA MACINA con la partecipazione straordinaria di FILIPPO PAOLASINI E PAOLA RICCI 
in   
“FINISCO PERCHE’ NON HO PIU’ VOGLIA DI ALLUNGARE”
Prigioniero di Guerra-Lavalle Angelo-stanlager XVIIIA  (nuova produzione, 2015)
 
Dalla lettura integrale del diario postumo del chiaravallese (di origine pugliese) Angelantonio Lavalle, intitolato dallo stesso autore: “Prigioniero di Guerra – Lavalle Angelo –stamlager XVIIIA”  , è stato tratto questo Concerto-Spettacolo a più voci: tra La Macina e due giovani  attori Filippo Paolasini e Paola Ricci, rispettivamente “voce narrante” e “voce fuori campo”, con la Scenografia di Carlo Cecchi , la Presentazione di Massimo Raffaeli, per la Regia di Gastone Pietrucci.                                                                                                                                                                                                
 
Il Concerto-Spettacolo, si intitola: “Finisco perché non ho più voglia di allungare” (l’ultima frase con la quale Angelo ha chiuso improvvisamente il suo toccante diario, scritto con una bella e chiara scrittura) ed ha come sottotitolo lo stesso titolo che Angelo ha dato al suo breve, toccante e nonostante tutto “sereno” diario di prigionia. Così verrà ricordato, attraverso lo scritto di Angelo il suo lungo, doloroso periodo di prigionia tedesco, dall’otto settembre 1943 sino al 30 aprile 1945 (come si evince dall’ultimo giorno di lavoro, puntigliosamente annotato nel suo personale libretto di lavoro del lager), e soprattutto verrà ricordato ai giovani (in occasione dell’Anniversario del 25 Aprile) questo momento storico così tragico e doloroso.
                                                                                                                                                                                                                  
La lettura del diario sarà inframezzato dagli intensi intermezzi musicali de La Macina , tutti basati su inediti di poeti contemporanei  marchigiani, tra i quali Francesco Scarabicchi, Allì Caracciolo, Franco Scataglini , musicati appositamente da La Macina e del piemontese Giovanni Rapetti musicato dai Tre Martelli ed interpretati dalla "voce scura e torturata" di Gastone Pietrucci.
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                         
 3) GASTONE PIETRUCCI & SAMUELE GAROFOLI QUARTET  in
"RAMO DE FIORI"
I canti della tradizione orale marchigiana de La Macina incontrano il jazz  (nuova produzione)
 
Inedito, imperdibile, grande progetto musicale, dove il jazz incontra, contamina e rinnova” la musica popolare ed in particolare alcune delle più belle canzoni del Gruppo La Macina.  “Ramo de fiori” (La Macina incontra il jazz) è il titolo di questo evento: un esperimento inedito ed estremamente interessante, con la voce  di Gastone Pietrucci a fare da contraltare all'inventiva di Samuele Garofoli, tromba e flicorno Roberto Zechini, chitarra ed elettronica, Gabriele Pesaresi, contrabbasso e Massimo Manzi, batteria (quattro tra i più importanti e significativi esponenti della scena jazz marchigiana ed internazionale) dei loro intensi, suggestivi ed innovativi arrangiamenti. L'incontro tra Gastone Pietrucci e Samuele Garofoli è l'incontro tra due esperienze musicali molto diverse tra loro e mai venute a contatto: il jazz e la musica popolare marchigiana. Apparentemente inconciliabili e distanti, i due mondi offrono invece tantissimi punti di contatto che nel confronto sono stati portati alla luce e sviluppati. La trasmissione prevalentemente orale della musica, l'improvvisazione, la capacità di interagire con i luoghi, sono caratteristiche comuni della tradizione folklorica e jazzistica, e forniscono le basi su cui è costruito l'evento. Le melodie semplici ma perfette della musica tradizionale, si fondono così con armonie e arrangiamenti moderni e raffinati, donando nuova luce ai testi toccanti o conturbanti delle antiche canzoni, le cui tematiche sull'emigrazione, sulla guerra e su amori inconfessabili, sono tutt'ora fin troppo attuali.  Un prodotto completamente nuovo, intrigante e coinvolgente che spiazzerà probabilmente i “puristi”, i “nostalgici” e i “custodi” del folk più puro ed... incontaminato, ma che senza dubbio farà discutere, emozionerà, trasportando ed evolvendo la musica popolare, in un altro linguaggio, quello della sperimentazione, della contaminazione di due mondi musicali così lontani, ma straordinariamente così vicini e d in fondo così simili e complementari. 
Da questa operazione nel 2013 è scaturito l'omonimo cd: "Ramo de fiori" (Gastone Pietrucci e Samuele Garofoli Quartet, RaRa Records PHM13070PG).
 
con
Gastone Pietrucci, voce
Samuele Garofoli, tromba, flicorno
Gabriele Pesaresi, contrabbasso
Roberto Zechini, chitarra elettrica
Massimo Manzi, batteria
 
 
4) LA MACINA con la partecipazione straordinaria di FILIPPO PAOLASINI E PAOLA RICCI in
"1915 - DOLOROSA CI FU LA PARTENZA..."
Un concerto non solo sulla "Guerra Grande", ma sul dolore della guerra.  (nuova produzione, 2015)
 
Canti, ricordi, lamenti, testimonianza dell' "altra" Italia sull'immane tragedia della
Grande Guerra, tra La Macina e la partecipazione di due giovani attori,
Filippo Paolasini e Paola Ricci, voci narranti.
Ideazione e Regia di Gastone Pietrucci
 
 
 
5) LA MACINA
"SPUNTA L'ALBA DEL VENTIQUATTRO MAGGIO..."
Canzoni contro tutte le guerre.  (nuova produzione, creata appositamente per la giornata del 24 Maggio 2015)
 
 All’alba del 24 maggio 1915, fra le 4 e le 6 del mattino, molti centri della costa marchigiana, tra cui anche Porto Recanati, furono svegliati e colpiti dai cannoni della Marina Imperiale austro-ungarica.

A distanza di 100 anni da quel tragico giorno che segnò l’ingresso dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale, vogliamo invitare le scuole, le amministrazioni, le associazioni culturali , i cittadini a salutare l’arrivo dell’alba in riva al mare, a Porto Recanati, domenica 24 maggio 2015. Ognuno potrà portare brevi letture, versi, memorie che serviranno non solo a ricordare il tragico passato della Grande Guerra, ma a trasformare l’Adriatico in un ponte di dialogo, comprensione, inclusione tra le sponde mediterranee.

Sulla spiaggia suoneranno e canteranno Gastone Pietrucci ed i musicisti del Gruppo di ricerca e canto popolare “LA MACINA” con il loro concerto “ SPUNTA L’ALBA DEL VENTIQUATTRO MAGGIO”.(montato appositamente per l'occasione).

 
6) GASTONE PIETRUCCI E MARCO POETA
"OLTRE I CONFINI DEL FOLK"  
  Concerto per voce e chitarra a dodici corde dei due artisti marchigiani , per la prima volta insieme. (nuova produzione)
 
 Marco Poeta, tra i migliori e più originali chitarristi acustici italiani, incontra la "scheggiata voce di pietra e di vento" di Gastone Pietrucci e la musica de La Macina, attraverso la magia della sua straordinaria chitarra a dodici corde. Adottando per il suo strumento una tecnica assolutamente unica e innovativa, quella della chitarra portoghese del fado di cui è un apprezzato specialista, Marco Poeta trasforma la dodici corde in “un nuovo liuto che dispiega una imprevedibile ricchezza timbrica ed armonica”, come scrive Moni Ovadia nel 2012, nelle note di presentazione del disco Reminiscence  of John Dowland. Ora questo nuovo progetto dei due artisti marchigiani, che per la prima volta si incontrano, comprende alcuni tra i più celebri brani tratti dallo sterminato repertorio popolare marchigiano de La Macina , che così riarrangiati e reinterpretati (come i songs di Dowland) nascono a nuova vita  in tutta la loro vibrante  emozione ed alcuni brani inediti composti appositamente da Marco Poeta, che, grazie alla particolare tecnica adottata, rivela un mondo sonoro suggestivo e inaspettato.
 
 
7) GASTONE PIETRUCCI-LA MACINA-ENRICO de ANGELIS  in
"SONO BELLO BELLISSIMO, IL PIU' BRAVO E NON PERDONO"
La Macina per Piero Ciampi
 
Diciotto canzoni del grande poeta livornese rielaborate ed interpretate da La Macina e inquadrate dalla voce narrante di Enrico de Angelis, uno dei massimi studiosi e conoscitori dell'opera e della vita di Piero Ciampi, "barbone celeste" della canzon italiana.  Saggio di Enrico de Angelis appositamente scritto per questo Concerto-Spettacolo. Regia di Allì Caracciolo.
con
LA MACINA
Enrico de ANGELIS, voce narrante
 
8) GASTONE PIETRUCCI & FABIO VERDINI in
"DICONO DI ME"
Concerto per voce e pianoforte
 
La "voce sabbiosa e vintage" di Gastone Pietrucci affronta per la prima volta un variegato repertorio internazionale di grandi canzoni che ha sempre amato.
Da To The Unknown Man (Dicono di me) di Annamaria Testa-Vangelis, ad Accontentai del mio amore di Bruno Lauzi, da Luna Tucumana e Alfonsina y el mar del repertorio della grande Mercedes Soza, alla preghiera yiddish Unter Dayne Vaise Shtern (Sotto la tua bianca stella) a Carmela di Salvatore Palomba e Sergio Bruni, da Picture In a Frame ( La fotografia nella cornice) di Tom Waitz, a Dal fronte non è più tormato del dissidente russo Vladimir Vyssotskij a Sodade (Nostalgia) di Cesaria Evora, da Vedrai vedrai di Luigi Tenco a Lagrima, un fado di Amàlia Rodriguez, da Tu no di Piero Ciampi ad Un'amica in viaggio di Marco Ongaro, sino a Avec le temps (Col tempo) di Leo Ferrè, che embletamticamente chiude il Concerto.
 
con
Gastone Pietrucci, voce
Fabio Verdini, pianoforte
 
 
9) LA MACINA
"DA BOCCA DI ROSA A CATARINELLA"
Il mondo popolare di De André e de La Macina
 
   “[…] Altra idea vincente de La Macina: Da Bocca di Rosa a Catarinella, ovvero come rileggere il canzoniere di Fabrizio De Andrè inseguendo il filo delle storie popolari che il poeta di Marinella ha saputo rintracciare e reinventare […]”  (Guido Festinese, Gira la Macina e ripassa la musica delle Marche, il Manifesto, 11 Agosto 1999).                                           Questo “vecchio” e sempre valido lavoro de La Macina del 1998  è dedicato al ricordo e all’opera di Fabrizio De Andrè, grande, “popolare”, “eretico”, indimenticato artista-poeta genovese, ricordandolo con l’affetto della memoria. Attraverso questo lavoro “parallelo” con alcune delle sue più belle, significative canzoni, e le quasi, incredibili, corrispondenti popolari ritrovate dal Gruppo La Macina nella sua quasi quarantennale ricerca, riscoperta e diffusione della cultura orale marchigiana, si è voluto sottolineare le affinità tra questi due mondi, così lontani e così straordinariamente vicini.
 Il programma è suddiviso in dieci parti, corrispondenti ad altrettanti temi poetici e musicali a confronto: La ballata, La guerra, La diversità/L’emigrazione, Il nonsense/il gioco, Il carcere, L’amore,  La protesta, Il pianto di Maria,  Il mare, La licenziosità.
 
 
10) GASTONE PIETRUCCI 
“VOCE NEL SILENZIO”.
Concerto itinerante, a numero chiuso, per trenta spettatori-testimoni alla volta, attraverso le sale tematiche dei vari Musei delle Tradizioni Popolari).

Il Concerto montato appositamente per i Musei delle Tradizioni Popolari, si svilupperà in forma itinerante attraverso le sale tematiche dei vari Musei ed è basato tutto sulla forza e sulla potenza evocativa della “voce” (primario strumento del canto popolare). La “voce” di Gastone Pietrucci, i controcanti ed il cembalo di Marco Gigli , le suggestive percussioni di Riccardo Andrenacci, e la voce-guida di Milena Gregori, accompagneranno gli spettatori-testimoni, attraverso un viaggio immaginario, tra gli utensili creati dalle stesse mani dei contadini per il lavoro dei campi, la casa e gli animali, ricreando ed evocando l’atmosfera, il silenzio, la durezza del lavoro, la gioia sfrenata della licenziosità, le paure, le superstizioni, l’amore, il dolore, la rabbia, la religiosità, i giochi motori, le filastrocche infantili, i canti a “vatocco” della civiltà contadina.

con
Gastone Pietrucci , voce
Marco Gigli , voce, cembalo, chitarra
Riccardo Andrenacci , piccole percussioni
Milena Gregori, voce-guida
Giorgio Cellinese, coordinatore
Ideazione e Regia: Gastone Pietrucci
 
 
11) GASTONE PIETRUCCI-MACINA-MARINO & SANDRO SEVERINI (GANG)-FRANCESCO SCARABICCHI  in
"LA POLVERE SI ALZA"
 
Omaggio musicale a Luigi Tenco-Piero Ciampi e Fabrizio De André da parte de La Macina e dei Gang (Marino e Sandro Severini) con i commenti critici di Francesco Scarabicchi, uno dei massimi poeti marchigiani, scritti appositamente per questo Concerto.
 
 
 
 
12) GASTONE PIETRUCCI-LA MACINA-MILENA GREGORI  in
"1861-2011- UN PAESE MANCATO?"
I centocinquanta anni dell'Unità d'Italia attraverso le canzoni popolari e le speranze degli italiani
 
"Questo è uno spettacolo di canzoni dedicate alla storia italiana. Il programma associa antichi brani della tradizione popolare a testi che parlano al presente e del presente. Il titolo dello spettacolo, Un paese mancato, viene direttamente dal libro di uno storico, Guido Crainz, sull’Italia del dopoguerra. E’ un titolo allarmato, allarmante. Nessun altro titolo, tuttavia, direbbe meglio la situazione del nostro paese. Un paese spento, narcotizzato, impaurito, senza quasi più politica che non sia quella del dispotismo economico-finanziario e del dominio televisivo. Un paese che sta cancellando, oltretutto, la propria storia: milioni di emigrati in Europa e nelle Americhe, poi, dopo la dittatura fascista e la Resistenza, il più grande movimento operaio organizzato dell’Occidente; oggi, la perdita del legame sociale, la caduta di un qualunque progetto collettivo: c’è il vivere alla giornata e come in assenza di orizzonte, mentre misure securitarie, xenofobe e apertamente razziste sono entrate nel senso comune. Per chi non ce la fa c’è l’elemosina, un obolo misericordioso il quale serve a confermare che il mondo, vale a dire la società così com’è, è eterno e immodificabile e che dunque è stolto o temerario chi  pensa di cambiarlo. Un poeta, assassinato più di trent’anni fa, aveva colto sul nascere i meccanismi della società dei consumi e parlava di omologazione, di universo orrendo, addirittura di genocidio delle culture e dei modi di vita popolari; aveva visto il mondo, tutte quante le cose e le persone, trasformate in merci, in semplici variabili del Mercato; così diceva Pier Paolo Pasolini negli Scritti corsari:                                                                                                          “Non siamo più di fronte […] a ‘tempi nuovi’ ma a una nuova epoca della storia umana: di quella storia umana le cui scadenze sono millenaristiche. Era impossibile che gli italiani reagissero peggio di così a tale trauma storico. Essi sono divenuti in pochi anni […] un popolo degenerato, ridicolo, mostruoso, criminale. […] Ho visto dunque ‘coi miei sensi’ il comportamento coatto del potere dei consumi ricreare e deformare la coscienza del popolo italiano, fino a una irreversibile degradazione”. A sua volta, un compagno di via di Pasolini, cioè Paolo Volponi, nel romanzo Le mosche del capitale, descrivendo la nostra società postindustriale e postmoderna, così avrebbe ne avrebbe definita la classe dirigente:  “Anche i razziatori di schiavi, d’oro e di pietre preziose nei più selvaggi e sperduti villaggi indios del Mato Grosso, anche i cacciatori meticci di animali e di insetti rari, di donne o di bambini, e anche i capisquadra più ignoranti dei campi di lavoro, dei fazenderi tedeschi o olandesi, sono migliori, più intelligenti e capaci di questi neri sopravvissuti, fantasmi dell’industria fascista, dispensiera di imposizioni, di ordini come di cattivi prodotti, complice di tutti i poteri più arretrati, negatrice di qualsiasi autentica cultura italiana, demolitrice di centri storici e di monumenti, sventratrice di vecchie civiltà e di meravigliosi equilibrati territori”. Testi appositamente scritti per lo Spettacolo da: Massimo Raffaeli  
 
 
13) GASTONE PIETRUCCI-LA MACINA-SERGIO CARLACCHIANI   in
"E COSI' DIMENTICAMMO LE ROSE..."
Omaggio poetico/musicale a Cesare Pavese e Luigi Tenco, Dino Campana e Piero Ciampi. Eugenio Montale e Fabrizo De André.
 
La poesia, la musica, la canzone: Sergio Carlacchiani, Gastone Pietrucci, La Macina, tre realtà artistiche marchigiane per tre grandi poeti e tre grandi cantautori.
 
 
 
14) GASTONE PIETRUCCI-LA MACINA-PAOLO PIRANI  in
"NEL BLU DIPINTO DI BLU... QUANDO MODUGNO INCOMINCIO' A VOLARE"
Omaggio a Domenico Modugno, attraverso i ricordi, le canzoni, le suggestioni, le opere di questo grande interprete che ha rivoluzionato il corso della canzone italiana.  Di e con la Regia di Paolo Pirani.
 
Insieme a Gastone Pietrucci e La Macina, da sempre impegnati nel far parlare le pietre del ricordo, della storia minuta, del folclore, dello ieri ma anche dell’oggi nel suo screziato apparire, ho desiderato cogliere un tenero fiore e deporlo sull’immagine sempre vivida di un artista ‘fuoriserie’, che ha rivoluzionato la canzone italiana con la sua carica, arruffato e appassionato. Ripensare a Domenico Modugno, attraverso le sue canzoni è anche ripensare all’Italia di quegli anni, quelli di Volare, con i motivi che ci hanno accompagnato nell’arco di un trentennio, come fossero la colonna sonora della nostra vita."  Paolo Pirani
 
 
15) LA MACINA  in
"SEMO VENUDI PE' L'ALLEGRIA SE NON VOLEDE ANNAMO VIA..."
 
La Macina "più popolare", sanguigna, travolgente, aggressiva, entusiasmante nel grande corpus della nostra comune tradizione orale marchigiana.
 
Con questo concerto : “Semo venudi pe’ l’allegria, se non volede annamo via…”  (titolo tratto dalle strofe finali del canto rituale di questua del solstizio d’inverno, La Pasquella), La Macina, riproporrà, quindi con la sua proverbiale aggressività ed entusiasmo, i canti, i motivi, le musiche, del grande corpus della tradizione orale marchigiana, ritrovati nel suo più che quarantennale lavoro di ricerca sul campo nel territorio della Marca, e con particolare riguardo alla zona dell’anconetano.
Un repertorio quindi affascinante, sanguigno e travolgente di saltarelli, di canti rituali di questua, di canti satirici e licenziosi, ballate, canti e filastrocche iterative infantili, canti “a vatocco”, di lavoro, di emigrazione, di cantastorie, canti religiosi, ninne-nanne, di protesta, d’amore della nostra comune memoria. 
 
 
16) ENSEMBLE ITALO-ARGENTINO (Gastone Pietrucci, voce-Laurita Pergolesi, voce, chitarra- Christian Riganelli, fisarmonica-Chiara Burattini, violoncello-Andrea Barbadori, batteria, percussioni)  in
"A DA NASCE UN BEL BAMBINO.../ NACERA' UN NENE LINDO..."
Il canto del Natale tra i due Mondi
 
 Con questo inedito Concerto “natalizio”, si vuole proporre, a confronto, i canti religiosi della Navidad Nuestra, (composti su materiali popolari argentini da due grandi musicisti, Félix Luna ed Ariel Ramirez, autore quest’ultimo anche della celeberrima Misa Criolla), con i corrispondenti (almeno nei testi e negli argomenti) canti popolari italiani  del periodo natalizio. E così ai sette brani argentini (La Anunciación, La Peregrination, El Nacimiento, Los pastores, Los reues magos, Pastorcito de Belén, La Huida) verranno contrapposti gli “identici” brani della tradizione orale italiana, piemontese, veneta, marchigiano-campana, laziale, calabrese, in un confronto di grande interesse e suggestione 
 
 
17) GASTONE PIETRUCCI-LA MACINA  in
"E TUTTO IL MIO FOLLE AMORE..."
Omaggio a Domenico Modugno attraverso le canzoni più significative del suo sterminato repertorio.
 
 
18) LA MACINA  in
"L'AMORE, IL DIAVOLO E L'ACQUASANTA"
Liricità, licenziosità e religiosità nella tradizione orale marchigiana
 
 
19) GASTONE PIETRUCCI-LAURITA PERGOLESI  in   
"MA COME E' GRANDE IL MARE SE TI DIVIDE IL MARE..."
La "via spinosa" della grande emigrazione marchigiana
con la partecipazione straordinaria di Marco Gigli, chitarra, voce, Roberto Picchio, fisarmonica
 
 
20)  BALLADE TRIO (Marco Gigli-Alessandro Piccioni-Roberto Picchio)
 "DA LORD RANDAL ALL'AVVELENATO"
 Il misterioso percorso della ballata dall'Europa alle Marche.
Le ballate europee a confronto con le corrispondenti ritrovate da La Macina nelle Marche .
Con la partecipazione straordinaria di: Gastone Pietrucci 
 
  
21) LA MACINA - ALLI' CARACCIOLO- MARIA NOVELLA GOBBI   in
"SONO MISTERIOSA COME TUTTI"
Recital-Concerto per la Festa della Donna
 Con la partecipazione straordinraia di Marco Gigli, chitarra, voce
 
 
22) LA MACINA & L'ALTRA PARTE DEL CIELO  in
"IO VORREI CHE SULLA LUNA..."
 Cantata per sei voci femminili: Franca Medi-Maria Rosa Milani-Luciana Petrini-Maria Pia Piccioni-Graziana Savini-Beatrice Torbidoni su repertorio de La Macina.
Con la partecipazione straordinaria di Gastone Pietrucci, voce, Adriano Taborro, chitarra, mandolino, Marco Gigli, chitarra, voce.
 
 
23)  GASTONE PIETRUCCI-LA MACINA  in
" LA VOCE, LA MUSICA, LA POESIA"
Omaggio a Domenico Modugno, Lugi Tenco, Piero Ciampi, Fabrizio De André
 
Modugno, Ciampi, Tenco, De André: quattro destini d'autore nella canzone del Novecento, quattro vie maestre, pur nelle profonde distinzioni tematiche e di stile, che hanno le trame del vivere come denominatore comune, tra solitudine e amore, tra desolazione e meraviglia, tra incanto e sconfitta. Modugno, pugliese di Polignano a Mare, dove era nato nel 1928; Tenco piemontese di Cassine dove era nato nel '38; Ciampi toscano di Livorno dove era nato nel '34, De André ligure di Genova Pegli dove era nato nel '40. Ognuno ha segnato un sentiero indelebile proprio considerando quel tanto di estraneità - soprattutto Ciampi - e di ruvida adesione sociale. L'opera dei quattro chansonnier è attraversata da una nuova ricerca interpretativa e da un'intensa adesione a quegli universi tematici, testuali e musicali anche in virtù dei ponti di congiunzione costituiti dal "parlato" del narratore che tenta di illuminare i quartieri del senso e le "isole" di verità e bellezza che le canzoni contengono e conservano, nonostante il passare del tempo. Il concerto: “La voce, la musica, la poesia” nasce dalla vocazione profonda di chi si ostina a confermare la solidità della parola e la tremante libertà della musica nel cuore della vita di ognuno, e vuole rendere un doveroso omaggio a questi quattro grandi artisti che hanno determinato ed influenzato la canzone italiana del secondo Novecento.  (Francesco Scarabicchi).
 
 
 
24)  GASTONE PIETRUCCI  in
"LA CANZONE POPOLARE COME INCANTO, RACCONTO E CANTO"
Nel canto, la memoria...   (Lezioni-concerto)
Con la partecipazione straordinaria di Marco Gigli, chitarra, voce
 
 
25)  GASTONE PIETRUCCI-MARINO & SANDRO SEVERINI  in
" DU' CHIACCHIERE E DU' CANZONI"
La storia di un grande progetto e di una grande amicizia
 
 
26)  LA MACINA  in
LA MACINA "A LA CARTE"
Speciale Menù-Concerto de La Macina.
 
Con questo incredibile, indito ed azzeccatissimo concerto "a la carte" il pubblico potrà"ordinare" a suo piacimento le canzoni dallo sterminato repertorio de La Macina, come da un ipotetico e ricco "menù", a formare la scaletta del Concerto e ad essere parte attiva della festa e del gioco.
 
 
27) GASTONE PIETRUCCI-ALLI' CARACCIOLO-MARIA NOVELLA GOBBI  in
"CIELI DITE PERCHE'?"
Per il Giorno della Memoria
con la partecipazione straordinaria di Marco Gigli, chitarra, voce, Adriano Taborro, chitarra, mandolino, violino
 
 
28)  GIORGIO CELLINESE & LA MACINA  in
"JEMECE A FFA' UN SONNELLINO IN FONDO ALLO STAGNO..."
Racconti e tradizioni popolari atriane della Famiglia Cellinese attraverso la voce, i ricordi, il canto di Giorgio Cellinese, accompagnato da La Macina
  
 
29) GASTONE PIETRUCCI-LA MACINA
in
DA “TUTO E’ CORPO D’AMORE” A “EL VIVE D’OMO
Dal canzoniere poetico di Franco Scataglini musicato ed interpretato da La Macina.
 
Perché Scataglini
E’ stato giustamente rilevato che l’opera in versi di Franco Scataglini, dalla prima raccolta E per un frutto piace tutto un orto (’73) al suo poema-culmine El sol (’95), si sviluppa secondo un ascendente verticale: dal patimento carnale, nelle forme più dure dell’esproprio e della penuria, alla nuda espressione di un valore per cui la vita coincide esattamente con il senso della poesia. Non perché la poesia sostituisca o surroghi la vita ma, al contrario, perché imponendosi con forza invasiva essa ne restituisce tutto lo spessore e il pulsare lancinante.
All’apice di un lungo viaggio dentro l’esistenza, le immagini terminali della Rosa e del Giardino sono, per Scataglini, come l’antipode e il riscatto di quelle che ne ferivano crudamente l’avvio, vale a dire il Carcere, il Mattatoio e il Labirinto in cui l’uomo si aggirava accecato, senza requie e destino, alla pari di un Minotauro.
Sono, queste, immagini della cultura classica (e Scataglini fu in effetti poeta di straordinaria raffinatezza) ma traslate in una lingua che si origina da dentro e dal basso. E’ la lingua medesima dei provenzali e di Dante ma, nello stesso tempo, è il bacino in cui rampollano da sempre i dialetti, gli idiomi di un’atavica civiltà rurale e artigianale. Inimitabile è la pronuncia del poeta anconetano ma è di lì che deduce la sua materia prima; ed è lì che La Macina lo incontra, nell’intersezione di carne esplosa e struggente spiritualità, nella speciale risonanza che fa della voce popolare un segno di aristocrazia.
Non si tratta, da parte della Macina, di un meccanico mettere in musica Scataglini, ovvero di illustrarlo (che sarebbe operazione parassitaria, persino temeraria); si tratta, semmai, di interpretarlo e, alla lettera, di tradurlo, come farebbe un pittore, uno scrittore o appunto un musicista che si ispirasse esplicitamente alla sua opera.
Infine è un modo per tornare a leggerlo, per accogliere il senso della sua perdurante eredità.
 
Massimo Raffaeli – Francesco Scarabicchi 
 
Ideazione e Regia di Gastone Pietrucci.
con
Gastone Pietrucci-La Macina
e la partecipazione straordinaria di
Marino Severini, voce, chitarra 
e di
Milena Gregori, voce fuori campo.
 
 
 
30) GASTONE PIETRUCCI E ORCHESTRA GIOVANILE DELLE MARCHE DIRETTA DAL MAESTRO STEFANO CAMPOLUCCI
in
“EL GATTO MAMMONE...” .
Favola marchigiana in musica.
 
Musiche originali: Stefano Campolucci.
Gastone Pietrucci, voce recitante.
Orchestra Giavanile delle Marche diretta dal Maestro Stefano Camplucci:
con la partecipazione di
Marco Gigli, chitarra
e Roberto Picchio, fisarmonica del Gruppo “La Macina”.
Direttore e concertatore: Stefano Campolucci.
 
 
 
31)  CONCERTI MONOTEMATECI DE LA MACINA in
 
a) " JE SE VEDEA LE PORTE DELL'AFFANNO..."
 Canti satirici e licenziosi della cultura orale marchigiana.
  
b) "C'ERA UNA VOLTA CATERINA NERINA BAFFINA DE'LA PIMPIRIMPINA..."
Tiritere, canti, filastrocche, conte, giochi cantati, favolette a formula e a chiapparello, cantilene, scioglilingua, rime, poesie religiose, ballate, canti rituali di questua, balli, canti iterativi ed enumerativi, ninne-nanne del mondo infantile marchigiano.
 
c) "E PIANGERO' PER LUI SPIETATAMENTE..." / I CANTI DELL'ANIMA"
Canti religiosi della cultura orale umbro-marchigiana.
 
 
 
 
 
 
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Ultimo aggiornamento (Mercoledì 10 Giugno 2015 16:48)