Massimo RAFFAELI ,il Manifesto, 17 Agosto 2005

PIERO CIAMPI «BARBONE CELESTE» DELLA CANZONE D'AUTORE.  Allo chansonnier livornese, scomparso 25 anni fa, La Macina dedica il concerto finale del XX Monsano Folk Festival

«Sono bello, bellissimo, il più bravo e non perdono»: quella che è forse la più fulgida e strafottente delle dichiarazioni di poetica si deve a Piero Ciampi, il poeta e chansonnier livornese mancato esattamente un quarto di secolo fa.                              A chi fu una meteorite artistica e tuttavia resta un mito splendente (anzi un mito propulsivo, in segreto, nel paese che del maledettismo e della vita spericolata ha invece fatti un'industria), Gastone Pietrucci e La Macina, gruppo storico della ricerca etnomusicale italiana, dedicano il concerto culminante della ventesima edizione del Monsano Folk Festival, sabato 20 agosto a Jesi (ore 22,00, Teatro Studio San Floriano, regia di Allì Caracciolo, voce narrante Enrico de Angelis, che di Ciampi, sia detto per inciso, è da sempre il massimo esegeta, fin dal volume intitolato Piero Ciampi, Canzoni e poesie, Lato Side 1980, il quale costituisce oggi una prezosa rarità).                    

Riguardo all'opera di Ciampi, così ha scritto proprio de Angelis: «Vale la pena ricordare chi sia stato prima di ogni altra cosa Piero Ciampi, il suo essere poeta orale, un poeta da ascoltare, un poeta che fa musica persino quando la musica non c'è. Uno dei massimi livelli a cui è ascesa in Italia la canzone d'autore». E all'autore di Tu no e Ha tutte le carte in regola, testi ormai classici entrati nel repertorio di Gino Paoli, Nada e Charles Aznavour, è contemporaneamente dedicata la mostra documentaria «Piero Ciampi-Un poeta per sempre» (Jesi, Palazzo della Signoria, fino al 20 agosto [...]) a cura del Circolo Culturale «Piero Ciampi» - sezioni di Senigallia e Verona - un'iniziativa realizzata grazie alla filologia e alla passione pluridecennale di Leonardo e Ugo Marcheselli: con  grande sobrietà e senza nulla concedere alla nostalgia, vi sono esposti autografi, prime e ulteriori edizioni, foto, materiali di repertorio, quadri e testi dedicati all'artista livornese, così come vi scorrono, on line, le rare immagini in video di un maestro che l'industria culturale, e massime la televisione, ha costantemente cercato di rimuovere, o meglio di cancellare, senza mercè, con la scusa fosse sempre ubriaco, inaffidabile e politicamente scorretto, o insomma un paria da evitare, un mascalzone troppo invadente e ingombrante.                         Che Ciampi fosse in realtà tutt'altro, ovvero l'opposto, un tenero artista e semmai un «barbone celeste» , come certo lo avrebbe definito il consanguineo e maestro Jean Genet, lo testimoniano a oltranza le numerose interviste di estimatori/amici/collaboratori (da Fernanda Piavano a Ezio Vendrame, da Gianfranco Reverberi a Gianni Marchetti, da Johnson Righeira a Claudio Lolli) che gremiscono adeso il bel volume di Gisela Scerman, Piero Ciampi-Una vita a precipizio  (Coniglio Editore, Roma, pp. 190, 14.50) presentato domenica scorsa all'inaugurazione della mostra.                                               Ciampi, tuttavia, non è che l'ultimo epicentro di una memorabile edizione del Monsano Folk Festival , estesa  quest'anno a ben otto comuni della provincia di Ancona : basti ricordare, fra il molto altro, un suggestivo recital dedicato il 12 agosto, nell'Anfiteatro Romano di Ancona, a un classico come Franco Scataglini (Tuto è corpo d'amore) con la presenza del poeta Francesco Scarabicchi, oppure il concerto, antifascista e militante,   «Resistere! Resistere!Resistere!» (Montemarciano, 17 agosto), che La Macina replica da tempo insieme con Marino e Sandro Severini dei Gang o infine la serata di Maiolati Spontini (lo scorso sabato 13 agosto) quando ancora Macina e Gang hanno reso omaggio, alla maniera di una traduzione reciproca, ai testi di Alessio Lega, un autore che del festival ha saputo essere quest'anno una griffe, presentando l'album Resistenza e amore (Premio Tenco 2004) laddove si combinano appunto una sussultante redice poplare e rapide torsioni espressioniste, affondi di una voce agra e non-riconciliata. E' scritto in «Genova (l'ultima galleria)» : «Chi siamo noi? Ora siamo il fuoco che non avete mai domato/ Quello che brucia in fondo agli occhi di questo grigio supermarcato» . Appunto.

Massimo Raffaeli , il Manifesto, mercoledì 17 Agosto 2005