Giovanna Marini ( dalla prefazione al disco ‘ Io me ne voio andà pel mondo sperso…’ 1984; 14 Maggio 1994

Marini-Pietrucci

Giovanna Marini e Gastone Pietrucci,  Recanati 2002

"Il grande pregio del Gruppo La Macina è che non ha mai perso il gusto del canto. E “gusto del canto”, non vuol dire solo divertirsi a cantare. Vuol dire far divertire chi ascolta, e questo è veramente un merito. E’ vero che le due cose sono legate, ma va fatta una distinzione. Il canto “Pipiccinterra maestro della terra” per esempio divertirebbe comunque, perché ha parole e forma di racconto divertenti, ma la “Ninna-nanna del venerdì santo” non è in sé un canto che fa ridere. E’ bellissimo il modo con cui viene cantato e suonato.

I cantori del Gruppo di canto popolare La Macina sembrano avere conservato tutti gli stilemi autentici ed antichi del canto popolare, ma senza sforzo, è questo il pregio. Non si sente lo sforzo dell’isolare l’inciso tipico e rivalorizzarlo, è come se da sempre avessero conosciuto la tradizione. E quindi nel loro ricantare la tradizione c’è il gusto senza la preoccupazione, ogni nota viene approcciata come si usa da secoli e come ora non si fa più. Il cantore gioca con la nota lasciandola intendere, sfiorandola poi colpendola al centro poi abbandonandola con microtoni discendenti, il tutto con il vero gusto del canto, un gusto tale che non è possibile che questi rari cantori abbiano “studiato” tutto ciò, altrimenti affiorerebbero preoccupazione, sforzo, compiacimento, tutte cose che per fortuna nel loro cantare non ci sono.Si sente solo un gran gusto, un gran piacere, ed una gran maestria nell’arte del canto popolare. Come l’avevano i vecchi, ma questi cantori vecchi non sono, e nemmeno isolati nella campagna. Mi risulta anzi che lavorino tutti ad impieghi vari, cittadini, statali, e che non frequentino più la campagna altro che per compiere la loro ricerca. E allora come si compie il miracolo? Non so, certo è che hanno un amore per questa forma di canto, che supera ogni preoccupazione etnomusicologica, e l’assorbimento per via affettiva è sempre il migliore. Ancora più strano è il fatto che portatori di tanto amore per il canto popolare, per un così delicato sentimento, è proprio il caso di dirlo, verso le note (le canzoni vengono trattate come oggetti preziosissimi e questo commuove), anche verso l’accompagnamento strumentale sempre così giusto, discreto, siano uomini. Non è che gli uomini non siano capaci di sentimenti delicati, ma spesso gli uomini di questa nostra civiltà molto conformistica, preferiscono difendersi con tecniche, piuttosto che cantare così indifesi preferiscono suonare uno strumento: è molto bello invece questo totale abbandono dei cantori del Gruppo di canto popolare La Macina. Forse in questo darsi completamente, senza riserve, alla melodiosità del canto, alla musicalità istintiva, al conservare uno stile che hanno ritrovato innato in se stessi e che riproducono con tanta facilità e allo stesso tempo con tanto rigore (ma rigore non ostentato) sta il miracolo che rende questo gruppo uno dei più vitali ed accattivanti di oggi."

 

Giovanna Marini, dalla prefazione al disco, La Macina, Io me ne vojo andà' pel mondo sperso..., 1984

 

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[...] le voci sono magnifiche (come sempre) le riproposte discrete e attente a salvare la diversità di questi modi rispetto alle altre musiche.                                                                                 Avete un ritmo e un'energia straodinari [...]

Giovanna Marini, Roma, 14 Maggio, 1994