Rene Burcher Beitung, Stadt Zurich, n. 289, 10/11 Dezember 1983

Fröhliche Volksmusikanten aus Mittelitalien

" df. Im Studentischen Zentrum (stuZ) an der Leonhardstrasse in Zürich 6 war, als Gast des Folk Club Zuri, der Gruppo di Canto Popolare «La Macina» zu hören. Das Ensemble kommt aus den mittelitalienischen Marken («Marche»), aus jener Gegend zwischen Apennin und Adriatischem Meer, deren wischtigste Stadt Ancona ist. Dort gibt es, die vier Musiker von «La Macina» bewiesen es, noch eine reiche mündliche Überlieferung von Volksliedern. Mit dem Spürsinn echter Ethnomusikologen sind sie diesen Liedern nachgegangen, haben sie notiert und geben sie jetzt an ihr Publikum, in Italien und anderswo, weiter. Der Formen und Inhalte sind viele: erzählendes Strophenlied, Saltarello, Arbeits-Kriegs-, Kinderlied. Aus dem Melos hört man mitunter alte, zum Teil sehr alte Einflüsse heraus: byzantiniche (die Marche standen vom fünften bis zum achten Jahrhundert unter der Herrschaft Byzanz’), gregorianiche (aus den vielen Jahrhunderten, bis 1860, während deren die Gegend dem Kirchenstaat zugehörte). Es konnte einem en diesem Abend auch ein Lied begegnen («La cena della sposa»), dessen Melodie im fünfzehnten Jahrhundert schon Jacob Obrecht aufgezeichnet hat, das also in ganz Italien bekannt gewesen sein muss. Die vier Musiker von «La Macina» (das Wort bedeutet Mühlstein) sind alle Sänger und Instrumentalisten zugleich; sie wechseln ganz selbstverständlich vom einen ins andere, sind beides auch gleichzeitig. Ihre Arrangements sind einfach und raffiniert zugleich: einfach (und gut durchhörbar) im Satz, raffiniert im Aufbau – oft einen Crescendo von unwiderstehlichem Effekt. Elementar ist ihre Musizierfreude, gross auch ihr Vergnügen sn improvisatorichem Variieren. An hochgezüchteter Singkultur lieght ihnen wenig; das Unmittelbare, Spontane des echten Volksliedes steht ihnen sehr viel näher. Aber die Intonation ist jederzeit sauber, und manchmal (etwa im dialogischen Lied «Mariuccina a mme mme gela» versteckt sic höchste Kunstfertigkeit (des vokalen Satzes) hinter bewusster Rauheit und Elementarität. Die Fröhlichkeit von «La Macina» steckt an; es fällt dem Ensemble auch nicht schwer, sein Publikum zum Mitsingen zu animieren. Die Stimmung ist vom ersten Stück an heiter und gelöst; man fühlt sich einbezogen in einen Strom von Musikalität, rhytmischem Impetus und bezwingender, echt mediterraner Serenität.

Stadt Zürich, Samstag/Sonntag, 10./11. Dezember, 1983 Nr. 289

Allegri musicisti popolari dall’Italia centrale

Nel centro Studentesco (Stuz) a Zurigo, in via Leonhard n. 6, il Club Folk Zuri ha ospitato il “Gruppo di canto popolare La Macina”. Questo gruppo viene dalle Marche, da quella zona tra Appennini e mare Adriatico, la cui città più importante è Ancona. Là c’è ancora una ricca tradizione orale di canti popolari, tradizione di cui i quattro del gruppo “La Macina” sono una prova. Con il “fiuto” dei veri esperti di musica etnologica hanno studiato a fondo queste canzoni, le hanno annotate ed ora le ripropongono al loro pubblico, in Italia ed altrove. Le forme ed i contenuti sono molti: canzone a strofe narrative, saltarello, canzone sul lavoro, canto di guerra e canzone per bambini. Dalla melodia si sentono talvolta vecchi, in parte vecchissimi influssi: bizantini (le Marche sono state dal quinto all’ottavo secolo sotto il dominio di Bisanzio), gregoriani ( a causa dei molti secoli, fino al 1860, durante i quali la zona apparteneva allo stato pontificio). Questa sera è stato possibile ascoltare anche una canzone (“La cena della sposa”), la cui melodia è stata annotata già da Jacob Obrecht nel quindicesimo secolo e che deve essere stata conosciuta quindi in tutta l’Italia.                                         I quattro musicisti del gruppo (la parola significa “macina”) sono tutti cantanti e strumentisti allo stesso tempo, si alternano nell’uno e nell’altro ruolo con la massima disinvoltura e sono anche contemporaneamente sia cantanti che strumentisti. I loro arrangiamenti sono nello stesso tempo semplici e raffinati: semplici (e ben evidenti) nella composizione, raffinati nella struttura – spesso in un crescendo di effetto irresistibile. Fondamentale è la loro gioia nel fare della musica, grande anche il loro divertimento nel fare variazioni estemporanee. L’intonazione però è precisa in qualsiasi momento, e talvolta (forse nella canzone dialogica “Mariuccina a mme mme gela”) dietro ad una ruvidezza consapevole ed elementarità si nasconde la più alta abilità artistica (della composizione vocale).L’allegria del gruppo “La Macina” è contagiosa: non resta difficile al complesso incitare il suo pubblico al cantare insieme in coro. A partire dal primo pezzo, l’atmosfera è allegra e distesa: ci si sente coinvolti in una corrente di musicalità, di impeto ritmico e di avvincente serenità, tipicamente mediterranea.

Stadt Zurich, Allegri musicisti popolari dall'Italia centrale , Samstag/Sonntag, 10./11. Dezember, 1983 Nr. 289