LEON RAVASI, La Brigata Lolli, 7 marzo 2004

MACINA-GANG: "Nel tempo ed oltre, cantando"                      Metà radici e metà ali per un disco obbligatorio

"Non è il disco nuovo dei Gang, non è un disco de La Macina, neanche il prodotto dei due fattori. Ma è un disco emozionante Nel tempo ed oltre, cantando di Macina-Gang è, oltre che un bellissimo titolo, un grande progetto [...].                                 [...]  Le voci di terra e vento di Gastone Pietrucci e di Marino Severini, si intrecciano e si scambiano i ruoli, mentre gli altri sette musicisti tessono una trama senza smagliature su cui posano le formelle con le storie di antica o recente provenienza, ma con radice comune.
Difficile dire cosa attragga di più. E' cosa buona e giusta ascoltare i vecchi successi dei Gang trasformati con nuova pelle: sono parole che comunque fanno bene. Ma è ancora meglio farsi trasportare dal repertorio rivisitato di Pietrucci e compagni. Sulle canzoni storiche dei fratelli Severini in alcuni brani come Sesto San Giovanni e Le radici e le ali la cura sembra migliorativa; la tisana naturale di erbe sortisce la magici effetti di ringiovanimento.                                                                         La voce di Gastone spiana le curve e le asperità del percorso e aggiunge un carico di dolore e verità con i graffi della sua voce vintage (come si usa dire ora) [...].

Ma il meglio viene dal repertorio popolare su cui gli innesti Gang fanno miracoli. Caridà caridà signora è trascinante, ha un tiro rock degno di rispetto; è un brano coinvolgente che non risente minimamente degli anni e che non si può ascoltare senza venire travolti dall'empito. Cecilia [... ] ha dalla sua un'urgenza di pianto che la voce commossa e commovente di Marino Severini esprime giocando sulle note sospese di un accompagnamento molto raccolto. Cioetta cioetta [...] piacevolissima e ritmata, mentre E' ffinidi i bozzi boni è un'antica canzone delle filandare [...] E la parte poplare si chiude con Fra giorno e nnotte so' ventiquattr'ore densa, scura, annerita, quasi un blues italico-marchigiano.
Insomma un matrimonio a lungo atteso e tante volte rimandato, ma che si è rodato in diecina di occasioni di incontro sui palchi e che ha avuto un battesimo di fuoco al MantovamusicaFestival [...] con ottimo riscontro di pubblico [...]"

Leon Ravasi, La Brigata Lolli, 7 marzo 2004