
a La Pasquella - b Saltarello
La Macina , 2016 CD-Book+ DVD
edito da squi[libri]
Nel vivo di una lunga storia
1. Bella sei nada femmena… 4.36
2. Cioetta cioetta… 3.52
3. La bonasera se sei ’ndada a lletto… 3.55
4. Convegno notturno 4.04
5. La va già la va giù pe’ sse contrade… 2.27
6. Maledizione della madre 5.04
7. A’la madina all’alba del panìco…, / Te vojo dà ‘na botta ‘ndo’ che pisci… 2.51
8. Il marito giustiziere 5.48
9. La cena della sposa 4.11
10. Parla parla boccuccia d’amore 2.53
11. Sotto la croce Mmaria…, 4.46
12. E me ne vojo ji’ mare pe’ mmare… 3.17
13. ‘Stanotte mi sognai ‘ na bbella fata… 4.12
14. Moje mia me ne vo’ al mercà’… 3.39
15. La Pasquella 5.22
16. Pipiccinterra maestro della terra 3.23
Quasi cinquant’anni di attività e non sentirli se non come sprone per mettersi ancora alla prova – con il primo CD live della carriera– e come occasione per ripercorrere –nel DVD– i contesti e gli incontri che hanno alimentato un appassionante percorso di ricerca e animazione, continuando a chiamare a raccolta le espressioni culturali più significative della propria terra, le Marche, accomunate da un amore profondo per il popolare assunto come specchio nel quale riflettere istanze e contraddizioni del nostro presente.
In un’opera polisemica e polifonica, immagini e canti, testi e musiche, voci e visioni convergono così nell’esaltare la bellezza e la densità della proposta artistica de La Macina e del suo ‘aedo malinconico e ardente’, Gastone Pietrucci, capaci di restituirci, con fedeltà filologica ma con pronuncia contemporanea, le gemme di una plurisecolare tradizione di canto che, per il loro tramite, si rinnova, negando decadenza e anacronismi, per ribadire la propria volontà ‘ostinata e contraria’ a durare nel tempo.
Con un dipinto e una nota di Carlo Cecchi, i disegni di Simone Massi, gli scritti di Allì Caracciolo, Massimo Raffaeli e Francesco Scarabicchi e, nel DVD, il documentario Gastone se canti, te lega, a cura di Filippo Paolasini e Paola Ricci
Tra i numerosi gruppi che, negli ultimi anni, hanno cercato di animare il secondo folk-revival italiano, quello marchigiano della Macina occupa un posto a parte e, a mia conoscenza, unico Roberto Leydi